Dottrine Buddiste
Dalla tradizione dell’linduismo in India nel V secolo a.C. sorse la disciplina spirituale del Buddismo fondata sugli insegnamenti del Buddha storico Siddhārtha come Gautama in una nuova forma di Religione e filosofia, poi estesa nelle diverse dottrine, scuole e testi del Buddismo.
Buddha storico
” Affidati al messaggio del maestro, non alla sua personalità. Affidati al senso, non alle parole. Affidati al senso reale, non al temporaneo. Affidati alla tua mente di saggezza, non a quella ordinaria che giudica.” (Siddharta)
Nei testi alle narrazioni sul Buddha storico Gautama sono aggiunti miti e leggende, ma dalla più antica tradizione come Siddhārtha nacque in Nepal a Lumbini dalla nobile famiglia degli Śākya e ne prese anche il nome di Sakyamuni, dalla moglie Yaśodharā ebbe il figlio Rāhula, poi decise di lasciare la famiglia alla ricerca della liberazione spirituale seguendo vari maestri per poi dedicarsi ad una più rigida ascesi. Nel Bihar a Bodh Gaya mentre era in meditazione sotto un ficus , poi celebrato come albero della Bodhi, ebbe la mistica visione sulla via per la liberazione dal Samsàra e il ciclo delle rinascite, divenendo il Risvegliato ed Illuminato come Buddha nella suprema liberazione da ogni sofferenza e desiderio nel Nirvana. Dopo meditazione e riflessione decise di rivelare la scoperta della Verità recandosi nella santa Benares a Varanasi sul sacro Gange, ove nel parco dei cervi nella vicina Sārnāth tenne il suo primo sermone ai discepoli che vi si erano raccolti con il Sutta del Dhammacakkaa esponendo la nuova dottrina fondata sulle quattro Nobili Verità e il Dharmacakra per Iniziare la Ruota del Dharma. Dall’evento sorse la prima comunità monastica buddista del Sangha e ne fondò poi altre per la valle del Gange come l’illuminato Gautama predicando ed insegnando per quarantacinque anni terminando la sua vita terrena a Kushinagar nell’Uttar Pradesh per raggiungere la fine di ogni rinascita nel. I nobili della regione si spartirono i suoi resti iniziando il culto delle reliquie di Buddha poi esteso ai primi seguaci e quelli che divennero i più venerati Bodhisattva per il culto, ospitate dai vari templi e santuari e in parte custodite nei sacri reliquari Sharira. La prima epoca del Buddismo è contemporanea alle dottrine fondate sulla filosofia dell’induismo indiano, tra le alte la trasmigrazione delle anime regolata dal Karma e il ciclo delle esistenze, alcune vie per la liberazione come le diverse di pratiche ascetiche e yoga, ma negando i principi induisti fondati sui sacri dei testi Veda oltre la società tradizionale regolata dalle leggi dei codici Dharmasastra e il rigido ordinamento gerarchico nel sistema delle caste in India. Nei suoi insegnamenti il Buddha predicava l’eugualianza tra tutti che possono raggiungere la salvezza per le qualità personali senza distinzioni e chiunque poteva seguire la via della liberazione anche ritirandosi nella comunità Saṅgha come affermato nel Majjhimanikāya del primo canone Pali indiano assieme ad altri insegnamenti. Dalla concezione del Dharma induista nel Buddismo rappresenta uno dei Tre Gioielli del Triratna assieme all’essenza del Buddha come Illuminato e la comunità del Sangha, indica gli insegnamenti del Buddha storico per superare la sofferenza del Duḥkha che affligge l’umanità attraverso la pratica che conduce alla via per l’Illuminazione nel Bodhi, è anche legge universale di ogni realtà e da trasmettere, simboleggiato dalla ruota della dottrina Dharmacaktra. Per consentire la vita monastica e la spiritualità nella meditazione venne fondata la prima comunità del Sangha tesa alla conoscenza indicata dal Buddha dalla dottrina che non concepisce un creatore e padrone dell’universo o qualsiasi anima eterna, fede e cerimonie non hanno valore, ma solo il percorso per la redenzione individuale nel Nirvana. Nel canone Pali gli insegnamenti e le regole del Sangha sono contenuti nei fondamentali testi del Vinayapitaka come Canestro della Disciplina redatto nel I secolo a.C., inizialmente non vi era gerarchia nel Saṅgha, dopo la morte del Buddha storico la via doveva essere indicata solo dalla sua dottrina, i seguaci laici Upāsaka maschili e le upāsikā femminili si riunivano con i religiosi per apprendere i fondamenti Trisarana dei Tre Rifugi osservando nella vita le cinque regole fondamentali di comportamento anche nell’etica Punya del merito Puñña come fondamento essenziale alla via della liberazione per successivi percorsi della Dàna nella pratica della generosità seguita dalla condotta morale e la virtù Sila , poi si è pronti alla più alta meditazione Samata e Vipassanā della Bhāvanā per la conoscenza. Prima della diffusione delle varie pratiche devozionali e la ritualità Buddista, la dottrina originaria indicava solo la via della liberazione Satipatthàna priva culti e rappresentazioni religiose, ma con libertà di praticarli, lo stesso Buddha predicava ai sovrani la pace e integrità morale per la prosperità, come si trova nel Sutta del Sigālovāda e l’etica per le comunità Sangha e l’ordine monastico nel Vinaya , spiegando come gli uomini devono o trattarsi fra loro nella vita sociale , parte delle regole Suttavibhanga del canone Pali.
