India

Uttar Pradesh

L’ Uttar Pradesh  ha condiviso la sua antica storia con il  limitrofo Bihar nella diffusione della grande tradizione religiosa dell’ Induismo dall’ epoca fondamento dei vari regni e dinastie imperiali  e poi  dal VI secolo a.C. anche del  Buddismo in Asia,  mentre ad ovest decadeva la grande civiltà dell’ Indo  dal II millennio a.C.vide la migrazione delle popolazioni indoariane che fondarono la più antica cultura indiana ispirata dai primi testi Veda .  Vi sorse il vasto dominio  del  Mahajanapada  con i sedici regni e stati oligarchici  teocratici Solasa  e tra essi  dal VI secolo a.C. nella regione dell’Awadh  si estese il regno di  Kosala depositario della tradizione vedica e l’ induismo, narrato nei poemi epici del Ramayana e Mahabharata, i sacri test Purana hindu poi quelli jainisti e buddisti.  Dal III secolo a.C. al medioevo la storia dell’Uttar Pradesh  ha percorso quella delle limitrofe regioni con i domini degli imperi Maurya, Kushan e Gupta che si sono succeduti, poi  dal XII secolo il territorio fu a lungo dominato successivi dai grandi imperi in India ,  dal sultanato di Delhi  al grande impero Moghul, divenendo indipendente  come principato di Oudh e assieme agli altri territori indiani dal 1858 anch’esso entrato nella colonia britannica come provincia Oudh e Agra per quasi un secolo con vari conflitti fino  all’ indipendenza indiana  nel 1947 divenendo il nuovo stato dell’ Uttar Pradesh.  Dall’ epoca il suo vasto territorio è amministrato con le diciotto grandi  Divisioni che comprendono settantacinque distretti, dai variegati ambienti naturali in parte protetti nelle riserve e parchi nazionali dell’  Uttar dalla ricca flora e fauna endemica, tra villaggi e città depositari delle tradizioni, idiomi, costumi dell’ antica  Cultura espressa nella letteratura, musica, danze con gli antichi centrI induisti, buddisti e jainisti  che ne hanno percorso la storia attraverso l’ arte e le maestose  architetture   tra palazzi, templi e santuari frequentati da fedeli pellegrini  così come i centri religiosi e santuari islamici sorti nel medioevo ed in epoca Moghul da riscoprire in affascinanti itinerari  nell’  Uttar Pradesh.

Mathura

A sud del Nepal dalle  pianure del Terai  e ad est attraverso  la valle del Gange  verso il   Bihar tra gli altri stai indiani centro settentrionali si stende  Il vasto territorio dell’ Uttar Pradesh  dal clima monsonico tropicale  con copiose piogge che alimentano le foreste  popolate da una ricca fauna tra i colli e le pianure orientali e a nord lungo i confini nepalesi del Terai il territorio è protetto dal parco nazionale di Dudhwa anch’esso popolato dalla fauna endemica e una gran varietà di uccelli  e poco distante il suggestivo territorio continua nell’  altro parco nazionale di Pilibhit con la riserva delle tigri.  Dai santuari dell’ Uttarakhand seguendo la via dei pellegrini induisti si scende nella pianura per la storica regione dell’Uttar Pradesh  occidentale in parte attraversata dal corso del sacro  fiume Yamuna affluente del Gange  ove  lungo le sponde si stende la storica regione del Braj sacra all’ induismo  e con i devoti a Krishna  che la percorrono nel pellegrinaggio  Vraja del Parikrama attraverso i vari templi e santuari.  Nell’ omonimo distretto  da un antico centro celebrato come luogo di nascita di Krishna, si è estesa la città di Mathura che ha percorso la storia della regione fin dall’ epoca Vedica  fiorendo del IV secolo a.C. come grande centro culturale espresso nella  grande e raffinata arte Mathura a che ne prende nomea  lungo diffusa nel resto dell’ India, gran parte dei reperti più antichi, tra preziose statue di divinità e induiste e buddiste Gupta sono conservati nel   museo archeologico di Mathura. All’ epoca della sua fioritura  sorse il centro di pellegrinaggi  con i suoi santuari,  su un più antico sito nel 1670 fu edificata la moschea Eidgah e nel secolo scorso sono stati ricostruiti i venerati i templi del Janmasthan consacrato a Krishna, così come all’ inizio del XIX secolo nella raffinata architettura rajasthana tradizionale è stato ricostruito l’ antico tempio di Dwarkadheesh  .Oltre gli altri templi  di Peepleshwar e Yum Yamuna sulla via per Agra dalla simile architettura si erge di candido marmo il venerato tempio di  Sadhna , mentre tra i santuari islamici della città nel XVII secolo venne edificata la moschea Jama in stile Moghul  tra i suoi quattro alti minareti. Poco fuori  affacciato sulla laguna nel XVIII secolo è stato restaurato il monumentale tempio di Kusum Sarovar, anch’ esso nello stile del Rajasthan Dagli interni finemente decorati con le rappresentazioni di Krishna e alte divinità, si erge sul sacro colle di Govardhan ove ogni anno a novembre si celebrano le mitologiche gesta  di Krishna  e i suoi seguaci  con  le cerimonie del Govardhan Puja nella grande festa dell’ Annakut  .

