Thailandia

Introduzione – Thailandia

La lunga storia siamese

La Thailandia nord occidentale confina con la Birmania proseguendo tra i rilievi montuosi coperti di foreste per la regione del Triangolo d’oro che continua più ad est lungo il maestoso Mekong dove corre il confine settentrionale con il Laos, scendendo a sud est si trova quello con la Cambogia e oltre il confine più meridionale la Malesia . Dai monti della regione centro settentrionale il fiume Chao Phraya sfocia nell’ ampio golfo thailandese di Ao Thai meglio noto come Golfo del Siam che s’ allunga nel meridionale Mar Cinese, mentre le coste occidentali si affacciano ad ovest sul Mare che prende nome dall’ arcipelago indiano delle isole Andamane. Con la sua posizione ha seguito in parte la storia dell’ Indocina e quella di una diramazione della leggendaria Via della Spezie continuata dal XV secolo con l’ arrivo degli europei su quelle rotte, ma il suo passato si perde nella sua più antica preistoria come testimoniano Resti di Homo erectus e successivamente i più antichi insediamenti paleolitici rinvenuti a Tham Lod nell’ estremo nord ovest thailandese, varie pitture rupestri risalenti al X millennio a.C. e siti come quello di Ban Chiang del IV millennio. Fiorirono poi le prime culture agricole della Thailandesi che , come nel resto della, si diffusero dopo le grandi migrazioni di popoli birmani e già nel terzo millennio sorsero le culture del locale neolitico che poi si estesero con l’ arrivo del popolo Mon birmano proveniente da nord nella regione thailandese centrale, mentre alcuni territori del nordest furono occupati dal regno indocinese indianizzato del Funan dal II secolo d.C. e in questo periodo venne introdotta la dottrina buddista Theravada in tutta la regione. Dopo la decadenza del Funan, mentre si era imposta la cultura Dvaravati in vaste regioni del sud est asiatico, si estese il regno cambogiano di Chenla e parte dei territori indocinesi nel VII secolo entrarono nell’ influenza del potente impero dei Khmer, nel frattempo i principati del popolo Lao fondarono il regno del Milione di Elefanti Lan Xang esteso dal Laos a parte del confinante territorio thailandese seguito all’ inizio del XVIII secolo dal Champasak laotiano che si divise il dominio del paese e le regioni vicine con il regno di Vientiane fino alla metà del XX secolo. Il dominio cambogiano sul territorio thailandese continuò fino al XIII secolo, quando i popoli Thai, da tempo uniti in sempre più potenti principati Mueang, imposero la loro supremazia fondando il primo regno di Sukhothai. Nella regione settentrionale era sorto il regno Mon di Hariphunchai e quello sempre fondato dai Thai di Ngoenyang culturalmente influenzato dal primo, più tardi si imposero nel nord i Thai con il regno di Lanna nel XIII secolo che rimase indipendente fino a al 1550 quando fu conquistato dal sovrano birmano Bayinnaung che estese il potere nel territorio della sua dinastia di Toungoo minacciando il resto del paese. Con la decadenza del Sukhothai, dalla metà del XIV secolo era seguito il regno di Ayutthaya fondato nel 1350 da U Thong che salì al trono come Ramathibodi I e durato oltre quattrocento anni, fiorendo di commerci con i mercanti europei. Dopo il breve regno di Thonburi, fondato da Somdet Phra Chao Taksin Maharat meglio noto come Taksin il Grande per aver scacciato i birmani e che ne fu l’unico sovrano, venerato come Naresuan e salito al trono come Sanphet II che per diciotto anni dal 1564 respinse ogni tentativo di invasione birmana espandendo il territorio del regno thailandese. Songtham o Intharacha fu protagonista della rinascita di Ayutthaya, seguito