Tagjikistan

Antica Sogdiana
Tra le regioni dell’ Asia centrale il territorio popolato dai Tajiki è stato da sempre al centro di migrazioni e conquiste, divenendo poi crocevia carovaniero sulla Via della seta verso est per il limitrofo territorio cinese occidentale del Xinjiang attraverso il favoloso Cathay, dopo il suo remoto popolamento nel II millennio iniziò la più antica storia del Tajikistan quando si diffuse nella sua regione occidentale la cultura dell’ Oxus parte della più estesa Battriana Margiana che ha percorso l’ intera età del bronzo centroasiatica fino al V secolo a.C. quando vi si estese ad est il vasto Haχāmanišiyā dell’ impero persiano Achemenide oltre il fiume Oxus chiamato poi Transoxiana quando vi giunse la leggendaria spedizione asiatica di Alessandro Magno. Dopo la conquista del suo vasto impero nelle province orientali sorsero i regni ellenistici greci Battriani fondati dai suoi condottieri lasciati nella regione e l’ intera regione fu parte di quello della Sogdiana. Con la divisione del vasto impero di Alessandro tra i suoi generali divenne la provincia più orientale di quello ellenistico Seleucide rimanendone a lungo dominio fino al 124 a.C. quando da est fu invaso dal potente popolo nomade degli Yuezhi sconfiggendo l’ ultimo sovrano ellenistico e che poi assieme all’ altra popolazione nomade dei Tocari di stirpe indoeuropea anch’ essa venuta dalla Cina occidentale, fondarono il grande impero Kusana esteso dalla valle del Gange indiana a questa regione ove diffuse il buddismo, ad ovest venne condiviso con il regno dei Parti persiano dalla metà del III secolo d.C. Il Kushana fu invaso dalle tribù degli Unni Bianchi noti anche come Eftaliti, poi sconfitti nel 565 dai persiani succeduti ai parti che fondarono il potente impero Sasanide e la regione entro nei suoi domini poi governata del primo khaganato turco di Göktürk .
Con la grande avanzata araba e la conquista islamica della Persia divenne parte del grande califfato esteso dal Medio Oriente all’ Asia centrale che iniziò il suo disgregamento dalla metà del IX secolo con il declino della dinastia Abbaside e le province orientali iniziarono a rendersi più indipendenti, ma dal secolo successivo il territorio divenne dominio del nuovo impero Samanide persiano qui minacciato dalle continue incursioni delle tribù di stirpe turca che si riunirono con la dinastia dei Ghaznavidi con il potente regno che invase la regione fondando quella cultura turca persiana diffusa in tutta l’asia Centrale riaffermata con la successiva invasione dei turchi Qarakhānidi fondando il loro Khanato di Karakhan. Poco dopo l’invasione del vicino regno cinese occidentale Grande Liao del Qara Khitai dal 1219 per i successivi due anni la regione fu travolta dall’ incontenibile conquista mongola del Khwarizm dominato dal persiano Khwārezm-Shāh, dopo la divisione dell’ immenso impero mongolo nel XIV secolo fu riunito nel nuovo vasto impero Timuride fondato dal condottiero turco mongolo Tīmūr Barlas islamico noto alle cronache occidentali come il grande conquistatore Tamerlano, esteso dal Medio Oriente all’ India settentrionale dall’Asia centrale e da esso il territorio del Tagjikistan dal XVI secolo entrò nel Buxoro Xonligi del Khanato di Bukhara rimanendovi fino all’inizio del XVIII quando fu diviso con limitrofo Qo’qon Xonlig del khanato di Kokand.
