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Ladakh

La storia del Ladakh ha seguito in parte quella del Tibet rimanendo in gran parte legata alla  cultura  e la tradizione e religiosa derivata delle scuole del buddismo Tibetano diffuso dal VII secolo in tutta la regione himalayana e qui ne rimase isolato come  il Piccolo Tibet tra l’ induismo indiano e l’ estensione dell’ islamismo dall’Asia centrale.

Il Piccolo Tibet

Nel suo più antico periodo mentre venivano popolate le limitrofe valli del Kashmir  la regione  rimase a lungo isolata  e vi si estese poi a sud la cultura tibetana di Zhangzhung e dall’ epoca ne rimase legato come territorio meridionale. Dopo  un lungo periodo la più recente storia  del Ladakh  iniziò  dal VII secolo quando  fu nei domini del potente  impero del Tibet fino alla sua dissoluzione, mentre nella regione occidentale tibetana   venne fondato il regno di Guge e  nell’ 842 il nobile della stirpe reale Nyima-Gon in Ladakh fondò il regno di Maryul con la prima dinastia,  dall’ epoca con  le sue varie scuole anche nella regione si diffuse il Buddismo tibetano. Dal XII secolo iniziarono le espansioni e le conquiste musulmane nell’ India settentrionale continuate nei due successivi con incursioni in Ladakh, diviso poi nel reame meridionale e quello settentrionale di Leh, il principe Lhachen Bhagan ne depose l’ultimo sovrano nel 1460 fondando la nuova dinastia  Namgyal che regnò per quasi quattro secoli, ma subendo varie incursioni. Alla fine del XVI  durante il regno di Jamyang gran parte del territorio occidentale  venne invaso dal sovrano del vicino Baltistan islamico Ali Sher devastando templi e monasteri buddisti, per limitare l’ invasione  Jamyang raggiunse un trattato di pacificazione concedendo in moglie a Ali Sher la figlia sposando a sua volta la principessa musulmana Gyal Khatun. Salito al trono il figlio  Sengge cercò di ricostituire il regno edificando nuovi gompa e templi, tra i vari il grande monastero  di Hemis del lignaggio Drukpa, trasferendo il centro di potere  dal palazzo di Shey con il suo monastero  restaurati,  alla fortezza con il sontuoso palazzo reale di  Leh. Mentre espandeva il suo regno nello  Zanskar verso sud venne sconfitto dalle armate del potente impero Moghul  indiano islamizzato  che aveva conquistato il Kashmir reso vassallo con la dinastia  Shah Mir. Con il declino dell’ impero Mughul alla fine del XVIII secolo la compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire i suo centri ben presto estesi in gran parte del territorio ove presero poi il potere le presidenze in quella che fu l’ India britannica e dal 1858  per un secolo divenne  la colonia  della British_Raj . Dall’ inizio del XIX secolo la regione del Kashmir e Jammiu entrò nei domini  dell’ impero  Sikh, rimasto indipendente fino al 1846 dopo la prima  vittoriosa guerra  britannica nel Punjab contro i Sikh che  tra il Kashmir e il Ladakh  aveva esteso il suo dominio come suo protettorato istituendo il principato del Jammu. Parte del territorio era abitato dalla popolazione  indiana nord occidentale  Dogra ove l’amministrazione britannica pose come governatore  il Maharaja  Gulab Singh  che vi fondò l’ omonima dinastia di stirpe Rajput  induista dei Dogra  con capitale a Srinagar rimasta fino all’ indipendenza dell’ India nel 1947  dopo il regno dell’ ultimo Maharaja Hari_Singh. Conteso all’ India dal limitrofo  Pakistan dal 1947 con la prima guerra del  Kashmir , il vecchio regno  entrò nell’ unione indiana divenendo  lo stato del Jammu e Kashmir incluso il Ladakh che poco dopo fu invaso da milizie pakistane  scontrandosi con quelle indiane a Kargil in quella prima  guerra e ripetuti nei successivi  tre conflitti con il Pakistan trascinati  dall’ epoca fino al 1999. Dopo quella del 1971  vennero raggiuti  accordi  nel trattato di  Simla  che tra gli altri stabilivano i confini del Kashmir, mentre nei decenni precedenti dopo l’ occupazione e l’ annessione del Tibet alla Cina  il Ladakh ha accolto rifugiati tibetani e comunità di nomadi Changpa,  per le grandi differenze  culturali e religiose con il Kashmir islamico nel 1995 è stato creato il consiglio del distretto di  Leh  per l’ amministrazione autonoma  e il resto del territorio esteso  in tutta la regione del Ladakh che con la sua popolazione,  cultura e tradizioni rimane come  grande enclave In India  del  Buddismo  tibetano disteso tra montagne e vallate.

