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Esplorazioni francesi nel Pacifico

Bouganville tra Polinesia e Melanesia

Mentre James Cook affrontava la sua prima spedizione, dal 1766 per tre anni un’ altro grande esploratore si inoltrò nel Pacifico per svelarne i misteri, il nobile Louis Antoine de Bougainville che si dilettava di scienza e filosofia, avventuriero uso alle armi, seguace di quel Secolo dei Lumi che stava cambiando la storia e che appassionò nobili e plebei con i racconti delle sue imprese. Brillante studioso di diritto divenne giovane avvocato, ma di dedicò poi alla matematica ispirato dall’ opera del marchese d’ Hôpital e l’ innovativa regola sul calcolo infinitesimale, seguace dell’ enciclopedista e matematico d’Alembert redasse un’ opera sul calcolo integrale pubblicata in due volumi nel Traitè du calcul Intègral nel 1754. All’ inizio della guerra cosìdetta dei Sette anni il capitano Bougainville nel 1756 fu inviato nella canadese Nuova Francia come assistente del Generale Montcalm contro i britannici nella guerra franco indiana, fu ferito e dopo un breve ritorno in patria nel 1759 fu di nuovo in Canada prendendo parte alla difesa di Quèbec e pattugliamenti sul fiume San Lorenzo, dopo la sconfitta francese nella battaglia di Abraham venne inviato dal generale Lévis sul fiume Richelieu per arginare l’ avanzata britannica nell’ isola Noix prima della resa nel 1760. Tornato in patria continuò a combattere la guerra sul suolo europeo fino alla fine nel 1763 partecipando trattato di Parigi e dall’ esperienza canadese pubblicò L’ ètat de la nouvelle France à l’époque de la guerre de sept ans.

Fu incaricato dal sovrano francese Luigi XV di scoprire nuove terre da colonizzare sulle rotte del Pacifico e partì dal porto di Nantes il quidici novembre del 1766 con la fregata da guerra Boudeuse e la nave d’appoggio Etoile, raggiunse le isole Falkland con l’ ammiraglia e si ritrovò sulla costa del Brasile con l’ altra nave in ritardo a Rio de Janeiro, assieme sostarono a Montevideo e finalmente passarono lo Stretto scoperto molto prima da Magellano esplorandolo accuratamente incontrando i Tehuelche e gli altri indigeni Fuegini, ma impiegarono quasi due mesi per le tempeste. Finalmente nel Pacifico la rotta di Bougainville proseguì in Polinesia incrociando gli atolli corallini delle Tuamotu dal difficile approdo, pertanto ribattezzate Isole Pericolose, poi furono gettate le ancore al largo di Tahiti e i francesi vennero accolti nell’ isola da centinaia di piroghe piene di splendide ragazze seminude ispirando a Bougainville la prima descrizione del Paradiso dei Mari del Sud in Polinesia, pochi mesi prima vi era giunta la spedizione britannica di Samuel Wallis, ma l’ isola fu comunque dichiarata colonia francese e ne sorse anche un Regno nel 1788. I thaitiani soffrirono per la partenza dei bianchi e il re Ereti li fece accompagnare dal giovane Ahutoru che fu utile interprete quando sbarcarono a Samoa nel maggio del 1768, ma qui gli indigeni si mostrarono ostili e la spedizione proseguì per le Nuove Ebridi sbarcando ad Espiritu Santo, scoperta dal navigatore portoghese Queirès nel 1606, dove si scontrarono con tribù bellicose. Bougainville riprese il mare giungendo alla più lunga barriera corallina del mondo che gli impedì di sbarcare sulla costa dell’ Australia nord orientale nel Queensland, cercando invano un varco tra gli enormi banchi di corallo della barriera raggiunse lo Stretto scoperto da Torres nel 1605 sconvolto dalle tempeste superate faticosamente senza poter approdare nell’ inesplorata Nuova Guinea. A stento giunse alle Salomone incrociate per la prima volta da Mendaña de Neira nel 1568, sbarcando nelle isole trovò tribù di guerrieri cannibali che lo fecero desistere dall’ esplorazione e proseguì per l’arcipelago delle Bismarck a nord est della Nuova Guinea sostando nell Nuova Irlanda visitata pochi mesi prima dall’ inglese Philip Carteret, ove la sfortunata spedizione si trovò un violento maremoto e prese la rotta per le Molucche con l’equipaggio stremato, sostando nella colonia delle Indie orientali olandesi per poi continuare per rotte europee sulla via delle spezie lungo le coste dell’ Indonesia fino al porto di Batavia nella grande isola di Giava e quindi attraverso l’ Oceano Indiano per Mauritius da dove tornò nel porto francese di St.Malo il sedici marzo 1769. Due anni dopo pubblicò Voyage autour du monde par la frégate du Roi la Bourdeuse et la flûte l’Etoile con una paradisiaca descrizione della Polinesia che aveva conosciuta a Tahiti alimentando il mito del Buon Selvaggio perfezionato dalla filosofia di gran parte dell’ Illuminismo e l’ opera di Rousseau, inducendo Voltaire a studiare la lingua di quella remota isola nella lontana Polinesia, rammaricato d’ essere troppo anziano per avventurarsi sulle rotte del Pacifico e si annovera tra le opere dell’ altro filosofo illuminista Diderot il celebre libro pubblicato come Supplèment au voyage de Bougainville.

