Uzbekistan
Nel cuore dell’ Asia centrale e a lungo incrociato viaggiatori e mercanti dai secolari percorsi sulla leggendaria Via della seta, in Uzbekistan vi giungevano dalle lontane regioni occidentali da sud attraverso il Turkmenistan per i suoi aridi altopiani e deserti, diramando a nord per l’ oriente ove si stende il Kazakistan verso il Xinjiang cinese , dal centro percorrendo la via dell’ est per le montagne del Kirghizistan o poco a sud attraverso le catene montuose che si elevano dagli altopiani del Tagjikistan.
Antica Battriana
Tra migrazioni, invasioni, commerci e culture che hanno generato civiltà, l’intera storia dell’ Uzbekistan è stata scandita dalla sua posizione al centro di quei vasti territori, dal II millennio a.C. durante l’età del bronzo centro asiatica si diffuse la cultura Battriano-margiana come civiltà dell’ Oxus estesa tra questa regione e sulla più settentrionale nel territorio del Turkmenistan, fiorendo sulle prime vie di commerci con il vicino oriente attraverso il Pakistan settentrionale superando la catena dell’ Hindo Kush per la vallata attraversata dal fiume omonimo ove era sorta la fiorente civiltà dell’ Indo. Più tardi da nord ovest vi giunsero tribù nomadi dei popoli Indoari originari della regione iranica attraverso al regione sud occidentale del Kazakistan occidentale che divennero sedentari unendosi alle popolazioni battirano margiane in villaggi e centri agricoli. Dal XVII secolo a.C., quei popoli cominciarono a lasciare la regione all’’inizio della grande migrazione indoariana ad est verso l’ India e due secoli dopo a sud del lago Aral si diffuse quella che viene definita la cultura di Tazabagyab estesa poi nel territorio che venne poi chiamato Khwarazm ove giunsero popolazioni iraniche nel Turkestan occidentale, simile alla limitrofa cultura di Srubna o dei sepolcri di legno e dalla più estesa fondata da tribù di agricoltori sedentari ed abili artigiani del bronzo nota come cultura di Andronov che fu la prima che utilizzò i carri da guerra trainati da cavalli. Il territorio fu poi occupato da tribù nomadi iraniche che vi divennero sedentari unendosi alle altre popolazioni nella storica regione Sogdiana che dal VI secolo a.C. per i successivi fino al medioevo mantenne la sua unità culturale, lasciando i suoi resti tra centri, città e la raffinata arte della Sogdiana, assieme le vicine regioni fu tra le province orientali dell’ Haχāmanišiyā come era noto il vasto impero Achemenide rimanendovi a lungo fino a quando nel 327 a.C. fu conquistato dalla grande spedizione asiatica di Alessandro il Grande, dopo la spartizione del suo vasto impero tra gli eredi nelle regioni orientali vennero fondati i regni ellenistici Battriani, dal 190 a.C., invasero la regione orientale nella Valle dell’ Indo e i territori nord occidentali indiani fondando il vasto regno ellenistico Indo-greco. Il territorio uzbeco e i limitrofi divennero le provincie più ad est del nuovo vasto regno ellenista persiano Seleucide rimanendovi a lungo fino al 124 a.C. quando dall’ oriente est fu invaso dal potente popolo nomade Dà Yuèzhī o Stirpe della Luna che vi estese il vasto dominio degli Yuezhi che, assieme all’ altra popolazione nomade di stirpe indoeuropea dei Tocari anch’ essa venuta dalla regione occidentale cinese del Xinjiang , fondarono il grande impero Kusana esteso dalla valle del Gange indiana a questa regione ove diffuse il buddismo. Nei secoli successivi fu al centro dei grandi traffici i tra l’ occidente dominato dal vasto impero romano nei suoi commerci con l’ India e divenne tramite nelle relazioni diplomatiche e commerciali romane con la Cina , mentre ad ovest dal 115 a.C. la Sogdiana e Battriana vennero condivise con il regno dei Parti persiano ove transitarono tutti i commerci per l’ oriente con l’ apertura della lunga Via della seta.
L’ invasione islamica
Il Kushana fu invaso dalle tribù degli Unni Bianchi noti anche come Eftaliti, poi sconfitti nel 565 dai persiani succeduti ai parti che fondarono il potente impero Sasanide che dall’ epoca vi introdussero la loro nuova religione dal culto mazdayasna dello Zoroastrismo. Dominarono a lungo questa la regione est dell’ Iran chiamata dai persiani Turan estesa nella Farā-rūd oltre il fiume Oxus che in greco era nota come la Transoxiana , poi invasa dalla popolazione centroasiatica di stirpe turca dei Göktürk e il suo più potente clan Ashina vi fondò il primo grande regno turco centroasiatico del Kok Turuk che ne prese nome come Khaganato Göktürk dei Turchi Blu. Dopo la conquista araba della Persia nel 642 continuò la grande avanzata delle armate in Asia Centrale e venne completata con la conquista islamica della Transoxiana nel 706 divenendo anch’ essa parte del grande califfato esteso dal Medio Oriente a questi territori che iniziò poi a il disgregarsi dalla metà del IX secolo con il declino della dinastia Abbaside e le province orientali dal secolo successivo divennero dominio del nuovo impero Samanide persiano qui minacciato dalle continue incursioni delle tribù di stirpe turca che si riunirono con la dinastia dei Ghaznavidi con il potente regno che invase la regione fondando quella cultura turca persiana diffusa in tutta l’Asia Centrale riaffermata con la successiva invasione dei turchi Qarakhānidi che vi fondarono il loro potente Khanato di Karakhan popolato dagli antenati degli Uzbeki.
