La rivoluzione maoista
Nella lunga storia della Cina all’ inizio del XX secolo si aprì una nuova epoca con la caduta dell’ ultima dinastia Qing travolta dalla rivoluzione che pose fine del millenario Celeste Impero nella la nuova Repubblica cinese fondata nel 1912 con il primo governo provvisorio liberale guidato da Sun_Yat-sen, ispiratore e al capo della grande rivoluzione repubblicana del Xinhai che pose fine alla monarchia e che tra gli altri protagonisti della storia successiva ebbe come militante nell’ esercito degli insorti il giovane Mao Zedong. Mentre la vittoria della grande rivoluzione di ottobre in Russia che dal suo trionfo nel 1917, portò alla costituzione del primo stato socialista al mondo nell’ Unione Sovietica, in Cina dall’ inizio del secolo si diffuse il movimento della nuova cultura Xin wènhuà attivo per un decennio fino al 1920 per il rinnovamento democratico della società cinese. Ha ispirato il filosofo e letterato Chen Duxiu divenuto socialista rivoluzionario, assieme all’ altro intellettuale del’ Università di Pechino Li Dazhao e vari seguaci per la costituzione di un nuovo movimento progressista e rivoluzionario marxista con l’adesione di Mao Zedong, destinato a divenirne protagonista, iniziando dal 1922 la lunga storia del Partito Comunista in Cina per la costruzione del socialismo ispirato della trionfante rivoluzione di ottobre in Russia e aderendo fin dall’ inizio ai congressi della terza internazionale comunista nel Comintern. Nella nuova repubblica cinese contro il liberalismo di Sun Yat-sen si impose il governo di Beiyang ove ben presto salì al potere al comando del suo esercito, il generale Yuan Shikai che inaugurò l’ era dell’ Èrcì Gémìng nota come la seconda rivoluzione restauratrice in Cina cercando poi di ricreare un suo effimero e breve nuovo impero della Cina ben presto svanito con la sua morte nel 1928, mentre vasti territori venivano spartiti tra generali e potenti locali in quella che fu definita l’ era Junfa dei Signori della Guerra. All’ epoca della prima attività rivoluzionaria di Mao_Zedong che ascese a capo del movimento comunista cinese, fin dal 1923 Sun Yat-sen aveva invitato il nuovo Partito comunista all’ unione con quello nazionalista e costituire il primo Fronte Unito per combattere l’ autoritario potere prima del Beyang e poi in gran parte delle regioni dei vari domini in conflitto tra loro e spartito tra i signori della Guerra.Dopo la morte di Sun Yat-sen nel 1925 il Kuomintang con il nuovo esercito nazionalista rivoluzionario del Gèmìng jùn riorganizzato, inviò una poderosa armata a riportare l’ ordine con la spedizione del Nord nelle regioni settentrionali per riunificare il paese, guidata dal nominato generale supremo Chiang Kai-shek. Il vittorioso generale inauguro il suo governo autoritario e nel frattempo contro le formazioni progressiste e comuniste che l’avevano appoggiata prese il potere sulla prima rivoluzione in Cina con la feroce repressione dei movimenti sindacalisti perseguitando i comunisti con violenti attacchi culminati nel massacro di Shanghai del 1927, poco dopo nella capitale della provincia di Jiangxi, i comunisti insorsero nella rivolta di Nanchang, ma la città venne ripresa dai nazionalisti e la ritirata verso la provincia del Guangdong lungo la costa meridionale per seicento chilometri in quella che fu definita la prima Lunga_Marcia delle formazioni comuniste inseguite dall’ esercito nazionalista.