Vrindavan

Le vicende nel passaggio sulla terra   di Krishna sono ricordate con il tempio del Rang Mahal nella  sacra foresta di  Nidhivan interdetta dopo il tramonto quando per la tradizione  Krishna e la consorte Radha vi si riuniscono per la sacra danza  Krishna Tandava, rappresentata nelle cerimonie tradizionali popolari danzanti della Raslila. Sempre per la  mitologia induista come manifestazione di  Visnù il venerato Krishna trascorse la sua mitica infanzia ove sorse un centro religioso a lui consacrato  esteso dal nel XVI secolo nella città di Vrindavan distesa sulle sponde del sacro fiume Yamuna e considerato uno dei più venerati centri  nell’ antica tradizione del Vaishnavismo. Tra le centinaia di templi Mandir  animati da fedeli e pellegrini, nei pressi del Kaliya Ghat sul fiume si erge il più antico santuario con il tempio  di Mohan ricostruito nel XVI secolo nello stile tradizionale  Nagra in arenaria rossa. Nello stesso periodo consacrato a Krishna  e la sua celeste consorte Radha  fu edificato il tempio di Radha Raman in stile rajhastani, tra i sette santuari Goswami nel quartiere Seva Kunj  sempre  per la venerazione della divina Radha nel 1542  fu edificato il tempio di  Damodar dal simile  ma più sontuoso stile e decorazioni nel 1585 venne completato  il  tempio di Vallabh , mentre al 1864  risale la fondazione del  vicino e venerato tempio di Banke Bihari, anch’ esso meta di pellegrinaggi,  tutti i templi  consacrati   di Krishna e la sua consorte   sono animati dai devoti a settembre nelle cerimonie della grande festa  Radhastami. Tra i più recenti  sorti a Vrindavan  per le venerate due  divinità oltre ad altre si trova il tempio Balaram edificato Vaishnava  dal movimento  religioso fondato in Usa   nel 1966  diffuso nel mondo e in India come Hare Krishna , dal centro storico verso la periferia nel 2019 è stato inaugurato il grande Tempio dell’ Amore di Prem Mandir consacrato a Rama,   Radha Krishna e la dea  Sita.

