Le rotte dei pirati
Era passato oltre un secolo dalla scoperta del Paradiso di Colombo che aveva aperto le esplorazioni nel Nuovo Mondo America, dopo la conquista dell’ impero Inca ad opera di Pizarro e l’ altrettanto devastante invasione del precolombiano Messico al comando di Cortès, cominciarono le spedizioni britanniche che aprirono al colonialismo con il Golden Age che viveva il regno della regina Elisabetta I, all’ epoca in in guerra con l’ impero spagnolo e ne era fedele suddito Francis Drake che inaugurò le scorrerie nei Caraibi.
La feccia dei Mari
La colonia spagnola di Santo Domingo, accoglieva immigrati da vari paesi della vecchia Europa e tra essi alcuni si dettero alla caccia per vendere la carne che essiccavano in un luogo chiamato bucan dagli indigeni Taino, ma il governatore li scacciò e si trasferirono nell’ isoletta chiamata Tortuga scoperta oltre un secolo prima da Ojeda al largo dell’ovest di Hispaniola che sarebbe divenuta Haiti. Da pacifici cacciatori divennero i temibili bucanieri che terrorizzarono i Caraibi assieme ai pirati e corsari inglesi free booters, oltre a filibustieri di varia natura a cominciare l’epopea dei Fratelli della Costa , la feccia dei mari si riunì in quella potente confraternita che per un paio di secoli dominò i Caraibi dedicandosi a saccheggi e pirateria dalle basi nell’isola di Tortuga ad ovest di Santo Domingo e dalla costa orientale della britannica Jamaica che li appoggiava assieme alla colonia francese di Haiti contro quelle del comune nemico spagnolo da queste parti spartendosi i saccheggi. La sinistra confraternita s’era ben organizzata ottenendo “incarichi” ufficiali codificati nella Lettera di corsa dalle colonie americane della Francia e da quelle delle Indie britanniche per la guerra di Corsa contro gli spagnoli, che ne ebbe celebre protagonista Francis Drake , nobilitandone la sanguinaria ribalderia. Avevano diritto ad indenizzi per le ferite e mutilazioni in base a precise tabelle e ognuno si legava con un patto di mutua assistenza ad un compagno matelot che doveva provvedere ai suoi bisogni e alla famiglia nel caso di invalidità o morte, oltre che a partecipare uniti al spedizioni e combattimenti. L’organizzazione della confraternita aveva precisi regolamenti e una rigida disciplina che permetteva ai filibustieri di competere egregiamente con quella militare dei nemici che, assieme alla temeriaria ferocia di questi avventurieri senza scrupoli, rese i pirati caraibici invincibili per oltre un secolo, alimentando la leggenda e la storia della pirateria.
Fratelli della Costa
Di quella pirateria caraibica si narrano personaggi e avventure che superano la più fervida fantasia di chiunque abbia provato a raccontarle, difficile inventarsi un personaggio come Pierre Grand, armatore fallito di Dieppe che pensò di risolvere i suoi guai con i creditori andandosene nei Caraibi su un piccolo vascello di seconda mano e una trentina di avanzi di galera incrociando un galeone che riuscì a sorprendere e saccheggiare. Da buon imprenditore con la fortuna della rapina se ne ritornò nella sua Normandia , pagò i debiti e investì il resto in una nuova attività commerciale, trascorrendo il resto della sua vita lontano dal mare e dalle avventure. Sarebbero ritenuti personaggi poco attendibili e troppo fantasiosi tipi come Roc Brasiliano che si dilettava nell’ infilzare allo spiedo gli spagnoli per arrostirli sulla spiaggia o Bart Portoghese che saccheggiò il suo primo galeone nel 1664 vicino la protettissima Avana, catturato e imprigionato nello Yucatàn, fu protagonista di una rocambolesca evasione dalla fortificata Campeche e di avventure che hanno alimentato i racconti di marinai terrorizzati dall’audacia e la ferocia dei Fratelli della Costa.
