Cina

Pechino

Antica Jicheng

il territorio ove sorge la capitale della Cina  divenuta la grande città di Pechino ne ha percorso gran parte della sua millenaria  storia, fin dalla  comparsa dell’ Homo Erectus  noto come uomo Pekinensis  per i resti rinvenuti nel distretto sud occidentale di Fangshan tra le grotte del sito  di  Zhoukoudian, la successiva preistoria non ha lasciato rilevanti insediamenti come altri che raccontano il lungo periodo del neolitico in  Cina. Dal IV secolo a.C. iniziò il periodo storico noto come gli Stati Combattenti del Zhànguò  in conflitto tra loro  che iniziarono ad essere riunificati  nel 230 a.C. e dall’ epoca sorse il grande Celeste Impero con le due dinastie che si sono susseguite Qin e Han. Fin dalla prima riunificazione imperiale la città chiamata nelle cronache Jicheng fu nominata capitale della regione, con la decadenza degli Han dal II secolo d.C. venne conquistata dal potente stato  Cao Wei che si era reso indipendente durante il periodo Sān Guó dei Tre Regni e nel successivo, con la divisione tra le dinastie  del  Nord e Sud , quella dei Jin occidentali ne spostarono la capitale nella vicina Zhuozhou.  Mentre dalla regione  occidentale del Xinjiang monaci e pellegrini itineranti iniziavano a diffondere il buddismo in Cina , alla fine del VI secolo la città tornò a fiorire come capitale della prefettura, con  la costruzione del  gran canale Jing Hang   come il più lungo al mondo che la collegava attraverso le province orientali fino al Mar Cinese, l’ antica Jicheng ne divenne il centro principale dei commerci sul canale e dal VII secolo con la fondazione del grande  impero Tang si estese  ancora con altri quartieri ed edifici. Con la fine dell’ impero Tang nel  938 la città con tutta  la frontiera settentrionale fu ceduta alla dinastia Khitan dei Liao e all’ epoca risalgono alcuni dei più antichi templi buddisti e pagode di Beijing, dopo la  loro caduta nel 1122 la città entrò  nei domini del nuovo regno Jurchen  fondato  della dinastia Jin, ampliata e popolata nei decenni successivi , nel 1153 poi presa e ancora più estesa  con la riunificazione dell’ impero della successiva dinastia Song.

Khanbaliq

All’ inizio del XIII secolo come gran parte dell’ Asia anche il Celeste Impero venne travolto e conquistato dall’ incontenibile espansione dei Mongoli guidata da Gengis Khan che distrusse l’ antica  Jicheng ove il suo successore Kublai Khan,  fondatore del nuovo impero cinese mongolo della dinastia Yuan , vi  fece edificare come capitale invernale la nuova città Dadu nota come Khanbaliq. Divenne il centro degli scambi commerciali e culturali  con quella che fu detta la grande Pax  mongolica garantendo sicurezza dall’ ovest attraverso le regioni dell’ Asia centrale sui percorsi  dell’antica Via della seta e le sue diramazioni per le terre del ricco e favoloso Cathay, raggiunto dai più intrepidi mercanti, missionari e viaggiatori europei medioevali in Asia. Tra i vari più noti uno dei primi fu il francescano Pian del Carpine nel 1246 che   al  ritorno redasse la sua  Historia Mongalorum, nel 1253 Il frate fiammingo Guglielmo di Rubruck  descrisse luoghi e popoli nel suo celebre  Itinerarium , seguito tra gli altri nel 1289 il francescano Montecorvino  che  fondò la prima missione cattolica in Cina  nella capitale  Khanbaliq   di Kublai Khan che poi accolse gli atri viaggiatori dell’ epoca. Nel frattempo il giovane Marco Polo  nel 1271  fu accolto nella ricca e leggendaria  corte di Kublai ove rimase al suo servizio per diciassette anni visitando gran parte dei territori imperiali annotando le diverse culture e costumi, tornato a Venezia  pubblicò poi il suo Il Milione come tra le più vaste dettagliate e complete narrazioni di viaggio medioevali. Nell’ ultimo periodo della dinastia mongola Yuan venne sempre più emarginata la popolazione Han in favore dei clan mongoli e, assieme ad inondazioni e carestie provocarono rivolte contadine  fino alla grande sollevazione dei Turbanti_Rossi  iniziata  nel 1351  e trascinata per anni  fino alla sua definitiva vittoria nelle diciotto province tra i territori centrali e settentrionali della Cina interna.  Guidata negli ultimi anni dal condottiero di origine contadina Zhu Yuanzhang, salito poi al trono come  Hongwu per ricostituire il Celeste Impero cinese  con la nuova dinastia che iniziò la lunga storia dei  Ming. Con la decadenza della dinastia Yuan nel 1370 l’ ultimo imperatore Zhaozong trasferì la sua  capitale da  Kambaliq per la storica mongola di Karakorum, ponendo fine all’ era cinese Yuan,  mentre da tempo  parte della popolazione mongola era tornata alle antiche tradizioni nella terra che ne prese nome come  Mongolia.