L’epoca Timuride
Dalla Persia alla Transoxiana si estese il Khwārezm-Shāh, noto ai cronisti occidentali come l’ islamico impero Corasmio che nel 1219 venne travolto dall’ incontenibile conquista mongola del Khwarizm e dopo la divisione dell’ immenso impero mongolo nel XIV secolo fu riunito nel nuovo vasto impero Timuride fondato dal condottiero turco mongolo Tīmūr Barlas noto in occidente come il grande conquistatore Tamerlano, esteso dal Medio Oriente all’ India settentrionale dall’Asia centrale. Dall’ antico centro persiano sorto sulla Via della Seta ne venne riedificata la splendida città di Samarqand , dall’ epoca ammirata anche dai viaggiatori occidentali che ne descrissero le meraviglie dei quartieri tra bazaar, e moschee, mausolei e altrettanto sontuosi palazzi di Samarcanda capitale di quella fiorente regione che nel XV secolo venne spostata ad ovest ove sorgeva la città che gli uzbeki chiamavano Buxoro dall’ epoca fiorita come la splendida Bukhara anch’ essa arricchita da frequentati quartieri, caravanserragli e raffinati edifici islamici. Nel XV secolo divenne capitale del Khanato di Bukhara noto come Buxoro Xonligi che si estese su gran parte del territorio dell’ antica Sogdiana in Tagjikistan e alla precedente epoca timuride risalgono i più suggestivi edifici e mausolei del centro medioevale di Kunya-Urgench sorta ad ovest nel territorio del Turkmenistan. Vennero estesi anche gli altri centri della vasta regione nella grande architettura ed arte Timuride, da quello di Khiveh fondato dai persiani nell’ VIII secolo come fortezza sorse la città di Khiva che nel 1592 divenne poi capitale dell’ omonimo khanato con mura dai vari portali, quartieri, mercati, mausolei, moschee, scuole coraniche e palazzi che diramano nel centro dell’ Itchan Kala mentre nel territorio più orientale in un’ oasi tra i fiumi Keles e Circik ove sorgeva un centro arabo dalla metà dell’VIII secolo distrutto dai mongoli venne ricostruita la città di Tashkent .
Uzbekistan russo
Dal XVI secolo assieme a gran parte del più sud occidentale Turkmenistan il territorio uzbeko fu nel vasto Xiva Xonligi dominato a lungo dal Khanato di Khiva poi dall’ inizio del secolo successivo ad est condiviso con il Khanato di Kokand , vi rimase fino all’ espansione e la conquista russa dell’ Asia Centrale iniziata dall’ impero zarista durante il regno dello zar Nicola I e completata nella seconda metà del XIX dal suo successore Alessandro II divenendo dominio della vasta colonia centroasiatica del Turkestan fino al regno dell’ ultimo zar Romanov Nicola II, quando nel 1917 il secolare impero con la vittoria dei bolscevichi fu travolto dalla grande Rvoluzione di Ottobre. Nel 1920 venne conquistato l’ autocratico emirato islamico di Bukhara che dominava la regione e dal suo esilio nel vicino Afghanistan , l’emiro sostenne la resistenza dei militanti armati del movimento islamico nella rivolta dei Baskinij al comando del khan locale Ibrahim Bey proclamando la guerra santa Jihad che si diffuse nei territori limitrofi. Repressa la rivolta la minaccia dell’integralismo islamico rimase nella regione anche con le grandi riforme per l’eliminazione dell’oppressine religiosa tradizionale, il potere dei clan e l’ emancipazione femminile. Come tutte le altre regioni orientali del dissolto impero zarista divenne parte della nuova Unione Sovietica e nel 1924 i due khanati un tempo protettorato coloniale vennero riuniti nella Repubblica Socialista dell’ Uzbekistan . Rimasta a lungo tale dal periodo stalinista con la collettivizzazione delle terre e conversione di gran parte dell’ agricoltura nella produzione del cotone uzbeko impostata nei piani quinquennali come fonte primaria dell’ economia, proseguito nei decenni successivi fino alle grandi riforme di Gorbačëv con la perestroika e glasnos. Dopo il tentato colpo di stato contro di lui nel 1991, lo stesso anno il il Soviet Supremo uzbeko dichiarò l’ indipendenza votata poi da un referendum entrando con il Trattato di Alma-Ata nella comunità Csi degli stati indipendenti russi con la lunga ed autoritaria presidenza di Islam Karimov fondatore Partito Popolare Democratico Uzbeko durata fino al 2016 abolendo tutti i partiti e movimenti di opposizione in una dittatura che tuttavia riuscì a contenere la minaccia dell’integralismo islamico, tornato ad operare assieme al traffico di droga. Dalla grande produzione di droga in Afghanistan , le regioni vicine compreso l’ Uzbekistan fanno parte della così detta Mezzaluna d’ oro dell’ oppio ed eroina dove si intersecano gli interessi del terrorismo islamico e il traffico di droga, con la rinascita islamica in quelli che erano i paesi sovietici centro asiatici dilaga il morbo del jihadismo che ne controlla diversi territori con reclutamento di terroristi e in essi la criminalità organizzata può dedicarsi al traffico di droga ove il sedicente stato islamico con i suoi orrori ha la sua nuova frontiera estendendo la reale minaccia dell’ isis che ha stravolto antichi equilibri. Su quegli itinerari centroasiatici di terrorismo e droga l’ Uzbekistan ha visto crescere la criminalità con la dilagante corruzione , impegnata in vari traffici e favorita dal sedicente movimento islamico dell’ Uzbekistan Islomiy harakat che, assieme ai correligionari dell’ organizzazione terrorista uzbeka Hizb-an-Nusra, è legato al piò grande ed organizzato movimento internazionale integralista dell’ Hizb ut-Tahrir. Con la sua violenta guerra santa ha sconvolto varie regioni e la sicurezza dell’ Uzbekistan, fin dagli attentati di Tashkent nel 1999 divenuto un altro devastante e temibile movimento terrorista in Uzbekistan esteso nelle regioni limitrofe, alimentando e controllando anche il traffico sulle vie della droga in Asia Centrale che transitano nel paese.
