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India Punjab

Storia  Punjabi

in gran parte legata a quella del  Punjab pakistano fino alla sua separazione, anche la storia di quello indiano   iniziò  dal III millennio a.C.  con  la grande civiltà dell’ Indo, con la sua decadenza dal   XVII secolo a.C. vi si estese la grande migrazione Indoariana  nell’ India settentrionale con i clan delle varie tribù Rigveda riunite in potenti clan e dalla metà del I millennio  si diffuse la cultura Vedica,  portatrice della più antica tradizione dei primi  testi Veda  fondamento dell’ induismo  diffuso nella regione. con il primo   regno Trigarta. Menzionato dal grande poema epico del Mahābhārata. Assieme ai limitrofi territori la regione era  nota come la Sindhavali dei Sette fumi ove dal VI secolo a.C. si imposero i domini induisti del  Gana Rajya  con le dinastie  che crearono i sedici grandi regni del Mahajanapa,  mentre nel Punjab occidentale  venne fondato il primo regno della civiltà  Gandahara  come centro della cultura vedica che ha lasciato  i resti dell’ antica città di Taxila ove si diffuse poi il buddismo. Entrata nei domini  dell’ impero persiano Achemenide,  come provincia orientale ne divenne la satrapia della Bactria fino al 327 a.C quando fu conquistata dalla grande spedizione di Alessandro in Asia. Dall’ epoca  con i nuovi modelli culturali  la tradizione fu sintetizzata nel  Buddhismo ellenistico  diffuso poi nel periodo successivo dal  monachesimo buddista Greco,  con  l’ estensione del vasto impero Maurya  sostenuto dal sovrano  Ashoka . Nella sintesi con la cultura ellenistica sorse  la grande arte Gandhara e dopo la spartizione del vasto impero Alessandro fu fondato  quello Seleucide esteso nella regione ove nel 256 a.C. sorse il regno ellenistico della  Battriana a nord ovest del Punjab da dove  continuò la successiva diffusione del Buddismo   ellenistico.  Nel VI secolo  Dopo il lungo dominio dell’ impero  Gupta il Punjab fu nei regno Pushyabhuti  della dinastia Vardhana, dal secolo successivo iniziò  l’espansione  islamica  in  India   che nella regione fu fermata arrestata  dal  sovrano  Harsha dalla dinastia  poi sostituita dalla locale Sindh  e  dall’ epoca per  due  secoli fu nel regno fondato da una stirpe turca dei Shahis in gran parte convertiti al buddismo. A metà del IX secolo entrò  nei domini di quello induista Shahi, poi travolto dal potente impero islamico  Ghaznavide che pose fine alla antiche tradizioni induiste e buddiste, il  Punjab vi rimase fino al 1186  quando si impose la dinastia Ghuride nell’ India nord occidentale ove nel 1206 venne fondato il sultanato di Delhi.Ha dominato il vasto territorio con la sua prima dinastia Mamluk fino al 1290 edificando nuovi centri dai quartieri attorno le moschee, seguita da quella Khalji che riuscì in parte a respingere  le prime invasioni mongole in  India ed estese i domini nelle regioni meridionali. Nel 1320  iniziò la  terza dinastia Tughlaq di Delhi he continuò ad edificare altri centri, palazzi, mausolei e moschee nell’ architettura  Indo islamica che dall’epoca si impose fino al Punjab. Sayyid Khizr Khan nel  1441 fondò la dinastia Sayyid che governò il sultanato con nuovi centri fino al 1451 quando con l’ ultima dinastia Lodi iniziò la decadenza dalla fine del XV secolo. Il governatore di Lahore Daulat chiese l’invasione del Punjab entrato nei domini di  Babur, fondatore e primo imperatore della potente dinastia indo islamica  Mughul,  dall’ inizio del XVI secolo  estese l’ impero  fiorito  nei decenni successivi con Akbar. Nel Punjab occidentale fu estesa la città fortificata di Lahore divenendo una delle capitali,  con la decadenza  fu nei domini del  potente impero  Durrani  e nella  seconda metà del XVIII secolo in  Punjab  iniziò la storia del movimento  religioso Sikh  che alla fine del secolo successivo  si estese come l’ impero Sarkar del Khalsa  dalla cultura e società fondata su tradizioni r della teologia Sikh con le sue regole  sociali e dall’epoca sono sorti i venerati templi  Gurudwara come centri religiosi e culturali. Nello stesso periodo la potente compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire centri commerciali , dopo la prima  vittoriosa guerra contro i Sikh  nel 1846 il  territorio nord occidentale divenne provincia britannica del Punjab e dal 1858 come il resto dell’  l’ india parte della vasta colonia della British_Raj  per quasi  un secolo,  rimanendovi fino all’ indipendenza nel 1947 e la regione fu divisa tra il Punjab pakistano dalla maggioranza islamica e quello  divenuto lo stato del Punjab indiano. Dalla sua costituzione amministrativamente il  Punjab è diviso in  quattro regioni con  ventidue  distretti, della vasta regione  Poadh settentrionale è parte il distretto fi Puadh, divisa tra il pakistano e l’ indiano, la centrale regione  Majha  con quattro distretti verso il  territorio del  Rajasthan e Haryana, l’  occidentale più vasta regione Malwa  divisa in quindici distretti e  oltre il corso del fiume Sutlej  la Doaba con cinque distretti.