Furono molti i pirati più o meno famosi ad incrociare quei mari, Bennet Graham detto Benito Bonito, Edward England noto per graziare i prigionieri ed Edward Low imperversarono sulle vecchie rotte atlantiche lungo le coste africane e quelle caraibiche delle Indie occidentali flagellando le colonie caraibiche , alcuni dedicandosi anche alla tratta degli africani schiavi e molti a depredarne i vascelli. Oltre ai Caraibi furono in diversi ad imperversare e saccheggiare le coste atlantiche meridionali delle colonie americane tra il Massachusetts, il vicino Delaware e particolarmente la Carolina, come Emanuel Wynne e l’ ufficiale Henry Every che fu cadetto della Royal Navy prima di dedicarsi alla pirateria, Richard Worley imperversò sulla costa del Delaware , mentre John Quelch si spinse fino a quella del New England e qui catturato per essere impiccato a Boston. Il connazionale Christopher Moody che fu nel truce equipaggio di Bartholomew Roberts e poi messosi in proprio, Stede Bonnet era capitano della flotta delle Barbados, dopo qualche scorribanda per quei mari si unì alle sinistre imprese di Edward Teach, dedicandosi poi alle coste atlantiche meridionali delle colonie americane, fingendosi pentito si consegnò al governatore del Carolina continuando ad imperversare su quella costa fino alla cattura e imprigionato a Charleston ove finì impiccato a trent’anni nel 1718.
Edward Teach Barbanera
Era detto Barbanera il temuto pirata Edward Teach che aveva preso il mare giovane durante la guerra tra le colonie francesi nordamericane e quelle britanniche, per poi andarsene a Providence nelle isole Bahamas unendosi ai filibustieri di Benjamin Hornigold nelle scorribande ove era anche l’altro galantuomo Stede Bonnet. Lasciata la compagnia prese il vascello negriero francese Concorde e lo ribattezzò Queen Anne Revenge a capeggiare una masnada per attaccare il porto di Charleston e imperversare lungo le coste del South Carolina passando poi a quelle del North saccheggiando Beaufort. Dopo aver terrorizzato nella ferocia delle sue incursioni tra quelle coste e la Virginia abbordando e depredando oltre centoquaranta vascelli, ad arginare tali devastazioni il governatore Spotswood gli inviò contro i vascelli Pearl e Jane al comando di Robert Maynard che lo intercettò nell’ insenaura di Ocracoke nel nord Carolina in un furibondo scontro ove Barbanera si dice fosse stato dilaniato da decine di ferite prima di soccombere. Decapitato la sua testa venne issata sul pennone della Pearl.
Francois Nau l’ Olonese
Se non fosse tutta documentata, la storia del francese Francois Nau detto l’ Onolese sarebbe una leggenda, da ragazzo serviva un cacciatore di Santo Domingo, vi conobbe la miseria e la frusta, lasciato moribondo dalle botte nella foresta riuscì a sopravvivere come un selvaggio maturando odio e vendetta contro tutti. Divenne uno dei filibustieri più temerari e il governatore della colonia francese haitiana La Bouère lo prese come corsaro, ma un tifone sulla costa dello Yucatàn spagnolo lo fece naufragare e tutto l’ equipaggio fu massacrato dalla guarnigione di Campeche alimentando il suo odio contro gli spagnoli che si manifestò in tutte le sue gesta piratesche sempre coronate dallo sterminio dei prigionieri. Nel 1666 con otto navi attaccò l’inespugnabile Maracaibo e saccheggiò la colonia venezuelana, trovando più divertente far morire d’ inedia tutti i prigionieri spagnoli che ucciderli subito come suo solito. Le gesta temerarie e la ferocia dell’Onolese furono ben presto leggenda, ma l’ ultima avventura, che doveva portarlo a saccheggiare le basi spagnole in Nicaragua, fu interrotta da un ammutinamento e rimase per mesi sulla costa del capo Gracias a Dios con i suoi fedeli, prese il mare con una scialuppa improvvisata e naufragò nel golfo di Darièn dove fu attaccato dagli indigeni Caribi, usciti come demoni vendicatori dalla foresta, che se lo mangiarono vivo assieme al suo equipaggio.
