Primorsky e Vladivostok
La Siberia più orientale si stende nell’ Estremo Oriente russo che va dalla più settentrionale penisola della Kamchatka al territorio del Litorale affacciato sul mar del Giappone nel Krai Primorsky e la città di Vladivostok, protagonista degli ultimi due secoli nella lunga storia della Siberia .
Estremo oriente siberiano
Dagli incontaminati scenari della penisola di Kamchatka e il suo territorio, continuando nella regione nord orientale per la provincia distrettuale di Pozharsky , si trova la più antica foresta mista rimasta nell’emisfero settentrionale protetta dal parco nazionale di Bikin con la ricca fauna endemica come le maestose le tigri siberiane dell’ Amur in pericolo di estinzione. Territorio delle antiche comunità di indigeni Udege che rimangono nel bacino del fiume Bikin assieme ai i vicini di antica stirpe tungusa dei Nanai . Scendendo ove si stende il territorio affacciato ad est sul Pacifico del krai di Khabarovsk , attraverso il bacino del fiume omonimo si trova il parco nazionale dell’ Anyuysky popolato come gli altri nella regione dalla ricca fauna endemica lungo il corso del fiume Anjuj fino alle pianure alluvionali ove si unisce al lungo fiume Amur e alla catena nell’ estremo oriente russo che si allunga fino alla costa dei monti Sichotė-Alin’, anch’ esso territorio tradizionale del’ antico popolo di cacciatori e pescatori Nanai. All’ estremità sud orientale siberiana il krai Primorsky affaccia sulla costa che ne prende nome come Primorye , in parte protetto dal parco nazionale dell’ Udegeyskaya dalla più ricca foresta di conifere e latifoglie dell’Estremo Oriente russo tra fiumi e torrenti popolato da una ricca fauna e la tigre siberiana in via di estinzione, ove ancora sopravvivono anche qui comunità degli indigeni Udege che cercano di conservare cultura e tradizioni e nella stessa regione proseguendo nel limitrofo distretto di Khasansky si trova la vasta riserva marina dell’ estremo oriente russo di Morskoy sorta a protezione della flora e fauna endemiche costiere. Poco a sud verso i contrafforti costieri che si stendono dalle montagne della Manciuria parte del suggestivo ambiente è protetto dalla riserva naturale di Kedrovaya ove dall’ unione delle riserve di Barsovy e Borisovkoye, e sorta la riserva nota come terra del leopardo , lungo la frontiera cinese è stato creato il parco nazionale che protegge l’ ormai raro leopardo dell’ Amur a rischio di estinzione, mentre sempre nel krai di Primorsky per i rilievi coperti da foresta si stende il parco nazionale di Zov Tigra tra i fiumi Amur e Ussuri che protegge gli ultimi esemplari della maestosa tigre siberiana dell’Amur che era anch’ essa in via di estinzione.
Primorsky krai
Alla storia della Manciuria è in parte legata quella della regione di Primorsky, parte del territorio tradizionale degli Hezhen orientali o Nanai dalle tribù di cacciatori che popolavano la vasta regione orientale della taiga attraversata dal medio corso del lungo fiume Amur ove ne rimangono le comunità legate alle antiche tradizioni assieme alla popolazione dei Udege lungo i fiumi Ussuri e Amur di origine e stirpe Tungus come i Mojie o Mohe anch’ essi diffusi nella regione assieme a quella cinese settentrionale manciuriana dei Sushen. All’ estremità meridionale la regione fu popolata da comunità giunte dal vicino regno coreano di Goryeo fiorito fino al VII secolo d.C., seguitr fino all’inizio del X secolo dai vari popoli dell’ altro regno coreano di Bohai o Balhae. Dopo la conquista del regno Bohai entrò nei domini cinesi della dinastia Liao con il vasto impero Kitai fino all’ inizio del XIII secolo, passato poi alla Aisin Gurun mancese della dinastia Jīn e, dopo il lungo dominio seguito alla conquista mongola della Cina, dalla fine del XVI secolo vi si estese il vasto impero Manciù daicing gurun della dinastia Qing. Nella seconda