IndiaIndia Himalaya

Kashmir

La regione indiana più settentrionale  del Kashmir si stende ad ovest lungo il territorio del  Pakistan  settentrionale per la catena dell’ Hindu Kush e ad est  tra altre montagne e vallate da dove attraverso il Ladakh la catena himalayana  si allunga  ad est verso il Tibet, crocevia d migrazioni, conquiste  e commerci che ne hanno attraversato la lunga storia.

La terra dei Dardi

Dopo il primo popolamento preistorico il periodo neolitico tra il III e il I millennio a.C. ha lasciato i suoi resti tra i più rilevanti conservati nel  sito archeologico di  Burzahom , nella successiva età del bronzo e del  ferro durante il periodo Vedico indiano  dal I millennio a.C. vi si estese la confederazione tribale riunita nel regno di  Kuru dall’ India settentrionale. Dall’ epoca nella regione iniziò più definita la storia del Kashmir, nel III secolo a.C. vi giunse la  leggendaria spedizione di Alessandro il Grande in Asia trovandola popolata dagli  antenati di stirpe indoariana dei Dardi, poco dopo  dalla vicina regione della Battriana  iniziò la prima diffusione del Buddismo  con le rappresentazioni artistiche  fondate sulle tradizioni greche con quelle indiane esteso nella regione del  Gandhara tra il Pakistan e Afghanistan ove  nel III secolo a.C.  il sovrano Ashoka del vasto impero indiano Maurya, dopo la sua conversione  inviò il monaco Majjhantika a diffondere la dottrina in quei territori introducendo la tradizione religiosa del  buddismo in  Kashmir a lungo fondamento culturale nella regione. In occidente gli abitanti del Kashmir sono  menzionati per la rima volta nel IV secolo  a.C. come Dadikai nelle storie di  Erodoto, chiamati poi  Drokpa  nel I secolo d.C.  dallo  storico romano Plinio  nel territorio esteso fino al corso superiore del fiume Indo, come individuato dal  grande geografo greco  Tolomeo poco dopo, nello stesso periodo che vi si estese a nord ovest il grande impero indiano  Kushan, mentre fino al  suo medioevo la  storia del Kashmir è in parte descritta dalla monumentale opera del Rajatarangini  con la Lista dei Re redatto in sanscrito  in otto volumi nel XII secolo dallo studioso indiano Kalhana.

