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La fine dei Romanov e dell’ impero

Alessandro III

Dopo la massima espansione dell’ impero russo e il riformismo durante il regno di Alessandro II,  contrariamente al padre Aleksandr Aleksandrovič Romanov salito al trono dopo il suo assassinio nel 1881 come lo zar  Alessandro III di Russia, fin dall’ inizio rivelò il suo spirito conservatore e reazionario ad ogni riforma, come fido consigliere ebbe  giurista Konstantin Pobedonostsev teorico del’assolutismo e la tradizione contro ogni liberalismo occidentale, nominato procuratore generale e ministro per tutto il regno dello zar, Pobedonostsev ne fu l’ eminenza grigia per la politica estera ed istituzionale e su sua ispirazione ripristinò la dottrina della  Nazionalità ufficiale basata sull’ autocrazia, ortodossia e tradizioni istituita nel regno  assolutista del nonno Nicola I. Nel 1882 Come ministro dell’ istruzione e poi  degli interni nominò l’altro reazionario Dmitrj Andreyevich conte di Tolstoj che come primo decreto abolì la libertà di stampa ed  estese lo strapotere della gendarmeria per reprimere ogni opposizione al regime, alla legislazione per affari interni venne nominato Nikolaj Ignatiev che, tra gli altri decreti restrittivi di libertà,  nel 1882 emanò i regolamenti temporanei sulla popolazione ebraica noti come le leggi di  maggio per essere adottate in quel mese vietando agli ebrei gran parte delle attività prima concesse ed  ogni spostamento fuori dai centri abitati  conservandone solo  gli insediamenti agricoli già esistente delle  Kolonii, mentre ne limitava ogni libertà aggravandone le condizioni. Il regime autoritario di Alessandro III cercò di reprimere in tutti i modi i movimenti del populismo russo rivoluzionario, all’epoca organizzati tra anarchici e socialisti come il dal mai sedato movimento della Narodnaja Volja che iniziò a tramare il suo assassinio nel 1887 come aveva fatto sei anni prima con l’attentato al  padre Alessandro II, ma la congiura venne ben presto scoperta dalla polizia segreta zarista Okhrana con l’arresto e la condanna a morte dei cinque cospiratori compreso  congiurati compreso Aleksandr_Ulyanov, fratello maggiore di Vladimir Il’ič Ul’janov che più tardi passò alla storia come la grande guida della rivoluzione russa del 1917 Lenin. Nel frattempo  dal 1882 venne nominato ministro degli esteri Nikolaj Girs di origini scandinave che ristabilì gli equilibri russi con le potenze europee  e nel 1891 fu l’ ispiratore dell’alleanza con la  Francia che, con l’ adesione della  Gran Bretagna il decennio successivo,   venne estesa  nella Triplice Allenza  del 1907, mentre lo zar Alessandro III consolidò il dominio dei territori nella conquista russa in Asia centrale  che venne completata fino alla  regione divenuta provincia  Gubernija o Krai del Turkestan russo con capitale a  Tashkent.  Sul confine orientale avvenne quello che venne chiamato l’ incidente di Panjdeh nel 1885, ritenuto l’ inizio di espansione ad est verso l’ islamico emirato dell’ Afghanistan  dove i russi conquistarono una cittadella fortificata sul confine, considerato una minaccia per  dominio inglese in India del British_Raj e rischiando un conflitto coloniale nella regione. La crisi venne evitata con la mediazione dell’ emiro afgano Rahman_Khan per le trattative sui confini tra i territori russi occupati e vassalli nella regione limitandone l’ espansione ad est per non turbare l’ equilibrio con l’ impero britannico limitando le sfere di influenza nella regione, regolate poi con la ratifica dell’ accordo anglo russo per Asia del 1907. Mentre si completava il percorso della lunga ferrovia Transcaspica per collegare le regioni russe centroasiatiche, per oltre un anno la  grande carestia del 1891  flagellò  gran parte dei territori russi dal Volga agli Urali fino al Mar Nero seguita da un’ epidemia di colera che ne  decimò la popolazione. Se non seguì la politica riformista del padre Alessandro II, ne continuò l’espansione industriale e commerciale per risollevare la crisi dopo la cosìdetta guerra  turca contro l’ impero ottomano che ne aveva a lungo compromesso i commerci verso est e le vicende successive e la carestia del 1891,  mentre per collegare i territori nord orientali ed incrementarne i commerci veniva iniziata la costruzione della lunga ferrovia Transiberiana, terminata poi  con il percorso Transsibirskaja Železnodorožnaj nel 1916 fino al porto siberiano sul Pacifico di Vladivostok. Nel 1894 gravemente ammalato si trasferì nella residenza estiva In Crimea ove  passò gli ultimi giorni nel palazzo di Livadia spegnendosi ad ottobre e traslato a Pietroburgo per essere sepolto nella Fortezza di Pietro e Paolo, mentre veniva proclamato suo successore il figlio Nikolaj Alexandrovich Romanov salito al trono come Nicolaj II di Russia ultimo zar dell’ impero a lungo dominato dalla sua dinastia dei Romanov.