Agra

Passando per Mainpuri che conserva i suoi vecchi quartieri, edifici e templi così come l’ altra storica città di Firozabad , seguendo il corso del fiume Yamuna  sulle sue  sponde in epoca Moghul dal XVI secolo si estese la fiorente città di  Agra divenendone il grande centro di potere e culturale con nuovi quartieri, palazzi , moschee ed imponenti mausolei nello stile dell’ epoca che rimangono come gli affascinati monumenti di Agra. Con i suoi edifici e padiglioni  il vasto giardino al chiaro di luna del Mehtab Bagh venne aperto nel XVI secolo  sulla sponda sinistra del Yamuna, nel successivo  l’ imperatore Shāh Jahān  alla morte della sua adorata  consorte  Mumtaz  in sua eterna memoria  fece edificare  il maestoso mausoleo del Taj Mahal completato neI 1648 come uno dei grandi capolavori dell’arte indo islamica Moghul che splende di candido marmo tra i suoi minareti, edifici e giardini  dichiarato patrimonio culturale Unesco. Furono chiamati artisti d’ogni angolo dell’Impero, marmisti ottomani, maestri calligrafi arabi e persiani, decoratori veneziani e orafi francesi ad impreziosire questo Sacrario d’Amore, nella sontuosa architettura del Taj Mahal i vari edifici diramano dal  centrale  Rauza-i Munauwara dalla grande cupola con il  Mausoleo  che appare magnifico di candido marmo su una piattaforma di granito rosa  dagli archi pishtaqs e diversi pilastri chhatris su quattro piani in perfetta simmetria  con terrazze  finemente decorati ove la sala di quello inferiore  ospita il sepolcro di Mumtaz  con accanto quello di Shāh Jahān. Dalla  terrazza Chameli Farsh che affaccia sul fiume agli angoli si elevano quattro alti minareti,  sul lato occidentale spicca rossa d’arenaria la moschea del Taj a contrasto delle bianche architetture dei padiglioni, ad est nel simile stile  il palazzo Mihman Khana utilizzato come Jawab per ospitare i visitatori di rilievo, entrambe decorati con i pavimenti  a motivi geometrici e preziosi tappeti. Tra le meraviglie del mondo come poema d’amore scritto con il marmo per vent’anni fino alla deposizione si Mumtaz raggiunta poi  da Shāh Jahān nel mausoleo del Taj  , meta del quotidiano omaggio di migliaia di visitatori di tutto il mondo, poco distante vicino al fiume si erge in arenaria rossa  l’ imponente forte di Agra edificato come residenza reale nel XVI secolo. Si accede anche dalla più antica porta di Ghaznin  , tra gli altri  vari siti ed edifici nel forte di Agra si trova il  palazzo di Muthamman Burj, oltre l’ altro in marmo bianco Khas  Mahal,  il  Jahani Mahal anch’ esso sorto durante il regno di Shāh Jahān e poco distante in arenaria rossa si erge il più maestoso palazzo di  Jahangiri edificato nel XVI secolo come una delle residenze di Akbar.  Al XVII secolo risale la moschea di Moti in arenaria rossa dagli interni in marmo bianco decorati,   nei pressi dal simile stile si erge candida di marmo l’ altra moschea Nagina. Davanti al forte, circondata da un animato baazar nel 1648  fu completata la moschea Jama  tra le più grandi indiane nel monumentale stile dell’ epoca in arenaria rossa  con il portale in marmo bianco affacciata su un vasto cortile , dalle raffinate decorazioni all’ interno con le pareti e i soffitti all’interno de dipinti di blu.  Nella sontuosa architettura Moghul  degli edifici nel Forte e del Taj Mahal all’ epoca ne sono sorti vari in città, tra gli altri il mausoleo Bachcha Taj con il sepolcro di  I’timād-ud-Daulah  completato nel 1628  sula sponda orientale del fiume in marmo bianco intarsiato che spende tra i giardini, non distante  attorno la tomba dello studioso e poeta Afzal Khan Shirazi  venne edificato l’ altro mausoleo  di  Chini con la facciata che splende delle piastrelle kashi smaltate. Lasciato il centro nel villaggio di Sikandra sulla via per Delhi tra i giardini nel 1613 fu completato il sontuoso mausoleo di Akbar in arenaria rossa e marmo dagli interni finemente decorati, tra i capolavori dell’ architettura Moghul nel sincretismo con stili indo persiani tra pilastri terrazze e padiglioni, con gli altri edifici in arenaria rossa decorati di marmi e pannelli intarsiati  da motivi geometrici, floreali e calligrafici, simili ai più raffinati poi utilizzati nel Taj Mahal e l’altro monumentale  mausoleo di  Itimâd-ud-Daulâ .  Ai lati del  recinto che circonda il sepolcro svettano quattro minareti in marmo bianco con un monumentale portale sul mausoleo piramidale su quattro livelli, sormontata da un padiglione anch’ esso  in marmo, mentre la tomba del sovrano è posta sotto il piano terra. Vicino nello stesso stile  si trova mausoleo di Mariam-uz-Zamani che ospita il sepolcro  della consorte di Akbar completato nel 1627 anch’ esso in arenaria rossa dai marmi bianchi intarsiati sotto le cupole,  pannelli finemente decorati tra gli archi e colonne scolpite.

