India

Orissa

Con la costa affacciata sul golfo del Bengala l’antica Orissa ribattezzata Odisha si stende tra il  Chhattisgarh ad ovest,  all’estremità sud occidentale  l’ Andhra  Pradesh  e parte del nuovo stato che se ne è separato come   Telangana , a nord  est un lembo del Jharkhand e il territorio occidentale   Bengala , al centro di culture e tradizioni che ne hanno percorso la storia.

Storica Orissa

La lunga storia dell’ Orissa ha inizio nel II millennio a.C., alla fine della civiltà dell’ Indo e la grande migrazione dei popoli indoariani con   la  prima cultura Vedica fondamento dell’ Induismo, mentre  popolazioni locali si rifugiarono tra rilievi e foreste, antenate di alcune tribù nel Madhya,  tra le limitrofe regioni centrali e il Chhattisgarh  ,  mentre in gran parte rimangono depositarie dell’antica cultura  in Orissa. Assieme al territorio nord orientale dell’Andhra Pradesh fu parte dell’ antica regione Kalinga costiera estesa al  Chhattisgarh e al Bengala sudoccidentale che prese nome dalla popolazione. descritta nell’ epica del Mahabharata  e che ha lasciato i resti della sua capitale fortificata nel sito di Sisupalgarh nei pressi di Bhubaneswar fiorita dal IV secolo a.C. Fin dall’ antichità ha avuto  anche un’ intensa storia marittima dell’ Orissa per la sua costa affacciata sul  golfo del Bengala dai secolari commerci  con i regni che si sono succeduti nell’ India meridionale e Ceylon, le regioni tra la Birmani e Cambogia  sulle coste dell’  Indocina , la penisola Malese, Giava e le isole indonesiane fino a Bali nell’ Asia sud orientale e dal medioevo sulla via della seta marittima con le dinastie imperiali della  Cina. Alla fine del IV secolo a.C. entrò nei domini sud orientali  dell’ impero  Nanda e nel secolo successivo  invasa dal potente impero Maurya  dopo la guerra Kalinga del  261 a.C. e l’ espansione dell’ impero il sovrano  Ashoka divenne grande diffusore del buddismo nel vasto impero. Dopo il declino Maurya  nel I secolo d.C. fu nel regno fondato dal sovrano Kharavela della dinastia Mahameghavahana restandovi per i tre successivi fino all’ espansione del grande impero Gupta nel IV secolo. Con il suo ritiro la regione  fu governata da diverse dinastie locali,  parte del territorio noto come Kongoda– fu governato dalla  Shailodbhava  dal VI  all’ VIII secolo, poi nel  regno Toshala della dinastia Bhauma di Kara  ove convivevano buddismo e induismo shivaita fino al X secolo quando si impose il dominio della Keshari di Somavamshi. Nel 1021 il loro regno fu invaso  dal potente impero Chola che ne prese la capitale Yayatinagara,   parte del territorio  poi fu  ancora invaso, della dinastia Paramara di Malwa di tradizione induista shivaita  edificandone diversi templi e infine dai  Kalachuri di Tripuri . Nonostante le invasioni e conflitti Il regno Somavamshi continuò a governare la regione fondato sull’ induismo nell’ antica tradizione del  brahmanesimo edificano nuovi templi e restaurando i più antichi a Bhubaneswar che divenne grande centro religioso e culturale nella regione. All’ inizio del XII secolo il territorio occidentale fu conquistato dai Kalachuri di  Ratnapura ed il resto dall’ espansione del regno dinastico dei Ganga orientale dominando poi l’ intera regione fino al XV secolo quando vi fu l’ espansione dell’  Impero  Gajapati. Nel 1512 fu invasa dal regno meridionale del Karnataka divenuto il potente impero  Vijayanagara e dal 1541 per un ventennio si impose la dinastia Yaduvaṃśa di Bhoi con il regno poi divenuto vassallo del vasto impero islamico Moghul fino all’inizio del XVIII secolo quando tornò per poco indipendente entrando poi nei  territori dell’ impero Maratha mentre iniziava ad espandersi il dominio commerciale della potente compagnia britannica East India su tutte le regioni indiane che nel secolo successivo divennero colonia dell’ impero anglo indiano British Raj fino all’ indipendenza. Nel 1947 fu proclamato il nuovo stato dell’ Orissa  spostando la capitale a a Bhubaneswar e dopo il conferimento  come lingua ufficiale l’ Orya  nel 2014  è stato ribattezzato  Odisha dal territorio  con trenta divisioni amministrative settentrionali, centrali e meridionali  nei distretti  Odisha tra ambienti naturali , città, centri e villaggi che conservato parte dell’ antica storia e cultura.

Territorio

Il territorio dell’ Odisha si stende per la regione centro orientale affacciata sul vasto golfo del Bengala ad est, il territorio occidentale lungo i confini con lo stato del Chhattisgarh fino all’ estremità settentrionale con parte del territorio esteso dal  Jharkhand lungo i rilievi  e la regione sud occidentale del  Bengala indiano,  mentre i si stendono lungo

Axishirsch im Bandhavgarh Nationalpark in Indien

l’  Andhra Pradesh  i confini meridional . All’ interno si  innalzano  colli e rilievi  dell’ Odisha  centrali e settentrionali verso le  pianure costiere Utkal nel variegato territorio  ove scorrono i vari fiumi  in gran parte  ad est che spesso precipitano in suggestive  cascate  per poi  sfociare nel golfo del Bengala. Tra i maggiori dal limitrofo  Chhattisgarh giunge il fiume il  Mahanadi  e nei pressi di  Sonepur oltre all’ Ong vi confluisce il suo più grande affluente Tel, nell’altopiano  del Chota Nagpur nasce il grande fiume Brahmani scorrendo ad est per sfociare nel Golfo del Benagala  con il vasto delta ove confluiscono il Mahanadi e Baitarani. Nel settentrionale distretto  di  Mayurbhanj il  Budhabalanga  sgorga dalle sue sorgenti tra i colli  Similipal attraversando il territorio protetto dal parco  del  Simlipal popolato dalla ricca fauna endemica, nel distretto  centrale  Kandhamal  scorre il Rushikulya. Dal  Bengala occidentale attraverso il Jharkhand  il più settentrionale Subarnarekha , mentre ha le sue sorgenti tra i colli del  Guptaganga Il sacro fiume Baitarani venerato dalla mitologia induista  vi sorge anche il Baitarani con il corso superiore che scorre a verso la costa ove si apre il suo delta.  Tra le lagune costiere e i diversi  laghi nel distretto di Cuttack , lungo la sponda sinistra del fiume Mahanadi splende l’ Anshupa popolato da diverse specie di uccelli migratori, così come il lago Kanjia. Sulla costa centrale si apre l’ ampia laguna di Chilika in un suggestivo ambiente che ospita l’ endemica ricca flora  e  Fauna con una gran varietà di uccelli che hanno la loro riserva nell’ isola di Nalbana.