Montbars e Capitan Kidd
Nel periodo dell’ Olonese altri filibustieri vivevano incredibili avventure terrorizzando quei mari, l’inglese Lewis Scot riuscì a saccheggiare l’ imprendibile Campeche beffandosi della potente guarnigione, tra i pirati francesi il soprannome lo sterminatore rivela la particolare predisposizione di Daniel Montbars, il suo connazionale Pierre Francois attaccò con soli ventisette tagliagole dodici vascelli provenienti da Cartagena
de Indias in Colombia nel vicereame della Nuova Granada carichi di perle e due navi da guerra, l’ impresa non riuscì ma Francois entrò nella leggenda. Era scozzese invece William Kidd che incrociava le Indie come corsaro a caccia di vascelli francesi le sue gesta ebbero fama tanto d’essere ingaggiato contro la flagellante pirateria dal conte di Bellomont governatore coloniale britannico di New York. Destino volle fargli incrociare un grande e ricco vascello che pensava di mercanti provenienti dall’ orientale Via delle spezie e lo depredò del più grande bottino mai sognato che si dice fosse di quattrocento tonnellate d’oro, ma non sapeva appartenere alla potente Compagnia delle Indie britannica. Tornato dal governatore a New York venne per tanto affronto messo in catene, portato a Londra e impiccato, ma di quel favoloso bottino che non se ne seppe nulla si dice che l’aveva nascosto in qualche isola e fu la leggenda del tesoro nascosto dal Capitan Kidd della cui sorte n’è stata fatta una lugubre ballata.
Anne, Mary e Calico Jack
Nell’avventura piratesca entrò anche il gentil sesso che, allo scopo perse ogni gentilezza e così fu per l’ irlandese Anne Bonny, le cui gesta furono narrate dal capitano Charles Johnson che scrisse una Storia dei pirati pubblicata a londra nel 1724 come General History of the Robberies and Murders of the most notorious Pyrates , ma sembra che Johnson sia stato lo pseudonimo del ben più noto Daniel Defoe. Sta di fatto che Il padre di Anne Bonny andò colono a Charleston e dalla capitale del South Carolina l’ esuberante e giovane Anne si trasferì alle Bahamas nell’ animata New Providence al servizio del governatore Woodes Rogers come informatrice e qui conobbe il pirata John Rackham noto come detto Calico Jack a cui s’unì per le scorrerie incontrando poi Mary Read anch’essa dedita alla pirateria travestita da uomo, come ci racconta l’ History of the Pyrates, il trio di Rackham e le due donne imperversò per i mari caraibici e divenne la leggenda della signora dei mari Anne, la piratessa Mary e il filibustiere John , fin quando non furono catturati nella jamaicana Santiago. Mentre John Calico Jack e la ciurma finirono appesi al capestro alle due avventuriere fu rinviato il cappio essendo incinte, Mary s’ammalò e la piratessa morì in carcere , Anne Bonny in realtà partorì e non si sa come sembra fu rilasciata e se ne persero le tracce. I britannici che tengono alle storie dei sudditi hanno un monumentale Dictionary of National Biography dove si dice che il padre di Anne versò lauta cauzione per riportarsela a Charleston ove diede alla luce un secondo figlio di
Calico Jack e s’unì in matrimonio con certo Joseph Burleigh e ne ebbe ben quindici figli, una lunga e tranquilla esistenza fino ad ottantadue anni, quando tanto lontana dalle sue avventure passò a miglior vita nell’anno di grazia 1782.
Corsari e pirati
La lista dei pirati famosi è lunga, tra gli altri William Dampier oltre alle imprese caraibiche era nobilitato da corsaro e gran navigatore lungo le coste americane gli furono per un po’ compagni d’avventure lo spregiudicato John Cooke e l’ avventuriero Lionel Wafer, nonché Lo scozzese Alexander Selkirk imbarcato sul Cinque Ports che, per come si risolvevano allora i contrasti tra naviganti, fu abbandonato nelle sperdute isole Fernàndez, ove rimase solo quattro anni e pare che la sua storia ispirò il Robinson Crusoe che rimane l’ opera più famosa di Defoe. Anche Martin Frobisher fu corsaro luogotenente di Francis Drake contro l’ Invencibile Armada e nei viaggi per le Indie occidentali come il suo celebre ammiraglio Drake fu gran navigatore spinto alla ricerca del settentrionale Passaggio a nord ovest , raggiungendo la Frobisher bay che porta il suo nome nel canadese Labrador, finendo la sua avventurosa esistenza a Plymouth in madrepatria ove è onorato come gran servitore del britannico impero.