I regni del Kashmir

Dal VII secolo per i due successivi fu nei domini del regno Karkota fondato dall’ omonima dinastia  legato alla tradizione  culturale e religiosa induista del Vaishnavismo  edificando templi  consacrati a  Vishnu, tra i vari nei pressi di Anantnag  aveva il suo centro e santuario tempio del sole Pandou Laidan di Martand che ha lasciato i suoi imponenti resti, ma permise al buddismo di prosperare così come il regno  che fiorì con il sovrano Muktapida nell’ VIII secolo che, oltre a fondare vari nuovi centri,  favorì la costruzione di numerosi  Santuari hindu e buddisti. La dinastia Karkota regnò fino alla metà del IX secolo quando fu rovesciato da  Avantivarman che prese il potere fondando  il nuovo regno in Kashmir con la sua dinastia di  Utpala. Il nuovo sovrano tra gli altri centri nella valle di Srinagar  fondò la  città di  Sopore, continuando a favorire la costruzione di gompa e monasteri per la comunità buddista, fu anche il fondatore della città di  Awantipora ove tra gli altri fece edificare i due  templi consacrati a Vishnu e Shiva nel  grande santuario di Avantiswami anch’ esso come gli altri poi devastati dai musulmani. Dal  IX secolo nella convivenza tra buddismo ed induismo si impose la  nuova dottrina dello  Shaivismo in Kashmir fondata sull’introduzione di  testi tantrici  come base nella tradizione della filosofia  Trika, consolidata poi nel secolo successivo  con gli altri elaborati  testi del Tantraloka redatti in dall’ eclettico  filosofo e mistico kashmiro Abhinavagupta, diffusa nelle altre regioni indiane settentrionali. Dopo la reggenza della regina Didda, figlia di Simharāja del Lohara e nipote del  sovrano regnante con la dinastia induista  Shahi di Kabul, all’ inizio del XI secolo nel vecchio regno del  Kashmir prese il potere la sua dinastia Lohara respingendo i due tentativi di invasione del  potente regno musulmano di  Ghazni e regnando per i tre secoli successivi  sempre minacciata dalle incursioni islamiche  nella regione. Durante il regno dell’ ultimo sovrano Suhadeva il Kashmir fu devastato da una tribù di  tartari, il suo generale Rinchan prese il potere convertendosi alla fede islamica  con l’ aiuto di altri capi militarie e tra essi pose fine alla dinastia Shah_Mir nel  1339  come sultano sposando poi la figlia di Rinchan divenuta reggente Kota Rani  e fu il primo regnante musulmano in Kashmir con la fondazione della sua dinastia Shah Mir. Dall’ epoca con la nuova dinastia tra la popolazione iniziò la prima  diffusione  islamica in Kashmir ove rimase la tolleranza per hindu e buddisti fino all’ inizio del XV secolo quando il sesto sultano Sikandar  ne impose la conversione  forzata emarginando e costringendo alla tassa  Jizya  coloro che la rifiutavano nell’ applicazione delle leggi  del diritto islamico alle comunità ancora infedeli dei Dhimmi, devastando poi templi per distruggere statue ed immagini considerate idolatre, mentre nel 1394 fece edificare la grande Jamia Masjid che si erge al centro di Srinagar come la più imponente e frequentata moschea della regione.  ll figlio e successore Zain-ul-Abidin si mostrò più tollerante abolendo le leggi del padre, riabilitò la lingua e letteratura sanscrita e favorì il ritorno delle comunità induiste permettendo la ricostruzione di templi e seguire le tradizioni hindu del Dharmashstra indicate dai Brahmani, mentre fece giungere artisti persiani per introdurne i canoni islamici  nel Kashmir. Dopo le rivolte del Jammu , Poonch e Rajauri contro il sultano Hajji Khan nel 1470 e represse dal figlio Hasan Khan, nei decenni seguenti  venne ridotta  l’ influenza culturale induista, il sanscrito venne sostituito dal persiano  come lingua ufficiale e la nobiltà islamica prese in potere  spodestando gli  Shah Mir con la fondazione della dinastia Chak dal breve regno poco più che ventennale. Dal potente khanato  Yarkent di Kashghar   che dominava parte della regione cinese occidentale,  il sultano Said_Khan nel 1533   inviò l’ armata  guidata dal  condottiero anch’ egli di stirpe turco mongola Mirza che invase il Kashmir per poi ritirarsi dopo un trattato con la dinastia Chak, condusse una seconda invasione nel 1540  inviato dal sovrano dell’ impero Moghul indiano Humayun per spodestare la dinastia proclamando il nuovo regno del Kashmir vassallo dei Moghul. La regione fu interamente islamizzata e centro ne divenne il santuario di Hazratba sul lago Dal, mentre su un canale del lago vennero aperti i giardini Shalimar dai padiglioni nel sontuoso stile Moghul e nei pressi gli ancor più vasti e monumentali giardini dalle dodici terrazze di  Nishat . Nella prima metà del XVIII secolo con la decadenza del vasto impero Moghul l’ intera regione indiana settentrionale venne invasa dalle armate persiane dello shah Nader nel 1738 che ridusse il controllo dei Moghul sul Kashmir e nel decennio successivo  fu invaso dal vicino impero afghano del  Durrani divenendone provincia fino al 1819 quando fu conquistato e annesso al muovo e potente impero indiano settentrionale Sikh fondato nel Punjab il ventennio precedente. Dalla cultura e società fondata su tradizioni induiste tradotte poi nella religione monoteista del Sikhismo , il dominio cercò di reprimere l’ ormai consolidato islamismo vietandone le leggi, la limitazione delle moschee  oltre  la chiusura della grande Jamia Masjid, pesanti imposte ai fedeli che impoverirono i contadini, poi in parte revocate e   dopo una carestia nel 1832 iniziarono a favorire l’agricoltura  rendendo Il Kashmir uno dei territori più ricchi del loro impero.  Alla fine del XVIII secolo la compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire i suo centri commerciali nel Gujarat ben presto estesi in gran parte del territorio ove presero poi il potere le presidenze in quella che fu l’ India britannica e dal 1858  per un secolo divenne  la colonia  della British_Raj, dopo la prima  vittoriosa guerra contro i Sikh nel Punjab  del 1846, nel   Kashmir estese il suo dominio come suo protettorato istituendo il principato del Jammu. Parte del territorio era abitato dalla popolazione  indiana nord occidentale  Dogra ove l’amministrazione britannica pose come governatore  il Maharaja  Gulab Singh  che vi fondò l’ omonima dinastia di stirpe Rajput  induista dei Dogra  con capitale a Srinagar rimasta fino all’ indipendenza dell’ India nel 1947  dopo il regno dell’ ultimo Maharaja Hari_Singh.