La Pèrouse scomparso nel Pacifico

Le esplorazioni degli oceani con le imprese di Cook e dell’ italiano da Mulazzo scoprirono nuove rotte nel Pacifico e un mondo sconosciuto in Oceania , tra i francesi dopo Bougainville protagonista fu Jean François Galaup conte de La Pèrouse che a quelle esplorazioni aggiunse il suo tragico capitolo. La spedizione salpò nel 1786 con le due navi battezzate l’ Astrolabe e la gemella Boussole prendendo le vecchie rotte atlantiche fino a Capo Horn da dove entrò nel Pacifico incrociando l’isola di Pasqua da dove navigò a nord giungendo nelle Hawaii scoperte da Cook che vi perì dove nel 1795 sorse poi un Regno e ne precisò la posizione geografica. Seguendo poi l’antica via di Magellano continuò verso l’ arcipelago della Micronesia fino alle isole chiamate Marianne proseguendo ad ovest per le Filippine meridionali , le coste della Corea e lungo il Giappone fino al settentrionale Hokkaidō per incrociare l’ isola Sakhalin attraverso lo stretto chiamato La Pèrouse in suo onore, navigando sulla costa siberiana della Kamčatka. Dal mar di Bering seguì le correnti trovando la rotta meridionale del Pacifico verso la Polinesia e raggiunse Samoa, dove i francesi furono assaliti dagli indigeni e La Pèrouse fece incendiare una delle due navi non avendo più uomini sufficienti a manovrarla, proseguì nella vicina Tonga e il suo vascello fu visto per l’ultima volta da una nave inglese sulla costa australiana, poi se ne persero le tracce e le notizie. Due anni dopo l’esploratore compatriota Entrecasteaux fu incaricato nella ricerca della spedizione scomparsa tra la Tasmania , le isole della Nuova Caledonia e quelle dell’ Ammiragliato a nord della Nuova Guinea dove erano stati avvistati indigeni con uniformi francesi, le ricerche continuarono poi lungo le coste dell’ Australia e quelle della Nuova Zelanda tornando nelle melanesiane Nuove Ebridi senza sbarcarvi dove Entrecasteaux ribattezzò île Reserche Malakula. Si venne a sapere che La Pèrouse vi era naufragato due anni prima e si era nascosto con i suoi uomini per sfuggire agli indigeni. Solo nel 1829 la spedizione di Dumont d’Urville trovò i resti del naufragio e si scontrò con la tribù che aveva massacrato La Pèrouse e i suoi uomini, adoperandone le ossa per farne frecce.

 

