Storia del Tibet
Il Tibet ha condiviso parte della storia con le culture che si sono succeduti nella regione dell’ Himalaya rimanendo a lungo isolato fino all’ epoca della diffusione del buddismo in Cina e dal VII secolo con le sue proprie scuole divenne il centro della grande tradizione Tibetana estesa tra le regioni limitrofe attraverso l ‘altopiano nel Qinghai e parte delle vicine province cinesi ad est dal Sichuan e a nord legandosi ad altre più antiche tradizioni fino alla Mongolia. Nei millenni precedenti fin dal lungo periodo neolitico fu popolato da isolate comunità nomadi, poi dal V secolo a.C. la storia del Tibet iniziò con la riunificazione delle tribù del territorio occidentale nella cultura Zhangzhung che tra i vari resti ne ha lasciati in quella che ne doveva essere la capitale Kyunglung. Nella regione sud orientale il leggendario sovrano Nyatri Tsenpo all’ inizio del I secolo a.C. nella fertile valle del Yarlung fondò il primo regno tibetano che ne prese nome con la sua mitica dinastia Yarlung dalla cultura legata alla tradizione religiosa del Bön predinastico e della sua epoca rimane il primo palazzo reale di Yungbu . Nei secoli successivi rimase un reame isolato e da esso il sovrano Songtsen Gampo nella prima metà del VII secolo fondò Il nuovo impero del Tibet , celebrato come colui che ha introdotto in buddismo in Tibet assieme alla sua prima consorte nepalese di stirpe reale principessa Bhrikuti. Il buddismo fu integrato al Nying Bön predinastico nella tradizione del Yungdrung, conservando in parte la più antica mitologia Tibetana, le relazioni con il Celeste Impero cinese della dinastia Tang iniziarono nel 641 quando il primo sovrano tibetano ne sposò la principessa Wencheng, poi divinizzata assieme a Bhrikuti come emanazioni della venerata dea Tara e nella valle di Yarlung anche a loro fu consacrato il santuario nel tempio reale di Tradruk. Tra l’ impero cinese e il regno nepalese i re tibetani mantennero la consuetudine di sposarne le principesse divenendo mediatore tra i Tang e il regno nepalese di Licchavi , ingresso ai mercanti indiani dalla valle del Gange. Il successore Tride Tsuktsen, a sua volta sposò la principessa Jincheng favorendo la cultura cinese a corte e dall’ epoca venne aperta la rotta carovaniera dal Xinjiang attraverso il Gánsu e il Tibet settentrionale fino a Lhasa. Salito al trono il figlio Mangsong vi fu l’ espansione del regno e del buddismo con la regina consorte Khri, dopo un ventennio fu ereditato dal figlio Tridu Songtsen con la reggenza della madre iniziando le incursioni nell’impero sconfiggendo i generale Li Jingxuan dell’ armata Tang nel Qinghai. Dal 755 iniziò il lungo regno di Trisong_Detsen celebrato come sostenitore e diffusore della scuola Nyingma che nel 792 convocò il consiglio di Lhasa per risolvere le controversie tra il buddismo Chan cinese della scuola settentrionale rappresentato dal monaco Moheyan e la dottrina indiana sostenuta della scuola Madhyamaka che nel consiglio ebbe il suo supremo rappresentante con il filosofo studioso indiano Sàntaraksita. Nella disputa dottrinale era accompagnato dal suo discepolo Kamalasìla che convinse all’ introduzione della tradizione e gli fu affidato il ruolo di ordinare i monaci tibetani. Nello stesso periodo vi giunse il grande e venerato maestro guru Rimpoche poi divinizzato come Padmasambhava che consolidò la prima tradizione tibetana, mentre iniziò l’ espansione del vasto impero del Tibet fino alla sua decadenza nel IX quando alla morte dell’ ultimo sovrano Langdarma nell’ 841 si scatenò un conflitto per la successione in quella che fu detta l’ era della Frammentazione in vari potentati. All’epoca Il buddismo vi rimase nella tradizione Kadam diffuso dall’ XI secolo con l’ opera del grande maestro bengalese Atisa assieme al suo venerato discepolo tibetano Dromton influenzando nei secoli la tradizione religiosa nella regione. Nell’842 Nyima-Gon in Ladakh fondò il regno di Maryul , mentre nel resto della regione venne fondato l’ altro regno di Guge , sopravvissuti fino alle invasioni e la conquista mongola del Tibet che dal 1244 per oltre un secolo fu nei domini dell’ impero Yuan. Il potere era governato in un sistema teocratico dalla scuola Sakya che venne conservato come vassallo, alla