Contesa con il Pakistan

Mentre una parte del Kashmir rimase nei domini pakistani dell’ Azad, contro  Hari Singh era dilagata la rivolta del  Poonch sostenuta dal Pakistan nella contesa del Kashmir, dopo la spartizione dell’ India britannica dal 1947 si scatenarono rivolte e violenti scontri  nel Jammu  dei musulmani sostenuti dal Pakistan culminati in vari massacri  tra la popolazione hindu e sikh. Nello stesso 1947  il conflitto continuò  con la prima guerra del  Kashmir , conclusa dopo un anno,  il vecchio regno  entrò nell’ unione indiana divenendo  lo stato del Jammu Kashmir, dopo l’ emanazione della  Risoluzione 47 dall’ Onu  per risolvere il conflitto delle Nazioni Unite  venne riconosciuto lo  sceicco Abdullah  nel governo  in Kashmir a capo del movimento Jammu Kashmir National Conference con il partito Jknc. Da  quella prima  guerra  continuarono tre successivi  tre conflitti con il Pakistan trascinati  dall’ epoca fino al 1999, dopo quella del 1971  vennero raggiuti  accordi  nel trattato di  Simla  che tra gli altri stabilivano i confini del Kashmir, nel frattempo dopo la vittoria della rivoluzione comunista in Cina  nel 1949 e l’ inizio del lungo periodo  maoista nel 1955 l’esercito cinese invase per un breve periodo il territorio  nord orientale del Ladakh poi lasciato mentre vi giungevano profughi tibetani. I cinesi completarono  la lunga via tra la regione del Xinjiang attraverso l’ Aksai Chin all’estremità settentrionale del Kashmir e il territorio   occidentale del  Tibet entrando in conflitto con l’ india culminato nel 1962 con la guerra sino-indiana per il controllo  del Kashmir nordoccidentale terminata con l’ occupazione cinese dell’ Aksai e nel 1965 dal Pakistan fu ceduta   l’ adiacente territorio di confine lungo l’ omonima catena montuosa del Trans Karakorum nota in urdu come Shaksgam.