La terra degli Uzbeki
Il territorio dell’ Uzbekistan si stende a nord est da quello che i greci chiamarono e il fiume dell’ abbondanza Lassarte ribattezzato Syr_Darya, mentre a sud ovest scorre lo storico Oxus, come era noto il più lungo fiume centroasiatico Amu_Darya, nella regione nord occidentale le aride steppe si stendono dal bassopiano del Turan che scende a sud attraverso il Qoraqalpoghiston verso il vasto deserto del Kyzylkum che ad ovest sale tra i bassi rilievi continuando nell’ arido altopiano di Ustyurt. Verso il territorio più orientale si innalzano i monti dell’ Karzhantau, Ugam e Pskem che si allungano a sud ovest dalla maestosa catena del Tien Shan occidentale proseguendo ad est per i monti Hisor tizmasi della catena Gissar, mentre dal Pamir si allungano quelli dell’altra vicina catena dell’ Alay ove proseguendo si apre la Farg‘ona vodiys, come gli uzbeki chiamano la storica valle di Fergana e da qui si stende il territorio ove sono sorti gli antichi centri e le più affascinati città dell’ Uzbekistan come Tashkent a nord est del deserto di Mirzachol, e ad ovest versi la valle dello Zeravshan Samarcanda e Bukhara. Da antiche tribù nomadi iraniche riunite nel popolo dei Saci discendono diverse stirpi che popolarono la regione centroasiatica dal I millennio a.C. ove fondarono le culture della Sogdiana e Battriana, tra esse gli O’zbeklar, come si definiscono gli Uzbeki concentrati nell’ omonimo territorio e diffusi nelle limitrofe regioni dell’ Asia Centrale dalla simile storia, tradizioni e lingua Uzbek derivata da quelle turche orientali Karluk e nella valle di Fergana se ne parla una variante derivata dall’ antico idioma cumano Kipchak. Di fede musulmana sunnita da quando con l’ invasione araba nel VII secolo e per i successivi si diffuse l’ Islam in Uzbekistan, dall’ epoca sono rimasti legati all’ antica cultura ancora molto seguita nelle tradizioni e costumi Uzbeki, tramandando da generazioni i tipici vestiti maschili e femminili nei villaggi circondati dai campi di cotone ove si tengono le feste dopo la raccolta e i matrimoni considerati sacri, simile a quella di molte altre popolazioni centroasiatiche e dalle antiche origini persiane islamizzate è la grande festa del Nawruz per il solstizio di primavera celebrata ogni anno a marzo quando tutto si ferma e le case vengono decorate. Noti per l’ ospitalità nei villaggi rurali ove sono dediti all’agricoltura, allevamento ed artigianato mantenendo tecniche e motivi tradizionali per ceramiche, tessuti e tappeti e nelle varie festività religiose indossano indumenti tipici diversi tra le varie regioni, animando i vecchi bazaar. La tradizione si esprime anche nell’ arte Uzbeka, oltre la letteratura, musica, danze, il fine artigianato nei tessuti, tappeti, ceramiche ricami, lacche dipinte, tra gli storici centri e le città dai più antichi resti e reperti della Sogdiana ai maestosi edifici, palazzi, mausolei e moschee dalle raffinate decorazioni di epoca islamica persiana e timuride come centro della grande architettura dell’ Asia Centrale.