Parchi e riserve

Le lussureggianti foreste dell’ Orissa  si stendono nelle regioni meridionale e occidentale, ove si concentrano le numerose specie anche endemiche della ricca  flora e fauna oltre quelle che popolano le pianure  costiere, in parte protette dai parchi nazionali e le riserve dell’ Odisha per un suggestivo itinerario naturalistico. Tra i vari nel distretto di Kendujhar settentrionale ove si allunga parte del vasto altopiano Chota Nagpu  attraversato dal fiume Salandi ,si trova la riserva faunistica di Hadgarh,  lungo il confine con Chhattisgar il distretto nord occidentale di Bargarh  tra la pianura e i rilievi  parte del territorio è protetto dalla  riserva faunistica del  Debrigarh popolato da una cinquantina di pecie tra rettili ed anfibi, numerose  di pesci,  insetti e farfalle,  duecento di uccelli e oltre quaranta di mammiferi. Tra i colli nel distretto centro settentrionale di Angul, il fiume Mahanadi attraversa una lunga gola ove si trova la riserva della tigre di Satkosia che ,oltre che dalle maestose tigri del Bengala, tra le varie specie endemiche ospita pitoni, coccodrilli, cervi, orsi bradipo, elefanti, e leopardi indiani come nella riserva di Baisipalli adiacente. Nel limitrofo distretto più orientale di  Cuttack sugli altopiani di Khurdha la foresta anch’ essa popolata da fauna endemica e una gran concentrazione di elefanti  è  protetta dalla riserva di Chandaka, continuando poco a sud lungo il limitrofo distretto orientale di Nuapada, parte del territorio con Il vasto altopiano tra vallate percorse da fiumi che precipitano in spettacolari i cascate , si trova il parco di  Sunabeda anch’ esso dalla ricca fauna oltre la riserva della tigre. Nel centro meridionale distretto di  Kalahandi, da sud  si allunga il vasto territorio delle foreste umide del Deccan orientale, qui protetto dalla riserva faunistica  di  Karlapat popolata da diverse specie endemiche di rettili, uccelli, cervi, tigri del Bengala e leopardi indiani. Scendendo per il distretto costiero centro orientale di Ganjam , nella suggestiva valle  dalla ricca flora si trova  la riserva faunistica del Lakhari. Ove si aprono i delta dei fiumi  Brahmani e Baitarani  si stende la foresta di mangrovie del Bhitarkanika protetta dall’ omonimo parco nazionale di Bhitarkanika con varie  specie di rettili,  coccodrilli e molte varie di uccelli stanziali, oltre  il santuario della tartaruga marina verde che  nidifica nella vasta spiaggia con la riserva marina di  Gahirmatha.

Popoli e cultura

Il popolo Oriya  stato protagonista nella lunga storia  dell’ antica  regione  Kalinga, legato da storia, tradizioni, costumi e  lingua Oriya di origine indo ariana espressa  nella scrittura  Odia che per oltre due millenni  ha redatto i testi della letteratura  Odia fino alla recente come uno dei fondamenti della cultura in  Orissa assieme all’architettura, arte, musica e danze, tradizioni religiose e popolari. L’ antico testo sanscrito del Natya Shastra sulle arti, musica e danze ne ispira le più tradizionali,  la classica musica  Odissi devozionale  oṛiśī sangīta,  eseguita con vari strumenti tradizionali, per secoli rituale nel tempio di Jagannath a Puri, anch’essa devozionale ne deriva la musica buddista Charyapada. Le musiche  accompagnano sempre diverse danze nei costumi tradizionali, tra le varie la più classica Orissi prevalentemente femminile che rappresenta storie religiose e mitologiche con i movimenti Abhinaya e le varie posizioni ispirate dalle rappresentazioni artistiche Tribhanga. Diffusa nelle feste  in primavera per il Chaitra Parva, la danza Chhau prende nome dalle suggestive ed elaborate maschere Chhau di  personaggi mitologici eseguita anche con pratiche di arti marziali  e come Purulia Chhau nella la festa del sole. Nelle cerimonie della grande festa del Nuakhai per il nuovo raccolto delle si celebrano con la danza Dalkhai rappresentando le epiche vicende del Ramayana e Mahabharata. Musica e danze accompagnano anche le tradizionali rappresentazioni teatrali come il Dhanu Jatra che narra la mitologia legata a  Krishna,  la Danda Nata  viene celebrata da  processioni e danze nei costumi tradizionali,  riferita all’ eroe mitico narrato nel Mahabharata la popolare danza Ghumura  diffusa nella regione centro meridionale del Kalahandi.  L’ acrobatica Gotipua  dei giovani in onore delle divinità Krishna e Jagannath, diffusa da Puri nel villaggio di  Raghurajpur ove si celebra la grande festa della primavera Basant Utsav, Il villaggiò è anche un centro della grande arte  Pattachitra nei raffinati dipinti dai temi mitologici,  derivata dalla pittura Pata nata  nel XII secolo dagli artisti del tempio di Jagannath, diffusa  nei tre stili Chitra , come  Pata Chitra nei dipinti su stoffa, gli affreschi murali Bhitti Chitra e  sulle foglie di palma Tala, a Puri  i temi dell’ arte Patta ispirano le tradizionali  sculture di sabbia che raffigurano divinità assieme a mitologia  e storie epiche.   Diffusa la tessitura di  stoffe colorate con figure  di animali, uccelli, fiori, i pregiati   sari femminili  e altri abiti tradizionali dai colori rosso, giallo e il nero con vari disegni ricamati e piccoli specchi, tra gli altri prodotti artigianali il più raffinato è la filigrana d’argento tarakasi che ha i suoi centri a  Cuttack e i villaggi  vicini , i sottili filamenti di argento sono poi adoperati  in diversi disegni anch’ essi ispirati in parte all’arte Patta.