Separatismo e islamismo

Nello stesso periodo in Kashmir si affermò movimento musulmano del  Jamaat-e-Islami che reclamava prima l’unificazione al Pakistan e poi  l’ indipendenza  di una stato islamico, successivamente il separatista Fronte di liberazione del Jammu Kashmir per l’ insurrezione armata contro il governo indiano  sostenuta dal governo e i servizi segreti pakistani dell’ Isi  che poi  ha favorito e finanziato  altre formazioni separatiste e terroriste  islamiche ispirate da personaggi come Geelani  fondatore della Jamaat-e-Islami e poi nel 2004  del più integralista Tehreek-e-Hurriyat, considerato uno dei famigerati padri fondatori della guerra santa  Jihad  in Kashmir. Mentre  nel 1993 venne fondato il fronte politico unito  nell’ alleanza dell’Hurriyat per riorganizzare e sostenere il separatismo dall’ India nel lungo conflitto del  Kashmir  che , dal lontano inizio negli anni trenta fino al 2019,  ha  provocato una devastante lista di massacri nel Jammu e Kashmir tra la popolazione civile e militari, mentre le violenze islamiche dal 1989 hanno portato al grande esodo delle comunità induiste Pandit  che da sempre popolavano la regione. Negli ultimi decenni in questo territorio e il resto della regione è dilagato il terrorismo  sostenuto dal Pakistan con varie  formazioni islamiche indipendentiste  in nome della guerra santa jihad ,ispirata dal movimento integralista del Deobandi  che predica il jihadismo,  come gran parte degli altri  diffusi nel mondo finanziato dal governo   Saudita e anch’ esso sostenuto dal Pakistan, dal 2000 si sono organizzate le formazioni del  Jaish-e-Mohammed che considera il Kashmir come territorio da dove far dilagare l’ islamismo in India. Fondata nel 1986 da integralisti come altre  finanziate dai sauditi,  Bin Laden  e, oltre ai servizi segreti pakistani, sostenuta dagli Stati Uniti, durante il conflitto con l’ Unione Sovietica in Afghanistan , dallo stesso periodo in Kashmir è attiva l’ altra feroce formazione Lashkar-e-Taiba  con azioni terroristiche e violenti attacchi, alleata con la famigerata  Al-Qaida fin dalla sua fondazione e con il sanguinario regime integralista afghano dei Talebani. Il partito dei santi combattenti  noti come i mujaheddin di Hizbul ha rivendicato numerosi attacchi anche in India sempre sostenuti dal Pakistan che nel 1998  per una migliore organizzazione militare ne ha favorito il distacco dell’altra sanguinaria formazione di  Al-Badr anch’essa legata ad Al-Qaida. Dopo la fondazione del movimento Jihad islamico Harkat nel 1984 per combattere in Afghanistan,  le sue formazioni Harkat-ul-Jihad-al-Islami sono  dilagate poi nei territori limitrofi dagli anni novanta attive in Kashmir come Harkat-ul-Ansar sempre dalle sue centrali pakistane. Il movimento dei mujahidin islamici Hizbul , continuando nelle sue azioni dal 1994 ha partecipato alle elezioni con la guida di Yasin Malik che ne era stato famigerato capo durante la guerriglia,  mentre il criminale terrorismo islamico è continuato  con le varie formazioni dai centri in Pakistan assieme ad altre formazioni integraliste per fondare un cupo califfato sul modello Isis  attraverso lo sterminio di democratici, intellettuali, comunità hindù e tutti gli infedeli  con l’ unica crudele legge della Shari’a che bandisce ogni minimo richiamo ad una società civile. Prima della devastante diffusione dei conflitti islamici ed il terrorismo questo territorio lo ricordo come un affascinante regione che si apriva nei vari distretti del  Jammu Kashmir con le città e centri  ricchi di storia,  villaggi  tradizionali in suggestivi ambienti ove per secoli sono transitate  pacificamente le vie dei pellegrini per i santuari hindu himalayani.