Tashkent
Nella regione più orientale l’ antico villaggio già noto come Čač o Šaš nel VII secolo a. C., ha seguito il resto della storia Uzbeka esteso in un centro carovaniero nell’ oasi tra i fiumi Čirčik e Keles, preso dagli arabi nell’ VIII secolo e conquistato poi dal Khanato turco di di Khorasam, travolta anch’essa dall’ invasione mongola nel 1220, il secolo successivo entrò nei domini dell’ impero tumuride come Taskura estesa con nuovi quartieri, splendidi palazzi, edifici islamici, mausolei e moschee. All’ inizio del XVI secolo fu dominata dai Kirghiz-Kaissaki ed Uzbeki fino al 1723 quando fu conquistata dai Calmucchi, poi dai Bukhari, Kaissaki e divenuto dominio del Kahanato di Kokand, nel 1865 venne anch’essa presa nella vasta colonia russa del Turkestan estesa poi nella grande città di Tashkent in epoca sovietica come capitale della repubblica sovietica indipendente del Turkestan e poi della provincia sovietica dell’ Uzbekistan divenendone la capitale dopo l’ indipendenza. Ormai una grande e moderna metropoli Tashkent come la si trova, del suo passato conserva l’ antico centro con le vie che diramano dal vecchio bazaar di Chorsu sempre animato ove nei pressi si trova la storica scuola coranica della madrasa di Kukeldash, al XVI secolo risale il primo edificio che ospitava il mausoleo dello sceicco Zaynudin e ricostruito nello stesso stile come lo si trova alla fine del XIX. Passando per la moschea di Dzhuma edificata nel 1451, si continua nell’ antico centro timuride per il vasto Hazrati Imam dal complesso sacro islamico ove si trova il mausoleo Kaffal Shoshi del XVI secolo con il sepolcro dello studioso e poeta islamico Abu Bakr Kaffal Shoshi, allo stesso periodo risale l’altro sontuoso edificio con la scuola coranica della madrasa di Barak Khan e, oltre la vecchia moschea di Telyashayakh, mantenendo l’antico stile la più moderna e grande moschea di Hazroti Imam, mentre nel museo Moyie Mubarek con la sua biblioteca è custodito il Corano di Osman considerato il più antico del mondo islamico. Più oltre l’altro e più vasto e splendido complesso di edifici islamici di Sheikhantaur con l’ omonimo mausoleo di Sheihantaur edificato nel XIV secolo di stile timuride come il mausoleo di Yunus Khan principe timuride nonno del fondatore dell’ impero Moghul indiano Babur e vicino quello di Sheikh Hovendi at-Tahur. Lontano dal centro a sud gli edifici dell’altro complesso islamico di Zangi-Ata di epoca timuride , dedicato al maestro sufi Ay-Khoja Sheikh e la consorte Ambar-Bibi, con il più recente mausoleo di Ahmad Jassavi edificato sorto con lo steso stile nel secolo scorso. Tornando verso il centro si continua nella storia della città quando nel 1871 durante la dominazione zarista sorse la cattedrale ortodossa della Dormizione consacrata all’ Assunzione e in stile neogotico nel 1912 venne edificata la cattolica grande Cattedrale del Sacro Cuore di Tashkent. Sulla centrale Amir Temur Avenue si trova il grande e moderno edificio che ospita il Museo delle Arti dell’ Uzbekistan con la sua vasta collezione di arte antica e la pinacoteca russa , mentre poco a nord alla storia e l’ arte timuride è dedicato il museo Amir Timur, continuando sulla Sharaf Rashidov Avenue il museo storico dell’ Uzbekistan ospita un’ ampia collezione di reperti preistorici ed arte Gandahara ellenistica buddista, oltre a costumi e tradizioni del paese.
Karakalpakstan
La regione autonoma del Karakalpakstan più occidentale si stende ad ovest su parte dello storico territorio del Khwarazm tra il corso inferiore dell’ Oxus e il bacino sud orientale del lago Aral ove sorsero le poderose fortezze medioevali di Corasmia che hanno lasciato i loro resti nell’altopiano desertico Per un millennio dal V secolo a.C, fu una fiorente regione agricola contesa tra varie popolazioni che vi edificarono le fortificazioni o Qala del Khorezm lasciando i loro resti come li si trovano dalla più antica con le tre qala di Ayaz sorte dal IV secolo a.C. fino al II secolo d.C. verso il deserto di Kyzylkum, a Kazakly-Yatkan sorgeva la fortezza di Akchakhan, tra il I secolo d.C. al IV dominò il suo territorio la qala di Kyzyl nota come il forte rosso e la cittadella fortificata di Toprak che divenne capitale della regione nel II secolo d.C. Dal XVI venne poi popolata dai nomadi di stirpe turca dei Qaraqalpa e nel 1876 entrata bei domini russi come il resto dell’Uzbekistan seguendone la storia dal periodo sovietico all’ indipendenza, mentre da un villaggio dei Qaraqalpa venne fondata la città di Nukus che ne divenne capitale e da dove si raggiungono i siti storici e i più affascinanti centri del Karakalpakstan , mentre la storia del territorio dall’ antichità all’epoca più recente è raccontata dalle vaste collezioni nel museo dell‘ arte di Nukus.
