India

Madhya Pradesh

A sud del  Rajasthan e la valle del Gange distesa per l’  Uttar Pradesh , il territorio del  Madhya Pradesh ha da sempre collegato le regioni settentrionali con le meridionali attraverso il Maharashtra come incontro di culture e diverse tradizioni nell’ India centrale. Dal  più antico popolamento preistorico la  lunga storia del  Madhya Pradesh inizia nell’ VIII millennio a.C. con vari insediamenti lasciando i più vasti nel sito di Bhimbetka, dal III millennio a.C. vi si estese la cultura di Malwa in grandi villaggi agricoli, contemporanea alla locale di Kaytha. Centro delle antiche culture era la storica regione del  Malwa a nord della catena dei monti Vindhya ove dal XIV secolo a.C. si impose la  cultura di Jorwe fiorita per i sei successivi quando vi si diffuse  la così detta cultura delle Ceramiche influenzata dalla civiltà dell’ Indo nel suo tardo periodo di Harappa, poi  seguita  dal V secolo a.C. da quella vedica  nota come la cultura della ceramica Grigia. Con la diffusione dell’ induismo nella meridionale regione del  Maheshwar, la confederazione dei cinque clan  Gana fondò il  regno di  Heheya  che sulle sponde del fiume Narmada aveva la  mitica capitale nella perduta città di Mahishmati, governato poi dalla dinastia Vitihotra seguita nel VII secolo a.C. da quella  Pradyota e nel successivo uno dei sovrani  vi  fondò il regno di  Avanti, entrato poi nei domini del vasto e potente impero  Magadha, tra i primi diffusori del buddismo e Jainismo. Dall’ epoca l’ impero si è esteso con le varie dinastie fino al l’VIII secolo d.C.. con  il declino di quella Gupta  nel Malwa si impose la dinastia Paramara  dal IX secolo regnando  per i quattro successivi. L’ altra storica regione del Bundelkhand, fu nei domini del regno fondato dalla dinastia  Chandela governando fino al XIII secolo come tra i più floridi nel medioevo indiano  e all’epoca risalgono i santuari e templi nel raffinato stile  Chandela che ha lasciato i suoi più imponenti e suggestivi capolavori nei templi di Khajuraho. Fu poi nei domini islamici del potente sultanato di Delhi dall’ inizio del XIII secolo e alla fine del successivo si rese indipendente il sultanato di  Malwa, travolgendo l’ antica tradizione induista con la cultura  islamica espressa anche in nuovi edifici, santuari e mausolei nel proprio stile Malwa. Dal XVI secolo  anche la regione  entrò nell’ impero Moghul e vi rimase fino all’ inizio del XIX secolo quando vi si estese il dominio britannico fino all’ indipendenza indiana con l’ unione di  Malwa che nel 1956 venne riunificato nel nuovo stato indiano del  Madhya Pradesh.

Natura e parchi

La vasta regione del  Madhya dall’ altopiano del Malwa si stende tra  rilievi e vallate , dal Gujarat di allunga la catena dei monti Satpura per il territorio settentrionale  da dove continua attraversata dal fiume Narmada con i suoi affluenti che scorre fino all’ altra  catena dei Vindhya , tra  esse si aprono pianure dalle foreste percorse da fiumi popolate dalla ricca flora e fauna nei  suggestivi territori protetti dai parchi nazionali del  Madhya . Nella regione settentrionale verso ovest si stende il distretto di Shivpuri  ove attorno al lago Sankhya Sagar si trova il parco nazionale di Madhav popolato da una gran varietà di uccelli, tra gli altri mammiferi il più  endemico Sambar tra le diverse specie di cervi che pascolano assieme alle gazzelle indiane  Chinkara qui diffuse come  le piccole antilopi Chusinga  e a branchi si avvista il  grande bovino asiatico Nilgai. Quasi estinta altrove la più grande antilope indiana  Cervicapra , la specie qui endemica  dell’ dell’ Orso  bradipo labiato  e tra i predatori  si può avvistare il Leopardo indiano. Tra gli altri vicini distretti il parco nazionale del Panna disteso nelle foreste subtropicali dalla simile fauna con la riserva della tigre, all’ estremità nord occidentale nella valle del  Narmada  fauna simile si trova nel parco nazionale di Sanjay e tra i fiumi  Moran è Bonga Nalla nella riserva faunistica di Tamor. Scendendo nella regione centrale a Bhopal  il parco Van Vihar come riserva zoologica, per il più meridionale distretto Narmadapuram il parco di Satpura  tra le praterie dell’ altopiano Pachmarhi, nel distretto di Umaria sud orientale si trova il parco nazionale di Bandhavgarh. Poco a sud la foresta dalla ricca Fauna endemica è protetta dal vasto parco nazionale di Kanha,  tra i più  meridionali il territorio nella foresta è protetto dal parco del Pench.

