Cina Qin e Han
Dopo il corso della storia nella più antica Cina con le dinastie Qin e Han sorse il millenario Celeste Impero con antichi centri e città che divennero sempre più splendide, la cultura e l’arte cinese, poi i grandi commerci, l’incontro di popoli, tradizioni e culture dell’antichità sui percorsi per la Via della Seta.
I Regni Combattenti
Nella storia antica Cina dalla prima e leggendaria Xia seguita dalla Shang e Zhou, si imposero come le prime grandi tre dinastie cinesi, dal VII al IV secolo a.C., durante la lunga era del Chùgiù Shidà nota come il periodo delle Primavere e Autunni, il suo primo imperatore che regnò per oltre un trentennio dal 1112 a.C. fu il fondatore della terza grande dinastia Zhou, celebrato come il sovrano civilizzatore. Alla sua morte nel 1042 a.C., salì al trono il secondogenito Cheng ma considerato troppo giovane per governare ne prese la reggenza lo zio duca di Zhou Gòng Dàn che riorganizzò ed estese il regno anche con la nuova concezione politica e religiosa del o Mandato Celeste derivato direttamente dalla suprema divinità Tian che dall’epoca per tutte le successive dinastie consacrava e divinizzava l’imperatore come o Figlio del Cielo, signore assoluto di quello che divenne il Celeste Impero. All’epoca risale l’introduzione del sistema feudale Fengjian con il decentramento amministrativo dal quale sorsero gli stati vassalli zhūhóu sempre sottomessi all’autorità divina dell’imperatore, nella regione nord orientale da un loro feudo sorse il regno di Qi fondato nell’XI secolo a.C., più tardi come stato vassallo sorse lo stato Jingchu all’inizio dell’VIII secolo a.C. con il regno di Chu esteso dall’Hubei e Hunan fino alla regione sud orientale costiera dello Zhejiang. Il primo regno Zhou occidentale Xizhou nel primo millennio a.C. estese il suo dominio nella regione più nord orientale ove dopo il suo declino sopravvisse lo stato dello Yan dal V al III secolo a.C., tra la limitrofa provincia di Hebei e la Mongolia interna il contemporaneo e più potente regno nello stato dello Zhao fondato dall’omonimo clan e fiorito dal V secolo a.C. Sempre tra le regioni nord orientali i feudatari della famiglia reale Zhou si imposero nel territorio ove il duca Gao fondò lo stato di Wei nel VI secolo a.C., fiorito nei successivi come vassallo e reso autonomo nel 445 a.C. quando ascese al trono Wen, mentre a sud ovest tra lo Shanxi e l’Henan sorse il più piccolo stato dell’Hann. Dalla loro rifondazione nel IV secolo a.C. come stati autonomi costituirono il periodo Zhànguò dei Sette Regni Combattenti in conflitto tra loro fino alla fine del III secolo a.C. Mentre l’antica dinastia Zhou iniziava la sua decadenza nel secolo successivo verso la fine dell’era Zhànguò, nel lontano territorio nord occidentale del Gansu alla famiglia di stirpe reale degli Ying occidentali fu concesso un vasto feudo che divenne lo stato Ch’in con il regno di Qin. Fiorito nella regione attraversata dalle più antiche rotte carovaniere che furono poi gli storici percorsi nella Via della seta, l’agricoltura fondata su avanzati sistemi di irrigazione e un potente esercito che ne favorì l’espansione dalla seconda metà del II secolo a.C. con il principe Ying Zheng che ne divenne sovrano nel 247 a.C. fondatore della nuova e potente dinastia Qin che cominciò la conquista degli Stati Combattenti con le cosìdette guerre per l’unificazione dei Qin. I loro territori iniziarono ad essere riunificati nel 230 a.C. da Ying Zheng divenuto il sovrano Qin Shi Huang che, stabilito il suo dominio con il nuovo regno del Qín Cháo conquistando tuti gli altri regni ne divenne primo imperatore dei della Qin, dalla fine della lunga dinastia Zhou nel 221 a.C e l’unificazione delle varie regioni la dinastia Qin governò per i successivi quattro secoli.