Terra dei cinque fiumi

Il Punjab indiano si stende a nord  sui confini  con il  Kashmir verso la catena dell’  Hindu Kush che si allunga ad est per l’ Himalaya occidentale con l’ Himachal  scendendo a sud tra i rilievi si stende l’ altro   stato indiano dell’ Haryana  , dopo la spartizione dall’ indipendenza indiana confina con il  Punjab pakistano  e  a sud ovest verso le pianure del limitrofo storico  territorio del  Rajasthan. La regione prende nome dalla terra dei cinque punj acque ab, per essere attraversata dai cinque fiumi punjabi,  nel territorio indiano  scorrono solo i  prime tre e gli altri in quello pakistano, il Sutlej è l’affluente più orientale del fiume Indo, nasce nell’ Himalaya tibetano dal lago Rakshastal per entrare in India nell’Himachal Pradesh e poi nel distretto punjabi di Ropar scorrendo  per quasi 1.500 chilometri come il più lungo del Punjab. Il fiume Beas è menzionato nei testi Veda come Arjikiya e chiamato Vipasa in sanscrito , ha origine dal  Beas Kund nell’Himachal Pradesh ed entra nel distretto di Hoshiarpur del Punjab scorrendo per circa  470 chilometri. Il fiume Ravi è anch’ esso citato nei Veda  come Purushini, ha le sue sorgenti himalayane nel distretto di Kangra dell’Himachal Pradesh, scorre per circa 700 chilometri entrando nel Punjab indiano  vicino a Madhopur lungo il confine prima di entrare nel pakistano e confluire nel fiume Chenab . Prima della separazione erano nei cinque storici fiumi punjabi gli alti due con  Il Jhelum chiamato  Vitasta nei Veda   e noto come Hydaspes dagli antichi greci, nasce dalla sorgente nei pressi di Verinag tra i monti e le vallate  del  Jammu e Kashmir ad est di  Srinagar come il più occidentale dei cinque fiumi. In India scorre attraverso il  Kashmir poi entra nel Punjab  pakistano nel distretto di Jhang come affluente  del  Chenab , teatro dell’ epico scontro tra il sovrano Porus e Alessandro nella conquista dell’ Asia con la battaglia dell’ Idaspe. L’ altro chiamato  Askani nei Veda è il fiume Chenab,  sorge tra le montagne himalayane nel distretto di Lahaul dell’Himachal Pradesh, attraversa il Kashmir nella regione del Jammu ed entra nel Punjab pakistano, scorrendo per oltre 900 chilometri si unisce al Ravi nei pressi di Ahmedpur Sial,  converge  poi con il al  Sutlej continuando il suo corso per formare  il fiume  Panjnad affluente dell’ Indo.