Jammu

La regione sud occidentale del Jammu è distesa tra i contrafforti himalayani a nord e le pianure settentrionali ove  da un centro fondato nel IX secolo si è estesa  nei successivi  l’omonima  città di Jammu capitale invernale dell’ intera regione che nel suo centro più antico conserva quartieri, palazzi e templi , sulle sponde del fiume Tawi considerato sacro dagli hindu che separa la più moderna  città dal centro storico ove sorge il maestoso palazzo del Mubarak Mandi edificato all’ inizio del XIX secolo come residenza dei marajha durante il regno in Kashmir della dinastia Dogra  e sulla sponda di destra  più tardi in stile francese venne costruito l’ altro palazzo reale di Amar che ospita un museo.  Continuando lungo il fiume dall’ antico  tempio di Mahakali sul fiume durante il regno Dogra nel XVIII secolo  venne edificato il forte di Bahu divenuto centro religioso con il tempio induista Bawe Wali Mata consacrato alla dea Kali ove in autunno si celebra il Bahu Mela con le cerimonie per la grande festa religiosa del Navaratri. Poco a nord del fiume per il quartiere centrale oltre al templi e gli storici edifici di Ranbireshwar, Karbala e Peer Meetha, nel 1835 vennero edificati i sette santuari hindu del grande tempio Raghunath consacrati a Rama e Vishnu, anch’ esso nel 2002  oggetto degli attacchi terroristi islamici a Raghunath. Poco a nord ovest  lungo il confine pakistano il Jammu si stende per il distretto di  Poonch con i suoi storici centri, cittadine e villaggi,  capitale ne è la storica città che ne prende nome come Poonch che conserva i vecchi quartieri ed edifici,  da dove continuare  nel territorio  attraversato dalla storica via Mughul  tracciata nel XVII secolo durante l’ omonimo impero indiano e recentemente riaperta da dove si pUò raggiungere il suggestivo ambiente dell’Aharbal tra colli, foreste attraversati da fiumi e cascate e  l’altrettanto magnifico territorio  naturalistico protetto dalla riserva di Hirpora popolata da fauna endemica. Sempre lungo il confine pakistano poco a sud si apre il  distretto di Kathua dalle fertili  pianure  che si stendono fino al Punjab e ad est verso i contrafforti himalayani in parte attraversato dal fiume Ravi ove sulla sponda destra dal centro di Vishwasthali  nel XVII secolo  si è estesa la città di Basholi un tempo celebre per i sontuosi palazzi andati in rovina e per i dipinti della scuola Pahari diffusa in India a metà XVIII secolo  assieme a quelli dell’ altrettanto raffinata altra scuola  Kangra che qui a Basholi ha conservato le opere del suo più celebre   maestro  Nainsukh. Dal Kathua  verso la maestosa catena dell’ Himalaya si stende il  limitrofo distretto di Udhampur dal suggestivo ambiente naturale in parte attraversato dalla catena dei colli Sivalik nel territorio che fu tra i centri  dell’ antica cultura paleolitica  di Soan diffusa nella regione  che ha lasciato vari resti. Si allunga per  i rilievi coperti da foreste  ove splende il lago Mansar da sempre sacro agli hindu con il tempio consacrato al divino serpente Sheshnag sulla sponda orientale così come sacro è il non distante altro lago  Surinsar dalla ricca fauna endemica protetta dall’ omonima riserva. Sulle sponde del sacro fiume Devak sorge  il santuario hindu con il grande tempio Sudh Mahadev tra i più antichi consacrati a  Shiva dagli edifici decorati con preziose incisioni che lo raffigurano assieme a quelle di Parvati, con il sacrario del venerato tridente divino Trishul meta di pellegrinaggi ove in estate  si celebra la grande festa religiosa del Sawan. Dal distretto prende nome la città di Udhampur come suo capoluogo che della sua storia  Moghul  tra gli altri edifici conserva il palazzo Samadhidi Raja Suchet Singh e il forte Ramnagar, poco distante  nell’ omonimo villaggio  si ergono i  sette templi di  Krimchi edificati alla fine dell’ VIII secolo consacrati a Shiva, Ganesha, Vishnu e Parvati. Dall’ Udhampur  si continua per il vicino distretto di Reasi anch’esso una delle culle dell’ induismo nella regione con i suoi vari templi e santuari, oltre il  vecchio forte Moghul di Bhimgarh che si erge su un colle. Nei pressi del villaggio di Karua il tempio e le rocce sacrificali di  Baba Dhansar sulla scogliera affacciata nella laguna e nel villaggio di  Sangar si trova il venerato santuario rupestre induista di Shivkhori consacrato a Shiva. Oltre ad altri su un sacro colle Trikuta si erge  il grande tempio di  Vaishno_Devi consacrato a Durga, tra i più frequenti centri di pellegrinaggio induisti,  come in altri santuari indiani vi vengono celebrate le grandi feste religiose del Diwali tra ottobre e novembre e poco prima le nove notti con le cerimonie del Navaratri. Proseguendo poco a nord ovest tra le montagne e fertile  vallate  si attraversa l’ altro  distretto di  Rajouri nel territorio che continua  verso sud ovest in quello di  Samba e risalendo per il Jammu sudorientale   il distretto di  Doda nella regione più funestata dagli attacchi terroristi islamici negli ultimi anni, poco ad ovest dal  2007  se ne è separato il più vasto e meno popolato  nuovo distretto di Ramban. Tra monti e fertili  vallate vi si apre  il l territorio del  Banihal con i suoi vari centri e villaggi  che diventa spettacolare  quando in parte vi si stende la valle del Chenab attraversata dall’ omonimo fiume  verso la catena himalayana ove si ergono le montagne del Pir Panjal da dove il Jammu si collega alla valle del Kashmir ove transitava l’ antica via Mughul attraverso l’ alto passo del  Peer Gali  percorsa a lungo  tra i tornanti,  fino all’apertura della strada per Srinagar nel 1956 che lo evitava attraverso il tunnel Jawahar e recentemente  nel 2021 sotto la montagna è stato completata l’ altra lunga galleria con tunnel di  Banihal.