La dinastia Qin
il fondatore Qin ShiHuang noto anche come Shi Huangdi celebrato come il primo imperatore, assieme al Gran Cancelliere e suo fido primo ministro Li Si fu anche il grande riformatore abolendo l’antico sistema feudale e riducendo il potere dell’aristocrazia, mentre divise i territori imperiali i distretti affidati a fidi governatori, introdusse un nuovo sistema di scrittura e monetario. Per evitare la minaccia di tradizioni e cultura degli stati sottomessi al potere imperiale nel 213 a.C. ne fece distruggere tutti i testi sociali e politici salvando solo quelli scientifici e contro le popolazioni nomadi del nord sorse la prima costruzione dell’imponente e lunga fortificazione Chàngchèng nota come la Grande Muraglia cinese che doveva proteggere il regno dalle incursioni dei temuti Xiongnu riuniti in una potente confederazione e dalle altre popolazioni nomadi del nord antenate dei Mongoli, estesa lungo i confini settentrionali per migliaia di chilometri fino all’estremità occidentale nell’arido Xinjiang. Per la sua estensione e lunghezza negli annali era nota come Wan-Li Qang-Qeng o muro dei , la più vasta ed imponente costruzione della storia e l’unica visibile dallo spazio dalla prima edificazione in epoca Qin, tra restauri e ampliamenti la sua costruzione continuò per oltre un millennio e adiacenti sorsero vari villaggi fortificati fino all’epoca della dinastia Ming tra il XIV e il XVII secolo quando fu completata come la si trova con i suoi magnifici siti dichiarata patrimonio culturale Unesco. Ha lasciato tra i suoi più i maestosi resti dal passo di Shanhai a Shanhaiguan nella nord orientale regione dell’Hebei e a sud nel territorio che si stende a nord est di Pechino a Mutianyu e poco distante sul colle delle otto direzioni nel frequentato sito di Badaling da dove altri resti continuano attraverso i territori nord occidentali verso la regione del Xinjiang nel deserto nella provincia del Gansu era dominato dalla poderosa fortezza che chiudeva il passo di Jiayuguan ove terminavano ad ovest gli oltre ottomila chilometri della Grande Muraglia. Alla morte nel 210 a.C. il primo imperatore fu celebrato nella provincia sello Shaanxi, poco distante dall’antica città di Xi’an che poi divenne splendida capitale imperiale, con la lunga costruzione del maestoso mausoleo di Qinshìhuàng ling che contiene il suo sepolcro dai preziosi arredi funebri e custodito dalla sua guardia imperiale nel fantastico dalle centinaia magnifiche statue di guerrieri con armi ed armature, carri e cavalli nel suggestivo Esercito di terracotta. Tra le alte grandi opere dell’epoca nel 214 a.C. Qin Shi Huang ordinò la costruzione del lungo canale di Lingqu che partiva dal Xing’an nel territorio meridionale dello Yunnan nei pressi di Guilin ove tra le splendide gole scorre il fiume Li per collegarlo est al corso dello Si-Kiang come è anche noto il lungo fiume Xi, affluente occidentale del Fiume delle Perle che sfocia nel Mar Cinese Meridionale come , il primo al mondo a collegare due vasti bacini fluviali permettendo di navigare per duemila chilometri. Qin Shi Huang nel 221 a.C. decise di estendere il regno nella la florida regione costiera dal Guangxi all’estremità meridionale del territorio alla sud occidentale del Guangdong cinese estesa fino alla limitrofa sud occidentale dello Yunnan e la più settentrionale indocinese del nord Vietnam. Da secoli popolata dalle comunità tribali del popolo Yue riunite in una potente confederazione Baiyue che aveva il suo centro vietnamita a , iniziando quelle che nelle cronache furono chiamate le lunghe guerre di conquista contro le tribù Yue. In quel periodo parte delle armate dei Qin furono guidate dal generale Zhao Tuo nella conquista del Nam Việt e del Minyue ove nel 204 a.C. vi rifondò il regno Nanyue divenendone il primo sovrano e per alcuni storici fu il fondatore della dinastia Triệu sino vietnamita che dall’epoca dominò quel territorio. La conquista della regione fu completata il secolo successivo nel 111 a.C. quando il regno della dinastia Triệu fu travolto dalle armate cinesi degli Han con la definitiva invasione del regno Nanyue e il territorio Nam Việt, dall’epoca a lungo nei domini del Celeste Impero fino all’XI secolo d.C. quando, con l’ascesa della dinastia Lý vietnamita, parte della regione tornò indipendente. Alla morte dell’imperatore Shi-huang dei Qin nel 210 a.C. iniziarono disordini e rivolte contadine in tutto l’impero guidate dai discendenti dei vari feudatari negli Stati combattenti come Xiang Yu che poi si proclamò sovrano dei territori contesi, ma di breve durata fino alla battaglia di Gaixia nel 202 a.C. quando fu sconfitto dall’armata comandata da Liù Bàng che secondo le cronache dell’epoca e postume fu il fondatore della nuova dinastia Han.
