Cina

Sichuan

Nella lunga storia della Cina  il Sichuan è tra le regioni che l’ hanno  in parte percorsa al centro del suo vasto territorio con  a nord il Xinjiang nella sua estensione del Gansu, a nord est la storica regione dello  Shaanxi, mentre  più a sud confina con il territorio settentrionale dello Yunnan, ad ovest tra le alte montagne la regione autonoma del Tibet  e l’omonimo altopiano ove si stende l’ altra  vasta provincia  del Qinghai  e da esse si è diffuso nei suoi vari territori  la tradizione religiosa e la cultura del  Buddismo tibetano.

Storico Sichuan

Dal XXVII secolo a.C.  fu popolato dalla  neolitica cultura di  Baodun diffusa dalla  pianura di Chengdu, e dal I millennio a.C. si diffuse nella regione la cultura Bashu considerata una delle culle della civiltà cinese,  successivamente all’ epoca delle  prime dinastie dell’ antica Cina,  durante quella Zhou fondata  a metà dell’ XI secolo a.C., la regione era terra  dell’ antico popolo Bo, riunito in confederazione ove nel territorio orientale fondarono lo stato di Ba,  mentre in quello occidentale  alla stessa epoca venne fondato l’ altro locale stato di Shu che dominarono la regione fino al IV secolo a.C.  poi decaduti e conquistato nel 316 a.C. dal più antico  stato di Qin . Dagli antenati degli antichi stati di Ba e Shu discende il popolo Szechuan che dalla loro lingua hanno ereditato l’ idioma mandarino  espresso nei vari dialetti del Sichuanese , dalla dissoluzione degli antichi stati la regione fu nei domini imperiali delle dinastie Qin e Han che si sono succedute, durante  periodo dei Tre Regni del Sān Guó il Sichuan  entrò nei domini di quello  Shu_Han poi conquistato nel 263 dalla  dinastia Jin  settentrionale e ne seguì la successiva divisione tra le dinastie del Nord e Sud. Nei secoli successivi con la   diffusione del buddismo in Cina anche nella regione furono fondati templi e monasteri e  una delle montagne sacre  nell’  Emei con il suo santuario templi e pagode e il venerato santuario il gigantesco  e maestoso Buddah di Leshan scavato nella roccia, dal VII secolo con l’ascesa dell’ impero Tang il Sichuan ne fu una delle province  più fiorenti con la città di  Chengdu estesa in nuovi quartieri, divenuta grande centro culturale e residenza del grande letterato e poeta dell’ epoca Du_Fu. Con la decadenza della dinastia Tang e il periodo noto alle cronache come Wùdài shi delle cinque dinastie e dei dieci regni,  dall’ inizio del X secolo per qualche decennio fu nel regno di  Shu con la capitale nella città di  Chengdu rifondata ed estesa dal sovrano divenuto  imperatore  Wang_Jian fino al 965 quando  il regno tornò nei domini del Celeste Impero con  nuova dinastia  Song. La regione continuò a fiorire con le sue città e la capitale Chengdu che ne rimase grande centro culturale, dalla fine del XII secolo come il resto dell’ impero travolta anch’ essa  dall’ incontenibile espansione dei Mongoli dopo tre decenni  di resistenza con la lunga difesa conclusa nella sconfitta nell’ ultima delle varie battaglie del  Xiangyang ove nella prima volta nella storia furono usate strategicamente le armi da fuoco, segnando la definitiva conquista mongola dell’ impero Song. Dopo la sconfitta a decine di  migliaia i prigionieri dal Sichuan furono deportati in Mongolia e parte  della popolazione fu spinta a trasferirsi nei territori limitrofi, nell’ impero della dinastia mongola Yuan la regione perse il suo ruolo economico e culturale fino alla decadenza  e il ritorno dell’ impero  ai cinesi Han con la dinastia Ming. Mentre il Sichuan rifioriva nel 1644 fu conquistato dalla  travolgente  rivolta contadina  guidata da Zhang Xianzhong che se ne nominò sovrano come Huanghu  detto la tigre gialla  e poi imperatore con la sua dinastia del grande  Xi di breve durata e dal 1680  tornò nei domini imperiali con l’ ultima dinastia Qing fino alla fine del millenario Celeste Impero  travolto dalla grande rivoluzione  Xinhai  nel 1911  e l’anno successivo la fondazione della pima repubblica in Cina.  Vari generali presero il potere nelle regioni settentrionali e meridionali  durante  l’ era dei Junfa  nota come dei Signori della Guerra nei territori spartiti  schierati nelle fazioni Jítuán o cricche, nel Sichuan si impose quella guidata dal generale  Liu Wenhui , poi unito alla forze rivoluzionarie comuniste, che nel 1939 nella regione ispirò la costituzione della provincia del Xikang estesa a parte del Tibet. Dal 1937 con l’ invasione nipponica iniziò la lunga e devastante guerra con il Giappone  e la conquista di gran parte delle regioni orientali cinesi,  l’ armata giapponese si propose l’ invasione del Sichuan per cinque anni dal 1938 dai violenti e devastanti bombardamenti terroristici di  Chongqing respinta dalle forze cinesi  nel 1943.  Dopo la capitolazione del Giappone con lo scioglimento del Fronte Unito tra nazionalisti e comunisti  venne ripresa la   guerra civile il Cina conclusa nel 1949 con la vittoria dell’ Esercito popolare e la proclamazione della nuova repubblica socialista iniziando il lungo periodo della rivoluzione  maoista. La regione venne divisa  in quattro  territori separandone quello  di Chongqing, poi  ricostituita nel 1952, mentre la vecchia  provincia del  Xikang  venne spartita ad ovest con il Tibet e il Sichuan ad est  divenendo una delle più popolate e dal 1978 con l’ ascesa di Deng Xiaoping  fu una delle prime province aperte alle riforme e alla nuova economia  di mercato nella nuova Cina popolare continuando a fiorire per  le successive ulteriori grandi riforme di  Xi Jinping con l’estensione di centri e città, ma conservando il grande patrimonio naturale, storico e culturale del Sichuan come lo si trova.