corte di Kublai Khan il maestro supremo Drogon divenne precettore imperiale, poi nominato a capo del dipartimento per gli affari tibetani del Xuanzheng . Con il declino dell’ impero Yuan a metà del XIV secolo la dinastia Pagmodru prese il potere sul secolare regime dei Sakya e dal 1354 Tai Situ ne divenne sovrano assoluto, mentre con l’ascesa della dinastia Ming il Tibet si aprì a nuovi contatti commerciali, culturali e a volte conflittuali nelle relazioni con i Ming. Il regno si divise poi in feudi e dal 1435 il potere fu preso dalla dinastia Rinpungpa conservato per oltre un secolo fino alla vittoriosa rivolta guidata da Karma Tseten , fondatore della nuova ed ultima dinastia tibetana Tsangpa regnante fino al XVII secolo con gli altri territori divisi, e poi riunificati nel 1642 dal quinto Dalai Lama che esercitava il suo potere teocratico nel monastero di Drepung dal palazzo del Ganden Phodrang. Il centro del governo venne poi spostato nella capitale Lhasa ove vi era il più venerato tempio tibetano di Jokhang, alla fine del XVII secolo come sacra residenza del Dalai Lama, fu completato il monumentale palazzo del Potala simbolo religioso e teocratico tibetano. L’alto funzionario e religioso Sonam Rapten fu a capo e sostenitore nella diffusione della grande scuola Gelug, il regno rimase indipendente fino al XVIII secolo quando si affermò l’ ultima dinastia Qing che nel 1720 inviò una poderosa spedizione cinese in Tibet conquistandolo come protettorato lasciandone il governo al Dalai Lama. Nel 1903 vi fu una temporanea invasione con la spedizione britannica in Tibet per l’espansione delle frontiere della colonia indiana conclusa con la convenzione di Lhasa e nel 1910 la dinastia Qing con l’ ultima spedizione cinese in Tibet vi impose il controllo diretto, ma l’ anno dopo con l’ insurrezione di Lhasa anche nella regione si estesero le rivolte culminate nella rivoluzione del Xinhai che pose fine al millenario Celeste Impero con la proclamazione della prima repubblica in Cina. Mentre tutti i territori imperiali furono annessi il Tibet rimase governato dalla teocrazia del Dalai Lama, con la fine della lunga guerra civile in Cina e la vittoria delle forze comuniste nel 1949 venne proclamata la nuova Repubblica Popolare iniziando il lungo periodo del Maoismo. Nel 1951 il governo cinese raggiunse un accordo con quello locale per la per la liberazione pacifica del Tibet , l’ opposizione delle comunità all’ estero e gli Stati uniti convinsero il Dalai Lama a rinnegare l’ accordo e la regione fu occupata dall’esercito. Dopo l’ annessione del Tibet alla Cina l’ amministrazione in esilio del governo Tibetano con a capo Tenzin Gyatso come quattordicesimo Dalai Lama si trasferì in India a Dharamshala e dall’ epoca è iniziata la più recente storia del Tibet. Nella controversia internazionale sulla sovranità Tibetana sono iniziarono gli interventi governativi con il trasferimento di comunità Han per la sua Sinicizzazione, anche per estirpare il regime feudale fondato sul lavoro servile in Tibet. Parte della popolazione migrò in una diaspora di Tibetani riuniti poi nel movimento indipendentista del Tibet che dall’ epoca ha sostenuto manifestazioni anticinesi, insurrezione e rivolte nel territorio del Tibet. Nel 1959 a Lhasa ha alimentato la prima rivolta Tibetana per la restaurazione e repressa, come lo fu l’ anno precedente l’altra insurrezione islamica del Kuomintang nelle regioni occidentali che alimentò l’altra rivolta del Xunhua. Gli Stati Uniti intervennero con il programma della Cia sostenendo altre insurrezioni nei decenni successivi, mentre dal 1962 con i rifugiati in India venne creata la forza speciale di frontiera con la milizia Sff. Nella controversa violazione dei diritti umani in Tibet gli Usa continuarono a sostenere la resistenza e dal 1987 per due anni si estesero quelli che furono noti come i grandi disordini del Tibet diffusi dai monasteri buddisti e represse. Riprese poi nella violenta insurrezione di Lhasa ed estesa nei territori limitrofi con la rivolta del 2008, da quando l’anno dopo un monaco si è immolato dandosi fuoco, altri hanno seguito il suo esempio in quella che divenne la protesta degli immolati Tibetani continuata assieme a varie manifestazioni popolari fino al 2020.
