Kit Carson e gli indiani
L’avventurosa vita di Kit Carson, tra esplorazioni, spedizioni e guerre con gli indiani, celebrato come un’ icona nella controversa storia del west
Esploratore e Trapper
Durante l’ epoca del Messico coloniale spagnolo nella provincia settentrionale del Nuevo Mexico i commerci statunitensi con la fiorente città di Santa Fe e la sua regione furono a lungo interdetti, ma con l’ indipendenza del Messico dal 1821 quei territori vennero aperti ai mercanti statunitensi in gran parte con il Missouri e nel 1830 partì una delle prime carovane di pionieri su una delle lunghe Vie dell’ovest che per circa millequattrocento chilometri fu guidata dal giovane Ewing Young. Divenuto esploratore e abile guida fu a capo di altre spedizioni dall’ Arizona attraverso i deserti dell’ ovest fino alle ricche terre occidentali della California, all’epoca nei domini messicani, così come i territori ancora poco noti del Colorado occidentale, aprendo nuove fino piste in quelli del più settentrionale Utah. Alla spedizione di Young del 1830 partecipò il giovane Christopher Houston Carson, meglio noto come Kit Carson, originario del Kentucky e trasferitosi in Missouri. Iniziò la sua vita di celebre trapper in Colorado dall’avamposto di Fort William fondato nel 1833 e ribattezzato Fort Bent nell’ Otero County come centro per la caccia al bisonte, non distante dal territorio ove poi sorse il centro minerario divenuto la città di Denver, inoltrandosi ad esplorare anche l’ancora poco nota regione delle Rocky Mountains. Divenne guida prima per le carovane di pionieri verso l’ ovest e successivamente di cercatori e coloni sulle vie aperte dalla corsa all’ oro in California ove continuò a guidare numerose spedizioni mentre iniziava la sua fama di abile trapper e scout del sud ovest.
Sulle vie del west
Tornando in Missouri nel 1842 incontrò l’ esploratore John_C.Frèmont e ne fu assunto come guida in una spedizione lungo il percorso dell’Oregon trail per tracciarne mappe attraverso il territorio montuoso sud occidentale del Wyoming e farne una sorta di guida per le carovane di pionieri oltre il valico sul Continental Divide del South_Pass. L’anno dopo fu di nuovo guida nella seconda spedizione di Fremont sullo stesso itinerario attraverso lo Utah dal Wyoming fino all’ estremità occidentale in Oregon del fiume Columbia e nel 1845 partecipò alla terza spedizione che si rivelò un tentativo per sollevare i coloni nordamericani in California dal dominio messicano. Frémont ne venne scacciato dopo aver spinto i coloni di Lassen Ranch ad attaccare un pacifico villaggio di nativi Wintu settentrionali sul fiume Sacramento, uccidendone almeno centocinquanta in quella che è ricordata come la strage del Sacramento, da dove attaccarono altre comunità per terrorizzare il popolo Wintu uccidendone diverse decine della tribù dei Patween nel 1846 in un’ inerme villaggio nei pressi di For Sutter sempre sul Sacramento River nel il massacro di Sutter Buttes. Continuando la spedizione a nord nel territorio popolato dai nativi Klamath in Oregon, con il pretesto di esserne stati attaccati, gli uomini di Frémont nel maggio del 1846 sulle rive del lago Klamath assalirono il villaggio di Dokdokwas lungo il fiume Williamson scatenandosi nell’altro massacro del Klamath Lake . Tornati in California nel giugno 1846 parteciparono ai moti secessionisti contro il governo messicano noti come la rivolta del Bear Flag ove Frémont, per impedire di inviare il suo rapporto sulla rivolta al governo messicano, ordinò a Kit Carson di giustiziare l’ anziano possidente messicano Reyes Berreyesa e i due nipoti.
La guerra Apache
Subito dopo la spedizione con Frèmont, Kit Carson si arruolò per combattere nella guerra tra Usa e Messico durata due anni dal 1846 con la vittoria statunitense e smobilitato riprese a guidare carovane, nel 1853 condusse pionieri allevatori di pecore immigrati baschi attraverso il territorio settentrionale del Nevada sulle piste desertiche verso la California. Durante la Guerra di Secessione dal 1861 si unì all’ esercito nordista dell’ Unione e raggiunto il grado di Brigadier General fu inviato a tra i monti Sacramento a Fort Stanton, nel territorio centro meridionale del New Mexico, dove era iniziata la campagna militare del generale James Henry Carleton contro gli Apache guidati dal capo Dasoda-hae chiamato anche La-choy Ko-kun-Noste e noto come Mangas Coloradas capo della tribù Mimbreño. Fin dall’inizio dell’ invasione nel territorio Apache del 1862 il generale James H.Carleton in un proclama aveva ordinato l’ uccisione di tutti gli uomini e la deportazione di donne e bambini, da Fort Stanton il comando delle operazioni fu affidato a Kit Carson nel poco nobile ruolo di esecutore degli ordini di Carleton, anche se risparmiò molti dei nativi che avrebbe dovuto massacrare. Nonostante la fiera resistenza degli Apache durante la Guerra Civile Americana, dopo la campagna militare e la sconfitta di Mangas Coloradas, diversi capi si arresero con la popolazione stremata che fu deportata nella riserva di Bosque Redondo, le condizioni insostenibili provocarono la fuga dei Mescaleros che, come altri indomiti guerrieri iniziarono una lunga guerriglia contro l’ esercito statunitense in quelle che divennero le successive Apache war.