Canone Pali
“Così dovrebbe agire chi pratica il bene e conosce il sentiero della pace … puro di cuore, non legato ad opinioni, dotato di chiara visione, liberato da brame sensuali, di certo non tornerà a nascere in questo mondo“
Fondati sulla vita del Buddha storico come Gautama e i suoi insegnamenti, i primi e più antichi testi del Buddismo furono poi redatti in Pali e Sanscrito per le comunità monastiche nella raccolta dei Nikaya , oltre l’opera sacra con le raccolte dei cinque Agama delle prime scuole buddiste, dopo la scomparsa del Buddha storico fin dal primo dei tre concili buddisti Samgiti gli insegnamenti furono raccolti in vari testi. nell’ultimo del 25 a.C. di Anuradhapura nel monastero Mahāvihāra a Ceylon ove dalla scuola singalese Tamrashatiya furono stabiliti i fondamenti dottrinali poi contenuti nel Tripitaka riconosciuti i come sacri testi l dei tre canestri Pikata del canone Pali indiano dagli scritti dottrinali e Sutra redatti nel I secolo, poi divenuto fondamento della grande dottrina Theravàda , ma in gran parte seguito dalle altre. Il primo Canestro Pitaka della disciplina dell’ordine monastico come Vinaya stabiliva le regole dei religiosi Mahāvibhaṅga e Bhikkhunīvibhaṅga di entrambe i sessi, nel secondo Pitaka gli insegnamenti del Buddha storico Sakyamuni sono raccolti nel Sutta come i principi e doveri per religiosi e laici con i testi divisi in cinque raccolte Nikaya rivolti alla comunità di religiosi e laici del Sangha. Mentre gli altri due contengono le regole e le pratiche del percorso verso il Risveglio, il terzo Pitaka dell’ulteriore dottrina interiore e la conoscenza della vera realtà è espressa nel canestro dell’Abhidhamma oltre il dhamma superiore. La seconda parte dei sacri testi furono raccolti nei Sutra della Tripitaka, a essi gli insegnamenti della benevolenza universale nel Sutta del Metta della pratica della gentilezza amorevole, il Nikaya Digha o Sutta del Sigalovada nel canestro dei lunghi discorsi come l’altro Nikaya del Majjhima, i fondamenti della consapevolezza e la contemplazione del corpo nel Sutta del Satipatthana. Poi tra i testi più noti nella tradizione della dottrina Mahāyāna quello della Perfezione nella Saggezza nel sutra del Cuore, all’altro della raccolta Prajñāpāramitā nel lungo Sutra dal testo dialogante noto come il Sutra del Diamante e molto dopo ai testi Prajñāpāramitāsutra del Mahàyàna nel Vi secolo con il testo Fǎhuābù del canone buddista cinese Dàzàngljing venne aggiunto il fondamentale Saddharmapuṇḍarīka noto come Sutra del Loto.