Tra montagne e vallate

Nel variegato e suggestivo territorio del Ladakh, la catena montuosa principale si allunga sui limiti settentrionali della valle dell’Indo fino al centro di Demchok  sul confine sud orientale conteso dal governo cinese del Tibet e l’India sorto sull’ omonimo storico villaggio di Demchok, il fiume Tangtse la divide dall’altra catena del Pangong  che si stende  parallela a sud  fino  alla sponda meridionale del lago Pangong che ne prende nome. A sud si allunga  fino al confine tibetano ove si erge in monte Kailash sacro all’ induismo, la tradizione Bon e il buddismo.  La regione è attraversata dal corso superiore del fiume Indo ove sulle sponde sono sorti i centri e città che ne hanno percorso la storia  e nel territorio settentrionale scorre  il suo affluente Shyok attraverso la sua valle in un suggestivo territorio che continua  ove lo Shyok confluisce con l’ omonimo fiume  e si apre la storica valle del Nubra con i suoi centri e villaggi tradizionali e continuando nel distretto di Kargil si stende l’ altra valle del Suru che ha percorso anch’ essa la storia della regione frequentata delle tribù  dei Bakarwal nomadi nelle loro migrazioni stagionali, continuando nel villaggio di Rangdum dalla scuola buddista tibetana Gelug  all’ inizio del XIX secolo venne edificato il monastero di Rangdum che ne prende nome.  Da qui il  Ladakh tra le montagne, oltre il vicino   alto passo del Pensi_La ove passavano le antiche carovaniere, con  l’ omonima catena che l’ attraversa è separato dalla la storica regione dello  Zanskar. Un vario e suggestivo territorio ove sono sorti centri e  città storiche, villaggi  tradizionali nei vari distretti del  Ladakh, tra antichi templi e gompa  che conservano le antiche tradizioni del buddismo  Tibetano, tra gli edifici riccamente decorati di quella  cultura sono depositari i vari monasteri in  Ladakh,  tra fedeli e pellegrini che pregano recando offerte, i riti secolari celebrati da monaci e lama, oltre  le grandi cerimonie  nei costumi tradizionali con musica e danze rituali. Dal  Kashmir sulla vecchia via tra le montagne è  stata tracciata l’ Highway 1 che sale tra i tornanti  oltre l’alto passo himalayano del  Zoji_La  per  collegare Srinagar al Ladakh raggiungendo il corso del fiume Indo ove oltre un ponte sotto la sua  montagna  si trova la città di  Khalatse che con i suoi stupa e chorten annuncia l’anima buddista del centrale distretto di Leh  e del Ladakh.

