Antiche capitali di Ceylon
Protagoniste della lunga storia di Ceylon , le antiche capitali tra i ove sorsero i più suggestivi monumentali Templi , le storiche città e popolazioni che conservano le tradizioni della variegata cultura dello Sri Lanka
Negombo
Da Colombo risalendo la costa occidentale, l’ antico centro di Mīgamuva adagiato sulla sua laguna tra canali e piantagioni si è esteso nella città di Negombo con il frequentato porto, a lungo nei domini coloniali di Ceylon portoghese ,olandese e britannico, fino all’ inizio del XV secolo era nel regno di Jafna quando fu sconfitto dai portoghesi che presero il centro per i commercio di spezie edificandovi la prima fortificazione poi ampliata dagli olandesi come il forte di Negombo in parte demolito dai britannici all’ inizio del XIX secolo , ne rimangono i resti dei bastioni. Nel periodo portoghese la locale popolazione Karava di tradizioni induiste e buddiste fu in gran parte convertita e dall’ epoca a città divenne uno dei grandi centri per i cristiani singalesi, con le numerose chiese cattoliche, tra tutte la più antica rimasta nel centro della città l’ imponente di St.Mary completata nel 1874 in stile neoclassico coloniale dalla candida facciata e gli interni sontuosamente decorati. Oltre la monumentale St.Mary tra le altre varie chiese nel 1889 fu completata quella di St.Stephen, le più recenti nel secolo scorso St.Sebastian di Katuwapitiya e quella consacrata alla Madonna Addolorata di Kandawala, alcune colpite dagli attentati islamisti nella domenica di Pasqua del 2018 contro inermi fedeli assieme ad altre chiese ed alcuni alberghi di Colombo e Batticaloa. Per i vari luoghi storici e parchi nel territorio di Negombo, oltre alcune moschee islamiche le altre religioni hanno i loro templi, tra gli altri il buddista di Angurukaramulla In stile classico singalese finemente decorato da affreschi e statue con la venerata più grande del Buddha coperta d’ oro e sulle mura altri splendidi affreschi sulle storie dell’ Illuminato, il più recente tempio induista di Muththumari consacrato alla divinità Mariamman nel 1952 dallo stile stile neodravidico. Sul litorale la frequentata spiaggia sul mare cristallino con le barche tradizionali si allunga dal vecchio ed animato fish market ed esteso dal precedente portoghese in epoca olandese i resti del forte Dutch, da Puttalam verso Colmbo nel XVIII secolo sempre olandesi aprirono il primo corso e poi ampliato dai britannici come canale Hamilton.
Chilaw e Puttalam
Salendo lungo la costa per la provincia Wayamba centro occidentale tra villaggi di pescatori e piantagioni si cocco, dal vecchio centro Cilāpam noto per i pescatori di perle è sorta la città di Chilaw, tra i vari edifici di epoca coloniale sulla via del molo si erge la cattedrale di Mt.Carmel edificata all’ inizio del XIX secolo riccamente decorata. Nel vicino villaggio da un precedente del X secolo consacrato a Shiva nel XVIII fu ricostruito tempio induista di Munneswaram in stile dravidico con il centrale di Shiva che ospita i decorati santuari dei nove pianeti Navagraha, i santi Nayanmar, e Amman, a sud quello di Ganesha e a nord il tempio consacrato al culto di Kali , meta di pellegrinaggi ed animate cerimonie annuali dai vari riti e il sacrificio di animali del Munneswaram. Il limitrofo distretto prende nome dalla vicina città di Puttalam affacciata sulla laguna tra palmeti e alberi di gomma, alla popolazione singalese di pescatori si sono aggiunte diverse comunità di musulmani migrati dalla regione settentrionale perseguitati dalle Tigri Tamil durante la guerra civile , oltre una piccola di africani Kaffrin, discendenti di schiavi deportati in epoca portoghese. Sulla costa verso sud il villaggio di Udappuwa popolato da pescatori Tamil induisti appartenenti alla casta Paravan dell’antica stirpe Karave +che vi hanno edificato diversi templi, in estate è meta di pellegrinaggi per la tradizionale festa Draupadi tra le varie cerimonie fino al Tee Mithi di Udappu i con i fedeli camminano a piedi nudi sulle braci ardenti. Continuando si trova la vicina città di Anamaduwa dall’ antica storia raccontata nelle Iscrizioni rupestri nella roccia di Thonigala risalenti al I secolo a.C. nei Il tempio rupestre buddista Vihara di Paramakanda fondato nella stessa epoca, un tempo collegato da gallerie ad altri monasteri perduti , nel suo suggestivo stile il Viharaya si apre con le sale del santuario sotto la roccia a strapiombo splendidamente affrescate con immagini buddiste oltre divinità hindu, sulle mura esterne le raffigurazioni dell’inferno buddista per i peccatori, una scalinata nella roccia porta sulla sommità dalla vista spettacolare. Poco a nord si stende il vasto parco nazionale di Wilpattu, oltre alle varie di uccelli, tra le trentuno specie di mammiferi le endemiche di orsi labiati, cervi maculati e sambur, bufali d’ acqua, elefanti e leopardi singalesi nel variegato ambiente del Wilpattu tra la vegetazione e le lagune, da dove si continua per siti e antiche città proclamate patrimoni culturali Unesco.
