Storia della CinaStoria medievale

La Cina Ming

Nell’ ultimo periodo della dinastia mongola Yuan venne sempre più emarginata la popolazione Han protagonista fino all’ epoca della loro ascesa nella storia della  Cina e la sua antica cultura, sottraendo le terre migliori in favore dei clan mongoli e favorendo  il potere raggiunto dal lamaismo tibetano nel tradizionale buddismo cinese che, assieme ad inondazioni e carestie provocarono rivolte contadine  contro il  dominio degli Yuan fino alla grande sollevazione popolare Hóngjīn Qǐyì nota come la rivolta dei Turbanti_Rossi  iniziata  nel 1351  e trascinata per anni  fino alla sua definitiva vittoria nelle diciotto province tra i territori centrali e settentrionali della Cina interna.  Guidata negli ultimi anni dall’ altro condottiero di origine contadina Zhu  che fondò la nuova dinastia iniziando la lunga storia dei Ming, raccontata poi nella monumentale opera  redatta nel XVII secolo come Ming Shì  con oltre trecento volumi  scritti da vari autori da vari autori ed edita da Zhang Tingyu.

L’ imperatore Hongwu

Ponendo fine  al secolare dominio sul Celeste Impero dei mongoli Yuan  e costringendoli a ritirarsi a nord ovest nelle loro steppe, nel 1368 della nuova dinastia ne divenne il primo imperatore Hongwu , incoronato nell’ altica Yingtian che si estese nella  grande città di  Nànjing come  capitale del sud, per proteggerla  fece edificare  e la cinse delle chéngqiáng, note come le possenti  mura di Nanjing ove a sud si apre il monumentale portale  fortificato di Jubao. Vi  sorsero nuovi quartieri ed edifici  con il primo palazzo imperiale Gugong  dei Ming e tra gli altri più imponenti  la Torre del Tamburo di Gùlòu, nel 1369 conquistò quella che fu la splendida capitale di Kublai Khan Khanbaliq che durante il suo regno estese con nuovi quartieri, palazzi e templi. Legato alle antiche tradizioni fece emanare il nuovo codice di leggi Daming al o Confucianesimo  con le sue regole etiche, ma limitò il potere della casta detta  degli studiosi ufficiali e funzionari governativi Shì dàfù,  mentre le relazioni con il popolo e  l’apertura di scuole confuciane e erano affidate ai Xiànling nominati magistrati locali delle contee. Dall’amministrazione della dinastia Tang venne in parte ispirato il nuovo ordinamento giudiziario riprendendo l’ antico codice legislativo del Tàng lù, così come il sistema delle milizie di epoca Tang per avere la riserva militare del Fùbing assegnando terre per il sostentamento in periodi di pace. Per consolidare il suo potere autocratico nel 1368 fondò una sorta di polizia segreta  che controllava ogni attività con la  guardia Jinyiwèi , mentre iniziò a limitare i poteri delle istituzioni  statali e nel 1373 abolì l’antico sistema dell’ esame imperiale kèjù  che selezionava funzionari ed amministratori. Poi ripristinati nel  1384 con il suo controllo  dopo aver giustiziato il potente cancelliere Hu Weiyong suo oppositore  accusato di congiura e per limitarne il potere   abolì la carica del Cancelliere poi ripristinata dai successori, istituendo con meno poteri  il nuovo  Grande Segretariato del  Nèigè, sovrapposto alla più antica istituzione del dipartimento di stato Shàngshùshèng . Stabilito il suo potere iniziò a ricomporre l’ antico dominio tradizionale degli Han nel Celeste Impero, dal 1380 la Manciuria e la limitrofa  regione nord orientale cinese entrarono nel domino  Ming e nel 1387 con le vittoriose campagne militari contro il clan mongolo degli Uriankhai fu consolidato il dominio sul resto della Cina  nordorientale. A sud dopo varie missioni per richiederne invano la sottomissione  iniziò la conquista dello Yunnan ancora nei domini di ciò che rimaneva del decaduto impero Yuan con l’ esercito guidato dal generale Fu Youde che sconfisse definitivamente quello mongolo e i suoi alleati  nel 1382, iniziando il lungo dominio Ming  nello Yunnan.

