La rivoluzione russa
Dal populismo russo dei primi movimenti rivoluzionari del XIX secolo si diffusero quelli anarchici e socialisti durante il regno di Alessandro II che ne rimase ucciso in un’ attentato nel 1881, continuati con il suo successore che fu l’ ultimo zar Nicola II fino alla rivoluzione del 1917 che pose fine alla dinastia dei Romanov.

La rivoluzione del 1905
Riunendo sei diverse organizzazioni socialiste nel 1898 a Minsk venne fondato il Rossijskaja social-demokratičeskaja rabočaja partija o Posdr che fu il primo Partito operaio socialdemocratico russo di ispirazione marxista e quattro anni dopo altri movimenti socialisti più radicali fondarono il rivoluzionario Partito_Sr come Partija socialistov-revoljucionerov. Inizialmente uniti fino al 1903 quando tra Bruxelles e Londra si tenne il secondo congresso del Posdr dove si divise tra la corrente più socialdemocratica che costituì il movimento Men’shevik o minoranza dei Menscevichi, e quello più radicale che fondò l’altro movimento Bol’shinstvo o maggioranza dei Bolscevichi, guidato dal rivoluzionario Vladimir Il’ič Ul’janov noto come Lenin, destinato a prendere il potere il decennio successivo. Mentre volgeva alla fine la disastrosa guerra russo-giapponese con la sconfitta russa, nel 1905 a Pietroburgo una pacifica manifestazione popolare spontanea guidata dal religioso Georgij Apollonovič Gapon, noto come il pope Gapon, venne attaccata dall’ esercito imperiale che aprì il fuoco sulla folla in quella che fu ricordata come la Domenica di_sangue. Seguirono altri massacri di manifestanti in varie città mentre veniva proclamato lo sciopero generale esteso tra operai e contadini nelle altre regioni iniziando la Rivoluzione del 1905 che dilagò in tutta la Russia con la costituzione di consigli operai e contadini spontanei nei vari centri dei primi Sovjét, nel maggio del 1905 il primo sorse nella città di Ivanovo a nord est di Mosca con l’ Ivanovsky Sovjét e poco dopo quello più numeroso che prese la direzione del movimento nel soviet di Pietroburgo. La violenta repressione zarista non arrestò il movimento rivoluzionario esteso fino all’ all’ Ucraina e la regione del Mar Nero ove ed uno dei simboli ne fu l’ammutinamento nel porto di Odessa dei marinai sulla nave da guerra Potèmkin unendosi agli insorti dopo il massacro di inermi manifestanti in città in un’epica rivolta contro la repressione zarista celebrata dal grande regista Ėjzenštejn con uno dei primi grandi capolavori cinematografici uscito nel 1925 della Corazzata Potëmkin. Dopo aver promesso alcune concessioni agli insorti spaventato dagli eventi, con il rientro in Russia dell’ esercito sconfitto nella guerra con il Giappone, lo zar Nicola II riprese la violenta repressione per combattere e schiacciare definitivamente la Rivoluzione del 1905 , ma nel timore che non sarebbe riuscito industriali e proprietari terrieri lo convinsero a qualche aleatoria concessione e il governo fu affidato al reazionario ministro Pyotr Stolypin che per sedare il popolo avviò una riforma agraria per consentire ad una parte dei contadini il possesso di minuscoli campi, trasformando le vecchie assemblee popolari Mir dei villaggi rurali in una sorta di collettivizzazione delle terre con la costituzione delle Obščina, mantenendo i grandi latifondi e le propietà terriere, mentre la gran parte di contadini e braccianti continuavano a rimanere sprofondati nella miseria. Su ispirazione dell’ altro ministro Sergej Vitte lo zar si convinse ad emanare il Manifesto per il miglioramento dell’ordine dello Stato, noto come manifesto di Ottobre promettendo alcuni diritti civili e la costituzione di un parlamento esclusivamente consultivo sottoposto al controllo del potere zarista nell’ assemblea della Duma convocata per la prima volta nel 1905 a Pietroburgo.