Popoli tribali

I territori più remoti sono abitati dalle  popolazioni tribali del Madhya Pradesh che conservano  stile di vita, lingue, tradizioni culturali e religiose diverse nei villaggi dalle semplici capanne con le famiglie dello stesso clan e quella  riservata ai più giovani per essere educati alla  società e cultura che varia tra le diverse tribù anche nei costumi. Di solito gli uomini  indossano una semplice veste  dhoti e un copricapo,  nelle regioni orientali  una tunica e il copricapo  Safa mentre il turbante  Paga è tipico in quelle occidentali, nei territori del   Malwa e Buldelkhand la tunica  Bandi o Mirzai, ornati da orecchini e bracciali. Diffusi i tatuaggi anche per le donne che indossano sari,  gonne  lehengas colorati e camice cholis con  gioielli, monili in ottone  ed argento, pendagli e orecchini anche al naso, collane, bracciali  ai polsi  e caviglie. Diffuso anche  nelle altre regioni centrali, il popolo dei  Gond è il più numeroso e qui concentrato tra i colli del Vindhya,  dalla simile stirpe sono gli Agaria, assieme ai Gond la popolazione tribale  più diffusa è quella dei Bhil nei distretti di Dhar, Jhabua e il Nimar, oltre a quella dei Kurukh Oraon nei vari territori come  le altre popolose comunità  dei Sahariya e quelle del vicino popolo dei  Baiga .Tra le altre dall’ antica cultura quella dei  Bharia, di simile stirpe i  Bhumia e Pardhan oltre le meno numerose  Majhi e Khairwar e nella la provincia occidentale  Nimar  le comunità dei Bhilala. Nella regione sud orientale, le tribù del  popolo Binjhwar di antica stirpe dravidica, quelle dei Korku noti anche come  Boneya, e le vicine  dei Kolam, mentre di antica origine Rajput   sono  i  Damaria . In tutte l’ antica tradizione religiosa legata all’animismo venera divinità e spiriti, in parte sintetizzata con l’ induismo dalle varie ritualità e le pratiche sciamaniche, cerimonie per le nascite,  matrimoni e i riti funebri , ma sempre con canti e danze e  che ne trasmettono  la cultura tribale.

Malwa

La storica  regione del Malwa  si stende per il suo vasto altopiano in parte attraversato dal fiume  Narmada, daI X secolo per i quattro successivi fu nei domini della dinastia  Paramara , ma fu popolato  fin dal IV millennio a.C. dalla cultura  Kaytha, seguita  nel II millennio a.C.  dalla cultura di Malwa che ha lascito vati resti nel territorio, come nel sito di Daimabad  e lungo il Narmada a sud est si trova  quello di Navdatoli . Dal VI secolo a.C. vi fiorì il regno di  Avanti e sulla sponda del fiume il leggendario sovrano Kartavirya  fondò perduta città di Somvanshya come capitale del regno Heheya con il centro esteso nella città di  Maheshwar. Oltre il forte edificato nel XVIII secolo dalla dinastia  Holkar,  tra i più antichi quartieri conserva  l’ aspetto di città santa ribattezzata Gupt Kashi per i suoi ghati animati da fedeli e pellegrini sulle sponde del sacro Narmada  ove sorgono gran parte dei venerati templi di Maheshwar. Nella regione sono sorte le antiche città di Vidisha con i templi di Gyaraspur,  i resti induisti nel sito di  Udayagiri e quelli buddisti di  Sanchi, le storiche città di Raisen, Ujjain, Dhar, ed altre fino a Bhopal.

Vidisha

Sull’altopiano del Vindhya si stende il  distretto di Vidisha ove alla confluenza dei fiumi Betwa e Bes dal VI secolo a.C. fiorì la citta di Besnagar che ha lasciato i suoi resti, tra gli altri  la colonna con iscrizioni  nota come  il pilastro di Heliodorus dopo la visita dell’ ambasciatore del regno ellenistico buddista di Taxila. Poco a nord est in una gola venne fondata la città di Gyaraspur che conserva santuari induisti, jainisti e buddisti, dal IV secolo vennero edificati i templi jainisti di Vidisha negli stili Gupta e Māru-Gurjara. Tra gli altri il tempio di Bajramath, poi divenuto centro di culto per la scuola jainista Digambara  dalle raffinate decorazioni, e statue delle divinità jain, a metà del IX  risale il tempio  Maladevi  che si impone maestoso su un colle nel raffinato stile  Solanki con un portale per la vasta sala e il santuario sormontato da un sikhara, riccamente decorato da rilievi e sculture,  nello stesso periodo il tempio Gadarmal  sacro ad induismo e jainismo con  statue delle divinità nel grande santuario da dove diramano altri nello stile dei santuari Yogini.