L’Era di Ashoka
“La conoscenza può essere comunicata, ma non la saggezza. Uno può trovare la saggezza, venirne fortificato, fare meraviglie tramite questa, ma non può essere comunicata ed insegnata“
Nel Buddismo originario la comunità del Saṅgha era estranea al potere, ma dopo la vittoriosa guerra contro i Kalinga nel III secolo a.C. e l’estensione del suo impero, il sovrano Ashoka con la sua conversione decise di porre fine ai conflitti per un nuovo ordine fondato sulla tradizione filosofia del Buddismo con le leggi etiche śāsana che diffuse nei vari territori con Iscrizioni su pareti e pilastri come editti di Ashoka iniziando a fondare templi e monasteri oltre a riformare la comunità Saṅgha. Come pacificatore Ashoka voleva una società ove si garantiva assistenza ai poveri e consentire a tutti il percorso spirituale per il Nirvāṇa, così che la salvezza fosse estesa a tutti e non solo gli eletti. Mentre il Buddismo divenne dominante nel vasto impero Maurya fu il diffusore della dottrina inviando missionari nelle regioni limitrofe, ad occidente nel territorio pakistano ove dal III secolo a.C. erano sorti i regni Ellenisti , alcuni introdussero i Buddismo fondamento della civiltà Gandahara con l’arte greca ellenista e i canoni buddisti nella sintesi della raffinata arte Gandhara lasciando monasteri e templi tra i siti che diramano dall’antica Taxila. Da qui continuando poco ad ovest per la regione dell’antica Battriana in Afghanistan come suo punto più occidentale giunse il Buddismo nel territorio tra Konduz e Balkh e ne divenne il fiorente centro edifico vari santuari e Il monastero che ha lasciato le grandi statue del Buddha di Bamyan devastati dall’islamica furia criminale dei Talebani. Sorta all’epoca di Ashoka la dottrina Sarvastivada fu tra le più antiche scuole monastiche che diffuse il Buddismo in Asia centrale dal I secolo d.C. per i percorsi ad est sulla Via della Seta , dall’India settentrionale ne divenne sostenitore Il vasto impero Kusana permettendo ai monaci e missionari di raggiungere l’antica Battriana che si estendeva per l’Uzbekistan e la limitrofa regione della Sogdiana In Tagjikistan. Attraverso la regione occidentale del Xinjiang cines la diffusione raggiunse l’impero della dinastia Han e dall’epoca sorsero le scuole e la grande tradizione del Buddismo in Cina. Con i suoi successori nella diffusione Buddismo l’opera di Ashoka continuò con la prima dottrina del Theravada, fondata sugli insegnamenti del Budha storico e i testi Tripiṭaka del canone Pali in sanscrito, tra i primi missionari il figlio dell’imperatore divenuto monaco Mahinda , predicatore assieme alla sorella monaca Sanghamitta alla corte del sovrano Tissa nel regno singalese i di Anuradhapura che fu il primo sovrano ad introdurre il Buddismo Theravāda nell’antico Ceylon.
Theravàda
“Non c’è meditazione senza saggezza, e non c’è saggezza senza meditazione. Quando un uomo ha meditato ed è saggio, allora è davvero vicino al Nirvana”
La più antica scuola Theravāda è sorta dagli insegnamenti del Buddha storico Gautama nel Tipitaka del canone Pali indiano, anche fondamento del buddismo monastico dei Nikāya contemporaneo con la prima scuola dell’analisi Vibhajyavāda del III secolo a.C. derivata dalla più antica scuola degli anziani Sthaviravāda. Fondamenti del Theravāda erano la dottrina derivata dal primo sermone del Buddha con il Sūtra del Dharma ispirando le quattro nobili Verità per il percorso spirituale alla conoscenza e il risveglio del nobile Ottuplice Sentiero per il Nirvana. Alle fondamentali è associata la dottrina delle Tre Nobili Discipline del Vinaya che codifica le norme di condotta e le regole monastiche, della meditazione Samādhi, la conoscenza e saggezza trascendente Pañña come descritta dal più antico canone indiano Pali e nell’amorevole gentilezza la benevolenza Mettā. Comuni alle tradizioni della dottrina Mahāyāna come le dieci Pāramitā per il completamento del percorso, propria del Theravàda la meditazione Vipassanā nella visione profonda, mentre per tutte le dottrine la meditazione