Il regno di Yongle

Alla morte di Hongwu nel 1398  salì al trono il nipote Zhu Yunwen  come secondo imperatore Jianwen regnando solo quattro anni, mentre per conflitti dinastici con Zhu Di figlio di Hongwu dal 1399 per i successivi tre anni  scatenarono la guerra civile nella del Jingnan trascinata con varie battaglie, portando al trono  Zhu Di nel 1402 come il terzo imperatore Yongle dei Ming che regnò  per oltre un ventennio conquistando altri vasti territori. Sui confini della regione occidentale del Xinjiang,,  dopo aver annesso il piccolo regno mongolo del Qara Del nel 1404,  l’ espansione continuò ove si stendeva il dominio del potente Khaganato  Uyghur e  due anni dopo l’armata Ming ne invase parte del territorio  con la guerra di Turpan, mentre dal 1407 per un ventennio vi fu il quarto dominio cinese del Vietnam settentrionale con la sottomissione del regno Đại Việt. La regione Himalayana del Tibet dopo essere stato a lungo sotto il dominio Yuan come stato vassallo dei Sakya si rese indipendente con la dinastia Phagmodrupa fondata nel 1354 ed iniziarono le nuove relazioni commerciali e culturali cinesi  con il  Tibet. Dal 1410 furono combattute le lunghe campagne militari contro i Mongoli terminate con la vittoria delle armate di  Yongle conquistando gran parte dei territori rimasti all’ ultima dinastia meridionale degli Yuan nel 1424,  mentre espandeva i domini durante il suo potere ventennale l’ imperatore Yongle fu anche grande riformatore delle istituzioni scientifiche ed educative nella società Ming, favorì grande opere pubbliche ed estese le due capitali Nanjing e Kambaliq. Per l’amministrazione rinnovò l’ antico sistema tradizionale  degli esami imperiali  Kèjù , affidando agli storici di corte la redazione della  monumentale opera Yongle Dadian nota come la grande enciclopedia di  Yongle , tra i più vasti trattati  su ogni campo scientifico e culturale dell’ epoca. Profondamente legato alle tradizioni cinesi, la filosofia del Confucianesimo e la cultura classica, cercando di eliminare ciò che rimaneva di quella mongola diffusa nel precedente periodo  Yuan , ne abolì  lingua, nomi, costumi e tradizioni tra la popolazione. Molto legato anche al  buddismo diffuso in  Cina con le sue varie scuole di pensiero,  nel 1403  invitò a corte il grande lama Deshin Shekpa depositario e gran maestro nella dottrina tibetana legata alla scuola  del Karma Kagyu da diffondere tra i seguaci dell’ Illuminato, recando al sovrano  la mistica visione con la Corona Nera del  Vajra. Nella tradizionale e potente casta degli studiosi ufficiali burocrati Shì dàfu molti rifiutarono di riconoscere la successione di Yongle che li esautorò confiscandone le terre e perseguitandoli assieme ai seguaci del predecessore,  ripristinando la pratica del Miè zù che ne condannava a morte anche famiglie così come la punizione di traditori e ribelli condannati alla crudele  esecuzione Lingchi, subita anche da illustri dignitari  di corte considerati traditori come lo studioso confuciano Fang Xiaoru. Con la ricostruzione dell’ antico lungo canale Jing Hang  e l’apertura di altre vie ristabilì i percorsi commerciali incrementando l’ agricoltura  e risollevando l’ economia cinese, mentre con l’ emissione delle monete Tongbao  per facilitare le transizioni commerciali, oltre quelle d’argento e la carta moneta assieme ai popolari  Zhiqian in lega di rame,  poi diffuse in parte del sud est asiatico, iniziò la vasta e varia produzione monetaria  della dinastia Ming. Ad ovest si stendeva il  potente impero Timuride turco mongolo fondato a metà del secolo precedente Tīmūr Barlas meglio noto come il grande condottiero Tamerlano che minacciava l’ invasione della Cina, alla sua morte salì al trono il  figlio  Shah Rukh e per stringere più pacifiche relazioni diplomatiche e commerciali Yongle, inviò i primi ambasciatori che ne  raggiunsero la capitale Herat in Afghanistan e dall’ epoca furono riaperti i commerci  su uno dei percorsi dell’ antica Via della seta. Nel 1409 inviò il funzionario e navigatore  eunuco Yishiha una spedizione con una flotta che raggiunse la Manciuria ove sulle sponde del fiume Amur fondò la commissione militare cinese di  Nurgan da dove continuò nella regione  siberiana orientale ad est del territorio russo di Primorsky stabilendo relazioni con le popolazioni locali lungo la costa e seguendo l’ alto corso del fiume Amur fino al suo delta nell’ omonimo golfo raggiunse l’ isola di   Sakhalin nel  1413. Dopo il suo ritorno l’ imperatore  inviò altre tra spedizioni sempre guidate da Yishiha stringendo relazioni commerciali e ricevendo tributi dalle popolazioni della Siberia  più orientali dalle antiche  origini, stirpe  e tradizioni dei Tungusi che i cinesi nelle cronache chiamavano  Nǚzhēn e note come  Jurchen.

I Ming sui Mari

L’ imperatore Yongle inaugurò il florido periodo di scambi commerciali e culturali marittimi della Cina, all’ inizio del suo regno fece costruire la  grande e poderosa  Xiafan Guanjun nota come la Flotta del Tesoro  che  dall’ epoca solcò i mari conosciuti nelle leggendarie spedizioni sui mari dei Ming, nominandone come primo grande ammiraglio e esploratore l’abile navigatore Zheng He. Con oltre trecento navi e  migliaia di uomini il primo viaggio prese una delle rotte occidentali sulle Vie delle Spezie attraverso l’ Oceano indiano occidentale e il mar Arabico navigando per le coste dello Yemen meridionale e quelle limitrofe omanite del   Dhofar  da dove raggiunse  le africane orientali ove sorgevano i floridi centri e città arabe  dai porti commerciali come piccoli stati sovrani nel medioevale periodo Shirazi. Tornando la flotta continuò ad est fino  ai porti  del Giappone feudale chiuso agli stranieri all’epoca dominato dal potente shogunato del clan Ashikaga e la vicina Corea nel regno Chosun da poco  fondato nel 1392 dalla dinastia Joseon. Con quella che all’ epoca era la più grande flotta del mondo riprendendo l’ antica via delle Spezie ripartì su una delle sue rotte orientali  per le coste dell’Indocina tra i porti della Cambogia e il vicino Vietnam, proseguendo per Giava e le rotte dell’ Indonesia, tornando ad ovest lungo la Terra d’ Oro della Birmania per scendere lungo le coste indiane nord orientali del Bengala e quelle meridionali incrociano l’ sola di a sud incrociando Ceylon di nuovo attraverso Oceano indiano occidentale e il mar Arabico per la fiorente isola di  Zanzibar e le altre città arabe della costa orientale africana. Dal 1405 per quasi trent’ anni Zheng He comandò sette lunghe spedizioni, nel 1431  per tre anni fu di nuovo in Vietnam nel regno di Champa procedendo in Indonesia per l’ isola di Sumatra nel porto di Palembang continuando nella vicina Giava e  risalire nel sultanato di Malacca, nella penisola della Malesia , raggiunto il  fiorente porto indiano  di Calcutta nel Bengala, l’ ammiraglio  morì durante il viaggio e la salma del grande navigatore Zheng He che aveva aperto quelle rotte fu  lasciata in mare. Dei lunghi viaggi e le spedizioni del grande Zheng He coloro che erano con lui ne hanno lasciato memoria narrando gli itinerari delle spedizioni, Gong Zhen che fu suo segretario ne raccontò le imprese, l’altro comandante al suo seguito Fei Xin descrisse la flotta  , le navigazioni  e i territori raggiunti  con nella  sua cronaca  Xingcha, il terzo, quinto e settimo viaggio con ampie note su paesi e genti visitati furono descritti nel Yingya Shenglan redatto  al suo ritorno dal  cronista che partecipò a tre di  quelle spedizioni  Ma Huan, mentre  da quelle cronache nel 1628  venne redatta la prima  cartografia nautica cinese  con le mappe di Mao Kun.