D’ Entrecasteaux in Oceania

Antoine Bruni d’ Entrecasteaux entrò giovanissimo nella Marine royale francese combattendo la guerra dei Sette anni, imbarcato poi su vascelli della Compagnia francese delle Indie orientali che commerciava con gli insediamenti costieri a sud del Bengala e i porti dell’ Indocina, divenendo esperto delle rotte europeee sulla Via delle Spezie aprendone una nuova per la cinese Canton e verso l’ Indonesia lungo le coste di Giava per le isole Molucche. Per i suoi meriti fu nominato governatore della colonia Isle de France, fondata da D’ Arsel nell’ isola Mauritius e nel 1791 fu inviato nel Pacifico alla ricerca della scomparsa spedizione di La Pèrouse al comando della fregata Recherche con il tenente di vascello Hesmivy d’Auribeau come secondo e la nave Espèrance comandata da Jean de Kermadec . Oltre alla ricerca di La Pèrouse il lungo viaggio per la lontana Oceania aveva scopi scientifici e furono aggregati l’ esperto idrografo e cartografo Charles Beauprè, l’ astronomo Bertrand, il naturalista e Jacques Houton de La Billardière e il navigatore Elisabeth Paul Eduard de Rossel che scrisse la cronaca della spedizione . Il lungo viaggio di Entrecasteaux, partì dal porto di Brest il 28 settembre 1791 sulla rotta del Capo di Buona Speranza per giungere il più velocemente possibile sulla costa meridionale dell’ Australia navigando da capo Leeuwin e verso est per il Pacifico giunta notizia che oggetti e abiti di origine francese erano stati visti nelle Isole dell’ Ammiragliato a settentrione della Nuova Guinea, continuando a sud per quelle che divennero le Terre australi francesi esplorò l’ isola omonima nella Nuova Amsterdam per procedere in Tasmania fermandosi nella baia di Storm alla foce del fiume Derwent il 23 aprile 1792 esplorandone la costa meridionale dove scoprì ad est il canale che porta il suo nome che la separa dall’ Adventure bay nell’isola di Bruny. Da quella che era chiamata Terra di Van Damien navigò in Nuova Caledonia esplorandone le coste procedendo a nord della Nuova Guinea tra il Mare di Bismarck e delle Salomone dove scoprì le isole che portano il suo nome arrivando ad Ambon nelle isole Molucche ancora amministrate dalla Compagnia olandese delle Indie orientali dove sostò per ripartireil 14 ottobre lungo la costa sud occidentale dell’ Australia ancora chiamata Nuova Olanda nelle cronache dei viaggi del britannico William Dampier che l’ aveva esplorata nel 1688 prima dei viaggi di James Cook. Le due navi giunsero nei pressi di Cape capo Leeuwin il 5 dicembre 1792 al largo delle isole St.Alouarn appena scoperte dal francese Louis de St.Aloùarn, navigando verso est per l’ arcipelago Nuyts sull’ omonima costa esplorata dall’ olandese Pieter Nuyts nel 1626, giungendo al litorale lavico roccioso che ha preso il suo nome come costa d’ Entrecasteaux da dove il 4 gennaio 1793 tornò a navigare lungo la Tasmania tracciandone le coste e la rotta più tardi definite da George Bass e l’altro britannico Matthew Flinders che circumnavigò l’ Australia nel 1801. Rimase per un mese in Tasmania disegnandone carte con note sugli aborigeni e il 28 febbraio raggiunse la Nuova Zelanda esplorandone le coste per poi fare rotta nel Pacifico centrale incrociando isole che furono ribattezzate Kermadec in onore del comandante dell’ Espèrance, la navigazione continuò verso Samoa e Tonga dove gli abitanti ricordavano l’ arrivo di William Bligh con il suo Bounty poi ammutinato e di James Cook, ma nulla sapevano di La Pèrouse. Quindi ripartì per la Nuova Caledonia, dove il capitano Kermadec morì di tubercolosi, continuando a cercare lo scomparso trale isole Santa Cruz nell’ arcipelago delle Salomone che ha esplorato giungendo nei pressi Vanikoro dove scomparve La Pèrouse, ma i relitti delle navi vennero trovati solo trent’ anni dopo da Dumont d’Urville. Incrociando le isole Louisiade, attraverso lo stretto battezzato con il nome di Dampier che lo aveva scoperto nel 1700, verso l’ isola di Nuova Britannia nell’ arcipelago delle Bismarck, lungo le coste settentrionali della Nuova Guinea e al largo delle isole Hermit IL 21 luglio 1793 Entrecasteaux morì affetto dallo scorbuto. Il comando delle due navi fu preso da Rossel e il tenente Auribeau facendo rotta per Giava dove nel porto di Surabaya i vascelli furono consegnati alla colonia olandese delle Indie orientali, il compagno Auribeau morì poco dopo e Rossel con una nave olandese raggiunse la penisola del Capo ove fu lasciato ad aprile del 1795 perdendo le carte della spedizione, ripartito con altro vascello venne catturato dai britannici e solo nel 1802 gli venne restituita la documentazione per redarre il suo Voyage de d’Entrecasteaux envoyé à la recherche de Lapérouse Illustrato anche dal pittore Piron portato per disegnare abienti e popolazioni della lunga spedizione comandata da Antoine Bruni d’ Entrecasteaux.