Srinagar

Nella valle del Kashmir venne scoperto dal 1960  e scavato nei decenni successivi il vasto sito neolitico di Burzahom rivelando una gran quantità di reperti lasciti dalle comunità che l’ hanno popolato dal III al I millennio a.C.,  quando poi  si estese il dominio del regno indiano  Vakataka a metà del III secolo a.C.  sulle sponde del lago Dal venne fondato il centro di  Parvasenpu  per volere del sovrano  Pravarasena . Dall’ epoca attraverso i secoli ha seguito la storia della regione fino ad estendersi nella  città di Srinagar conservandone gli storici quartieri, edifici, templi, santuari e moschee. Durante il periodo coloniale britannico  divenne uno dei centri dell’  Ahmadiyya  considerato un’ eresia musulmana, fondata in Punjab alla fine del XIX secolo come  movimento messianico dallo studioso e mistico  musulmano indiano Mirza  ritenuto inviato divino  Mahdi  e Messia per il cristianesimo che nella sua dottrina riprende  in parte la tradizione islamica di Gesù come il penultimo grande profeta, ma ritenuto sopravvissuto alla crocifissione e migrato ad oriente per  morire anziano a Srinagar e sepolto nel santuario di Roza_Bal secondo la tradizione messianica. Lungo le sponde del Jhelum che lo attraversa in grand parte si stende lo Shahar-e-Khaas come è noto il più antico centro di  Srinagar, tra vecchi edifici  che affacciano sulle vie animate da botteghe,  mercati , moschee e santuari come cuore religioso e spirituale del Kashmir,  sulla sponda destra del fiume si erge la Khanqah-e-Moula edificata in una raffinata architettura di legno nel 1395,  sempre lungo il fiume e nel medesimo stile  si trova l’altra moschea di Aali completata  nel 1471.  Nel quartiere Khayam Khanyar , oltre il santuario di  Dastgeer edificato all’ inizio del XIX secolo, davanti al cimitero islamico si trova il mausoleo con l’altro santuario di Roza_Bal del XVII secolo sorto sulle rovine di un antico tempio hindu ove leggenda vuole si trovava la vera tomba di Gesù, ispirata poi dall’ eresia islamica  dell’Ahmadiyya. Continuando per il  centro di  Nowhatta si trova la grande moschea Jamia Masjid di Srinagar completata all’ inizio del XV secolo in stile indo persiano dalle ampie sale finemente decorate. Poco distante  circondato da ampi giardini nel XVI secolo sempre in epoca Mughul  e dal simile stile sorse il santuario di Ziyarat_Naqshband consacrato al mistico uzbeco tra i fondatori della scuola islamica Sufi con il vicino mercato del Khwaja Bazaar animato da donne nei costumi tradizionali e gli uomini con il tipico Pheran di cotone estivo e lana in inverno. La città si stende sul lago Dal ove  affacciano giardini, i più vecchi edificI ed altre moschee, sulla  sponda settentrionale  poco fuori dal centro sorge il  Dargah Sharif con il  maestoso santuario di Hazratbal dalla candida moschea nell’ omonimo distretto  edificato nel XVII secolo in stile Moghul che dal 1635 ospita la venerata reliquia del Moi-e-Muqqadas con i capelli del Profeta. Il suggestivo ambiente del lago Dal è quotidianamente animato dalle tradizionali imbarcazioni Shikara che collegano le sponde per abitanti e merci speso decorate e sempre con i bracieri di terracotta decorati Kanger divenute simbolo del lago e la città assieme alle case galleggiati introdotte dai primi residenti britannici come le houseboat di Srinagar dal XIX secolo. Lungo un canale affacciano i giardini di Shalimar  aperti in epoca Moghul all’ inizio del XVII secolo con padiglioni nello stile dell’ epoca come i vicini e più sontuosi giardini di Nishat  dalle dodici terrazze in un suggestivo ambiente attraversato da un canale che precipita in cascate.