Anuradhapura
Dal più antico popolamento discendono le comunità tribali Vedda che sopravvivono isolati nelle foreste dal I millennio a.C. quando vi furono spinti con le successive migrazioni, poi la storia dell’ antico Ceylon iniziò dal V secolo a.C. con il periodo dei primi domini nei regni di regni singalesi. Nella regione centro settentrionale , tra rilievi e foreste si stendono gli storici territori ove sono sorti i più monumentali templi e stupa di Ceylon nei distretti di Anuradhapura e Polonnaruwa. Il primo prende nome dall’ antica cultura di Anuradhapura fondata sul buddismo che ha dominato la regione dalla sua capitale fondata sul fiume Malvathu come la città sacra di Anuradhapura ,Nel II secolo a.C. dopo la sua conversione il sovrano Tissa fu il primo ad introdurre il Buddismo nella scuola della dottrina Theravāda a Ceylon e il successivo regno del leggendario Dutugamunu ne ha creata una delle culture buddiste asiatiche più originali. Le testimonianze dell’ antico splendore rimangono ove sorgeva la capitale nella città santa di Ceylon distesa nel suo vasto sito archeologico dichiarato patrimonio culturale Unesco, rimasta come centro di pellegrinaggio buddista in un’ atmosfera unica ove passato e presente si confondono e dove ogni cosa ha il suo profondo significato. Note come pietre di Luna , le Sandakada Pahana ai piedi della scalinate centrali di vari venerati templi rappresentano le piante di loto nella più alta simbologia buddista, le misteriose processioni di animali vanno seguite da sinistra a destra un elefante, un leone, un toro per poi ricominciare la successione che simboleggia le quattro nobili Verità del Chathurarya sathya e le fasi della vita con l’ elefante simbolo di saggezza che apre e chiude sempre la sequenza. Le sacre oche Hamsa sono raffigurate in fila dal fregio più interno con un loto nel becco e alle pietre di Luna , anch’ essa finemente decorata è sempre collegata una balaustra Korawakgala spesso raffigurante il mostruoso animale mitico Makara con ai lati altri esseri guardiani del tempio, tra le scolpite lastre di pietra Muragala ,in alcune raffigurazioni antropomorfe dei mitici serpenti Naga. Queste ed altre simbologie come il misterioso portale portale del Ranmasu Uyana hanno impegnato archeologi e studiosi , ma questo è il dominio del sovrannaturale, del magico mondo antico singalese che ha resistito nei secoli nella sua unicità e suggestione incantando i visitatori. Tra gli otto luoghi sacri singalesi Atamasthana per la tradizione visitati dal Buddah, nel III secolo a.C. il sovrano Mutasiva al centro della citta fondò il sacro parco Mahamevnāwa nei giardini Nandana per ospitare il venerato albero Jaya Sri Maha del Bodhi piantato da una ramo di quello ove il Buddah ebbe l’ Illuminazione ,divenuto centro di pellegrinaggi con nei pressi i resti dell’ antico monastero Mayura Pirivena. Nel parco Mahamevnāwa, oltre i resti del palazzo di bronzo Lovamahapaya, raffigurato nella meditazione, è stata rinvenuta la statua Samadhi del Buddah in stile Gupta risalente al IV secolo come l’ altra statua Toluvila trasferita nel museo archeologico di Colombo. Edificato nel II secolo a.C. si erge candido il primo stupa Thuparamaya più volte restaurato fino al XIX secolo mantenendo il tradizionale stile a campana e le raffinate decorazioni all’ interno, oltre che uno degli otto Atamasthana è venerato nei pellegrinaggi come Solosmasthana tra i sedici luoghi sacri singalesi, così come il grande stupa Ruwanwelisaya fondato nel I secolo a.C. rimasto poi a lungo abbandonato e restaurato nel secolo scorso nel suo stile tradizionale. Tra gli altri edifici e i monumentali Dagoba che in gran parte splendono di rosso tra la vegetazione si erge l’ imponente Jetawanarama come il più grande edificio in mattoni del mondo antico fondato nel II secolo a.C. Il vasto monastero di Abhayagiriya disteso tra cinque più grandi templi che diramano dal monumentale Abhayagiri anch’ esso dalle pietre lunari Sandakada Pahana e le scalinate tra le balaustre scolpite che accedono al tempio tra le suggestive decorazioni dell’ Abhayagiri. Oltre i più imponenti tra gli altri templi e monasteri, al primo secolo a.C. risale