Trionfo e declino dei Ming

Dopo il lungo e florido regno di Yongle per oltre due secoli seguirono  gli imperatori della dinastia  Ming che riportarono all’ antico splendore il Celeste Impero, primo successore fu il figlio Zhu Gaochi  salito al trono nel 1424 come il quarto imperatore  Hongxi che da Pechino riportò la capitale a Nanchino riassumendo molti funzionari confuciani  emarginati dal padre,  per  riorganizzare l’ amministrazione assegnò alte cariche a studiosi dell’ antica accademia di Hanlin e riprese come grande consigliere il  decaduto ministro  Xia Yuanji  che lo indusse a terminare le spedizioni  marittime con la flotta del Tesoro,  lasciando le esplorazioni e le imprese Ming suoi mari dopo i celebri e quasi leggendari viaggi dell’ ammiraglio  Zheng He. Il suo breve regno durò solo un anno e nel 1424 fu successore il figlio Zhu Zhanji che divenne il quinto imperatore Xuande regnando per un decennio di pace e prosperità, stabilendo rapporti diplomatici e commerciali con il regno giapponese Ryukyu che era al centro delle rotte e i commerci sul Pacifico. Alla sua morte nel 1435 il figlio Zhu Qizhen salì al trono come l’ imperatore Yingzong, mentre con la dinastia Yuan settentrionale iniziarono i conflitti del Tumu per le contese di frontiera, guidando il suo esercito venne catturato,  costretto a cedere il regno fratellastro  Zhu Qiyu  che ne prese il posto come l’ imperatore Jingtai regnando otto anni sostenendo grandi opere pubbliche e  con una nuova amministrazione affidata al fido consigliere Yu Qian. Quando fu liberato Yingzong riprese il trono e nel 1457, con un’ editto  nel costrinse tutti i funzionari, nobili e ufficiali dell’ esercito a prestare giuramento di fedeltà provocando la rivolta del generale Cao Qin con le sue truppe mongole che scatenarono gli scontri nella capitale Pechino prima di essere repressa, continuando a regnare fino alla sua morte nel 1464. Erede ne fu il giovane figlio Zhu Jianshen  che nella dinastia divenne l’ ottavo imperatore Chenghua e per gran parte del suo regno fu influenzato dalla nobile concubina Wan Zhen’e divenuta la consorte imperiale Wan, inizialmente riuscì ad emanare alcune riforme popolari, ma poi il potere fu preso dai cortigiani eunuchi e il funzionario Wang Zhi consolidando il suo autoritarismo scatenò sollevazioni di contadini duramente represse. Al contrario del padre, educato ed ispirato dal Confucianesimo, quando salì al trono il figlio maggiore Zhu Youcheng divenuto l’ imperatore Hongzhi nel 1487, cercò di adottarne i valori etici e sociali nell’ amministrazione, limitò il potere dei funzionari eunuchi evitando i tradizionali intrighi cortigiani e con le sue riforme fece prosperare il regno a beneficio della popolazione fino alla sua morte nel 1505. Il trono fu ereditato dal figlio maggiore Zhu Houzhao  che giovanissimo fu proclamato  l’ undicesimo imperatore Zhengde anch’ egli educato nella tradizione confuciana, fu a lungo condizionato dai cortigiani e il potente funzionario eunuco Liu Jin, mentre approfittando del malcontento popolare iniziarono conflitti dinastici.  Nel 1510 contro Zhengde si proclamò successore al trono Zhu Zhifan principe di Anhua  dai suoi domini nello Shaanxi centrale  e nella regione assieme a militari alleati  iniziò la breve  rivolta di Anhua ben presto repressa  e per riprendere il territorio  il  generale  Yang Yiqing  fu poi nominato supremo comandante  delle tre frontiere nello Shaanxi. Anni dopo come discendente  della famiglia imperiale Zhu Chenhao principe di Ning, nel  1519  tentò di  rovesciare Zhengde ed usurparne il trono con quella che nella regione dello Jiangxi ne prese il nome come la rivolta del principe Ning , repressa poco dopo  dall’ esercito imperiale guidato dallo studioso e funzionario di corte divenuto  generale Wang Yangming. In seguito Zhengde si mostrò tollerante con la cultura islamica e chiamò a corte diversi  funzionari musulmani  oltre che militari che lo appoggiarono  contro le minacce di invasione del  Khan Mansur all’ epoca regnante sull’ omonimo Khanato ponendo fine ai lunghi conflitti di Turpan per le frontiere occidentali  trascinati da decenni.  Durante il regno di Zhengde e i successori nel XVI secolo iniziò il dominio degli  europei nelle rotte  sulla Via delle spezie e grandi commerci cinesi con regni ed imperi occidentali, alla sua morte erede al trono fu il cugino Zhu Houcong come il dodicesimo imperatore  Jiajing dei Ming. All’inizio del suo lungo regno si rivelò poco attento agli affari di stato , dalla fama di crudele autorità tra i funzionari e cortigiani,  seguace del tradizionale Taoismo nella sua antica dottrina tentò di limitare e perseguitare l’ ormai secolare grande diffusione del buddismo in Cina. Spese ingenti risorse per edificare templi dedicati ai culti del Tao, tra i vari nel 1530 a Pechino il grande Ritan come Tempio del Sole e poco a nord dal centro il Tempio della Terra noto come Ditàn  ove si celebrava la ritualità nel solstizio d’estate e a quella lunare era consacrato l’altare nel tempio di Yuetan,  mentre fece ampliare con l’ aggiunta del padiglione Monte Terrestre il più antico e maestoso Tempio Celeste del Tiàntàn . Mentre celebrava il ventunesimo anno del suo regno nel 1542 sedici cortigiane tramarono la congiura di Renyin per uccidere l’ imperatore cercando di strangolarlo e salvato dall’ imperatrice sua terza consorte Fang, nel frattempo iniziarono le incursioni della  confederazione mongola guidata da Altan khan dei Tumed  sul confine settentrionale. Continuate fino a minacciare la stessa Pechino anni dopo ove dal 1553 vennne ampliata la città esterna con le mura del Waiguo fortificate, mentre i commerci marittimi erano minacciati con la costa flagellata dalle incursioni delle flotte dei pirati giapponesi Wokou , poi durante il suo regno gran parte della regione centrale fu devastata dal terremoto di  Huaxian nello Shaanxi del  1556.