Khiva
Continuando nel Khwarazm verso la frontiera con il Turkmenistan ai margini del vasto deserto di di Karakum, nell’ VIII secolo sorgeva un villaggio fortificato come sosta sulla Via della seta, esteso nei successivi quando nell’ oasi giunsero tribù uzbeke che nel 1592 ne fecero la capitale del Khanato di Khiva arricchendola di nuovi quartieri, edifici islamici , mausolei, moschee, frequentati bazaar e un grande mercato degli schiavi. All’ inizio dell’ espansione russa in Asia Centrale lo zar Pietro I nel 1717 vi inviò un poderoso contingente militare guidato dal principe Alexander Bekovich-Cherkassky che venne sconfitto con i soldati sopravvissuti venduti come schiavi mentre il principe Cherkassky venne scuoiato vivo facendone tamburi con la sua pelle. La città continuò a fiorire con il traffico carovaniero e il suo mercato di schiavi, divenendo anche rifugio di predoni, scontrandosi con il khanato di Bukhara che dominava il vicino territorio del Buxoro Xonligi e il potente regno persiano del sovrano Nadir Shah che dopo la caduta dei Safavidi aveva fondato la dinastia turca Afsharide, nel 1740 conquistò e distrusse parte della città poi abbandonata e ricostruita alla fine del secolo tornando a fiorire sui traffici carovanieri e il mercato degli schiavi fino al 1873 quando l’ esercito imperiale russo guidato dal generale Von Kaufman di origine tedesca la conquistò assieme all’ intero Khanato che divenne vassallo della Russia zarista. Dopo la rivoluzione nel 1920 il dirigente bolscevico Michail Frunze ne fece abdicare l’ ultimo Khan Sayyid Abd Allāh proclamando l’ autonoma Repubblica Popolare del Khorezm che quattro anni dopo, assieme alla capitale Khiva, entrò anch’essa come le altre province nella Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka percorrendone la storia fino all’ indipendenza lasciando i quartieri dai maestosi edifici islamici, palazzi, mausolei, moschee e mederse nel vecchi centro di Khiva come lo si trova. Per i maestosi portali che accedono alla cittadella dai sontuosi edifici islamici, l’ Itchan_Kala è stato dichiarato Patrimonio culturale mondiale Unesco accessibile dalle monumentali porte chiamate darvoza con la porta di pietra Tosh che si apre nella cinta meridionale tra due torri che accoglieva le carovane dal Mar Caspio, sul lato settentrionale l’ altra monumentale darvoza di Bogcha o Porta del giardino anch’ essa tra due torri e una scala interna che accede agli spalti, in quello occidentale la porta del padre o di Ota che appare come la più monumentale e ricostruita fedelmente dopo la sua distruzione, dal lato opposto la porta gigante dell’ est di Palvan sorta come le altre all’ inizio del XIX secolo nel medesimo stile con davanti la piccola moschea Said Niyoz Sholikorboy. All’ interno la cittadella era protetta dalla fortezza di Kuhna Ark anch’essa dagli edifici in stile persiano ove si trova Il più antico bastione dello Sceicco Bianco Ak Cheikh Bobo del XII secolo, ad un lato dell’ entrata il vecchio carcere Zindan, entrando la moschea d’estate dall’’Iwan e Mihrab finemente decorati, al centro l’ edificio con la sala del trono del Kourinich Khana. Continuando poco ad est si trova la Madrasa di Rahim Khan con la sua scuola coranica completata nel 1876 sempre nel raffinato stile che ricorda quello persiano timuride, tra il vecchio Caravansaray di Tim Alla Kuli Khan che ospita l’ omonimo animato bazaar coperto di e la porta Palvan Darvoza si trovala Madrasa di Allakuli Khan. Mantenendo lo stile a metà del XIX secolo venne edificata l’ altra grande Madrasa di Amin Khan come la più frequentata scuola coranica della regione e che nel delirio liberista dopo l’ indipendenza è stata trasformata nel lussuoso hotel Khivae , sulla destra lo splendido Kaltaminàr o minareto corto per la forma conica tronca al vertice edificato a metà del XIX secolo in magnifico stile persiano finemente decorato da maioliche smeraldo e noto anche come il minareto verde Kaltaminor. Oltre i resti di quella che era la splendida Madrasa di Emir Tura, da una precedente risalente all’ inizio del XVII secolo è stata ricostruita nella prima metà del XIX mantenendone lo stile la madrasa di Mohammed Khan, nei pressi della porta orientale Palvan Darvoza al 1657 risale la piccola moschea di Ak poi completata nella prima metà del XIX secolo, da una più antica risalente al VIII secolo nel 1788 venne edificata la più grande chiamata moschea del Venerdì sostenuta all’ interno da oltre duecento colonne dalle basi decorate con iscrizioni dell’ XI secolo e meglio nota come la suggestiva moschea di Juma. Da un caravanserraglio che ospitava le carovane nel 1622 venne edificata la madrasa di Nadir Divanbegi dalla spledida facciata decorata a mosaico, adiacente il più antico mausoleo di Sayid Alauddin risalente all’ inizio del XIV secolo con all’interno il sepolcro del venerato sceicco Said Alauddin, finemente decorato da maioliche. All’epoca e dallo stile simile risale anche l’ altro mausoleo di Pahlavon Mahmud dedicato all’ omonimo filosofo, poeta ed eroe divenuto venerato protettore della città e ricostruito nel XIX secolo come lo si trova circondato dal cimitero islamico medioevale. Tra gli altri palazzi dell’ Itchan Kala splende il grande Tash-khauli sorto nella prima metà del XIX secolo come residenza del sovrano Alla Kuli Khan con duecentosettanta tra camere e saloni affacciati su tre ampie corti dalle facciate decorate e il grande harem , noto anche come il sontuoso palazzo di pietra Tosh-hovli.