metà del XVII secolo l’espansione russa si spinse fino al territorio sud orientale dell’Amur attraversato dall’omonimo fiume che sfocia nel Pacifico ove nel 1651 venne edificata la fortezza cosacca di Albazin provocando i conflitti di confine ad est con la Cina della dinastia Qing terminati nel 1689 quando tra i due imperi venne stipulato il trattato di Nerchinsk che costrinse i russi a lasciare la fortezza assieme alla colonizzazione della regione mentre continuava quella che ha percorso l’ ultimo periodo nella lunga storia della Siberia. Nel XIX secolo l’ espansione russa nella regione orientale giunse alla Manciuria esterna come territorio di Priamurye conteso all’ impero cinese che venne annesso nel 1858 con il trattato di Aigun e ratificato due anni dopo con la Gran Bretagna e la Francia nella convenzione di Pechino alla fine del conflitto anglo cinese noto come la seconda guerra dell’ Oppio . Nel frattempo dal XVII secolo fino all’inizio del XX oltre agli altri coloni vi fu una grande migrazione di contadini ucraini Ukraintsy che fondarono le loro comunità agricole nelle regioni più fertili diffondendo il cristianesimo ortodosso e, mentre continuava la grande espansione coloniale della Russia nella regione siberiana, per collegare i territori nord orientali ed incrementarne i commerci veniva iniziata la costruzione della lunga ferrovia Transiberiana inaugurata nel 1891 e terminata poi con il percorso Transsibirskaja nel 1916 fino al porto siberiano sul Pacifico di Vladivostok. Dopo la rivoluzione russa nel 1920 entrò nella nuova Repubblica bolscevica dell’Estremo Oriente ove parte dei coloni ucraini tentarono di separarsi con la proclamazione della Zeleny Klyn come la loro nuova Ucraina Verde che ebbe breve durata, la regione rimase la più orientale nell’ Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione entrando nella nuova federazione Russa, conservando le divisioni amministrative del krai Primorsky con i suoi centri, villaggi e città.
Il territorio del Litorale
Nel territorio centro occidentale lungo il fiume Ussuri sul confine cinese nel 1924 venne fondato il centro per il legname della foresta di Dalles che nel decennio successivo fu unito al vicino villaggio di Novostroyka divenendo poi la cittadina di Lesozavodsk dal 1938. Dalla Manciuria scorre il fiume Razdolnaya, come è chiamato dai russi il Suifen, attraversando una fertile valle popolata dal IX secolo dalle tribù mancesi Dōnghǎ note come Jurchen o Jušen , rimasta nei domini cinesi fino al 1866 quando i russi vi fondarono il villaggio di Nikolskoye divenuto ben presto un centro commerciale fiorito con la linea della Transiberiana tra Khabarovsk e Vladivostok e dalla fine del XIX secolo esteso nella città di Ussuriysk con gli edifici dell’ epoca rimasti nei quartieri centrali tra le vie Lenina, Chicherina e Ageyeva, oltre ad altri e monumenti sorti in epoca sovietica. Nella baia dell’ Ussuri ove sfocia l’omonimo fiume sul lato opposto nel 1947 venne fondata una base della marina militare sovietica con un centro abitato che nel decennio successivo divenne la città di Bolshoy Kamen con il suo porto per la costruzione di grandi navi oltre che di sottomarini nucleari nel grande cantiere di Zvezda fino alla fine della guerra fredda quando fu riconverito. Alla fine del XIX secolo la flotta imperiale russa del Pacifico che aveva la sua base a Vladivostok , cercando giacimenti di carbone li trovò nel territorio sud di Ussuriysk nel 1896 ove venne fondato il centro minerario di Suchansky Rudnik lungo il fiume Suchan. Dopo la caduta del regime zarista durante la guerra civile in RussIa i minatori ed operai bolscevichi parteciparono alla liberazione dalle armate controrivoluzionarie nella regione fondando a Suchansky il soviet di Gamarnik esteso in epoca sovietica nella città ribattezzata Partizansk, dopo il completamento del tratto