La cultura tibetana
La geografia del Tibet con il suo grandioso e variegato territorio si stende tra montagne e vallate percorse da fiumi dalle regione settentrionale con il vasto altopiano del Tibet, a sud si allunga la maestosa catena dell’ Himalaya fino all’ India nord orientale, tra massicci e vallate con ben quattordici vette Ottomila , tra il Tibet e il Nepal si eleva il più alto picco al mondo del monte Everest, scendendo tra le valli della regione meridionale scorre il fiume Yarlung Tsangpo attraverso la sua estesa vallata ove si apre la profonda e lunga gola del Tsangpo come corso superiore di quello che nell’ India nord orientale diventa il maestoso Brahmaputra , un territorio di grandiosa suggestione ove sorgono città, centri e villaggi per le varie divisioni amministrative nell’autonoma regione del Tibet conservando l’antica cultura fondata sulla tradizione religiosa. Con le sue proprie scuole il Buddismo è fondamento della grande cultura Tibetana in tutte le sue manifestazioni, dai vari dialetti della lingua espresse dalle forme uchen e umê nel sistema di scritura che dall’ VIII secolo con i primi testi ha iniziato quella che divenne la letteratura nei successivi. Nelle sue varie manifestazioni l’ arte del Tibet appare anche sintesi dell’antica tradizione religiosa del Bön con il pantheon di divinità rappresentate come lhakhang nelle statue, affreschi e dipinti, assieme alle raffigurazioni del Buddah, Padmasambhava e i Bodhisattva. Tesori conservati come scrigni nei palazzi, templi e monasteri della grande architettura Buddista tibetana che si ergono dai più sontuosi a Lhasa e le altre città, assieme agli altri edifici sempre influenzati dalla tradizione religiose nel resto dell’ architettura in Tibet dal proprio ed inconfondibile stile. Dai più noti e suggestivi siti storici e culturali Tibetani tra i vari centri fino ai villaggi e ai poco noti nei territori più remoti, sempre con le bandiere di preghiera Lung-ta che sventolano nei siti sacri e attorno ogni tempio ove si trovano le ruote della Legge e della preghiera Chokhor fatte girare dai fedeli e pellegrini. Il proprio calendario lunare Lo-Tho scandisce le cerimonie e i raduni periodici delle varie festività in Tibet nei variopinti costumi tradizionali con ritualità, rappresentazioni e danze al suono della tradizionale musica tibetana , oltre le suggestive rappresentazioni del Lhamo, davanti templi e monasteri le suggestive danze Cham rituali. Tra le cerimonie più sentite dalla popolazione quelle del Lo-gsar per il nuovo anno a febbraio, da quando fu istituita all’ inizio del XV secolo si celebra la più grande festa religiosa di preghiera del Monlam, la discesa del Buddah è celebrato nelle grandi cerimonie annuali cerimonie dell’ lhabdab , mentre tra le feste popolari a metà agosto davanti il palazzo di Norbulingka si celebra a Lhasa la festa del Sho Dun tra rappresentazioni, banchetti e libagioni ove il consumo della migliore tradizionale cucina Tibetana è molto diffuso in questa e altre feste, tra le altre viene anche celebrata l’antica tradizione Kalachakra di origine indiana. Legata anch’ essa alla cultura buddista è la medicina tradizionale tibetana Sowa Rigpa che deriva in parte dall’antica tradizione medicinale dell’ Ayurveda giunta dall’ India poi codificata dai testi dei quattro Tantra della medicina che individua gli elementi causa delle malattie noti come Dosha con le diverse patologie trattate dai vari rimedi elaborati dalla tradizione medicinale tibetana .Tra le molte altre elevare la temperatura corporea con le terapie del Moxa e vari interventi collegati, nella tradizionale arte della guarigione Tibetana molto diffuso è l’ uso di piante ed estratti vegetali con la miscela di erbe nota come padma che dovrebbe agire sulle varie patologie, oltre le propietà curative del fungo yartsa-gumbu.
Lhasa
La prefettura di Lhasa nel territorio meridionale e a nord della catena himalayana è divista nelle varie contee e distretti che diramano dallo storico centro nella città di Lhasa fondato nel VI secolo, dal riunificatore del Tibet e primo sovrano del regno Songtsen_Gampo che vi fece edificare i primi templi e monasteri, poi devastati nel IX secolo con il sovrano Langdarma seguace dell’antica tradizione religiosa del Bon. Dopo la decadenza nel XV secolo la città tornò ad essere centro religioso con la fondazione dei due grandi monasteri di Drepung e Sera a Lhasa, il Tibet fu poi riunificato nel XVII secolo dal quinto Dalai_Lama trasferendone il centro nell’estesa città di Lhasa . Con il suo territorio si stende sull’altopiano come una delle più alte al mondo , centro della cultura e tradizione religiosa e ne ricordo l’ indimenticabile fascino