La dinastia Han
Liu Bàng salì al trono come il primo imperatore Gao Zu degli Han, nel suo nuovo impero istituì la pratica feudale del Xing Yu assegnando a parenti della famiglia reale, nobili e generali vasti territori nella divisione amministrativa dei Jun, con il governo di re locali ma non ereditari come i Sette Stati e sempre sotto l’autorità imperiale dell’Hànchào dinastico che ha governato la Cina dal 206 a.C. per oltre quattro secoli con la lunga lista degli imperatori Huàngdì che si sono succeduti fino al 220 d.C. nella lunga storia della dinastia Han. Oltre ad estendere i suoi domini e riorganizzare lo stato, Gau Zu pose i fondamenti del dinastico governo Hànchào e durante il suo regno venne stabilita l’autorità culturale e politica con la nuova filosofia del legalismo imperiale , nel 212 a.C. per combattere le antiche cento scuole di pensiero del fiorite dal VI secolo a.C. che potevano minacciare il nuovo ordine, vi fu il periodo del Fènshù kengrù o rogo dei libri e la sepoltura degli studiosi. Alla sua morte nel 195 a.C. prese il potere la consorte nota come l’imperatrice vedova Lu Zhi, per affermare la reggenza autoritaria e la sua discendenza fece giustiziare la concubina Qi del defunto consorte per impedire ogni minaccia di pretesa dinastica del figlio Liu Ruyi avuto dall’imperatore e, nonostante la protezione del fratellastro Liu Ying salito al trono come il secondo imperatore Hui degli Han, più tardi fece uccidere anche lui nel 194 a.C. Nel frattempo come successore del fondatore Gao Zu dal 210 a.C. fu il secondogenito Hui che estese il regno nei territori centro orientali dominati dal signore della guerra Xiang Yu di Chu che aveva combattuto contro la decaduta dinastia Qin, ove vennero costituiti i diciotto regni negli stati governati da sovrani locali e dal 206 a.C. per quattro anni entrarono in conflitto con l’impero Han in quella che fu definita la contesa tra Chu e Han nelle cronache con varie battaglie fino alla morte di Xiang Yu e la sconfitta dei Chu per riunificare i regni nel dominio degli Han. Durante il suo regno Hui consolidò la dinastia e continuando con le riforme del padre che venne divinizzato con santuari in suo onore, ma ne abrogò alcune leggi come la persecuzione delle precedenti scuole di pensiero. Mentre e l’impero fioriva con le varie istituzioni amministrative, commerciali e culturali, l’estensione dei confini, la nascita di nuovi centri e città, continuate alla sua morte nel 188 a.C., nella controversa successione scarsa di fonti nel 193 a.C. salì al trono il primogenito Liu Gong come l’imperatore Qianshao regnando meno di un decennio e ancor meno il fratello successore Houshao, poi i figli sopravvissuti dell’imperatore Gaozu favorirono l’ascesa del fratellastro Liu Heng come quinto imperatore Wen degli Han. Nella discendenza dinastica seguì Liu Qi come il sesto imperatore Jing della dinastia che nel 154 a.C. affrontò e represse la rivolta dei sorti con la divisione amministrativa dei Jun istituita dal primo imperatore Gao Zu, nel 141 a.C. Liu Che ascese al trono. come l’imperatore di Han regnando per oltre mezzo secolo con la sua più vasta espansione territoriale dell’impero. Estesa in gran parte dei territori Qin nel frattempo l’espansione degli Han a sud avanzò nella regione sud orientale distesa verso la costa del Fujian, anch’ essa popolata dalla confederazione tribale indocinese dei Baiyue, ove nel III secolo a.C. un clan della famiglia reale degli Zou aveva fondato il regno di Minyue, in parte invaso dal 138 a.C. per tre anni con le guerre degli Han contro il Minyue poi diviso in una provincia governata dal procuratore degli Han. L’altra nel sopravvissuto regno Dongyue che venne definitivamente conquistato nel 111 a.C. assieme all’intero Nanyue del Nam Việt con la sconfitta della dinastia Triệu. A sud ovest continuò completando l’invasione dello Yunnan ove l’omonima popolazione di stirpe birmana aveva fondato il regno di Dian sull’altopiano del Kūnmíng Hú, entrato nei domini Han dal 109 a.C. dopo la guerra di conquista del Dian.