Nicola II e la fine dell’ impero

Nel 1894 si celebrò il matrimonio del nuovo zar Nicola II con la principessa  Alix Viktoria Helene Luise Beatrix Von Hessen und Rheinland,  nipote prediletta della regina Victoria regnante  sull’ impero britannico e sua lontana cugina che, dopo la conversione alla chiesa ortodossa russa, prese il nome di Aleksandra Fedorovna e nel maggio del 1896 nella sontuosa cattedrale Uspensky  o della Dormzione a Mosca, Nikolaj e Aleksandra  vennero  solennemente incoronati Zar e Zarina nell’ ultima cerimonia  del genere dell’ impero russo. Poco dopo venne data un grande festa cerimoniale per il matrimonio nel campo Khodynka , ove poi sorse l’ omonimo quartiere a nord ovest di Mosca, vi si accalcarono a decine di migliaia i sudditi in una ressa che ne lasciò morti calpestati milletrecento ed altrettanto feriti in quella che è ricordata come la tragedia di Khodynka e, mentre il popolo piangeva le sue vittime, lo zar e consorte assieme alla corte  Nicola se ne andarono alla loro serata di gala, manifestandosi come un sovrano indifferente alle disgrazie della popolazione fin dall’ inizio del suo regno. Dal matrimonio con Aleksandra Fedorovna lo zar Nicola II ebbe quattro figlie e un figlio, la maggiore Olga granduchessa Nikolaevna Romanova nata nel 1895, due anni dopo Tatiana anch’ essa insignita del titolo di granduchessa Romanova come la terzogenita Maria nata nel 1899 e due anni dopo  l’ ultima delle figlie  Anastasiya , tre anni prima della nascita dell’ unico figlio maschio ed erede al trono  Alexej. Tutti deportati nel luglio del 1918 ad Ekaterinburg in Siberia e destinati come i genitori all’ esecuzione dei Romanov che mise fine alla dinastia e all’ impero zarista liberandone il secolare dominio  con la vittoria della Rivoluzione russa, seguita a due decenni di guerre, rivolte e sanguinarie repressioni. Continuando la politica estera del padre, Nicola II cercò di mantenere l’ equilibrio dell’ impero con le altre potenze europee confermando e rafforzando l’ alleanza russa con la Francia e dal 1899 per gli anni successivi convocò le conferenze per la pace dell’ Aia che, sebbene non avessero portato alla fine della corsa agli armamenti e ad una pacifica risoluzione nelle controversie internazionali, furono le prime a regolare le leggi di guerra, garantendo allo zar e il diplomatico russo Friedrich Martens il premio Nobel per la pace nel 1901 nell’ ipocrisia dell’ istiuzione. Nel frattempo alimentando il mai sedato antisemitismo  russo, che veniva ripreso  dal potere per distogliere parte dei ceti più ignoranti dai problemi reali, il popolo veniva sobillato in sanguinarie rivolte antiebraiche come il pogrom di Kishinev nel 1903 in Moldavia, estese poi in varie città e villaggi.