La decadenza dell’ impero

Dopo il suo lungo regno alla morte nel 1567  il trono fu ereditato dal figlio Zhu Zaiji  divenuto l’ imperatore Longqing in un paese a lungo malgovernato segnato dalla corruzione, rivolte, conflitti e calamità che cercò di riorganizzare riassumendo funzionari emarginati dal padre come lo studioso Hai Rui che ne divenne consigliere,  allontanando i corrotti assieme ai potenti funzionari  e sacerdoti taoisti e consigliato  dal gran segretario imperiale Xu Jie limitò il potere dei cortigiani e funzionari eunuchi. Respinse le armate mongole del khan Altan che avevano attaccato Pechino, fortificò le coste tra il Fujian e lo Zhejiang contro le incursioni dei pirati giapponesi , mentre riprese i commerci con gli altri regno asiatici e gli europei  ristabilendo equilibrio nell’ impero durante il suo breve regno. Nel 1572 salì al trono il suo terzo figlio Zhu Yijun  ancora bambino come l’ imperatore Wanli regnando per quasi mezzo secolo fino al 1620, all’ inizio ebbe come reggente il gran segretario imperiale Zhang Juzheng che emise riforme amministrative, finanziarie, agricole e militari e alla sua morte l’ imperatore prese l’ intero potere completando le riforme che fecero prosperare il regno.  Dopo l’  invasione giapponese della corea con la guerra dell’Imjin durata sei anni dal 1592, respinse la minaccia del potente feudatario nipponico Toyotomi e i suoi successori, mentre dal 1589 nella regione meridionale del Guizhou  iniziò un conflitto tra i  sette funzionari Tusi nominati nei tradizionali clan tribali  che portò alla grande rivolta di Bozhou estesa nell’ Huguang e Sichuan, combattuta  fino alla sua definitiva sconfitta nel 1598 dall’ esercito imperiale  guidato dal generale Chen Lin. Nella seconda metà del suo regno Wanli ebbe come favorita la concubina imperiale divenuta la nobile consorte Zheng dal 1584, che cercò invano di cambiare le regole di successione per far nominare come erede al trono il figlio Zhu Changxun, mentre l’ altro figlio Zhu Yousong  nel 1644 divenne poi il primo imperatore Hongguang  regnando un solo anno quando fu fondata la Nàn Ming come la nuova dinastia  Ming meridionale. Affidò poi il governo  ai cortigiani e funzionari eunuchi in conflitto mentre era ancora dominate la filosofia sociale del neoconfuciano Yangming diffusa dal secolo precedente. Ispirandosi alla più antica tradizione dello storico e letterato confuciano Zhu Xi, diversi studiosi cercarono di ostacolarla unendosi nel 1604 con il movimento  etico e morale  del  Donglin  provando invano di rinnovare il governo che, tra nuove tasse e repressioni provocò l’insoddisfazione popolare con nuove tasse nell’ ultimo periodo del lungo regno, mentre in Manciuria e i limitrofi territori nord orientali le popolazioni dei Jurchen furono riunite nel regno dinastico  fondato dal sovrano Nurhaci che attaccarono i domini Ming conquistandoli. Wanli finì i suoi giorni nel 1620 e il figlio maggiore Zhu Changluo  ne ereditò l’ ormai decaduto lungo regno come l’ imperatore Taichang che però morì poco dopo e il giovane  figlio  Zhu Youjiao salì al trono divenendo l’ imperatore Tianqi lo stesso anno regnando per i sette successivi, ma di fatto il governo fu preso dal potente cortigiano e eunuco Wei Zhongxian assieme all’altrettanto influente nota come la  gran signora di corte Kè Shi. Alla sua morte nel 1627 senza eredi successore fu il nipote Zhu Youjian   divenne l’ ultimo imperatore della dinastia Chongzhen, subito impegnato a reprimere le varie rivolte di contadini e la disastrosa condizione dell’ ormai decaduto impero  dei Ming, mentre ne declinavano i commerci in conflitto con l’ espansione europea sulla Via delle spezie  nel dominio delle rotte marittime e dei fiorenti porti cinesi, la dinastia riuscì a mantenere solo quelli  dell’ isola di Taiwan riconquistata dal dominio olandese con la fondazione del regno di  Tungning nel 1661 sopravvissuto per due decenni. Fu l’ ultima vittoria dei Ming, mentre nella regione settentrionale avanzavano  le armate del popolo Manchu dell’ omonima dinastia  fondata nell’ Heilongjiang dal potente clan Aisin Gioro  che  dall’ epoca  dopo la fine  della dinastia Ming nel 1644, estese il suo dominio come la nuova dinastia mancese dei Qing nella regione  nord orientale dal loro originario territorio della  vicina Manciuria  .  Poco prima il  contingente militare Ming  nell’ isola nord coreana di Ka si ribellò all’autorità imperiale passando al servizio dei Qing  guidato dal comandante Kong Youde, dal 1631 per tre anni si estese quella che fu chiamata la rivolta militare del Wuqiao conquistandone i territori e nel 1636 l’ altro generale passato anch’ egli al servizio della nuova dinastia Geng_Zhongming fu tra i protagonisti nella seconda invasione Qing  e la definitiva conquista  del regno coreano di  Joseon tributario dei Ming togliendone le ingenti risorse derivati dalle imposte. Mentre la secolare dinastia era ormai tramontata,  alla nuova Ming meridionale fondata come Nàn Ming ben presto rimasero i territori a sud  del fiume Huai. A nord nel 1644 quel che rimaneva dell’ impero Ming nelle regioni settentrionali  venne travolto dalle rivolte contadine guidate da Li Zicheng che vi impose il regno di breve durata  fondando la sua nuova locale dinastia Shun , mentre la regione del  Sichuan  fu presa dalla dinastia del Grande Xi con il regno di   Xianzhong e in tutte le regioni settentrionali cinesi , poi estesa alle altre, iniziò il passaggio dei domini dei  Ming ai Qing nella Cina imperiale.