Religioni

Le tradizionali religioni dell’ India Induismo, buddismo e Jainismo hanno percorso la lunga  storia dell’ Orissa, dopo la guerra e la  conquista della regione  Kalinga dell’ impero Maurya, dal II secolo a.C. anche qui si diffuse il buddismo con il sovrano  Ashoka edificando monasteri, templi e stupa. Con la rifondazione del regno Kalinga  del sovrano  Kharavela nel I secolo a.C. si diffuse in parte anche il Jainismo e solo nell’ VIII secolo con il filosofo e religioso Shankara vi fu la grande rinascita dell’ induismo e la fondazione di quattro monasteri  matha . Divenuti centri  per la diffusione nella regione dell’ antica  scuola Advaita del Vedanta che concepisce il mondo come i apparenza fondata sull’ avidya, mera esperienza che genera la non sconoscenza e la sovrapposta illusione adhyāsa  e solo riconoscendola  si può cercare la liberazione   moksha per l’acquisizione vera identità come nell’ apprendimento  vidyā  per la  conoscenza.  Come uno dei quattro Char Dham più sacri all’ induismo in India  e centro di pellegrinaggi venne proclamata la città con i templi di Puri, mentre dalla fine del VII per tutto il medioevo nei vari territori sorsero i grandi e monumentali templi dell’Orissa. Oltre le più antiche tradizioni induiste sono sorte diverse locali e nuove sette religiose,   nel XII secolo il poeta Jayadeva fu il primo diffusore del culto alla dea di Radha consorte divina di Krishna con il suo  poema epico Gita Govinda , tra i fondamenti della scuola induista che nel medioevo  ha ispirato il  movimento  riformista Bhakti, mentre la diffusione degli antichi testi in  lingua Orya si deve al letterato e poeta Sarala Das nel XV secolo che tradusse il Mahabharata , i Chandi Purana e una nuova versione dell’altro  epico  Ramayana. La fede nell’ unica divinità suprema Parambrahma è predicata dalla  setta Mahima del Dharma fondata nel XIX secolo dal guru e asceta  Mahima Swamy e diffusa dal filosofo  Bhima Bhoi fondatore del  popolare movimento ascetico Satya  . Oltre la grande predominanza induista  una ridotta minoranza rimane legata alle tradizioni buddista e Jainista, poco meno del tre per cento della popolazione è convertita al  cristianesimo nell’  Odisha in parte tra alcune comunità tribali,  mentre in una percentuale di poco inferiore nelle città e centri costieri si trovano le diverse comunità islamiche  Odia discendenti dalla prima diffusione  da mercanti musulmani e  in epoca Moghul, oltre che da immigrati da altre regioni in epoche recenti.

Feste cerimonie

Musiche e danze nei costumi tradizionali accompagnano le grandi feste religiose e le più diffuse  cerimonie popolari come quelle del  matrimonio induista Odia con gli sposi nei costumi tradizionali celebrato con le diverse cerimonie delle ritualità  Oriya matrimoniali. Tra le varie feste religiosi e popolari dell’  Odisha che scandiscono i mesi dell’anno  e comuni alla altre regioni indiane, con le cerimonie della  Saraswati Puja in si celebra a ferraio la festa del  Vasant Panchami annunciando la primavera,  poco dopo consacrata a Shiva la Mahashivaratri con le donne sposate pregano per i mariti e le nubili  per trovarne, venerando la divinità nei suoi templi con offerte. Ad agosto il Chaturthi di Ganesh celebra la divinità dalle sembianze di elefante  e quando terminano i monsoni a settembre si celebra la festa dei raccolti con la Kumar Purnima consacrata  alle coppie divine e la luna nel suo primo giorno pieno nel mese  Ashvin con le ragazze nubili che  con la cerimonia kumara invocano  un adeguato coniuge  tra rappresentazioni e danze. Alla fine di settembre si celebra la Durga Puja nel templi  PItha Shakti consacrati alla dea con i  lunghi e suggestivi rituali della Puja tra processioni , canti e danze devozionali, seguiti ad ottobre   da quelli della  Kali Puja per una settimana culminando nella grande processione con l’ immagine della dea Kali e la cerimonia della sua immersione  in un sacro fiume, lago o mare  vicino. Tra le feste cerimoniali proprie dell’ Orissa,  consacrato alla divinità Jagannath si celebra il Ratha Yatra con le cerimonie più suggestive nella sua città santa quando viene portata il processione accompagnata da musiche e danze nei costumi tradizionali la sua immagine dal tempio  Jagannath di Puri. Il giorno della luna piena a novembre la grande festa Purnima del  Kartik sacra anche al Jainismo celebrando il mito delle tre città del Tripura che  furono distrutte dalla divinità di Tripurantaka emanazione di  Shiva  diffusa in diverse regioni indiane. In Orissa celebrato come  Boita Bandana con i fedeli che si radunano sulle sponde di fiumi, laghi o sul mare per immergere miniature di imbarcazioni decorate e recanti lampade diya con rituali che ricordano  i viaggi dei navigatori e mercanti  Sadhabas  dell’ antico regno Kalinga, poco dopo   le famiglie invocano la prosperità per il primogenito con le ritualità del    .Nelle regioni centrali ed occidentali si celebra il mito della dea  Lakshmi con le cerimonie del  Gajalakshmi, alla fine dell’ estate il nuovo raccolto nelle risaie è celebrato nell’ antica la festa agricola Navakhai  con offerte alle divinità culminando nei rituali dei nove colori Nuakhai. Il mitico matrimonio di Shiva con  Parvati viene celebrato con le processioni dei carri  decorati  e le cerimonie Kanyadana nella festa  Sitalsasthi , oltre varie feste cerimoniali ed eventi popolari la storica città centro occidentale di Bargarh, ospita  le rappresentazioni delle mitologiche storie di i Krishna nello spettacolare Dhanu Jatra. Tra le altre feste cerimoniali nella regione costiera  per tre giorni si celebra la Raja , quando inizia  la stagione monsonica  in estate con le cerimonie Rajaparba,  gli antenati navigatori sulle rotte verso l’ Indonesia e l’ isola di Bali  a novembre sono celebrati  nella festa e la grande fiera del Balijatra.