Il dominio russo
Dopo l’avanzata con le conquiste nella regione del Caucaso dell’ impero russo sotto il regno di Alessandro I , all’inizio del XIX secolo i Kanati di Bukhara e Kokand divennero protettorato imperiale consolidato durante il regno dello zar Nicola I e persero ogni indipendenza quando furono definitivamente annessi dall’impero russo dal suo successore Alessandro II nel 1876. Alla fine del XIX secolo nelle sue varie regioni era ormai completata l’espansione russa dell’ Asia Centrale e nel successivo durante il regno dall’ ultimo zar della dinastia Romanov Nicola II, mentre l’ impero combatteva la sua devastante campagna sul fronte orientale della prima guerra mondiale, nel 1917 trionfò la grande Rivoluzione di ottobre che pose fine al secolare regime zarista e da remota provincia imperiale il territorio solo nel 1929 divenne la Repubblica Socialista Sovietica autonoma del Tajik Nel 1920 venne conquistato l’ autocratico emirato islamico di Bukhara che dominava la regione e dal suo esilio nel vicino Afghanistan , l’emiro sostenne la resistenza dei militanti armati del movimento islamico nella rivolta dei Baskinij al comando del khan locale Ibrahim Bey proclamando la guerra santa Jihad che si diffuse tra il Kazakistan, Turkmenistan e l’ intero Tajikistan, mentre nel limitrofo e da poco fondato nuovo regno dell’ Afghanistan, come i Baskinij sempre ispirati dal loro radicalismo islamico insorsero le formazioni armate dei Saqqawisti che presero la capitale Kabul scatenando nel 1928 per un anno di sanguinosi scontri la prima guerra civile Afghana del XX secolo, il regno chiese il sostegno dell’ Unione Sovietica con l’ intervento dell’ Armata Rossa in Afghanistan nel 1929 che dopo i vari combattimenti mutò di poco la situazione mentre il sovrano afghano Amanullah fu costretto ad abdicare e fuggire all’ estero. L’ anno dopo per sconfiggere definitivamente la guerriglia islamica riconquistare i territori presi dai Baskinij e Saqqawisti vi fu il secondo intervento dell’Armata Rossa in Afghanistan, ristabilito l’ordine contro le sanguinarie rivolte islamiche integraliste nel 1929 fu finalmente dichiarata la Repubblica Socialista Sovietica Tajik che, come gli altri territorio centroasiatici, entrò a far parte delle Repubbliche Socialiste della nuova Unione Sovietica e tale rimase per i successivi decenni dall’ epoca stalinista e quelle succedute fino al rinnovamento e la ricostruzione dello stato con la perestrojka e la liberalizzazione nella Glasnost’ nelle grandi riforme di Mikhail Gorbaciov.
Tagjikistan indipendente
Con la dissoluzione dell’ Unione Sovietica si resero indipendenti gran parte dei suoi territori e nel 1991 venne costituita la nuova repubblica, dopo i primi presidenti del Tajikistan Qahhor Mahkamov, Rahmon Nabievič Nabiev e Akbarşoh Iskandarov che si sono alternati alla carica nei primi due anni, venne eletto Emomalī Rahmonov che ancora la conserva nel suo autoritarismo, divenuto il padre padrone della nazione. Il paese anche in epoca sovietica ha continuato ad essere preda del più integralista islamismo con la fondazione del partito islamico della rinascita Hizbi Nahzati che fin dalla sua nascita negli anni settanta è stato protagonista di rivolte ed attentai terroristi e dopo l’ indipendenza, contro le formazioni democratiche e le altre che si preparavano al nuovo governo nel 1992 ha scatenato la sanguinaria guerra civile Tajik con migliaia di vittime, devastazioni e una grande emigrazione della popolazione costretta a fuggire. Solo nel 1997 il presidente Rahmonov riuscì a stabilire vaghi trattati per la fine del conflitto con la violenta opposizione islamica che ha continuato con attentati e rivolte armate nel suo terrorismo jihadista. Qui come nei paesi limitrofi, oltre alle loro indicibili violenze in nome della guerra santa, le formazioni islamiche alimentano e controllano anche il traffico che passa per il paese su una delle vie della droga in Asia Centrale ove anche la corruzione complice negli apparati pubblici favorisce il narcotraffico, dalla valle del Rasht popolata da tribù isolate e la desolata frontiera lungo il confini meridionali con l’Afghanistan oltre cento tonnellate di eroina entrano in Tajikistan divenuto uno degli avamposti di quel devastante narcotrafico.