con i fedeli e pellegrini sulle vie diramanti dal maestoso Potala per la sacra circumambulazione tradizionale di preghiera attorno ai santuari del venerato tempio di Jokhang tra i quartieri ove affacciano i suggestivi palazzi, templi e monasteri di Lhasa edificati nel tradizionale stile tibetano. Capolavoro ne è il maestoso palazzo del Potala dai grandiosi edifici che si erge su colle del Marpo Ri rappresentazione del mitico monte Potalaka dimora celeste del bodhisattva della grande compassione Avalokiteśvara, uno dei tre sacri colli della città assieme al monte Chokpori come dimora del bodhisattva Vajrapāṇi, mentre il vicino Pongwari lo è dell’ altro grande bodhisattva cosmico e principio della saggezza Mañjuśrī. Nel 1645 venne ricostruito ed ampliato come residenza e centro del potere dal quinto Dalai Lama Lozang_Gyatso arricchito poi con altre sale splendidamente decorate e dichiarato grande patrimonio culturale Unesco tra i due palazzi bianco e rosso. Il bianco Potrang Karpo venne edificato con il quinto Dalai Lama che vi trasferì il governo nel 1649 e dall’ epoca ampliato con i suoi edifici affacciati sul cortile Deyangshar che separa le residenze dal vicino palazzo rosso di Potrang Marpo. Lo stupa dorato ospita i sepolcri di otto Dalai Lama, vicino diversi santuari e cappelle , oltre la biblioteca con i preziosi testi religiosi del Kangyur e Tengyur , a lato risplende giallo l’ edificio con le bandiere di preghiera. Nella splendida e suggestiva architettura del Potala il rosso Potrang Marpo si eleva su più piani dalle varie cappelle collegate da gallerie e corridoi e le sale che diramano dalla grande Occidentale con quattro grandi cappelle decorate. La Settentrionale ospita la raffigurazione del Gautama assieme al quinto Dalai Lama su troni dorati come lo stupa sulla sinistra con il sepolcro dell’undicesimo Dalai Lama , davanti le raffigurazioni di Avalokiteshvara, i primi quattro Dalai Lama e Songtsen Gampo con vicino la biblioteca delle scritture sacre. La cappella occidentale contiene cinque stupa dorati con il più grande centrale coperto d’ oro, perle e pietre preziose che ospita il sepolcro del quinto Dalai Lama con a fianco gli altri stupa consacrati ai successivi, mentre l’ orientale è consacrata a Tsongkhapa con la sua immagine tra i lama e la meridionale a Padmasambhava con la sua raffigurazione e ai lati le due consorti, a sinistra otto delle sue manifestazioni .Sul lato settentrionale il santuario ove splende la statua decorata con pietre preziose di Avalokiteśvara con due discepoli, sotto la venerata grotta del Dharma con le raffigurazioni di varie divinità, sotto il lato meridionale si trova il quartiere di Zhol che ospitava gli edifici amministrativi e le residenze dei funzionari, poco a sud si eleva il chorten di Pargo Kaling ove era la porta occidentale sulla via che conduce al vicino al monte Chagpori con alla base incisioni e dipinti rupestri, una grotta ospita decine di statue e rilievi nella pietra. Sul sacro colle del Chakpori nel XVII secolo sorse l’ edificio che ospitava la prima scuola di medicina e astrologia, ampliata nel 1916 dagli edifici devastati durante la rivolta del 1959 e ricostruito come centro della medicina tradizionale Mentsekhang .Dalla piazza nel quartiere centrale parte il il percorso circolare del Barkhor seguito da fedeli e pellegrino per la circumambulazione del Kora devozionale attorno ai venerati edifici del grande tempio di Jokhang edificato nel VII secolo e ampliato nel XVII su tre piani tra sale e cappelle riccamente decorate e le mura splendidamente affrescate. Dall’ ingresso con i due cervi dorati ai lati della ruota del Dharma sul tetto, si accede ai cortili ove affacciamo i vari edifici dai tetti in bronzo dorato e gli interni con statue, affreschi e splendidi dipinti thangka , dal più antico separato dal corridoio Nangkhor per la circumambulazione rituale dal Barkhor . Oltre i cortili con vari edifici, sui punti cardinali quattro portali accedono al santuario con la sala ospita la venerata statua dorata del Jowo raffigurante Shakyamuni decorata da gioielli creata in India ed ospitata nel tempio di Jokhang quando fu donata alla pricipessa Wencheng, dall’epoca la statua del Jowo è tra le più sacre e venerate dal buddismo tibetano. Dalla suggestione del Jokhang, per quartieri nord occidentali allo stesso periodo risale la fondazione dell’ altro grande e venerato monastero di Ramoche, restaurato come splendida combinazione di stili cinese e tibetano con l’ edificio centrale decorato da piastrelle dorate su tre piani che ospitano le sale del Buddha e dei Sutra nei primi due, collegate da corridoi decorati all’ ultimo con ilcollegio Tantrico della scuola Gelug.