Chengdu

..e v’ha tanta moltitudine di mercanti che vanno giuso e suso, ch’è una grande meraviglia. E il fiume è si largo, che pare un mare a vedere, e non fiume. E dentro della città in su questo fiume è un ponte tutto di pietre; e su per lo ponte ha colonne di marmo, che sostengono la   copritura del ponte…”

Così descrive Marco Polo quando vi giunse la fiorente e splendida città  capitale della provincia imperiale del Sichuan, al suo arrivo  la storia di Chengdu aveva percorso i millenni  e dall’epoca nei secoli successivi si è estesa  in una grande città fino a divenire la popolata metropoli di Chengdu  come la si trova  tra le più estese  del paese negli ultimi decenni con vasti distretti moderni, alti palazzi, centri finanziari e commerciali, ma che conserva parte della sua storia. La si ritrova tra più vecchi quartieri  ove tra parchi e giardini  rimangono storici edifici, templi, pagode e vicoli dall’atmosfera tradizionale, oltre  i suggestivi ambienti naturali, tra tutti fuori dalla periferia il santuario del Panda  , tra vari per preservare questa specie con il centro di ricerca e allevamento dei panda giganti di Breeding  fondato nel 1987, tra i più grandi e frequentati nella regione oltre l’ altro centro di   Dujiangyan . I quartieri centrali ospitano gran parte delle memorie storiche della città come il tempio buddista di Daci  che dalla prima fondazione nel III secolo fu ricostruito più volte nei successivi fino all’ ultima dinastia Qing nel XVIII secolo e ampliato nel XIX come lo si trova. Sulla via Wenshu Yuan  affaccia il tempio buddista di Wenshu con il monastero  Manjushri  fondato la prima volta nel VI secolo,  orientato a sud circondato dal giardino ove si tendono cerimonie, il Wenshu ospita edifici disposti su cinque livelli, che ospitano le decorate sale  Tianwang, Sandashi, Daxiong, Baodian, e Shuofa, dai lati svettano le torri  Cangjing, della   campana e del tamburo, con altre due  sale per gli ospiti collegate da corridoi colonnati.   Continuando tra i quartieri centrali i tre vicoli Xiangzi di Kuan, Zhai e Jing riportano all’atmosfera popolare della vecchia  Chengdu con le abitazioni tradizionali, tra cortili e logge, botteghe e antiche case da tè e nel distretto di Jinniu sull’ omonima via affaccia l’ edificio che ospita il museo del mausoleo Yongling  sorto sul sepolcro i edificato nel IX secolo  con la tomba imperiale di  Wang-jian, vicino il moderno il palazzo per le sale espositive dei preziosi corredi funebri. A sud ovest dal centro  l’altro grande tempio di  Wuhou sacro al taoismo e  buddismo sorto sul santuario consacrato  Zhuge Liang marchese di Wu vissuto nel III secolo durante il periodo dei Tre Regni, dal grande portale  con la stele del Triplo Successo si accede al secondo anch’esso decorato per gli edifici che ospitano i templi di Liu Bei, Zhuge Liang e  Sanyi, ad ovest  il  mausoleo di Huiling con il sepolcro di  di Liubei.  Da qui  si allunga l’animata via Jinli cara alla tradizione della città ove si tengono le più suggestive manifestazioni come la grande festa delle Lanterne celebrata ogni anno così come le  celebrazioni del  Duanwu che culminano con la festa  delle barche del drago e a metà autunno la festa della  Luna. Dalla via Jinli continuando nel quartiere fino alla  centrale piazza Tianfu , poco a nord si trova il museo della Scienza e della Tecnologia del  Sichuan e ad est il Jincheng Art Palace, dove si tengono varie esibizioni artistiche mentre ad  a ovest  l’ edificio che ospita il museo di  Chengdu con le grandi collezioni di arte e verso ovest si apre grande parco del Popolo.