più orientale della lunga Transiberiana dal Bajikal all’Amur, come i vicini centri venne collegata a Nakhodka con l’ apertura di un ramo ferroviario nel 1935. Lungo la costa affacciata sul mar del Giappone ove si apre la baia di Nakhodka su un piccolo avamposto russo poi abbandonato nel 1870 l’ armatore di baleniere finlandese Otto Lindholm al servizio della marina imperiale russa fondò un centro per la caccia alle balene rimasto isolato fino all’ inizio dell’ epoca sovietica quando vi fu aperto un porto e piccoli villaggi che nel 1950 si unirono nella città di Nakhodka con il suo poi esteso e trafficato porto. Continuando sulla stessa costa dal centro minerario di Zybunny nel 1924 fu fondata la cittadina industriale di Artyom e dal villaggio russo di Semyonovka fondato nel 1895 da coloni ucraini, esteso con il completamento di una diramazione della ferrovia Transiberiana, nel 1940 vi fu aperto il primo aeroporto nell’ Estremo Oriente russo e il decennio successivo il vecchio centro divenne la città di Arsenyev. Oltre a vari edifici dell’ epoca sul colle di Uvalnaya si trova il monumento all’ esploratore e cartografo russo Vladimir Arsenyev che ne ricorda la spedizione nella regione assieme a quello del cacciatore Dersu Uzala del popolo Nanai che ne fu la guida attraverso il bacino dell’ Ussuri magnificamente raccontato come piccolo uomo delle grande pianure nell’ omonimo film di Kurosawa . Da Artyom infatti si raggiunge il limitrofo territorio che ne vide le gesta dominato dalla catena dei monti Sikhote-Alin tra valli e la suggestiva taiga settentrionale popolata da una ricca fauna endemica, renne, orsi bruni dell’ Ussuri, orsi neri asiatici , leopardi dell’Amur in via di estinzione come la tigre siberiana.
Golfo di Pietro il Grande
Sulla costa meridionale del Krai Primorsky si apre il vasto golfo di Pietro il Grande che dall’ inizio della colonizzazione era chiamato baia della Vittoria e così ribattezzato nel 1859 in onore dello zar Pietro I che nel secolo precedente aveva dato inizio alla grande espansione ad est dell’ impero, nel 1860 vi venne fondato l’avamposto con il centro divenuto la città di Vladivostok da dove la prima colonia russa si estese in tutto il territorio del litorale. Nel golfo si stende l’ arcipelago dell’ imperatrice Evgenii ove al largo della costa settentrionale con il suo litorale frastagliato emerge la più grande isola di Russkij attraversata da vari ruscelli e il fiume Russkaja che alimentano piccoli laghi con il più grande Vorošilovskoj circondati da boschi popolati dalla fauna della regione che affacciano su scogliere e baie. Dalla costa meridionale la minuscola isola di Škot è collegata da un sottile istimo, all’estremità settentrionale della penisola Sapërnyj si trova l’ isola di Eleny da dove e continuando poco ad ovest emerge l’ isolotto di Uši. Non distante al largo della stessa costa, poco sud ovest tra l’ Amurskij come è nota la baia dell’Amur ove sfocia l’ omonimo fiume ad ovest e quella dell’ Ussuri ad est comprese nel’ ampio golfo di Pietro il Grande, si trova l’altra più grande isola di Popov anch’ essa dalla costa frastagliata con molte insenature che si stende tra il capo Markovskij a nord, capo Prochodnoj ad est e capo Nizkij ad ovest, verso nord dominata dal monte Popov. Sulla costa occidentale si apre la baia Zapadnaja ove si trova il villaggio di Popova, sulla settentrionale quella più stretta di Alekseev e a sud est la vasta baia Pograničnaja. Poco a sud si trova l’ isola di Rejneke e, continuando a sud ovest oltre lo stretto dell’Amur, l’ altra isola di Rikord da dove proseguendo poco a sud ovest emerge l’ isoletta di Sergeev e non distante verso est quella di Karamzin , al largo della costa nord orientale della baia Pograničnaja l’ isoletta di Naumova e poco lontano al termine della stessa baia la più esterna altra piccola isola di Klykova.