Udayagiri

Nei pressi di Vidisha si trovano i venti templi scavati nelle  grotte di  Udayagiri all’inizio del V secolo d.C . magnificamente decorate da rilievi e sculture con le varie divinità induiste e solo uno jainista,  divenne grande centro di pellegrinaggi dalla storia narrata nelle iscrizioni in sanscrito, rappresentano le varie dottrine dell’ Induismo , mentre solo il santuario della ventesima grotta è consacrato al Jiainismo.  Decorate con le raffigurazioni  di divinità, Vishnu nelle grotte 5, 6 e 13 assieme al suo avatar Varha, allo shivaismo sono consacrate le immagini di Shiva nelle sue varie manifestazioni in rilievi e sculture, come la sua  consorte Parvati, il loro venerato figlio dalle sembianze di elefante Ganesha e il  fratello secondogenito dio della guerra Karttikeya nelle grotte  3, 4 e  la più grande 19.  Oltre i santuari scavati nelle grotte 12 e 13 con le raffigurazioni di Vishnu nel suo avatar Narayana nella prima e come Anantasayana II nella seconda, la grotta cinque è consacrata al Vaishnavismo ove troneggia il grande rilievo sul mito dell’incarnazione di Visnhu che salva il mondo come Varaha. Adiacente da un portale  tra mitici guardiani scolpiti si accede al santuario nella grotta 6 ove sono anche rappresentazioni dello Shaivismo e nella grotta 7 anche del Shaktismo con le raffigurazioni di Vishnu, Shiva e Durga, rappresentata anche nella quarta e settima grotta. Attraverso un passaggio nella roccia decorato da iscrizioni  si accede alla grotta Tawa con resti dei rilievi scolpiti, al lato le successive tre grotte con pochi resti così come la 14 la e la  ridotta 15 . A seguire quella con il santuario  dalle raffigurazioni legate  allo Shaivismo come  la 17 e 18, poi la più grande 19 nota come Amrita  dal portale con rilievi, quattro pilastri all’ ingresso e capitelli finemente decorati come gli  interni con un rilievo raffigurante la mitologia del Samudra_Manthan , altre di varie divinità e due linga, la grotta 20 è l’ unica Jainista con un grande rilievo di Parshvanatha dalla sala meridionale si accede ad altre tre  per quella settentrionale.

Raisen e Bhojpur

A sud del Vidisha si stende il distretto di Raisen dall’ antico popolamento preistorico cha ha lasciato i suoi più numerosi resti nel sito di  Bhimbetka sotto i monti Vindhyan in un suggestivo ambiente  proclamato patrimonio culturale Unesco dalle rocce decorate da dipinti rupestri  per un lungo periodo  fino al VII millennio a.C. Il distretto prende nome dalla città di Raisen fondata in epoca medioevale attorno  al colle che la domina  ove nel XI secolo sorse la fortezza  Kila  con nove porte e tredici bastioni, tra i vari edifici si trova un tempio di Shiva e il mausoleo islamico di  Hazrat Pir Fatehullah, oltre i quattro palazzi Mahal di  Badal, Rohini, Itradan  e Hawa, attorno i pozzi medioevali e le più antiche grotte decorate da dipinti rupestri. Seguendo il fiume Betwa, oltre una gola tra  le rocce d’ arenaria si trova la  storica città di Bhojpur ove sul fiume nell’ XI secolo fu edificato  il tempio di Bhojeshwar consacrato a Shiva e rimasto incompiuto lasciando le mura, decorazioni ed affreschi tra i quattro grandi pilastri  a sostegno del tetto sul santuario con il grande Lingam .Tra gli  altri siti di Bhojpur davanti al tempio si trovano i resti del palazzo di Bhoja, la decorata  grotta di Pārvatī e lungo la gola altre grotte dai dipinti rupestri, un tempio Jainista incompiuto con statue e un induista del XII secolo consacrato a Bhagwan.

Sanchi

Nel vasto sito Sanchi , tra i più maestosi e  suggestivi capolavori dell’ arte antica in India, per un lungo periodo dal III secolo a.C. al medioevo sorsero i monumentali templi e stupa  buddisti di Sanchi  dai raffinati stili, decorazioni, rilievi e statue dichiarati patrimonio culturale Unesco.  Dopo la conversione al buddismo nel III  secolo a.C. l’ imperatore Ashoka fece edificare il primo tumulo in mattoni per alcune reliquie del Buddha e per un secolo nel periodo  Maurya sorsero i primi maestosi templi e stupa che ancora si lasciano ammirare assieme ai successivi. Furono eretti quattro portali Torana riccamente decorati ove a lato di quello centrale venne eretto uno dei pilastri di  Ashoka con il capitello decorato da leoni e il primo più grande e decorato edificio noto come  Tempio40. Vennero poi aggiunti tre grandi stupa nel successivo periodo Shunga dalla seconda  metà del II secolo a.C. con il  più monumentale Stupa 1 e la vicina colonna decorata nota come il pilastro di Sunga, dal I secolo a.C. per i due successivi sorsero altri portali e templi dai raffinati intagli e statue nel periodo Satavahana con le rappresentazioni sulle vite del Buddha nelle narrazioni  Jataka, mentre sulla porta meridionale del primo stupa sono raffigurate storie sulle reliquie del Buddha in India. Vennero poi  aggiunti altri e più sontuosi portali  Torana per accedere ai vari  templi, tra gli altri Il monumentale secondo stupa di Sanchi, tra i più antichi indiani, con gran parte dei rilievi di stile   BuddIsta  ellenista e  le raffinate decorazioni del II secolo a.C. ispirate all’ arte Gandhara. Dalla simile architettura si erge imponente il terzo stupa ove venne rinvenuto uno scrigno del reliquiario Maha  con i resti cremati  dei due discepoli Śāriputra e Maudgalyayana.  Sorsero altri templi dallo stesso stile nell’ ultimo periodo di  Sanchi iniziato  dopo il dominio Satavahana dal V secolo in epoca Gupta fino al. Con il declino del buddismo in India  il sito venne dimenticato fino  all’ inizio del XIX secolo con  la riscoperta di Sanchi. iniziando gli scavi e restauri diretti dal  britannico  Cunningham. Dall’ epoca il sito fu riportato poi al suggestivo splendore come lo si trova, così come gli alti monumentali edifici vicini,  poco ad ovest nel sito di Satdhara, verso sud i resti del monastero e due grandi  stupa assieme a vari minori nel sito di Sonari , a sud est un’altra trentina del I secolo a.C. nel sito di Bhojpur, dai più vicini per un centinaio  di chilometri si raggiunge il vasto di Saru Maru del II secolo a.C. con i resti del  monastero, vari stupa e templi scavati nella roccia decorati ed iscrizioni rupestri  con alcuni editti minori di Ashoka.