Tra montagne, fiumi e laghi
Il territorio del Tajikistan è in gran parte disteso su una vasta regione montuosa over dalla valle dell’ Alaj si innalza la catena Qatorkŭhi Pasi Oloy come sono qui chiamati i monti del Trans-Alaj sul territorio nord orientale ove si allungano ad ovest le Montagne Celesti meridionali della maestosa catena Tien Shan , mentre nella regione centro orientale si eleva la più bassa delle montagne Zeravshan che affacciano sulla valle attraversata dal fiume omonimo e quella Qatorkŭhi Hisor dei monti Gissar , a sud est si trovano le montagne con le alte vette che si allungano dalla regione settentrionale del Pamir. Tra esse si aprono vallate percorse da alcuni dei vari fiumi del Tagikistan e popolate fin dall’antichità con la più vasta che è compresa nel territorio occidentale della storica valle del Fergana , dai settentrionali monti Alaj scorre verso sud ovest il fiume Vahš lungo i confini del territorio Uzbeko ove scorre anche il Kofarnihon o Kafirnigan che sono i principali tra i vari affluenti di quello che i greci chiamarono e il fiume dell’ abbondanza Lassarte ribattezzato dagli arabi Jayḥūn ed infine Syr_Darya, mentre lo storico Oxus, come è stato chiamato il più lungo fiume centroasiatico Amu_Darya fin dal’antichità, si forma dalla confluenza del Vakhsh con il più grande fiume Panj e che scorre lungo il confine meridionale, gran parte degli altri scorrono vero ovest alimentando il vasto bacino del lago Aral a nord nel territorio meridionale Kazako. Nella regione orientale si stende il vasto Pamirsky con il Parco nazionale del Pamir Tajiko noto anche come per il suo grandioso e suggestivo ambiente dichiarato Patrimonio mondiale Unesco, tra maestose montagne, vallate percorse da fiumi e splendidi laghi popolato da una gran varietà di specie della fauna endemica, vi si trova Il lago nero Siob noto come Karakul e nella regione autonoma sud orientale del Gorno-Badakhshan, da un violento terremoto nel 1911 che sbarrò il fiume Murga, si formò il lago Sarez, dalla catena Pamir-Alay si allungano ad ovest le suggestive montagne di Fann ove emergono le acque degli splendidi tre laghi glaciali di Kulikalon, continuando nel territorio poco distante i sette laghi di Hasftkel con Nežegon, Soja, Ҳušër, Nofin, Churdak, Hazārčašm e il più grande Marǧuzor dai magnifici riflessi blu che sfumano d’ azzurro. Sempre tra quelle montagne nella provincia nord orientale del Sughd splende il vicino lago Iskanderkul , così chiamato perché la leggenda vuole che vi annegò il destriero Bucefalo del grande condottiero durante il viaggio alla conquista dell’Asia di Alessandro Magno. Continuando più a sud sulla Via della Seta in questa regione, ove il Pamir meridionale tra montagne ed altopiani si allunga verso la maestosa catena dell’ Hindu Kush, per secoli è stato sosta delle carovane il grande lago Zorkul’ disteso nel territorio sud orientale verso il confine afghano dal magnifico ambiente e la fauna endemica protetti dall’ omonima riserva naturale di Zorkul.