La Lunga Marcia
Nel 1931 venne proclamata la Repubblica Sovietica della Cina in gran parte dei territori sottratti al potere della repubblica nazionalista, fondata dal Partito Comunista cinese guidato da Mao Zedong che ne divenne presidente e primo ministro del governo formato con altri rivoluzionari e il generale Zhu De, contrastata fin dalla fondazione dall’ esercito nazionalista di Chiang Kai-shek. Per la cooperazione commerciale e militare con la Germania della Cina nazionalista, come addetto militare presso il Kuomintang il generale Von Seeckt fu l’ ideatore della strategia contro l’ Armata Rossa comunista assieme all’ altro consigliere militare e generale tedesco Von Falkenhausen che ispirarono la riconquista della Repubblica Sovietica cinese nelle varie regioni con le lunghe campagne dette di Accerchiamento che dovevano riportare all’ autoritarismo del governo nazionalista contro la collettivizzazione socialista nella repubblica dei Soviet cinese e il ritorno dei propietari. Nella regione meridionale del Fujian si estendeva il vasto soviet dello Jiangxi ove il governo aveva ridistribuito la terra ai contadini, istituito cooperative e imprese collettive di lavoratori eliminando la disoccupazione e la secolare povertà, combattuto l’analfabetismo con l’ apertura di numerose scuole, sradicato il devastante consumo di oppio e le tradizionali usanze dei matrimoni forzati, la schiavitù infantile e altri costumi che sottomettevano la popolazione povera schierata con il progressismo comunista contro il ritorno dello sfruttamento di latifondisti ed agrari. Avanzando vittoriosamente sull’ esercito comunista nelle campagne di accerchiamento il Kuomintang ordinò massacri e deportazioni della popolazione con oltre un milione di vittime e dopo la quinta ed ultima campagna nelle battaglie del soviet di Jiangxi, l’Armata Rossa nel 1933 fu costretta a ritirarsi dai territori occupati iniziando la leggendaria Chángzhēng della Lunga Marcia che partita dalla provincia di Jiangxi raggiunse la lontana di a Yan’an in unì epica impresa guidata da quello che divenne il grande condottiero Mao Zedong, assieme al fido generale rivoluzionario tra i fondatori dell’ Armata Rossa cinese Zhu De. Un’ impresa leggendaria che tra montagne, aridi altipiani, attraversando fiumi e impervi territori percorse dodicimila chilometri combattendo contro i nazionalisti per aprire la via fino allo Shaanxi assieme a migliaia di contadini, operai, anziani, donne e bambini. Oltre all’ epica Lunga Marcia per ritirarsi dall’ avanzata del Kuomitang e proteggerne la popolazione, Mao Ze Dong con le forze rimaste dell’ esercito Jièfàngjùn di liberazione popolare decise di avanzare verso lo Shaanxi e attaccare le armate giapponesi che avevano invaso la Manciuria nel 1931 e da dove iniziavano ad invadere il resto della Cina con l’ istituzione del loro governo fantoccio fondato nella regione come Manciukuò. Nella stessa provincia nord occidentale dello Shaanxi a Xi’an, contrari alla politica del Kuomintang nei confronti dell’ aggressione giapponese, il comandante Yang Hucheng, assieme all’ altro generale nella regione a capo dell’ esercito nazionalista Zhang_Xueliang ordinarono l’ arresto e la breve detenzione di Chiang Kai-shek nel 1936 convincendolo ad una tregua nella guerra civile tra Nazionalisti e comunisti per formare il secondo Fronte Unito contro i giapponesi.