Parchi del Sichuan Il vasto bacino del Sichuan si stende nella regione sud occidentale cinese dalle pianure circondate da montagne fino all’ estremità orientale dell’  altopiano Tibetano da dove a sud est verso quello  dello Yunnan  si elevano le catene delle montagne Hengduan che nel territorio occidentale del si allungano nell’ altrettanto maestosa  catena dei monti Daxue tra picchi innevati, vallate e foreste popolate da una ricca fauna endemica  in un suggestivo ambiente che continua a sud est per i monti Daba. Dall’ altopiano tibetano inizia il  lungo corso del fiume Yangtze  diramandosi nei suoi affluenti che attraversano gran parte del bacino e le vallate tra le montagne  occidentale del Sichuan, tra essi il più lungo  fiume Min scorre nel territorio centrale  verso quello sud orientale per collegarsi alla confluenza dello Yangtze superiore con l’ altro affluente Yibin. Tra montagne, foreste e vallate attraversate da fiumi che alimentano splendidi laghi, il magnifico ambiente popolato da fauna endemica e il dàxiòngmào , come è qui chiamato il panda gigante, è  protetto dalle varie riserve e santuari naturalistici del  Sichuan , per il territorio settentrionale dalla catena dei monti  Min fino ai margini dell’ altopiano tibetano  si stende la riserva naturale e il vasto parco delle valli di Jiuzhaigou tra le montagne, magnifiche vallate, fiumi, laghi e foreste popolate da una gran varietà di uccelli ed animali con specie endemiche e rare come i panda giganti. Nel magnifico ambiente del parco Jiuzhaigou, dalla fitta foresta  anch’ essa popolata da animali si apre la valle di Rize attraversata dal fiume del pavone e altri che alimentano i laghi dello Specchio e del Panda in un ambiente suggestivo ove splende il pià grande  lago Wuhua  dei cinque fiori Dal villaggio tradizionale di Shuzheng  continua nella la vicina  valle di  Shuzheng con gli splendidi laghi Shuanglong, Luwei, Huohua e Xiniu, i torrenti che precipitano nelle le cascate di  Nuorilang e Shuzheng,  dalla scogliera di Baojing si apre la più lunga valle di  Zechawa con il grande lago Lungo, due stagionali e lo stagno di Wucai dai cinque colori. Dichiarato patrimonio Unesco, dalle valli dello  Jiuzhaigou a sud ovest si continua per l’altrettanto suggestivo il territorio  naturale e storico dell’ Huanglong tra i monti, foreste e vallate popolate da animali , suggestive formazioni rocciose, laghi e splendide piscine naturali che splendono multicolori negli indimenticabili scenari dell’ Huanglong anch’esso come il Jiuzhaigou e altri parchi del Sichuan dichiarato patrimonio naturalistico Unesco .Ove si stende la prefettura autonoma tibetana   Ngawa e Qiang  nella  contea di Wenchuan in un magnifico ambiente anch’ essa popolata da fauna endemica e panda giganti si trova la  riserva naturale di  Wolong , nel territorio sud occidentale si stende il magnifico ambiente naturale e storico del monte Qingcheng  come una delle montagne sacre al taoismo e buddismo con i suoi templi, monasteri  e pagode