Leh

Sulle sponde dell’ Indo  su un colle come si erge  il monastero di Tingmosgang  sorto nel XV secolo da una fortezza fondata dal sovrano Drag-pa-Bum, continuando  nei pressi l’ omonimo villaggio ospita il  monastero di Likir fondato nell’ XI secolo dal lama Duwang Chosje  come centro della scuola buddista tibetana Gelug , ad arricchirne e la suggestione  nel 1999 è stata edificata la gigantesca statua dorata del Buddah  Maitreya seduto  che si erge davanti il monastero di Likir meta di pellegrinaggi. Si accede agli  edifici attorno al Dukhang decorato da antichi thanka , arredi sacri e l’ altare con la grande statua del Buddha Sakyamuni  tra i suoi discepoli con la splendida  raffigurazione di Avalokiteswara dorato dalle undici teste  e le mille  braccia. A sinistra sono custoditi i sacri testi del  Kangyur sotto la parete affrescata con i bodhisattva Tungshak, a destra i testi del Tangyur davanti l’ altra parete affrescata con i sedici primo discepoli Arthat. Al piano superiore il tempio delle divinità protettrici Gonkhang che ospitala statua di Yamanthaka dalle molte braccia, della divinità protettrice  Setapa,  l’ immagine del venerato  Tsongkhapa con i discepoli e divinità raffigurate sulle mura affrescate. Nella  città di Leh dal periferico quartiere Chanspa  su un colle splende candido il grande stupa di Shanti che domina una suggestivo panorama, completato nel 1991 seguendo l’ idea del  monaco giapponese  Fujii che dal 1947  ispirò la costruzione come simboli di pacifica armonia le pagode della  Pace e Shanti ne divenne parte con le venerate reliquie di Buddha custodite alla sua base,  una lunga scalinata porta alla cima  con le statue dorate del Buddha Gautama e seguaci, decorazioni, nicchie con raffigurazioni di divinità fino alla vetta da dove si stende la magnifica vista sul territorio. Sempre poco fuori dalla città si erge il monastero di Spituk fondato nell’XI secolo  dagli edifici e decorazioni in stile tradizionali che ospita una gigantesca statua della divinità hindu  Kali venerata dal buddismo,  come in altri monasteri in autunno vi si tiene  la grande festa religiosa annuale Gustor del sacrificio celebrata per due giorni con cerimonie, rituali e le musiche che accompagnano le  suggestive danze sacre  Cham, la residenza del monaco abate è ospitata nel vicino e più moderno gompa con il monastero di  Sankar. Celebrato come il conquistatore del Ladakh per il,  il generale  Zorawar nel 1836 a Leh  fece edificare il  presidio che ne prese nome come forte di Zorawar  ove a lungo furono ospitati i tesori e la ricchezza della   dinastia  dei Dogra in parte conservati nel museo,  dell’antica tradizione commerciale rimane l’animato mercato di Leh  sorto sul vecchio baazar, ove la visita del venerato  Guru Nanak all’ inizio del XVI secolo è celebrata dal sacro albero  Datun_Sahib. Continuando tra i quartieri del centro storico  dal castello di Tsemo, che  sorge sul colle più alto come fortezza  di difesa con il vicino monastero di Namgyal , si trova il Lachen Palkar noto anche come il palazzo reale di  Leh edificato all’ inizio del XVII secolo  come residenza del sovrano che domina la città su nove piani in parte restaurato, ospita il museo con  una ricca collezione di costumi, decorazioni e   gioielli reali, oltre  e una vasta collezione di antichi dipinti thangka tibetani, come in altri davanti al palazzo  si tiene la grade festa religiosa del  Galdan_Namchot per l’ inizio del nuovo anno e le cerimonie consacrate al venerato fondatore della scuola  buddista  Gelug tibetana Tsongkhapa. Come centro del governo venne poi spostato poco a sud dalla città a metà del XIX nel villaggio di  Stok nell’altro palazzo costruito  nel 1820 che prese nome dal vicino antico monastero di Stok edificato nel XIV secolo per ospitare la grande e venerata statua del Buddha Gautama, assieme  la vasta biblioteca e i testi sacri del Kangyur e poco distante all’ estremità settentrionale del villaggio nel 1995 venne fondata la scuola buddista Siddhartha.