la fondazione dello stupa di Mirisawetiya dallo stile tradizionale a campana intonacato di bianco restaurato come lo si trova, dello stesso periodo e stile lo stupa Lankarama affacciato sullo stagno dell’ elefante Eth Pokuna, nei pressi del vicino lago artificiale Tissa Wewa alla fine del III secolo a.C. fu edificato il tempio di Isurumuniya , decorato da rilievi ed incisioni sulla famiglia regnante in stile Gupta, vicini i resti dei padiglioni nei giardini reali Ranmasu Uyana sorti in epoca medioevale e continuando poco a sud ciò che rimane del più antico monastero di Vessagiri. Al II secolo a.C. nello stile dell’ epoca risale il grande stupa in mattoni di Dakkhina che ha lasciato i suoi resti nel luogo venerato anche dai Tamil induisti come Elara Sohonacon, sepolcro del sovrano indiano Ellalan conquistatore dell’ antica città nel VII secolo.
Polonnaruwa
Con la decadenza dell’ Anuradhapura nel medioevo e dopo averlo conquistato nella regione all’ inizio del XI secolo si impose il regno di Polonnaruwa anch’ esso fondato sul buddismo e dai più antichi sorti nella lunga epoca precedente sorsero gli altri templi e stupa di Ceylon mantenendo lo stile tradizionale, oltre i tipici templi circolari Vatadage unici nel loro genere così come i vari templi rupestri scavati nelle grotte singalesi. Nel sito ove sorgeva la medioevale capitale Polonnaruwa , dallo stile in parte influenzato dalla grande architettura ed arte indiana medioevale, alcuni templi ne ricordano i canoni con i nomi di divinità hindu, come I templi Devala di Vishnu e Shiva in stile indiano Chola medioevale. Il più monumentale e suggestivo Satmahal piramidale su sette piani decrescenti e il massiccio interno, nello stile dei templi cambogiani di Angkor. Accanto in granito scolpito come libro di pietra del Gal-Pota, riproduzione del tradizionale manoscritto buddista con un’ epigrafe del re Nissaka Malla del XII secolo. Dichiarato Patrimonio culturale Unesco , gran parte dei templi e stupa furono edificati nel XII secolo con il regno di Parakramabahu I fondatore della dinastia Kalinga Nissanka Malla e il successore Nissanka anch’ egli fervente buddista, il palazzo reale Samudra di Parakrama fu la residenza del primo sovrano, poco distante gli altri resti dell’ epoca nei siti del Mausoleo e la Sala delle Udienze Al XII secolo risale Il più grade e decorato tempio circolare Vatadage nel quadrilatero Dalada Maluva, si accede dalle decorate pietre di Luna alle due piattaforme in pietra dai rilievi ed intagli per contenere una reliquia del Buddah, nei pressi dell’ingresso occidentale rimangono i resti del tempio Mandapaya, quando da Anuradhapura fu spostata la reliquia con il dente del Buddah per ospitarla sorse il santuario di Hatadage e nello stesso periodo, dallo stile simile al più antico monastero Mahāvihāra, venne edificato in mattoni il monumentale grande stupa di Rankoth come sacro dal frontespizio vahalkada riccamente decorato. il Gal Vihara nel tempio rupestre Uttararama dalle pareti scolpite, oltre altre decorazioni il suggestivo Vihara nelle grotte contiene quattro grandi statue del Buddah seduto nel mudra dhyana , una tra Brahma e Vishnu, in piedi nel mudra dukkhitha e tra le più grandi statue dell’ Illuminato nella posizione del parinirvana disteso prima di entrare nel Nirvana con accanto il discepolo Ananda che lo piange. Attorno la quotidiana presenza di pellegrini, bonzi avvolti nelle vesti gialle, fedeli che versano ritualmente acqua sul capo dal recipiente di rame Lotia e depositano offerte cantilenando antiche preghiere, in un immutabile, indimenticabile atmosfera. Poco distante nei pressi del bacino Parakrama che forma il lago Topa wewa, durante il suo regno venne scolpita la grande statua di Parakramabahu I , seguendo il corso del fiume Mahaweli il suggestivo ambiente naturale dalla ricca flora e fauna è protetto dal parco nazionale di Somawathiya ove sulla sponda sinistra del fiume, da un più antico sacro sito per custodire la reliquia di uno dei venerati denti del Buddah venne edificato il Chaitya dal candido stupa in stile tradizionale singalese e tra i colli a sud est il monastero medioevale Maha Vihara di Dimbulagala.