Pechino dei Ming

L’ imperatore Hongwu inviò la sua armata a nord  guidata dal generale Xu Da per conquistare la regione e Khanbaliq   distruggendo il palazzo imperiale di Dadu  e parte degli edifici mongoli, nel 1403 l’  imperatore  Yongle  da Nanjing trasferì il suo centro a Khanbaliq che ribattezzò capitale del nord, edificando nuovi quartieri, palazzi e templi che si aggiunsero a quelli della precedente dinastia Yuan. Dal 1419 vennero edificate le massicce mura fortificate Bèijingchèng   che racchiudevano il centro della città poi demolite lasciando la porta Yongdingmen dell’Eterna Stabilità che  permetteva l’ accesso dalla città esterna, dalla suggestiva architettura e decorazioni fece edificare i maestoso Tempio Celeste del Tiàntàn  e poco distante nel medesimo stile il Tempio dell’Agricoltura noto come l’ altare di Xiannongtan  ,  all’ epoca risalgono alcuni tra i più magnifici templi taoisti e buddisti di Pechino per i quartieri che si stendono  dal   vasto complesso del Zìjìnchèng meglio noto come la Città Proibita estesa nella nuova città imperiale Huàngchèng. Per accedervi  venne edificata la porta della Meridiana con il sontuoso portale  Wùmèn , come ingresso posteriore  Yongle  fece costruire l’ altrettanto imponente Shènwùmèn  o porta della Divina Potenza  e dall’ altro lato si apre la superba  Tàihèmèn  come porta della Suprema Armonia che, assieme  alla monumentale Porta della Pace Celeste di  Tienanmen, sul lato settentrionale  affaccia sull’ omonima vasta piazza Tienanmen, mentre dall’ altro si apre  la maestosa Porta del Sole  di Qianmen. Nella cittadella imperiale  tra gli edifici occidentali i più sontuosi  il palazzo Changchungong o dell’Eterna Primavera ,  poco a sud il palazzo del Principio Supremo con la sala Tàijì Dìàn , quello dell’ Eterna longevità con la residenza delle concubine imperiali Yòngshòu, mentre consacrato all’ Onore Terrestre era l’ edificio del Yikungong  sorto nella stessa epoca  e alla  Felicità Universale fu dedicato l’altro palazzo del  Xiànfù . Poco a nord dalla Città Proibita l’ imperatore fece erigere il colle artificiale  di Jingshan come parco imperiale, separata ad ovest dai i giardini imperiali nel parco di Zhongnanhai, attorno alla Città Proibita si estendono gli altri edifici con palazzi, templi e giardini della città imperiale di  Beijing iniziata in epoca Yuan e completata dai Ming. Dopo il lungo e regno di Yongle per oltre due secoli seguirono  gli imperatori della dinastia Ming , primo successore  ne fu il figlio salito al trono come l’ imperatore  Hongxi  nel 1424 che da Pechino riportò la capitale a Nanchino, mentre il discendente imperatore  Jiajing  dalla fama autoritaria e seguace del tradizionale Taoismo , tentò di limitare e perseguitare la grande diffusione del buddismo in Cina. Tra gli altri templi taoisti  nel 1530 fece edificare  il grande Ritan come Tempio del Sole e poco a nord dal centro il Tempio della Terra noto come Ditàn  ove si celebrava la ritualità  solare e a quella lunare era consacrato l’altare nel tempio di Yuetan. Nel frattempo iniziarono le incursioni della  confederazione mongola guidata da Altan khan sul confine settentrionale minacciando Pechino ove dal 1553 venne ampliata la città esterna con le mura del Waiguo fortificate, le armate mongole di Altan che attaccarono la città vennero respinte dall’  imperatore Longqing salito al trono nel 1567, seguito figlio Zhu Yijun  che per quasi mezzo secolo regnò come l’ imperatore Wanli  fino al 1620.  Sempre dalla raffinata architettura Ming all’ epoca venne edificato il tempio di Chángchūn, mentre nella periferia nord occidentale  sorse quello di Changping con il  grande mausoleo con le maestose tredici  tombe dei Ming. Oltre alle grandi opere, città, maestosi edifici e templi lasciati in tutto il paese,  parte del patrimonio storico, artistico e  culturale dinastia Ming rimane nella loro capitale Pechino in uno dei suoi peridi più splendidi  come un’ altro affascinante capitolo nella lunga storia della Cina.