Cultura Punjabi

Fin dalla sua diffusione le comunità islamiche dei Punjabi  sono predominanti nel Punjab pakistano e in quello indiano  tra le più numerose, una stregua minoranza ancora legata all’ Induismo nel territorio meridionale, mentre sono concentrate a Lahore ove sono  perseguitate,  le comunità cristiane del  Punjab indiano hanno libertà di fede  ove in gran parte predomina la tollerante  religione del Sikhismo. La cultura si esprime anche nell’ abbigliamento Punjabi tradizionale in una vasta gamma come i drappi in cotone damascato Khes indossati dalle donne come i  variopinti scialli  in vari tessuti ricamati  Phulkari e dai ricami floreali il più diffuso  sari assieme alla lunga gonna e i larghi pantaloni  suthan stretti alle caviglie  che compongono l’ abito ghagra . In tessuti pregiati e ricami dai colori sgargianti l’altro  tradizionale femminile Salwar avvolto dalla vita lungo le gambe  alle caviglie, con le calzature in pelle decorate  Jutti, vari ornamenti, fili di seta per i capelli paranda, spesso gioielli, orecchini, bracciali e collane. Il tradizionale abbigliamento maschile Tamba e Kurta composto dal camice e pantalone,  sulla parte superiore del corpo l’ Angi aperta davanti  fino alle ginocchia, annodata o legata ,  più essenziali e quotidiani  gli ampi camici  Kurta estivi in sottili tessuti di cotone o seta con i femminili kurti  a volte decorati con ricami, anch’ essi indossati da uomini e donne i pantaloni attillati  Churidar. In disuso il lungo mantello maschile invernale Jama, mentre  tradizionalmente gli uomini continuano ad indossare il turbante turbante saraiki con il più diffuso Dastar dei Sikh.  Entrambe le regioni sono in gran parte popolate dai Punjabi discendenti dall’ antica stirpe indoariana con la comune  cultura  Punjabi, legati da storia, tradizioni e i  vari dialetti della lingua  Panjabi dalla diverse forme di scrittura , mentre nella regione indiana è diffusa quella di origine Sikh del Gurmukhi dal XVI secolo, nel pakistano è usata la forma di scrittura nota come  Shahmukhi dai  caratteri derivati da quelli arabo persiani.  Ne sono redatti da secoli i vari testi della letteratura fondamento di quella cultura ,  così come lo è la  musica del  Punjab dalla mistica islamica  e sufista alla classica devozionale  di origine Sikh del  Gurbani Sangeet  , fino alla più diffusa musica popolare dai vari temi religioso, epico e romantico. Alla tradizionale à legata la più recente  Bhangra diffusa tra le comunità all’estero  sempre  con propri strumenti  nei diversi stili locali che accompagnano la varietà delle  danze derivate dalle tradizionali nei variopinti costumi e diversi stili. Tra le dodici danze punjabi  più popolari, le diffuse  esclusivamente femminili della  Giddha  ove indossano abiti dai vivaci colori , ornamenti, la corona tikka e gioielli,  così come nelle altre danze femminili Kikkli delle giovani in coppia e con costumi diversi la diffusa Sammi. Uomini e donne danzano assieme nella movimentata ed acrobatica  Bhangra nelle cerimonie che celebrano il raccolto e  nelle danze della festa Teeyan per l’ inizio del monsone, danze  esclusivamente maschili come  la Jhumar , mentre tra le varie grandi feste cerimoniali Sikh a rappresentarne l’ indomito spirito guerriero spesso viene eseguita la tradizionale arte marziale Gatka i.