Ujjain

Nel distretto di  Ujjain  ad ovest del Malwa,  sacro all’ induismo scorre  il fiume  Shipra ove sulla sponda orientale venne edificato il primo centro di Ujjain nel IV secolo a.C. fiorito nei successivi fino all’ epoca medioevale quando fu prima nei domini della dinastia Paramara dal IX secolo, nel XIII conquistata  dal sultanato di  Delhi e durante l’ impero Moghul divenne capitale della provincia Subah, entrata poi nella colonia britannica fino all’ indipendenza ed estesa nella grande città di Ujjain. Del suo passato tra gli storici  quartieri conserva gli antichi monumenti e templi di  Ujjain, tra gli altri all’ XI secolo risale Il tempio Chintaman ,  sulla sponda del sacro fiume  Shipra su un più antico sito nel XVIII secolo venne edificato il Kal Bhairav consacrato alla divinità della città  in stile  Maratha. Il più imponente santuario di Mahakaleshwar fu fondato a metà del I secolo a.C. come uno dei venerati  dodici  Jyotirlinga, devastato dal sultanato di Delhi nel XIII secolo, durante il principato di Jaipur fu ricostruito nel 1734 e nello stesso periodo l’ osservatorio astronomico Vedh Shal  nello stile degli altri  Jantar Mantar dei Singh.

Dhar e Bagh

il distretto di Dhar  a sud ovest di Ujjain prende nome dal suo capoluogo nella storica città di Dhar che da un centro medioevale  nel XVIII secolo all’ inizio del dominio britannico divenne capitale del principato di  Dhar come stato vassallo della colonia fino all’ indipendenza indiana. Del suo passato tra i luoghi storici e monumenti  Dhar conserva  l’ imponente fortezza in arenaria del XIV secolo che la domina da un colle come forte di Dhar dalle poderose mura che circondano gli edifici e il palazzo  Kharbuza Mahal. Scendendo nel centro medioevale oltre il mausoleo di Shāh Changāl in stile persiano del XV secolo, si trova la moschea del pilastr  Lat Masjid e al XIV secolo risale il  mausoleo islamico Kamāl Maulā Dhar  nei pressi del palazzo Bhojshala  edificato nel  XII secolo  per il culto della divinità Sarasvatī e studi sanscriti che ha lasciato preziose iscrizioni tra le sale  decorate, divenuto poi centro islamico con la moschea e il  mausoleo nel XIV secolo. Continuando si trova la cittadina di  Bagh alle  le pendici meridionali dei Vindhya ove dal V secolo d.C. vennero scavati nella roccia i templi buddisti di Bagh, dallo stile e decorazioni simili alle monumentali grotte di Ajanta del Maharashtra, delle nove ne sono rimaste cinque con la più grande Rang Mahal, riccamente decorate  da i rilievi,  statue e dipinti rupestri.

Mandu

Non distante da Dhar si trova Mandav ove fu fondato il centro di  Mandu  fiorito dal X al XV secolo poi abbandonato lasciando i suoi resti in parte restaurati nel  vasto sito di Mandu con le residenze reali e mausolei dal monumentale stile e raffinate decorazioni dell’ epoca, dichiarato patrimonio culturale Unesco. Gran parte si concentrano nella cittadella con i più monumentali e suggestivi edifici reali di Mandu, a metà del XV secolo risale la più grande moschea Jama  in stile Moghul dalla grande porta a cupola che accede al cortile ove affacciano i resti di  sale con  pilastri, ad ovest quella principale sotto tre grandi cupole e una cinquantina minori  dagli interni con pilastri, archi e nicchie. Davanti nello steso periodo sorse il palazzo  Ashrafi per la scuola coranica madrasa, poi ampliato con il mausoleo di Mahmud Khalji e altri edifici, lasciando i resti  dei cortili, la scalinata e il padiglione in marmo. Continuando i resti del palazzo reale Hindola  edificato alla fine del XV secolo in arenaria dalla pianta a T con le colonne scolpite, le pareti  laterali inclinate dalle ampie finestre traforate, decorato da piastrelle colorate e gli esterni finemente cesellati. Tra due laghi artificiali Munj e Kapur su due piani si erge il sontuoso Jahaz_Mahal sorto alla fine del XV secolo per l’ harem del sultano Ghiyas-Ud-Din Khilji assieme all’adiacente Taweli Mahal. All’ epoca venne eretto in candido marmo il monumentale mausoleo di Hoshang  in stile Moghul con il suo sepolcro al centro sotto un cupola di marmo e quattro minorI agli angoli dagli interni con i cenotafi decorati.  Tra gli altri  diversi monumentali  resti a  Mandu , all’inizio del XVI secolo sorse come presidio militare  per il sovrano Baaz Bahadurfu, poi divenuto il  padiglione Roopmati per la sua amata  Rani Roopmati e poco sotto del palazzo reale Baz bahadur rimane il cortile ove affacciano i  saloni lati e in alto la terrazza con la vista sul paesaggio.