Nanchino

L’ imperatore Yongle estese la capitale meridionale Nanjing  con altri quartieri e palazzi traendo gran parte della pietra e i marmi dalla vicina cava di  Yangshan come il suo predecessore, sulla sponda meridionale del fiume Qinhuai che attraversa il centro della città venne  ampliato l’antico tempio confuciano di Fuzimiao per ospitare gli esami imperiali tenuti anche nel vicino salone  del palazzo Jiangnan e all’epoca risalgono i primi edifici  nel parco  noto come il grande  giardino di Zhan , così come quelli che ospitavano la residenza del principe di Han figlio dell’ imperatore nei vicini giardini di Xu. Non distante fece edificare l’alta e  splendida Torre di Porcellana  nel tempio Bao’en  poi distrutta a metà del XIX secolo durante la guerra civile nella rivolta di Taiping e ricostruita recentemente con una replica moderna, mentre cuore della città rimase la sontuosa reggia imperiale Gùgōng dei Ming  con i suoi edifici così come  il Palazzo della venerazione celeste con il Tempio Wen del Chàotiàn fondati dal predecessore  che divenne la città proibita di Nanchino. Nei pressi del lago Xuanwu nel nord orientale distretto di Xuanwu  venne ricostruito l’ antico tempio buddista di Jiming come lo si trova restaurato dopo la devastazione nella rivolta di Taiping, fuori dalla porta Shuixi delle mura vennero edificati i padiglioni nel parco del lago Mochou. Ai piedi della Montagna Porpurea come è noto il colle di Zijin Shàn, consacrato a Hongwu fondatore della dinastia,  Yongle fece  edificare il maestoso mausoleo imperiale di Xiaoling completato nel 1405, nei pressi sorgeva il grande tempio con la pagoda buddista di Linggu che venne spostato  ove si trova circondato da un grande parco. Fuori dal centro nel distretto periferico  nord orientale di Qixia sull’ omonimo colle, l’antico  monastero buddista Yanyin Chongbao  all’inzio della dinastia  epoca Ming fu ampliato e ribattezzato  come il tempio Qixia Si, mentre a sud-ovest del monte Shizia  per ricordare le imprese del grande navigatore Zheng He , l’ imperatore Yongle nel 1416 fece costruire il Tempio del Mare Calmo di Jinghai più volte devastato e ricostruito come lo si trova.