Koraput e Kalahandi

Dal territorio del Bastar nel  Chhattisgarh sud orientale,  si stende il distretto meridionale di Koraput tra i rilievi coperti dai foreste ove al IV secolo risalgono i  cinque templi jainisti di Subai nel tradizionale stile Kalinga  decorato con pregevoli immagini dei venerati tīrthaṅkara e spiriti della natura Yakshini .Da un centro del XVII secolo si è stesa la città di Jeypore che conserva edifici ed alcuni tempi, tra tutti lungo il fiume fiume Kolab  il tempio rupestre di  Gupteswar consacrato  a Shiva  con il venerato e grande Shivalingam. Il distretto di Kalahandi, fu tra i più popolato in epoca preistorica , lasciando i suoi resti  nel sito di Gudahandi con  grotte dai dipinti rupestri nei pressi dell’ antico villaggio di Ampani , alla fine del IV secolo a.C. quelli della  cittadella nel sito di  Asurgarh   All’ epoca è iniziata la storia antica del  Kantara come era noto nelle descrizioni del Mahabharata,  lasciando numerosi centri e siti, poi nei vari regni dinastici  nella lunga storia Kalahandi fino al XIV secolo  quando il territorio fu riunificato nel regno Nagavamsi divenuto poi il principato  Karond  durante l’ epoca coloniale britannica fino all’ indipendenza indiana nel 1948. Parte del territorio è protetto dalla riserva  Karlapat dalla  fauna endemica ove precipitano le suggestive  cascate  Phurlijharan e non distante come centro culturale  la città di Bhawanipatna  ospita vari santuari e templi induisti, tra gli altri il più recente e venerato Manikeshwari consacrato alla dea protettrice della regione ove si concentrano fedeli e pellegrini per le cerimonie della grande festa annuale del Chatar jatra.

Balangir

Risalendo poco a nord ove si allunga la catena dei monti  Gandhamardan si stende  Il distretto di Balangir , anch’ esso dalla lunga e simile storia del Kalahandi  come parte dell’ antica regione  Dakshina  , fu governato dalle  varie dinastie induiste del  Balangi fino al medioevo, dalla cultura continuata nei secoli successivi  lasciando i centri, siti storici e i  templi nel Balangir . Tra gli altri,  come uno dei e venerati santuari delle  64 Yogini manifestazioni di Parvati e maestre tantriche, nel sito di Ranipur Jharial edificato alla fine del IX secolo , rimangono il resti del  più grande tempio circolare Chausath con il santuario che ospita la figura di Shiva danzante  Nateshwar e vicino la divinità Chamunda  da dove diramano i resti circolari del santuario Yogini dalle mura finemente scolpite che le raffigurano. Tra i colli Gandhamardan Il tempio  di  Harishankar consacrato a Shiva e  Vishnu  all’inizio del XV secolo nel tardo  stile Kalinga,  dello stesso periodo e stile nel vicino territorio del Bargarh il tempio di  Nrusinghanath consacrato a Narasiṃha  come avatar di Vishnu.

Sambalpur

Dal Chhattisgarh orientale  si allunga il territorio nord occidentale con il  distretto di Sundergarh   che prende nome dalla storica città a lungo capitale del principato di Gangpur fino all’ indipendenza nel 1948, non distante da un primo centro del secolo scorso si è estesa  la  grande città di Rourkela  con diversi templi recenti, parchi e il giardino Vatika dedicato alla divinità Hanuman ove troneggia la sua alta ed imponente  statua. Nel limitrofo distretto  di Sambalpur il corso del fiume Mahanadi è sbarrato dalla grande diga Hirakud formando un vasto lago in un suggestivo ambiente popolato da molte specie di uccelli migratori, non distante sulle sue sponde fu fondata l’ antica Sambalak  fiorita dall’ antichità nella storica regione  Hirakhanda,  ove oltre l’ induismo predominante si diffuse il  Buddismo di scuola Mahayana tantrica integrata alle tradizioni hindu con l’ introduzione dei testi Kalachakra, dal XVI secolo per i tre successivi fu capitale del regno di Hirakhand  fino all’annessione britannica, dopo l’ indipendenza indiana estesa nella grande città di Sambalpur. Per la sua lunga storia depositaria di antiche tradizioni religiose e popolari, costumi, musica e  danze che hanno modellato la cultura di Sambalpuri espressa anche nelle grandi e feste cerimoniali. Tra le altre alla fine dell’ estate per celebrare il raccolto si tiene la più suggestiva del  Nuakhai, tra danze, processioni, offerte e riti, qui  è nata l’ altra grande festa cerimoniale del Sitalsasthi che celebra il mitico  matrimonio di Shiva e Parvati con suggestive processioni di carri decorati  sempre accompagnata da musiche e danze con costumi tradizionali e maschere. Tra i vari templi  sulla sponda del fiume Mahanadi  si erge il più venerato  Samaleswari consacrato alla dea madre  Samalei,  lasciata la città  poco a sud  sul fiume Mahanadi  nel suo villaggio di trova il tempio inclinato di  Huma consacrato a Shiva nel XVII secolo in stile kalinga ,  cosìdetto  per la sua torre inclinata in una direzione e i gli altri piccoli santuari in altre, continuando lungo il fiume il tempio di Ghanteswari  dalle venerate sacre  campane, animato da fedeli e pellegrini che invocano la dea Ghanteswari  per i loro desideri.

Jharsuguda e Kendujhar

Poco a sud ovest il  distretto di Jharsuguda prende nome dal capoluogo ove sono state rinvenuti resti preistorici  con dipinti rupestri ed iscrizioni tra grotte del sito  Vikramkhol  nella foresta Belpahar da dove si stendono le altre popolate da comunità tribali in gran parte di  stirpe Munda, ognuna con propria lingua e tradizioni  come i  Santal  e di  origine dravidica i  Kurukh noti anche come  Oraon. Tra l’ altopiano di Chhota Nagpur e la valle del Mahanadi  il limitrofo distretto di Debagarh  nord occidentale a lungo governato dal  medioevale principato di  Bamra rimasto fino al periodo coloniale britannico con la capitale nella città di Deogarh . Ad est tra i rilievi coperti da foreste si attraversa il distretto di  Kendujhar  anch’esso antico territorio di popolazioni  tribali in gran parte  Ho,  oltre minoranze  con le comunità tribali Santal, i  Thaniya del popolo Juang , i Chaukhutia degli altopiani di stirpe Bhunjia , alcune Bathudi , Sounti , Shabar  del popolo Gond.