Indore

All’estremità meridionale dell’altopiano di Malwa si stende il territorio che dal IV secolo d.C. per i due successivi fu nei domini dell’ impero Gupta che vi fondarono il centro di Indrapura  ove iniziò la storia di Indore , entrata poi nei domini dell’ Impero Moghul e poi del Maratha quando si impose la dinastia degli  Holkar alla fine del XVII secolo  come governatori che nel 1733 fondarono l’ indipendente principato di Indore divenuto poi protettorato britannico fino all’ indipendenza indiana. Dall’ epoca si estesa con nuovi quartieri la grande città di Indore che conserva parte della sua storia con i vari edifici sorti durante la dinastia Holkar, tra gli altri il tempio di Khajrana consacrato a Ganesh nel 1735  divenuto uno dei centri di pellegrinaggio, lo spettacolare santuario jainista Kanch Mandir sorto all’inizio del XX secolo, per le sue decorazioni  noto come il  tempio di vetro.  Oltre gli edifici che affacciano nello storico baazar di Sarafa con le vecchie e rinomate gioiellerie animato la notte, al 1766 risale il sontuoso palazzo Rajwada nel monumentale e decorato  stile  Maratha  come residenza del Maharaja, con il padiglione meridionale ricostruito nel secolo successivo. Nel 1926 fu completato il palazzo  Lalbagh  dallo stile ispirato al rinascimentale europeo  e poco dopo  nella combinazione di Bauhaus  e Art Deco il  Manik Bagh, nel 1934  il palazzo dell’ esclusivo club  Yeshwant , altri edifici dell’ epoca sorsero  nella cittadina di  Barwaha ove sulla sponda del Narmada  come residenza estiva dei  Maharaja fu edificato  in stile europeo il palazzo Kothi.