Monasteri di Lhasa
La più diffusa scuola Gelug ha i suoi tre grandi centri nella regione di Lhasa con il grande monastero di Sera fondato in città nel 1419 dagli interni finemente decorati, nel Sera-Je si aprono diverse cappelle con altari e statue, nel Sera-Me tra dipinti e statue ove si staglia la preziosa Miwang Jowo del XV secolo oltre quelle dei primi cinque Dalai Lama, tra gli altri edifici i tre collegi monastici dal più antico Me Zhacang fondato nel 1419 affrescato e decorato come i successivi Je Zhacang e Ngaba Zhacang. A nord est del Sera nel 1710 sorse l’ edificio su quattro piani che ospita la sala Coqen e le cinque cappelle consacrate a Maitreya e Sakyamuni, con le loro raffigurazioni assieme a Tzong Khapa e Kwan, vi è conservato il Gangyur Tripitaka con i preziosi testi sacri. Poco ad est dal centro, si trova il vicino monastero di Drepung fondato nel 1416 disteso tra le grotte sacre e i templi consacrati a Jamyang Qoigyi assieme a due splendide candide pagode da dove diramano gli splendidi edifici del Drepung oltre alle residenze monastiche e le sale da preghiera, i quattro collegi tantrici Zhacang, gli edifici Coqen e il palazzo del Ganden_Phodrang fondato nel 1530 come centro di potere, rimasto fino a quando fu spostata nel sontuoso palazzo del Potala. Vicino si trova il il monastero di Nechung consacrato alla divinità Pehar e ne prende nome il grande oracolo di Nechung centro delle rivelazioni religiose. Lasciata la città ad est nel limitrofo distretto di Dagzè all’inizio del XV secolo fu fondato il monastero di Sanga restaurato dopo le devastazioni della rivoluzione culturale, poco distante su un colle il più antico monastero di Yerpa è sorto su santuari ed eremi nelle grotte del VII secolo poi divenuto uno dei centri di studi tantrici dell’ ordine Gyuto, devastato nel 1959 è stato ricostruito con i vari edifici, stupa, statue, preziose decorazioni ed affreschi. Continuando lungo sponda meridionale del fiume Lhasa nella contea di Tagtse sul monte Wangbur si trova l’altro monastero di Ganden fondato nel 1417 dal venerato lama Tsongkhapa ispiratore della scuola Gelug, divenendone uno dei grandi centri con il suo sepolcro, devastato anch’ esso ne sono restaurati alcuni edifici, che diramano da quello che ospita la tomba dorata di Tzongkhapa, il chorten dalle pareti affrescate e la cappella consacrata sa a Dharmaraja. Il fascino del monastero di Ganden rimane con una cinquantina di altri edifici come uno dei Tre Grandi Templi del Gelug assieme ai monasteri di Sera e Drepung meta di pellegrinaggi e ove anche qui annualmente si celebra il Shoton a giugno con le suggestive cerimonie tradizionali. Ad est la contea di Maizhokunggar si stende sull’ altopiano tra i villaggi con varie riserve naturali e la sorgente termale di Dezhong, oltre ad altri gompa tra tutti emerge il grande monastero di Drigung edificato nel 1179 come centro della scuola Kagyu con uno dei suoi otto lignaggi del Drikung, consacrato al suo fondatore Jigten Sumgön. Devastato dai mongoli nel 1290 fu ricostruito mantenendo la scuola del venerato Jigten, in parte ristrutturato con edifici che diramano dal santuario con la sala Tsuglakhang davanti a vari stupa e statue ove si staglia quella in oro e rame di Jigten Sumgön decorato con gioielli e rare reliquie, vicino la raffigurazione del Guru Rimpoche e oltre un chörten il venerato sepolcro di Jigten. Nei dintorni altri edifici con gradinate nella roccia e scale di legno e vari templi sulla sommità una pagoda consacrata alla divinità protettrice Achi e attorno corre il sentiero dei pellegrini tra vari altri chörten, continuando a sud nella contea si trovano i resti del palazzo di Gyama edificato nel VI secolo come residenza reale.
U-Tsang e Shannan
Nella prefettura di Ngari ove si stende la più occidentale contea di Zanda, l’ antico monastero di Tholing alla fine del X secolo fu edificato come centro buddista della prima scuola Kadam e il celebre monaco e studioso indiano bengalese Atisa nel 1020 fondò la scuola di studi religiosi Toling . Nella storica provincia di U-Tsang più meridionale ove si stende la pianura di Mayongzha, come grande centro dell’ altra scuola Sakya nel 1073 venne edificato fondato il grande monastero di Sakya che ne prende nome dal monaco Gyalpo, fondatore della scuola e suo primo capo spirituale Trizin. Dalla sontuosa scalinata si erge ai piedi del monte Benbo con oltre quaranta edifici, dai più antichi settentrionali con la scuola monastica e il santuario decorati da statue, affreschi e scritture sacre è stato aggiunto uno stupa con le reliquie di Khön Könchog Gyalpo, lungo la sponda meridionale del fiume nel 1268 venne edificato il secondo monastero dalle pareti dipinte di bianco e rosso, completato poi con altri edifici , ove si trova la più estesa collezione di dipinti Thangka e Mandala della regione, oltre la grande biblioteca che ospita migliaia di preziosi testi sacri e il vasto Burde Gyaimalung . Dell’ Ü-Tsang è parte il territorio di Ü noto anche come Wu in gran parte disteso nella contea di Lhoka con la prefettura di Shannan tra montagne e vallate percorse da fiumi ove i ghiacciai alimentano laghi, nella contea di Nhagartse come uno dei tre sacri tibetani si trova il lago Yamdrok che splende dalle acque turchesi tra le montagne innevate ove su una penisola che si allunga a sud nello Yamdrok sorge il tempio della Meditazione con il