La via dei pellegrini

Lasciata Srinagar poco ad est  nel  villaggio di Tulmul  venne fondato il grande tempio  Kheer Bhawani all’ inizio del XIX secolo su una sacra sorgente  come centro dei fedeli hindu del Kashmir devoti al culto della divinità Bhavani, dagli interni decorati e frequentato da pellegrini che si concentrano nel plenilunio di  maggio animando il  tempio  Bhawani per le cerimonie del Mela Kheer Bhawani, così come le altre grandi feste religiose annuali del Jesht Ashtami  e Shukla Paksh Ashtami.  Su un colle che domina la valle di Srinagar si erge il  tempio hindu consacrato a Shiva di Shankaracharya fondato nel IX secolo su un più antico del II secolo a.C.  dalla base ottagonale la scalinata tra due mura porta al tempio quadrato, dall’ altra parte un portale accede al sacrario circolare, quattro colonne racchiudono il venerato lingam con attorno la rappresentazione del serpente protettore. Considerato sacro anche dal buddismo  come in altri templi indiani vi si tiene grande festa religiosa annuale consacrata a Shiva induista del Maha Shivaratri tra febbraio e marzo, frequentata e venerata meta dei fedeli che qui sostano prima di continuare il percorso del grande pellegrinaggio Yatra  verso la sacra grotta di Amarnath.  Poco ad est da Srinagar ove si allunga la catena  del Zabarwan in un magnifico ambiante  tra montagne e vallate si trova il parco nazionale di Dachigam popolato da una ricca fauna endemica, varie specie di uccelli e animali, oltre altre più rare come cervi del Kashmir orsi bruni e dal collare e i leopardi nevi, sempre non distante  da Srinagar a  nord ovest  la città di Baramulla dalla lunga storia è capoluogo del territorio che ne prende nome come il distretto di Baramulla lungo il confine pakistano. In parte dominato dalla catena himalayana occidentale del Pir Panjal si stende il suggestivo territorio protetto dal santuario faunistico di Gulmarg popolato anch’esso da una ricca fauna endemica ove nei pressi tra i rilievi nella  valle si trova l’ omonima città di Gulmarg che ha percorso la storia del Kashmir da quando venne fondata alla fine del XVI secolo durante l’ impero Moghul e divenuto un frequentato centro  tra le suggestive montagne fino alle minacce terroristiche. A nord est si stende il limitrofo distretto di Ganderbal ove continua il suggestivo territorio tra montagne e vallate in parte attraversato dal corso del fiume  Sind  affluente del  Jhelum  che qui a nord est da Srinagar si apre nella sua storica ed  omonima valle del Sind  ove transitava uno degli antichi percorsi che diramavano dalla Via della Seta per l’ India settentrionale anche per la diffusione  nella regione dell’ induismo e il buddismo. Nei pressi del villaggio di Naranag sulla sponda sinistra del Wangath affluente del Sind si trovano i resti dei templi di  Wangath, fondati nell’ VIII secolo dalla dinastia  Karkota  che dominava il Kashmir  durante il regno del sovrano Muktapida con i vasti  complessi di edifici centrale, orientale ed occidentale  nello stile tradizionale del  Kashmir induista, come l’altro grande e più antico tempio  consacrato alla divinità solare Surya di Martand edificato nel V secolo che si erge a Kehribal nei pressi della città di Anantnag , lasciando i suoi imponenti resti dopo le devastazioni del sultano musulmano Sikandar alla fine del XIV secolo.  