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Tra i resti del mondo azteco

L’ intera storia Mexica, oltre che dai codici e le cronache è raccontata dai resti di edifici, palazzi e templi che emergono nel vasto territorio del loro impero nei siti aztechi, cuore pulsante di quell’ impero che impose il suo indiscusso dominio per oltre due secoli era la più vasta metropoli dell’ America precolombiana, la potente, ricca e splendida capitale Tenochtitlàn, centro del mondo e la cultura azteca.

Di com’ era quel mondo travolto dalla conquista del Messico con le sue devastazioni rimangono i testi delle lunghe e dettagliate le cronache nei contemporanei testi della Historia Verdadera redatta dal cronista Bernal Díaz del Castillo che raccontano il mondo azteco e la conquista spagnola, nonché e le varie Lettere di Cortes raccolte poi in Cartes y relaciones de Hernan Cortés al emperador Carlos V, ove in una di esse si trova la prima descrizione ammirata della splendida capitale Tenochtitlan che poi distrusse. Solo seguendo gli antichi codici e quelle cronache dei conquistadores che la descrivono prima che venisse distrutta se ne può avere un’ idea e cercarne momoria.

L’ immensa metropoli di Città del Messico ha coperto interamente l’ antica Tenochitlàn nei secoli dall’ epoca coloniale a quella moderna, simbolo ne è la Plaza Tlateloco che si apre nel centro dell’ immensa capitale messicana è nota come la Plaza Tres culturas o ve si trovano i resti dell’antica città azteca di Tlatelolco davanti la coloniale Cattedrale di Santiago che tutti chiamano Saltillo e il moderno palazzo della Secretaría de Relaciones Exteriores, qui i conquistadores nel 1521 sbaragliarono l’ ultima resistenza mexica con migliaia di caduti indigeni e qui nel 1968 l’ esercito messicano fece strage di studenti inermi.

Il cuore dell’ antica città era il Gran Tenochitlàn con gli edifici, i palazzi e il vasto centro cerimoniale con la sua grande piramide del Templo Mayor sorto nella prima metà del XIV secolo e chiamato dalgli aztechi Hueteocall, che venne ingrandito con nuovi edifici e decorazioni prima dal sovrano Motecuhzoma I e alla fine di quel secolo reso ancor più imponente e e arricchito durante il regno del successore Ahuitzotl .

Era dominato dai due venerati templi consacrati al benefico dio della pioggia Tlaloc e al dio del potere delle armi e la guerra Huitzilopochtli, ove si incoronavano i sovrani e si tenevano le grandi cerimonie che reclamavano il sangue dei sacrifici umani per invocare e placare le due potenti divinità.

Il sacro recinto cerimoniale racchiuso tra le mura con tre portali conteneva altri imponenti templi e piramidi, il palazzo del Signore del Tempi di Tlaloc e Huitzilopochtli con accanto la decorata Casa dell’Aquila e la piramide di Tezcatlipoca , davanti si trovava l’ altare dei sacrifici umani la sinistra Porta dei Teschi tzompantli e il campo del Gioco della Palla che spesso prevedeva il sacrificio dei prigionieri perdenti. Poco a sud nell’ angolo occidentale sorgeva un tempio consacrato al Serpente Piumato Quetzalcoatl vicino ad un altro riccamente decorato dove si venerava il potente dio del Sole Tonatiuh, oltre al sacro palazzo Coateocalli, che ospitava le statue e le opere dei nemici sottomessi, si trovava iI tempio consacrato alla dea della terra Tonantzin.

Dal recinto sacro la città diramava estendendosi in quattro quartieri residenziali con altri edifici e palazzi, vasti mercati, magazzini, case, giardini, residenze di nobili e funzionari, di quelle regali ne rimangono solo targhe che ricordano dove stavano il Palazzo del sovrano Axyàcatl del XV secolo e la maestosa ultima residenza del successore Montezuma.

Lasciando il centro attraverso gli immensi quartieri gli spagnoli impressionati chiamarono Salto de Agua la grande opera dell’ acquedotto di Chapultepec che portava le acque alla città nel grande quartiere di Xochimilco, il Campo dei fiori ove si trovavano gli edifici circondati da orti e giardini dell’ omonima antica Xochimilco , di tutto il resto rimane la memoria travolta dalla storia che giace sotto una delle più vaste e caotiche metropoli del mondo.

Dal grande distretto di Iztapalapa ad est della capitale si stende il suggestivo territorio dell’ omonimo Parco Nazionale e nella parte occidentale del Cerro los Colhuas si trovano i resti degli edifici e spazi cerimoniali ove ogni cinquantadue anni avvenivano le cerimonie per impedire al Sole di morire nei culti dei popoli di stirpe Nahua fin dall’ XI secolo nel centro sacro di Huixachtecat noto come Cerro Estrella .