Menscevichi e Bolscevichi
Due anni dopo venne convocata la seconda Duma con l’ elezione di diversi deputati uniti nel movimento dei Menscevichi che fu protagonista nelle insurrezioni con il Partito Socialista Rivoluzionario assieme all’ altro movimento marxista dei Bolscevichi guidato da Lev Davidovič Bronštejn meglio conosciuto come Lev Trotsky o Trockij e Vladimir Il’ič Ul’janov ormai noto come il grande rivoluzionario Lenin destinato a cambiare la storia con il successivo trionfo della rivoluzione nel 1917. Dopo il fallimento rivoluzionario del 1905, con qualche concessione fu mantenuto il potere dello zar Nicola II, ma quando nel 1914 scoppiò il grande conflitto tra gli imperi centrali della Mittelmachte, che riuniva Germania, impero Austro Ungarico, quello ottomano e il regno di Bulagaria, contro Gran Bretagna e Francia che erano alleati nella Triplice intesa con l’ impero zarista, lo stesso anno lo zar decise la sconsiderata entrata della Russia nella prima guerra mondiale combattendo per oltre tre anni dal 1914 gran parte delle battaglie sul Fronte_orientale. All’ inizio del 1917 l’esercito russo, composto in gran parte di contadini strappati alla terra ed operai alle fabbriche, tra morti, feriti e prigionieri aveva subito oltre sei milioni di perdite, mentre per le disastrose condizioni dei soldati inviati al massacro iniziavano ammutinamenti e in madrepatria la popolazione devastata cominciava ad insorgere nella prima Rivoluzione a febbraio del 1917, con i comitati popolari che costrinsero all’ abdicazione lo Zar responsabile del regime autoritario che aveva portato a quella guerra disastrosa. Fu proclamato un governo provvisorio affidato a Georgij Evgen’evič pricipe di L’vov con la formazione di monarchici costituzionali, liberali e repubblicani moderati nel Partito Partito Kd del Konstitutsionno-Demokraticheskaya, a marzo i rivoluzionari riuniti nel soviet di Petrogrado proclamarono a loro volta il potere dei consigli popolari bolscevichi che ne contestava l’autorità, mantenendo quello che venne definito Dvoyevlastiye o dualità del potere tra il governo provvisorio e il Comitato della Duma di Pietrogrado ove venne eletto Aleksandr Kerenskij che si era distinto nelle insurrezioni della rivoluzione di febbraio e rappresentante del Partito Sr socialista rivoluzionario. Nel frattempo a marzo il governo provvisorio consegnò lo zar Nicola II con la sua famiglia reale agli arresti domiciliari poco fuori da Pietroburgo nel palazzo di Aleksandr a Carskoe Selo, mentre iniziava il conflitto con i controrivoluzionari che potevano avere come riferimento lo zar, se ne decise la sorte con Lev Trockij che ne voleva un processo popolare a Mosca per giudicarne i crimini ed esiliare la famiglia all’ estero, mentre il più intransigente Jakov_Sverdlov ne propose la deportazione e venne deciso di trasferirli ad Ekaterinburg in Siberia. Poco dopo durante la guerra civile, con l’ avanzata ad est dell’ Armata Bianca controrivoluzionaria sostenuta dalle potenze straniere, venne decisa l’ esecuzione di Ekaterimburg dello zar e la famiglia reale per evitare che ne divenissero un riferimento, segnando la definitiva e tragica fine della dinastia Romanov .
Le Tesi di Aprile
Nell’ aprile del 1917, dall’ esilio in Svizzera ove fu costretto dopo la fallita rivoluzione del 1905, era rientrato Lenin con un lungo viaggio in treno che poco dopo fu il protagonista della vera vittoria popolare nella rivoluzione di Ottobre. Appena rientrato in Russia dall’ esilio, giunto a Pietrogrado Lenin sostenne l’ uscita immediata dalla prima guerra mondiale che riteneva giustamente imperialista, non considerando più la necessità di una fase di transizione capitalistica con un governo parlamentare liberaldemocratico per la rivoluzione socialista dalla più arretrata Russia capace di sconvolgere l’ equilibrio delle potenze capitaliste ed imperialiste e nel suo celebre discorso proclamò “tutto il potere ai soviet degli operai e dei contadini”, poi sulla Pravda, che era da tempo il giornale organo rivoluzionario bolscevico, pubblicò le tesi Aprel’skie così dette per essere uscite in quell’ aprile del 1917. Sostenendo che il potere doveva essere preso dai Soviet proletari per giungere alla pace e scongiurare la controrivoluzione nelle Tesi di Aprile affermò che solo con la rivoluzione proletaria si poteva giungere all’acquisizione e socializzazione delle terre, ma non da distribuire genericamente ai contadini come sostenuto dai movimenti populisti del socialismo rivoluzionario, bensì da collettivizzare con la direzione dei soviet in una modernizzazione razionale per estendere la produzione, così come nelle fabbriche e l’ industria ancora arretrata, nonché il potere finanziario delle banche anch’esse da socializzare. Nelle Tesi di Aprile Lenin affermava inoltre lo smantellamento dello stato centralizzato zarista favorendo i soviet come autonomie locali coordinate nella costruzione del socialismo reale, oltre alla creazione di una Terza Internazionale comunista poi fondata a Mosca nel 1919 come Comintern per estendere la rivoluzione dalla Russia agli altri paesi capitalisti per una transizione al socialismo, mentre con le sue tesi ribadite nel primo congresso dei Soviet tenuto nel giugno 1917 a Pietrogrado, delineava chiaramente strategia e tattica dei comunisti ancora in minoranza.