Baleswar

Lungo il confine del Bengala meridionale  all’ estremità nord orientale dell’ Odisha, si trovano i resti delle  fortezze di Raibania edificate nel XIII secolo da dove si stende  Il distretto costiero orientale di Balasore affacciato sul golfo,  ove  dal suo villaggio si allunga la spiaggia di Chandipur poco distante il distretto prende nome dallo storico centro esteso nella grande  città di Baleswar. Tra i vari edifici storici nel centrale quartiere di Sunhat il mausoleo  Bhujakhia con il sepolcro del venerato santo islamico Hajrat Swale, poco fuori a Remuna si trova il tempio  Khirachora di Gopinatha consacrato alla manifestazione di Krishna all’inizio del XIV secolo nel decorato stile tradizionale, animato da fedeli e pellegrini con le cerimonie della festa  Janmashtami di Krishna che ne celebra la nascita alla fine di luglio.  Nel villaggio di Bhogarai IL tempio di Bhusandeswar dal grande e venerato lingam in granito nero e a sud est  sul colle Nilagir consacrato a Jagannathsi il sacro sito di Panchalingeshwar venerato per i suoi cinque Shivalinga all’ interno del santuario ove scorre un ruscello che li bagna, continuando il tempio di  Chandaneswar ove a metà aprile nel capodanno solare Orya si tiene una delle più animate feste che lo celebrano con il Pana Sankranti.

Bhadrak  e Jaipur

Scendendo verso il territorio costiero nord orientale si entra nel distretto di Bhadrak , sacro all’ induismo e celebrato nell’epica mitologica vi scorre il fiume  Baitarani ove sulla sponda  nel villaggio di Aradi  consacrato a Shiva sorge il venerato tempio di Akhandalamani  edificato in stile tradizionale nella prima metà del XIX secolo, continuando per il villaggio di Aharapada l’altro tempio Bhadrakali consacrato alla dea protettrice della regione e alla vicina città di Bhadrak che ne prende nome  conservando nel suo territorio i vari  siti storici e i templi di  Bhadrak . Poco a sud  nel suo distretto orientale  la città di  Jajpur è secolare  centro di pellegrinaggi consacrati alla divinità Durga nel il tempio di Biraja  fondato nel XIII secolo anch’ esso nel monumentale stil dallo stile Kalinga locale dalle parteti scolpite,  tra le varie decorazioni e statue nelle sale del santuario , la raffigurazione di Durga  che uccide il demone Mahishasura, dal centrale   diramano  vari santuari minori anch’ essi finemente decorati. Nel fiume Vaitarani emerge un’ isola che ospita Il tempio Varahanatha del XV secolo in stile tardo Kalinga,  consacrato  al  divino cinghiale  Varaha come una delle emanazioni  di  Vishnu e noto anche come Yajna  di  Varaha finemente scolpito e decorato.

Dhenkanal e Kendapara

Ad ovest per il limitrofo distretto di Dhenkanal   nella città che ne prende nome su un colle consacrato a Shiva nel XIII secolo  si erge Il tempio Chandrashekha di  Kapilash  nello stile dell’ epoca, animato dai fedeli per le cerimonie del Bolbam Yatra e a Latadeipur, al XVI secolo risale la fondazione del tempio Annakoteshvara di Shiva   nel tardo stile Kalinga dalle raffinate decorazioni, nel villaggio di Saranga  lungo il  fiume Brahmani dal IX secolo  si trova il sacro sito Anantashayana di  Vishnu dalla roccia scolpita con la grande immagine della divinità e le sue mitologiche storie.  Scendendo ad est del Jaipur Il distretto orientale di  Kendrapara  si stende  per la pianura costiera dal  territorio  in parte protetto dal parco nazionale di  Bhitarkanika ,  seguendo il  corso meridionale del fiume Brahmani  la città di  Pattamundai  si è estesa da un  antico  centro e il suo porto fluviale, non distante  nella città di Kendrapara consacrato ad una manifestazione di Vishnu il tempio Lakhmi di  Varaha fondato nel XV secolo dal decorato stile Orya e al XVIII risale il vicino  tempio Baladevjew consacrato al fratello di Krishna venerato come  Balarama con altri  quattro santuari di varie divinità, seguendo il corso del  fiume Baitarani  nel  villaggio di Arad,  dalla prima metà del XIX secolo si trova  il tempio Akhandalamani.

Jagatsinghpur e Cuttack

Il distretto  di Jagatsinghpur si allunga sulla pianura costiera centro orientale  ove si trova la  città di  Paradeep, alla confluenza del fiume Mahanadi con vari canali si apre il suo delta vicino al porto  naturale di Paradip, il suo territorio ospita il sacro sito di Chandapur  con i templi consacrati alle divinità Raghunath e Chandrasekhar, continuando il venerato Gada kujanga  legato al  grande tempio Jagannath di Puri. Tra i vari templi del  Jagatsinghpur sulla via verso la città di  Cuttak  a Kanakapur  dalla fine del XVI secolo  si trova il tempio Sarala  consacrato alla dea  della conoscenza,  uno degli otto santuari Shakta dal culto tantrico nella regione,  noto anche come il venerato tempio di Jhankad . il santuario centrale ospita tre immagini della dea raffigurata  nelle sue vicende mitologiche con otto, quattro e due braccia , portate nelle processioni durante le feste cerimoniali. Per il limitrofo distretto di Cuttack vicino il  villaggio Baranga  nel  XII secolo fu edificata la fortezza  Chudanga Gada che ha lasciato i resti delle mura con all’ interno  del palazzo Solapuri Uasa , di alcuni santuari, dei magazzini  Chaula ghara e numerose vasche , non distante  verso il delta  del Mahanadi  con il suo affluente Kathajodi si erge l’ altra  medioevale fortezza di Barabati che ha lasciato anch’ essa i suoi imponenti resti nei pressi dell’ antica Kataka . Dopo il periodo coloniale e l’ indipendenza indiana  estesa nella città di Cuttack . con il più antico centro della città  vecchia ove si trovano in gran parte gli storici siti di Cuttack tra i fiumi  Mahanadi  e Kathajodi con altri nei quartieri che ne diramano tra più moderni edifici e parchi. Tra i vari,siti di pellegrinaggi e templi di Cuttack, il più venerato e consacrato alla dea protettrice della città tempio di Chandi nei pressi del fiume Mahanadi con la figura della dea Chandi dalle quattro mani animato da fedeli e pellegrini per le cerimonie della Durga Puja e Kali Puja,  su un’ isola del Mahanadi , consacrato a Shiva  al XIII secolo risale  Il tempio Dhabaleswar finemente scolpito e decorato con all’ interno statue del X secolo. Nel sobborgo di Biribat sulle sponde del fiume Kathajodi all’ XI secolo risale il tempio Paramahansa Nath di Cuttack tra i più venerati  santuari di Shiva nella regione in stile  Pancharatha del  Rekha dalla parteti scolpite e affrescate con scene mitologiche e attorno al santuario figure di Parvati, Kartikeya e Ganesh.