Non distante per il limitrofo quartiere si allunga la pedonale e sempre  animata via  Chunxi ove affacciano edifici che ospitano centri commerciali,  negozi,  locali e i migliori ristoranti che servono   la raffinata cucina del Sichuan speziata come una delle tre della tradizione cinese, ma che si può gustare ovunque  tra i quartieri di Chengdu, seguendo un’altra grande tradizione culturale della regione sempre per i quartieri centrali  nei  i teatri Jinjiang e Shufeng Yayun si tengono  le rappresentazioni in costume  e maschere dell’ Opera cinese nella tradizione del Sichuan fondata durante la dinastia Ming. Lasciato il quartiere attraversato dal la frequentata via  Chunxi , sulla sponda meridionale del fiume Jinjiang, tra i giardini si trova il parco del padiglione Wangjiang  e uscendo dal distretto centrale  per i quartieri occidentali si stende il parco del torrente  Huanhua  come il più grande  della città, adiacente al  museo  del Sichuan con le sue collezioni storiche ed artistiche e poco ad est Il vicino venerato sito  ove sorge la casa di Du Fu dal tetto di paglia con le pareti  gli interni decorati che fu residenza del celebre poeta cinese dell’ VIII secolo Du Fu in epoca Tang . Nel distretto occidentale  di Qingyang per la popolazione islamica nel XVI secolo venne fondata  la  grande moschea di Huangcheng, danneggiata nei successivi per essere poi ricostruita come la si trova nell’ originale combinazione di stili arabo, Ming e Qing. A ritroso nella storia nello stesso distretto , dopo la sua scoperta nel 2001, è stato aperto il grande sito archeologico di Jinsha che conserva i resti di un’ antico centro risalente al I millennio a.C.,  fiorito durante le dinastie Shang e Zhou che furono le prime storiche dell’  antica Cina. Tra i resti degli edifici scavati nel sito Lan Yuan si trovano resti di tombe , magazzini e forni con vicino una necropoli, nel Mei Yuan sono stati rinvenute ceramiche,  manufatti in avorio, giada, bronzo ed oro, poco distante nel  Tiyu Gongyuan edifici residenziali e fosse sepolcrali con varie tombe,  dichiarato patrimonio culturale Unesco assieme al non distante e più vasto sito di  Sanxingdui. Nel museo di  Jinsha  sono esposti i più preziosi manufatti in pietra, bronzo ed oro, oltre statue di personaggi inginocchiati, gli splendidi uccello del sole d’oro e  la maschera d’oro sorridente altri resti sono conservati nel grande museo di Sanxingdui assieme a quelli rinvenuti nell’ omonimo sito. Nei  pressi della cittadina di Guanghan sulla sponda meridionale dello Yazi   si trova l’altro vasto e più antico sito  di  Sanxingdui rinvenuto nel 1929 con gli scavi completati in cinque decenni che ne hanno svelato i resti risalenti all’ età del bronzo dell’ antica e misteriosa città di Sanxingdui, centro di una cultura con un’avanzata metallurgia fino all’ epoca del ritrovamento sconosciuta che ne ha preso nome come la cultura  Sanxingdui  fiorita dal XII secolo a.C. che diversi archeologi hanno identificato come parte dell’ antico stato di Shu per la similitudine dei reperti e dalla storia contemporanea alla dinastia Shang dell’ antica Cina. Oltre ai resti di mura circondate da canali, necropoli e fosse sacrificali, tra i vari  reperti sono sati rinvenuti  manufatti in giada ed avorio, maschere d’ oro in gran parte  bronzo come altri splendidi oggetti nella raffinata metallurgia del bronzo raggiunta da quella cultura, in  gran parte esposti nelle grandi due sale  del  vicino museo di  Sanxingdui.