Il governo Kerenskij
Kerenskij nel frattempo come capo della assemblea rappresentativa della Duma divenne Ministro della Guerra del Governo provvisorio Vremennoe pravitel’stvo e nel luglio del 1917 decise che poteva risolvere le sorti della Russia nella prima guerra mondiale con quella che venne chiamata l’ offensiva di Kerenskij contro gli eserciti austro ungarico e tedesco sul fronte orientale finita in una disastrosa sconfitta. Nel frattempo a Pietroburgo ribattezzata Pietrogrado, soldati, marinai ed operai insorsero nella Iul’skiye dni o I Giorni di Luglio con violenti scontri popolari contro il governo provvisorio che ne accusò il movimento dei bolscevichi dichiarati fuori legge e ne seguì una dora repressione con l’ arresto di Trockij e gran parte dei dirigenti, mentre per sfuggire alla cattura Lenin fu costretto di nuovo all’ esilio Finlandia. Dopo gli eventi di luglio e la dura repressione sui Bolscevichi Kerenskij prese la carica di primo ministro del governo provvisorio e a capo dell’ esercito nominò il generale Lavr Kornilov che subito si adoperò per eliminare la minaccia rivoluzionaria bolscevica pretendendo il suo potere militare e nel suo colpo di stato Kornilov del settembre del 1917 mobilitò un’ armata composta in gran parte da musulmani caucasici, tatarici e circassi oltre che ultraortodossi nella sanguinaria Divisione Selvaggia con l’ offensiva nota come l’ Affare Kornilov o Kornilovscina avanzando su Pietrogrado in nome del Dio ortodosso ed Allah contro i socialisti atei, fermati dalla popolazione riunita dal soviet della capitale, si sciolsero senza combattere e il generale fu arrestato, mentre si risollevò la solidarietà popolare rivoluzionaria. Dopo il fallito colpo di stato controrivoluzionario di Kornilov, evitato solo dall’ intervento dei bolscevichi, il governo provvisorio di Kerenskij si era mostrato debole nell’ affrontare i movimenti reazionari e, continuando nel disastroso impegno bellico, non era in grado di fronteggiare la profonda crisi economica, considerato come difensore della propietà privata dalla popolazione che aderiva sempre di più ai soviet .
La rivoluzione di Ottobre
All’ inizio di ottobre 1917 l’ Orgburo che riuniva il primo comitato centrale del partito bolscevico decise l’ insurrezione armata, nonostante l’opposizione di Grigorij_Zinov’ev che era stato esule in Finlandia con Lenin, il dirigente bolscevico rimasto in Russia in attesa del suo rientro Lev_Kamenev e il membro del Comitato Militare Rivoluzionario di Mosca Aleksej Rykov, sostenuta invece da Lenin che riteneva giustamente il rischio di una reazione alle stesse conquiste democratiche che avrebbe impedito quella socialista ove il partito doveva essere l’ avanguardia nella situazione rivoluzionaria. La rivoluzione iniziò con l’ insurrezione di Pietrogrado, al primo colpo di cannone sparato dai marinai ammutinati dell’ Incrociatore Aurora nel porto la notte del 24 ottobre secondo il calendario russo, seguì l’ assalto e la presa del Palazzo Zimnij che era stata a lungo la residenza imperiale nota come il Palazzo d’Inverno , iniziando gli epici giorni della vittoriosa Rivoluzione_d’ottobre abbattendo il governo Kerenskij sostituito con quello provvisorio dei Commissari del Popolo bolscevichi nei Dieci giorni che sconvolsero il mondo, come li chiamò nella sua cronaca il giornalista socialista statunitense John_Reed che vi partecipò e narrati nel 1928 dal celebre film sull’epopea dell’ ottobre Oktjabr’ realizzato dal grande regista maestro del realismo Ėjzenštejn. Il potere venne preso provvisoriamente dal comitato militare rivoluzionario di Petrogrado e nei mesi successivi fino al marzo 1918 si estesero nei soviet delle varie città altri Komitet militari rivoluzionari, intanto con la vittoria dell’insurrezione armata il 25 ottobre venne subito organizzato il Congresso panrusso dei Soviet nel palazzo Smolnyj, il giorno dopo vennero emanati i decreti per terminare immediatamente la partecipazione alla prima guerra mondiale e la collettivizzazione della terra nel nuovo governo Sovietico. Per la sua costituzione venne organizzato il Primo Consiglio dei Komissarov del popolo con la presidenza di Lenin, commissario per gli affari esteri divenne Lev_Trockij e per le nazionalità colui che sarebbe poi divenuto suo acerrimo nemico Iosif Vissarionovič Džugašvil detto Stalin destinato al potere nei decenni succesivi. Al commissariato per la solidarietà