Fatehpur Sikri

L’ imperatore  Akbar su un colle  non distante da Agra come sua  residenza e nuova capitale nel 1571 fondò la cittadella di  Fatehpur Sikri divenuta centro dell’ impero Moghul e tale rimase per un decennio prima di essere abbandonata e trasferita in Pakistan a  Lahore, dall’ epoca disabitata come sorta si città fantasma ha conservato i sontuosi edifici nella monumentale e raffinata architettura Moghul tra  palazzi, mausolei e moschee nei pressi di  un lago artificiale, magnificamente  distesa sui rilievi dichiarata patrimonio culturale Unesco. Salendo per la via degli elefanti s’apre con la sua  magnificenza il sontuoso Jahangir, da una parte il il palazzo Khas  con la sala delle  udienze Diwan i-Khas in marmo cesellato  e poco oltre della stessa epoca e simile stile  le suggestioni nel palazzo Sheeshl, tra gli atri affascinanti edifici nel 1569  sorse il sontuoso palazzo di Jodha Bai  per  Mariam-uz-Zamani preferita tra le consorti di Akbar e vicino  all’ edificio  del Zenana che  ne ospitava l’ harem,  fece edificare il palazzo su cinque livelli del  Panch Mahal dallo stile  che richiama quello buddista su colonne  . Come una delle più grandi moschee indiane si erge la sontuosa Jama Masjid  edificata alla fondazione della cittadella nel 1571, rettangolare su una piattaforma sopraelevata  in arenaria rossa e marmo bianco decorato, dall’ampio cortile con quattro maestosi portali con a sud la monumentale Buland Darwaza  in arenaria rossa, splendidamente decorata  di marmo bianco e nero, le altre pareti da piastrelle smaltate, intagli, pietre intarsiate  e dipinti. Nel vasto cortile sempre animato da fedeli si erge Il mausoleo di  Salim Chishti con il sepolcro del venerato maestro Sufi completato nel 1581 dalle raffinate decorazioni ed incisioni. Nel suo eclettismo culturale  del Din-i Ilahi rivolto ad altre  religioni,  nel 1575 Akbar fece edificare la casa delle preghiere nell’ Ibadat Khana divenuto centro di studiosi , teologi e mistici delle varie fedi. Tra gli altri edifici  sorti durante il regno di Akbar la residenza del  suo fedele ministro Birbal , la decorata torre dell’ elefante nota come  Hiran Minar, la zecca imperiale Taksal, i palazzi che ospitavano i registri del Daftar Khana, la tesoreria Khazana, l’ officina reale Karkhana, i bagni  Hammam, i  Darogha  e Hakim  i con vari alloggi, oltre le stalle il grande  caravanserraglio che assieme agli altri continuano ad affascinare i visitatori .

Kanpur e Jhansi

Poco ad ovest l’ itinerario attraverso le antiche città, sontuosi palazzi e templi può continuare nel limitrofo  Rajasthan , mentre continuando nella regione centrale seguendo il corso del Gange si passa per la  grande città di  Kanpur fondata all’ inizio del XIX secolo che conserva i quartieri ed edifici di epoca coloniale, poco distante il mitologico sito che vide la nascita di Kusha e Lava figli di Rama sulla sponda destra  del sacro Gange ove è sorto il grande centro di pellegrinaggi a Bithur con i vari templi e Ashram animati dai fedeli. Scendendo nella storica region  del Bundelkhand , che si estende in gran parte nel limitrofo Madhya Pradesh,  dall’ antico centro di Balwant Naga  lungo Il fiume Pahuj  si è estesa la città di  Jhansi ove della sua storia  rimangono quartieri, edifici e templi, tra tutti  su un colle dal XI secolo  si erge la poderosa fortezza Ka Kila ampliata in epoca Moghul all’ inizio del XVII come la si trova e poco distante il palazzo  regale Rani Mahal edificato con analogo stile  nel XVIII secolo.