La guerra russo giapponese

All’ inizio del XX secolo nei territori orientali divenne quasi inevitabile il conflitto con l’ impero giapponese del governo Meiji per l’ espansione russa verso la regione settentrionale cinese della Manciuria e la penisola della Corea all’epoca sotto quello che era pomposamente definito il grande impero  coreano del  Daehan Jeguk. Il confronto in quelle regioni  provocarono l’ inaspettato attacco della flotta giapponese a quella russa in Manciuria  con la  battaglia di Port_Arthur nel febbraio del 1904, seguito per  sei mesi in  sanguinosi scontri terrestri nell’ omonimo  lungo assedio di Port_Arthur, scatenando il conflitto in estremo oriente tra le due potenze durato un anno combattendo sedici altre furibonde battaglie  navali e sul campo tra l’armata russa d’ oriente e quella nipponica che ne vinse quasi tutte  in quella che passò alla storia  come la guerra russo-giapponese. L’esercito nipponico avanzò in Manciuria conquistando l’ avamposto russo nella battaglia di Mukden e lo zar decise di inviare un’ altra poderosa flotta al comando dell’ ammiraglio Rožestvenskij  nell’ agosto del 1904  partendo dalla base navale nei pressi di Pietroburgo sul Baltico di Kronstadt che dopo la lunga navigazione venne intercettata da quella giapponese nello stetto di Corea dove nel maggio del 1905 vi fu il grande scontro navale nella battaglia Tsushima con la disfatta della flotta russa  e l’ espansione imperiale in estremo oriente venne definitivamente fermata dalla nascente potenza giapponese che costrinse la Russia alla conferenza e il trattato di Portsmouth nel settembre dello stesso anno.