monastero di Samding consacrato alla divinità tantrica femminile venerata come Dorje Pakmo , oltre da quello che è definito il lignaggio segreto Shangpa della grande scuola Kagyu, il tempio è associato alla tradizione dell’altro lignaggio legato alla meno diffusa scuola Bodongpa. Dal portale si accede al cortile ove affacciano gli edifici che diramano dal centrale con la sala che ospita i sepolcri dei monaci storici e del fondatore T’inle Ts’omo riccamente decorato con le incarnazioni di Dorje P’agmo, nell’altra sala Dus-k’aṅ le pareti affrescate raffigurano le sue storie. Continuando per la sud orientale contea di Gyaca si trova il piccolo sacro lago Lhamo consacrato alla venerata dea della Saggezza e protettrice del Tibet Palden_Lhamo, frequentato dai pellegrini ogni anno che senza parlare per tre giorni vi digiunano in attesa delle rivelazioni sul loro futuro. Nella regione scorre il fiume Yarlung Tsangpo c che nella meridionale contea Mêdog ha scavato le profonde e suggestive gole del Yarlung , proseguendo tra le vallate dominate dalle montagne per altri villaggi e luoghi sacri dello Shannan, dalla sua fondazione nel XVI secolo la grande e diffusa scuola del Nyingma ha uno dei suoi più venerati centri nel tempio e il monastero di Dorje Drak con i suoi edifici, la sala centrale dalle pareti affrescate con le raffigurazioni di divinità e le manifestazioni di Padmasambhava, nella cappella interna l’ alta statua di Shakyamuni tra otto Bodhisattva. A fianco la cappella dei protettori con le loro statue attorno a quella di Mahakala e nell’altra più antica rappresentazione del Buddha della Compassione. Al piano superiore la cappella con le statue di Longchepa assieme alle tre divinità della longevità e la biblioteca con i testi sacri del Kangyur e Tengyur. Dal Dorje Drak per la contea di Zhanang tra quattro colli si trova l’ altro monastero di Mindrolling fondato e consacrato nel 1676 dal venerato Terdak_Lingpa, all’epoca il più grande e celebrato maestro della la vecchia scuola Nyingma, dal portale sud orientale si accede all’ edificio principale del Tsuklakhang con sala centrale ricca di arredi sacri e affrescata con le raffigurazioni della Ruota della Vita e i Quattro Re Guardiani, l’altra con le statue di Terdak Lingpa e Vajradhara, in quella meridionale Rinpoche e Terdak Lingpa, la settentrionale con varie divinità. Un ‘ alta statua del Buddha tra i discepoli e otto Bodhisattva è ospitata nella cappella occidentale affrescata, al piano superiore le reliquie con le impronte d’oro del venerato Terdak Lingpa, mente al terzo piano le mura sono affrescate con le storie del lignaggio Nyingmapa. A nord si trova il Drubcho Sangak anch’esso riccamente affrescato, vicino l’altro edificio del Namgyal Podrang e tra sette minori lo splendido stupa Kumbum con l’alta statua di Maitreya. Entrambe parte dei Sei Monasteri Madre della scuola Nyingma assieme a quelli che si trovano ad est nella limitrofa provincia del Sichuan con il monastero di Palyul, fondato nel 1665, così come il grande e contemporaneo monastero di Dzogchen e il più antico dei Sei Nyingma edificato nel XII secolo con il monastero di Katok.
Yarlung
Continuando per lo Shannan nel territorio della prefettura di Lhokha , laddove il corso del fiume Yarlung si unisce al Chongye, si apre una vasta pianura che ne prende nome come la storica valle di Yarlung che fu tra i centri della cultura tibetana, nel distretto di Nêdong si trova la città di Tsetang che fu per secoli storica residenza degli antichi imperatori del Tibet conservando vari edifici religiosi. Poco a sud si trova l’ antico tempio di Tradruk del VI secolo, più volte ampliato e poi danneggiato durante la rivoluzione culturale è stato ristrutturato con al centro l’ edificio che oltre elle varie decorazioni ospita un prezioso e venerato Thangka decorato da migliaia di perle che raffigura la principessa Wencheng e una statua di Padmasambhava bambino, meta di pellegrinaggi a giugno quando si tengono le cerimonie con le danze rituali del Métok Chöpa. Dal monastero di Trandruk non distante su un colle si ergono i resti restaurati dell’ antico palazzo Yungbulakang che per la tradizione mitologica fu fondato nel I secolo a.C. dal primo sovrano Nyatri Tsenpo. Tra due recinti nell’ antico Yumbulhakhang si trovano un edificio a tre piani con sul retro una torre e il palazzo che ospita le statue del Buddha e gli antichi sovrani tibetani , sul monte Mure la necropoli imperiale che ospita i sepolcri con le tombe dei Re tibetani regnanti tra il VII e il IX secolo. Nella valle di Chimpu dominata da monte Hapo , il monastero di Samye fu fondato nell’ VIII secolo sulla sponda del fiume Tsang-po come primo centro della scuola Nyingma dagli edifici raffiguranti l’ universo mitologico che si diramano come un grande Mandala nella Cosmologia buddista tantrica. Al centro il mitico monte Meru rappresentato nella sala Wuzi finemente decorata con ai lati quelle del Sole e della Luna, quattro sale più vaste e otto minori diramano da quella centrale, altri quattro templi ling rappresentano i continenti più grandi con ai lati i ling-tren quelli minori, mentre i quattro grandi stupa Bianco, Nero, Rosso e Verde rappresentano i mitici quattro Re Celesti che si elevano lungo le mura circolari attorno al monastero come i confini del mondo e oltre un centinaio di pagode completano l’austero fascino del monastero di Samye.