Madhyama
Scendendo si stende la provincia centrale Madhyana , protagonista della storia singalese con il medioevale regno di Kandy che ha governato fino all’ inizio del XIX secolo nella regione poi fiorita in epoca coloniale britannica con le grandi piantagioni del pregiato tè di Ceylon tra i suoi colli ove sono sorti centri e villaggi divenendo poi territorio della più ampia produzione nello Sri Lanka esportata in tutto il mondo. In parte si stende per la catena dei monti Knuckle tra le foreste pluviali montane che ospitano una varietà di flora e fauna che si elevano dagli altopiani delle Highlands centrali singalesi dichiarati patrimonio naturalistico Unesco assieme alla riserva del Peak percorsa dai pellegrinaggi per raggiungere picco di Adamo del Sri Pada ove per la tradizione Buddha lasciò la sua impronta, sacro al buddismo , venerato anche dai fedeli cristiani e musulmani. Ad ovest tra rilievi e vallate centrali, sgorgano le sorgenti dei fiumi Kelani, Mahaweli e Walawe, verso sud si stende il parco nazionale di Horton sugli altopiani Maha Eliya con boschi e praterie montane popolate da una grande varietà di uccelli e una ricca fauna con diverse specie endemiche. Parte della provincia centrale Madhyana è il più settentrionale distretto di Matale che prende nome dall’ antica Māttaḷai centro del commercio di spezie nella sua vallata estesa nella grande città di Matale.
Matale
Circondata dalle grandi piantagioni di tè, Matale è celebre per i suoi giardini di spezie, in epoca coloniale britannica all’ inizio del XIX secolo fu edificato il forte MacDowall che ha lascito i suoi resti del portale e parte dei bastioni con all’ interno il cimitero e una monumento a memoria della rivolta di Matale del 1848 e poco distante su un colle nel 1862 fu edificata la chiesa anglicana di Christ. Venerato da induisti e buddisti nel 1874 fu completato in stile classico dravidico il tempio di Muthumariamman consacrato alla dea della fertilità, mel 1983 danneggiato dalle rivolte contro i Tamil è stato restaurato con la sua alta torre del Raja Koburum finemente decorata sulla porta settentrionale Vadakku Vaayil come uno dei più monumentali Gopuram singalesi e all’ interno centinaia di statue raffiguranti divinità induiste. Poco a nord dal centro nel sobborgo di Aluvihare tra i colli al III secolo a.C. risale la prima fondazione del tempio buddista rupestre di Alu Viharaya scavato nelle grotte dalle antiche iscrizioni e decorate da affreschi assieme a rilievi e statue del Buddha nelle varie posizioni oltre a rappresentazioni delle pene infernali per i peccatori, una è consacrata al venerato monaco Buddhaghosa che vi ha vissuto interpretando le scritture canoniche nel VI secolo. Non distanti I resti del l tempio induista Nalanda Gedige e sacro anche al buddismo fondato alla fine dell’VIII secolo in stile dravidico per il Mandapa e le porte, misto al classico buddista per l’ orientamento del santuario, la balaustra decorata e la pietra di luna assieme ad incisioni di arte erotica ispirate al buddismo tantrico simili a quelle dei templi di Khajuraho nel Madhya Pradesh indiano .