Allahabad

Continuando nel vasto e più popolato distretto di Prayagraj   sud orientale  dal II millennio a.C. vi sorsero alcuni centri più orientali durante  grande civiltà dell’ Indo,  ove i sacri fiumi Gange e Yamuna si incontrano con il corso del Sarasvati anch’esso celebrato nell’antica  mitologia induista  e venerata come  la santa  confluenza del Triveni ove Brahma celebrò il primo sacrificio yāga. Qui da un antico centro del I millennio a.C.  come  Prayaga ha percorso  i secoli successivi attraverso le varie dinastie  la storia di  Allahabad lasciando le sue memorie tra palazzi, monumenti, tempi e mausolei. Dal V secolo a.C. si diffuse il buddismo con la dinastia Vatsa  n fondando la  sua capitale che ha lasciato i suoi resti nel sito di  Kosambi con edifici e monasteri buddisti  sul fiume Yamuna, oltre altri resti dell’ antica  Kosambi ,recante uno degli editti dell’ imperatore Ashoka diffusore del buddismo, vi si  trovava anche il  Pilastro  di Allahabad In arenaria levigata e decorata  che in epoca Moghul  venne trasportato nel forte di Akbar in città ove si trova.  Dopo l’ indipendenza indiana l ‘antico centro fiorito in epoca Mughul si è estesa come una grande metropoli nella  città di Allahabad, seguendone la storia il suo più antico territorio  si stende  per lo storico quartiere orientale di Jhusi popolato fin dal neolitico divenendo centro della mitica dinastia lunare  di Somavamsa  poi  fiorito dal VI secolo a.C. lasciando i suoi resti sulla nel sito archeologico Pratisthan Pur di Jhunsi. Sulla sponda del fiume Yamuna verso la confluenza con il Gange durante il suo  regno nel 1583 venne edificato Il forte di  Akbar nel monumentale stile e decorazioni  e raffinato stile dell’ epoca, nei   pressi  sul fiume si erge Il  ghat di Saraswati. verso l’ animato  antico e grande  baazar.  Per il centrale quartiere di Chowk tra gli storici edifici in parte sorti in epoca coloniale venne  eretta la torre dell’ orologio Ghantaghr e nel 1887 fu fondata la grande  università di  Allahabad dagli edifici nel  tradizionale stile indo islamico. Nei pressi all’ epoca risale l’ apertura del vasto parco Chandrashekhar di Azad , tra i giardini con il memoriale dedicato a Chandra Shekhar Azad e quello alla regina Vitoria, ove si trova il grande edificio che ospita il museo  di Allahabad. Come memoriale del celebrato presidente indiano  Motilal Nehru rimane la monumentale residenze del Swaraj Bhavan con il museo,  continuando per la periferia sud occidentale immerso nei suoi giardini  si trova il mausoleo di Khusro Bagh completato nel 1605 con il sepolcro dello Shah Begum e la famiglia reale nel raffinato e monumentale stile Moghul.  Ogni dodici anni la città si anima di fedeli e pellegrini per le suggestive cerimonie nella grande festa del Kumbh Mela alla confluenza Triveni dei tre sacri fiumi come la più grande manifestazione religiosa al mondo che attira a milioni i devoti per i bagni di purificazione, processioni, meditazioni e tutti gli i vari rituali del Kumbha nel  digiuno vrata  con l’ unico pasto in comune mahaprasada  tra i  canti devozionali  kirtan, le riunioni religiose  pravachan sulle dottrine Shastrarth,  oltre le rappresentazioni  Kalagram delle  varie arti induiste indiane, i sermoni spirituali dei monaci e le pratiche yoga.  Lasciata la città ad ovest lungo il Gange si trova la città medioevale di Kara a lungo centro di pellegrinaggi per il venerato tempio di Shitala Devi poi capitale regionale durante il Sultanato di Delhi e ne rimangono le memorie  nel forte di Jaichand, i vari templi, mausolei e la moschea Jama Masjid, sulla  via per Lucknow ove per la mitologia  Rama attraversò il Gange  sorse un centro che ha lasciato i suoi resti nel sito di Shringverpur.

Lucknow

Nella storica regione centrale dell’Awadh per l’ epica induista e i sacri testi dei Purana sorse il regno fondato dalla mitica dinastia solare Sūryavaṁśa  di Ikshvalu che generà Rama, e il fratello  Lakshmana  sulle sponde del sacro fiume Gomti fondò  Lakshmanpurm, oltre il mito  storicamente da quell’ antico centro sorse la città di Lucknow che dal medioevo, attraverso i vari domini imperiali fino alla  colonia britannica percorse la storia dell’ Awadh , dopo l’ indipendenza nel 1947 si estese d sulle sponde del fiume nella grande metropoli di Lucknow, conservando nelle tradizioni e costumi  il sincretismo culturale induista ed islamico  Ganga Jamuni del Tehzeeb. Del suo passato per il centro e lungo il fiume Gomti   rimangono vari luoghi storici di Lucknow nei i vecchi quartieri  edifici, palazzi, mausolei e baaza , tra tutti da riscoprire in affascinanti itinerari i numerosi edifici degli Imambara, ove tradizionalmente nei Majlis si riunivano le comunità islamiche della dottrina Shia per le cerimonie, le pratiche religiose e le processioni dell’ Azadari. Alcuni  ospitano mausolei e moschee e dal  XVIII secolo  vi sorsero sontuosi palazzi ed  nel centro storico in gran parte durante il regno vassallo di Asaf-ud-Daula nel locale stile indo  islamico e Moghul. Al centro  storico si accede dalla monumentale porta turca del Rumi Darwaza  completata nel 1784 con la vicina moschea Teele Wali Masjid, adiacente  allo stesso periodo risale l’ Imbabara di Bara con i  due monumentali  portali che accedono al grande edificio centrale da dove diramano gli altri, la grande moschea Asfi, il sepolcro di Asaf ud-Daula ,  i padiglioni del labirinto  Bhul-bhulaiya  e il pozzo con gradinate Bowli. Sulla via Rana Pratap si trova il vicino Imbabara di Shah Najaf che tra i suoi edifici ospita il mausoleo  di  Ghazi-ud-Din Haidar, nei pressi si apre  il vecchio  e grande baazar di Hazratganj con il suo animato mercato che si è esteso con i vari edifici che ospitano ristoranti, cafè, teatri ed uffici, simile all’ altro e più esteso antico baazar di Aminabad.  Continuando per il quartiere di Chow sulla via  Maulana Kalbe Hussain tra gli altri Imambara venne edificato il Ghufran Ma’ab nel 1790, divenuto il più frequentato dai fedeli sciiti nelle riunioni del Majlis per celebrare il sacro mese del Muharram .Oltre gli altri palazzi e residenze sorte in epoca coloniale sulla sponda del fiume Gomti all’ inizio del XIX secolo venne edificato il Chattar Manzil come residenza dei governatori.