Pechino

Nel 1403 Yongle  da Nanjing trasferì il suo centro a Khanbaliq che ribattezzò capitale del nord, continuando la lunga storia della grande città di Beijing  estesa con nuovi quartieri, palazzi e templi che si aggiunsero a quelli edificati dalla precedente dinastia Yuan, dal 1419 vennero edificate le massicce mura fortificate Bèijingchèng  ampliate nel secolo successivo che racchiudevano il centro della città poi demolite e ne rimane la porta Yongdingmen dell’Eterna Stabilità che  permetteva l’ accesso dalla città esterna. In gran parte edificata in epoca Ming  dal suo magnifico centro monumentale si stende la  grande città di Pechino con i suoi quartieri, palazzi, templi e monumenti che diramano sulle vie e piazze del centrale distretto di Dongcheng percorrendone la storia. Nel loro sincretismo culturale ed architettonico tra i più magnifici templi taoisti e buddisti di Pechino, diversi si ergono  sulle vie dei quartieri che diramano dalla suggestione del   vasto complesso del Zìjìnchèng meglio noto come la Città Proibita estesa sempre all’ epoca  nella città imperiale Huàngchèng . Alla grandiosità monumentale nel magnifico Zìjìnchèng della Città Proibita si accede dalla Porta della Meridiana come è noto il  sontuoso portale  Wùmèn , come ingresso posteriore  nel 1420 l’ imperatore Yongle fece edificare l’ altrettanto imponente Shènwùmèn  o porta della Divina Potenza  e dall’ altro lato si apre la superba  Tàihèmèn  come porta della Suprema Armonia che, assieme  alla monumentale Porta della Pace Celeste di  Tienanmen divenuta uno dei simboli della splendida città Ming, affaccia sull’ omonima vasta piazza Tienanmen sul lato settentrionale, mentre dall’ altro delle antiche mura protette dalla fortezza Zhengyangmen rimane la maestosa Porta del Sole  di Qianmen. Davanti all’ accesso si ergono le due statue che rappresentano i leoni guardiani imperiali  di pietra Shishi  e tra i vari edifici della piazza dopo la rivoluzione del 1949  sul lato meridionale della piazza venne eretto il monumento che celebra gli Yingxiòng eroi del popolo cinese e più tardi alla sua morte il frequentato e grande  mausoleo che contiene le spoglie di  Mao Zedong. Nella cittadella imperiale i sei edifici occidentali erano i più sontuosi come il palazzo Changchungong o dell’Eterna Primavera  edificato nel 1420,  poco a sud il palazzo del Principio Supremo con la sala Tàijì Dìàn , quello dell’ Eterna longevità con la residenza delle concubine imperiali Yòngshòu, mentre consacrato all’ Onore Terrestre era l’ edificio del Yikungong  sorto nella stessa epoca  e alla  Felicità Universale fu dedicato l’altro palazzo del  Xiànfù . Poco a nord dalla Città Proibita l’ imperatore Yongle fece erigere il colle artificiale  di Jingshan come parco imperiale,  all’ estremità settentrionale della città interna si ergono le torri Gǔlóu con  la vicina Zhōnglóu dette della  Campana e Tamburo edificate dall’ imperatore Kublai Khan nel 1272  e come altri edifici dell’ epoca ricostruite nel regno di Yongle, mentre  il grande edificio Gùgōng Bówùyùan ospita  il museo del Palazzo con le sue vaste collezioni  di opere d’ arte dell’ epoca. Separata ad ovest dai i giardini imperiali nel parco di Zhongnanhai, attorno alla Città Proibita si estendono gli altri edifici con palazzi, templi e giardini della città imperiale di  Beijing iniziata in epoca Yuan e completata dai Ming, tra i vari quelli del tempio ancestrale di Taimiao edificati dal 1420 ove si tenevano le cerimonie sacrificali consacrate agli  antenati della famiglia imperiale, dalla parte opposta l’ altare della terra e raccolti di Shejitan. Nel distretto di Xuanwu oltre le mura e le fortificazioni di Pechino, dalla prima metà del XV secolo si trovano i magnifici edifici del Tiàntàn con il Tempio del Cielo  consacrato all’ antico culto della suprema divinità Tian espressa dall’ imperatore e il sincretismo religioso tra taoismo e buddismo, poco distante sempre dalla suggestiva architettura e decorazioni si trova  il Tempio dell’Agricoltura noto come l’ altare di Xiannongtan  edificato nel 1420. Sempre tra i quartieri estesi dalla città vecchia  del Dongcheng sulla via Xilou Hutong durante la dinastia Yuan nel 1374 venne edificato il monastero dei cipressi con il buddista tempio di Bǎilín-sì dai cinque grandi edifici magnificamente decorati da statue e dipinti oltre iscrizioni ed immagini riferite alla  scuola cinese buddista Jingtùzòng della Terra Pura. Continuando nel distretto di Xicheng sempre dalla raffinata architettura Ming si trova il tempio di Chángchūn eretto alla fine del XVI secolo, mentre in quello esteso nella periferia nord occidentale  di Changping con il suo sontuoso sepolcro di  Changling  l’imperatore Yongle inaugurò  il grande mausoleo con le maestose tredici  tombe dei Ming che, assieme alle altrettanto sontuose cinque tombe  degli imperatori Qing orientali regnanti nella successiva omonima dinastia, sono  dichiarate patrimonio culturale  Unesco.