Puri e Konarak

Scendendo per la costa lo storico distretto di Puri si allunga centro orientale culla dell’ induismo in Orissa ove sorgono numerosi templi di  Puri , in gran parte nella monumentale architettura  Kalinga dalle raffinate decorazioni, tra gli altri sulla sponda orientale   del sacro fiume  Saraswati ove a Kakatpur si erge il tempio di Mangala consacrato nel XV secolo in tardo stile Kalinga  alla dea  manifestazione della divina energia femminile Shakti , nello stesso stile ma di epoca precedente il medioevale tempio  di Sakshigopal, continuando per  la città di Brahmagiri , consacrato a Vishnu si trova il tempio di  Alarnatha. Il distretto prende nome  dall’ antico  centro esteso nella città di Puri dalla lunga storia iniziata  nel III secolo d.C. nel sito consacrato alla divinità Jagannath, con il suo più antico tempio, divenuto grande centro di pellegrinaggi dal medioevo come sacro territorio Chari Kshetra quando nel XII secolo fu edificato il nuovo grande tempio di Jagannath nel monumentale e decorato stile Kalinga , come tutti gli altri maestosi templi di Puri consacrati ad altre divinità, antiche tradizioni che si esprimono anche con gli eventi pe le cerimonie religiose nelle grandi feste di  PuriContinuando lungo la costa costa ove si allunga la frequentata spiaggia di  Chandrabhaga,  da un antico centro si è estesa la cittadina  di Konark  che prende nome dal sito ove nel  XIII secolo sorse il maestoso tempio  di Konarak, tra i più alti livelli della monumentale architettura Kalinga, dichiarato patrimonio storico e culturale Unesco. Allineato sulle posizioni del sole in date specifiche e noto anche come tempio del  Sole consacrato al culto  della divinità solare nel santuario di Surya  dall’ ingresso centrale   illuminato dai raggi del mattino. Ai lati finemente scolpito Il carro con dodici paia di ruote Konarka Chakra e  cavalli nella parte anteriore  che simboleggiano i cicli cosmici del tempo e i mesi dell’anno. Dei sontuosi edifici  rimane la sala  Jagamohan , le mura splendidamente  decorate e scolpite da  scene di vita, figure erotiche Maithuna,  racconti mitologici, scenari epici del Mahabharata e Ramayana, impreziosendo magnificamene il suggestivo sito  di Konarak.