da Chai Sanphet VII e il di lui successore Suthammaracha, nell’ espansione del regno che continuò per tutto il XVII secolo fino a Narai salito al trono come Ramathibodi III. Nel 1782 sorse il regno di Rattanakosin o del Siam che prendeva nome dall’ isola di Rattanakosin nel centro dove sorse la capitale della nuova dinastia a Bangkok, fondato dal venerato Buddha Yodfa Chulaloke che salì al trono come Rama I , inaugurando la dinastia con Chakri la successione in epoca moderna dei vari Re thailandesi . Nella seconda metà del XIX secolo il paese venne modernizzato dal sovrano Rama IV noto come Mongkut con l’ introduzione di commerci e usi occidentali continuato dal figlio successore al trono Chulalongkorn in rapporti diplomatici e commerciali con i paesi europei, nuove leggi e abolizione della schiavitù. L’ indipendenza del regno fu minacciata quando dalla loro colonia in Indocina i francesi avanzarono pretese sui territori confinanti con il Laos e il controllo delle rotte sul golfo thailandese attaccando il regno nella guerra siamese del 1893 ottenendone concessioni territoriali. La dinastia Chakri continuò a regnare nella sua monarchia assolutista fino al sovrano Prajadhipok salito al trono come Rama VII, quando quella che fu definita la Rivoluzione siamese del 1932 impose la monarchia costituzionale e parlamentare ispirata dal giurista Pridi Banomyong che, considerato eccessivamente progressista, fu a lungo ostacolato dalla casta militare, così come il governanti successivi con vari colpi di stato susseguiti nel corso del secolo. Nel frattempo regnò il giovane Ananda Mahidol come Rama VIII che riportò il nome del paese a Siam, e dal 1946 tornato Thailandia con Bhumibol Adulyadej o Rama IX dal lungo regno che ristabilì il governo parlamentare limitando il potere militare, tornato prepotentemente nel 1976 con un colpo di stato che ristabilì i suoi poteri. Intanto si era scatenata la guerriglia di ribelli thai armati dai cinesi che, per limitarli, il governo permise il transito dei rifornimenti ai khmer rossi alleati dei cinesi contro l’ esercito vietnamita che al fine fu vittorioso nella guerra cambogiana. Dell’ ultimo periodo del secolo scorso e l’ inizio di questo sono stato molte volte in quel paese vivendone le vicende dopo le controverse elezioni che portarono al potere il generale Tinsulanonda che pose fine alla guerriglia e il partito comunista thailandese che la sosteneva e il regime militare continuò fino al 1988 con l’ elezione di Choonhavan a primo ministro che guidava il partito nazionalista di estrema destra Phak Chat Thai con un governo autoritario e corrotto che provocò un nuovo colpo di stato nel 1991 sostituendo il primo ministro con il funzionario civile Panyarachun e l’ anno dopo venne eletto nel malcontento popolare il generale Kraprayoon, che represse duramente ogni protesta, ma costretto a nuove elezioni che portarono al potere il conservatore Chuan Leekpai, mentre iniziava in tutti i paesi del sud est asiatico la grande crisi finanziaria fronteggiata dai governi che si sono succeduti. All’ inizio del nuovo millennio venne eletto primo ministro il ricchissimo Thaksin Shinawatra proprietario di televisioni, editoria e comunicazioni, facilitato nella propaganda populista con i suoi mezzi, un Berlusconi thailandese che considerava il paese da governare come le sue aziende, finito travolto dall’ opposizione e da un ennesimo colpo di stato nel 2006 che ristabilì l’ autoritarismo militare. Alla morte di Bhumibol Adulyadej che ha regnato per settanta anni come venerato Rama IX nel 2016 è salito al trono il figlio come reale successore Vajiralongkorn divenuto Rama X.