Fronte Unito contro il Giappone
Con il secondo Fronte unito tra nazionalisti e comunisti nella ricostituita repubblica cinese dal 1937 venne sospesa la guerra civile per fronteggiare la lunga e devastante guerra cinese contro il Giappone con l’ esercito nazionalista congiunto a quello popolare guidato da Mao Zedong assieme all’ altro protagonista della vittoria e la successiva rivoluzione Zhou Enlai. Mentre le armate nipponiche avanzavano verso la capitale sconfiggendo l’ esercito del Kuomintang nella battaglia Beiping e poco dopo, con oltre tre mesi di violenti scontri, con la lunga e sanguinosa battaglia di Shanghai venne conquistata la città. Avanzando nell’ orientale provincia dello Jiangsu tra devastazioni e massacri della popolazione, con la vittoria nella battaglia di Nanking l’ esercito giapponese si scatenò per sei settimane in quello che è ricordato come il criminale massacro di Nanjing sterminando oltre trecentomila cinesi tra incendi, saccheggi, stupri, violenze e atrocità. Tra altri crimini di guerra delle armate nipponiche il devastante conflitto Sino giapponese continuò con altre battaglie in vari territori fino alla controffensiva cinese e mentre l’ esercito del Kuomintang guidato dal generalissimo Jiangjieshi, come era anche noto Chiang Kai-shek, avanzava su vari fronti con altre vittorie cinesi avanzava l’ ottava armata Bàlùjùn dell’ esercito di liberazione popolare fondato dal Partito comunista come Armata Rossa cinese e dopo varie battaglie contro gli invasori, dal 1940 le sue formazioni lanciarono nelle regioni centrali la grande offensiva nota come dei Cento per i reggimenti impiegati.
La rivoluzione cinese
Alla fine della guerra dopo la vittoria sull’ invasione e l’ occupazione giapponese l’ esercito comunista disponeva oltre tre milioni tra soldati e milizie, la riconquista del vasto territorio liberato Jièfàngqù nel 1945 occupava un quarto del paese e un terzo della popolazione con varie grandi città, mentre l’Unione Sovietica lasciò armi ed equipaggiamenti presi allo sconfitto esercito nipponico nella regione nord orientale. L’ Unione sovietica vittoriosa nella seconda guerra mondiale contro il nazismo in Europa, dal 1945 aveva liberato ed occupato la Mongolia interna continentale e la Manciuria fino all’epoca nei domini giapponesi con lo stato del Manciukuò e con il governo cinese nazionalista negoziò il trattato sino sovietico dell’ Alleanza ed amicizia che prevedeva vari accordi, l’ autonomia della Manciuria e Mongolia interna, oltre ritorno della strategica linea ferroviaria orientale alla Cina . Continuando ad appoggiare per altre vie il partico comunista e l’ esercito di liberazione nel Xinjiang nord occidentale dal 1944 aveva sostenuto la rivolta di Ili della popolazione di stirpe turca contro il Kuomintang conclusa con la creazione della seconda repubblica del Turkestan orientale con l’ amministrazione governata dal’ uiguro filosovietico Ehmetjan Qasim e dopo poco dal l 1949 venne incorporato pacificamente nella nuova repubblica popolare anche l’ intero Xinjiang, mentre nel 1946 l’ armata sovietica che aveva invaso e liberata la Manciuria guidata dal generale Malinovsky ritardò il suo ritiro per lasciare la regione alle formazioni comuniste. Con l’ appoggio degli Stati Uniti Chiang Kai-shek inviò le sue armate nelle regioni nord orientali per impedirne il controllo delle formazioni comuniste che le avevano liberate e, durante l’ operazione Beleaguer per rimpatriare i prigionieri giapponesi in Cina, dal 1945 l’ esercito americano schierò oltre cinquantamila marines nella regione tra l’ Hebei e lo Shandong con i nazionalisti, mentre il conflitto si estese contro l’ esercito di liberazione popolare del Pc cinese , dopo lo scioglimento del Fronte Unito l’ autoritario governo nazionalista del Kuomintang guidato da Chiang Kai-shek[ riprese il sospeso conflitto contro i comunisti con la guerra civile in Cina. Nel 1945 dopo varie battaglie combattute nella campagna dello Shangdang e la vittoria dell’ esercito di liberazione comunista, nell’ ottobre del 1945 tra il Kuomintang e i comunisti iniziarono