La regione di Leh

Da Leh si stende valle del fiume Stok Chu dominata dal maestoso  ed alto monte  Kangri in un suggestivo territorio sull’altopiano che continua  a sud del fiume Indo protetto dal grande parco nazionale di Hemis esteso fino all’ estremità della valle himalayana attraversata dal fiume Markha ove  con oltre seimila metri si erge il picco  dell’altro maestoso massiccio del monte Kang Yatze, in un affascinate e grandioso  ambiente naturale  come il più popolato dalla ricca  fauna del Ladakh e tra le varie specie endemiche di uccelli e mammiferi  quella del  raro Leopardo  delle nevi. Nello stesso territorio  da un più antico dell’XI secolo, nel XVII  venne esteso il grande monastero di Hemis dalla diffusa la scuola buddista tibetana Kagyu e ne divenne il venerato gompa dall’ alto lignaggio Drukpa che domina la valle con l’ edificio centrale su tre piani dalle pareti che splendono di colori e gli interni finemente decorati ove si erge preziosa la statua della dea Tara circondata dai saggi santificati  Arhat. Noto come il grande festival di Hemis ogni anno all’ inizio di giugno si tiene la grande festa religiosa del Tse Chu consacrata al venerato Padmasambhava con pellegrini e fedeli nei costumi tradizionali tra cerimonie e le suggestive sacre danze  Cham  dalle maschere rituali. Poco ad ovest di Leh nel 1515  venne fondato il monastero di Phyang nei pressi del villaggio Fiang  da monaci  seguaci del lignaggio tibetano  Drikung della scuola Kagyu che rimane con gli edifici decorati da affreschi,  statue e arredi sacri, non distante nell’XI secolo fu edificato il più antico  monastero di Likir della scuola Gelugpa, che amministra anche il vicino e più antico monastero di Alchi edificato nello steso periodo e dal medesimo stile come il vicino complesso monastico nel tempio di Mangyu. Non distante su un colle che domina l’ omonimo villaggio si erge il grande  e venerato monastero di Thiksey fondato nel XV secolo come centro della più diffusa  scuola buddista tibetana Gelug nella sua  splendida posizione sulla valle dell’Indo, dagli edifici i su dodici piani e dieci templi che ricorda il maestoso palazzo del Potala a Lasha. Tra le varie sale finemente decorate e il convento di monache, la grande statua del  Buddha futuro Maitreya si eleva per quasi due piani, , il tempio consacrato alla dea Tara, oltre a stupa anch’essi affrescati  che ospitano altre statue, preziosi arredi sacri   e dipinti su thangka. Meta di pellegrinaggi da tutta la regione, anche nel  venerato monastero di Thiksey  come negli altri viene celebrata ogni anno la grande festa religiosa del Gustor tra i lama officianti, i fedeli nei costumi tradizionali, riti e musiche che accompagnano le danze rituali mascherate e anche  qui si celebrano le grandi cerimonie del  Dosmoche con fedeli nei costumi tradizionali in preghiera diretti dai lama, canti e musiche che accompagnano le suggestive danze sacre  in sgargianti costumi simili alle Cham tibetane  dalle maschere che rappresentano  divinità e spiriti per esorcizzare quelli maligni accogliendo la pace. Ad est di Leh in una splendida posizione che domina la vallata il gompa con il monastero di  Chemrey fondato nel 1664 da Lama Tagsang Raschen nell’ ordine Drukpa  della scuola Kagyupa, consacrato anche al sovrano Sengge Namgyal dai vari edifici e i santuari di due  Dukhang con le sale delle riunioni affrescati. Così come i santuari, il tempio Lhakhang  e le altre sale del suggestivo  Chemrey sono decorati ed affrescati, uno contiene i sacri testi scritti in argento e ‘oro, è anche  celebre per la grande festa religiosa dell’ Angchok  decorato da bandiere colorate di preghiera tra cerimonie e danze sacre. Continuando tra i colli si trova il sacro sito Gon-Nila-Phuk con i templi sorti attorno le grotte dipinte di Saspol dalle splendide  immagini  di Maitreya e  Amitabha, il venerato Avalokiteshwara  e altre divinità, nel territorio più remoto himalayano del distretto di Lhe  si  trova l’ antico  tempio di Sumda_Chun fondato nell’ XI secolo nei pressi dell’ omonimo villaggio tra le montagne. sempre della scuola Kagyu,  ma nell’altro lignaggio tibetano  Drukpa dalla simile liturgia.