La capitale Qing

Mentre la dinastia Ming ormai era alla fine del suo secolare impero,  dal territorio  settentrionale della Manciuria iniziarono ad avanzare le armate del popolo che ne ha dato il nome dei  Manchu’, dall’ epoca  estese il suo dominio come la nuova dinastia mancese  nella regione  nord orientale. Dal 1644 il resto dell’ impero Ming fu travolto dalle rivolte contadine guidate da Li Zicheng, poi in tutti i territori  cinesi vi fu il passaggio dei domini dei Ming ai  Qing e  dall’ epoca iniziò la lunga storia della dinastia mancese dei Qing che dopo la conquista di Pechino nel 1644 vi trasferirono la capitale dominando per quasi quattro secoli fino alla sua caduta nel 1912. Il centro della città Ming fu mantenuto e diviso nei quartieri corrispondenti alla tradizione dei Bàqi o gli otto stendardi dell’ esercito e la loro organizzazione sociale, assegnati alle diverse comunità cinesi Han, mancesi e mongole  nelle mura, mentre fuori estesero la capitale con nuovi quartieri. Nel 1661  salì al trono il terzo imperatore dinastico Kangxi  dal lungo regno  e, come fu  nel periodo della  precedente dinastia Ming, per apprendere e divulgare cultura e scienza occidentale nella sua corte a Pechino accolse i missionari Gesuiti  che da tempo avevano fondato i loro centri e collegi in Cina, consolidate tra gli altri  dal  religioso ed eclettico  studioso  italiano Matteo Ricci , che fu a lungo  nella capitale Ming ove nel 1605 fece edificare la prima  cattedrale  Natang di Pechino. Quando giunsero missionari domenicani condannarono le antiche  tradizioni religiose cinesi  e per  loro intolleranza sostenuta  dal papato l’ imperatore  Kangxi fu costretto a chiudere le missioni, mentre  Il successore Yongzheng nel  1724 emanò un decreto che proibì il cattolicesimo, seguito dalle persecuzioni dei cristiani cinesi. Ormai divenuta una grande metropoli Pechino fu al centro di ogni vicenda nell’ impero, con il regno di  Qianlong  fiorì anche per le relazioni commerciali e culturali con l’ occidente mente la capitale fu estesa con nuovi quartieri ed edifici. Dalla città imperiale di Beijing, che rimane come la si trova tra palazzi, giardini e templi, poco distante  tra sontuosi edifici e splendidi giardini  a metà del XVIII secolo venne edificato il Palazzo d’ Estate di Yuanming  in stile barocco come residenza imperiale dell’ imperatore Qianlong. Esteso ad ovest verso le sorgenti di Giada di Yùquán Shān con le ville e residenze dallo stile neoclassico occidentale di  Xiyang_Lou in gran parte progettate nel 1747 dal gesuita, pittore e  architetto italiano  Castiglione che ha lasciato altre opere dell’ epoca e una gran quantità di dipinti  su seta, assieme ad altri illustri  europei fu onorato con la tomba nel cimitero di  Zhalan che venne aperto dai Ming per accogliere le spoglie dell’ altro celebre gesuita italiano alla corte imperiale Matteo Ricci. Dopo il suo lungo regno nel1795 Qianlong si ritirò nominando  successore il figlio Jiaqing  che chiuse le ultime chiese rimaste e mise definitivamente fuori legge il cattolicesimo in Cina deportando parte dei fedeli per il lavoro servile, nel frattempo  la potente setta del  Bàiliànjiào dal 1794 insorse contro l’autorità imperiale   nella  grande rivolta del Loto Bianco repressa duramente dopo otto anni, mentre  nello stesso periodo tra le regioni meridionali la popolazione locale tribale emarginata insorse nella rivolta dei Miao  trascinata per oltre un decennio. La capitale e il resto della Cina era devastata dall’  uso e commercio dell’ oppio  che l’imperatore cercò di proibire ostacolato dai lucrosi traffici dei mercanti inglesi, risollevò in parte le risorse dell’ impero, ma iniziava anche il suo declino per l’ascesa  del British Raj con il suo dominio nei commerci in Asia orientale e l’ inarrestabile vasto traffico dell’oppio in Cina. Durante i regno dei suoi successori a metà del XIX secolo si scatenarono le  due disastrose guerre dell’ oppio delle potenze britannica e francese che ne imposero il traffico e il consumo, seguite  dall’ altrettanto devastante sconfitta nella prima guerra contro il Giappone,  mentre la capitale era ormai dominio delle potenze occidentali  con l’ impero in piena decadenza. La società  Yihequan  della Giustizia e Concordia iniziò a diffondersi contro l’ influenza occidentale, riunendosi poi nel movimento  Yihetuan  con milizie di autodifesa di vari villaggi settentrionali che insorsero dal 1899 per due anni nella grande rivolta dei  Boxer. Le potenze occidentali  europee reagirono con l’alleanza delle Otto Nazioni, inviando i loro contingenti militari spingendo i Qing a schierarsi con le milizie insorte nella rivolta dei Boxer alla per la  resistenza contro gli invasori. Poco dopo il quartiere delle Legazioni  straniere della capitale fu minacciato dai ribelli nell’ assedio  di Pechino e dopo cinquantacinque giorni la città venne conquistata dall’ armata congiunta della coalizione nella la battaglia di Pechino .Con la sconfitta Pechino continuò ad essere il centro dell’  ormai decaduto Celeste Impero ove consolidò il suo potere l’ imperatrice vedova Cixi  mentre nel 1912 salì  al trono ancora bambino Yaozhi che divenne l’  undicesimo ed ultimo imperatore PuYi dei Qing sotto la sua reggenza, mentre da esiliati in Giappone venne fondata la lega  unita cinese del Tongmenghui  nel 1905  che riuniva intellettuali repubblicani e rivoluzionari guidati da Sun Yat-sen per rovesciare la dinastia. Dal 1911 il movimento rivoluzionario iniziò la grande vittoriosa rivoluzione del Xinhai  ponendo fine al millenario Celeste Impero e la sua ultima dinastia regnante dei Qing e l’ anno dopo Sun Yat-sen proclamò divenendone presidente la prima repubblica in Cina.