Kit Carson e i Navajo
Nel 1863, dopo la fuga da fuga dalla riserva di Bosque Redondo dei Mescaleros, il generale Carleton iniziò l’ invasione del territorio popolato dai nativi chiamati dalle tribù vicine Dinè Ana’ì o nemici che si definivano Diné o Naabeehó e noti come Navajo. Il popolo più numeroso delle tribù e comunità di nativi che gli spagnoli chiamarono Pueblo, dalle antichi tradizioni discendenti da quello che consideravano il Popolo Ancestrale degli Anasazi, quando il loro mondo fu minacciato si opposero fieramente in vari conflitti all’ invasione dei loro territori degli spagnoli prima e dai messicani poi con le gesta del capo Tachìì’nìì chiamato Narbona che si oppose fieramente agli invasori e nel 1835 tra le montagne di Chuska a sud est del Colorado Plateau sconfisse un reparto dell’ esercito messicano comandato dal capitano Hinojos sul valico Beesh Łichíí’í Bigiizh dall’ epoca divenuto il Narbona_Pass, scacciando i messicani da quel territorio Navajo. Quando passò nel domini statunitense nel 1849, Narbona si incontrò con una delegazione guidata dal colonnello John M. Washington, divenuto il primo governatore del New Mexico, per trattare la pace con i nuovi arrivati, ma sembra per un’incomprensione nella traduzione ne venne uno scontro e diversi nativi rimasero uccisi compreso il capo Narbona. Nel decennio successivo l’esercito statunitense fondò avamposti e forti militari nel territorio Navajo con la scusa di proteggere nativi e coloni, mentre continuarono le incursioni della milizia contro inermi villaggi uccidendo gli uomini per catturare donne e bambini da vendere come schiavi nel triste periodo che i Navajo chiamarono Naahondzood o l’epoca della paura. Nella Guerra di Secessione durante la campagna del New Mexico , per ottenere il sostegno di quello stato e l’ Arizona governo nordista era intervenuto con l’ esercito prima contro i Mescaleros e poi i Navajo imponendo di trasferirsi nella riserva assieme agli Apache ribelli e al loro rifiuto il generale James Henry Carleton ordinò di organizzare una campagna militare a Kit Carson che, avendo amichevoli relazioni con essi, inizialmente rifiutò. Quando si lasciò convincere iniziò le sue spedizioni da Fort Wingate per poi spostare la base a Fort Canby, come fu ribattezzato il vecchio forte di Defiance, limitandosi a razziare bestiame e raccolti per affamare i nativi e costringerli alla resa. Mentre il capo Delgadito degli Apache Mimbreños si arres, Carson inseguì i ribelli Navajo nel territorio settentrionale dell’Arizona e nel 1864 dopo alcuni scontri li affrontò con il decisivo nella battaglia del Canyon de Chelly e, nonostante la resa, ne distrusse il grande villaggio devastandone i raccolti e privandoli del bestiame. L’ ultima delle guerre Navajo continuò per poco con le comunità protette dai guerrieri guidati dal capo Hástlin Dághá noto come Barboncito e il capo Bít’aa’níí noto anche come Nabááh Jiłt’aa o Capo di Guerra che i bianchi ribattezzarono Manuelito, costretti alla resa nel 1864 iniziarono per mesi quella che i nativi chiamarono la triste Hwéeldi e ricordata come la lunga marcia dei Navajo per oltre settecento chilometri dal loro territorio che condividevano con altri nativi dell’ Arizona fino alla riserva di Bosque Redondo presso Fort Summer su fiume Pecos, divenuto ormai il Far West del New Mexico. Nonostante l’ultima fiera resistenza contro il potente esercito statunitense , guidata dal capo Hástlin Dághá noto come Barboncito e gli altri, anche questo popolo venne sconfitto e con l’ imposizione del il trattato di Bosque Redondo , stipulato a Fort Summer nel 1868 , relegato nella terra Naabeehó Bináhásdzo come i nativi chiamarono quella che è divenuta la Navajo Nation tra Arizona, Nuovo Messico ed Utah con al centro la Monument Valley, nella vasta riserva ove sopravvivono le comunità dei Diné. Nel maggio dello stesso 1868, ritiratosi nella Bent County del Colorado a Boggsville, finì i suoi giorni uno dei più celebri trapper ed avventurieri dell’ ovest celebrato come l’ intrepido cavaliere Kit Carson senza macchia e valoroso divenendo un’ icona nella controversa storia del West.