La Via della Seta
La grande fioritura della produzione e commerci nell’economia della dinastia Han durante il suo apogeo vide anche l’inizio delle estese relazioni imperiali della Cina con i regni e gli imperi dell’epoca, fondamentale fu la riapertura dei percorsi commerciali sulla Via della seta iniziata dalla fine del IV secolo a.C. con l’espansione dell’impero di Alessandro Magno attraverso le vaste regioni centro asiatiche fino alla storica valle di Fergana sui confini più occidentali dell’impero da dove si stende il territorio del Xinjiang. Dopo la spartizione del suo vasto impero tra gli eredi nelle regioni orientali vennero fondati i regni ellenistici Battriani, mentre nei territori limitrofi dai soldati macedoni uniti alle popolazioni locali discese il popolo dei Dayuan noto alle cronache cinesi come Ta-Yuan che dominarono la regione poi in parte invasa dai nomadi Saci di stirpe iraniana dal 160 a.C. I territori estesi dall’Uzbekistan divennero le provincie più ad est del nuovo vasto regno ellenista persiano Seleucide rimanendovi a lungo fino al 124 a.C. quando dall’oriente fu invaso dal potente popolo nomade Dà Yuèzhī o Stirpe della Luna e vi estese il vasto dominio degli Yuezhi che, assieme all’altra popolazione nomade di stirpe indoeuropea dei Tocari anch’ essa venuta dalla regione occidentale cinese del Xinjiang, fondarono il grande impero Kusana esteso dalla valle del Gange indiana a questa regione ove diffuse il buddismo. Nei secoli successivi fu al centro dei grandi traffici tra l’occidente dominato dal vasto impero romano nei suoi commerci con l’India, in parte sulle rotte marittime che seguivano i percorsi costieri dell’Oceano Indiano sulle Via delle spezie, divenendo tramite nelle prime relazioni del Celeste Impero con l’antica Roma, chiamata nelle cronache cinesi c Tai-Ch’in o Daqin, ricevendone ambasciate dalla metà del I secolo d.C. al III. Ad ovest dal 115 a.C. la Sogdiana e Battriana vennero condivise con il regno dei Parti persiano ove transitarono tutti i commerci per l’oriente con l’apertura della lunga Via della seta nel periodo. con nuove rotte carovaniere per le regioni dell’Asia centrale, grazie anche alle esplorazioni e missioni del più celebre viaggiatore e diplomatico Zhang Qian in epoca Han che aprì la via alla definitiva conquista e colonizzazione cinese nell’occidentale regione del Xinjiang.