Il popolo Tajik
Questa regione dominata dalle montagne ed altopiani fu l’ antica Sogdiana ove dal territori del fiume Oxus e la valle di Fergana gli antenati del popolo Tajik , diffusi nel limitrofo Uzbekistan e nell’ Afghanistan nord orientale fino ai monti e gli altopiani del Pami, ove i discendenti che non sono migrati nelle città popolano villaggi mantenendo cultura, religione, costumi e lingua tradizionali simili alle altre popolazioni della regione. Hanno conservato la lingua tajika nota come Tojiki derivata dall’antico Fārsī-ye Darī persiano e in gran parte religione e costumi medioevali mantenuti dalla diffusione dell’ Islam in Tajikistan, assieme a cultura ed artigianato nella tessitura e ceramica simili a quelle delle popolazioni turco mongole ed iraniane, la tradizione orale e la mitologia in cerimonie accompagnate da canti e danze. Al popolo Tajik appartengono anche i Pamiri nel territorio del Gorno-Badakhshan che si stende sugli altipiani del Pamir e da essi ne prende nome l’ Idoma Pamir originato dalle lingue iraniane orientali, di medesima stirpe e tradizioni dei Tjiki del Xinjiang che popolano l’ omonima regione cinese occidentale limitrofa, mentre la regione tajika del Sughd tra le valli nelle valli dei fiumi Yaghnob , Qul e Varzob è popolata dagli Yaghnobi che si considerano discendenti degli antichi sogdiani
Sughd e Khujand
la regione nord occidentale del Sughd attraversata dal lungo fiume Syr Darya al centro dello storico territorio noto dall’ antichità come Sogdiana da sempre crocevia di migrazioni e commerci in Asia Centrale, a nord oltre la catena del Turkestan verso l’ Uzbekistan inizia l’altra storica regione nella valle di Fergana, tra le suggestive montagne che si innalzano attraverso il centro del Sughd il massiccio del Mogoltau con la sua riserva che protegge le varie specie di uccelli migratori ed endemici così come quella sui contrafforti meridionali dei monti Kuraminskiy nell’altro massiccio di Aktash, mentre scendendo nel territorio meridionale si apre la valle attraversata dal fiume Zeravshan. Capitale ne è la grande città di Xuçand nota anche come Khujand dalla lunga storia iniziata quando nel territorio più orientale dell’ impero persiano di Ciro il Grande vi sorgeva Cyropolis nel VI secolo a.C. e dopo la conquista di Alessandro il Grande nel 329 vi sorse la sua sua città più lontana o Eskhata chiamata anch’ essa Alexandria come tutte le altre che aveva fondato, a difesa dei confini orientali dalle incursioni delle tribù nomadi degli Sciti che mantenne la sua cultura ellenistica fino all’ inizio del I secolo a.C. divenendo poi un fiorente centro sulla Via della Seta. Come il resto della regione all’ inizio del VIII secolo fu conquistata dagli arabi del califfato islamico Omayyade guidati da Qutayba che divenne il primo governatore del Khorasan e la Transoxiana iniziando l’ islamizzazione delle popolazioni completata durante il dominio Abbasside. Alla fine del IX secolo entrò nell’ impero della dinastia Samanide e poi del Khanato Kara-Khanid, dopo l’ incontenibile invasione mongola dell’ Asia Centrale ne divenne un centro poi passato nel Khanato di Chagatai e alla fine del XIV nel vasto impero Timuride governato dalla dinastia di cultura persiana turco mongola Shaybanide e poi nel Khanato Kokand che venne conquistato dai russi nel 1866 e ne fu un centro nella vasta colonia zarista centroasiatica del Turkestan seguendo il resto della storia del Tagikistan divenuto repubblica dell’ Unione Sovietica come la grande città di Leninabad, dopo l’ indipendenza ribattezzata Khujand. Parte della sua storia è conservata nei resti della cittadella sorta nel X secolo, la moschea Masjidi Jami e le scuole islamiche medrese, il mausoleo Kamoli Khujandi in stile tajiko ricorda il poeta Kamal Khujand del XIV secolo nell’ omonimo vasto parco sulla sponda meridionale del Syr Darya, davanti il Teatro e il museo della regione di Sughd. Sulla riva sinistra del fiume su un colle il monumento di Ismail Somoni circondato da fontane e gli edifici islamici che affacciano sulla piazza ove si trova grande bazaar di Panjshanbe, oltre il ponte sul Seer Darya l’ epoca sovietica è ricordata dalla grande statua di Lenin nel Parco della Vittoria assieme al monumento ai soldati tajiki e i quartieri settentrionali della città moderna nei presi dell’ Università statale si innalza la torre illuminata della Stella Khujand.