La prima repubblica

Dal 1912 durante il  governo  repubblicano del Beiyang  per oltre quindici anni da capitale imperiale  Pechino si estese in una moderna e popolata da oltre un milione di abitanti, con nuovi quartieri e ampie strade, , servizi idrici e sanitari, trasporti pubblici, oltre a misure contro la criminalità, gioco d’azzardo, prostituzione  e il consumo di oppio trasformando i quartieri malfamati in residenziali. Avendo perso il ruolo di capitale, il rinnovamento urbanistico è stato poi moderato con il trasferimento dei centri di potere politico e finanziario rimanendo simbolo  del passato con i suoi quartieri ed edifici storici oltre gli istituti culturali ed educativi. Nel frattempo iniziarono i conflitti con i vari generali divisi tra  le regioni settentrionali e meridionali in quella che fu detta l’ era dei Junfa  nota come dei Signori della Guerra, tra essi quello filo giapponese Duan Qirui  che aveva portato al potere nella capitale il governo restauratore del presidente Cao_Kun, deposto  nell’ insurrezione degli oppositori con il colpo di stato  di Beijing. Nel 1923  Sun Yat-sen invitò il nuovo Partito comunista cinese all’ unione con quello nazionalista e costituire il primo  Fronte Unito per combattere il dilagante potere dei signori della guerra fino al 1928,  tre anni dopo la morte del primo presidente di SunYat-sen il governo del Kuomintang   inviò una poderosa armata a riportare l’ ordine con la  spedizione del Nord nelle regioni settentrionali  per riunificare il paese, guidata dal nominato generale supremo Chiang_Kai-shek che ne divenne il dittatore inaugurando il suo governo autoritario. Dopo l’ invasione dell’ esercito nipponico in Manciuria nel 1937 seguirono vari scontri per iniziare l’avanzata a sud  e con l’ attacco giapponese sul ponte Lugou poco a sud ovest di Pechino cominciò la lunga devastante  guerra cinese contro il Giappone  con l’ occupazione dei territori cinesi, la guerra civile in Cina tra nazionalisti e comunisti iniziata nel 1928  venne sospesa creando il  secondo Fronte Unito con il Partito comunista cinese.