Bukhara
Nella regione o viloyati di Buxoro che si stende ad est nel territorio centro meridionale e un tempo nei domini islamici della Transoxiana, da un antico centro carovaniero su uno dei percorsi ove transitava la Via della seta, venne fondata la fiorente città di Bukhara divenuta una grande centro commerciale e culturale islamico ove nacque e insegnò il celebre Iman Al-Bukhari, venerato filosofo e studioso coranico del IX secolo. Dall’ epoca la storia di Bukhara ha percorso i secoli come quella nel resto della regione, divenuta capitale orientale dell’ impero persiano Samanide dal X secolo per tutto il successivo, poi conquistata Mongoli nel 1221 rimanendo grande centro rifiorito con l’ impero Timuride ed estesa con nuovi quartieri ed edifici islamici, dal XVI secolo fu poi capitale dell’ indipendente Buxoro Xonligi come era noto il potente Khanato di Bukhara che dominò sui territori limitrofi Dal 1785 la dinastia turco mongola islamica dei Manghud nella regione e gran parte dei territori dell’ Uzbekistan e Tajikistan estese il Buxoro amirligi dell’ emirato di Bukhara divenuto poi vassallo russo fino al 1920 quando dopo la rivoluzione fu una delle repubbliche asiatiche dell’ Unione Sovietica e tale rimase fino all’ Indipendenza dell’ Uzbekistan. L’antico centro dirama dagli edifici del grande Po-i-Kalyan ove si trova la Maedjid-i Kalan ove da una precedente del XII secolo è sorta la splendida grande moschea di Kalyan in stile persiano timuride completata ne 1514 dalla cupola e la facciata decorate che affaccia su un ampio cortile con altri edifici ove si innalza il Minâra-i Kalân noto come l’omonimo e splendido minareto di Kalyan, allo stesso periodo risale l’altro sontuoso edificio vicino costruito dallo sceicco Abdullah Yamani, che ospita la madrasa di Mir-i Arab. Nei pressi gli animati bazaar coperti da cupole qui chiamati Toki sorti nel XVI secolo sulla vasta piazza del Registan ove tra gli altri edifici affaccia la Madrasa di Koch e le altre due scuole coraniche con la Madrasa di Abdulla e la Madrasa Madari anch’esse del XVI secolo. Poco a sud ovest si trovano gli altri storici edifici del Lyab-i Hauz e continuando tra palazzi, mausolei e mederse nel sontuoso stile persiano, all’epoca timuride risale la costruzione della a più antica madrasa di Ulugh Beg completata nel 1417, su un precendente caravanserraglio nel 1568 sorse l’ altra grande madrasa di Kukeldash. Dal khanqah rettangolare sormontato dalla cupola del Nadir Divan-begi che ospitava le riunioni dei Sufi, all’inizio del XVII si estese l’ omonima Madrasa di Nadir Divanbegi tra quattro torri decorate e un magnifico portale si erge l’ edificio della moschea cona Madrasah di Khalif Niyaz-ku noto anche come Chor Minor. Su un più antico tempio zoroastriano alla fine del XI secolo venne edificata la moschea Magok-i-Attari lungo condivisa dai musulmani con i fedeli della comunità ebraica dei Bukhari che nel 1620 ebbero la prima sinagoga della città. Nel quartiere nord occidentale da una più antica fortezza del V secolo è sorta la poderosa cittadella di Ark dal monumentale ingresso tra due torri che accede da una parte ad un corridoio coperto che collega la moschea di Dzhuma, al centro dell’ Ark si ergono vari edifici , con le moschee di Ul’dukhtaron e Juma, il Palazzo dell’Emiro Kushbeg, l’ampia Corte delle Incoronazioni e delle Udienze, altri affacciano sulla Corte del Protocollo Salamhona ove si trovano i resti del palazzo che ospitava gli appartamenti reali. Lasciata la maestosa cittadella di Ark con la sua fortezza e gli edifici che racchiude, dal lato opposto si trova la moschea di Bolo Haouz completata nel 1717, sul viale sud orientale Lyabi Hauzove la leggenda vuole vi fosse la Sorgente di Giobbe che dissetò il profeta viaggiano in queste terre dal XIV sorge sorge il mausoleo di Chashma-ayub attorno alla torre dalla cupola conica e più volte ricostruito nel medesimo stile. Continuando si trovano gli edifici del Bahoutdin sorti sul sepolcro del patrono della città Baha-ud-Din Naqshban fondatore dell’ ordine islamico sunnita dei sufisti Naqshbandi nel XIV secolo, oltre i suo mausoleo si erge la moschea di Muzaffarkhan e poco fuori dal centro nel parco kirov al X secolo risale il mausoleo Samanide con il sontuoso sepolcro del sovrano Ismail ibn Ahmad regnante dal 892 al 907, dai suggestivi interni tra i contrasti della luce che variano durante il giorno.