Bhopal

Nel distretto di Raion su una roccia si erge la fortezza  di Raisen dal XIII secolo, cinta da mura con nove porte  con i resti dei  palazzi, i templi di Shiva e il santuario islamico di Shah Baba con attorno abitazioni nelle rocce decorato da dipinti rupestri, continuando per il distretto di Bhopal  limitrofo all’ XI secolo risale la prima costruzione del venerato tempio Bhojeshwar consacrato a Shiva, rimasto incompiuto ne rimangono i quattro monumentali pilastri che sostengono il tetto del santuario con l’ imponente lingam.  Ove sorgeva il villaggio di Bhojpal all’ inizio del XVIII secolo l’ufficiale dell’ esercito Moghul Dost  fondò un centro che divenne capitale del suo principato di Bhopal e dall’ epoca la città  si è estesa con quartieri ed edifici  in stile indo islamico. In gran parte durante la dinastia Nawab che ha governato come sultanato dal XVIII secolo fino all’ indipendenza indiana  quando divenne la capitale dello stato ed estesa nella metropoli di Bhopal, funestata la notte del 2 dicembre 1984 quando dall’ impianto chimico di pesticidi della multinazionale statunitense Union Carbide  fu rilasciata  una vasta nube tossica  nel cuore della città  provocando migliaia di vittime, passato  alla storia come il disastro di Bhopal. Dall’ epoca la città è rimasta tra le più sostenibili nella salvaguarda ambientale in India con il  territorio del  Bhoj disteso verso i margini occidentali dalla vasta flora, fauna e specie di uccelli acquatici con il lago Chhota Talaab  inferiore, collegato  poco a nord al  più grande lago superiore Bhojtal  dall’ ambiente protetto. Su  una sponda si trova  il parco nazionale di Van Vihar popolato da numerose specie endemiche  della fauna indiana e poco distante davanti al lago nel 1982 è stato inaugurato il centro culturale del Bharat Bhavan. Salendo per la panoramica Lake View tra i colli Shyamla si trova  il museo storico e antropologico di  Humankind intitolato ad Indira Gandhi. Tra le attrazioni di  Bhopal gran parte degli edifici, palazzi, templi e mausolei sono sorti durante il lungo periodo della dinastia islamica Nawab dal XVIII secolo fino all’ indipendenza, tra gli altri più antichi  ove si stende il parco Kamla dalla sponda del lago superiore, all’ inizio del XVIII secolo il sovrano Raja Bhoj fece edificare il suo palazzo di Kamlapati nel raffinato stile dell’ epoca e davanti si  trovano i resti del contemporaneo forte Fatehgarh. Lungo la sponda del lago superiore nel quartiere  Kakkar Khana il sontuoso palazzo  Gohar edificato nel 1820 per la sovrana  Qudisiya in stile Moghul e per lo stesso quartiere  nella sintesi di stili indo islamico ed europeo si trova il  palazzo   Shaukat completato nel 1830 all’ingresso del centro storico Chowk, poco distante e dal simile stile l’ altro contemporaneo palazzo  Sardar circondato da  giardini.  Alla fine del XIX secolo il  sultano  Shah Jahan fece edificare la sua  sontuosa residenza  reale Raj Mahal ribattezzata poi come palazzo Taj Mahal per lo stile che ricorda in parte  quello Moghul di  Agra, vicino come tra le più grandi moschee indiane venne completata la Taj-ul-Masajid  in stile ispirato al  Moghul, dall’ ampio cortile si erge  tra le tre monumentali cupole di marmo e due imponenti minareti. Per i quartieri del Chowk nella città vecchia a metà del XIX secolo sorse l’altra  grande  moschea Jama in arenaria rossa dalle maestose cupole con le punte dorate finemente decorata, continuando sulla via Sultania  nel 1860 fu completata la moschea di Moti che splende di candido marmo tra i due minareti di arenaria rossa, nota come la moschea delle perle  la Moti masjid anche se di minori dimensioni è altrettanto affascinante per la sua raffinata architettura. Per secoli la città fu centro dell’ antica cultura hindu edificando templi e santuari, andati distrutti  dal XVIII secolo con il sultanato islamico e poi edificati di nuovi , tra i vari  templi induisti di Bhopal nel quartiere  Arera come santuario consacrati a Shiva e Parvati tra i colli si erge il grande Birla mandir  dalle facciate gialle e le alte cupole rosse decorate come i sontuosi interni che ospitano il  museo Birla sull’ antica e ricca cultura indiana. Non distante nel 1960 fu completato l’  altro grande tempio di  Lakshminarayan in stile tradizionale  e tra i più venerati nella regione. Nel quartiere Nayapura sul colle di Idgah dalla fine del XIX secolo  si erge il Gufa mandir consacrato a Shiva  con un santuario per il culto di Hanuman, dallo stile tradizionale con le varie decorazioni e immagini delle divinità venerate da fedeli e pellegrini. Nei pressi del lago inferiore  alla fine del XIX secolo fu edificato il tempio di  Khatlapura  dagli interni decorati con le venerate statue di divinità animato da fedeli e pellegrini nella festa del  Do-Gyaras,  su un colle  dell’ Arera il  tempio di Kamakoti consacrato a Sri Kanchi e il culto di  Karthikeya , proseguendo sulla via Shahjanabad il tempio di Sai Baba. Nel quartiere di Lalghati su un colle il tempio Jain di Manua Bhan Ki Terisul animato dai fedeli nelle feste del Kartik Purnima e sempre al jainismo è consacrato l’ altro tempio di  Digambar  che splende candido nel suo stile tradizionale per il culto del  Tirthankara.

Jabalpur

Seguendo il corso del Narmada  ad est si continua per il distretto di Jabalpur  ove il fiume  si stringe nella gola del Marble tra le candide rocce  per poi precipitare nelle suggestive cascate di Dhuandhar, in un ambiente spettacolare ove si trova la storica cittadina  di Bhedaghat , su un colle che la domina  all’inizio dell’XI secolo venne edificato il tempio di Chausath  tra i più grandi di scuola tantrica sorti  nel medioevo come santuari  Yogini. Poco distante su un centro medioevale dal XVIII secolo si estese la città di Jabalpur che conserva  la sua storia tra i vari quartieri ed edifici,  il più antico tempio Ki Marhia di Pisanhari sorto a metà del XV secolo con tredici santuari e sempre al jainismo è consacrato l’ altro tempio Bada Mandir del XVII secolo ed ampliato nel XIX con ventidue santuari vedis. Il jainismo diffuso nel Bundelkhand ha il suo centro di pellegrinaggi a nord est di Jabalput nella città di  Kundalpur con il tempio di Bade Baba  ricostruito nello stile originario sul santuario  Shri Digamber  del XVIII secolo. La foresta sull’ altopiano che domina la città è protetta dalla riserva di Dumna e da Jabalpur si raggiungono gli altri suggestivi ambienti della regione, a sud tra i  distretti di il parco nazionale di Pench con la riserva delle trigri e ad est  nel distretto di Umaria  il parco Bandhavgarh , tra i distretti di Mandla e Balaghat il parco di Kanha  .