Capitale maoista

Alla fine della seconda guerra mondiale e la capitolazione del Giappone venne sciolto il Fronte Unito e il governo del Kuomintang  dal 1945 riprese il  sospeso conflitto contro i comunisti  nella guerra civile in Cina,  dopo quattro anni di scontri nel 1949 con la vittoria rivoluzionaria  il suo condottiero Mao Zedong nella vasta  piazza Tienanmen proclamò la nuova repubblica popolare iniziando il lungo periodo maoista. Dal 1951 per liberare le città dalla corruzione e il potere degli oppositori vennero iniziate le due  campagne  Wù fàn , mentre venne combattuta ogni forma di criminalità, chiudendo bische e bordelli con le migliaia di prostitute assegnate a lavori decorosi e vietando il consumo di oppio. Mantenendo il suo centro storico città mutò il suo aspetto con  l’abolizione del quartiere delle Legazioni straniere e i dipartimenti militari occidentali, mentre  per gli altri del blocco orientale venne edificato il nuovo quartiere di Sanlitun nel distretto orientale  Chaoyang. Pechino divenne il centro di potere e simbolo  della rivoluzione maoista mentre  vennero conservati  i quartieri storici  ne sorsero di nuovi ad ovest progettati dall’ urbanista ed architetto Liang Sicheng  e parzialmente realizzati, su proposta sovietica le nuove sedi del governo vennero costruite nel centro e fuori i quartieri operai condizionando la nuova pianificazione urbana. Venne ampliata la già vasta piazza  Tiananmen ove sul lato meridionale si erge l’ alto obelisco con il monumento agli eroi del Popolo  completato nel 1958 e poco distante, dopo la morte del Grande Timoniere nel 1976,  fu edificato il grande mausoleo di Mao_Zedong. Dalla piazza per le vie che ne diramano in stile realista sovietico negli anni cinquanta sorsero i  dieci nuovi grandi edifici Shì dà Jiànzhù, all’estremità occidentale il congresso nazionale è ospitato dal grande edificio  della sala del  Popolo inaugurata nel 1959 così come il  palazzo che affaccia ad est con il museo nazionale della Cina,  ove da nord inizia il viale Chang’an occidentale si trova il palazzo culturale delle Nazionalità cinesi. Poco oltre nel medesimo stile per ospitare le delegazioni straniere venne edificato l’hotel Minzu  e sulla  via Fuxing  il museo militare popolare della Rivoluzione mentre a  sud est dal centro come la più grande nel paese fu completata la monumentale stazione ferroviaria di Beijing. Per il distretto centrale  di Chaoyang si trova lo stadio dei lavoratori che molti qui chiamano Gongti, nel distretto di Haidian le visite diplomatiche erano ospitate negli  edifici in stile tradizionale cinese di Diaoyutai  tra i giardini. Dalla piazza Tiananmen con le vaste manifestazioni Mao Zedong nel 1966  inaugurò la grande Rivoluzione Culturale,  le nuove generazioni di lavoratori  e studenti si organizzarono nelle Hongweibing  meglio note come le Guardie Rosse con i comitati giovanili rivoluzionari guidati dalla studentessa Song Binbin per combattere ogni manifestazione della vecchia cultura. Fin dalla loro fondazione si scatenarono con quello che fu noto come l’ agosto rosso dell’ Hòng Bàyuè a Pechino contro insegnanti e presidi inaugurando gli scontri poi estesi in tutto il paese nella lotta violenta del Wudou , eliminando tutto ciò che era legato al passato, la cultura e devastando diversi monumenti storici.Nel frattempo dopo la rivoluzione dal 1949 numerosi  edifici vecchi e nuovi ospitano le molte scuole pubbliche e le varie università di Beijing, tra le grandi opere urbanistiche nel periodo maoista dopo la crisi con l’ Urss e durante la guerra fredda che paventava un conflitto nucleare nel 1970 venne completata la grande  città sotterranea di Pechino con l’ estesa e fitta  rete di gallerie Dìxià Chéng.