Nubra e il nord

Seguendo il fiume Shyok per il corso settentrionale ove si incontra con il suo affluente  Nubra, che scorre dalle sue sorgenti del Yarma Tsangpo nel grande ghiacciaio Siachen tibetano, si apre lo storico territorio disteso nell’ omonima vasta valle del Nubra tra le catene del Ladakh e del Karakorum collegate a nord di Leh dall’alto passo del Khardung. Da una sponda dello Shyok si erge l’ imponente ed alta  statua del Buddha Maitreya  sulla via  del grande monastero di  Diskit_ dall’ antico gompa fondato nel XIV secolo dal lama Tserab Zangpo, maestro della scuola tibetana  Gelugpa  con poco sopra il più antico tempio di Lachung consacrato al venerato fondatore della scuola  Tzongkhapa. Gli edifici sono decorati da affreschi e all’interno della sala  Dukhang immagini delle divinità guardiane tra grandi tamburi, sotto la cupola una grande affresco  raffigura il monastero tibetano  di Tashilhunpo, tra gli altri santuari un edificio conserva preziosi  testi sacri  mongoli e tibetani. Poco distante  dal monastero di Diskit , continuando lungo il corso dello Shyok  tra le alte dune di sabbia  e le oasi popolate dai cammelli della battriana  si trova il villaggio di Hundar un tempo capitale dell’ antico reame di Nubra che ne conserva  i resti con i palazzi reale e dell’ elefante, il monastero di  Hundur e il tempio bianco Lhakhang Karpo da dove proseguire nella più remota valle del Nubra tra i suoi scenari, centri e villaggi tradizionali. Dall’ altopiano tibetano si stende una parte della regione del Changtang  dal suggestivo ambiente protetto in Tibet dalla riserva naturale  con il vasto parco di Chang_Tang popolato da una ricca fauna endemica. Antico territorio   del popolo nomade Changpa che  a sud est si stende tra le montagne e le vallate del Ladakh ove sono noti come Phalpa  legati alle tradizioni buddiste tibetane che si incontrano fino al  Ladakh settentrionale  nella  valle di Rupshu  con il grande lago Tso Moriri  che spende in alta quota. Sulla sponda nord occidentale  si trova il villaggio con il monastero di  Korzok edificato nel XVIII secolo dal lama Rupshu Goba del lignaggio Drukpa e ricostruito nel XIX  con lo stile e decorazioni tradizionali sulla sponda del fiume che alimenta il lago. Frequentato dai nomadi e i fedeli della regione, anche qui ogni anno per due giorni vi si tiene la grande festa religiosa del Gustor tra cerimonie riti accompagnati da danze mascherate. Sull’antica rotta verso il confine tibetano nell’ omonimo villaggio  si trova l’Analy Gompa con il monastero di  Hanle fondato nel XVII secolo anch’ esso   dal  lignaggio Drukpa, in stile  tibetano con influenze indiane e Han cinesi tra il tempio  Lhamokhang al primo piano con sotto gli altri  Gonkhang,  e Dukhang tutti affrescati e decorati con statue  nei diversi stili.

Kargil

Sempre nel suggestivo territorio sull’ altopiano dominato dalle montagne tra villaggi e gompa  si continua nell’ occidentale distretto di Kargil disteso nella regione sud occidentale himalayana  dalle vallate attraversate dal fiume Suru affluente dell’ Indo ove sulle sponde del  suo corso centrale si trova la capitale che da nome al distretto nella città di Kargil dalla popolazione in gran parte islamizzata. Un suggestivo territorio tra montagne e vallate, antichi centri e villaggi tradizionali ove si ergono antichi gompa e monasteri,  poco oltre Kargil il piccolo  gompa con il monastero di Shargole fondato dalla scuola Gelug magnificamente arroccato sulla scogliera,  sull’antica carovaniera tra il Kashmir e il Ladakh da un colle che domina la valle  si erge il monastero di Mulbekh fondato nel XII secolo e poi ampliato con i due gompa delle rispettive scuole GelugDrukpa un tempo collegati al sottostante palazzo reale  Rajah kalon di Mulbekh, entrambe  affrescati e riccamente decorati da  arredi sacri, reliquie e statue,  celebre per il venerato e grande bassorilievo che raffigura Maitreya scolpito sulla parete rocciosa. Nella regione del Trans-Sengge-La tra Ladakh e Zanskar, l’ omonimo e remoto villaggio ospita il monastero di Lingshed detto delle centomila immagini per le decorazioni, fondato nel 1440 come centro della scuola Gelug da Sherabs Zangpo, discepolo di Tzongkhapa con sei santuari ed altri edifici,  in basso  i quartieri monastici shak disposti a ventaglio. Continuando per la via che viene da Leh si erge il  gompa Yang drung  in un magnifico scenario su un colle che domina il villaggio di Lamayuru e ne ha preso nome come il grande monastero di  Lamayuru  tra i più antichi del Ladakh, per la tradizione  fondato nell’ XI secolo dal venerato monaco indiano Nāropā, ampliato come lo si trova  e divenuto  poi un grande centro della  scuola tibetana Sakya detta dei  Berretti rossi. Davanti tre chorten e un tempio con le raffigurazioni di  Avalokitesvara  dalle undici teste e le mille braccia, Padmasambhava e statue di otto Bodhisattva, tra i vari edifici decorati il  Dukhang dalle pareti affrescate con immagini  di divinità, Il Gonkhang consacrato ai guardiani della fede   anch’ esso decorato così come il vicino  tempio e le residenze dei monaci. Ad arricchire la suggestione del Lamayuru le altre decorazioni, affreschi, dipinti  e statue che raffigurano  le divinità del pantheon buddista, i Bodhisattva e le vicende del Buddah sulla terra, preziosi ed antichi manoscritti sacri, la venerata grotta di Nāropā ove meditava e  ogni anno a giugno  vi si tiene la grande festa religiosa del Yuru Kabgyat tra suggestive cerimonie, il rituale con il rogo delle effigi e le danze  tradizionali mascherate dei di lama. Da Kargil  a sud sulla via per Barso si eleva l’alta statua del Khar Buddha scolpita su una parete rocciosa nel VIII secolo prima di giungere nella  cittadina di  Sankoo   da dove attraversata dall’ omonimo fiume si apre  la storica e fertile  valle del Suru  tra le montagne  dominate dalle due alte vette himalayane del Nun_Kun ove si trovano villaggi in quello che è anche parte del territorio frequentato dalle tribù nomadi dei Bakarwal che si incontrano nei loro accampamenti dei pascoli estivi,  continuando tra  le montagne da una parte e le colline che si colorano a primavera dall’altra si trova il villaggio di Rangdum ove dalla scuola tibetana Gelugpa nel XVIII secolo  fu fondato l’ omonimo monastero di Rangdum.