Ayodhya

Lasciata  Lucknow ad est  nel distretto di Faizabad  sulle sponde del sacro fiume Sarayu , ove per la mitologia induista nacque Rama, sorse l’ antico centro di Sàketa  che dal VII secolo a.C., divenne capitale del regno di Kosala, negli antichi testi gli epici Ramayana e Mahabharata identifica con la  leggendaria città di Ayodhya. Storicamente in epoca Gupta da IV a.C. l’ antica Sàketa divenne un fiorente centro sul fiume che venne chiamato come quello leggendario che percorse la storia della regione attraverso le varie dinastie fino ad epoca recente come la si trova  estesa nella città di  Ayodhya. Divenuta un grande centri di pellegrinaggi con i vari templi che diramano dall’  antico sito di Janmabhoomi che ha lasciato i suoi resti sulle rive del Sarayu sul mitico luogo che vide la nascita di Rama, nel XVI secolo vi sorse la moschea di Babri , dalla controversa demolizione nel 1992  per edificarvi  il grande e venerato santuario induista di Ram  frequentato da fedeli e pellegrini che per tradizione devono prima sostare al non distante tempio di  Garhi consacrato ad Hanuman ove si celebra la nascita di Rama assieme al Ram Mandir e gli  altri templi  di Nageshwar Nath e Ramkot ogni anno nella grande festa del  Navami.  con le suggestive cerimonie e rituali.  .Tra gli altri templi, santuari e siti storici di Ayodhya, nello stile e decorazioni tradizionali della regione si trovano il Treta-ke-Thakur di Kaleram e il  Nageshwarnath , oltre il  mausoleo di Smarak Bhawan consacrato al venerato maestro  Goswami Tulsidas,  nel quartiere di Santuari si trova il più grande  tra i santuari consacrati la Jainismo, nel più raffinato  stile Awadhi Il mausoleo con il sepolcro di Unmatuzzohra consorte del sovrano  Shuja-ud-Daula. Seguendo gli animati  ghat  con i padiglioni sul sacro fiume Sarayu ove  i fedeli si immergono per i bagni rituali. nei pressi del Naya si trova tempio in stile  Dinamalar  di Raghunayaka  consacrato alla dea Sita e continuando dal 2016 si erge il memoriale della regina buddista coreana Heo Hwang-ok regnante nel XIII secolo che la tradizione locale vuole sia stata di origine indiana.

Kushinagar

Nel suo distretto all’ estremità nord orientale dell’Uttar Pradesh l’antico centro di Kusavati  dal VI secolo a.C. fu capitale del Malla tra i sedici stati del Mahajanapa, durante l’ impero Maurya nel III secolo a.C. divenne un centro nella diffusione del buddismo  seguendo poi la storia della regione con i successivi domini imperiali fino  al XIX secolo in epoca coloniale  estesa nella città di  Kushinagar. Tradizione vuole  che Buddha nella sua prima incarnazione  come  Gautama qui lasciò la sua vita terrena ed è considerato tra i più sacri centri di pellegrinaggi con l’antico sacrario del V secolo  che contiene l’antica e venerata grande  statua distesa dell’ Illuminato  nella posizione di passaggio al Nirvana, nel 1958  vi venne edificato lo stupa Parinirvana  per commemorare il  XXV secolo dal Mahaparinivana e la sua dipartita. Dell’antico sito rimangono i resti di Vihara e Chaitya sorti dal III secolo a.C. e per tutto il periodo Maurya, altri nel successivo Gupta fino al V secolo d.C. , tra gli altri il santuario  Mata Kunwar con la venerata immagine del  Buddha  nel mudra del Bhumi Sparsha che tocca la terra sotto l’ albero del  Bodhi risalente al X secolo, circondato da un parco  lo stupa Rambhar sorto ove Gautama fu cremato e le reliquie divise in otto parti. I templi più recenti sono stati edificati dai diversi consigli buddisti  thailandesi,  cinesi e giapponesi nel loro stile e decorazioni tradizionali  e poco distante a Turkpatti al V secolo risale il più antico tempio  del Sole ove sorge una pagoda in stile birmano così chiamato per le due preziose  statue della  divinità solare Surya in pietra nera Neelmani.