Bhavana come processo mentale nelle varie forme, tra le fondamentali la pratica della Samatha per raggiungere la pacificazione interiore nelle quattro fasi Dhyāna delle Jhana. Come Dottrina degli Anziani nella sua filosofia e pratica il Theravada si diffuse nell’India settentrionale, primo centro ne fu l’antica Pāṭaliputra a Patna In Bihar nella regione ove il Buddha ebbe l’illuminazione a Bodh Gaya secondo la tradizione e ove sorse la grande università buddista di Nalanda. Si estese per la regione occidentale e a sud nel Tamil Nadu fino a Kanchipuram e dopo la prima diffusione dei missionari convertendo l’antico Ceylon con il primo grande centro di diffusione ad Anuradhapura nel monastero di Mahāvihāra e dall’epoca sorsero templi e stupa da Polonnaruwa su parte di Jafna a nord , Kotte e il regno di Kandy. Per i secoli successivi furono edificati i templi e stupa di Ceylon ove è rimasto predominante il Buddismo nello Sri_Lanka, nello stesso periodo missionari giunsero nella Terra d’Oro Suvarṇabhūmi in Birmania. Mentre fioriva altrove in India rimase una delle varie religioni e dopo l’invasione islamica dal XII secolo decadde completamente, la dottrina Theravàda oltre che a Ceylon divenne dominante nei vari regni e dinastie che sono seguite in Thailandia, tra Cambogia, Laos e Vietnam nella regione dell’Indocina. Dalla sua introduzione fino alla più recente epoca in Birmania fiorì con le dinastie medioevali con grandi con templi, pagode e santuari dalla più antica Pagan divenuta culla della cultura birmana, dal regno Mon fu fondata Pegu, successivamente sorsero altri templi e pagode a Mandalay e le quattro-capitali, i centri buddisti sul lago Inle e le pagode dello Shan fino alla più recente Rangoon divenuta a lungo la capitale Yangon.
Mahāyāna
“Se volete ottenere l’illuminazione, non dovete studiare innumerevoli insegnamenti. Approfonditene solo la grande compassione Chiunque abbia grande compassione, possiede tutte le qualità del Buddha.”
La dottrina Mahāyāna del Grande Veicolo sorse tra antiche comunità Sangha che poi accolsero gli insegnamenti del Prajñāpāramitā con il Sutra della conoscenza trascendente, assieme al Sutra Vajracchedikā
del Diamante e il Prajnaparamita Hrdaya noto come il Sutra del Cuore , più tardi si aggiunse l’altro fondamentale testo Mahayana del Bodhicaryavatara o via del Bodhisattva. Dal II secolo la dottrina è stata dominante in India fino alla decadenza del Buddismo diviso poi nelle altre scuole del Madhyamaka come Via di Mezzo , dal III secolo la tradizione del Vijnanavada nelle diverse scuole e dal VI il Veicolo del Diamante del Buddismo Vajrayāna più diffuso in Asia orientale. Tra forme inizialmente come uno dei primi tre Yàna del Śrāvakayāna o veicolo per i discepoli si tradusse nella la dottrina Hìnayàna del Piccolo veicolo fondata sui testi canonici, mentre il Mahāyāna riconosce altre fonti ritenendo che gli insegnamenti del Buddha trasmessi tradizionalmente fossero incompleti e ne erano altre più profonde da divulgare per perfezionare conoscenza, adottando le norme Vinayapiṭaka del canone Pali. Mentre i seguaci dell’antica dottrina avevano la salvezza personale come unico fine, le dottrine Mahāyāna del Buddha eterno fondano sull’ideale percorso spirituale vero l’Illuminazione del Bodhisattva in vita rinunciando al Nirvāṇa per operare nel mondo a beneficio di tutti praticando le sei perfezioni Pāramitā derivanti dalla raccolta dagli insegnamenti del Buddha storico. Nella vacuità Sūnyatā del mondo e l’impermanenza dei fenomeni Anitya connessi e interdipendentI prodotti dalla genesi Pratītyasamutpāda , si intraprende il percorso per l’ultima fase della saggezza Prajñā attraverso i dieci livelli per la conoscenza fino alla più alta del Bhùmi e la sua perfezione nella Prajñāpāramitā per realizzare la la vera natura del Buddha e l’illuminazione. Tra i più venerati bodhisattva, come Mahāsattva dalla più potente essenza spirituale, Avalokiteśvara che ascolta i dolori del mondo e bodhisattva della Compassione, della saggezza e sapienza Mañjuśrī. Per