statale andò la rivoluzionaria marxista e femminista Aleksandra_Kollontaj, al filosofo ed intellettuale teorico marxista Anatolij Lunačarskij venne affidata l’istruzione, educazione pubblica e cultura come commissario della Narkompros, fondamentale per la costruzione e la diffusione del socialismo dopo la rivoluzione. A Vladimir Ovseenko andò il ruolo di commissario per le attività connesse all’ esercito assieme al giurista ucraino Nikolaj Krylenko incaricato anche dell’uscita dalle attività belliche, per la marina militare e civile l’altro ucraino Pavel_Dybenko, agli affari interni e la sicurezza dello stato fu eletto Aleksej Rykov, all’ agricoltura e i soviet rurali per la nuova riforma agraria Vladimir_Miljutin , per le fabbriche ed operai come commissario popolare del lavoro Aleksandr Šljapnikov, connesso a quello l’industria e il commericio nazionale affidato a Viktor Nogin, mentre alla nazionalizzazione delle banche e il tesoro il commissariato alle finanze fu assegnato a Ivan Stepanov.
Stato e rivoluzione
In opposizione alla concezione leninista del partito come avanguardia rivoluzionaria, Georgij Plechanov la riteneva impraticabile per l’arretratezza della Russia ancora in gran parte rurale e da realizzarsi solo quando il proletariato sarebbe divenuto maggioranza, sostenendo l’alleanza con i socialdemocratici in una coalizione governativa e gran parte dei partiti socialdemocratici europei considerarono la rivoluzione di ottobre come un’esclusiva iniziativa dei bolscevichi privato del consenso popolare. Per i socialdemocratici le conquiste dei lavoratori dovevano avvenire solo nell’ ambito della democrazia parlamentare, come affermato nella IV_Conferenza della Seconda Internazionale di Londra nel 1918, riaffermando l’ opposizione alla rivoluzione e l’ esclusiva via democratica al socialismo. La radicale revisione del marxismo nelle conferenze della Seconda Internazionale si fondava anche sulle tesi del socialista tedesco revisionista dei fondamenti marxisti Eduard_Bernstein che riteneva superato il capitalismo descritto da Marx così come la lotta di classe per un riformismo graduale nell’ ambito della democrazia concessa dai parlamenti liberali. L’ opposizione di Bernstein alla rivoluzione russa e la via adottata per il socialismo venne affiancata dal pensiero dell’ altro revisionista marxista tedesco Karl Kautsky che sosteneva la lotta attraverso l’acquisizione della maggioranza parlamentare come la sola via per superare la società capitalista e realizzare il socialismo conservando le istituzioni democratiche e le libertà sorte precedentemente, ritenuta una devastante tesi revisionista per la rivoluzione proletaria nel 1918 scrisse contro il Rinnegato Kautsky accusandolo di trasformare Marx in un volgare liberale. Contro le tesi revisioniste Lenin pubblicò Gosudarstvo i revoljucija che ribadiva la dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione, tradotto come Stato e rivoluzione denunciava la perdita dello spirito marxista dei revisionisti capeggiati da Kautsky nella rinuncia alla presa del potere considerando lo stato borghese del capitalismo come super partes nella lotta di classe, mentre come ampiamente dimostrato dal materialismo storico marxista lo Stato è lo strumento della classe al potere per legalizzare il suo dominio economico e sociale sulle altre anche con la repressione violenta di ogni tentativo di emancipazione, pertanto da superare nella costruzione del socialismo e una democrazia reale attraverso i consigli dei lavoratori e non con un parlamento in mano alla classe dominante. Stato e rivoluzione, come nel suo sottotitolo, elaborava la dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione per la socializzazione dei mezzi di produzione e la ridistribuzione della ricchezza tra i lavoratori con la graduale estinzione dello stato assorbito nella società civile progressivamente rendendolo superfluo con il completamente della transizione al socialismo basato sulla solidale convivenza sociale priva di ogni forma di sfruttamento. Nella fase transitoria è necessaria la dittatura proletaria per opporsi efficacemente ad ogni tentativo controrivoluzionario e per una crescente democrazia nella società civile che permetterà progressivamente di assumere le funzioni dello stato rendendoli funzionali ed efficaci per il popolo con la partecipazione e il controllo popolare attraverso i consigli dei lavoratori Soviet.