le trattative a Chongqing concluse con l’ accordo del Doppio decimo che riconosceva il governo nazionalista e legittima l’ opposizione del Partito comunista cinese, ben presto fallito per il giustificato rifiuto di Mao a smobilitare l’ esercito ed abbandonare la lotta rivoluzionaria riducendola ad una mera opposizione governativa. La guerra civile in Cina continuò e nel 1947 il Kuomintang riuscì a conquistare la capitale comunista di Yan’ an ripresa dall’ offensiva dell’ esercito popolare con l’ intera regione della Pianura Centrale, continuando nelle altre province settentrionali ed orientali. L’anno dopo avanzò nella provincia dello Shandong e la sua capitale conquistandola con la battaglia di Jinan e poco dopo l’ esercito nazionalista venne di nuovo sconfitto dall’armata rivoluzionaria nella battaglia di Shuangduiji, seguita da vari vittoriosi scontri durante l’ offensiva nella campagna dell’ Huaihai e con la caduta della sua roccaforte a Xuzhou travolse definitivamente nella regione le formazioni nazionaliste al comando del generale Sun Yuanliang. Dopo quattro anni di scontri contro il Kuomintang ampiamente appoggiato dalle potenze occidentali, il vittorioso Esercito di Liberazione Popolare e il movimento comunista guidato da Mao Zedong nel gennaio del 1949 terminò la grande rivoluzione socialista in Cina e il primo ottobre nella piazza Tien An Men di Pechino Mao proclamò la nuova Repubblica Popolare.
La Repubblica Popolare di Mao
Con la proclamazione della nuova Repubblica Popolare in Cina nel 1949 quel che rimaneva dell’ esercito nazionalista con il suo capo Chiang Kai-shek lasciò il continente per ritirarsi nell’ isola di Taiwan proclamata indipendente assieme ai suoi fidi ove fondò l’ omonima e repubblica nazionalista cinese di Taiwan sperando invano il suo ritorno e la riconquista della Cina con l’ ambizioso piano per la gloria nazionale noto come il progetto di Guoguang. Mentre instaurava un regime dittatoriale reprimendo violentemente oggi opposizione fin dal febbraio del 1947 con la strage di dissidenti che ne prese nome come il massacro di Febbraio con oltre ventimila vittime altrettanto tra scomparsi i ed imprigionati, scatenato dal governatore Chen Yi e seguito da decenni di altre repressioni e stragi di oppositori con la legge marziale fino al 1987 del Báisè Kǒngbù noto come il terrore bianco di Taiwan, con buona pace dell’ occidente che ne sosteneva il regime anticomunista cinese. Celebrato come il Grande Timoniere Mao Zedong divenne presidente per il primo periodo della nuova repubblica popolare in Cina dalla sua fondazione fino alla sua morte nel 1976 e a capo del governo anch’ esso a vita fu nominato Zhou Enlai, tra le prime realizzazioni vi fu il movimento per la grande riforma agraria del Tùgài con la distribuzione delle terre ai contadini poveri confiscate ai propietari terrieri che vennero in gran parte sterminati in un vasto conflitto di classe fondato sul secolare odio tra quei contadini vessati e i padroni. Nello stesso periodo si aggiunse la campagna dello Zhènfàn per reprimere i controrivoluzionari in risposta alle varie rivolte fomentate da nazionalisti rimasti in Cina con l’ appoggio occidentale, uccisi, imprigionati e inviati nei campi di lavoro inaugurando il sistema di rieducazione del Laogai per reati minori, mentre veniva combattuto e finalmente eliminato il devastante e secolare consumo di oppio reprimendo duramente la produzione ed il traffico che i sopravvissuti dell’ esercito del Kuomintang trasferirono a sud nel Triangolo d’oro oltre i confini dello Yunnan tra Birmania e Thailandia ove iniziarono ad aprire le vie della droga Indocinesi. Dopo la fine della seconda guerra mondiale per decenni il lungo periodo della Guerra fredda vide la contrapposizione politica e militare del mondo diviso in due sfere di influenza con il blocco dell’ Occidente, dominato dagli Stati Uniti e i paesi alleati riuniti strategicamente nella Nato, mentre all’ Unione sovietica facevano capo i paesi del blocco d’ Oriente, con gli alleati europei dell’ est anch’ essi riuniti nell’ avverso patto di Varsavia.