Vladivostok
La storia di Vladivostok iniziò a metà del XIX secolo quando il generale e diplomatico russo Nikolay Muravyov-Amursky, governatore del distretto siberiano Siberia orientale, nel 1859 dal centro costiero alla foce del fiume Amur di Nikolayevsk sulla baia Zolotoy Rog guidò una spedizione lungo la costa meridionale nella penisola di Amurskij che si allunga nel vasto golfo di Pietro il Grande ove lo stesso anno Amursky fondò un primo villaggio come avamposto. Dal 1861 per tre anni il presidio fu governato dal comandante della marina militare Burachyok che lo estese edificandovi il porto strategico sulle rotte russe più orientali e il decennio successivo dal 1871 ospitò la flotta del Pacifico Tikhookeanskiy della marina militare imperiale russa dall’ epoca rimasta base anche nel lungo periodo sovietico e il successivo. Dal 1880 il centro con il suo porto si era esteso nella città di Vladivostok che conserva quartieri ed edifici dell’ epoca e alla fine del secolo fioriva di commerci sulle rotte orientali come porto franco attirando imprese ed immigrati con il completamento nel 1905 dell’ultimo tratto della Transiberiana che qui si univa all’altra linea della ferrovia cinese orientale chiamata dai russi Kvzhd , mentre la città diveniva anche importante centro culturale dal 1899 con la fondazione della prestigiosa Universitet dell’Estremo Oriente russo. Divenuta il più orientale centro strategico e commerciale dell’ impero durante il regno dello zar Alessandro III, a protezione della città dal 1889 venne edificata la possente fortezza di Vladivostok che all’ inizio del secolo successivo fu baluardo nel conflitto con l’ emergente potenza nipponica nella guerra russo-giapponese del 1904 durata un anno con la sconfitta russa. Le fortificazioni rimasero danneggiate e restaurate come base orientale nella prima guerra mondiale e, dopo la vittoriosa rivoluzione del 1917 che pose fine al secolare regime zarista inaugurando anche nella lontana regione orientale il lungo periodo dell’ Unione Sovietica. La città continuò il suo ruolo strategico ospitando le basi militari e navali sovietiche e fin dall’ epoca staliniana Vladivostok divenne il centro più militarizzato russo in estremo oriente, mentre la fortezza venne ampliata e nell’ adiacente isola Russky venne edificata un’altra fortificazione dalle postazioni di cannoni con la batteria di Voroshilov divenuta anch’ essa un museo assieme a quello della fortezza che ne ricorda la storia, poi collegato al vecchio museo di Storia dell’Estremo Oriente Arseniev . Dei ponti di Vladivostok quello Sedanca si allunga dalla splendida vista a pelo sull’ acqua così come il vicino e lungo Sedanka De Vries, mentre il centro città attraverso la suggestiva baia del Corno d’oro Zolotoj Rog è collegato al quartiere Čurkin dall’ omonimo grande e moderno ponte Zolotoj che si eleva sugli alti piloni. Come il più grande ponte strallato del mondo nel 2012 è stato aperto il maestoso Russkii most lungo oltre un chilometro, noto come il ponte dell’ isola Russkij che porta alle coste frastagliate tra baie e isolate spiagge dell’ omonima e suggestiva isola Russky . Emerge dal mare blu nel Golfo di Pietro il Grande, raggiunta per la prima volta da europei all’ inizio del XVIII secolo alla ricerca di dispersi missionari francesi ribattezzata come l’isola cinese. Rimasta a luogo fuori delle rotte fu ritrovata dalla spedizione russa dell’ammiraglio Putyatin nel 1858 ed entrata nei domini zaristi nella regione come isola Russkij. Dalle coste che si elevano scogliere ove si aprono baie ed insenature dalle splendide spiagge è sparata dalla penisola Muravyov-Amursky ove tra i colli affacciati sul mare venne fondatala città come una cittadella naturale ove fu edificata la possente fortezza di Vladivostok. Nel 1905 durante il conflitto tra l’ impero russo e quello nipponico che scatenò la guerra russo-giapponese, l’isola Russky con l’adiacente porto della città divenne la base della marina imperiale russa con la flotta del Pacifico e dall’ epoca vi è rimasta fino alla fine del secolo scorso, divenendo la frequentata isola come la si trova dalla splendida costa, i colli coperti da foreste popolare da una ricca fauna e la memoria storica delle sue fortificazioni con la batteria di Voroshilov costruita all’inizio del XX secolo per la difesa costiera della città. Dall’ isola per le vie Batareynaya e Sportivnaya Naberezhnaya lungo