Rosa Luxemburg
La grande filosofa marxista e rivoluzionaria tedesca Rosa_Luxemburg di origine polacca sosteneva la vittoria della rivoluzione russa e i suoi principi, come teorica prima della socialismo radicale e poi nel cosiddetto comunismo di sinistra, la Luxemburg ne paventava il fallimento avendo saltato le varie fasi della progressiva evoluzione economica e politica teorizzate dal marxismo nel timore che alla dittatura del proletariato si poteva sostituire quella del partito che si costituiva come stato. Senza poter prevedere che purtroppo alcune di quelle considerazioni della Luxemburg su socialismo e rivoluzione avrebbero prevalso nella Russia rivoluzionaria dopo la sua morte, sempre rifacendosi alle sue tesi di Stato e rivoluzione, Lenin sosteneva al contrario che lo stato rimane sempre strumento della classe al potere e che la democrazia rimaneva solo all’ interno di essa, mentre le altre subalterne e sfruttate ne rimangono escluse e solo con la dittatura del proletariato come fase di transizione al socialismo era possibile difendersi dalle aggressioni controrivoluzionarie per continuare nell’ opera di socializzazione di fabbriche e terre attraverso i soviet, per poi esportare l’ idea rivoluzionaria tra gli altri popoli. Nel frattempo assieme a Karl Liebknecht Rosa Luxemburg sul finire della grande guerra fondò la Lega di Spartaco Spartakusbund, mentre la sconfitta nella prima guerra mondiale pose fine all’ impero tedesco e la destituzione del Kaiser, seguita dalla cosìdetta rivoluzione di novembre che si opponeva al piano per una monarchia costituzionale in Germania finita nella costituzione della repubblica di Weimar ove rimaneva il potere della borghesia capitalista che aveva lucrato sulla guerra. In una devastante crisi con la popolazione in miseria, con gli echi della vittoriosa rivoluzione di ottobre in Russia, la Lega fondata dalla Luxemburg e Liebknecht pensò fosse giunto il momento per proclamare lo sciopero generale e l’ insurrezione della Spartakusaufstand o Rivolta spartachista del gennaio 1919. La rivolta fu ben presto violentemente repressa utilizzando le famigerate e sanguinarie milizie del Freikorps assieme a reparti dell’ esercito che poco dopo catturarono i due eroici rivoluzionari ponendo fine alle aspirazioni popolari con il barbaro assassinio della Luxemburg e Liebknecht.
Socialismo e guerra imperialista
Fin dall’inizio della prima guerra mondiale Lenin aveva espresso in vari scritti ed interventi la sua attenta analisi sui principi del socialismo e la guerra e nell’ aprile del 1917 con un suo celebre scritto, sempre in riferimento alla guerra come espansione delle potenze capitalistiche e in generale come strumento per la sottomissione dei popoli, descrisse l’ Imperialismo come fase suprema del capitalismo ove l’ opportunismo partiti socialdemocratici europei che definiva socialsciovinismo aveva portato alla scissione del socialismo e nello stesso anno chiamò la mobilitazione con un altro scritto intitolato Agli operai come appello a coloro che sostengono la lotta contro la guerra e contro i socialisti che si sono schierati con i loro governI, oltre a delineare la prima fase della rivoluzione, il nuovo governo con la milizia proletaria e come uscire dalla guerra nelle sue Lettere da lontano. Mentre nei diversi centri regionali russi si diffondeva il potere dei Soviet estendendo le conquiste rivoluzionarie, nel marzo del 1918 venne decisa la fine alla disastrosa partecipazione nella prima guerra mondiale con il trattato di Brest-Litovsk stipulando la pace sul Fronte orientale con gli imperi austro ungarico, tedesco, ottomano e il regno bulgaro firmato dal diplomatico Georgij Čičerin, nominato commissario agli Affari Esteri dal governo rivoluzionario, costretto a cedere la regione del Caucaso meridionale tra Georgia, Armenia e Azerbaigian della Transcaucasia che era stata conquistata contro l’ impero ottomano, l’ intera Ucraina tra i Carpazi e il Mar nero, ad ovest Il vecchio dominio zarista in Finlandia, il territorio affacciato sulla costa baltica esteso in Estonia e la vicina regione dalla Lituania fino alla regione orientale della Polonia. Una popolazione di oltre cinquanta milioni di abitanti, cinquemila fabbriche, i tre quarti della produzione di ferro e carbone e quasi un terzo della produzione agricola vennero persi nelle inevitabili cessioni di Brest-Litovsk per porre fine alla guerra che sprofondarono il paese in una grande crisi.