Shakhrisabz
Nella meridionale regione di Kashkadarya o Qashqadaryo viloyati si stende il distretto che prende nome dalla città verde di Shahrisabz, sorta sull’ antica Kesh della Battriana conquistata da Alessandro il Grande nella sua spedizione asiatica e ove leggenda vuole vi incontrò la consorte Roxana, dall’ epoca divenuta grande e fiorente città estesa nel medioevo che dette i natali a Tīmūr Barlas, il grande condottiero noto in occidente come Tamerlano fondatore del vasto impero Timuride. Del suo passato Shakhrisabz conserva quartieri e sontuosi edifici tra palazzi e mausolei come li si trovano nel centro storico dichiarato patrimonio culturale mondiale Unesco, dal vecchio quartiere centrale del khissar di trovano i resti del sontuoso Oqsaroy o il palazzo bianco , meglio noto come quello che era lo splendido complesso di Ak-sarai, proseguendo per il centro tra i vari edifici dallo stile persiano timuride emerge la moschea di Kok-Gumbaz completata nella prima metà del XV secolo dal nipote di Tamerlano, Ulug Beg. Poco ad est il mausoleo Dār al-siyāda o posto della sovranità come era chiamato dagli arabi e noto come Dorus Saodat con il sepolcro del principe Jahangir figlio primogenito del grande conquistatore Tamerlano , la vicina moschea che ospita il mausoleo di Hazrati Imam, dietro gli scavi ove è stata rinvenuta un’ ampia stanza con due bare ed iscrizioni indicano vi fu depositato il sarcofago di Tamerlano prima di essere sepolto nel suo mausoleo a Samarcanda, ma tradizionalmente si continua a chiamare il posto Tomba di Timur. Nei pressi gli antichi bagni turchi Ḥammām e gli edifici che affacciano sul bazaar Chorsu del XVIII secolo con la più antica vicina madrasa di Chubin che ospita il museo di Amir Timur con la collezione di reperti che raccontano la storia della città e la regione. Oltre altri dell’ epoca al XIII secolo risalgono gli edifici nel grande memoriale del Dorut Tilavat, con il mausoledo dedicato al venerato studioso islamico Sufi Shams ud-Dīn, maestro Sufi persiano e noto agli uzbeki come Amir kulal.
Samarcanda
Fondata nel VII secolo a.C. come Marakanda, divenne capitale della provincia orientale dell’ impero persiano Achmenide che si stendeva nella regione della Sogdiana, fino al 329 quando come il resto dell’impero fu conquistata anch’ essa dall’ esercito macedone guidato da Alessandro il Grande e dopo essere stata nei domini ellenistici nel vasto territorio a lungo occupato dal regno greco battriano la storia di Samarcanda seguì quella della regione come centro carovaniero, divenuto dominio dell’ impero persiano Sasanide si estese come grande e fiorente centro della principale carovaniera sulla Via della seta nella regione e tale rimase nei secoli successivi anche dopo l’invasione araba della Transoxiana che la conquistò nel 712 convertendo gli abitanti di fede zoroastriana persiana all’ Islam, fino all’incontenibile avanzata dei Mongoli in asia centrale che la conquistarono e devastarono nel 1220. Con la divisione dei vasti domini mongoli gran parte dei territori nel 1386 entrarono nel grande impero Timuride che si este dal Medio Oriente all’ Asia Centrale fondato da Tīmūr Barlas meglio noto come il grande conquistatore Tamerlano che fece di Samarcanda la sua capitale estendendola con nuovi quartieri, sontuosi edifici, palazzi, mausolei, moschee e madrase edificati nello stile della grande arte ed architettura timuride, ove si riunivano filosofi, letterati e scienziati. Divenne una delle città medioevali più popolate e fiorenti, grande centro culturale estesa ancor più con il regno del nipote di Tamerlano Ulugh Beg cultore di arti ed astronomia. Nel XVI secolo la capitale venne spostata nell’altra fiorente città di Bukhara e Samarcanda iniziò il suo lento declino anche con l’apertura di altre rotte commerciali che diramavano dalla principale Via della Seta. Dal XVII, secolo dopo la devastazione dei persiani del regno Afsharide guidati da Nadir Shah , fu quasi abbandonata fino ad entrare nei domini imperiali russi nel 1868, divenendo poi capitale della colonia zarista del Turkestan e quando vi fu aperta la stazione della lunga ferrovia Transcaspica nel 1888 ebbe una grande ripresa estendendosi durante l’ epoca sovietica divenendo capitale della Repubblica Socialista dell’ Uzbekistan in epoca stalinista, per poi tornare ad essere capoluogo dell’ omonima regione anche dopo l’ indipendenza conservando la sua storia nella vecchia città assieme al mito dell’ antica Samarcanda come la si trova. Cuore ne era l’antica e vasta piazza del Registan ove affacciano i monumentali edifici islamici del centro, tra gli altri la Porta dei Leoni come è nota la madrasa di Cher-Dor dalla splendida facciata decorata tra due torri ricoperte da maioliche con motivi floreali e citazioni coraniche in arabo, dagli interni anch’essi finemente decorati, davanti alla Sher-Dor e dal simile stile sul lato occidentale della piazza dal 1420 si staglia l’altrettanto maestosa facciata tra due alti minareti dell’altra madrasa di Ulug Beg fatta edificare dal nipote di Tamerlano Ulughbek , astronomo e matematico di fama che regnò sulla città e ne fece il più grande centro culturale ove oltre la teologia coranica si insegnava filosofia, matematica