Bhubaneswar

Poco a nord del puri il limitrofo distretto di Khordha dal territorio in parte disteso sugli altopiani con la foresta protetta dal parco  e la riserva degli elefanti di Chandaka e nei pressi tra i fiumi Kuakhai a este Daya a sud da un antico centro si à estesa la grande città di Bhubaneswar divenuta capitale dell’ Odisha,  celebrata come la città dei templi Ekamra Kshetra nel vasto sito dichiarato patrimonio culturale  Unesco  ove  sorgono i diversi e venerati templi di Bhubaneswar nel più  raffinato e decorato stile della monumentale architettura Kalinga. Tra i più antichi al VII secolo consacrato a Shiva risale il tempio  Parashurameshvara l’ ingresso decorato da incisioni di elefanti,  le finestre da musici e danzatori,  le pareti esterne e il portico di animali, fiori,  storie mitologiche e varie divinità. Adiacente  il Markandesvara di ShIva  in arenaria rossa circondato dal  muro scolpito e il portale Toana  ad arco decorato tra due pilastri. Al santuario interno si accede da una porta con un’immagine del mitologico Ketu, oltre la sacra vasca Marichi Kunda per i bagni rituali diramano santuari con divinità e  Shivalinga.Come  più grande consacrato a Shiva nel XI secolo si erge il tempio  Lingaraja dalla maestosa architettura in arenaria con tre portali  e le tre sale  finemente decorate   varie sculture di divinità e le pareti esterne scolpite. Ognuna  con una torre più alta della precedente fino a quella del  Vimana con il santuario interno. Dall’ alta guglia sikhara sul santuario centrale diramano altri sessentaquattro minori tutti splendidamente decorati e scolpiti, all’ apogeo stilistico tra i templi dell’ Orissa, aperto solo ai fedeli e ad altri  visibile da un piattaforma  ingresso principale, mentre diversi rituali  sono associati alla sacra vasca Bindusagar lungo la via sacra.Vicino dal simile   stile e decorazioni ma meno imponente  tempio dell’ Infinito  Ananta Vasudeva consacrato a  Vishnu,  anch’esso simile al Lingaraj e di minori dimensioni, il tempio Rajaran dell’ ‘XI secolo daller raffinate  decorazioni in arenaria  e splendidamente scolpito con  per figure  nelle pose   erotiche  del Kāma Sūtra simili ai templi di   Khajuraho nel Madhya Pradesh.  Tra I templi del  Bindu Sagar  sulla sponda meridionale del lago il tempio di  Mohini  consacrato nel al IX secolo alla  dea tantrica  Chamunda, l’ esterno decorato da nicchie  Parsvadevta  che ospitano immagini  di divinità, vicino Il tempio Akhadachandi consacrato alla  manifestazione di Durga nel X secolo.  Tra i più antichi della dea   Chamunda,  il tempio Baitala Deuladel VIII secolo  , vicino nel simile stile il tempio Siresvara dal santuario rettangolare con la torre sormontata da un tetto  , tra gli altri più recenti consacrato nel 1979 in stile tradizionale a il tempio di  Rama  animato da  fedeli e pellegrini nelle grandi feste annuali  del  il Ram mandir ,  Al VII secolo risale il tempio  Parasurameshvara dalle raffinate decorazioni e le pareti finemente scolpite da immagini di musici e danzatori in uno stile che si ritrova  nei templi successivi , come i vicini templi di  Mukteshvara e Rameshwar , il primo del X secolo dal portale decorato  ad arco  Torana assieme all’  altro in stile  Kalinga  da dove si accede agli edifici  del santuario e le sale riccamente decorate, l’altro   del IX secolo consacrato a Shiva in  stile Rekha  con una sala su diversi livelli finemente scolpiti come le pareti e i sedici pilastri all’ esterno.Tra i templi  Chintamanisvara e Bhaskareshwar, Il primo risale al XIII secolo  consacrato a Shiva poi ampliato con una candida cupola, dal santuario Vimana  e le mura scolpite, all’ interno statue delle divinità nelle varie pose, l’altro edificato nel XIII secolo su  un precedente sito buddista nello stile tradizionale dell’Orissa consacrato a  Shiva, diversamente dagli altri non è scolpito all’ interno, il santuario centrale ospita l’ alto  Shivalingam,  solo poche decorazioni con le nicchie Parsvadevta che ospitano le figure di divinità .Continuando si trovano I templi di Kedargauri e Hirapur, i due di Kedargauri consacrati a Shiva e Parvati tra il X e il XII secoloIl Kedar di Shiva  dal piano inferiore Pancha ratha  e il superiore Panchangabada con il  decorato santuario Vimana, attorno al muro esterno nicchie  Parsvadevta  con le figure delle divinità. Come  venerato santuario Yogini associato al culto tantrico dal IX secolo   sorge   tempio  Chausath Yogini di Hirapur dalle figure delle Yogin   splendidamente scolpite sulle pareti internepoi consacrato alla dea Mahamaya venerata assieme alle Yogini  e celebrate con suggestive cerimonie della Durga Puja.Più distante ad est alla fine del IX secolo  risale il  tempio di Bharateshwar con Il santuario centrale assieme ad altri quattro agli angoli davanti  una grande vasca, interamente in arenaria  dalle pareti esterne ed interne riccamente decorate da intagli e scolpite, all’interno figure legate al culto tantrico e  la dea Chamunda.Per la periferia meridionale tra i colli a Dhauli l’ epica battaglia che pose fine alla guerra di Kalinga a metà del III secolo a.C, e la diffusione del buddismo è ricordata dal tempio come simbolo della pace edificato nel 1972 come lo  stupa di Shanti  dalla grande e candida cupola, nei pressi il monastero Saddharma Vihar e il tempio Dhavaleshwar frequentato anche dai devoti induisti.

Udayagiri e Khandagiri

Lasciata Bhubaneswar poco distante si trovano le suggestive grotte con i templi rupestri di Udayagiri e Khandagiri,  decorate e scolpite da figure legate alle divinità, eventi storici e mitologici, del  centinaio di  grotte tra i colli ne restano trentatrè nella loro suggestiva architettura rupestre, delle quindici di Khandagiri  del XI secolo rimangono gli ingressi e gli interni finemente decorati e scolpiti da figure di guardiani  Dvarapala , mitologiche,  Tirthankara  jainisti,  atleti, bambini, donne, tori, leoni altri animali e numerose iscrizioni Brahmiin Nelle diciotto grotte del più vasto sito di  Udayagiri, i resti di stupa e monasteri buddisti tra le più monumentali grotte finemente decorate e scolpite  alcune da , scene quotidiane ed animali, simboli jain  ed afrescate, altre di divinità,  Tirthankara jainisti e varie decorazioni, l’ iscrizione Hathigumphaè ospitata dalla  grotta dell’  Elefante come la più estesa del sito  sulle gesta del sovrano Kharavela nel I secolo protettore del Jainismo. Tra gli altri due colli non distanti  il vasto sito di   Ratnagiri  con resti del grande monastero buddista Mahāvihāras fondato nel  V secolo ed ampliato nei successivi  con il grande stupa centrale circondato da un centinaia minori da dove diramano altri edifici in mattoni,  dall’ imponente portale scolpito che accede ad un portico ove affacciano le celle monastiche e il santuario con la grande statua del   colossale Buddha . Vicino l’altro sito buddista di Lalitgiri con i resti di quattro monasteri decorati con immagini del Buddha nelle varie posizioni attorno al grande stupa anch’ esso decorato  ove sono stati rinvenuti due preziosi scrigni con  un osso reliquia del Buddha.