Società e commerci

La dinastia mantenne e rinnovò le tradizionali istituzioni del Celeste Impero i come il segretariato imperiale Nèigè assieme all’altro segretariato noto come il Dipartimento degli Affari di Stato del  Shangshu Sheng, conservando il sistema amministrativo dei Tre Dipartimenti e Sei Ministeri Sànshèng LIùbù rinnovandone le varie funzioni.  Assieme alla ritualità religiosa e le cerimonie di corte il ministero dei Riti  si occupava della selezione dei funzionari amministrativi  con i tradizionali esami imperiali Keju  e le relazioni diplomatiche, il ministero e consiglio delle finanze Hùbu  responsabile anche delle imposte,  per la costruzione di nuove opere pubbliche, strade, canali  e la manutenzione delle precedenti, oltre alle risorse agricole il ministero dei Lavori Pubblici, il Ministero della Giustizia che, assieme alle innovazioni Ming conservava, le antiche tradizioni giuridiche della Legge cinese, infine il Consiglio della Difesa  che diveniva il ministero della Guerra durante i conflitti. Con nuova amministrazione e la riorganizzazione dell’ impero iniziò la terza era d’oro cinese nell’espansione di produzioni e commerci dell’ economia Ming con l’ estensione dell’ agricoltura, mercati rurali  e le piantagioni di vari prodotti esportabili, furono estesi centri e città oltre ad un sistema di canali  per il commercio tra le regioni settentrionali e meridionali, intensificata la produzione di seta, porcellane e altre merci, un nuovo regime fiscale e l’ imposta fondiaria del Li-Jia, adottando una politica  protezionista  anche con la limitazione dei traffici marittimi stranieri, l’ insediamento di centri e porti nella politica isolazionista commerciale dell’ Haijin. All’ apogeo della sua ricchezza la dinastia intensificò i commerci con le potenze europee, dalla colonia orientale delle Indias spagnole  che aveva il suo centro nella con la Capitaneria Generale delle isole Filippine, s vi venne aperta la cosìdetta rotta dei Galeoni di Manila attraverso il Pacifico per l’altra grande colonia nel  vicereame della Nueva España in Messico che nel XVI secolo, oltre agli altri traffici internazionali  inaugurò,  il vasto commercio mondiale dell’ argento . Nella Cina dei Ming  vi era una grande richiesta di argento per la produzione di monete che sostituivano la precedente inflazionata cartamoneta in cambio di seta, porcellane e altri preziosi prodotti .Nello stesso periodo iniziò il dominio degli  europei sulla Via delle spezie seguendone parte delle antiche rotte marittime, cominciando dalle relazioni con il potente regno Portgallo dell’ impero Ming, il primo portoghese a raggiungere le coste cinesi meridionali fu  l’ esploratore e navigatore  Jorge Alvares nel 1513, seguito tre anni dopo dall’ altro celebre navigatore portoghese Rafael Perestrello stabilendo le relazioni diplomatiche e commerciali con i Ming, continuati poco dopo dall’ ambasciata  di Tomè Pires nel 1517 e dal  mercante Fernão Pires de Andrade  noto alle cronache Ming come Folangji. Nel frattempo dopo la conquista portoghese del sultanato di Melaka tributario dei Ming nel 1511, le relazioni divennero conflittuali fino alla guerra contro quella che era divenuta  la colonia portoghese di Malacca quando la sua flotta venne sconfitta nel 1521 da quella cinese con la battaglia di Tunmen, subendo un’ ulteriore sconfitta l’ anno successivo nell’ altra battaglia navale di  Shancaowan. Furono le ultime vittorie dei Ming con l’ imperatore  Zhengde, poi l’ incontenibile potenza lusitana impose ai cinesi la concessione di Macao come base nella regione, da qui aprirono i commerci diretti con il Giappone del periodo Sengoku e ad est  con Sumatra, Giava, TImor e le isole Molucche aprendo via dell’ Indonesia. Poco dopo la potente compagnia olandese delle Indiei nell’ isola di Giava fondò il porto di Batavia intensificando i suoi traffici commerciali  in Indonesia colonizzandone parte del vasto arcipelago e ai portoghesi conquistarono Malacca nel 1641 che era crocevia dei commerci con la Cina Ming  oltre le altre basi e porti nella penisola della  Malesia.Per i suoi traffici con il Celeste Impero  il Portogallo riuscì a mantenere la sola colonia di  Macao rimasto l’unico insediamento in Cina dopo aver respinto e sconfitto gli olandesi nel 1622 con la grande battaglia Macau. Con l’espansione  del  suo grande domino commerciale  all’ epoca l’ impero Ming entrò in  conflitto con l’Olanda  per il controllo delle sue rotte da quando nel 1624 venne fondata la colonia olandese di Formosa ove incrociavano le vie per i commerci cinesi per l’est e  il potente shogunato feudale  giapponese di Tokugawa. I Ming mantennero il controllo sullo stretto di Taiwan anche quando  la flotta olandese attaccò quella Ming guidata dall’dall’ ammiraglio Zheng Zhilong  e sulle coste del Fujian ove si apre l’ omonima baia nel 1633 e venne sconfitta con la battaglia di Liaoluo, più tardi dal territorio meridionale l’intera isola si  Taiwan fu ripresa dai cinesi  che vi fondarono il regno di  Tungning  nel 1661 dopo aver sconfitto l’ ultima roccaforte olandese conquistando  la fortezza di Zeelandia , doveva  essere la base per la riconquista degli antichi territori Ming in Cina ma fu  anch’ esso di breve durata.