Shigatse e Gyantse
Per la storica provincia di U-Tsang sud occidentale, ove poi sorsero altri templi e monasteri, nel più meridionale territorio di Shigatse dalle fertili pianure sotto il versante settentrionale dell’Himalaya verso il Nepal, si innalza maestoso il massiccio dell’ Everest con la più alta vetta al mondo sacro ai tibetani come la dea madre Qomolangma. Capitale ne è la città di Xigazè , ove poco ad ovest sul versante meridionale del monte Nyima nel 1447 venne fondato il grande il monastero di Tashilhunpo, divenuto il centro dei successivi depositari del lignaggio del Tulku nella scuola Gelung e residenza della sua reincarnazione nel Panchen Lama. All’ingresso si ergono i grandi edifici dalle candide pareti e i tetti dorati con l’ alto muro dipinto dei Thangka, ad ovest la cappella Maitreya con una delle più grandi ed alte statue del Buddha seduto decorata d’ oro, diamanti, pietre preziose, ambra, corallo e perle, ad est lo stupa coperto d’ oro e gioielli con il sepolcro del decimo Panchen Lama e il recente splendido mausoleo con la tomba degli stupa. A completare la suggestione del Tashilhunpo il maestoso palazzo bianco edificato nel XVIII secolo, ad est nel 1662 venne completato lo stupa con il sepolcro del quarto Panchen Lama decorato d’ oro ed argento. Il maestoso tempio di Kelsang ospita la sala dei Sutra con la grande statua del Sakyamuni tra due cappelle, a destra consacrata a Maitreya con l’ alta statua tra quelle di Avalokitesvara e Manjusri, a sinistra consacrata alla dea Tara, nel vasto cortile le mura decorate da migliaia di immagini di Sakyamuni. Poco a sud nel 1040 venne fondato il piccolo monastero di Shalu decorato con affreschi tra i più antichi nella regione, verso la frontiera con il Nepal si eleva il maestoso monte Cho Oyu, nei pressi si snoda l’antico sentiero di commerci e pellegrinaggi di tibetani e nepalesi attraverso l’ alto passo del Nangpa verso il versante settentrionale dell’ Everest ove, ad oltre cinquemila metri come il più alto al mondo, si trova il monastero di Rongbuk fondato nel 1902 dal lama Ngawang Tenzin Norb. Al centro del cortile circolare l’ edificio con un venerato reliquiario, vicino la sala che ospita statue di Sakyamuni, Padmasambhava e varie divinità tra gli affreschi, alla suggestione del Rongbuk tra altri edifici e chorten si aggiunge un’ indimenticabile vista sull’ Everest. Nell’ omonima contea ove si stende la valle di Nyang Chu si trova la storica città di Gyantse, fondata su un centro lungo l’ antica via carovaniera per il Bhutan e Sikkim attraverso la valle del Chumbi, che inizia dall’ antico centro con la vecchia via di Gyangtse ove su una scogliera che domina la città 1390 venne edificato lo Dzong di Gyantse . Continuando per vicina valle del fiume Nyangchu si trova il monastero di Palcho esteso con varie edifici che diramano dal maestoso Bodhi Dagoba su nove piani tra santuari e cappelle, su tre piani l’ edificio che ospita la grande sala Tshomchen riccamente decorata, ed altri nel monastero di Palcho che continuano fino all’annesso di Tsuklakhang ove, accanto al vecchio Dzong fortificato, si erge come il più maestoso in Tibet il suo splendido Kumbum su diversi piani. Come centro Gelug non distante dalla città a nord ovest si trova il monastero di Drongtse sorto nello steso periodo e restaurato dopo le devastazioni della rivoluzione culturale, poco a sud il monastero di Tsechen fondato nel 1366 che ha conservato vari edifici.