 

Dumont d’ Urville dal Pacifico all’ Antartide

Jules Sébastien César Dumont d’Urville nacque da nobile famiglia dell’ antica Normandia, brillante allievo dell’ Accademia navale di Brest militando nella marina napoleonica ostacolata dalla Royal Navy britannica che contava su una potente ed attrezzata flotta di navi che ne impediva le manovre bloccandola nei porti. Nel frattempo Dumont d’Urville continuò i suoi studi e l’ apprendimento di varie lingue e nel 1812 fu imbarcato sul vascello militare Suffren e poi sul Borèe senza poter navigare durante le guerre marittime napoleoniche fino all’ esilio e il tramonto di Napoleone. Nel 1819 finalmente prese il mare con la Chevrette del capitano Duparc navigò nell’ Egeo mediterraneo e nell’ isola greca di Milo cercò di acquistare una magnifica statua ellenistica scoperta da poco in quell’ aprile 1820, ma il comandante rifiutò di portare a bordo quella che fu la celebrata Venere attribuita prima a Prassitele e poi sicuramente ad Alessandro di Antiochia acquistata dal Louvre su sollecito di Durville all’ambasciatore francese quando giunse a Costantinopoli. Tornato in patria Dumont d’Urville assieme al tenente Louis Isidore Duperrey progettò una spedizione sulle rotte del Pacifico per raggiungere l’ Australia e tentare di fondare insediamenti francesi nella regione costiera del Nuovo Galles meridionale, portando il naturalista Renè Primevère Lesson partirono per il primo viaggio il 18 agosto 1822 dal porto francese di Tolone con la Coquille poi ribattezzata Astrolabe in onore della nave di La Pèrouse al comando dell’ esperto Duperrey.

La traversata atlantica li portò alle Falkland e doppiando Capo Horn risalirono lla lunga costa cilena continuando su quella del Perù per prendere le rotte del Pacifico e nel gennaio del 1824 raggiunsero Port Jackson nella baia di Sydney scoperta da James Cook dove imbarcarono il missionario George Clarke con moglie e figlio e i due indigeni Maori, navigando lungo la costa meridionale fecero rotta sulla Nuova Zelanda ove giunsero all’ inizio di aprile nella grande isola Te Waipounamu ribattezzata Isola del Sud perfezionando i superficiali rilevamenti cartografici realizzati da Cook. Anche con l’ aiuto degli indigeni Taifana e Hapai che aveva imbarcato entrò in contatto con i Maori del luogo annotandone usi e costumi, prima di continuare la navigazione per Samoa e Tonga sostando in quest’ ultima, quindi le Fiji tornando poi ad est in Nuova Caledonia per esplorare le Îles Loyautè proseguendo sulle coste della Nuova Guinea verso le Salomone incrociando Vanikoro nell’ arcipelago Santa Cruz trovando i resti del naufragio di La Pèrouse. Procedendo sulla rotta della Micronesia vennero fatti rilevamenti nelle isole Caroline per lasciare le rotte del Pacifico e prendere la via dell’ Indonesia arrivando alle Molucche, da dove tornarono giungendo nel porto di Marsiglia il 25 marzo 1829. Oltre alle note sulle esplorazioni e rilevamenti cartografici riportarono una grande quantità di reperti zoologici e botanici sistemati dal naturalista Lessone si deve a D’ Urville la prima suddivisione geografica dell’ Oceania tra l’ arcipelago più occidentale della Micronesia, il subcontinente Australia e la vicina Tasmania , la regione della Polinesia che comprende Samoa e Tonga e la più vasta Nuova Zelanda, mentre la Melanesia va dalla grande Nuova Guinea attraverso le Nuove Ebridi Vanuatu, la Nuova Caledonia fino alle isole Fiji. Ne trasse il Voyage de l’Astrolabe pubblicato a Parigi nel 1832 in sei volumi di osservazioni naturalistiche e geografiche oltre due di disegni e cartografia, dopo aver trascorso alcuni anni minato nella salute e problemi famigliari progettò una nuovo viaggio approvata dal sovrano Luigi Filippo con un’ estensione per una spedizione antartica per assicurarsi futuri domini in Antartide in competizione con altre potenze dopo le spedizioni dell’ americano Charles Wilkes nel 1838 e del britannico James Clark Ross assieme a Francis Crozier poco dopo. Si documentò dal geografo ed esploratore britannico Francis Beaufort e il cartografo John Washington che avevano esperienze di rotte meridionali, partì da Tolone all’ inzio di settembre con due navi, lo Zélée comandato da Charles Jacquinot e il suo Astrolabe, portando l’ esperto idrografo Clèment Adrien Vincendon Dumoulin.