Il mistico Rasputin

Fin dall’ inizio del regno di Nicola II con il suo spirito conservatore vi fu una grande rinascita religiosa legata alle tradizioni, tra i nobili e a corte si diffuse l’ interesse per il misticismo ed occultismo, mentre  la zarina Aleksandra era pervasa da fervore religioso ed aveva incontrato alcuni mistici santoni ortodossi Starets intrisi dalla devozione popolare, oltre che all’ epoca il noto esoterista francese Gérard Encausse più volte invitato a corte. In tale ambiente fu protagonista il  monaco  di origine siberiana Grigorij_Rasputin che dopo alcuni pellegrinaggi divenne un mistico ortodosso studioso dei testi sacri, viaggiò a Pietroburgo accolto nel monastero di Nevskij  dove incontrò i più noti mistici dell’ epoca come Feofan di Poltava e Germogen Dolganov oltre al religioso Ivan Ilijč Sergiev noto come il beato di  Kronštadt , recandosi poi  alla facoltà di Teologia della capitale per incontrarne il rettore  Stragorodskij. Rivelatosi di grande carisma venne invitato dalla principessa del Montenegro Milica Petrović-Njegoš cultrice del misticismo e spiritismo assieme sorella Anastasia e da esse venne introdotto a corte nel 1906, presentato alla zar Nicola e la consorte  Aleksandra Fedorovna,  subito benvoluto  per il suo misticismo esoterico dallo stesso zar fu inviato in visita al  ministro degli interni Pëtr Stolypin e sua figlia  dopo che erano riusciti indenni da un attentato  per alleviarne il trauma. Vantando doti di mistico guaritore l’anno successivo fu di nuovo chiamato a corte per curare le crisi dell’ ultimo figlio dello zar Aleksej  affetto da emofilia  e sembra che dagli incontri le condizioni dello zarevic migliorarono di poco, ritenuto capace guaritore e medium a Rasputin venne concesso libero accesso a corte e alla famiglia imperale anche nella riservata dimora di  Carskoe Selo. Nonostante il favore a corte il mistico monaco venne osteggiato dalla gerarchia della chiesa ortodossa per la sua presunta partecipazione alla setta dei Chlysty  che nelle loro cerimonie si diceva praticassero riti orgiastici e  ne venne indagato senza esito nel 1908, protetto dalla famiglia  reale suscitò le invidie  di corte e gran parte della popolazione accusato di condotta immorale per le sue numerose relazioni sessuali, osteggiato anche dai  mistici Feofan di Poltava e Germogen Dolganov che lo avevano ben accolto e lo stesso potente ministro Pyotr_Stolypin che dominava la politica conservatrice e reazionaria zarista  ne chiese l’allontamento. Tornato nel suo villaggio nel 1912,  l’ influenza di Rasputin a corte risorse quando lo zarevic Aleksej venne colpito da una grave  emorragia e ne venne avvisato il monaco che inviò un telegramma ove profetizzò la guarigione per suo intervento ed effettivamente migliorò rafforzando  la fede nelle sue capacità di mistico guaritore da parte dei sovrani e mentre risplendeva nuovamente la sua fama,  Rasputin annunciò anche la fine  dello zar nelle sue visioni mistiche. Ormai considerato da molti tra nobiltà e parte popolo come il monaco diabolico, Raputin  ominciò ad essere odiato anche dalla popolazione rurale e nel 1912 era già sopravvissuto all’attentato della contadina Khioniya_Guseva che lo pugnalò davanti la sua casa a Pokrovskoye, ispirata dalle carismatiche prediche del monaco Michailovich Trufanov noto come Iliodor. L’ entrata della Russia nella prima guerra mondiale, assieme al perseverare la dello sfruttamento feudale nella campagne e l’ opprimente burocrazia, sprofondarono il paese in una profonda crisi da molti attribuita alla nefasta influenza di Rasputin, ormai considerato dai denigratori il monaco folle, sull’ ultima ed odiata  zarina Aleksandra, mentre il deputato della Duma ultraconservatore antisemita e antisocialista Vladimir Purishkevich ne denunciava le gravi responsabilità. Nel 1916 assieme al granduca Dmitri Pavlovich, Purishkevich  e l’ altro alto aristocratico principe Felix Yusupov  ne tramarono l’omicidio  attirandolo con un inganno nel  palazzo della famiglia  Yusupov di  Moika sull’ omonimo fiume  ove il venti dicembre del 1916 si consumò l’assasinio di Rasputin, prima tentando di avvelenarlo invano e poi  raggiunto da un colpo di  pistola  sparato da Yusupov, ma si rialzò attaccandolo ed inseguendolo, per poi essere di nuovo colpito dagli spari di Purishkevich che l’ uccisero e dal ponte Petrovsky, ove venne portato avvolto in una coperta nella gelida notte, venne gettato nel fiume Malaya.