Poco distante da una residenza Moghul sorta sulle sorgenti termali Duru-Verinag  si è estesa la cittadina di Verinag che conserva i  giardini con i raffinati padiglioni in stile Moghul edificati attorno alle sorgenti  nel XVII secolo,  seguendo le antiche vie dei pellegrini per il distretto di Anantnag  l’ itinerario attraversa parte del  territorio  himalayano  ove si eleva l’ alto picco del  Kolahoi a sud del fiume Sind, VI  si allunga la valle del Kashmir, collegata a sud con il Jammu dall’ alto passo di Sinthan. Continuando per il territorio centro orientale tra le montagne e attraverso la verde valle di Betaab  in un suggestivo ambiente di boschi attraversati da fiumi si giunge al villaggio di Pahalgam. Nel vicino campo di Panchtarni i pellegrini si accampano prima di iniziare per il sentiero lungo il lago Sheshnag che splende tra le montagne da dove sale verso la  sacra grotta di Amarnath  che si apre a quasi quattromila metri con il suo santuario rupestre  di Amarnathji consacrato a Shiva, meta di uno  dei quattro grandi  e più sacri pellegrinaggi Yatra dell’ induismo indiano. Lo ricordo nel percorso seguito da famiglie e  pellegrini d’ ogni età, assíeme a santoni Sadhu, Guru e maestri di Yoga concentrati a migliaia nel plenilunio di agosto per celebrare il culto shivaista con al centro il Lingam di ghiaccio nella  grotta come  la grande formazione fallica ghiacciata che ricorda ove Shiva rivelò il segreto della Salvazione alla Consorte Parvati, mentre i loro due servi si trasformarono in colombe che ancora la sorvolano durante le cerimonie come vuole la leggenda.  A lungo la popolazione dei Kashmiri musulmani anche in questa regione ha convissuto con quella induista dei Pandit  e  i pellegrini che arrivavano dall’ India, ne ricordo gli abitanti dei villaggi che  si proponevano come guide con muli e cavalli per affrontare il percorso in questo luogo di intenso misticismo, poi  anch’ esso come altri funestato dai vari attacchi del  terrorismo separatista islamico come il massacro di pellegrini durante lo Yatra del 2000, seguito l’ anno dopo da un’ altra strage  di indifesi fedeli con l’ attentato di  Shenshan  nei pressi del santuario, nel 2002 l’ altro al  campo base di pellegrinaggio di Nunwan, continuamente minacciati negli anni seguenti  le formazioni terroriste del Lashkar-e-Taiba sostenute dal Pakistan  si scatenarono in un nuovo  massacro durante lo Yatra del 2017. Poco a sud est dall’ Anantnag  nel territorio orientale il distretto  di Kishtwar è tra i più estesi e meno popolati  della regione,  dalle sue sorgenti himalayane è attraversato dal fiume  Chenab con i suoi affluenti che scorrono in suggestivi ambienti che tra pianure e strette gole, mentre il corso  dell’altro  fiume  Marusuda attraversa  le valli di Warwan e Marwah ove vie salgono per alti passi tra le montagne e ad  ad est si apre il parco del Kishtwar tra le scogliere rocciose e boschi di montagna popolato da una ricca fauna endemica. Nel maestoso territorio  himalayano sudoccidentale è  stata tracciata l’ Highway 1  che sale per i tornanti e suggestivi scenari  oltre l’alto passo del  Zoji_La  sulla vecchia via dei pellegrinaggi  tra le montagne lasciando il  Kashmir per il  distretto di Kargil  da dove continua un affascinante itinerario tra centri, templi e monasteri buddisti del  Ladakh.


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