Pechino moderna

Alla fine del lungo periodo di  maoista, salì al potere la Banda dei Quattro, come era noto  il gruppo del Sì rèn bàng  che,  dopo la morte di Mao Zedong nel 1976 vennero rimossi dalle cariche ed arrestati e iniziò la rapida ascesa al potere nel partito e il governo di Deng-Xiaoping. Con le sue radicali riforme sociali ed economiche, assieme alle aperture al commercio internazionale  iniziò il nuovo periodo storico della repubblica in  Cina  con Pechino che continuò ad esserne il centro anche dei fermenti popolari che nel 1989 portarono alle  manifestazioni dello Shìjiàn  nella capitale culminando con la  grande  marcia nella piazza Tienanmen ove  l’ esercito intervenne inviando i carri armati contro i manifestanti. Dalla scomparsa di Deng-Xiaoping nel 1997 continuò  rilancio dell’ economia di mercato socialista in Cina fondato sulla supremazia delle imprese statali sulle altre aperte alla liberizzazione commerciale legata al modello del capitalismo influenzato dallo stato tra i paesi dell’ Est_Asia,   la capitale Pechino assieme all’ altra grande metropoli di Shanghai è divenuta centro e polo della nuova economia con l’ ascesa a segretario generale del partito Xi_Jinping nel 2007. La città ha continuato ad estendersi con nuovi moderni quartieri, come il  distretto centrale  di Chaoyang con ambasciate e uffici commerciali esteri verso  il moderno vasto quartiere centrale degli affari di Beijing dai grandi edifici  che ospitano banche, istituti finanziari e commerciali, da dove diramano i quartieri moderni dagli ampi ed animati  viali ove si trova gran parte dei grattacieli e i più alti edifici di Beijing che ne hanno rimodellato il profilo negli ultimi decenni. Il distretto è attraversato dal vecchio e lungo  viale Sanlitun ove si trovavano le legazioni straniere fino al 1949 che hanno lasciato i loro edifici tra quelli più moderni con  animati e frequentati centri commerciali,  locali e negozi.  Ad ovest ove sorgeva il villaggio per le Olimpiadi del 2008  è sorto il quartiere residenziale di Yayuncun, ma della sua lunga storia la capitale cinese ha conservato quartieri, edifici e monumenti dai più antichi ai moderni  nella vasta distesi per la  città di Beijing come la si trova da riscoprire in affascinanti itinerari.

Pechino imperiale

Disteso sulla pianura cinese settentrionale  e protetto dalle montagne a nord ovest, il territorio di il territorio di Pechino è da secoli protetto dalle incursioni dei nomadi del nord dalla Grande Muraglia dei Ming riedificata sulla più antica precedente, con alcuni tratti raggiungibili in affascinati itinerari dalla città. Nello storico  distretto settentrionale di Yanqing ad ottanta chilometri nord est dal centro  conserva il suo tratto più conservato e visitato  a  Badaling con la sua fortezza edificata all’ inizio del XVI secolo, da qui si trovano gli altri settori facilmente accessibili della Muraglia che ha lasciato edifici ben conservati proseguendo per il sito di  Mutianyu  da dove parte il percorso più frequentato fino all’ altra fortezza che si erge magnificamente sulla rocca di  Jiankou, mentre continuando a nord  oltre il suggestivo passo di Gubeikou si trova il tratto di Simatai, tra le montagne di Chengde nella provincia di Hebei  si raggiungono gli altri suoi bastioni fortificati di Jinshanling. La città si apre sud   per itinerari tra  i più affascinanti siti storici e culturali  di Pechino che ne raccontano la lunga storia, al distretto di Fengtai che si stende con i suoi quartieri a sud ovest del centro  si accede dall’ antico  ponte in pietra medioevale  intitolato a Marco Polo di Luguo completato alla fine del XII secolo  ove all’ estremità orientale in epoca Ming nella prima metà del  XVII secolo venne edificata la fortezza di Wanping. Quando da Nanjing  l’ imperatore  Yongle  vi trasferì il suo centro nel 1403, divenne la splendida  capitale dei  Ming estesa con nuovi quartieri, palazzi e templi che si aggiunsero a quelli edificati dalla precedente dinastia Yuan, dal 1419 vennero edificate le massicce mura fortificate Bèijingchèng  di  Pechino  ampliate nel secolo successivo a difesa del centro  e poi demolite  alla fine dell’ ultima dinastia Qing nel 1911 lasciando la più antica porta dell’Eterna Stabilità di  Yongdingmen che  si apriva dalla città esterna sulle mura settentrionali quella del Virtuoso Trionfo  di Deshengmen edificata nel 1437, altri resti ben conservati si trovano  sono conservati nel parco delle mura della città  Ming.