La rivoluzione del 1905

Nel frattempo  dai movimenti del populismo russo rivoluzionario si erano organizzati quelli socialisti, a Pietroburgo e a Mosca si era costituito il partito  Socialisov  fondato nel 1902 che riunì i movimenti socialisti rivoluzionari e il partito operaio socialdemocratico russo Posdr di ispirazione marxista che nello stesso anno organizzò l’attentato al ministro degli interni  Sipjagin, dalla famigerata fama per la sua attività repressiva,   ucciso  per mano del rivoluzionario Stepan Balmašëv condannato poi a morte. Mentre la Russia  veniva sconfitta in estremo oriente nella disastrosa guerra con il Giappone, nel 1905 a Pietroburgo l’esercito e la guardia imperiale aprirono il fuoco contro gli inermi dimostranti guidati pacificamente dal pope Gapon che si recavano al Palazzo d’ Inverno solo per presentare una petizione per le loro miserabili condizioni allo zar, in quella che venne ricordata come la Krovavoe voskresen’eo la Domenica di_sangue. Seguirono altri massacri di manifestanti a Riga e Varsavia e dalle violente repressioni  venne proclamato lo sciopero generale con il movimento si estese tra gli operai e contadini nelle altre regioni iniziando la Pérvaja russkaja revoljucij che venne chiamata la  Rivoluzione del_1905 dilagando in tutta la Russia con la costituzione di consigli operai e contadini spontanei nei vari centri noti come i primi Soviet con quello di Pietroburgo che assunse la guida del movimento rivoluzionario, oltre  al partito Socialista con la partecipazione dei militanti Chernoznamentsy del movimento anarco comunista Chernoe_Znamia  fondata a Bialystock nel 1903. Dappertutto vi furono manifestazioni popolari duramente represse fino all’ Ucraina ove la guardia cosacca aprì il fuoco contro la popolazione inerme ad Odessa e  nel porto i marinai della nave da guerra Potèmkin si ammutinarono unendosi agli insorti nel giugno del 1905 in un’epica ribellione contro la repressione zarista  celebrata dal grande regista Sergej Ėjzenštejn che nel 1925 produsse uno dei primi grandi film nella storia del cinema con suo capolavoro nell’ indimendicabile pellicola della Corazzata Potëmkin. Nel frattempo l’ esercito sconfitto nella guerra con il Giappone era rientrato e lo spaventato Nicola II, che aveva promesso di concedere più libertà agli insorti, scatenò la repressione facendo catturare i partecipanti del soviet di Pietroburgo e reprimendo con violenza le successive rivolte nella capitale e a Mosca per schiacciare definitivamente la Rivoluzione del 1905, ma temendo che anche le brutalità dello zar non riuscissero a riportare l’ ordine,  la ricca borghesia imprenditoriale e la  nobiltà terriera lo convinsero ad un minimo di concessioni risultate poi vane. Al ministro conservatore Pyotr Stolypin venne affidato il governo che si rivelò il più reazionario nell’ ultimo periodo della Russia zarista, tra i suoi primi interventi  iniziò una sorta di riforma agraria consentendo ad una parte dei contadini di divenire proprietari di piccoli appezzamenti e le vecchie assemblee popolari Mir, costituite dopo l’ abolizione della servitù della gleba nei vari villaggi, vennero trasformate nelle Obščina  per la gestione collettiva delle terre, mentre continuavano le grandi propietà terriere di nobili e latifondisti con  la grande massa di contadini e braccianti che versavano nella povertà assoluta. L’altro ministro Sergej Vitte convinse lo zar ad emanare  il Manifesto per il miglioramento dell’ordine dello Stato, noto come manifesto di  Ottobre per essere redatto in quel mese del 1905, che prometteva alcuni diritti civili e la costituzione di un parlamento elettivo per funzioni solo consultive come assemblea legislativa della Duma , accettato da Nicola II ed interamente in suo potere, fu convocata per la prima volta nel 1905 a Pietroburgo nel palazzo di Tauride. Due anni dopo venne convocata la seconda Duma con l’ elezione di diversi deputati uniti nel movimento dei Menscevichi  che era stato molto attivo durante le rivolte del 1905 come fazione del Partito Socialista Rivoluzionario e poi separato dall’ altro movimento bol’ševizm dei Bolscevichi di ispirazione marxista nel V congresso del partito guidato da  Vladimir Il’ič Ul’janov noto come Lenin  destinato nel decennio successivo a cambiare la storia.