Feste Punjabi

Danze accompagnate da musiche, processioni e cerimonie nei costumi tradizionali  sono diffuse  nelle grandi feste Punjabi , in gran parte legate alle tradizioni religiose e culturali, oltre le cerimonie  Islamiche nelle città e santuari simili al resto del mondo musulmano. Il calendario Vikram fondato sui mesi lunari e gli anni siderali solari regola le numerose  feste  Hindu, oltre le altre celebrate nel reso dell’ India, la popolare festa invernale del Lohri  al passaggio del solstizio d’inverno, seguito  nello stesso mese Magh  a gennaio si celebra il Maghi. A primavera si tiene l’ animata  festa dei colori  dell’ Holi come altrove, la festa del raccolto ad aprile è celebrata nella  Vaisakhi che qui ha il più grande suo centro negli antichi e venerati templi  di  Katas Raj. in agosto  il giorno di fratelli e sorelle come la festa dei bracciali  Rakhi è celebrato  con la Raksha Bandhan  , nello stesso mese come nel resto dell’ india a grande festa Janmashtami celebra la mitica nascita di Krishna. L’antica tradizione della venerata Dea Madre è legata alla festa femminile della Sanjhi alla fine di agosto. mentre gli antenati sono ricordati nella festa devozionale Raddha del Śrāddha. Ad ottobre la dea Durga  anche qui viene celebrata con  le nove notti della grande festa  Navaratri seguita dalla locale variazione locale  della Dussehra. Alla fine di ottobre  a Rama sono consacrate le cerimonie nella festa del  Diwali comune anche alla tradizione  Sikh e la variazione regionale del Bhai Dooj , seguita dalle cerimonie  femminili nella tradizione del Karva Chauth, comune anche ai Sikh, alla fine di novembre legato alla mitologia induista il Kartik di Purnima. In gran parte le feste  e cerimonie Sikh celebrano i dieci Guru e i martiri della Khalsa scandite dal calendario solare Nanakshahi, tra le più grandi e di origine induista la  Vaisakhi nel capodanno Baisākhī il 14 aprile, così come sempre dall’ nduismo deriva la  Diwali in autunno  che coincide con la festa della liberazione  Bandi Chhor. L’ Holi induista è stata modificata dai Sikh nella spettacolare  Hola  di Mohalla a marzo tra i diversi templi, le cerimonie Gurpurb celebrano le nascite  dei Guru, altre ricordano  il martirio Shahid in difesa della fede, a giugno il  primo martire guru  Arjan giustiziato dai Moghul e  a novembre il martirio del  nono guru Bahadur.

Chandigarth

La Chandigarh regione metropolitana della capitale si stende su parte  dei colli di Sivalik  che si allungano dai contrafforti himalayani, ove sorgeva lo  storico centro di  Mani Majra fiorito nel  XVII secolo ha lasciato i resti della fortezza Manimajra,  tra i mura, edifici  i più antichi templi  di   Shiva e Thakurdwara, di epoca Moghul rimane il forte Burail del XVIII secolo. Nei pressi si è estesa la città di Chandigarh capitale del Punjab indiano progettata dal grande architetto Le Corbusier con la sua innovativa concezione urbanistica razionalista  della città ideale realizzato a Chandigarh. Tra tutto emerge il grande complesso governativo del  Capitol, al centro il palazzo dell’ Assemblea legislativa  di Chandigarh dalle superfici e forme capolavori del’ architettura razionalista, il palazzo High Court del Punjab_e  Haryana con l’ adiacente  edificio del Secretariat . A simbolo di pace e prosperità  si erge il monumento  dell’ Open Hand come una grande mano aperta che ruota con il vento, un grande complesso assieme ad altre opere di Le Corbusier dichiarato patrimonio Unesco . Anch’ esso progettato da Le Corbusier il  museo e la galleria d’ arte di Chandigarh con varie collezioni archeologiche, statue, dipinti, architettura e storia naturale,  a completare  il modernismo nella nuova Chandigarh in un ambiente naturale, vi ha aperto anche  il lago Sukhna  e ne prende nome la riserva faunistica del Sukhna . Dal lago circondato da prati ad ovest si trova il vicino giardino roccioso Nek Chand , non distante tra  varie specie di uccelli  la riserva Parrot  ospita in gran parte pappagalli, continuando il vasto giardino delle rose Hussain e trentuno specie di alberi secolari sono protetti nel parco Trees , per la fauna  numerose specie endemiche indiane sono ospitate nel parco zoologico Chhatbir.