Dambulla
A nord di Matale si trova la città di Dambulla sorta dall’antico centro di Dhamballai precedente al III secolo a.C. in un territorio popolato da millenni, poco a sud ovest si trova la più antica necropoli preistorica di Ibbankatuwa che ha lasciato i resti di defunti cremati con corredi funerari in grandi urne, assieme a di vasi di terracotta, oggetti di reme, ferro ed oro, decorazioni, perline e collane di gemme .Noto come Tempio d’oro il complesso dei santuari di Dambulla risale al I secolo a.C. sotto una grande roccia ove sono stati scavati i cinque templi rupestri nelle grotte di Dambulla dalle pareti magnificamente affrescate con le varie scene del Buddha in vita, del suo primo sermone e le tentazioni del demone Mara, poi raffigurato in 253 splendide statue nelle varie posizioni in piedi, seduto, in meditazione e disteso nel Paranirvana , tre statue di sovrani singalesi quattro di divinità con due di Ganesh e Vishnu. Nella prima grotta Devaraja lena del Re Divino le decorazioni narrano la fondazione del sito, le pareti affrescate, sotto raffigurazione di Vishnu la grande statua del Buddha con il discepolo Ananda. La seconda e più grande grotta Maharaja Vihara è tra le più spettacolari finemente affrescata e riccamente decorata oltre cinquanta statue del Buddha in piedi e sedute, quelle delle divinità hindu Vishnu e Saman , nota come il tempio dei grandi Re per le due statue dei sovrani Nissankamalla sovrastata da un Buddha sdraiato e l’altra del leggendario Vattagamini Abhaya, sulle pareti circondate da altre statue dell’ Illuminato, dalle pareti e il soffitto decorati dai più splendidi affreschi singalesi raffiguranti i luoghi sacri, stupa, scene della vita del Buddha e mentre sconfigge il demone Mara che voleva tentarlo, sul lato destro il venerato pozzo dell’ acqua santa che sgorga perennemente dal basso. La terza grotta Maha Alut Vihara del Nuovo Monastero dal soffitto spiovente ospita oltre cinquanta statue allineate del Buddha in piedi e seduto posizione eretta e seduta al centro scavate nella roccia una più grande seduto e a sinistra nella posizione distesa per il Paranirvana, alle pareti finemente affrescate, sono stai aggiunti altri in un padiglione nello stile Kandyano con due sul soffitto che raffigurano la predicazione del futuro Buddha Maitreya. Di minori dimensioni la quarta grotta Paccima Viharaya del tempio occidentale anch’ essa con varie statue del Buddha seduto e in meditazione assieme ad altre più imponenti di divinità con al centro un piccolo stupa , la quinta più piccola Devana Alut Viharaya del secondo nuovo tempio ospita la grande statua del Buddha sdraiato che domina le altre variopinte in mattoni e gesso a differenza delle altre grotte scolpite nella roccia, uscendo sulla porta la raffigurazione di un notabile che reca fiori di loto.
Sigiriya
Po distante da Dambulla si erge maestosa la roccia del Leone come è nota la suggestiva cittadella fortificata di Sigiriya edificata alla fine del V secolo dal sovrano Kashyapa di Anuradhapura, poi abbandonata e dimenticata fino al XIX secolo, quando fu riscoperta e restaurata come la si trova nel suo imponente sito dichiarato patrimonio culturale Unesco. Emerge granitica dalla pianura lambita dalla foresta, con la sua tormentata storia teatro di antiche tragedie, sangue e passione che trasudano dalle mura aggredite dai secoli e dai monsoni, la grande cronaca dl Mahavamsa redatta in lingua Pali come poema epico, narra di Kayapa, uno dei due figli del re Dhatusena di Anuradhapura che si ribellò al padre nel 511 condannandolo alla morte per fame e sterminandone la corte. Solo il fratello minore Moggallana sfuggì all’ eccidio giurando vendetta, Kayapa si trasferì a sud edificando la sua reggia fortificata e inaccessibile su questa roccia e vi si rinchiuse con il suo seguito di rinnegati e una maledizione incombente. Fu scavata un’ unica scalinata sul lato nord che conduce alla grande protuberanza a metà della roccia che la fa somigliare ad un gigantesco fungo nel cui gambo venne scavata una galleria che gira attorno sostenuta da mura fino alla piattaforma dove sorse la reggia che sovrasta i giardini di Sigiriya tra le piscine nello stile char bagh , tra le rocce sulle