Dushambe
La regione centro occidentale del Karotegin con i nove distretti e quattro città nella giurisdizione del governo centrale si stende sull’ altopiano attraversato dal fiume Vakhsh che scorre poi come affluente del’ AmuDarya , nel territorio settentrionale dal Pamir Alay si allunga la catena del Zarafshan che affaccia tra le valli nel bacino formato dall’ omonimo fiume e poco a sud la catena dei monti Gissar , la regione dell’altopiano fu popolata in epoche remote e dalla più antica cultura di Bishkent diffusa nella regione nella metà del II millennio durante l’età del bronzo nella regione, si estese lungo il fiume omonimo la più evoluta cultura di Vakhsh. Dopo il dominio nella più orientale provincia dell’ impero Achmenide e poi nella Sogdiana dei regni ellenistici ha seguito poi la storia antica del Tajikistan, per l’ intero medioevo attraversato dalle carovaniere sulla Via della Seta, passando dai domini persiani, la conquista araba e l’invasione mongola fino a divenire territorio russo nella colonia del Turkestan, seguito dal lungo periodo sovietico fino all’ indipendenza.La storia della capitale Dušanbe o Dushanbe iniziò dal vecchio vecchio villaggio di Kasabai Dushanb che prese nome dal suo mercato del venerdì, a metà del XVII secolo si estese il centro fortificato di Dushanbe Qurghan dal frequentato caravanserraglio sulla via carovaniera governato dall’ emirato di Bukhara con nuovi quartieri, moschee e bazaar poi nel 1868 venne anch’ esso ceduto all’ impero russo come il resto della regione chiamata Dyushambe all’inizio del periodo sovietico ribattezzata Stalinabad con una grande espansione continuata con l’ indipendenza fino a divenire la capitale e più vasta città del paese Dushanbe come la si trova. Salendo sul colle attraverso il Parco della Vittoria la vista spazia su gran parte della città con i quartieri centrali diramano sulle vie ove affaccino vaste piazze, dalla Sadriddin Ainicon con al centro il monumento omonimo dedicato al letterato Sadriddin Aini e nei pressi l’edificio che ospita il Museo di Antichità che racconta la storia della regione e la sua capitale la Centennial con la grande fontana da dove si
raggiunge l’elegante Piazza dell’Amicizia Dousti con il grande monumento che ricorda Ismail Samani con la sua statua dalla corona aurea e vicino il museo aperto per celebrare l’antico regno medievale Samanide, oltre la Putovsky la cultura e l’arte tajika è raccontata dalle esposizioni del Museo Etnografico, mentre la storia naturale e il resto dell’ arte regionale è esposta nel Museo Unificato del Tagikistan. In epoca sovietica venne realizzata la città moderna con vari edifici e monumenti dalla tipica architettura come il grande Teatro di Opera e Balletto Ayni, il Mausoleo Firdowsi, il Mirzo Tursunzade e la biblioteca con una vasta raccolta di manoscritti islamici medioevali.Nei quartieri attraversati dal lungo viale Prospekt Rudaki che attraversa la città affacciano altri edifici che ne hanno percorsa la storia con la grande moschea Haji Yacoub e la medersa con la scuola coranica, dal XIX secolo la chiesa ortossa russa di Dušanbe e nel quartiere della vecchia comunità ebraica la Sinagoga Bukharian recentemente ricostruita, oltre gli animati bazaar di Shan Mansur e quello dei tessuti Barakat il grande e moderno centro Ismaili dalla raffinata architettura che ricorda quella medievale Samanide come gli edifici che ospitano l’Universita Nazionale Tajik dallo stile ispirato da quello tradizionale e ancora più a ritroso nella storia della città secoli poco fuori dalla periferia si trovano i resti della fortezza Hissar sorta nel XIII secolo.