La guerra civile
Dal 1918 per tre anni venne proclamato quello che fu detto il Kommunizm di guerra per fronteggiare le minacce controrivoluzionarie, mentre la nuova repubblica di Polonia invase parte della regione occidentale del territorio dalla Lituania e attraverso la Bielorussia a quello che dai i Carpazi e il Dnper si stende in Ucraina, ostacolata dall’ esercito rivoluzionario nel conflitto della guerra sovietico polacca Pol’skaja iniziata nel 1919 e trascinata con varie battaglie fino a quando l’ Armata rossa avanzò liberando i territori occupati fino in Polonia ove venne fermata nel 1920 con la battaglia di Varsavia, terminata poi con la spartizione dell’ Ucraina e la Bielorussa tra i sovietici e i polacchi decisa dopo la pace con il trattato di Riga nel 1921. Nel frattempo i movimenti più ferocemente antibolscevichi si riunirono nel Movimento Bianco del Beloye con le loro formazioni armate antirivoluzionarie confluite nella bellicosa e sanguinaria armata Belaya o Armata Bianca che per oltre quattro anni scatenarono la graždanskaja vojna v Rossii nella violenta e devastante Guerra civile in Russia sostenuta dalle potenze occidentali con rifornimenti, armi e contingenti militari. Nella regione meridionale l’ Armata dei Volontari controrivoluzionari Dobrovol poi impegnata per tutta la guerra civile venne costituita nel 1918 a Novočerkassk dal generale Michail_Alekseev assieme all’ altro generale reazionario dell’ esercito imperiale dalla sinistra fama Lavr Kornilov, protagonista del fallito colpo di stato durante il governo provvisorio di Kerenskij, che la rese nota come la famigerata armata Dobrovol’ceskaja seminando il terrore tra la popolazione, come lo Squadrone Rosso fondato dal generale di stirpe nobile Pyotr Wrangel tristemente noto per saccheggi e massacri. L’esercito controrivoluzionario disponeva anche di una sua marina militare con la Belyy flot o Flotta Bianca che contava su navi da guerra dalle basi sul Mar Nero e in Siberia comandata dall’ ammiraglio Aleksandr Kolčak, mentre sul campo assieme alle altre nelle varie regioni combattevano formazioni ben armate come l’armata Donoskaya che riuniva i cosacchi controrivoluzionari nell’ esercito del Don guidata dall’ Atman e generale di cavalleria Alexey_Kaledin, la privata armata Bermontian costituita da Pavel Rafailovič Bermondt principe di Avalov, quello che si definiva esercito l’ popolare controrivoluzionario di Komuch che nel 1918 aveva combattuto i bolscevichi nella regione del Volga, da dove si estese lungo la ferrovia Transiberiana la rivolta della legione Cecoslovacca, mentre sempre nella regione orientale tra gli Urali e la Siberia operava l’altra formazione dell’ esercito Sibriskaya controrivoluzionario a difesa del governo siberiano provvisorio antibolscevico di Omsk. Nelle regioni rurali meridionali si organizzarono milizie di controrivoluzionari unite nell’ Armata verde Zelonaya contro i Bolscevichi, ma che si opponeva anche all’Armata bianca e l’ intervento dei contingenti stranieri, considerata da Trotskij tra i peggiori nemici del popolo, ma in realtà dagli scopi molto vaghi nella guerra civile manifestata dai suoi esponenti tra spirito libertario e reazionario come Nestor Machno , dalle confuse ispirazioni anarchiche schierato sia con i controrivoluzionari che con i bolscevichi, che nel 1919 aveva esteso la sua armata con oltre cinquantamila miliziani nell’ Esercito insurrezionale rivoluzionario d’Ucraina Machnovščina lasciando ogni schieramento per una vana indipendenza di quella regione.