pendici e quelli terrazzati alla base della rocca. “..costruì quivi gallerie abbellite di figure di leoni, da cui venne il nome Sihagiri..” racconta il Mahawansa” dal termine in lingua Pali che indica il leone Sinha. A lungo gli archeologi si affannarono a cercare questi leoni, fino a quando sulla piattaforma settentrionale venne alla luce l’ ingresso alla scala del Leone con quattro enormi artigli in muratura dai quali si ricostruì un’ opera grandiosa raffigurante un leone gigantesco che conteneva la scala tra le zampe. La cittadella era composta in ampie terrazze che vanno dal serbatoio Pokuna all’ inizio, fino al fondo dell’ ultima gradinata all’estremità meridionale, con il centro rialzato e formato da una corte dai passaggi obbligati ce portano alla vasca principale e sui lati scale con altri piattaforme di varia dimensione per sfruttare gli spazi ricavati dalle irregolarità del monolite. La galleria occidentale venne affrescata con ventuno enigmatici dipinti di ragazze danzanti che si recano in processione al Viharn recanti offerte e fiori, ognuna con un’ ancella dalla pelle più gialla, note come le fanciulle di Sigiriya procedono a nord, probabilmente verso il colle di Pirugadala, dove Kasyapa edificò il tempio, i volti curati nello stile delle celebri pitture rupestri indiane di Ajanta . L’usurpatore fece edificare Sigirya anche per rappresentare il monte Meru origine di tutto per la mitologia hindu e buddista, sede delle divinità ove i dipinti rappresentano le mitiche fanciulle delle Nuvole come una delle opere più suggestive medioevo singalese . Dopo diciotto anni di splendido esilio, perseguitato dai fantasmi del suo eccidio e consumato dal terrore della vendetta, Kasyapa accettò la sfida del fratello Moggallana e, racconta il Mahawansa, “….i due eserciti si affrontarono come due mari che hanno rotto le dighe…”, Moggallana ebbe la sua vendetta sbaragliando l’ esercito avversario e uccidendo il fratello, concludendo nel sangue da cui era nata l’ epica storia dai cupi toni di tragedia greca, tra miserie e grandezze umane.
Kandy
Nella provincia centrale Madhdhiya si apre lo storico distretto di Kandy anche collegato alla costa e la capitale Colombo con un vecchio tracciato coloniale attraverso la catena dei monti Alagalla ove è sorta la prima più moderna strada A1 con la via che sale attraverso il suggestivo passo di Kadugannawa in un affascinate scenario. Oltre la cittadina che ne prende nome come Kadugannawa si scende nella valle ove da un antico centro in epoca coloniale si è estesa la città di Kegalle che conserva parte della sua storia, poco a nord est è stato aperto il parco di Pinnawala per proteggere gli elefanti rimasti orfani. Nell’ omonima cittadina sul corso del fiume Mahaweli, dai più antichi medioevali all’ inizio del XIX secolo vennero estesi i giardini botanici reali di Peradeniya dalla variegata flora endemica singalese, continuando lungo il Mahaweli è adagiata la città di Gampola fondata su un antico centro nel XIV secolo come capitale dinastica del locale regno di Gampola. Nel vicino centro di Udunuwara al XIV secolo risale il tempio buddista Lankatilaka nello stile dell’ epoca che si erge sulla roccia di Panhalgala dai santuari riccamente decorati tra sculture tradizionali con il centrale su quattro piani, all’ interno statue con le pareti e il soffitto affrescati di stile kandyano. Dello stesso periodo e simile stile l’ altro tempio buddista di Embekka, consacrato alla divinità Kataragama deviyo venerata anche come Kartikeya protettrice di Ceyon , con tre santuari dalle decorate sale Garagha, Digge e dall’ alto tetto l’ Hevisi Mandapaya con i pilastri intarsiati e raffinate sculture lignee. Non distante a Pilimathalawa, come il terzo dei grandi templi buddisti occidentali dell’ epoca Gampola nel XIV secolo di edificato il Vihara rupestre di Gadaladeniya in due santuari scavati nella roccia ma dal diverso stile ispirato al dravidico indiano con un tetto su quello o principale a forma di Sikhara, davanti le anticamere e le sale dai tetti separati e gli interni decorati. Il santuario principale ospita una grande statua del Buddha in meditazione seduto sotto un elaborato arco del drago Makara Thorana , mentre il secondario