le sue molteplici vite di dagli infiniti meriti in virtù Amitābha ha raggiunto la posizione di Buddha eterno dalla Luce senza fine come Gautama nella dimensione Sukhavati della mistica Terra Pura, dalla tradizione che ha generato la dottrina dell’Amidismo diffuso in Asia orientale, ove vi è associato l’altro venerato Bodhisattva della Compassione Guanyin. Mentre per il Buddismo originario il Buddha si era estinto per sempre nel Nirvāna, il Mahāyāna ne concepiva l’esistenza nella dottrina Trikāya come tre corpi, il Nirmāṇakāya dell’Emanazione che si manifesta in un determinato tempo ed universo, il Saṃbhogakāya nelle le trentadue manifestazioni del Buddha Avātrimāśadvaralakṣaṇa visibile ai Bodhisattva nelle Terre Pure, riassunti e compresi nel Dharmakāya come corpo del Dharma fondato sugli insegnamenti dell’ultima realtà e vera essenza dei Buddha. La dottrina Madhyamaka divenne fondamento del Mahāyāna con la scuola fondata nel II secolo d.C. dal monaco indiano Nāgārjuna, opposta alle antiche che sostenevano la realtà degli elementi con la loro natura intrinseca svabhāva e caratteri distintivi laksana, mentre sono vuoti e privi di natura, compresa l’irrealtà si giunge anche alla conoscenza della vacuità Sunyata nella dottrina del vuoto della scuola Śūnyavāda. Ad essa di aggiunse la dottrina della coscienza Vijnanavada, sorta come corrente del Mādhyamika divenne indipendente nel III secolo con il monaco Maitreya fondatore della scuola Yogācāra , estesa nel secolo successivo da Asanga. Al centro della dottrina sta la suprema mente incontaminata luminosa nella quiddità’Tathatà come autentica natura della realtà e il Dharmadhātu come Sfera degli elementi che la compongono , non esiste una realtà nel conoscere solo la perfezione attraverso la meditazione libera la mente da ogni rappresentazione per giungere alla e natura del Buddha.
Hīnayāna
“Questo è l’Hinayana, il ‘Piccolo veicolo per chi passa dalla stretta via riuscendo ad azzerare la sofferenza connessa alla vita, soprattutto a causa della brama e dei desideri
Tra i primi testi del Mahāyāna del II secolo d.C nei Prajnaparamita come sutra della conoscenza trascendente e nel Saddharmapuṇḍarīka noto come Sutra del Loto , venne stabilita la suddivisione del buddismo Mahayana come grande veicolo superiore e l’Hīnayāna come piccolo veicolo inferiore dai fondamentali insegnamenti che completavano il Pitaka dell’Abhidharma come Canestro della dottrina ulteriore dei tre Tripiṭaka del canone Pali superando le precedenti scuole e le differenze dottrinali tra il Mahāyāna e l’Hīnayāna. Quest’ultimo designa coloro che non percorrono la via dei Bodhisattva e non adottano le qualità e pratiche spirituali per divenire un Buddha in futuro considerando i testi Mahāyāna non autentici degli insegnamenti del Buddha, l’Hīnayāna ne rappresenta la dottrina originale, considerato dal Mahayana una minore forma dottrinale seguita da coloro che hanno un limitato intelletto per i percorsi più profondi ottenendo la Liberazione individuale e non per tutti. La tradizione Hìnayàna a sua volta si divise nel veicolo degli ascoltatori e discepoli per un ideale percorso verso l’illuminazione Śrāvakayāna seguendo gli insegnamenti del Buddha senza l’ausilio di maestri o volontà di insegnamenti ad altri nel solitario veicolo per l’Illuninazione del Pratyekabuddhayana Indicando solo il percorso morale ma non quello della salvezza per che rimane individuale. Agli insegnamenti originari propri del buddismo Nikāya fondato sul canone Pali indiano e ai due veicoli si ispirarono le prime scuole Hinàyàna e poi le sette delle quali undici erano ispirate dall’antica scuola Sthaviravāda dei Nikāya e dalla medesima tradizione le nove dalla scuola Mahāsāṃghika, l’ultima derivata dal Theravāda come scuola Mahīśāsaka , ma tutte le sette seguivano gli insegnamenti originari del Buddha, attraverso l atradizione Vinaya con i suoi i fondamenti l’Hìnayàna si diffuse tra l’antico Ceylon e regioni del sud est asiatico dal Vietnam , oltre tra le varie tradizioni del Buddismo in Cina.