L’invasione controrivoluzionaria
Fin dalla vittoria nell’ ottobre 1917 iniziò quella che venne definita la grande congiura mondiale contro i Bolscevichi dai rivoluzionari che avevano preso il potere, ratificata di fatto nel 1919 dalle decisioni delle potenze alleate per le sparizioni territoriali dopo la prima guerra mondiale riunite nella conferenza di pace di Parigi. Nel frattempo alla fine del 1918 il governo rivoluzionario decise la nascita dell’ Armata Rossa Krasnaja armija, riunendo e mobilitando i contingenti dell’ esercito per combattere le forze controrivoluzionarie che dilagavano in Russia appoggiate dalle potenze occidentali in quello che fu definito l’ intervento imperialista trascinato per quasi tre anni di scontri e battaglie in difesa della rivoluzione. Gli interventi militari delle potenze alleate in Russia durante la guerra civile iniziarono nel 1918, ufficialmente per recuperare reparti inviati durante la guerra mondiale rimasti bloccati dalla rivoluzione bolscevica, sostenendo nel frattempo controrivoluzionaria legione Ceskoslovenskè per il controllo della ferrovia Transiberiana e inviando contingenti nei porti siberiani, cominciando dalle truppe statunitensi inviate ad Arkhangelsk nella spedizione Polar Bear durata un anno dal 1918. All’ intervento controrivoluzionario in Siberia si aggiunse il corpo del Canadian Siberian Expeditionary Force o Csef inviato a Vladivostok, diversi territori costieri e le isole vennero occupate dall’ esercito nipponico con l’ intervento Giappone iniziando la sua espansione militare nella Cina settentrionale, mentre tra la Siberia e Manciuria fu inviata dal Regno d’ Italia la legione Redenta per proteggere la ferrovia Transiberiana necessario per il sostegno degli alleati alle forze Bianche. Assieme a quelle truppe alleate dall’ estate del 1919 altre di diversi paesi iniziarono un’ invasione in diversi territori nel tentativo di soffocare la rivoluzione assieme alle formazioni reazionarie russe, con altri contingenti francesi, balcanici, polacchi, cecoslovacchi e giapponesi, alleate in guerra e quelle che ne erano state nemiche tedesche, rumene e turche. Da quello in Siberia il tentativo di invasione si estese nell’ intervento in Russia meridionale, tra l’ Ucraina del sud e la Moldova settentrionale nello storico territorio della Bessarabia, mentre le truppe britanniche avanzarono in Turkmenistan con la missione Malleson invadendo il territorio ove i menscevichi avevano fondato il governo Transcaspiano dai e preso dai bolscevichi. I britannici attaccarono poi i territori del Baltico con la Royal Navy nell’ operazione che venne chiamata Red Trek tentando invano di favorire i controrivoluzionari dell’ Armata bianca a raggiungere Pietrogrado, ma occupando la Lettonia sulla costa baltica che fu sottratta al governo bolscevico e divenuta indipendente assieme alla limitrofa Estonia.
La nuova politica economica
Le potenze alleate si ritirarono nel 1920 avendo fallito il tentativo per il rovesciamento del governo rivoluzionario prolungando la sanguinosa guerra civile con milioni di vittime e devastanti conseguenze, anche se uscì vittoriosa dal tentativo di invasione della Russia dalle potenze imperialistiche dell’ epoca e difendendo strenuamente la rivoluzione nella guerra civile, il lungo conflitto provocò +tre milioni di morti negli scontri e altrettanti falciati da fame, epidemie e la grande carestia del 1920 durata due anni con altri milioni di vittime in una profonda crisi umanitaria, sociale ed economica. In quel periodo sorse la necessità di abbandonare quello che era stato chiamato il Kommunizm di guerra adottato nell’ emergenza della guerra civile con la centralizzazione e il controllo sociale, oltre il sistema delle requisizioni agricole nelle campagne per rifornire l’ esercito e le città, provocando la reazione contadina con diverse rivolte in varie regioni, mentre gran parte dei soldati smobilitati tornavano nei loro villaggi partecipando alle azioni contro il governo. Tra le più vaste la rivolta di Tambov nell’ omonima città sud occidentale guidata da Aleksandr Stepanovič Antonov dal passato di socialista rivoluzionario e che fu detta l’ insurrezione antonovscina con migliaia di miliziani armati contro i bolscevichi, mentre il movimento dei rivoluzionari anarcolibertari ucraini si organizzò nell’l’esercito nero Chernya noto anche come l’ armata Machnovščina fondata e guidata dall’anarchico Nestor Makhno. Nel frattempo il paese dilaniato dalla