è un grande stupa circondato da quattro minori con statue del Buddha e dipinti di divinità, una sala in legno aggiunta nel periodo kandyano, accanto alla principale un santuario Devale consacrato a Visnu e vicino il santuario Vijayothpaya dal nome del mitico palazzo di Indra con uno stupa sulla roccia e attorno quattro minori con statue del Buddha seduto. Durante il periodo di Gampola nel XIV secolo fu fondato il centro di Senkadagalapura che con l’ ascesa del regno di Kandy si estese e ne divenne la capitale Maha Nuvara come la fiorente città di Kandy , con al centro la sua capitale per quasi tre secoli il regno di Kandy , ha dominato la regione centrale singalese. Tra i grandi centri culturali dello Sri_Lanka , oltre ai raffinati dipinti ed affreschi di epoca Kandyana , è rimasto una delle capitali dell’ arte singalese con gli edifici del palazzo reale Wasala e tra i più frequentati per i pellegrinaggi buddisti con il tempio Delada di Maligawa che ospita il Dente del Buddha come venerata reliquia, divenuta la santa città di Kandy , con i suoi altri suggestivi templi e santuari dichiarata patrimonio culturale Unesco . Gran parte dello storico centro circonda l’ artificiale lago Kiri Muhuda di Kandy realizzato all’ inizio del XIX secolo, vi affaccia il vasto e sontuoso palazzo reale Mahawàsala, con il regno di Vikramabahu III alla fine del XIV secolo sorse il primo edificio, esteso poi in epoca coloniale nei vari stili, al centrale Raja Wasala si accede da un portale e una scalinata nell’imponente sala decorata con due lunghi padiglioni per le varie camere affacciata sul cortile interno, al lato il palazzo delle udienze Wadahindina ove il sovrano incontrava i funzionari Adigar e le delegazioni estere. Nel sontuoso edificio inferiore del Palle Vahale era l’ harem reale che ospita il museo nazionale di Kandy, a nord il Meda Wasala dal simile stile ma di minori dimensioni conteneva le stanze della regina ed ospita il dipartimento di archeologia. Poco oltre l ’armeria reale Ayuda Maduwa affaccia su un portico sostenuto da colonne di legno, nel 1806 fu aggiunto il padiglione Ulpange per i bagni della regina sul lago, adiacente alla reggia l’edificio in stile coloniale vittoriano di epoca britannica per l’ Alta Corte. Poco a sud Il Dalada Maligawa con il tempio del Dente edificato alla fine del XVI secolo per ospitare la venerata reliquia Dhàtuya del Buddha, circondato da un muro lungo il fossato con fori per le lampade votive, sopra l’ ingresso Mahawahalkada e la scalinata Mahawahalkada che sale dalla pietra di luna Sandakada pahana scolpita come la balaustra decorata da elefanti verso il portale Torana per accedere alla sala dei tamburi Hewisi . Davanti Il santuario centrale con un baldacchino dorato sui due piani inferiore Palle malaya e il superiore Udu malaya , la sala Weda Hitana con le porte intagliate in avorio e vicino la Handun kunama ove è custodita la reliquia del Dente in sette scrigni d’ oro decorati da petre preziose , accanto quello usato nella processione per le cerimonie dell’ Esala Perahera di kandy. Responsabile delle ritualità, viene nominato come custode del Tempio il Diyawadana Nilame che presiede gli eventi, le cerimonie e la grande festa per la venerata reliquia del Dente celebrata fin dal IV secolo per dieci giorni ad agosto con le varie cerimonie dell’ Esala poya , iniziando con il rituale Kap Situweema, per cinque giorni le suggestive cerimonie Kumbal, seguite da taglio dell’acqua Diya-kepeema. Culminano nella più sacra e spettacolare processione dell’ Esala Perahera dietro l’ elefante Maligawa Tusker adornato con decorazioni che trasporta lo scrigno con la reliquia, circondato da musici con tamburi, danzatori e figure dai costumi tradizionali, seguito da altri elefanti riccamente bardati e adornati da luci anch’ essi accompagnati delle danze Kandyane originate da antichi rituali, acrobati, esibizioni popolari su trampoli e sputafuoco, arti marziali e altri nella tradizionale cerimonia a piedi nudi sul fuoco, con fedeli e pellegrini che assistono devoti in una mistica atmosfera, per le popolazioni e cultura di Ceylon tra le più suggestive manifestazioni tradizionali che completa la conoscenza di questo affascinate Sri Lanka.