Dujiangyan e Leshan

Da Chengdu si continua per la non distante  città di Dujiangyan sorta da un antico centro fondato all’ epoca del sistema di irrigazione che ne ha dato nome, del suo passato ha conservato  il venerato tempio buddista nell’ alta pagoda di Kuiguang in pietra edificata nel 1831 nella pianura di Chengdu ove si trovano gli insediamenti rurali con i villaggi tradizionali del Linpan  che nei secoli ne hanno modellato il territorio con i loro campi agricoli splendidi di verde tra i canali di irrigazione. Discendenti dal popolo fondatore dell’antico stato di Shu, i villaggi del Linpan sono indipendenti tra loro e abitati dalle famiglie dello stesso clan conservando antiche tradizioni legate alla filosofia del Taoismo popolare. Da oltre due millenni l’agricoltura del  Linpan e l’ intera pianura di  Chengdu si è servita  dell’antico sistema di irrigazione del  Dujiangyan creato a metà del II secolo a.C. durante il lungo periodo della regione  nello stato Qin che ancora incanala  le acque del fiume Minjiang per distribuirle alle fertili terre e delle pianure di Chengdu, oltre che dagli antichi sistemi di chiuse e canali  la suggestione del sistema Dujiangyan con il suo ambiente è arricchita dal parco Lidui con il tempio di Fulongguan, l’altro   tempio di Erwang sotto il monte Yulei sulla sponda del fiume e  il ponte  sospeso di Anlan , per la sua unicità  dichiarato patrimonio culturale Unesco. Così come il vicino suggestivo ambiente dello storico monte Qingcheng tra le fonti mitiche nella nascita della filosofia e tradizione religiosa del  Taoismo ove dal vecchio centro di Tai An  è sorto un santuario accessibile da portali decorati salendo per  la grotta Chaoyang, i palazzi Jianfu e Shangqing,  ad arricchire la suggestione del Qingcheng nelle vicinanze altri templi e  siti storici in un magnifico  scenario naturale. Scendendo nel territorio occidentale del bacino  Sichuan poco distante dalla città di Leshan in un suggestivo ambiente si eleva una delle montagne sacre al buddismo cinese con il massiccio del monte Emei, verso la vetta avvolta tra le nuvole dalla sua fondazione nel 1377 si erge magnificamente il Vertice d’oro come è noto il tempio buddista di Jinding, in parte devastato da un incendio e ricostruito come lo si trova dominato dall’alto stupa Pǔxián con i suoi edifici riccamente decorati ove troneggiano le statue dell’Illuminato. L’intera sacro monte Emei come centro del buddismo cinese è considerato grande patrimonio culturale Unesco e nel suo suggestivo ambiente tra gli altri templi e santuari si staglia il magnifico Yàoshān dàfú con il gigantesco Budda di Leshan che risplende scavato nell’arenaria del monte Qifeng dominando la confluenza dei tre fiumi Qingyi, Minjiang e Dadu. La costruzione della più alta ed imponente statua del Budda al mondo fu iniziata dal monaco Haitong nel 713 mentre fioriva la grande e raffinata arte della dinastia Tang e completata alla fine del secolo dai suoi discepoli per raffigurare l’incarnazione Maitreya del Buddah seduto in meditazione, tra le più suggestive opere della grande arte rupestre buddista cinese.

I monasteri del Garzè

Il grande Buddah  erge magnificamente alla confluenza del fiume Min con Dadu che attraversa un gola ove si sta completando la costruzione dell’ imponente diga di Shuangjiangko come la più grande al mondo, il corso del Dadu continua per il territorio  nord occidentale nella prefettura autonoma tibetana di Garzè ove  dall’ altopiano tibetano scorre il fiume considerato frontiera tra la cultura tibetana e quella cinese. Seguendo il fiume si trova la città di Kangding su una sponda del Dadu, estesa dall’ antico centro del XII secolo che fu capitale del tibetano regno di Chakla , ma che del suo passato nella nuova città rimane ben poco con ad  ovest il monastero buddista  di Nanwu edificato in architettura tradizionale cinese diversa dagli altri della storica regione tibetana del Kham  che si stende nella prefettura di Garzè come il territorio del Sichuan più legato alla cultura buddista Tibetana tra i vari centri e la popolazione e  nella contea di Dêgê  sono concentrati i suggestivi monasteri fondati  nella tradizione della più antica scuola Nyingma del buddismo tibetano.