Il Maoismo
Nella grande spartizione del mondo ad oriente fu coinvolta la nuova Repubblica Popolare cinese quando dal 1950 per tre anni venne combattuta la guerra di Corea con il massiccio impiego delle forze armate statunitensi da una parte e gli aiuti di Unione Sovietica e Cina dall’ altra finita con la divisione in due del paese e per la difesa del sud est asiatico nel 1954 venne creata la Seato dalla paventata estensione dell’influenza comunista nella regione. Dal 1951 per liberare le città dalla corruzione e il potere degli oppositori ancora legati al precedente regime vennero iniziate le due le campagne Wù fàn poi estese e deteriorate nelle varie manifestazioni popolari anticapitaliste, con la morte di Stalin nel 1953 iniziò una revisione del periodo che lo aveva visto protagonista e tre anni dopo in un celebre discorso tenuto dal nuovo segretario del partito Nikita Chruščёv ne venne criticata aspramente la politica repressiva e il culto della personalità dando inizio al rapido processo di mutamento nella politica sovietica noto come Destalinizzazione. Dall’ epoca iniziarono le proprie forme nella realizzazione del socialismo in Cina con impostazioni teoriche e pratiche diverse da quella sovietica, ispirata poi dalla dottrina elaborata nel 1958 da Mao come fase primaria del socialismo nell’ applicazione del Marxismo Leninismo in Cina nella sua forma del Maoismo, subendo successive evoluzioni e poi diverse evoluzioni dopo il lungo periodo maoista nell’ ideologia del Pc cinese. Nelle sue teorie ed applicazioni all’ economia e società cinese il Maoismo ha condizionato non solo il lungo periodo dalla fondazione alla morte di Mao Zedong nella storia della repubblica popolare in Cina, ma anche diverse concezioni della rivoluzione e la costruzione del socialismo per parte dei movimenti comunisti internazionali diverse da quelle dell’ Unione Sovietica. Fin da quando venne inaugurata la politica per una pacifica coesistenza del blocco sovietico con gli Stati Uniti i paesi della Nato e il resto del mondo legato al capitalismo, venne rifiutata dal maoismo che, con il concetto di Màodùn , sosteneva la contraddizione antagonista tra socialismo e capitalismo e una posizione contrastante anche bellicosa contro il mondo capitalista e dal 1961 le relazioni con l’ Unione Sovietica divennero sempre più conflittuali fino a giungere alla grande crisi con l’ Urss, sospesa poco dopo ma solo per l’ aiuto congiunto contro l’aggressione statunitense nella guerra del Vietnam. La crisi riprese poco dopo la fine della guerra negli anni settanta quando la Cina sostenne la repubblica Khmer esteso nel territorio cambogiano poi dominata dalla dittatura e il sanguinario regime totalitario dei cosìdetti rossi Khmer fino al 1978 quando venne spodestato dall’ intervento dell’ esercito vietnamita con la guerra e l’invasione della Cambogia e dall’ anno dopo la liberazione dai Khmer per scontri sui confini iniziò il conflitto vietnamita con la Cina che ne invase il territorio settentrionale, per poi tornare a ristabilire le frontiere precedenti, ma mentre il Vietnam si legò sempre più all’influenza in Asia orientale dell’Unione Sovietica, la Cina successivamente continuò il suo nuovo corso politico ed economico nella sua diversa costruzione del socialismo per tutto il periodo governato da Deng Xiaoping. Nel frattempo iniziarono anche i conflitti con i paesi limitrofi come l’ India con il deteriorarsi delle relazioni fino al 1962 quando per un mese venne combattuto il il primo conflitto armato con l’ India per contrasti di frontiera sul confine himalayano, seguita nel 1967 dalla seconda guerra con gli scontri di Nathu La e Cho La terminati con la pacificazione armata delle frontiere per decenni fino ai più recenti scontri del 2020 sui confini tibetani con l’ India.