Satna

Da jabalpur verso nord est si giunge alla città di  Satna  che conserva vari edifici e templi nello storico territorio che ne prende nome come distretto di Satna  ove si trova il grande centro per pellegrinaggi induisti  di Chitrakoot dai percorsi per gli animati ghat  lungo il fiume Mandakini,  Il tempio Bharat Milap  e i vari che salgono verso il sacro colle Kamadgiri consacrato a Rama. Poco fuori dalla città i percorsi dall’ ashrama di Nasuya alla sacra grotta Gupt-Godavari,  il venerato Koop con il sacro pozzo e  i due templi di Hanuman Dhara. Continuando a Maihar si trova l’ altro centro di pellegrinaggi sul colle di Trikut,  per una lunga gradinata si erge il santuario di Maa Sharda fondato nel   VI secolo da dove diramano gli altri venerati templi di Maihar. Continuando per il distretto si trova il suggestivo sito buddista di   Bharhut sorto alla fine del II secolo a.C., fondato dal mitico sovrano  Dhanabhuti che diffuse il buddismo nella regione , oltre alla monumentale architettura  tra i più antichi esempi dell’arte ed iconografia buddista in India. All’ epoca della prima fondazione risale il  più antico e grande  Stupa da dove diramano gli altri templi finemente decorati da rilievi, statue ed iscrizioni di Bharhut, dal medioevo fu abbandonato lasciando i suoi resti riscoperti nel 1873 con  al centro il raffinato Stupa in mattoni in una balaustra di pietra dalle porte torana  sormontate da architravi scolpiti con scene di vita del Buddha come le balaustre da  bassorilievi che illustrano le sue esistenze anteriori jātaka, assieme ad altri resti nel museo indiano di Calcutta sono conservati gran parte dei rilievi  decorazioni ed  iscrizioni. Lasciato il suggestivo sito di  Bharhut , al II secolo a.C. risalgono gli altri resti buddisti rinvenuti  nel sito di  Deur Kothar fondato nel III secolo a.C. dal  sovrano  Ashoka  con quattro stupa in mattoni, i resti di  monasteri, canali e una trentina di altri stupa minori e in pietra verso ovest e passando per  la città di Guna , l’ itinerario continua a nord  per il più settentrionale distretto di  Gwalior.

Gwalior

All’ estremità settentrionale del Madhya Pradesh il sovrano Mihirakula fondò  il centro di Gwalipa all’ inizio del VI secolo d.C. e nel IX fu nei domini della dinastia dei Gurjara vi estesero il loro regno poi conquistato nel 1231 dal sultanato di Delhi con il regno di  Iltutmish, rimanendo nei domini islamici  fino al 1375 quando  salì al potere  Raja Veer Singh fondando la dinastia Tomar che governò l’ antico centro esteso con nuovi quartieri, edifici, palazzi e santuari nella fiorente città di Gwalior. Con la decadenza dell’ impero Moghul e l’ ascesa di quello Maratha  all’  all’inizio del XVIII secolo ne divenne vassallo come principato di  Gwalior e poi della colonia britannica  rimanendovi fino all’ indipendenza indiana governato dalla dinastia  Scindia. Si è estesa come  metropoli dai moderni quartieri, ma che conserva la sua storia nei più antichi,  su un colle che la domina nel X secolo fu fondata la fortezza di Gwàliiyar  ampliata alla fine del XV, dalla porta Hathi  si accede al Man mandir e gli altri edifici del Forte fino al  Gujari Mahal  del XV secolo che ospita il museo archeologico Gujari. All’ inizio del IX secolo risale il santuario induista Teli ka Mandir  con il  sontuoso tempio Telika  consacrato a Shiva, Vishnu e le madri divine Matrika, con un proprio stile che sintetizza il Nagara  con il Dravidico, una scalinata conduce al portale finemente scolpito così come le pareti esterne e la cupola  con immagini di varie divinità. Poco  distante l’ altro tempio Sasbahu  del XI secolo nel raffinato stile dell’ epoca consacrato a Padmanabha manifestazione di Vishnu, decorato da raffinati intagli, rilievi e sculture che raffigurano le varie divinità con quattro statue di  Brahma, Vishnu e la dea Saraswati. Oltre il  candido santuario Gurdwara di Data Bandi Chhor  edificato negli anni settanta in stile ispirato al Moghul come memoriale Sikh, attorno al forte si trovano  i suggestivi templi rupestri jainisti di Gopachal scavati nella roccia  dal VII secolo fino al XV, decoratI con le statue e sculture  rimaste dalle numerose distrutte dai musulmani così come i vicini  nel simile stile e decorazioni  scavati nelle grotte di Siddhachal Continuando sotto la fortezza splende il piccolo lago  Suraj kund con gli edifici e padiglioni del XV secolo e allo stesso periodo risale il  palazzo Man mandir,   nella parte orientale del forte si erge l’ imponente palazzo di Man Singh che ha lasciato i suoi resti sullo stagno di Johar,  dalle cupole dorate e la  facciata decorata con calligrafie e disegni, le pareti esterne da figure di animali le mura da mosaici, quelle dei cortili e i pilasti  finemente intagliate.  Dal forte dirama il centro storico della Kila , da un più antico alla fine del XVIII secolo venne ricostruito il venerato tempio di Koteshwar,   a sud il vasto  quartiere di  Lashkar con al centro il Jiwaji Chowk dall’animato baazar  e gli edifici del Maharaj Bada da dove oltre il Katora Taal si trova il sontuoso palazzo reale Jai Vilas  edificato nel XIX secolo in una  combinazione di stili europei con  il museo Jiwajirao Scindia, adiacente dal simile stile l’ altro palazzo di Usha Kiran. Per il limitrofo quartiere  di Hazira  si trova mausoleo islamico di Ghaus  del maestro sufi Mohammed Ghaus sorto nel XVI secolo in stile Moghul, lasciato il centro per la periferia orientale, il quartiere di Morar  si è esteso ove sorgeva il  presidio militare britannicoe negli anni ottanta  vi fu edificato il venerato tempio Surya  consacrato alla divinità solare.