Cultura e tradizioni

Nella lunga storia thailandese , da quando si insediò in quel territorio, protagonista è stato il popolo Thai che ha dato nome al paese, diviso in varie comunità unite dalla lingua comune, con varietà di dialetti dell’ idioma tai kadai, dalle tradizioni e la cultura religiosa del Buddismo nella dottrina diffusa in Asia orientale dalla scuola Theravada. Le tradizioni ne hanno modellata la mentalità dalla vita quotidiana e costumi ispirati dall’antica cultura Thai e solo conoscendone lo spirito si può comprendere questo paese e la sua gente. Si definiscono popolo della terra i Thai del nord khon mueang meglio noti come i settentrionali Tai yuan uniti da storia, tradizioni ed idioma Tai tham parlato da altre popolazioni tra i rilievi thailandesi e laotiani come i Già. Qui e in altri paesi indocinesi sono diffuse le comunità del numeroso popolo Lü, dove sono migrati dal Guangdong cinese nel medioevo, varie tribù Nung e quelle di analoga stirpe dei Sán chay, le regioni meridionali cinesi sono popolate dai Buyei e dalle comunità P̄hū̂juang come sono chiamati dai Thai gli Zhuang e da esse provengono i vicini Dai che si trovano anche nelle regioni laotiane, thailandesi e birmane. Introdotto nel IV secolo a.C. il buddismo si è poi diffuso in periodo medioevale nella dottrina della Scuola degli anziani nota come Theravāda, pur seguendone nei secoli il canone e l’ elaborata cosmologia, in epoca moderna ha avuto grande riformatore il monaco Buddhadasa celebrato come Indapañño o dotato di saggezza , titolo di ogni Supremo Patriarca Sangharaja che ne è depositario. Si fonda su migliaia di monaci assieme ordinamenti femminili con le suore Mae chi, dall’ esistenza basata sulle varie ed austere regole monastiche che ne scandiscono l’intera vita e ogni giorno dentro e fuori dal monastero, rese ancora più rigide per quelli che si dedicano all’ eremitaggio come monaci della foresta, ordine fondato dal Dhammayutika Nikaya laotiano Mun Bhuridatta alla fine del XIX secolo che poi ha avuto come saggio referente morale il venerato Ajahn Chah. Tutti i monaci d’ ogni rango sono chiamati bhikkhu o mendicanti riuniti nelle varie comunità monastiche Sangha dirette da un abate Chao arwat, sono sotto l’ autorità spirituale di un governatore Chao khun generale, i Chao khana changwat provinciali e i Chao khana tambon dei distretti minori, mentre di propria autorità sono i maestri Phra khru spesso assorti nella meditazione della Mahasati che insegnano ai discepoli assieme alle regole. In questo paese, dall’ etica collettiva alla moralità individuale, tutto è intimamente legato al Buddismo Thai originariamente ispirato a libertà personale e tolleranza, privo di dogmatismi che offre a ciascuno la propria via, fondamento dello stato e suprema delle religioni Thai, sempre tollerante di tutte le altre a cominciare dall’ antico animismo con i suoi rituali cerimoniali ancora praticati dalle tribù del nord che spesso si mescolano a quelli buddisti introdotti. Nei centri urbani è liberamente praticato l’ induismo diffuso nel sud est asiatico, così come il cristianesimo e la presenza di chiese cattoliche , non è mai stata ostacolata la professione dell’ islam Thai maggiormente praticata nelle regioni meridionali, ma anche qui ha avuto la sua deriva integralista iniziata dai separatisti di Pattani per un fantomatico stato musulmano, continuata nel 2004 con la violenta insurrezione del sud che ha originato il morbo dell’ espansione jihadista, confermandone la tetra intolleranza con la sua criminale scia del terrorismo. Ho visto nascere e crescere tutto ciò che sgomenta questo popolo, qui la religione non è mai stata una fede astratta, ma ispiratrice di vita e tradizioni che si ritrovano non solo nelle cerimonie, ma anche nella quotidianità dalle feste alle decorazioni e i mercati, ogni città, comunità o villaggio ha come centro della vita spirituale e sociale il tempio Wat ove ci si ritrova, si prega e si comunica con gli altri o con la divinità che emana con le offerte. Tradizionalmente di qualsiasi rango siano tutti i monaci sono profondamente rispettati con i modesti e differentemente variopinti abiti che ne rappresentano la posizione nell’ ordine così come gli oggetti che recano, particolarmente gli anziani e i venerabili saggi che conducono la vita più parca dediti solo alla ricerca della via per l’ illuminazione noti come i monaci della foresta. Viaggiando tante volte in questo paese ho sempre cercato di capire il vasto universo delle tradizioni thai, tra le tante delle più antiche rimangono le inquietanti presenze di spettri e e fantasmi Pretra o spiriti di altre leggende esorcizzati da amuleti di vario genere, le figure tracciate dai tradizionali tatuaggi che vanno perdendosi, ma ancora fuori di gran parte delle abitazioni ci sono sempre le edicole ad altare delle case degli spiriti a proteggerle.

Mosaico etnico

Tra i vari ambienti thai , che vanno dalle coste attraverso le pianure tropicali centrali fino ai rilievi montuosi settentrionali, si dividono territori e province che nei secoli hanno visto migrazioni ed incroci di popoli e lingue diversi giunti dai paesi vicini o più recentemente dai commerci costieri come i cinesi che da quasi tre secoli vi hanno fondato la loro comunità. Nel più antico mosaico dei popoli thailandesi in tutti i territori se ne trova una gran varietà dalle origini, storia, tradizioni e altre lingue , nella regione centro orientale quelli di stirpe Isan, in buona parte di origine Lao con minoranze cambogiane khmer, Lue di origine sino tibetana e birmani Shan più a nord. Nei territori nord orientali e nei rilievi settentrionali note come tribù montane o Hill tribe, tra esse vivono i Karen chiamati anche Kayin o Kariang, fieramente indipendenti organizzati nell’ Union Knu che combatte fin dal 1949 con l’ Esercito di liberazione Nazionale Knla per l’autonomia de loro l territorio che chiamano Kawthoolei. In gran parte popolano lo stato birmano di Kayah e il limitrofo più meridionale Kayn con le numerose comunità dei Karen rossi noti come karenni, di medesima stirpe sono le le tribù Kayan o Padaung note per l’ uso femminile di allungare il collo. Divisi in varie comunità dalle comuni lingue Karen, una parte è migrata nel vicino territorio thailandese dove se ne trovano almeno trecentomila. Gli Akha dai Thai sono chiamati Muso o cacciatori, le tribù dei Lahu, le comunità di Miao cinesi o Hmong, di medesima origine dei Mien chiamati anche Yao, mentre di origine birmana sono i Lisu diffusi anche nell’ indiano Arunachal Pradesh. Cercando le popolazioni tradizionali, scendendo tra l’arcipelago birmano delle isole Mergui e la costa nord occidentale thailandese nelle Surin, si trovano le ultime comunità di pescatori nomadi Moken che i Thai e i popoli vicini chiamano Chao o zingari del mare e più a sud con vita e tradizioni simili si trovano gli Urak Lawoi.

 

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