La città dei Ming

Dal magnifico centro monumentale che ne racconta  la storia  si stende la  grande città di Pechino con i suoi quartieri, palazzi, templi e monumenti che diramano sulle vie e piazze del centrale distretto di  Dongcheng  ove si stende nella sua  indimenticabile suggestione la Città Proibita del Zijìnchèng, nota anche come  la  magnifica cittadella dei palazzi imperiali di  Gugong  e dichiarata patrimonio culturale Unesco, estesa sempre in epoca Ming   nella città imperiale Huàngchèng . Alla grandiosità monumentale della  Città Proibita si accede dalla Porta della Meridiana come è noto il  sontuoso portale  Wùmèn, per l’ ingresso posteriore  nel 1420 l’ imperatore Yongle fece edificare l’ altrettanto imponente Shènwùmèn  o porta della Potenza Divina  e dall’ altro lato si apre la porta della Suprema Armonia come la superba  Tàihèmèn   con dietro l’omonima sala della Suprema Armonia nello splendido edificio del Tài Hè Diàn  dall’ ampia scalinata con le due più piccole sale delle armonie Centrale e Preservante. Nella corte interna si staglia il  palazzo  Qianqing della Purezza Celeste, poco distante il  Jiāo Tài Diàn con la sala dell’ Unione e il palazzo Kūn níng gōng  con la sala consacrata alla tranquillità della  Terra , continuando nell’ ampia corte si trova l’ edificio  noto come la  sala della Coltivazione Mentale del Yànxìn Diàn sorto nel 1537  e ricostruito nel secolo successivo che tra gli arredi interni  ospita la biblioteca imperiale con i testi enciclopedici del Siku Quanshu. Tra i sei grandi edifici occidentali, come residenza delle concubine imperiali nel 1420 venne eretto il palazzo Yongshu dell’ Eterna Longevità, poco ad ovest contemporanea è la sala del Principio Supremo nel palazzo Tàjij Diàn, oltre il minore palazzo dell‘ Eleganza  continuando a nord, si erge il palazzo dell’Onore Terrestre di Yikungong e poco distante  intitolato alla Felicità Universale il palazzo Xiànfùgong . Nella cittadella imperiale tra gli altri dal 1420  si erge il sontuoso palazzo Changchungong o dell’Eterna Primavera ,  poco a sud a  il palazzo del Principio Supremo con la sala Tàijì Dìàn , quello dell’ Eterna longevità con la residenza delle concubine imperiali Yòngshòu , nella stessa epoca alla  Felicità Universale fu dedicato l’altro palazzo del  Xiànfù. Poco a nord dalla Città Proibita l’ imperatore Yongle fece erigere il colle artificiale  di Jingshan come parco imperiale,  all’ estremità settentrionale della città interna si ergono le torri Gǔlóu  e quella detta della  Campana e il Tamburo di Zhònglòu edificate dall’ imperatore Kublai Khan nel 1272  e come altri edifici dell’ epoca ricostruite nel regno di Yongle, mentre  il grande edificio Gùgōng Bówùyùan ospita  il museo del Palazzo con le sue vaste collezioni  di opere d’ arte dell’ epoca. Dal centro monumentale della Città Proibita ad ovest si stendono in giardini imperiali nel parco  di Zhongnanhai con i vari edifici in stile tradizionale che ospitano uffici governativi,  nel XII secolo durante la dinastia Jin vi fu scavato il lago Taiye  in un suggestivo  paesaggio a  legato all’ epoca da canali  agli altri due laghi artificiali con ad ovest quello  di  Shichahai e a nord,  in un ambiente sempre più affascinante  ove si stende il vasto ed omonimo parco,  il lago di Beihai. Sui giardini di Zhongnanhai  e quelli anch’ essi dai vari edifici nell’altrettanto suggestivo parco di Jingshan adiacente alla Città Proibita, affaccia il suo prolungamento