Khajuraho

Verso l’ Uttar Pradesh si stende il settentrionale distretto che  prende nome dalla città di Chhatarpur fondata alla fine del XVIII secolo, parte del territorio è protetto dal parco nazionale di Panna con la  ricca fauna endemica, oltre il palazzo di Dhubel  nell’ omonimo centro, tra i rilievi si raggiunge la città di  Laund ove su un colle  per una lunga scalinata si erge il tempio di Bambar Baini consacrato alla dea Devi alla fine del XVII secolo, animato in aprile e ottobre per la festa del Navaratri Mela. Ad ovest lungo la catena dei monti Vindhyasi raggiunge Khajuraho  con uno dei più suggestivi siti induisti dai maestosi templi  edificati nel periodo della dinastia  Chandela tra il X e l’ XI secolo con la diffusione della dottrina fondata sul Tantra nella soddisfazione piaceri materiali per percorso verso il Nirvana, splendidamente rappresentata nei templi di Khajuraho. Consacrati alle divinità  supreme induiste della Trimurti ed alcuni al Jainismo, in gran parte espressioni del tantrismo nell’ architettura Nagara finemente decorati da rilievi e sculture che cesellano i santuari. Lo stile segue la grande architettura induista in India  dalla pianta ispirata alla simbologia del mistico diagramma Yantra come percorso del Mandala circolare dal santuario centrale con quattro minori agli angoli. I rilievi scolpiti e le statue rappresentano temi come il Moksha nelle varie forme di liberazione  dello spirito, oltre intricate figure  impegnate in varie  attività e diverse nell’ accoppiamento Maithuna di vario genere esercitando la  ritualità sessuale come via del Tantra. Rimasti a lungo dimenticati e riscoperti nel XIX secolo, poi restaurati  sono dichiarati patrimonio culturale Unesco nel loro splendore come li si trova,  il più grande tempio dei  Kandariya  si erge imponente tra quelli occidentali, rappresenta il cosmico Yantra dalla pianta esagonale, tra porticI, guglie e l’ alto  shikhara splendidamente decorati da rilievi, statue di divinità e figure mitologiche sulle pareti e nelle sale del santuario. Tra gli altri templi occidentali il Matangeshvara consacrato a Shiva che rimane il solo aperto ai fedeli e non distante all’ inizio dell’ XI secolo  venne edificato il tempio di Vishvanatha in arenaria dalle alte cupole piramidali e le pareti finemente decorate, il santuario che ospita un linga con attorno il percorso parikrama. Alla fine del X secolo risale il  tempio di Brahma sul lago Sagar, vicino a  nord ovest  il  tempio Vamana sorto nella seconda metà dell’XI secolo dal simile stile e decorazioni così come poco a sud l’altro tempio di Javari, nello stesso periodo e consacrato a Vaikuntha manifestazione di  Vishnu,  fu fondato il tempio di Lakshmana anch’esso finemente decorato da rilievi con diversi di scene sessuali del Kamasutra e al X secolo risale il tempio Lalguan Mahadeva di minori dimensioni e meno sontuoso. Per i templi settentrionali si erge il Jagadambi per la dea Jagadambika, dal simile stile decorativo il vicino  Chitragupta consacrato alla divinità solare Surya con la grande sala  e il decorato soffitto ottagonale, attorno il percorso deambulatorio. Il tempio di Varaha , consacrato all’ avatar di Vishnu, si erge su una base con il tetto piramidale sostenuto da  quattordici pilastri e il santuario in arenaria con la grande statua dell’ avatar Varaha decorata da altre figure, oltre ai resti del tempio Yogini  di Chausath  tra i templi meridionali all’ inizio del XII secolo risale il Jatakari  di Chaturbhuj dal portico e la sala mandapa per accedere al  santuario cinto dal muro decorato. Tra i templi Jain di Khajuraho a metà del X secolo risale il più grande  Parshvanatha dalle pareti finemente decorate  con sculture  in gran parte delle figure femminili Surasundari, poco dopo venne edificato il tempio di  Ghantai che ha lasciato solo  i resti dei pilastri e  il portale. Oltre Il tempio jainista  di Adinatha fondato alla fine dell’XI secolo e restaurato nel XIX, l’ altro tempio jain di Shantinatha ha conservato parte dello stile decorato da rilievi e sculture con attorno i santuari che ospitano raffigurazioni e statue dei vari periodi e da qui l’ itinerario tra storia, cultura ed arte dell’ India centrale continua nel limitrofo Uttar Pradesh .


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