Il Grande Balzo in Avanti
Dalla fine degli anni cinquanta vennero lanciati i grandi i cinque piani quinquennali del Wùniàn Jìhuà per l’evoluzione ed estensione della produzione agricola ed industriale fondata sulla collettivizzazione con la direzione del partito seguendo i principi del Maoismo, mentre nel 1956 Mao aprì alla discussione popolare le opinioni sull’operato del partito comunista nel movimento dei Cento Fiori per la costruzione del socialismo e con le sue contradizioni servite anche all’individuazione degli oppositori. Dal 1958 con il secondo grande piano quinquennale del Dàyuèjin , noto come il Grande balzo in avanti si proponeva di superare l’ occidente nella produzione agricola ed industriale attraverso l’ istituzione delle Comuni popolari con funzioni governative locali in tutte le attività collettive dei lavoratori inquadrati nelle le brigate di produzione dàduì shēngchǎn. Nel grande Balzo in avanti maoista, oltre alla vasta estensione nella produzione e collettivizzazione, vennero istituite le sessioni di lotta per combattere coloro che erano ritenuti nemici e contro le cinque categorie nere Hèiwùlèi dei propietari, contadini ricchi, controrivoluzionari, elementi di destra e genericamente di influenza negativa nel partito, oltre contro quella della casta intellettuale che doveva rieducarsi nella campagne e fabbriche con il movimento Sìqìng Yùdòng per l’ educazione socialista o delle quattro pulizie di economia, politica, organizzazione e ideologia. Mentre si estendeva la politica produttiva, sociale ed ideologica del grande Balzo in avanti, che ben presto manifestò i suoi fallimenti, il paese fu devastato per tre anni dal 1959 dalla grande carestia cinese Dà jihuàng tra le più vaste della storia con milioni di vittime che fece rinchiudere ancor più la Cina al resto del mondo, per risollevarsi evitando gli errori del Grande Balzo, dal segretariato generale del Pc Cinese nel 1965 venne istituito il Wǔ rén xiǎozǔ noto come il gruppo dei Cinque per studiare la giusta via e la cultura popolare. L’ anno dopo tutte le istituzioni venero sostituite con il comitato centrale per la rivoluzione della Cultura assumendo ogni potere nel partito e il Politburo iniziando l’ era del wénhuà dà gémìng come la grande Rivoluzione Culturale che dall’ epoca per un decennio fu il solo organo di governo della Repubblica Popolare e fondamento dell’ ideologia nel Pc Cinese ispirata dal maoismo fino alla morte di Mao Zedong nel 1976, quando con le sue vaste riforme iniziò il nuovo corso nella Cina di Deng Xiaoping .