Panchkula

Vicino alla capitale  oltre il limitrofo confine dell’ Haryana a sud est l’altra moderna  città di Panchkula si è da un centro del XVII secolo fondato dal principato di Kahlur , dall’ epoca rimane il forte di Ramgarh trasformato in albergo  e tra i colli Shivalik nel villaggio di Bilaspur sorge il tempio induista di  Mata Mansa consacrato alla dea manifestazione della Shakti nel decorato stile tradizionale  animato da fedeli e pellegrini due volte all’anno nelle grandi feste Navratra in inverno e primavera,  poco distante in stile Nagara consacrato alla dea del potere il tempio di Chandi . Sempre tra i colli di Sivalik sulle sponde del  fiume Ghaggar-Hakra, fondato nel XVII secolo si trova il Gurudwara di Nada Sahib , ricostruito nello stile tradizionale Sikh  con una  cupola su due piani, la grande sala e oltre il grande cortile  il ka Langar per i pellegrini.  All’ VIII secolo risale la fondazione del tempio  Bhima Dev che ha lasciato i suoi resi nel sito di Bhima dalle decorazioni erotiche simili allo stile dei templi  di Khajuraho nell’ Uttar Pradesh, le rovine distese tra ottanta piedistalli scolpiti fino agli adiacenti giardini  di Pinjore del XVII secolo in stile Moghul.

 Anandpur

A sud est lo storico distretto di  Rupnagar  ove i colli  Sivalik  si allungano sulle pianure un tempo attraversate dall’ antico fiume  Sarasvati sacro alla mitologia induista dallo scomparso corso seguito dal  Sutlej, su parte del territorio si stendono le lagune e paludi dal lago Ropard in un suggestivo ambiente popolato  da una ricca fauna e numerose specie di uccelli.  il distretto prende  nome dal centro fondato all’XI secolo esteso nella città di Rupnagar che conserva alcuni templi oltre i  gurdwara  Sikh di Bhhatha Sahib, Bhubour Sahib e Tibbi Sahib, adiacente sulla sponda sinistra del  Sutlej  venne fondato  un centro nel periodo Harappa della civiltà dell’ Indo fiorito nel II millennio a.C. che ha  lasciato i suoi resti nel sito di Ropar. Continuando per il distretto di  Rupnagar lungo il corso del Sutlej , sacra alla tradizione Sikh  si trova la città  di Anandpur estesa  dalla sua prima fondazione nel 1665  con nono guru Bahadur  ove sorse la   grande comunità del Khalsa Panth dal decimo guru  Gobind, divenuta  grande centro di pellegrinaggi come  la sacra città della Beatitudine  dai vari templi, santuari,  e i più venerati gurdwara di  Anandpur .Edificati dalla Fine del XVII secolo  dal decimo  guru Gobind a difesa dalle incursioni Moghul le cinque fortezze  Qila che ospitano  gurdwara con il forte della beatitudine Anandgarh, dell’acciaio Il Qila Lohgarh Sahib. della vittoria Lohgarh. Kesgarh  ampliato e  divenuto il più venerato santuario  Takht di Sri Kesgarh Sahib, oltre i vari i siti e i gurdwara   Anandpur alla comunità sono  dedicati i recenti edifici dall’ eclettico stile che ospitano il museo storico Virasat-e-Khalsa.