Società e cultura Han
La società e cultura della dinastia Han furono il gran parte fondamento delle successive, per l’organizzazione dello stato e le leggi fu mantenuta la filosofia del legalismo imperiale Fàjià di epoca Quin e reintrodotto dal primo imperatore Gau Zu, venne perfezionato il sistema della legge tradizionale Fàlu con il diritto, consuetudini e regole mantenute nei secoli successivi per tutta l’età imperiale. Continuò il potere della nobiltà cinese Guizù, ma sempre sottomessa all’autorità divina dell’imperatore come la nobiltà locale dei signori studiosi, oltre le classi media ed inferiore divise nelle quattro occupazioni dello studio, agricoltura, industria e commercio del Shi nònggòngshàng, oltre l’agricoltura affidata alla proprietà terriera che mantenne in parte il sistema patriarcale, ai mercati ed artigiani erano attribuite le altre due occupazioni. Con gli esami imperiali veniva selezionata la burocrazia di funzionari e studiosi letterati ufficiali , ove tra gli altri si poteva raggiungere il più elevato livello dell’esame nello Jinshi. Come studiosi ufficiali gli Schìdatu divennero la classe elitaria per l’intero periodo imperiale con la profonda conoscenza nel dei Quattro Libri e gli altri testi confuciani, la mitologia e letteratura cinese dall’origine alla loro contemporanea, le arti e la disciplina calligrafica della Shūfǎ, dominando la burocrazia e l’amministrazione governativa e locale nel Celeste Impero fino alla sua dissoluzione all’inizio del XX secolo. Privi di ogni diritto e all’ultimo livello della società rimaneva la classe degli schiavi costretti al lavoro servile nelle propietà terriere e dimore, adoperati anche per le opere pubbliche, nel periodo Han furono emesse leggi per limitarne il possesso, ma riducendo in schiavitù anche condannati con la confisca di beni e famiglie che divenivano propietà del governo. Nella precedente dinastia Zhou il pensiero e la filosofia cinese ebbe come il suo più grande maestro dell’epoca nel V secolo a.C. K’ung-fu-tzu noto come Confucio che con i suoi studi e riflessioni morali, sociali e politiche fondò la sua scuola di pensiero dominando la successiva cultura cinese che ne prese nome come Confucianesimo. In epoca Han furono mantenute gran parte delle tradizioni culturali precedenti, oltre il pensiero con le sue scuole filosofiche, etiche e sociali del suo fondatore e il discepolo Mengzi, mentre dalla metà del V secolo a.C. si era diffusa l’altra grande scuola religiosa del Tao fondata nel secolo precedente dal divinizzato maestro Lao Tze e perfezionata dalla fine del IV e III secolo a.C. dalle opere del mistico filosofo Zhuāngzǐ, assieme alle contemporanea e successive altre cosìdette cento grandi scuole di pensiero Zhùzì bàijà fondamento della cultura filosofica cinese. Alla tradizionale concezione del Wuxing o dei Cinque Elementi che regolava le fasi dell’Universo e ogni cosa nel mondo, venne aggiunta una nuova sintesi tra il confucianesimo e il dualismo dello Yin e Yang derivato dalla più antica filosofia cosmologica Brillante Nero nella teologia del Culto Celeste a metà del I secolo a.C. con l’opera dello studioso e filosofo Don Zhongshu noto alle cronache anche come Tung Chung-shu. Nel periodo Han venne perfezionata l’arte e discipina calligrafica della Shūfǎ con quelli definiti i quattro tesori dello studio tradizionali del pennello, inchiostro, carta e pietra nella combinazione artistica visiva e l’interpretazione letteraria della scrittura con i caratteri Hànzi evoluti dall’epoca. Alla tradizione letteraria filosofica si aggiunse quella storica, oltre a quella dell’antica Cina con le sue prime tre dinastie, il grande Registro dello Storico noto come il monumentale Shiji racconta quella delle successive con la prima redazione affidata nel I secolo a.C. a Sima Tan dall’imperatore Han Wudi e poi completata dal figlio alla corte degli Han Sima Qian e nello stesso periodo si aggiunsero le cronache dello storico e filosofo confuciano Liu Xin. Oltre le opere filosofiche e storiche la letteratura durante la dinastia Han ebbe una grande fioritura e diffusione, fondamento della successiva grande letteratura classica cinese Wènxuè, in parte derivata dalla più antica letteratura sorta con i Cinque Classici del che raccontano storie miti delle prime dinastie, ai Quattro Libri confuciani dello , la tradizione antiche opere come il Libro dei Documenti noto come che secondo la tradizione fu redatto nel V secolo a.C. dallo stesso Confucio durante la diffusione filosofica e religiosa Confuciana, nel secolo successivo dal discepolo Mencio nel suo ampio testo redatto come il libro del Mèngzi e parte dell’epoca Han e raccontata nel IV secolo d.C. dall’altro testo di scuola confuciana Zuo Zhuan. La storia dinastica è contenuta del monumentale libro degli Han che ebbe tra i primi redattori a metà del I secolo d.C. il poeta letterato e storico Ban Gu assieme alla sorella divenuta anch’ essa celebre storica e filosofa dell’epoca Ban Zhao, autrice di numerose opere fondamento della vita familiare come le Lezioni e ammonimenti per le donne del Nuchieh e il singolare testo sulle Pratiche taoiste nelle arti sessuali del Fàngzhòngshù.Oltre alla letteratura storica, filosofica, narrativa e la grande scuola di poesia Han, la cultura continuò ad esprimersi nelle varie forme della grande Arte cinese che dall’epoca Han fu fondamento della successiva, dall’antica tradizione della ceramica con statue e i celebri vasi magnificamente decorati assieme a bronzi, giada ed orificeria, la raffinata pittura in gran parte su pergamena, seta e lacca. All’epoca si perfezionò la tradizione cerimoniale accompagnata da suoni e canti è derivata la successiva musica cinese Yinyuè, mentre sorsero nuovi edifici, palazzi e templi che furono poi fondamento della grande architettura Jiànzhù xuè sacra e profana perfezionata sempre di più per tutte le successive dinastie.