il magnifico litorale si trova il moderno Oceanarium tra i più estesi, ricchi di fauna sottomarina e ambienti al mondo, noto anche come il vasto e frequentato acquario di Primorsk che oltre al Pacifico è dedicato a tutti gli oceani , mari tropicali e foreste pluviali. Tra le varie chiese edificate fin dalla fondazione della città nel 1902 fu completata l’ortodossa cattedrale dell’intercessione della Vergine Maria di Theotokos in stile bizantino dalle ampie cinque navate e la cupola centrale, decaduta e poi demolita in epoca sovietica mentre il cimitero divenne un parco, ricostruita fedelmente nel 2004, sull’ avenue Okeansky si stendono i vasti giardini del parco Pokrovsky ove sorgeva l’ omonima cattedrale poi ricostruita assieme alla chiesa di San Giovanni di Kronstadtm, la cappella di San Serafino di Sarov nel 2007 e il più recente monumento ai santi Pietro e Fevronia Murom. Sempre tra i quartieri del centro si trova la chiesa consacrata alla Madre di Dio sorta da una di legno nel 1909 in stile neogotico su un colle che si erge nei pressi della baia di Zolotoy Rog , nota come la prima chiesa cattolica Mater’Bozh’ya dell’Estremo Oriente siberiano, continuando sulla via Pushkinskaya si trova la chiesa luterana di St. Paul edificata nel 1887 in legno e ricostruita all’ inizio del XX secolo in stile neogotico. Da qui e la via Sukhanova parte la panoramica funiculare per una spettacolare vista sulla città la baia del Corno d’Oro con il suo ponte e continuando per i vari quartieri, palazzi, monumenti e luoghi storici di Vladivostok , sul viale Petra Velikogo nel 1891 vennero edificate le porte trionfali di Nicolaj per commemorare la visita dell’erede al trono Nikolaj Alexandrovich divenuto l’ ultimo zar Nicola II ultimo della dinastia Romanov alla fine del secolare dell’ impero. Sulla centrale via Aleutskaya si erge la monumentale stazione ferroviaria di Vladivostoka in stile tradizionale seicentesco russo inaugurata nel 1891 con l’ apertura dell’ ultimo tratto più orientale della lunga ferrovia Transiberiana, all’ incrocio della stessa via con e la Partizanskiy si trova il museo statale con la galleria di Primorye dalla vasta collezione di dipinti sacri, icone e quadri russi tra il XVIII e il XX secolo. Continuando sulla via Aksakovskaya il museo di arte contemporanea Artetazh e tra gli altri musei della città sulla via Svetlanskaya si trova l’ottocentesco palazzo che ospita il museo storico e militare della flotta del Pacifico , mentre sulla via Korabelnaya Naberezhnaya altra gloria della marina militare sovietica è ricordata dal frequentato museo del sottomarino S-56 all’ interno dello stesso natante dichiarato monumento nazionale che racconta la storia di quel sottomarino S-56 che dal 1941 ha navigato tra il Pacifico e l’Atlantico attaccando le navi nemiche. Dalla via Fokina si stende il vecchio quartiere Millionka con le vie ove un tempo affacciavano bettole e bordelli frequentati dalla malavita cinese, contrabbandieri russi e avventurieri di ogni genere, leggenda vuole che vi siano segreti passaggi sotterranei che dal quartiere portano oltre il confine cinese e che da qualche parte vi sia il tesoro di Kolchak nascosto durante la guerra civile dal capo dell’ armata bianca siberiana antibolscevica ammiraglio Kolčak, aumentando il fascino nel percorrere quelle vie. Il frequentato Arbat di Vladivostok si stende sull’ ampio viale Fokin ove affacciano palazzi vecchi e nuovi che ospitano negozi e locali fino al lungomare con la spiaggia Jubilejnyj, mentre dal centro della città, tra il ponte sulla baia di Zolotoy e il quartiere Dalzavod, dal 2012 è stato aperto il frequentato viale sul lungomare di Tsesarevich . Continuando sul litorale orientale della penisola di Muravyov-Amursky si apre la splendida baia di Lazurnaya un tempo nota come Shamora, parte della più vasta baia di Ussuri, alla fine della scogliera Tokarevskaya Koshka che si allunga nel mare dall’omonimo promontorio, come uno dei più antichi della regione orientale Il faro Tokarevski si raggiunge per una sottile striscia di sabbia in una suggestiva posizione, dal 1876 la rotta ai naviganti è indicata dal faro noto anche come Egersheld lungo l’ estremità più meridionale della città, mentre a sud est dell’omonima penisola il faro di capo Basargin indica la rotta tra la baia di Patrokl e quella dell’ Ussuri, laddove si allunga l’ estremità sud orientale dell’ immensa Siberia.