Dopo aver sostato a Tenerife la rotta atlantica seguì per Brasile sulla costa a Rio de Janeiro da dove scese nello Stretto scoperto d Magellano alla fine di novembre esplorandolo per tre mesi, proseguendo poi nelle latitudini più meridionali nelle acque dell’ Antartico all’ inizio del gennaio 1838 con ghiacci ed iceberg che ostacolavano la navigazione a sud, cercò per altri due mesi un varco fermandosi a 63° di latitudine sud dove Dumoulin riuscì a calcolare l’ inclinazione magnetica. Incrociando le isole Orcadi meridionali esplorate nel 1823 dal britannico James Weddell, raggiunse le Shetland del sud a centoventi chilometri dalla penisola Antartica attraverso lo stretto di Bransfield avvistando la costiera Terra di Graham, l’arcipelago delle Joinville e l’ isola Rosamel chiamata poi Andersson. Navigando in condizioni disastrose alla fine di febbraio con l’ equipaggio affetto da scorbuto tornò a nord verso la baia cilena di Concepciòn dove sorse il porto di Talcahuano per cure e riposo prima di riprendere le rotte del Pacifico e raggiungere la Polinesia accolti dagli indigeni nella consueta libertà femminile particolarmente nelle isole Marchesi dove sbarcarono a Nuku Hiva. La navigazione continuò con l’ equipaggio decimato dalle febbri fino in Tasmania arrivando a metà dicembre 1839, dal governatore britannico ed esploratore John Franklin seppe che la spedizione artica americana di Charles Wilkes era ferma nel porto di Sydney e pertanto D’Urville decise di ritentare l’ avventura nell’ Antartico per raggiungere le coordinate geografiche del Polo Sud magnetico, partendo all’ inizio di gennaio 1840, a metà del mese superò la fascia di mare detta convergenza per l’ oceano antartico che circonda l’ Antartide navigando tra ghiacci ed iceberg oltre il circolo polare giungendo sulla costa della antartica avvistando la nave della spedizione americana comandata da Cadwalader Ringgold che scomparve nelle nebbie. Navigando dal Pourquoi point e la baia di Victor fino all’ Alden point scoprì la Terra Adelia reclamandola al suo paese e molto dopo divenne una delle terre antartiche francesi, poi riprese la rotta a nord verso la Tasmania per il porto di Hobart dove di lì a poco sarebbero giunti i due vascelli della spedizione britannica di James Clark Ross che aprì l’ era dell’ esplorazione antartica della quale anche Dumont d’Urville è stato tra i primi protagonisti. Alla fine di febbraio ripartì raggiungendo le isole Auckland e dopo i rilevamenti arrivò in Nuova Zelanda da dove iniziò il ritorno attraverso lo stretto di Torres e lungo le coste della Nuova Guinea passò per Timor, navigando ad ovest per le isole Mascarene sostando nella colonia francese di Réunion per passare al largo Capo di Buona speranza e dopo aver incrociato l’ atlantica Sant’ Elena giunse il 7 novembre 1840 nel porto di Tolone. Per i suoi meriti venne nominato ammiraglio e più tardi divenne presidente della Société de Gèographie, dopo il Rapport sur les voyages de M.d’Urville si dedicò alla monumentale descrizione della sua spedizionein ventiquattro volumi pubblicati nel corso di tredici anni dal 1841 Voayage au pôle Sud et dans l’Océanie sur les corvettes l’Astrolabe et la Zélée corredata di altri sette tomi con carte geografiche ed illustrazioni, consacrandolo come l’ ultimo grande esploratore degli oceani e del continente Oceania sulle rotte del Pacifico.

© Paolo del Papa: Viaggiatori ed esploratori. Vol. Attraverso gli Oceani. Esplorazioni francesi nel Pacifico. [spacer color=”ff0084″ icon=”fa-flickr”]

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Le rotte del Pacifico | Pacific Routes | Oceania

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