Chongqing Anche se separato amministrativamente dal Sichuan, ne è stato per secoli parte il territorio di Chongqing disteso attorno alla sua città  e con il resto della provincia ha percorso i secoli la storia di Chongqing, divenuta una grande metropoli,  sul centrale viale Renmin  affaccia il sontuoso palazzo con i vari edifici  che ospita  la sala dell’ Assemblea del Popolo di Chongqing completata nel 1954 in stile tradizionale Ming che ricorda il Tempio del Cielo di Pechino  e davanti sull’ altro lato della piazza Renmin il maestoso e moderno edificio che ospita il museo delle  Tre Gole considerato simbolo culturale della città.  Tra  le vie Minzu, Minquan e Zourong come monumento alla Liberazione del Popolo si erge il Jiefangbei  divenuto anch’esso uno dei simboli di della città da dove dirama l’ omonimo e frequentato quartiere commerciale del Jiefangbei .Poco distante  alla confluenza  del fiume Jialing con lo Yangtze si apre il grande molo di Chaotianmen aperto all’ inizio del III secolo a.C. come ingresso all’ antico centro divenuto il più trafficato porto fluviale cinese, continuando lungo il corso del  fiume Jialing si trova la grotta di Hongya come un’ oasi tradizionale nella metropoli, lasciando il centro per il distretto di Jiulongpo  a Yangjiaping tra colli e boschi rigogliosi una gran varietà di animali e tutte le specie endemiche della regione sono ospitate nel vasto  parco con zoo di Chongqing. La vasta metropoli oltre ai moderni quartieri, gli alti edifici, centri commerciali e residenziali, ha conservato i suoi ambienti naturali e memorie storiche in parte concentrate sul cosìdetto percorso delle dodici panoramiche di  Bayu tra parchi edifici storici e musei. Continuando per i vari quartieri che si stendono nella grande città di  Chongqing , uscendo poco fuori nell’ omonimo  distretto si apre il suggestivo paesaggio carsico del Wulong  dall’ ambiente unico protetto dall’ omonimo  parco geologico nazionale karts del Wulong tra le scogliere con gli spettacolari Tiansheng San Qiáo dai Tre Ponti naturali, attraversato dal fiume Furong ove su una sponda affaccia la  grotta di Furong in un ambiente unico popolato anche da una ricca fauna e  dichiarato patrimonio naturale Unesco. Passando per la storica città di Ciqikou sorta da un antico centro Song sulla riva del fiume Jia Ling, noto come  l’ antico villaggio di porcellana di  Ciqikou  che conserva numerose memorie storiche ,  si stende  la contea di Fengjie  lungo il corso del maestoso e storico  fiume Yangtze ove su un colle sulla sponda settentrionale si trova la cittadella con il tempio di Baidicheng dai vari edifici e pagode  in stile classico tradizionale decorate che emerge come un’ isola circondata dalle acque del fiume  dopo la costruzione della grande diga sullo Yangtze nella vicina provincia dell’ Hubei ove  nei pressi della città di Yichang si apre il suggestivo scenario con le spettacolari Tre_Gole  ,  lasciando il fiume si continua fino alle grotte di giada di Xueyu. Partendo da Chongqing l’ indimenticabile  e suggestivo ambiente delle Tre Gole è percorribile con una panoramica da est ad ovest, con la prima  orientale meno lunga ma la più maestosa  gola di Qutang ove a sud ovest si trova la porta di Kui nel passo di Qutang. La seconda ed altrettanto suggestiva  gola di  Wu si snoda dall’estuario del fiume Daning continuando sinuosamente ad ovest nella provincia di Hubei fino a Guandukou nella storica contea di Badong, da Xiangxi nella contea di Zigui fino al passo di Nanjin si snoda  la più occidentale e lunga gola di Xiling sempre in un maestoso scenario, ma l’ itinerario più affascinate da Chongqing  è la navigazione attraverso le Tre Gole  nello Yangtze tra magnifici paesaggi  per la limitrofa provincia dell’ Hubei fino alla città di Yichang. Seguendo la sponda settentrionale dello Yangtze sul monte  Ming si trova l’ affascinante complesso di  santuari, templi  e monasteri nella città fantasma di  Fengdu,  tornando sul confine con il Sichuan nel territorio  di Chongqing si stende il distretto di Dazu ove in un suggestivo scenario naturale tra i rilievi si erge il monte  Baodingshan  con il suo grandioso santuario buddista che si allunga su una scogliera con migliaia di spettacolari incisioni, intagli rupestri e statue  nel sito di Dazu che raffigurano il pantheon buddista, miti confuciani  e divinità taoiste realizzate tra il IX e XIII secolo, con le preziose incisioni e sculture rupestri,  il magnifico sito di  Dazu è considerato tra i più alti capolavori della grande arte Tradizionale  Song e dichiarato patrimonio culturale Unesco.