La cultura Ming

Nella dinastia Ming fu mantenuta la religiosità popolare in Cina dalle antiche tradizioni e cultura dalla più antica dottrina filosofica e religiosa del  Confucianesimo rimasta fin dalla su fondazione nel V secolo a.C., seguita dall’ altra grande scuola religiosa del Taoismo fondamento della cultura filosofica cinese assieme alle contemporanee e successive Zhùzì bàijà note come le grandi cento scuole di pensiero e la successiva  grande diffusione del Buddismo in Cina. Per le tre grandi tradizioni religiose e culturali vennero edificati nuovi temoli e monasteri, mentre l’antico Manicheismo di origine persiana con i suoi culti e ritualità assieme al cristianesimo nella dottrina Nestoriana da secoli diffusi in Asia, vennero dichiarati non conformi alle tradizioni cinesi confuciane, l’ Islam durante la dinastia Ming fu molto tollerato fin dal  regno del suo fondatore e primo imperatore Hongwu che prese militari e generali musulmani nel suo esercito e fece costruire vari edifici  per il culto islamico che si aggiunsero alle altre moschee Cina nei vari territori sorte durante le precedenti dinastie ed edificate successivamente. Anche il cattolicesimo nel primo periodo dell’ epoca Ming fu considerato non conforme alle tradizioni cinesi fino a quando iniziarono le missioni gesuite in Cina, sulle rotte dei mercanti i primi raggiunsero la colonia portoghese in India ove a Goa fondarono la loro prima missione nel 1542  con il gesuita  spagnolo poi beatificato  Francesco Saverio. Da qui  continuò i suoi viaggi missionari nella colonia  portoghese di Malacca in Malesia, raggiungendo  le coste cinesi ove era sorta l’ altra colonia lusitana  di Macao, da qui il tentativo di giungere alla corte dei Ming  si fermò  nel 1552 con la sua morte nell’ isola di Sancian. Nominato Visitatore generale nelle missioni delle Indie Orientali, il  teologo gesuita  napoletano Alessandro Valignano nel 1578, dalla missione e il collegio gesuita fondata da Francesco Saverio a Goa, raggiunse le missioni a Malacca e nella colonia portoghese di Macau fondò il Madre de Deus, chiamato Collegio Gesuita  di San Paolo  come quello di Goa. Chiamato dai cinesi Fan Li’An ,  da qui si recò in Giappone ove  fondò le prime missioni cattoliche del cristianesimo nipponico noto alla popolazione come  Kirishitan, mentre il  Collegio Gesuita di Macao divenne il centro per l’ apprendimento della lingua e cultura cinese dei missionari che fu indispensabile nelle controversie dottrinali del cristianesimo con  i tradizionali Riti cinesi. Tra tutti i vari missionari  che raggiunsero il Celeste Impero all’ epoca,  lo studioso  italiano  Michele Ruggieri divenne il primo  grande sinologo europeo  e tra i primi  ammessi alla corte imperiale assieme all’ altro gesuita italiano matematico e cartografo Matteo Ricci divenuto celebre nella corte Ming come Lì Mǎdòu, protagonista dello scambio culturale e scientifico europeo con la Cina. La dinastia segnò un nuovo capitolo nella storia della scienza e tecnologia in Cina, oltre la medicina, astronomia, matematica, l’ evoluzione della stampa, la polvere da sparo per le armi, meccanismi vari, strumenti astronomici e medicinali  e il perfezionamento si tutte le altre invenzioni cinesi dei secoli precedenti, assieme a strumenti, tecniche e modelli derivati dal commercio internazionale e con l’ occidente. Oltre all’ evoluzione nella scienza cinese dei Ming, per l’ intero periodo dinastico vi fu una grande produzione artistica per le decorazioni di edifici e palazzi, la raffinata ceramica  e l’ opera dei grandi pittori dell’ epoca Ming  che ne rinnovarono il classicismo delle dinastie precedenti assieme alla calligrafia con la scuola Zhe diffusa tra gli artisti settentrionali fondata a metà del XV secolo da Dai Jin  che si imposte opposta alla  tradizionale scuola del Sud  celebra per le grandi opere calligrafiche ed acquarelli di paesaggi che all’ epoca  venne ripresa dalla  scuola Wu. Tra i vari nel periodo medio e tardo dinastico  emerse l’ opera di Shen_Zhou, Tang Yin, Wen Zhengming e Qiu Ying, noti  come i quattro grandi maestri della dinastia  Ming, seguiti a metà del XVI secolo dal celebre poeta, calligrafo e pittore Xu Wei, nel successivo dalla regione orientale del Jiangsu si diffuse la scuola Songjiang  fondata da Dong Qichang. Uno dei periodi classici della grande letteratura cinese si deve alla poesia Ming che all’ inizio della dinastia nel XIV secolo ha avuto tra i primi maestri Gao Qi, seguito nel successivo dall’ opera  letteraria del funzionario e storico  di corte Li Dongyang, oltre ai vari tra la fine del XVI secolo  e l’ inizio del  XVII  si affermò l’ opera di Yuan Hongdao,  nell’ ultimo periodo  dinastico vari poeti di corte come Liu_Rushi che fu anche apprezzato pittore, la contemporanea cortigiana e letterata Wang Wei, assieme all’ altra celebre cortigiana anch’ essa autrice di versi e poemi  Dong Xiaowan, oltre alla pittrice, letterata  e poetessa Gu Mei. La tradizione teatrale nell’ opera cinese Xiqu all’ epoca in parte si trasformò in drammaturgia con l’ opera del grande autore Tang Xianzu, nel XVII secolo mentre era tramontata l’  epoca Ming massimo rappresentante fu Li Yu  e, assieme all’ arte, pittura, letteratura e poesia, il patrimonio culturale della dinastia si espresse anche nell’ opera dei musicisti  Ming.  Oltre alle grandi opere, città, maestosi edifici e templi, gran parte del patrimonio storico, artistico e  culturale lasciato dal Celeste Impero  in uno dei suoi peridi più splendidi si deve all’ epoca della dinastia Ming come un’ altro affascinante capitolo nella lunga storia della Cina.


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