Su una piccola isola nell’ omonimo lago Xaltocan era un altro luogo sacro per rituali e cerimonie ove si praticavano sacrifici umani spesso di donne davanti a statue di idoli o guerrieri e vasi rituali Cuauhxicalli . Sulla sponda orientale dell’ omonimo lago Texcoco venne fondata nel XIII secolo quando vi giunse il popolo dei Chichimeca , che impose il suo dominio in quella che poi fu la Valle Mexica, per poi divenire capitale del potente reame dell’ Acolhua, protagonista della Triplice Alleanza con Tenochiltàn in ascesa e la città di Tlacopan contro il potere e il dominio nella regione sulla Valle del Messico dei Tepanechi all’ inizio dell’ espansione azteca, poco distante sorgeva il centro di Texcotzingo con la reggia regale estiva dai magnifici giardini fondata nel XV secolo dal sovrano Nezahualcoyotl che lo si racconta come cultore della natura e la poesia .

Dall’ altra parte occidentale del lago Texoco nella città di Santa Cecilia si trovano i resti di un tempio consacrato al dio della pioggia Tlaloc e quello della guerra Huitzilopochtli rimasti dell’ antica Acatitlan, proseguendo sulla stessa sponda del lago, a metà del XIII secolo i Chichimeca fondarono la città di Tenayuca facendone una delle loro capitali e centro cerimoniale con il grande Templo Mayor dall’ardita base piramidale, come i più venerati santuari anch’ esso consacrato al dio della guerra Huitzilopochtli e a quello della pioggia Tlaloc.

La città fiorì epoca azteca e a metà del XV secolo la maestosa e venerata piramide Tenayuca venne ampliata e arricchita con il Muro dei Serpenti Coatepantli decorato da magnifiche raffigurazioni dei rettili che ricordano il mitico Serpente di Fuoco Xiuhcóatl parte delle grandi cerimonie del Nuovo Fuoco tenute alla fine e l’ inizio dei cicli di cinquantadue anni.

Non molto distante dalla perduta Tenochtitlan si trova il luogo che ha ispirato parte della cultura del mondo azteco dove i il popolo dei Mexica dall’ antica civiltà all’ epoca scomparsa da secoli ereditarono ciò che aveva lasciato il grande centro di Teotihuacan che considerarono la mitica Città degli Dei, laddove le divinità si riunirono per creare il mondo e l’ umanità.

Qui trovarono la suggestione della magnifica ed imponente Piramide del Sole Tohatiua-Itzacacual che ispirò l’ edificazione dei loro templi, affacciata sull’ inquietante Via dei Morti che porta all’altrettanto suggestiva e venerata Piramide della Luna Metzli-Itzà, anch’ essa divinità astrale dei culti e cerimonie mexica, le residenze sacerdotali decorate con i segni del dio Tlalolor e del Serpente Piumato che qui ha il suo tempio con la piramide di Qutzacoatl, fondamento della mitologia religiosa azteca.

Nei domini dell’ antica città a nord est era il Luogo delle Grotte Tepetlaoztoc , la città sorta come parte della scoparsa Patlachique, la fondazione sembra risalire all’ inzio del XII secolo stando al cinquecentesco Codice di Tepetlaoztoc , dopo il declino di Teotihuacan passò nel dominio di Xaltocan e poi dell’ altra città stato Náhuatl Mexica di Tenayuca.

Sulla via azteca che dalla capitale andava vero la costa occidentale venne edificata Malinalco con il suo centro cerimoniale ove si tenevano pratiche magiche e sciamaniche oltre che a ritualità religiose, sovrastato dal colle percorso da quattrocento gradini per il Cerro de los Idolos ove si trova il santuario del guerrieri Aquila e Giaguaro dall’ ingresso scolpito con una a testa di serpente che simboleggia il mondo sotterraneo che nel magico sito di Malinalco aveva uno dei suoi ingressi, orientato con precisi calcoli astronomici.

All’interno nella suggestione della luce che filtra in un’ atmosfera surreale appaiono magnificamente scolpite nella roccia due aquile e un giaguaro. Sulla sponda settentrionale del lago Chalco sorgeva quello che i Mexica chiamavano il Luogo Antico Culhuacan dal mitico passato e centro religioso fondato nel VII secolo dai Toltechi mentre decadeva la loro più antica capitale Tula , quando vi giunsero gli aztechi considerarono l’ antica città contemporanea alla loro mitica Aztlán da dove erano migrati gli antenati e molti si unirono in matrimonio con le donne del luogo per acquisirne il lignaggio e la città rimase indipendente fino all’ ascesa di Tenochtitlan nel XV secolo.