ed astronomia, in seguito vi venne costruito un edificio per ospitare le carovane, il khanqah di Ulughbek e nel XVI secolo le altre due madrase che ne completano lo splendido insieme come lo si trova.Sempre nella vasta piazza del Registan su un più antico caravanserraglio nel 1660 venne completata la lunga costruzione della madrasa di Tilya_Kori chiamata in persiano la dorata Tilla Kori dalla facciata decorata e il portale centrale interrato da una profonda nicchia con due ingressi che accedono a sinistra si erge la torre dalla cupola blu della moschea, con due minareti che completano il suggestivo insieme della Tilla-Kori. A lato della piazza dietro la madrasa Sher-Dor spunta l’antica cupola dell’ edificio che ospitava il bazaar di Chorsu divenuto una galleria d’ arte e poco ad est della Tilya-Kori il mausoleo degli Shaybanidi edificato nel XVI secolo in onore dell’ omonima dinastia regnante su Samarcanda. Lasciato il Registan si trovano gli edifici con una moschea e una madrasa del Khodja Akhrar sorti nel 1630 e ricostruiti nel secolo scorso mantenendone lo stile, attorno al mausoleo del maestro islamico dell’ ordine sufi Naqshbandiya che insegò a Samarcanda nel XVI secolo e meta di pellegrinaggi. A nord est la necropoli di Shakhi-zinda con le sontuose tombe islamiche dalle facciate decorate di maioliche azzurre ove emerge il maestoso mausoleo di Shah-i-Zinda fondato sul sepolcro del discendente del Profeta Maometto Kusam ibn ‘Abbas che secondo la tradizione diffuse l’Islam nella regione. Poco distante il più antico mausoleo di Rukhabad completato nel 1380 sul sepolcro del mistico teologo islamico Sheikh Burhaneddin Sagaradzhi onorato dalla corte timuride e utilizzato per sepolcri di nobildonne sono i I resti del misterioso mausoleo di Ishratkhana. Continuando a sud est il mausoleo di Abd-al Mazeddina o Hodja_Abdi e il vicino dedicato all’omonimo sceicco arabo che giunse a Samarcanda nel IX secolo come maestro coranico, nel XII secolo venne edificato il primo mausoleo di Abdi Darunee e ricostruito nel XV come lo si trova. Non distante oltre la periferia nord orientale si stendono i resti dell’ antica città di Afrasiab sorta prima della fondazione di Samarcanda nel Vi secolo, gran parte dei reperti ed affreschi si trovano nel vicino edificio che ospita l’omonimo museo di Afrasiab , poco distante sormontato da cinque cupole si trova il venerato mausoleo di Khoja Donyor con all’ interno quello che dai fedeli è ritenuto il sepolcro del profeta biblico Daniele , meta di pellegrinaggi i musulmani, cristiani ed ebrei. Tornando per il centro a sud di Afrasiab su un alto basamento accessibile per una scalinata si staglia la facciata con nicchie ad arco della moschea di Hazrat-Hizr con accanto il minareto, non distante dei tre edifici del Bibi-khanym sorti nel XV secolo faceva parte una grande madrasa distrutta dai persiani nel 1740 , ne rimangono il mausoleo e la restaurata grande moschea di Bibi-Khanym in stile classico persiano timuride dalla sontuosa facciata decorata ove splendono le maestose cupole blu, chiamata anche Bibikhanum fu fatta edificare da Tamerlano in onore della consorte favorita Bibi Khanym che avrebbe dovuto essere la più grande del mondo islamico, dalla facciata con l’ampio portale e le pareti decorate tra alti minareti. Lasciata la suggestione della grande moschea di Bibi-Khanim per il centro sulla via poco distante affaccia il vecchio l’edificio in stile persiano che ospita l’animato bazaar di Syob dall’ alto arco a tre volte decorato da mosaici blu, nel frequentato quartiere raggiungibile anche dall’altra vicina moschea di Hazrat Khizir. A sud est dal centro è noto come il Sepolcro del Re lo spettacolare insieme d Gur Emir o Gur-e Amir con i sontuosi edifici del XIV secolo in stile timuride dalle facciate decorate che ospitano il grande mausoleo di Tamerlano con il suo sepolcro con accanto quello del suo maestro Sayyid Baraka, quelli dei due figli Shah Rukh e Mirza Jalal-ud-din Miran divenuto reggente di Persia come Miran Shah, oltre al celebre nipote astronomo che divenne signore di Samarcanda Ulugh-Beg. Per volere dell’illuminato e studioso sovrano, su un colle nei pressi della necropoli e il mausoleo di Shakhi Zinda nel 1430 venne completato il planetario e l’edifico che porta il suo nome come l’ osservatorio astronomico di Ulugh Beg che dall’alto domina la vecchia Samarcanda. Divenne centro si studi dei più celebri scienziati dell’ epoca per poi essere devastato dall’ intollerante fanatismo islamico e riscoperto nel secolo scorso restaurandone i resti che ancora si lasciano ammirare nel sito dell’ osservatorio Ulugbek, anch’esso patrimonio culturale come il resto della città. Oltre il vicino piccolo e venerato mausoleo di Rukhobod , che leggenda vuole vi siano conservati alcuni capelli di Maometto con la moschea e la madrasa, si apre lo splendido mausoleo di Gur-Emir considerato supremo capolavoro della grande architettura ed arte timuride medioevale, ammirato e decantato per secoli dai viaggiatori e mercanti che giungevano a Samarcanda ove si incrociavano i percorsi della Via della seta in Uzbekistan tra l’ occidente e l’ oriente per i vasti territori limitrofi che si stendono in Asia centrale.