Mahja

Sulla via del Kashmir  lungo i rilievi di Sivalik si allunga il più settentrionale distretto di Pathankot, seguendo il corso del fiume Chakki tra i colli di Kangra e Dalhousie ne prende nome la città di Pathankot estesa dall’ antico centro di Audumbara. Dal medioevo fu una delle capitali del regno  Nurpur nota come Paithan, percorrendo poi la storia del Punjab settentrionale fino alla spartizione dopo l’ indipendenza indiana . Dal simile ambiente e storia il limitrofo distretto di Gurdaspur, lungo territorio  nell’ antico regno della dinastia induista Shahi, dal XIV secolo fu i dominio del sultanato di Delhi e poi nell’ impero Moghul mentre vi si estendeva la comunità Khalsa dei  Sikh divenendone una delle regioni del Punjab  con il suo centro più settentrionale nella città di Dinanagar fondata nel 1730 da Adina Begin. Parte della  vasta e storica regione di Majha rimasta al Punjab indiano dopo la divisione, ove in un centro di frontiera  quotidianamente viene  celebra la cerimonia del confine a Wagah  tra i due avamposti militari, nel suo territorio  la cittadina  di Khadur,  dalla fondazione nel 1539   con il secondo guru Angad e sorto il  gurdwara di Khadoor .

Batala

Da un vecchio centro si è estesa a grande città di Batala , nella mitologia  induista visitata da Shiva per incontrare i figli Kartikeya  e Ganesha e sacra anche al Sikhismo ove il primo guru Nanak nel 1485,  prese in moglie Sulakhni , dall’ epoca sono sorti diversi santuari e  Gurdwara legati all’evento, meta di pellegrinaggi. La comunità islamica era la più numerosa fino alla spartizione del Punjab quando  molti musulmani lasciarono la città per migrare in Pakistan, rimase quella induista  e la maggioranza  Sikh. Tra gli altri templi induisti di Batala nel vecchio centro di Chakri Bazar si trova il Dwara Mandir di  Kali  consacrato alla dea che si anima di pellegrini per la grande festa annuale del  Navratri e il  Sati Lakshmi Devi Smadh. Rimangono i resti di quello che fu il sontuoso  palazzo sull’ acqua di Baradari edificato alla fine del XVIII secolo da Sher Singh, circondato da uno stagno con otto porte nel piano parte inferiore e quattro nel superiore per una scala si sale all’ ingresso sul primo, al centro un padiglione con corridoio che ospita la sala. La parete interna decorata  con affreschi in gran parte perduti così come il tetto del  padiglione, la parte superiore in condizioni fatiscenti che non  rendono l’ antico splendore. Tra i santuari Sikh il Gurdwara  di  Kandh Sahib ricorda il matrimonio di guru  Nanak,  fondato nel 1640 dal settimo  guru Har Rai nel tradizionale stile Sikh  su una sacra pietra ove meditava che a si erge fino al soffitto , dagli interni decorati ospita anche un museo, che espone opere  e dipinti legati alla fede Sikh,  centro di pellegrinaggi il Gurudwara ospita attira devoti giunti e si anima nella varie cerimonie.

Taran Taran

Per il distretto di Tarn Taran in un suggestivo ambiente attorno al lago  Harike si stendono le zone umide e le paludi Hari-ke-Pattan  con la vasta riserva dell’ Harike popolata da  animali, fauna acquatica e varie specie di uccelli. il distretto prende nome dalla storica  città di  Tarn Taran  che fin dalla fondazione  nel XVI secolo è divenuta sacro e venerato centro della cultura Sikh ove sorgono vari santuari e templi legati alla tradizione  con il più grande Gurdwara di Sri Tarn Taran Sahib  che si erge candido dai tetti dorati sul sacro stagno fondato nel XVII secolo dal quinto guru  Arjan e primo dei martiri in epoca Moghul. Seguendo il corso del fiume Beas per il distretto si trova la vicina e storica  città di  Goindval ove  il  terzo guru Amar Das a metà del XVI secolo fondò un centro con il  Gurdwara di Goindwal Sahib nel tradizionale stile in marmo bianco,  tra quattro cupole si erge l’alta dal pinnacolo dorato e la facciata decorata,  l’ingresso con affreschi storici e accanto al Gurdwara di Goindwal per le sacre abluzioni il monumentale pozzo a gradini  Baoli.