guerra civile viveva una grande crisi anche nella produzione industriale, mineraria e materie prime aggravato anche dal blocco imposto dagli alleati con il trattato di Brest-Litovsk nel 1918, provocando lo spopolamento delle città con il ritorno nelle campagne che attenuava il potere bolscevico con tensioni di operai e contadini e altre agitazioni fino al marzo del 1921 quando marinai, soldati e parte della popolazione insorsero con la rivolta di Kronštadt nell’omonima base vicino Pietrogrado contro il potere centralizzato bolscevico riprendendo alcune tesi anarcomuniste del populismo russo nella convinzione che il socialismo non era realizzabile se non vi era una partecipazione popolare per uno stato libertario. Oltre queste ed altre motivazioni dell’ insurrezione di Kronstadt che venne repressa, l’ insoddisfazione era reale anche tra il proletariato operaio che vedeva attenuato il controllo delle fabbriche sempre più sostituito dagli apparati burocratici così come i soviet rurali e l’ esercito, entrando in crisi le istituzioni rivoluzionarie, mentre continuava l’accerchiamento delle potenze capitaliste e la mancata espansione internazionale della rivoluzione. In questa crisi si inserì anche il movimento degli anarchici russi alimentando le rivolte populiste contadine come quelle di Antonov Makhno e di operai e soldati come a Kronštadt che potevano costituire riferimenti per i controrivoluzionari che ancora resistevano nei territori orientali fino alla loro definitiva sconfitta nel 1923. Contro i vari movimenti radicali russi ed europei privi di fondamenti strategici per la rivoluzione Lenin in un suo celebre scritto del 1920 ne giudicò l’estremismo come malattia infantile del comunismo, mentre in Russia , si rese necessario attenuare il malcontento popolare superando il comunismo di guerra ponendo fine alle necessarie requisizioni per passare ad una liberalizzazione del mercato agricolo passando alla Novaja Ėkonomičeskaja Politika o la nuova politica Nep. Nell’ aprile del 1921 venne emanato il decreto che aboliva le confische, seguito da quello che restituiva alcune propietà nazionalizzate e la privatizzazione di piccole attività agricole, mentre lo Stato continuava nella gestione della finanza, il monopolio bancario, la produzione industriale e il commercio estero, lasciando al libero commercio il mercato interno con la ripresa della circolazione monetaria ed un equa politica fiscale. La Nep nella sua politica, logica e metodi nell’ ottobre del 1921 venne sostenuta da Lenin con il rapporto al II Congresso dei Centri di educazione politica di tutta la Russia e decisa nel X Congresso del Pcus che con la sua lungimiranza fece risollevare in breve la disastrosa crisi, ma l’ ispirazione leninista della politica Nep aprì un’ accesa polemica nella dirigenza bolscevica sostenuta tra gli altri da Nikolaj_Bucharin ed inizialmente anche da Iosif Vissarionovič Džugašvil che cominciava ad essere già noto come Stalin, mentre altri ritenevano che il socialismo poteva sopravvivere solo con il totale controllo statale dell’ economia secondo Lev Davidovič Bronštejn meglio conosciuto come Lev Trockij che poco dopo di Stalin divenne acerrimo nemico.
Il testamento di Lenin
Tutto ciò che avvenne dopo è consegnato alla storia, ma rimangono in valori del leninismo che in parte si persero con la prematura scomparsa del vero protagonista di quell’ epoca che rimane il rivoluzionario Lenin , consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere nei suoi ultimi giorni dettò la sua ultima lettera al Congresso del Partito Bolscevico poco prima di spegnersi lasciando quello che divenne il testamento di Lenin con le chiare indicazioni per conservare l’ eredità della rivoluzione, criticando le posizioni di Lev Trotckij pur considerandolo grande protagonista della rivoluzione, intuendone le divergenze per il suo completamento che lo avrebbero portato alla sua concezione rivoluzionaria nel Trotskismo, ma soprattutto paventandone l’ ascesa al potere scrisse sulla pericolosità di quello che riteneva il rozzo Stalin proponendo di rimuoverlo dall’ incarico di segretario generale.Il 21 gennaio 1924 con la morte di Vladimir Lenin gran parte si tutto ciò che riuscì a costruire con la Rivoluzione d’ Ottobre sembrò svanire quando prese il potere l’ uomo d’acciaio Stalin che sconvolse molti di quei valori e conquiste iniziando un’ altro capitolo nella lunga storia russa.
Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero.