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Nagaland

Dal valle attraversata dall’alto  corso del fiume  Brahmaputra  In Assam ad est si innalzano i rilievi del Nagaland  verso la Birmania nord occidentale e poco a sud dell’ dell’ Arunachal Pradesh  nel  territorio  che prende nome dalle popolazioni tribali dei Naga , rimasti a lungo isolati con le diverse tribù nei villaggi fieramente indipendenti e temibili guerrieri,  fino a quando entrarono in sporadici contatti con il regno Ahom medioevale dell’ Assam ove hanno continuato per secoli le loro incursioni. Dopo quel lungo periodo nella storia Naga  la regione venne dominata dal regno birmano dal  1816  in conflitto con loro, nel decennio successivo  il governo  Raj  della  East India Company  britannica dal Bengala  prese la regione dell’ Assam ed estese il dominio nel territorio. Nel periodo coloniale dall’arrivo del missionario battista statunitense Bronson alcune comunità meno isolate furono convertite al cristianesimo, mentre le altre per decenni si scontrarono contro i britannici, dopo l’ annessione dell’ Assam nella colonia indiana vennero inviate spedizioni per contenere le incursioni  e la resistenza dei Naga contro ogni tentativo di invasione. Un conflitto trascinato fino al 1878 quando i britannici riuscirono a sconfiggere la fiera resistenza reprimendola poi tra distruzione di villaggi e massacri della popolazione. Con un accordo la regione venne annessa nella colonia mentre i missionari cristiani continuarono a convertire alcune comunità, i combattivi guerrieri furono inquadrati dall’esercito britannico durante la prima guerra mondiale in Europa, mentre nella seconda  furono impiagati contro l’avanzata giapponese dalla limitrofa Birmania. Alla fine del conflitto  venne fondato il  consiglio nazionale dei Naga rivendicando l’ autonomia del territorio tribale, dopo l’ indipendenza dell’India si affermò  il movimento separatista con la guida di Zapu Phizo e dopo il rifiuto indiano per un referendum nel 1951  i Naga iniziarono la guerriglia duramente repressa l’ anno successivo. Nel 1963 come stato del Nagaland il territorio fu definitivamente annesso nell’ unione indiana e  diviso  in dodici  districts , in gran parte popolati dalle  sedici grandi cominità tribali del popolo Naga e altre minori dai diversi costumi, tradizioni e cultura.

Popolo Naga

Il Nagaland prende nome  dal popolo  Naga  diviso tra le varie comunità tribali  diffuse da qui al  territorio settentrionale del Myanmar con i loro villaggi  sui colli tra le foreste dominanti le pianure, noti come  temibili guerrieri cacciatori di teste, tradizione fondata sulla convinzione che la testa tagliata conteneva lì energia vitale della persona decapitata che in tal modo veniva trasferita nel villaggio per la sua prosperità, i cacciatori oltre ai vistosi tatuaggi avevano il diritto ad abiti e speciali decorazioni che ne mostravano il rango , coloro che non disponeva di almeno uno dei trofei era emarginato e raramente trovava mogli. Oltre a quelle dei guerrieri uccisi, la teste delle donne come dei bambini erano  considerate trofei  pregiati dato che godevano di protezione nel villaggio e prenderle significava penetrare  ancor più nella comunità avversaria oltre ridurre i nemici privandoli delle donne e a volte  i capelli erano adoperati per gli ornamenti. L’ usanza ispirava anche l’ arte tradizionale con gran parte delle incisioni su legno e i motivi nei tessuti, anche i tamburi rituali potevano essere usati solo dopo avervi posto una testa tagliata, le disposizioni delle teste  erano diverse tra le varie tribù, gli Angami  le tenevano su una pietra accolte con  libagioni e cerimonie  dopo di che veniva sepolta,  i Lotha  le appendevano all’albero sacro  del villaggio, così come i Naga Ao,  se il  guerriero cacciatore era sposato teneva il trofeo in casa,  altrimenti veniva depositato nella casa comune Morung. I Sema  ponevano le teste fuori celebrandone  la caccia poi portate con cerimonie attraverso il villaggio  per  appenderle sotto un albero, i  Konyak le deponevano sotto una pietra sacra davanti la casa del capo Ahng e  i cacciatori che appartenevano al suo clan le portavano nelle proprie case fino alla morte dell’  Ahng per poi depositarla  in quella comune Morung  fino a quando il nuovo capo annunciava altre incursioni per la caccia.  A lungo isolate le tribù Naga  avevano relazioni  con le altre popolazioni dell’ Assam come  con quelle anche di simile stirpe  del vicino territorio dell’ Arunachal , la loro regione tribale inizia ad est dalla valle del  Brahmaputra  ove si elevano i rilievi noti come le colline Naga che dal monte Sabarmati continuano nel limitrofo territorio settentrionale  birmano con la catena dei monti  Patkai, si stende tra colli e foreste in suggestivi ambienti popolati da sedici grandi popolazioni Naga ed altre minori legate da storia, cultura e antiche tradizioni oltre che da decine di vari  idiomi e dialetti diversi tra loro delle lingue Naga. Gli antenati  migrarono dalla Cina sud occidentale, oltre che nel Nagaland ove si trovano le  più numerose e diverse tribù in  Myanmar chiamate Chin’,  ne discendono alcune nel limitrofo  Arunachal sud orientale per il distretto di Tirap  come il popolo dei  Nocte lungo la  Birmania nord occidentale , le comunità dei Wancho nello stesso territorio dalla simile cultura e tradizione dei vicini Tutsa e le limitrofe dei Tangshang Naga  anche noti come il popolo dei  Tagsa.  Dalla comune cultura, tradizioni  e costumi  tutte le popolazioni tribali dei Naga  hanno i loro villaggi indipendenti  sui rilievi ove praticano la tradizionale agricoltura Jhum per le risaie e i campi di mais, miglio ed ortaggi che oltre la caccia sono  fondamento dell’ alimentazione  Naga , la raccolta di semi, resina, miele e prodotti della foresta sono  scambiati tra loro e le popolazioni vicine. Ogni tribù ha le sue tradizioni per le case, ma sempre dagli ingressi decorati  con le teste dei bufali e le più grandi Murung ove si riuniscono per le attività artigianali, ma anche per educare i giovani con i separati dormitori Ikhuichi per i ragazzi e Iloichi per le ragazze. Le donne si occupano della tessitura, scialli di lana e cotone colorati, cesti, stuoie e scudi  in bambù,  gli uomini  nell’ intaglio e sculture in legno, lavorando i metalli per falci, spade, asce e lance. La tradizione è comune anche nei costumi e l’ abbigliamento  diverso per ogni trbù,  n genere quello maschile  con il semplice tessuto bianco  subsu indossato con uno più stretto lengta blu, copricapi piumati, decorazioni con zanne, artigli, corna, oltre spade, lance e scudi nelle cerimonie che ricordano le tradizioni guerriere , le donne con gonne tsongtem decorate da perline, ossa, capelli, fibre oltre che da vistosi  orecchini, bracciali e collane, tra diverse comunità anche  tatuaggi maschili e femminili. La società divisa in clan dalle famiglie patrilineari, i modelli di matrimoni, celebrati con varie cerimonie come  le onoranze funebri, le ritualità nei cicli vitali e  per gli spiriti con  pratiche sciamaniche,  mentre la tradizione orale è mantenuta nei canti  che narrano le gesta degli antenati  e vicende di guerra  accompagnati dalla  musica popolare e rituale  eseguita con i tamburi Asem in pelle o su tronchi corni intagliati Jemji gli  strumenti a corda Theku e Tati flauti  di bambù  e trombe, l’ antica cultura si esprime nelle cerimonie che riuniscono le comunità con varie e grandi  feste Naga nei vari costumi tradizionali tra riti canti e suggestive  danze  in un mondo che cerca di sopravvivere tra queste popolazioni.

Angami, Sangtam e Pochury

Nel distretto di Kohima  sud occidentale si stende il territorio tradizionale della grande tribù  Angami nei loro villaggi sui colli  che hanno modellato con le terrazze per le risaie, in gran parte convertiti al cristianesimo i fedeli hanno il loro centro nel consiglio della chiesa battista Angami di Kohima  ,  oltre che dai  dialetti Tenyidie della lingua Ngami sono legati tra loro  dalla società, tradizioni e costumi simili alle altre tribù, in parte mantenute anche dopo la diffusione del cristianesimo. Alcune comunità hanno conservato la tradizione religiosa animista del Pfutsana, ma tutte si riuniscono nelle cerimonie tradizionali delle varie feste, tra le altre  si tengono le grandi per la purificazione e l’ unità tribale nella festa del Sekrenyi per dieci giorni  nel mese Kezei del loro calendario Lezia alla fine di febbraio negli antichi costumi, con vari rituali, l’ iniziazione dei giovani, libagioni, canti e suggestive danze.  Dagli  Agami orientali si sono separate le tribù dei Chakhesang tra il Nagaland e Manipur conservandone le stesse tradizioni tra le comunità  Khezha e  Chokri, che tra le varie cerimonie si riuniscono nelle grandi feste del Sükhrünyie e  Tsükhenyie,  mentre diversamente dalle  altre quelle dei Sangtam anche con la diffusione del cristianesimo  hanno  mantenuto più delle altre  riti e cerimonie dell’ antica tradizione religiosa  in diverse feste, tra le quali  e la più grande dell’ Amongmong . Di simile stirpe e cultura  le comunità  dei Pochury che riuniscono le tribù Khuri , Kupo e Kuchu dalla società tradizionale fondata su clan che riuniscono le varie famiglie nei villaggi ove, diversamente dal diffuso patriarcato,  è tenuto in gran conto il ruolo delle donne Pochury  nella società e famiglia oltre che nelle grandi cerimonie come le celebrazioni del raccolto  nella festa  del Yemshe alla fine di settembre.

Mao  e Anāl

Anche noti come Memei  le comunità tribali Naga dei Mao in gran parte popolano  a sud il limitrofo territorio del Manipur, il loro antico villaggio di Makhel è legato alla mitologia Naga come il  primo degli antenati nella regione che poi si divisero nelle varie tribù, avvolto nelle leggende è divenuto centro della più antica tradizione dei Mao celebrata in varie cerimonie, tra le altre  le comunità  per celebrare il raccolto si riuniscono a gennaio nella grande festa del Chiithuni, tra rituali, processioni, danze e competizioni tra gli uomini che ricordano l’ antico spirito guerriero. Diffusi anch’essi in gran parte nel vicino Manipur e diverse comunità nella  Birmania settentrionale, le tribù Naga degli  Anàl  sono divisi nelle grandi comunità Mosum  e ‘Murcha  Anā dalla società fondata sui clan  che riuniscono le famiglie nei villaggi agricoli conservano gli antichi costumi anche nel semplice abbigliamento per uomini e donne, ma sempre decorati da collane, bracciali e orecchini. La tradizione religiosa  si fonda sul supremo creatore  Asapavan  e la divinità Wangparel con altre minori loro emanazioni e spiriti da celebrare con la lunga ritualità dell’ Akam in sei anni nelle diverse fasi dalle cerimonie e sacrifici di animali che culminano  nella grande festa Chavan kumhrin degli  Anal con le danze rituali  Kamdam per i  giovani iniziati e quelle  guerriere   Ludam  che un tempo celebravano  la caccia alle teste.

Tangkhul

Nello stesso territorio si trovano le tribù dei Tangkhul  che popolano anche la limitrofa Birmania, nel Manipur oltre che da storia e comuni tradizioni sono legati dalla propia lingua Ukhrul di medesima origine sino tibetana ma diversa dalle tribù birmane dai vari idiomi delle lingue Tangkhuli, divisi in grandi  villaggi indipendenti governati dai capi Awunga e consigli degli anziani, si riuniscono periodicamente nel villaggio di Hunphun per l’ assembla tribale del Gran Tangkhul e ogni anno nella fiera e il  mercato  Leih Khangapha a Somsal. Anch’ essi di spirito guerriero e di tradizione religiosa animista  che fondava la cultura tramandata per generazioni  simile a quella del vicino  popolo  Meitei della valle Imphal nel Manipur, sono stati convertiti al cristianesimo dalla fine del XIX secolo con il missionario britannico Pettigrew. Nei decenni successivi hanno progressivamente lasciata l’ antica bellicosità e le ritualità collegate, tradizioni  e costumi della cultura Tangkhul anche nell’ aspetto e l’abbigliamento, oltre le cerimonie che riuniscono le comunità. Celebrano i cicli agricoli stagionali e l’ unità tribale, tra le varie quelle della grande festa della semina Luira phanit alla fine di gennaio, con ritualità, canti e musiche che accompagnano le danze Laa Khanganui delle fanciulle, le Kathi Mahon per i defunti e le suggestive danze dei guerrieri Rai Pheichak.

Poumai

Aassieme ai Tangkhul i Poumai con diverse comunità nel Nagaland, sono in gran parte diffusi  in Manipur nel territorio dell’Ukhrul con i villaggi  indipendenti tra loro tra i colli in posizione difensiva per i frequenti  conflitti tribali con la caccia alle teste fino alla progressiva pacificazione, tradizionalmente cinti da palizzate e fossati, dalle grandi case disposte su due file decorate da sculture e teste di bufali ognuna con il suo orto, mentre i giovani hanno i dormitori separati Khukivei maschili e Reipeiki femminili. Al centro l’ albero  Khyataobii  ne ricorda la mitologia e nel grande villaggio di  Koide  il sacro pozzo Shodziikhao  dalle acque che santificano le ritualità della genna per matrimoni e nascite. Governati da un capo Mave depositario delle antiche tradizioni e un consiglio di anziani che rappresentano i vari clan, per le decisioni collettive, si riuniscono nel giorno del  donois ove indossano lo scialle Yeshosha simbolo di autorità La società clanica comprende le famiglie patriarcali dalla rigida divisione tra le attività maschili e femminili, che si esprimono  nelle cerimonie agricole con le danze della prosperità  Asah-do, la Tahta-do  per l’aratura dei campi, Mate-do per la semina e Chachu-do del raccolto, mentre dagli uomini è eseguita la danza Rieh-do dei guerrieri. Tra le varie cerimonie le comunità si riuniscono in quelle Thouniikhou  a gennaio nella grande festa del  Thounii che celebra il nuovo anno, il raccolto e la prosperità per quattro giorni tra riti canti e le varie danze tradizionali.

Rengma

Diffusi anche tra i popoli dell’ Assam con alcuni villaggi, il territorio Tseminyu del Nagaland è  il tradizionale delle comunità tribali  Rengma con i villaggi agricoli sui rilievi terrazzati per i loro campi, un tempo anch’ essi temuti guerrieri, cacciatori di teste e di schiavi che chiamavano menugetenyu e itsakesa. La società tradizionale  fondata su clan dalle diverse classi si manifesta nei costumi e l’abbigliamento che  ne rappresenta l’ appartenenza,  le popolari indossano il panno bianco Rhikho  con le bande nere che ne indicano l’età, i giovani il panno blu ricamato  Moyet tsu, mentre l’ Alungtsu è indossato da coloro che dispongono di campi e bestiame i grado di offrire feste al villaggi, lo scialle Phiketsu, un tempo simbolo dei  cacciatori di teste, è riservato a chi ne discende e può eseguirne le cerimonie. Legati alla tradizione religiosa animista con varie divinità, spiriti e il culto dei defunti dalle cerimonie funebri  fino alla sepoltura con le armi che ne preservano lo spirito guerriero e tra le varie che radunano le comunità alla fine di novembre per otto giorni si celebra il raccolto  nella grande festa del Ngada , tra i rituali officiati dal sacerdote Phesengu del villaggio, offerte, canti e danze negli antichi costumi.

Zeliangrong

Tra Assam, Manipur e Nagaland si trova il popolo Zeliangrong diviso in varie grandi comunità discendenti dagli stessi antenati  Nguiba di antica stirpe mongolide meridionale che popolarono la regione, legate tra loro dai vari idiomi delle lingue Zeme oltre che dalla comune storia, società e cultura fondate sull’ antica tradizione religiosa nel culto della suprema divinità  Tingwang emanatrice di altre minori e spiriti, con gran parte delle comunità convertite al cristianesimo  dalla metà del secolo scorso.  Anch’essi conservano le antiche cerimonie nei costumi tradizionali, tra riti, canti e danze, tra tutte  la grande festa Gaan-Ngai che celebra i raccolti e l’unità tribale  a dicembre chiamata Hegangi dagli Zeme dalle simili tradizioni e costumi , così come le altre comunità dei  Liangmai  che la chiamano Gin-Ngi, e oltre che dalle cerimonie sono legati da tradizioni della cultura   Zeliangrong le tribù dei Rongmei.

Naga Ao

Nel distretto di  Mokokchung  nord occidentale  tra le valli di Tsula e Tsurang  si stende il territorio tradizionale dei Naga Ao , divisi in varie comunità oltre che da storia e tradizioni legati tra loro dai vari idiomi e diletti della lingua Ao , anch’ essi un tempo bellicosi cacciatori di teste  ne rimane simbolo lo scialle  Tsüngkotepsü degli Ao  guerrieri una volta indossato dopo le incursioni e adesso riservato a coloro che sacrificano bufali come segno di ricchezza. A lungo legati all’antica tradizione religiosa animista con il culto della divinità creatrice Lichaba emanatrice degli spiriti, con i benevoli da invocare e i maligni da esorcizzare attraverso cerimoni e riti sacrificali, furono poi tra i primi convertiti al cristianesimo nel XIX secolo, ma molti  hanno continuato  i  rituali animisti nelle cerimonie, tra  altre quelle nella  grande festa del Moatsù all’inizio di maggio nei variopinti costumi, tra canti e danze  di ringraziamento alle divinità invocandone la  protezione e buoni raccolti.

Konyak

Nel distretto di Mon   all’ estremità orientale del Nagaland tra le varie popolazioni di simile stirpe  si trovano le comunità dei Konyak , un tempo tra i più  bellicosi  guerrieri  cacciatori di teste  che venivano appese come trofei nelle case comuni Morung e il loro numero  indicava il potere di un guerriero nella tribù  come totem  della comunità. Piu che per le altre tribù che la praticavano la decapitazione dei nemici , oltre ad un rito di passaggio per i giovani Konyak, era legata alla loro tradizione animista  per acquisire e l’ energia vitale del nemico ucciso attraverso la testa tagliata per il guerriero la  sua famiglia e  la prosperità del villaggio. Rimasta  una delle tribù più  temute ed isolate, sono stati gli ultimi ad abbandonare la cruenta usanza  e nei villaggi si trovano gli anziani guerrieri  che la praticavano riconoscibili dai vistosi tatuaggi sul viso e sul corpo. La società tradizionale rimane molto disciplinata con severi doveri e responsabilità individuali,   divisa in clan  e famiglie patriarcali nei villaggi governati dai capi  Angh Wang legati al tradizioni animiste fino alla vasta diffusione del cristianesimo. Come le altre popolazioni convertite hanno conservato le antiche cerimonie rituali che si esprimono nella festa del  Laolongmo ad agosto alla fine del raccolto , preceduta  nella prima settimana di aprile dalla più la grande festa dell’  Aoling dopo la semina, celebrata anch’ essa tra canti e danze per invocare le benedizioni della divinità  Yongwan.

Khiamniungan

Il distretto di Noklak , scendendo a sud est del Mon è in gran parte abitato dalle tribù meno convertite al cristianesimo  del popolo Khiamniungan con diverse comunità nella limitrofa Birmania, anch’ essi praticano la tradizionale  agricoltura jhum  nei campi attorno ai villaggi dalle grandi case ove di trovano sempre con i tradizionali abiti in rosso e blu decorati da cipree e conchiglie. Dalla società clanica con le famiglie nei villaggi governati dai capi anziani Puthsee e in guerra dai Nokpao , la ritualità e le cerimonie religiose sono affidate  ai sacerdoti maschili  Ampao e femminili Ain, la tradizione orale è trasmessa dai Paothai, gli Ainloom custodiscono la mitica pietra che protegge la comunità, mentre i Kieo lomei curano le infermità  con pratiche sciamaniche e medicinali. Nelle varie  cerimonie e feste  Khiamniungan si radunano le comunità, tra le altre nella prima settimana di ottobre con offerte e danze si celebra quella del Tsokum invocando  le benedizioni dalle divinità per un raccolto abbondante, mentre l’ unità delle famiglie è celebrata a maggio nell’ altra grande festa del  Miu anch’essa tra canti e danze rituali.

Chang

Il territorio del Tuensang nel distretto centrale oltre ad altre comunità è in gran parte popolato da quelle dei Chang dall’ origini stirpe e cultura Konyak , anch’ essi un tempo guerrieri  e cacciatori di teste e a seconda dei macabri  trofei ne stabiliva la posizione sociale e con il numero più  elevato venivano nominati i capi lakbou, con la fine dell’ usanza venne stabilita una meno cruenta elezione dei capi assieme a consigli tribali per governare i villaggi con i clan khelsche che riuniscono le famiglie patrilineari fondate sui matrimoni chumkanbu. Nella tradizione religiosa animista si comunicava con gli spiriti della natura e le forze soprannaturali con varie ritualità oltre il culto del grande spirito delle risaie Shambuli Muhgha officiati dal sacerdote Ongbou con  grandi sacrifici nelle cerimonie. Anche dopo la diffusione del cristianesimo le hanno mantenute culminando in estate per sei giorni con la grande festa del Naknyulum celebrando i defunti e le ritualità per invocare lo spirito celeste mentre si tengono sempre accesi i focolari e vietati i matrimoni.

Phom e  Sangtam

Tra i territori dei  Konyak a nord est e dei Naga Ao ad ovest e, si trova quello delle comunità Phom con i villaggi tra i campi ove praticano la periodica ’agricoltura jhum  come le altre popolazioni nella regione, dalla società e cultura simile ai Konyak e Chang con le tradizioni religiose animistiche, in parte convertiti al cristianesimo le conservano nei cerimoniali  del Paangmo, Moha e  Bongvum, culminando all’ inizio di aprile con quelle nella grande festa del Monyu per sei giorni dopo la semina delle risaie  invocando la benedizione delle divinità sui raccolti nei costumi tradizionali dalle ritualità accompagnate da canti e danze. Lo stesso territorio è popolato anche  dalla tribù Sangtam , anche se in gran parte convertiti al cristianesimo più delle altre, oltre alla simile cultura e società tradizionali  hanno conservato riti legati all’ animismo che manifestano in dodici cerimonie, culminando a settembre nella festa dell’ Amongmong  per sei giorni con vari rituali con sacrifici ed offerte alle antiche divinità invocandone la protezione accompagnati da canti e danze

Yimchunger

Sempre nel distretto del Tuensang fino a quello del  Kiphire a sud est si stende il territorio tradizionale popolato dalle comunità degli  Yimchunger migrati nella regione dalla Birmania settentrionale assieme ai Khiamungan  e poi separati nelle due tribù, con le stessa cultura e tradizioni ma dalla diversa lingua Yachumi , tradizionalmente popolavano villaggi indipendenti con un capo Kiulongthsuru discendente dal fondatore con un consiglio degli anziani e una casta di guerrieri cacciatori di teste esponendo i trofei . Anche  dopo la diffusione del cristianesimo hanno conservato costumi e ritualità animiste nelle varie cerimonie, tra tutte quelle solenni nella grande festa del Metumniu   aperta dall’ anziano  khiungpu per cinque giorni tra riti e danze.

Lotha e Sumi

Il territorio del Wokha centro occidentale con i loro villaggi tra i colli  è in parte popolato dalle tribù dei Lotha , discendenti da antenati migrati da est nella regione comuni ai Sangtam, Sumi e Rengma e con essi condividono parte delle tradizioni  nella loro cultura  Lotha, un tempo come gli altri bellicosi cacciatori di teste anche con il diffondersi del cristianesimo, ne rimangono i culti delle antiche divinità e spiriti nelle vari cerimonie, tra tutte In autunno per nove giorni  quelle che celebrano il raccolto nella festa del  Tokhu Emong negli abiti cerimoniali con riti ed offerte ai defunti, poi banchetti seguiti  da canti e danze rituali ed infine le vengono celebrati i matrimoni. Ad est del Wokha  il distretto di Zùnheboto fino a quello di Kiphire è il tradizionale territorio delle tribù Sumi anch’ essi temuti guerrieri cacciatori di  teste e legati a culti animisti  fino alla conversione al cristianesimo dopo l’ arrivo di missionari nel secolo scorso. La società tradizionale si fonda sui due grandi clan Swu e Tuku con propri rituali dai quali derivano gli altri che riuniscono le famiglie patriarcali nei villaggi governati da un capo e consiglio di anziani. Lo spirito guerriero è rimasto nelle dure  competizioni della lotta Aki Kiti oltre che  in alcuni costumi e danze rituali, tra le varie cerimonie  a luglio si tiene la grande festa del  Tuluni che celebra i raccolti tra i vari clan con i diversi rituali Tukumi e Sümi,  libagioni, canti e danze come a novembre in quella dell’  Ahuna.

Attraverso il Nagaland

Dal limitrofo Assam oltre il confine  si entra per la regione occidentale  nel variegato territorio del Nagaland dalla lussureggiante vegetazione ondulato dai rilievi , Il clima monsonico dalle copiose piogge alimenta le vaste foreste che ospitano le varie specie della ricca flora e fauna del Nagaland con diverse endemiche e rare. Nell’ omonimo distretto occidentale seguendo  il corso del fiume Dhansiri , sulle sponde sorgeva  la storica capitale del medievale regno Kachari di  Dimasa  che della sua storia ha lasciato alcuni resti  e la fortezza fondata nel X secolo con le rovine delle  mura e i  pilastri del   Rajbari. Dal secolo scorso durante la colonia britannica  l’antico centro si è esteso fino a divenire la popolosa città di  Dimapur, con l’ immigrazione di indiani divenne uno dei centri  religiosi del Jainismo nel Nagaland ove nel 1947 venne edificato l’ imponente tempio Jain, mentre nel 1956 per la numerosa comunità induista e consacrato alla dea Kali  è stato completato  il tempio  di  Kalibari. Dal territorio del  Dhansiri verso sud est  si stende il distretto o  di Kohima tra i rilievi che salgono dalla pianura ove dal villaggio Kewhira popolato da clan tribali in epoca coloniale si è estesa la città di Kohima, divenuta  teatro bellico durante la seconda guerra mondiale  contro l’ esercito giapponese fermato e sconfitto  con la grande  battaglia di Kohima nel 1944. Con la migrazione di comunità induiste sono sorti alcuni templi e come Dimapur è divenuto centro Jainismo  con il venerato  tempio  Jain  edificato nel 1920, mentre  dai missionari britannici vennero convertite alcune comunità tribali, la chiesa battista Ao fondata nel 1939 divenne il centro per i convertiti dell’ omonima tribù e nel 1956 l’ altra chiesa per i  Lotha. Gran parte della popolazione tribale nella regione rimane legata alle antiche tradizioni  che oltre ad altre manifestazioni culturali nella prima decade di dicembre le varie comunità tribali Naga per le annuali cerimonie della grande festa  del Bucero nei costumi tradizionali tra esposizioni, riti, competizioni e suggestive danze che animano la città. Continuando nel centrale distretto di Zunheboto Il territorio è disteso tra le foreste percorse da fiumi popolate da una gran varietà di uccelli dalle specie endemiche e rare ove si eleva la catena dei monti Satoi, tradizionale territorio tribale dei Sumi come altre un tempo temibili guerrieri cacciatori di teste poi convertiti al cristianesimo come le comunità  dell’ Aghunato che dalla sua fondazione nel 1942  hanno il loro centro nella chiesa battista Sùmi  sorta  nel capoluogo del distretto che ne prende nome come  la  citta di Zùnhebo. A sud est verso il confine birmano il territorio si estende tra montagne , vallate  e foreste per il distretto di Phek attraversato da fiumi che alimentano  laghi con decine di villaggi ed alcuni difficilmente accessibili in gran parte  popolati dalle comunità tribali dei   Pochury tra le risaie, mentre  tra le montagne le altre comunità tribali dei Khezha popolano il territorio più meridionale con al  centro il grande  e storico villaggio di  Khezhakeno . Risalendo a nord est sempre lungo il confine birmano si stende il distretto di  Kiphire,  anch’ esso popolato da comunità tribali,  oltre quelle del popolo Sumi diffuse in gran parte del territorio orientale,  vi si trovano i vari villaggi dei  Sangtam tra campi e risaie, in gran parte anche nella limitrofa regione birmana settentrionale il più numeroso popolo degli  Yimchung  e di simile stirpe le tribù ChirrMakury,  legati tra loro da storia, cultura e i vari dialetti della lingua sino tibetana  Yachumi . Dal Kiphire poco a nord  il territorio tra le foreste continua nel distretto di   Noklak , oltre ad altre comunità Naga  è in gran parte popolato da quelle dei Khiamniungan dalle simili origini e tradizioni diffuse nella limitrofa regione  birmana di Hkhamti qui concentrate nel territorio ove dal loro più grande villaggio si è estesa  la città di  Noklak. Continuando ad  ovest si apre il limitrofo e più grande distretto di Tuensang anch’ esso popolato dai villaggi dei SangtamYimchung e Khiamniungan tra campi e risaie, il distretto prende nome da un vecchio centro coloniale  divenuto la città di  Tuensang  da dove salendo all’ estremità nord orientale della regione  si stende l’altro grande distretto di Mon limitrofo. Tra rilievi, valli  e foreste ove da vecchi villaggi venne fondata la  cittadina di Mon al centro del territorio in gran popolato dalle comunità dei Konyak  che furono tra gli ultimi cacciatori di teste tra i Naga, depositari della cultura e tradizioni con i più grandi villaggi di Shannnyu , Lungwa e il  più antico di Chi governati dal  locale sovrano  Angh  con il consiglio tribale. Poco a sud si attraversa il limitrofo distretto di  Longleng dai vari villaggi agricoli e il più grande di  Yongnyah come  territorio tradizionale dei Phom, in parte convertiti al cristianesimo, mantengono i costumi e cerimonie rituali della loro cultura tribale  Phom , tra le altre si radunano  celebrando la fine dell’ inverno ad aprile con la  grande festa del  Monyu.  Verso il vicino distretto nord  occidentale  del Mokokchung Il territorio ad ovest  tra le valli di  Tsula e Tsurang è in gran parte popolato degli  Ao Naga con il loro villaggi tra le colline, tra i primi convertiti al cristianesimo dalla seconda metà del XIX secolo  diffuso all’ epoca dal missionario battista statunitense  Clark, ma mantenendo alcune tradizioni  derivate dall’ antico animismo nelle celebrazioni, cerimonie e danze rituali durante le feste. Scendendo ad ovest si trova il distretto di Wokha nella regione centrale che prende nome dal suo capoluogo  nella città di Wokha al centro del territorio tra rilievi e foreste  in gran parte popolato dalle comunità Lotha che come le altre conservano la loro cultura,  costumi e le tradizioni anche religiose, per la mitologia il monte Tiyi  ne ospita divinità, spiriti e le anime dei defunti.

Lasciato il territorio settentrionale del suggestivo Nagaland con i villaggi che mantengono gli antichi costumi, tradizioni e cerimonie, l’ itinerario tra le popolazioni  tribali indiane  del nord  est continua per il limitrofo  Arunachal Pradesh mentre  ad ovest nella regione  tra  fiumi e foreste, con la loro storia e cultura  si trovano i popoli tradizionali dell’ Assam.


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Naga

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