La regione   fu dominio dell’ indipendente   regno tibetano  di Derge  dal XV al XIX secolo , esteso dal Garzè  fino al territorio settentrionale attorno al bacino grande lago Qinghai , oltre che capitale ne era centro culturale e spirituale come terra di misericordia  la città di Derge che conserva i suoi antichi quartieri ed edifici  ove tra gli altri si trova il tempio  e il monastero di Parkhang fondato nel 1729 dal sovrano Demba Tsering come grande centro di studi e la stamperia dei testi sacri.  Tra le più rilevanti istituzioni culturali tibetane, sopra si erge il grande  monastero di Gonchen fondato nel XV secolo dal venerato studioso,  maestro yogi e architetto Thang Tong Gyalpo  noto anche come il costruttore di ponti Chakzampa  e colui che si dice abbia ispirato la tradizione delle suggestive rappresentazioni cerimoniali con le  danze rituali tibetane del Lhamo celebrate davanti ai monasteri  in tutta la regione himalayana. Dopo la sua devastazione durante la rivoluzione culturale  il monastero è stato restaurato nel magnifico stile originale con i tre venerati santuari decorati consacrati a  Padmasambhava, il  Buddha Sakyamuni  e alla sua futura reincarnazione in Maitreya. Poco fuori dalla periferia settentrionale della città su un colle che la domina si trova il monastero di Kandze fondato nel 1642  tra i più grandi della regione anch’ esso più volte danneggiato e restaurato come lo si trova dalle splendide facciate di rosso e bianco dalle decorazioni tradizionali e i vari edifici  nella suggestione del Kandze con  al centro la  Sala delle Assemblee dal tetto d’oro, la sala Maitreya che ne ospita la grande immagine con varie incarnazioni del Buddha, tra le altre sale quella che ospita la biblioteca con rappresentazioni di Avalokiteśvara degli undici volti, quelle con  il  Kangyur,  i maestri Gelupa e Tsongkhapa , oltre la sala Gonkhang  consacrata dedicata alle divinità  a guardia del tempio, poco a nord su un colle un chorten bianco. Nel XVII secolo venne fondato il  monastero di Dzogchen, ricostruito dopo un terremoto nel 1842 fu a lungo il più grande centro nella regione tibetana della scuola  Nyingma , di nuovo distrutto   fu ricostruito negli  ultimi decenni come lo si trova con i vari edifici nello stile tradizionale, depositario dell’ antica tradizione religiosa dell’ antico  Bön tibetano sincretizzato nel buddismo  come la scuola della  Grande Perfezione del  Dzogchen che ha il suo centro spirituale in un nuovo tempio edificato nell’ omonima valle a Pema Tang. A sud est di Derge alla seconda metà dell’ VIII secolo risale la prima fondazione del  monastero di  Dzongsar come santuario Bönpo Gonpa e dal 1275 fu  a lungo centro della scuola buddista  Sakya tibetana, anch’ esso devastato durante la rivoluzione culturale, è stato ricostruito con solo sei templi dei ventitrè originali ma nello steso stile. Al XII secolo  risale la prima fondazione  del santuario che si erge su un colle poi  ricostruito nel 1727   nel il grande monastero di Palpung  dai vari edifici, padiglioni e sale riccamente decorate nello stile degli altri monasteri , centro nella regione della diffusa scuola buddista tibetana Kagyu . Nella cittadina di Zithang si trova il Dangar Gompa con il monastero di Tongkor fondato nel XV secolo  e continuando attraverso il villaggio di Lhobasha  a nord est rimangono solo i resti del monastero di Kharnang che non è stato ricostruito come gli altri dopo la distruzione negli anni cinquanta. Continuando per la valle di Larung in una comunità tibetana studenti hanno fondato il centro di Larung_Gar per accogliere fedeli e studiosi  poi estesa nell’omonima all’Accademia buddista delle cinque scienze Larung_Gar attiva fino all’ intervento governativo riducendone i partecipanti dal 2001 per attuarvi i programmi di “rieducazione ”  ai religiosi  e residenti, stessa  sorte dell’ altra grande comunità religiosa sorta nel monastero di Yarchen Gar legato anch’ esso alla scuola Nyingma, in parte demolito con lo scioglimento della comunità monastica nel  2019. Sull’altopiano ove si incrociano i confini del Tibet e Qingai a tremila metri si erge il grande monastero di  Sershul in un magnifico scenario rimasto intatto dalla sua fondazione nel 1701 con i suoi  sei templi e il centrale che ospita due  grandi sale consacrate al venerato dedicate a Tsongkhapa  fondatore della scuola ed ordine  Modello di virtù del Gelug riccamente decorate come le altre e con preziose reliquie assieme a quella del dente di Tzongkhapa venerata nel suo chorten