Khatlon
nella regione sud occidentale in epoca sovietica venne istituito il distretto di Khatlon con la collettivizzazione forzata delle campagne nei piani quinquennali stalinisti per la produzione di cotone, popolato dai Gharmi di stirpe Tajika, dalla metà degli anni cinquanta del secolo scorso in parte costretti a migrare nella limitrofa regione centrale. Dopo l’ indipendenza nel 1991 si schierarono contro il nuovo governo appoggiato dall’altra locale popolazione dei Kulobi combattendo un sanguinoso conflitto etnico tra loro durante la guerra civile del 1992, la regione è stata poi a lungo dominata dall’ Integralista partito Irp della Rinascita Islamica che dopo la sua entrata in clandestinità nel 2015 è divenuto uno dei territori del paese più martoriato dalla violenza e il terrorismo jihādista. Ove si trovava un centro centro dei regni ellenistici Battriani nel medioevo venne fondata la città di Khatlān, come gran parte della regione dal XVI secolo dominio del Khanato di Bukhara e successivamente dell’ omonimo Emirato divenendo la città di Kulob a metà del XVIII secolo, con la conquista russa entrata nella vasta colonia del Turkestan zarista e successivamente estesa nel periodo sovietico dal 1929 come una delle più grandi del paese, dopo l’indipendenza nel 1991 vi rimase uno dei tre contingenti militari russi della Base 201 dalla guerra civile fino al suo ritiro nel 2015 e storia simile ha avuto la capitale della regione Qurǧonteppa meglio nota come la città di Bokhtar.
Gorno-Badachšan
Venendo da ovest dalla lontana Dushambe attraverso parte della regione di Khatlon, dalla valle del Rasht salendo per il villaggio di Tavildara si continua le suggestive montagne oltre il passo Khaburabad procedendo dal più centro occidentale distretto di Shughnon da dove lungo le maestose montagne e gli altopiani del Pamir, si stende a sud est la regione autonoma Tajika del Gorno-Badakhshan o Badachšan dal territorio orientale disteso sulla lunga frontiera con la Cina nella regione occidentale del Xinjiang. Verso sud lungo il territorio afghano settentrionale si trova la cittadina di Qal’ai Khumb che fino al IX secolo nel territorio lungo il fiume Oxus fu capitale del principato indipendente di Darvaz, nella regione sull’ altopiano del Pamir si raggiunge la città di Choruǧ in una valle alla confluenza del fiume l Gunt con il più lungo fiume Panj e seguendone il corso meridionale verso il confine afghano tra le montagne dal remoto villaggio di Ishkoshim si raggiunge quello di Yamg lungo la sponda settentrionale del fiume tra i magnifici scenari del Pamir sulla sinistra e dell’ Hindu Kush dall’altra parte in un suggestivo territorio dagli isolati villaggi e frequentato dai nomadi. Oltre il mausoleo dedicato al venerato sufi e poeta Muboraki Vakhoni si trova un antico stupa budista del IV secolo e il villaggio di Langar da dove si sale per l’alto passo di Khargush giungendo ove si si aprono gli splendidi laghi blu di Yashil Kul e Bulun Kul. In epoca sovietica venne aperta la lunga strada del Pamir che tra le montagne dell’ omonimo altopiano scende dalla storica Valle di Fergana e la città di Oš in Kirghizistan nel Tajikistan orientale attraverso la regione del Gorno-Badachšan, da dove per la maestosa catena del Pamir le carovaniere sulla Via della seta tra montagne e vallate popolate dai nomadi giungevano nella remota regione del Wakhan attraverso la striscia che si allunga dall’ estremità nord orientale dell’Afghanistan tra il Pamir e l’Hindu Kush ove si incrociavano diramando a sud est sulla via dell’ India attraverso il Pakistan e più a nord verso la regione occidentale cinese del Xinjiang per il favoloso Cathay.