Varanasi

Nel distretto  di Varanasi sud orientale attraversato dal sacro fiume Gange dalla sua fondazione  nel VI secolo a.C. si estese il fiorente  regno di Kashi come uno dei sedici Mahajanapada e da un antico centro sulle sponde del fiume all’ epoca risale la fondazione di  Benares  divenuta la più venerata città santa sacra all’ Induismo, nel  528 a.C.  vi giunse Siddhārtha Gautama e nel parco dei cervi Mrigadava  nella vicina  Sarnath tenne il suo primo celebre sermone ai discepoli recitando  il  Sūtra  del Dharmachkra, fondando la dottrina che da qui si diffuse come la grande tradizione Buddismo. Dalla mitologia hindu che la vuole fondata da divinità al più antico periodo  e quello medioevale la lunga storia di Varanasi  ha percorso i secoli estesa con quartieri e venerati templi durante le varie dinastie imperiali indiane dominanti l’ Uttar Pradesh e le regioni limitrofe. Dal XVI secolo continuò ad estendersi rimanendo  grande centro di pellegrinaggi, mentre assieme ai più antichi templi hindù e buddisti ne sorsero anche islamici, dal 1737 come regno di Benares e poi  stato principesco durante il periodo coloniale britannico fino all’ all’indipendenza indiana  nel 1947. Del suo passato rimangono gli antichi e maestosi templi induisti di Varanasi venerati da secoli, così come da fedeli e pellegrini sono animati  per preghiere e i rituali bagni nel sacro fiume  gli edifici dei monumentali Ghat sul Gange con alcuni riservate alle cremazioni nelle cerimonie funebri. Il più celebre venne edificato alla fine del XVIII secolo come maestoso  il Ghat di  Dashashwamedh animato da fedeli e pellegrini al tramonto per le offerte e i riti Nel suggestivo Ganga Aarti,  Sulla sponda occidentale del sacro fiume consacrato a Shiva si erge il  maestoso tempio di Vishwanath , ricostruito varie volte fino al 1780 come lo si trova dalle cupole che splendono dorate  tra i santuari delle altre divinità, come uno dei più venerati templi induisti frequentato da fedeli e pellegrini.   Alla manifestazione di Paravati consacrato il vicino tempio di Annapurna edificato nel 1729 e continuando lungo il Gange con il suo santuario si trova il più antico  Ghat di Manikarnika tra i più sacri per le cerimonie funebri e le cremazioni sul fiume. Poco distante all’ inizio del XIX secolo sovrano nepalese Rana Bahadur Shah fece costruire Il Ghat di Lalita  con i sui edifici sul Gange ove alla divinità manifestazione di Paravati venne consacrato il tempio  Lalita Gauri completato nel 1804 e nello   allo steso periodo consacrato a Shiva dallo stile tradizionale nepalese a pagoda il tempio  di  Kanthwala  in legno intagliato simile a quelli di Pashupatinath a Kathmandu. Vicino ai sacri luoghi per le cremazioni di Manikarnika all’ emanazione di Paravati è consacrato il venerato tempio di  Vishalakshi dagli interni finemente decorati con le raffigurazioni della dea Viśālākshī e altre divinità ove i fedeli ad agosto si radunano nelle suggestive cerimonie  Kajali Tij e in autunno in quelle  celebrate nella grande festa del Navaratri dedicate alle nove manifestazioni di Durga che culminano nelle suggestive cerimonie rituali  del Dasara  con le processioni sul fiume recanti le effigi delle divinità tra musica e canti per poi immergerle nelle sacre acque. Alle cremazioni e anche dedicato il vicino Ghat di Scindia completato nel 1830 da dove diramano gli animati vicoli del Siddha Kshetra,  sul Ghat di Sankata aperto nel XVIII secolo si trova  l’ unico tempio di Sankata Devi consacrato alla dea invocata con preghiere ed offerte dai fedeli per scongiurare i pericoli. lungo il Gange si continua per agli altri sempre animati Ghat di Assi, Raj , Maan-Mandi e Bachraj con i loro templi e le scalinate su fiume ove si radunano i fedeli per i bagni di purificazione, offerte