Vajrayana e Tantrismo
“Noi siamo ciò che pensiamo. Tutto quello che siamo sorge dai nostri pensieri. I nostri pensieri costruiscono il mondo”
inizialmente dai più antichi testi Tantra induisti dalla metà del VI secolo di diffusero in India dottrine che ispirarono il Buddismo del Vajrayana come Veicolo di Diamantes seguito al Theravàda e Mahāyāna fondate sulla concezione del Tantra nella ricerca di vie più brevi per la salvezza dalle tradizionali affermandone le origini dal Buddha storico o mitici. Dalle tradizioni tantriche la comunità Kaula legata all’esoterismo dottrinale riservato agli iniziati che seguono poi diverse fasi dopo esaminati dai maestri Guru con la consacrazione labhiṣeka e la ritualità iniziatica Dīkṣā per entrare nel cerchio cakra della comunità. Tra i fondamenti la concezione dello Yantra come geometrico diagramma mistico che genera i percorsi mentali metafisici come sorta di pratica magica dominante le energie psichiche nella ricerca della salvezza dalla vacuità. La rappresentazione magica del divino nei simboli Yantra si esprime nei templi e i rituali ove dalla tradizione induista deriva la recita dei Mantra come veicolo del pensiero e nel tantrismo tibetano il fondamentale Mantra dell’Oṃ Maṇi Padme Hūṃ rivolto al bodhisattva della compassione . L’individuo oltre quello fisico possiede un corpo Yogico ove risiede l’essenza śakti, come energia divina quiescente della Kundalini, nel buddhismo tradizionale la meditazione è concentrazione per il controllo delle funzioni fisiche e spirituali, nel tantrismo la meditazione Yoga è solo sul corpo come sede di tutte le energie spirituali, da attivare come partenza ne percorso della salvezza nella pratica dello Yoga tantrico shakta e kaula. La polarità dei sessi è fondamentale per la conoscenza e liberazione ove le energie superiori sono emanazioni di divinità tantriche femminili Śrīkula e Kālīkula, derivate dall’induismo Shivaita le tradizioni del Kaula furono codificate dall’XI secolo nei testi del Kulārṇava ove la pratica sessuale è concepita come espressione dell’unione della coppia divina Śhiva e Śakti, fondamento per la ritualità sessuale del Tantra.Considerata scandalosa dalle comunità buddhiste tradizionali, ma successivamente gli insegnamenti furono accolti dai centri monastici e commentati nei testi, oltre la diffusione in Asia orientale come processi per meditazione, mentre nel Buddismo Tibetano la tradizione tantrica fu totalmente accolta in tutte le sue pratiche. Le manifestazioni e i nomi dei Buddha storici e i successivi, i cinque grandi Buddha della Saggezza spesso venerati assieme nei Vajrayana come i cinque Tathagata e rappresentati nei Mandala, le numerosi e venerate figure che hanno raggiunto l’Illuminazione come Bodhisattva e personaggi divinizzati, vengono anche venerati i personaggi storici come pretendenti Bodhisattva così come le molte divinità associate ai testi e tradizioni del Buddismo. Ancor più dalle altre dottrine nella tibetana è fondamentale la condizione del karma generato in vita da azioni e pensieri che condizionano la ciclica esistenza nella sofferenza del Samsara nelle continue reincarnazioni da orientare con l’intelletto per infrangerne lo schema osservando il Dharma e seguendo nelle sue varie fasi il graduale percorso che porta sulla via dell’lluminazione. Con la sua filosofia, scuole e liturgia la grande tradizione del buddismo Tibetano fondato sulla dottrina Vajrayāna ldalle forme tantriche prende nome dalla più antica culla in Tibet esteso nella regione himalayana ove si traduce nei venerati santuari e Gompa del Ladakh, continuando per la catena orientale tra le montagne e vallate del Nepal dai monasteri e templi sorti assieme a quelli induisti, la regione settentrionale indiana del Sikkim e ad est il limitrofo antico regno del Drago in Bhutan , dal Tibet a nord sulle antiche vie dei nomadi attraverso gli altopiani del Qinghai. La tradizione tibetana si è estesa nella regione cinese del Sichuan lasciando anche qui il suo patrimonio culturale in diversi templi e monasteri, tra le popolazioni tribali dello Yunnan nella regione meridionale fino alle vaste steppe della Mongolia ove fu introdotto dal XIII secolo nel sincretismo con lo sciamanesimo dei Mongoli e più recentemente con la migrazione delle comunità dei Calmucchi alle porte d’Europa in Russia con il buddismo della Kalmykia.
“… il supremo riposo appartiene a lui che ha conseguito il Nirvāṇa….che ha distrutto le manie, senza turbamenti, libero dal dubbio, ha raggiunto la distruzione di ogni karma è un liberato“