Ngawa e Qiang

La prefettura autonoma tibetana di Ngawa e Qiang nota anche come Aba si stende nel territorio nord occidentale del Sichuan con al centro il territorio dell’ omonima città di Aba, all’estremità orientale dell’altopiano del Tibet-Qinghai vi si allunga una parte della regione storica tibetana dell’Amdo e su quella occidentale lo storico Kardze  della la prefettura autonoma tibetana di  Garze, tradizionale territorio delle popolazioni Keru di lingua e stirpe Gyalrong oltre ad altre tibetane. Il capoluogo nella città di Aba nota anche come Ngawa, oltre vari edifici tra le memorie storiche conserva  poco a nord est dal centro su un colle il grande il monastero di Nangzhik fondato nel 1108 nel tradizionale stile tibetano come il vicino  Topgyel Gompa dall’imponente stupa, oltre alla consacrazione buddista entrambe legati alla più antica tradizione  Yungdrung del  Bon tibetano. Poco oltre l’ estremità  orientale della città sull’ altopiano si trova  il monastero di  Setenling fondato al’ epoca dei primi e ricostruito nel XIX secolo nello steso stile  per i monaci della scuola  Jonang con le sale delle Assemble , Tsenyi Dratsang, Gonkhang e la Drubkhang della meditazione, decorate  con varie immagini e statue delle divinità oltre a splendidi mandala. Dal simile stile tradizionale il grande monastero di Kirti fondato nel 1472  dagli edifici e il gompa riccamente decorati  legato alla scuola buddista Gelug tibetana dei Berretti Gialli  al centro di altri associati monasteri Kirti Gompa  minori dal simile stile nelle vicinanze. Nella valle di Jiuzhaigou dal magnifico ambiente naturale si trovano i villaggi tradizionali tibetani di  Heye, Shuzheng e Zechawa ove si stende l’omonimo parco naturale e storico di Jiuzhaigou  popolato dalla rara  fauna endemica in suggestivi scenari percorsi da una panoramica tra i rilievi  che affaccia su vallate alpine, laghi, sorgenti e cascate. Continuando per la limitrofa contea di  Songpan si stende l’ altro suggestivo territorio naturale e storico di Huanglong noto come la terra del drago giallo ove si allunga  parte della catena dei Min tra montagne innevate e le creste del Xueshan , dominate  dal picco del monte Xuebaoding, fantastiche formazioni di calcio stratificato e travertino, laghi multicolori   nell’ omonima riserva panoramica di Huanglong fino alla valle di Muni e la profonda  gola Danyun delle nuvole rosse. Continuando per il territorio nord occidentale si stende la vasta prateria del Ruoergai sull’altopiano da sempre  territorio tradizionale del popolo nomade tibetano degli  Zang che si muovono con le loro mandrie conservando antichi costumi e tradizioni in un ambiente suggestivo ove si trova lo splendido  lago dei fiori Huahu . Fino ai confini del Gansu si stende la contea settentrionale di Pingwu, ove da un antico centro fondato nel periodo dei Tre Regni  si è estesa la grande città di Mianyang che ne è divenuta capoluogo  conservando resti della sua storia, il territorio ospita il tempio  buddista con il monastero di  Bao’en fondato nel XV secolo nello stile tradizionale Ming con al centro gli edifici che ospitano le sale più grandi finemente decorate come le altre minori che ne diramano collegate da gallerie e cortili, mentre altri edifici ospitano la sale di meditazione, digiuno e magazzini, oltre ai laterali padiglioni delle stele. Ove si allunga la catena dei monti  Min si trova una delle riserve nazionale dei panda a Wanglang  nel limitrofo  distretto tibetano che prende nome dal popolo Baima legato alle antiche tradizioni animistiche e totemiche assieme al culto Bon sincretizzato con il taoismo e buddismo, ma che conservano la divinità suprema della Montagna e  a differenza degli altri popoli tibetani della regione non sono praticati in templi e monasteri. La contea Wenchuan della prefettura  Ngawa e Qiang nel maggio del 2008 è stata l’ epicentro del grande e  violento   terremoto del Sichuan tra i più devastanti della storia cinese,  per commemorare le vittime ed  aiutare la popolazione con nuovi lavori i governo ha proclamato il territorio  zona speciale di Wenchuan  aprendo ai visitatori gli ambienti naturali oltre alla cultura tradizionale delle minoranze etniche Qiang e tibetane. A sud ovest distesa nella foresta con una gran quantità di specie botaniche rare vi si trova la riserva naturale nazionale di Wolong che, oltre ad uno dei santuari per il panda gigante, ospita vari specie in via di estinzione come panda rossi, scimmie dorate, cervi endemici,  leopardi  delle nevi. Dalla riserva naturale di  Wolong  tra suggestivi scenari  di montagne e foreste ove si allunga la catena dei monti Qionglai , per le  quattro cime innevate è chiamato delle quattro fanciulle  il maestoso monte Siguniang dai magnifici panorami sulle valli di Changping, Haizi e Shuangqiao con l’ omonimo parco nazionale il Siguniang tra gli spettacolari ambienti popolati da fauna endemica e un santuario dei panda giganti è tra i patrimoni naturali Unesco. Dal Ngawa e Qiang l’ itinerario può continuare attraverso il Gansu a nord verso  il  Xinjiang per gli antichi percorsi cinesi  sulla Via della Seta, ad ovest  per la limitrofa vasta provincia  del Qinghai tra le montagne estesa sull’altopiano tra centri e monasteri fino alla suggestiva regione del  Tibet dagli indimenticabili percorsi , a nord est sia apre la storica regione dello Shaanxi, con la sua antica capitale Xi’an, mentre tornando per il territorio  meridionale del Sichuan si entra in quello settentrionale dello Yunnan.

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