Amristar

Non distante sorge la sacra città di Amristar come il più grande centro religioso e culturale della Khalsa Sikh fondata nel 1574 dal quarto  guru Ram_Das , devastata  a metà del XVIII secolo dall’ esercito dell’impero  Durrani afghano, riconquistata all’ inizio del successivo e ricostruita da Ranjit Singh, fino al dominio britannico  come capitale del nuovo Impero Sikh. Conserva le sue memorie tra i  vari siti storici di Amritsar,  rimangono le mura e gli edifici della grande   fortezza di Gobindgarh , tra i diversi palazzi e mausolei con  la residenza reale  Ram Bagh , i padiglioni del Jallianwala dallo stile ispirato al Moghul nei giardini  di Bagh. Come città santa e centro del Sikhismo dall’  epoca sorsero gli storici Gurudwara di Amritsar ,  poi fu nella colonia britannica dalla  metà del XIX secolo e nel 1870 vi venne fondato movimento Singh Sabha per mantenere  la tradizione Sikh contro le ingerenze religiose e straniere  in conflitto con i britannici. Nel 1919  guarnigione inglese a Jallianwala Bagh represse duramente  una manifestazione nel massacro di Amristar, mentre poco dopo dalla comunità induista venne  eretto il  tempio di  Durgiana . Anche dopo l’ indipendenza  i conflitti  della comunità  Sikh continuarono  con il governo indiano e guidati  Bhindranwale come capo della Khalsa cnel 1984  occuparono  il sacro tempio d’ oro  di Amritsar, li ricordo  armati di spade ed alabarde alcuni assieme alle famiglie assediati  e poi attaccati con l’ operazione Blue Star, devastando  i sacri edifici poi  restaurati come si trovano nel  monumentale Tempio d’ Oro dell’ Harmandir Sahib centro della cultura Sikh. Tra gli altri   e venerati Gurudwara di Amritsar  fu  consacrato nel XVIII secolo nello stile tradizionale con l’ alta torre ottogonale bianca  su nove piani il  Baba_Atal  decorato da affreschi  sulla storia  della comunità Khalsa, sempre in candido marmo  il  gurudwara di  Bibeksar vicino alla Porta Chattiwind,  poco distante dal simile stile ispirato al Moghul il  Baba Deep . Sempre nei pressi della porta edificato nel XIX  secolo il  Gurudwara di  Ramsar  sul sacro stagno sarovar,  sull’ altra sponda  al XVI risale la fondazione  del Manji consacrato al quinto guru Arjan. Il Gurdwara di  Ka mahal  fu edificato ove era la  residenza del  guru Ram Das su tre piani,  vicino all’ inizio del XIX secolo risale il  Gurdwara  di Bhai Saalo. Supremo centro della religione e cultura Sikh, rimane  il  venerato  Gurdwara  dell’ Harmandir Sahib, aperto ai fedeli di tutte le religioni attraverso le quattro porte che simboleggiano, apertura, accoglienza, accettazione e appartenenza come dimora di Dio, il maestoso Tempio d’ Oro di  Amristar emerge magnificamente  dal sacro lago Sarovar  con la spettacolare achitettura dell’ Harmandir con le porte d’ oro decorate all’ ingresso Darshani Deorbi. Dal maestoso  Harmandir Sahib, a sud est si ergono le due alte torri Burj del Ramgarhia Bunga rosse su tre piani simile a minareti Moghul edificate dalla comunità Ramgarhia nel XVIII secolo, poco oltre viene offerto cibo a tutti nel vasto Langar. Attorno al Sarovar animato da fedeli e pellegrini il  lungo corridoio di marmo unisce il percorso parikrama  al santuario ove il piano inferiore  ospita l’ originale testo  sacro del Guru Granth  venerato  il giorno  fino al rituale sukhasan accompagnato dagli inni Kirtan e parti della preghiera Ardās, la sera con una portantina  palki decorata viene trasportato nella sua dimora notturna al santuario  Akal Takht anch’ esso di candido marmo e la cupola dorata nel monumentale stile,  centro  della fede e cultura  Sikh diffusa nel mondo  dal Punjab.

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