e  gli antichi riti funebri Antyeshti  completati dalle cremazioni. Lasciando il fiume  sulla Visheshar Ganj  si trova il Il tempio Kaal Bhairav edificato nel XVIII secolo  cosacrato alla feroce e temuta manifestazione di Shiva  come il terribile Bhairava , continuando nel quartiere  su più antichi santuari contenuti all’ interno allo stesso periodo risale il tempio  di  Mrityunjay, consacrato alla manifestazione di Shiva come divinità della medicina Dhanvantari venerata dai devoti che lo invocano con i rituali del Mrityunjay paath. Nei pressi dell’ Università Hindu di Banaras, edificata nel  1916 in stile indo vittoriano,  con la sua alta e candida guglia si erge il grande tempio di Vishwanath , ricostruito più volte con il nuovo completato nel 1966 mantenendo parte dello stile tradizionale, con nove santuari, come simbolo della rinascita culturale è aperto a tutte le caste e  le altre religioni. Per lo storico quartiere di Bhelupur  più a sud nel XVIII secolo è stato edificato il tempio di Tilbhandeshwar, ove venne redatto il poema epico  Ramcharitmana dal venerato maestro  di Benares Tulsidas  nel 1964   consacrato a Rama è stato completato il tempio di  Tulsi, continuando a sud per la via Sankat Mochan alla dea distruttrice e della forza  è consacrato il tempio di Durga  del XVII secolo e  dalle pareti rosse  tra vari sikhara  collegati tra loro e gli interni finemente decorati. Oltre il  palazzo reale  di Vijayanagaram del XVIII secolo e gli edifici di Vijay Nagar,  il quartiere ospita il i tempio di Parshvanath legato all’ antica tradizione religiosa jainista  e  sorto  per celebrare uno dei suoi grandi maestri. Tra i più recenti santuari non legati alle  altre più diffuse religioni, per i fedeli dalla setta Ramdasia derivata dalla tradizione  Sikh , nel 1965  è stato edificato il tempio Janam Asthan come venerato  centro di pellegrinaggio. All’epoca medioevale e Moghul risalgono i santuari islamici  e moschee  di Benares  , tra le  varie ove sorgeva il più  antico tempio di Vishweshwar demolito  nel 1669, venne edificata la moschea di Gyanvapi in stile Moghul, nello stesso periodo sopra il Ghat di Panchganga  sul Gange sorse l’ altra  monumentale moschea di Alamgir con grandi cupole e alti minareti in stile indo islamico. Poco fuori dalla città vicino confluenza del Gange con il fiume Varuna fedeli e pellegrini buddisti animano Sarnath   nella storica  Isipatana  tra i resti dei più antichi templi e monasteri assieme ai più recenti che si stendono nel  venerato sito di Sarnath , prezioso scrigno di gran parte  dell’ arte buddista indiana dagli edifici  che diramano dal grande stupa di Dhamek edificato nel V secolo d.C. su uno più antico. Sacro alla tradizione Jainista  e non distante nel 1824 fu edificato il tempio di Tirth nel villaggio di Singhpuri, mentre allo stesso periodo  del  Dhamek risale l’ altro venerato  stupa di  Chaukhandi eretto ove Buddha radunò i primi discepoli,  non distante sorgeva il grande e più antico stupa di Dharmarajika che ha lasciato pochi resti. Nel 1931  su un più antico sito fu completato il venerato Vihara di Mulagandhakuti ove durante l’ impero di Ashoka venne eretto uno dei pilatri con i suoi editti con il capitello dei leoni di Ashoka divenuto simbolo dell’ India, come  gran parte dei reperti ospitato nel museo archeologico di Sarnath , tra gli altri al V secolo d.C. di epoca Gupta risale la celebre statua del Buddha nel mudra  Dharmachakra Pravartana.

Dalle suggestioni dell’ antica Benares si continua seguendo il corso del sacro Gange per l’altra storica città di Patna da ove proseguire un affascinante itinerario per le città,  gli antichi centri induisti e buddisti, templi e monasteri del limitrofo Bihar.


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