La Russia nella grande guerra

Alleata nella Triplice intesa con la Francia e Gran Bretagna, quando nel 1914 scoppiò il devastante conflitto contro gli imperi centrali della Mittelmachte che riuniva la Germania, l’ impero Austro Ungarico, quello ottomano e il regno di Bulgaria,, entrò anche la  Russia nella prima guerra mondiale combattendo per oltre tre anni dal 1914 gran parte delle battaglie sul Fronte_orientale, a cominciare dalla sconfitta contro l’ esercito tedesco che ne arrestò l’ avanzata nella Prussia orientale con la battaglia di Tannenberg nell’ estate del 1914, mentre nello stesso periodo i russi  fermarono l’armata austro ungarica in  Ucraina occidentale nella regione della Galizia sconfiggendola duramente con gravi perdite austriache  nella battaglia di Leopoli. Nel 1915 l’ esercito zarista avanzò ad ovest contrastato dalla controffensiva di tedeschi ed austriaci che ne provocarono gravi perdite respingendo i russi fuori dal territorio galiziano e polacco  ove la Germania  creò l’effimera e breve reggenza di Polonia nel 1916, mentre un’ altra offensiva russa respinse gli austriaci costringendo gli alleati tedeschi ad intervenire ad est inviando truppe dal suo Fronte occidentale che gli impedirono di sferrarvi un previsto grande attacco  in Francia. Nel frattempo l’esercito russo tra morti, feriti e prigionieri  aveva subito oltre sei milioni di perdite e alla fine del 1916 si impegnò nella campagna di Romania, da poco entrata in guerra a fianco degli alleati contro tedeschi ed austriaci, mentre per le disastrose condizioni  dei soldati inviati al massacro dai comandanti russi iniziavano ammutinamenti dei soldati e in madrepatria la popolazione devastata cominciava ad insorgere scatenando la   Rivoluzione  di_febbraio nel 1917. I comitati popolari degli insorti costrinsero all’abdicazione Nicola_II  responsabile dei disastri della guerra e del suo ventennale regime autoritario, proclamando un governo provvisorio affidato a Georgij Evgen’evič pricipe di  L’vov, mentre dall’ esilio in Svizzera rientrava Vladimir Il’ič Ul’janov ormai noto come il grande rivoluzionario Lenin che mutò il corso della storia otto mesi dopo aprendone un nuovo capitolo  con la vittoria popolare  dopo secoli di regime zarista nella  Rivoluzione di ottobre.

La fine dei Romanov

A marzo del 1917, raggiunta poco dopo dallo zar che si trovava in Bielorussia orientale a Mogilev, il governo provvisorio consegnò la famiglia reale agli arresti domiciliari a Carskoe_Selo  poco fuori da Pietroburgo nella sua sontuosa residenza imperiale edificata come  palazzo di Aleksandr, con il controllo del soviet dei soldati vi venne assegnata la guarnigione militare comandata dal colonnello Kobylinsky. A capo del governo provvisorio Georgij Evgen’evič L’vov fu sostituito con Aleksandr Kerenskij per combattere il tentativo del colpo di stato reazionario del generale Kornilov e nell’ estate dello stesso 1917 ancora contro l’ esercito austriaco si combatteva l’ offensiva  di Kerensky finita anch’ essa con un’altra devastante sconfitta russa provocando a Pietroburgo, nel frattempo ribattezzata Pietrogrado, la cosìdetta rivolta di Luglio tra soldati, marinai ed operai contro il Vremennoye pravitel’stvo del Governo russo provvisorio che accusò il partito bolscevico scatenandone  la repressione, ma che non riuscì ad evitare poco dopo la presa del potere Bolscevico in Russia, ponendo definitivamente fine al secolare dominio del potere assolutista e autocratico zarista. Mentre iniziava il conflitto con i controrivoluzionari che potevano avere come riferimento lo zar e la famiglia reale, se ne decise la sorte con Lev Trockij che ne voleva un processo popolare a Mosca per giudicare i crimini di Nicola II ed esiliare la famiglia all’ estero, mentre il più  intransigente Jakov_Sverdlov  ne propose la deportazione e venne deciso di trasferirli ad Ekaterinburg in Siberia. Poco dopo con l’ avanzata ad est dell’ esercito controrivoluzionario dell’ Armata Bianca sostenuto dalle potenze straniere, per evitare che ne divenissero un riferimento  venne decisa l’ esecuzione della famiglia Romanov che segnò la definitiva e tragica fine della dinastia, mentre con la vittoria della rivoluzione si aprì  un nuovo capitolo nella lunga storia russa e nel resto del mondo.

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