nell’altra  monumentale Città Imperiale dei Ming estesa nella successiva epoca Qing, ove tra i vari palazzi nello Zhongshanhai si trova  quello che ospita l’altare della terra e dei raccolti di  Shejitan edificato nel 1421 e per l’ adiacente parco  Beihai nel bosco di gelsi il palazzo con l’ altare di Xiancantan consacrato alla dea del baco seta  costruito dai Qing nel 1742,  dal simile stile del più grande e sontuoso Tempio Ancestrale di  Tamiao ove si tenevano le cerimonie sacrificali per il culto degli antenati della famiglia imperiale. Dalla monumentale porta della Pace Celeste di  Tienanmen, divenuta uno dei simboli della splendida città Ming, si accede all’ omonima vasta piazza Tienanmen sul lato settentrionale, mentre dall’ altro delle antiche mura protette dalla fortezza Zhengyangmen , dall’altrettanto  maestosa Porta del Sole, davanti si ergono le due statue che rappresentano i leoni guardiani imperiali  di pietra Shishi  e tra i vari edifici della piazza dopo la rivoluzione del 1949  sul lato meridionale venne eretto il monumento che celebra gli eroi del  Popolo , più tardi alla sua morte sorse il frequentato e grande  mausoleo che contiene le spoglie di  Mao Zedong. Lasciata la piazza Tienanmen e le indimenticabili suggestioni monumentali della  Città Proibita, poco distante inizia un percorso storico per le tradizionali case cinesi  a corte Siheyuan medioevali che affacciano sui cortili lungo gli  antichi vicoli dello storico  quartiere  di Hutong , continuando nel distretto di Xuanwu oltre le mura e le fortificazioni di Pechino, dalla prima metà del XV secolo si trovano i magnifici edifici del Tiàntàn con il Tempio del Cielo  consacrato all’ antico culto della suprema divinità Tian e il sincretismo religioso tra taoismo e buddismo, poco distante sempre dalla suggestiva architettura e decorazioni si erge il Tempio dell’Agricoltura con l’ altare di Xiannongtan  edificato nel 1420. Sempre tra i quartieri estesi dalla città vecchia  del Dongcheng sulla via Xilou Hutong durante la dinastia Yuan nel 1374 venne edificato il monastero dei cipressi con il buddista tempio di Bǎilín-sì dai cinque grandi edifici magnificamente decorati da statue e dipinti oltre iscrizioni ed immagini riferite alla  scuola cinese buddista Jingtùzòng della Terra Pura. Continuando nel distretto di Xicheng sempre nella raffinata architettura Ming si trova il tempio di Chángchūn eretto alla fine del XVI secolo, mentre in quello esteso nella periferia nord occidentale di Changping con il suo sontuoso sepolcro di  Changling  l’imperatore Yongle inaugurò  il grande mausoleo con le maestose tredici tombe dei Ming che per il loro valore storico ed artistico sono  dichiarate patrimonio culturale  Unesco, assieme ai mausolei edificati a nord est con le altrettanto sontuose cinque tombe  degli imperatori Qing orientali a Zunhua nella provincia nord orientale dell’Hebei  e le non distanti quattro dei Qing occidentali regnanti nella successiva omonima dinastia.

Anche se l’ antica Pechino  si è estesa in una grande metropoli, rimane il centro culturale  da dove diramano tutti gli altri affascinanti itinerari attraverso una storia millenaria per riscoprire le varie regioni della Cina dall’ estremo nord attraverso la Mongolia e Manciuria,  nei territori costieri ad est,  quelli occidentali per lo  Shaanxi verso i percorsi sulla Via della Seta nel Xinjiang o per le regioni meridionali fino allo Yunnan


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