La Rivoluzione Culturale
Nel 1966 durante l ’VIII Comitato centrale, contro quello che riteneva il revisionismo controrivoluzionario , Mao pose le basi per una nuova grande rivoluzione proletaria proponendosi di rafforzare la sua autorità dopo il fallimento del Grande balzo in avanti e frenare l’inizio un nuovo corso promosso da Deng_Xiaoping con le sue prime tesi riformiste sostenute dall’ altro funzionario pragmatico del partito comunista Liu Shaoqi. Il primo passo fu l’ incitamento alle nuove generazioni rivoluzionarie alla ribellione contro le Sì jiù , note come le correnti dei quattro vecchi del pensiero, cultura, tradizioni e costumi, che ostacolavano la via cinese al socialismo, mentre si affermava sempre più il culto della personalità di Mao Dopo essersi assicurato il sostegno dell’Esercito popolare di liberazione all’ epoca sotto il comando del generale Lin_Biao, con la tesi Bombardare il quartiere generale pubblicata come il suo primo manifesto politico Mao Zedong inaugurò la grande Rivoluzione Culturale iniziata a Pechino con le vaste manifestazioni nella piazza Tiananmen, richiamati alla nuova fase rivoluzionaria ne diffusero le tesi anche attraverso i manifesti Dazibao che istigavano alla violenza contro i politici e i rappresentanti del vecchio potere in tutte le province e le unità di lavoro Danwei. Le nuove generazioni di lavoratori e li studenti vennero organizzati con la costituzione delle Hongweibing meglio note come le Guardie Rosse ove erano inquadrati i comitati giovanili rivoluzionari guidati dalla studentessa Song Binbin come militanti che dovevano combattere ogni manifestazione della vecchia cultura. Fin dalla loro fondazione nel 1966 si scatenarono con l’ agosto rosso dell’ Hòng Bàyuè a Pechino contro insegnanti e presidi di diverse scuole inaugurando gli scontri poi estesi in tutto il paese nella lotta violenta del Wudou tra le fazioni che divennero senza controllo. Eliminando tutto ciò che era legato al passato, la cultura e il sistema educativo, sostituendo i comitati del partito con quelli rivoluzionari, ispirati dalla grande diffusione del Zhǔxí Yǔlù noto come il Libretto Rosso di Mao che conteneva le sue citazioni nella lotta rivoluzionaria, anche molti intellettuali, artisti e autorevoli rappresentanti comunisti vennero accusati come controrivoluzionari, costretti a dimettersi e all’ autocritica pubblica, trasferendoli nelle campagne per la rieducazione. Mentre l’ economia e la produzione in Cina veniva seriamente compromessa, ogni resistenza alla rivoluzione culturale veniva repressa con la violenza costringendo nel 1968 l’ intervento del partito ed il governo per evitare una guerra civile con la destituzione di Liu_Shaoqi dalla sua carica di presidente della Repubblica, mentre le Guardie Rosse si scatenavano anche contro il patrimonio culturale del passato che venne salvato dall’ intervento del vicepresidente del partito Lin Biao nominato costituzionalmente come successore di Mao quando dichiarò ufficialmente la fine della Rivoluzione Culturale nel 1969, ma che continuò per altri due anni fino a quando venne accusato di ispirare i suoi sostenitori nel complotto del Progetto 571 per un tentativo di colpo di stato contro Mao e costretto alla fuga per soccombere in un incidente aereo. Dalla fondazione della Repubblica Popolare con la presidenza di Mao Zedong a capo del governo rimase Zhou_Enlai che con lui fu tra i protagonisti della rivoluzione comunista, cercò poi di ostacolare gli eccessi della Rivoluzione Culturale e ne fu emarginato tornando al potere dopo la sua fine e morendo poco dopo nel 1976. Nel frattempo quattro anni prima salì al potere il gruppo del Sì rèn bàng noto come la Banda dei Quattro per essere composta dall’ ultima moglie di Mao Jiang_Qing, assieme al sindacalista divenuto alto funzionario del partito Wang Hongwen, il teorico del marxismo leninismo maoista Zhang_Chunqiao protagonista dell’ ultimo periodo nella rivoluzione culturale e colui che ne fu tra i più accesi estremisti Yao_Wenyuan. Dopo la morte di Mao nel 1976 vennero rimossi dalle cariche ed arrestati dal nuovo presidente Hua Guofeng accusati di tradimento e vari crimini per essere tutti processati e condannati, mentre si erano celebrati i funerali di Mao a Pechino, per il Grande Timoniere venne edificato il grande mausoleo di Mao Zedong nella piazza Tian’anmen e dall’ epoca per i due decenni successivi iniziò la seconda era della Repubblica Popolare in Cina.
“La rivoluzione non è un di pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.”