Nyingchi e Chamdo
La regione di Nyingchi si stende come prefettura all’ estremità sud orientale tibetana tra le montagne, vallate percorse da fiumi, laghi e foreste, con il corso del fiume Yarlung che nel Nyingchi attraversa la sua lunga valle per poi scorrere tra le montagne nella suggestiva e profonda gola del Yarlung_Tsangpo tra magnifici scenari ove, sacro all’antica tradizione religiosa Bon e al buddismo tibetano, si eleva innevato il monte Namcha Barwa. Assieme alle altre vette si riflette splendidamente nel lago Pagsum ove dalla sponda meridionale l’ isola di Tashi ospita il monastero di Tsozong fondato nel XIV secolo. Oltre l’altro lago Yigong ove precipitano le cascate Hanmi, si eleva il maestoso ghiacciaio di Midui tra i più alti e spettacolari himalayani e dalla sponda settentrionale del fiume Yarlung Tsangpo il monte Benri, anch’esso sacro alla tradizione Bon e al buddismo tibetani. Continuando per la suggestiva regione di Nyingchi nell’ omonimo distretto si è estesa la moderna città di Bayi, poco distante su un colle si erge il monastero di Buchu su due piani dal tetto decorato d’ oro che splende da lontano con ai lati dell’ edificio centrale affreschi che ne raffigurano i protettori Demo. Un sentiero di pellegrinaggio kora circonda il monastero con la vista sulla foresta e il fiume Nyang che scorre poco a sud nella sua suggestiva valle ove si trova il vicino monastero di Lamaling fondato nel VII secolo, distrutto da un terremoto nel 1930 è stato ricostruito più ridotto sotto i suoi resti. Limitrofa a quella di Nyingchi la storica regione del Chamdo sul corso superiore del Lancang, sull’antica via carovaniera a cavallo del tè Chamagudao tra le montagne per il Sichuan e lo Yunnan. Centro ne era la città di Chengguan ove nella prima metà del XV secolo venne fondato il grande monastero di Japaling con cinque templi e vari edifici devastati nel 1912 e ricostruiti poco dopo, divenne centro di pellegrinaggi dal XVII secolo quando l’ ‘imperatore Kangxi concesse il sistema della reincarnazione Tuku del Buddha vivente all’ abate del monastero. Continuando per il Chamdo splende di intense variazioni cromatiche dal blu al turchese il suggestivo lago Ranwu e tra alte guglie e grotte è splendidamente arroccato il monastero Zezhol dei sei picchi sorto a metà del XIV secolo da un antico centro della tradizione religiosa Bon.
Nagqu e Nagari
Salendo a nord ovest del Chamdo si stende la vasta regione del Nagqu sull’ altopiano nota anche come Nakchu nell’ omonima prefettura con capitale la città di Nagqu da dove si può raggiungere la vasta e remota prateria di Changtang frequentata dai nomadi come quella protetta dalla riserva naturale del Qiangtang popolata da una ricca fauna endemica tibetana. Proseguendo per il Nakchu nel maestoso altopiano splende il più alto lago salato al mondo Namtso da secoli meta di pellegrinaggi buddisti e noto come il sacro lago Celeste , dalla sponda sud orientale si allunga una penisola ove si trova il piccolo monastero di Tashi_Dor. Attraversando il più alto territorio dell’altopiano occidentale a sud verso il confine indiano si stende la prefettura di Ngari tra le montagne innevate e le alte valli gelide, dalla sua fondazione nel X secolo fino al XV fu dominio del regno di Guge che ha lasciato templi e monasteri nella regione assieme al contemporaneo regno di Maryul esteso dal vicino Ladakh. Dopo invasioni e devastazioni ne rimangono i resti di quella che fu la capitale dell’ antico regno di Guge fondata nel X secolo e alla stessa epoca si deve la fondazione del monastero di Tholing con i suoi edifici che diramano da quello che ospita la sala Jiasha, l’altro della sala Rossa è splendidamente affrescato, così come la sala Bianca con la venerata statua di Sakyamuni e poco distante sul fiume Xiangquan si ergono le cento otto pagode che si tingono di intensi cromatismi al tramonto. Nella contea di Rutog a riflettere le montagne innevate splende di intenso blu il lago Pangong che si allunga in parte oltre confine indiano del Kashmir, ma tra affascinanti paesaggi e antichi siti il territorio più suggestivo del Ngari è quello tra le montagne del Purang ove si eleva il maestoso monte Kailash, sacro all’antica tradizione religiosa Bon, l’ induismo e il buddismo come rappresentazione nella sua cosmologia del mitico monte Meru , così come è sacro e anch’esso frequentato dai pellegrini il vicino grande lago Manasarovar. Entrambe tra spettacolari scenari e nella suggestione dei pellegrinaggi con i fedeli giunti da lontano, in due o tre giorni si può seguire il sacro percorso attorno al monte Kailash per una cinquantina di chilometri con otto templi, mentre è più lungo ed altrettanto suggestivo il percorso attorno al vicino sacro lago Manasarovar lungo i sentieri sulle sponde ove anche qui sorgono otto templi con i meglio conservati di Jiwu a ovest e il tempio Chugu sulla riva meridionale. Dai sacri Kailash e Manasarovar sugli antichi percorsi pellegrini oltre confine si può continuare in Nepal ove si incrociano con quelli induisti e ad est tra le alte valli lungo le montagne himalayane nel regno del Bhutan, mentre tra altri centri, templi, monasteri e villaggi sulla storica via del Buddismo nella tradizione tibetana gli itinerari continuano a nord per la regione del Qinghai attraverso il suo vasto altopiano e dal territorio meridionale a sud ovest per la provincia del Sichuan.
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