Orissa Tribale

Con la migrazione Indoariana nel II millennio a.C. alcune popolazioni indigene popolazioni si ritirarono nei territori più isolati tra le foreste conservando a lungo  le antiche tradizioni,  oltre che tra alcune  le tribù del Madhya  I discendenti dei preariani sopravvivono  tra le varie e diverse  comunità dell’ Orissa e in parte nel limitrofo territorio del Chhattisgarh, dimenticate per secoli e depositarie dell’ antica cultura e mitologia. Divise  in diverse tribù dalle usanze e costumi propri, alcune  influenzate dall’ induismo,  ma conservando in parte società e tradizioni,  cerimonie e riti rimasti simili rivolti alle divinità hindù con  pratiche magico religiose originali legate ai cicli agricoli, alla comunità, gli antenati e all’ universo di spiriti entrati nello sconfinato  Pantheon induista. Diverse  popolazioni tribali  hanno trasformato anche l’ agricoltura itinerante con insediamenti stabili e altre attività, come tessitura, metallurgia e l’artigianato, ne sono state influenzate le comunità del  popolo Ho tra l’ Orissa e il Jharkhand, alcune tribù Paraja concentrate nella regione del Malkangiri, i Bhunjia divisi  tra i Chaukhutia dell’ altopiano r i Chinda nelle pianure, i Santal tra l’ Orissa nord orientale e il Jharkhand e varie comunità dei Kora. Popolano  i territori più accessibili mentre per le altre l’ esistenza continua nelle  zone più interne ove sono rimaste a lungo isolate praticando un’agricoltura itinerante, la caccia e la raccolta nella foresta , dai dialetti di un’antica lingua originaria , scarsi contatti con i vicini e limitati agli incontri nei vari mercati dei villaggi. In gran parte  le tribù  Khond nelle foreste dei colli Niyamgiri, mentre i Khond delle pianure hanno relazioni  con gli oriya adottandone alcune tradizioni induiste. Diffusi in gran parte nel  Madhya Pradesh si trovano diverse   comunità  del popolo  Gond tra le foreste sui colli  dell’ Orissa occidentale assieme ai Koya dalla simile origine, nel distretto sud occidentale di Malkangiri le comunità Bonda ,cacciatori e raccoglitori assieme all’ agricoltura essenziale. Le varie comunità dei Munda diffuse tra le regioni centrale e orientali,  di medesima stirpe anche i Saora che popolano i distretti di Koraput e Ganjam  e  diverse di Lanjia Sora nel Gajapati.  I Gadaba  nei distretti di Koraput,  Nabarangpur e  Malkangir, la popolazione  Juang è divisa nelle tribù Thaniya nel  distretto di Keonjhar e le Bhagudiya migrate nelle vicine pianure del  Dhenkanal. Fino a tempi recenti alcune delle varie popolazioni tribali in Orissa vivevano seminomadi di caccia, raccolta e agricoltura primitiva itinerante, ma dai territori sempre più ristrette convertite all’allevamento e all’agricoltura più stabile. I villaggi con lunghe e basse capanne, l’interno in una zona per il giorno e una per la notte, con stuoie per dormire, ceste e qualche tavolo in bambù.  Oltre ai piccoli campi ogni famiglia possiede animali da cortile e qualche bovino, la tessitura è  relegata alle donne per tuniche di cotone femminili, perizomi e turbanti per gli uomini, mentre la metallurgia è affidata ad una casta di fabbri. Un tempo limitata ad attrezzi agricoli e armi, poi per vistosi monili, collane, bracciali e cavigliere ostentati sia da donne che uomini come simboli di prestigio personale. In quasi tutte le mitologie è concepita una forza creatrice originaria che ha generato i primi antenati fondatori dei clan, ognuno con proprie leggi e un codice di relazioni ove la posizione derivata dalla discendenza, mantenuta anche dopo la morte  quando lo spirito si ricongiunge agli antenati che vegliano sui vivi. Ogni clan si divide in famiglie, divorzio, poligamia e adulterio sono diffusi come una notevole libertà sessuale che prevede anche un periodo di promiscuità tra i giovani per favorirne gli incontri. Gran parte delle tradizioni sono simili, ma solo le tribù  più isolate  hanno conservato le originali derivate  dal  clan fondatore con le sue leggi, gerarchie e divinità, dai riti e cerimonie spesso diversi, per gli Juang la terra è collettiva, ogni villaggio ha un capo affiancato da un sacerdote che esorcizza le entità maligne attraverso pratiche magiche. Ai vari gruppi di età gerarchici si accede attraverso riti iniziatici, ognuno con proprie leggi e un rappresentante al consiglio che affianca il capo e sacerdote nelle assemblee nella casa degli Uomini majang separata dalle altre e dove vivono anche gli scapoli fino al matrimonio con  feste tra giovani e danze femminili per favorire  gli incontri. Alcune tribù più isolate come le Saora dell’interno sono considerate  primitive e bellicose, divise  in una casta  aristocratica e una popolare , rappresentate da due grandi famiglie  con vincoli clanici e di parentela chiusi. Il capo eletto tra i discendenti della casta aristocratica, affiancato da uno sciamano che comunica con gli spiriti e le divinità  in trance provocata da riti estatici e che può unirsi in un matrimonio ad uno spirito femminile con una cerimonia. Le tribù  Koya, Bhunjia, Santal e Gadaba sono divise in clan molto chiusi, tutte con un capo eletto nel clan fondatore e uno  religioso affiancati da un consiglio delle famiglie,  la caccia  è celebrata  in diverse cerimonie e danze per propiziare gli spiriti. Le relazioni tra le tribù più isolate avvengono nei mercati periodici, ognuna ha il suo mercato settimanale tra donne e uomini delle varie tribù dai costumi differenti. I  Paraja hanno il loro mercato  nei pressi di Jayapore, i  Koya a Sikhpa vicino Malkangiri, a Mandapur si ritrovano i Gadaba , nella foresta di Taptapani tengono il loro mercato i Saora assieme alle comunità  Khond. Viaggiando anche nelle zone più isolate tra i mercati  si trovano  assieme varie  tribù, tra quelle  che mantengono cultura e tradizioni, le Khond le ho trovate più affascinati. I rituali discendono dall’ignoto mondo preariano, in gran parte di antica lingua kui, le più isolate nei villaggi dalle basse e lunghe capanne ai lati di un grande spiazzo con al centro un sinistro altare sacrificale. Oltre ai clan l’esistenza ruota attorno alla casta sacerdotale depositaria dell’antica religione e del culto meriah consacrato alla divinità della terra e della fertilità che prevedeva sacrifici umani, culminando  ogni tre anni nella più grande  cerimonia con il sacrificio di diverse vittime sull’altare mentre il sacerdote praticava riti propiziatori e purificava le vittime legate ad un palo circondato da grandi pietre a  raccogliere il sangue che sgorgava copioso per gratificare la terra e renderla fertile, mentre l’intero villaggio iniziava le cerimonie e le danze collettive. Il meriah è sopravvissuto sostituendo i sacrifici umani con quelli di bufali con l’antico e solenne cerimoniale di sangue, nei villaggi più antichi l’altare è lo stesso dei sacrifici umani ed ora si bagna  del sangue di bufali, senza  di esso la terra si asciuga sterile, il villaggio decade e la tribù non può entrare in comunione con le divinità,’ uno dei tanti riti arcaici di un’ epoca i remota che emerge dalle nebbie della leggenda e del mito tra le foreste dell’Orissa.


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