Zanskar

Poco distante da Rangdum dalla valle del Suru  si sale per l’alto passo del Pensi_La per scenderne ripidamente tra le montagne a sud nella vasta  regione  dello  Zanskar che rimane a lungo isolata nei gelidi inverni coperta di neve  ove sulla via si ergono le alte vette con il grande e maestoso  ghiacciaio dell’ Drang-Drung. Nella valle del Pandum sulla scogliera sopra l’ omonimo villaggio  tra i più  sontuosi e ricchi del territorio si trova il  grande  monastero di Karsha fondato nell’ XI secolo dal grande traduttore  Phagspa Sherab, ampliato nei successivi come centro della  scuola Gelug con otto templi, varie cappelle e chorten con le grandi sale di riunione e preghiera in quelli centrali tra tre cappelle decorate da statue, arredi sacri e dipinti con una vasta collezione di sacri dipinti Thangka su seta, alcuni chorten ospitano i sepolcri di lama mummificati ed uno rivestito d’ argento  del venerato Rinchen Zangpo. Nei pressi i templi di Karpo e Thugsjechhen anch’ essi dallo stile e decorazioni tradizionali, da dove si raggiungono gli altri vicini monasteri di   Khagsar e Phagspa oltre quello femminile del  Dorjezong all’estremità della valle con la venerata statua di Avaloketeshvara dalle undici teste. Dal monastero di Karsha per la regione sud orientale dello Zanskar, in un suggestivo ambiente nella gola scavata dal fiume Lingti-Tsarap sulla scogliera rocciosa si trova il monastero di Phuktal fondato  all’inizio del XII secolo, raggiungibile solo con percorsi a piedi si apre con i suoi edifici nella roccia con quattro  sale di preghiera e di una biblioteca decorati, con al centro l’antica cappella  dalle pareti e soffitti affrescati, frequentato dai fedeli  dei  remoti villaggi e per essi  vi  venne fondata la scuola monastica del  Phuktal  nel 1993. Proseguendo per la centrale  valle di Stod  si trova  monastero di Dzongkhul fondato nell’XI secolo,  come altri nella regione attribuito al celebre monaco e yogi  indiano  Naropa tra i fondatori e grande diffusore  della scuola  tibetana Kagyu nella tradizione del lignaggio Drukpa .Si erge su una parete rocciosa con dietro due grandi grotte sacre  ove si raccoglieva in meditazione Naropa, oltre il gompa finemente affrescato, tra la decina di edifici  decorati  sono conservati preziosi arredi sacri, uno stupa di cristallo ed antichi  testi oltre una raffigurazione in avorio di Samvara. Da qui si apre  la pianura centrale dello Zanskar con il centro di Padum che ha conservato la sua storia con il gompa e i resti del  palazzo reale di khar, vari edifici sotto i due grandi chorten, poco distante sorge il monastero di Stongdey su una scogliera rocciosa che domina la valle fondato nel 1052 dal lama tibetano Marpa e in suo onore noto anche come il venerato gompa di Marpling  con vari santuari ed edifici affrescati che ospitano arredi sacri, preziosi  thangka di seta,  immagini e statue del Buddah ed antichi testi oltre alle sale di preghiera, frequentato dai vicini villaggi tradizionali,  la solenne suggestione dello  Stongdey si anima come altri con le cerimonie e danze  nella grande festa religiosa annuale del Gustor. Oltre l’ altro gompa di Starrimo , continuando nel vicino villaggio  si trova il più antico e venerato  monastero di Sani che per la tradizione la sua prima fondazione risale al II secolo durante il regno del sovrano battriano  Kanishka celebrato come uno dei grandi diffusori del buddismo. Tra i vari stupa  nel cortile sul retro si erge il santuario con il chorten di Kanika, tra gli altri edifici del Sani il centrale ospita la grande sala di preghiera dalle pareti affrescate, decorato da dipinti thangka e varie statue di divinità, sul retro la cappella anch’essa affrescata  con immagini di Padmasambhava. Poco fuori dal suggestivo monastero considerato tra i più sacri al buddismo tibetano, tra antichi dipinti rupestri si celebrano le cremazioni, grande centro di pellegrinaggi ogni anno alla fine di luglio il monastero si tiene la grande festa religiosa  Naro Nasial di Sani  tra cerimonie e danze rituali  consacrate al venerato maestro Naropa, attraverso lo Zanskar questo lembo del  Ladakh si stende ad est tra montagne e vallate ove oltre la frontiera si apre il  Tibet.


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