Poco ad ovest della Valle del Messico, quella di Matlatzinco era territorio delle popolazioni che le danno nome note come Matlatzinca che convivevano con le varie tribù Nahua di lingua Otomi in una sorta di confederazione fondata nel XII secolo assieme gli indigeni di idioma Hñatho o Mazahua, nota come cultura Matlatzinca che aveva come centro e capitale la potente città che poi prese nome Calixtlahuaca quando fu conquistata dai Mexica nell’ ultimo ventennio del XIV secolo. Della sua vasta e popolosa area sepolta dalla città moderna rimangono pochi resti di edifici nel Conjunto Tlaloc con il tempio ove sorgeva un Altare dei Teschi tzomtantli, da dove si giunge al suggestivo tempio circolare consacrato a Quetzalcoatl.

La valle del territorio Matlatzinca venne conquistata dal sovrano azteco Axayacatl nel 1478 che oltre a Calixtlahuaca che distrusse prese la vicina città di Tollocan facendone capitale della provincia imperiale e che poi gli spagnoli chiamarono Toluca costruendovi una nuova città coloniale, mentre dell’ antica non rimase nulla se non poco fuori pochi resti sul colle di Tolochi.

Le tribù dei Tlaxcaltechi di stirpe Nahua quando giunsero nella Valle del Messico fondarono la loro città stato di Tlaxcala in perenne conflitto con i Mexica che non riuscirono mai a conquistare in quelle che nei loro codici chiamarono Xōchiyāōyōtl o la lunga Guerra dei fiori e quando giunsero i i conquistadores si alleò con gli spagnoli per abbattere l’ antico nemico azteco.

Nei pressi si trova quella che era il centro militare di Tlaxcala a Tizatlan che ha lasciato resti di edifici e il palazzo dei governatori Xicohtencatl, poi entrata nel dominio di Ocotelolco che fu una delle quattro città stato altepetl indipendenti che, assieme alla meridionale costiera Quiahuiztlan affacciata sul Golfo di Vera Cruz, costituirono la confederazione di Tlaxcallan alleata poi con gli spagnoli contro gli Aztechi.

Nella stessa regione sul colle del Cerro Colorado a Mesa Ahumada il sito Los Mogotes era un centro del popolo di stirpe Nahua degli Otomí che ha lasciato petroglifi di figure antropomorfe e simboli astrali assieme a sepolcri e locali scavati dalle pareti decorate nello stile Coyotlatelco del periodo detto epiclassico tra il IX e l’XI secolo, divenuto poi presidio nei conflitti con i Tlaxcaltechi e gli Aztechi all’ inizio della loro espansione.

Scendendo nel Morelos dove i Mexica si espansero a sud, nel centro cerimoniale di El Tepozteco edificarono un santuario alla divinità degli eccessi e del pulque Tepoztecatl, ove rimane la piramide con una scala monumentale che porta alle due stanze del tempio, considerato luogo mistico e di pellegrinaggi dalle cerimonie inebriate dal pulque e il mezcal con pratiche sciamaniche.

Nello stesso territorio la Casa dei Fiori Xochicalco era altro centro cerimoniale Nahua che ha lasciato i resti del il tempio in blocchi di pietra scolpiti da rilievi originariamente policromi che raffigurano scene mitologiche, movimenti degli astri e un grande Serpente Piumato Quetzalcóatl circondato da sacerdoti.

Sulla costa del golfo di Vera Cruz si trova il Castillo Teayo, la prima fondazione risale al X secolo e nei due successivi fu dominio degli Huaxtechi preso poi dall’ espansione meridionale azteca, la denominazione spagnola si deve alla sua imponente piramide con il tempio sulla sommità di stile huaxteco, ed è qui che termina il modo Azteco ed inizia il più antico dei Maya.

Nei due secoli del loro apogeo i Mexica hanno dominato gran parte dell’antico territorio del Messico e furono gli ultimi tra quei popoli che hanno innalzato palazzi, templi e piramidi prima che giungesse la devastante conquista del Messico come sciagura scaturita da miti antichi, come altri popoli e civiltà del Nuovo Mondo anche i Mexica furono travolti dalla storia che ne ha lasciato i resti nei siti aztechi e nei sommessi canti del loro perduto mondo.

“...Che cosa canteremo amici miei? Di che cosa godremo? Lì soltanto vive il nostro canto. Dove nacquero i nostri antenati. Io soffro qui sulla Terra. Colui che da la vita, nasconde gli uomini in uno scrigno e in un’ arca…

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