La fine della dinastia
Liu Hong nel 156 d.C. divenne il dodicesimo imperatore Ling degli Han regnando fino al 189 e nel suo primo governo ebbe come consiglieri e ministri il politico e filosofo confuciano Dou Wu noto alle cronache anche come Youping e il funzionario reale Chen Fan, ma ben presto Liu Hong si rivelò debole e poco interessato agli affari dello stato, decritto come libertino dalla condotta decadente, lasciò imperversare funzionari corrotti che mercificavano le cariche politiche e imponevano gravi gabelle ai contadini suscitando movimenti di ribellione culminati nel 184 con la grande rivolta contadina che fu detta dei repressa l’anno dopo, ma le ribellioni continuarono a lungo per oltre un ventennio mentre lo stato decadeva sprofondando sempre più nella corruzione e malgoverno. Alla morte di Ling erede al trono fu il giovane primogenito Liu_Bian principe di Hongnong come imperatore Shao che venne poco deposto dal potente ministro e signore della guerra Dong Zhuo e nel 189 sostituito con il suo fratellastro minore Liu Xie come il quattordicesimo e ultimo imperatore Xian degli Han regnando per un trentennio fino al 220. ll nuovo imperatore bambino fu considerato solo un reggente manipolato dal potente Dong Zhuo che esercitava il suo potere tirannico e nel 190 altri signori della guerra si allearono in un conflitto guidato dal generale Yuan Shao assieme al ministro del precedente imperatore divenuto anch’ egli un signore della guerra Wang Yun, in quella che nelle cronache è nota come la campagna contro Dong Zhuo che alla fine finì ucciso nella devastazione e la presa della capitale con la battaglia di Chang’an. Dopo la sconfitta e la morte di Dong Zhuo nel 192, riconosciuto come legittimo il giovane imperatore Xian di Han fu di nuovo ostaggio del dignitario e comandante militare Li Jue che era stato inizialmente alleato di Dong Zhou per poi combatterlo e l’altro generale anch’ egli signore della guerra Guo Si. Mentre l’ultimo imperatore Xi continuava ad essere solo un simbolo della Cina in mano ai Signori della Guerra, prese il potere su gran parte dei territori settentrionali il funzionario e letterato Mengde a capo di un esercito e noto anche come Cao Cao ristabilendo l’ordine, produzione e commerci come Gran Cancelliere. Nel 193 estese il suo territorio invadendo l’orientale storica provincia di Xuzhou e assieme al suo alleato a altrettanto potente signore combattente Lu Bu conquistò l’omonima vasta provincia tra lo Shandong meridionale e l’Henan settentrionale nella battaglia di Yan. Con l’estensione dei suoi domini nel 220 fondò il regno che ne prese nome come lo stato di Cao Wei che dall’epoca divenne il più potente tra gli indipendenti stati sorti nel periodo dei Tre Regni noto alle cronache come Sān Guó dopo la caduta della grande e secolare dinastia Han e dal 220 per i successivi quattro decenni gli antichi domini rimasero divisi fino al 266 quando il Celeste Impero fu ancora riunito dalla nuova dinastia Jin.
Ne continuò ancora per secoli la lunga storia e l’antica cultura anche illuminata dalla saggezza di Lao Tse:
“Chi conosce gli altri è sapiente; chi conosce sé stesso è illuminato. Chi vince gli altri è, si, potente ma chi vince se stesso è ben più forte. Chi ha volontà è risoluto. Chi si accontenta è ricco. Chi non si discosta dal suo giusto posto dura a lungo. Morire e non finire, è questo vivere a lungo.”
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