Dalle Incursioni nel Golfo dell’Honduras il truce John Coxon saccheggiò Santa Marta sulla costa della Colombia e arrivò a rapire governatore e vescovo di Jamaica , poi da qui assieme a Bartholomew Sharp e l’ altro bucaniere Richard Sawkins s’unirono in una flotta nel 1680 e partirono sette navi sbandieranti teschio e tibie del sinistro Jolly Roger per la più grande avventura dei Fratelli della Costa. Saccheggiarono la potente Portobelo panamense e attraversarono a piedi l’ omonimo istmo nel selvaggio Darièn sul vecchio itinerario di Balboa fino alla costa del Pacifico dove presero due vascelli spagnoli per catturarne altri e ricomporre la flotta attaccando e saccheggiando tutti i centri costieri della Nuova Spagna scendendo dalla Colombia per il più meridionale Vicereame nella colonia del Perù poco protetti giacchè un’impresa del genere era assolutamente impensabile. Dopo dissidi e separazioni tra i comandanti, l’avventura proseguì tra saccheggi, arrembaggi e battaglie, per tornare nell’ Atlantico in due anni fino a Barbados. L’ avventuriero Sharp pensò di tornare in Inghilterra per illustrare le scoperte geografiche e le nuove rotte tracciate nell’impresa, ma con i tre luogotenenti fu imprigionato e impiccato. Intanto altri incrociavano le rotte tra Santo Domingo e la vicina Portorico spingendosi in furiose incursioni sulla costa nordamericana e terrorizzando il resto dei Caraibi.
Morgan il leggendario
Era poco più di un ragazzo Henry Morgan quando a Barbados disertò dalla nave militare dove era mozzo, si arrangiò per sopravvivere e poi si imbarcò con i filibustieri di Jamaica iniziando la sua carriera leggendaria di Morgan il pirata. Nel 1666 partecipò alla spedizione del corsaro olandese Mansvelt, incaricato dal governatore britannico a prendere l’ isola di Providencia al largo della costa di Colombia e saccheggiare Curaçao, l’anno successivo morì e Morgan ne prese il posto come Ammiraglio dei Fratelli della Costa.
Al servizio di Modyford governatore della Jamaica attaccò la spagnola Cuba e saccheggiò Port au Prince nell’ haitiana St.Domingue francese acquistando la fama di invincibile avversario delle colonie spagnole e progettò un Regno della Filibusta del quale sarebbe stato il sovrano. Il centro commerciale più importante spagnolo era Portobelo sulla costa panamense, protetta da poderose fortificazioni ove convergevano oro, argento e merci preziose dal Perù diventato ricco Vicereame dopo la conquista di Pizarro e dalla messicana Nuova Spagna anch’ essa opulente colonia dall’ epoca di Cortès, per essere imbarcate sui galeoni ad arricchire l’ impero spagnolo. Era considerata inespugnabile, ma Morgan riuscì a sorprendere la guarnigione sfacendo saltare la prima fortezza e i suoi seicento uomini dilagarono in un violento attacco mentre il governatore si asserragliò nella seconda, l’ammiraglio fece spingere i frati e le monache sulle scale appoggiate ai bastioni nell’ attacco e finirono tutti uccisi, poi i pirati la presero massacrando i soldati e saccheggiarono la città per quindici giorni . Dopo quell’ invasione di Panama del 1671 espugnò Maracaibo e la vicina Gibraltar massacrando e torturando la popolazione per cinque settimane e ne scrisse il suo medico di bordo Olivier Exquemelin “…a chi strapparono le unghie, chi veniva legato alla coda di un mulo…facevano a pezzi vergini catturate dopo averle impalate..” Uno dei più sanguinari episodi della filibusta nei mari dei Caraibi che gli dette la fama di spietato. La baia fu bloccata da tre vascelli da guerra comandati dall’ammiraglio Alonso de Campo, Morgan caricò una sua nave imbottita di esplosivo e la spinse contro l’ ammiraglia spagnola che fu distrutta, abbordò il secondo vascello e il terzo si autoaffondò per non cadere in mano ai pirati.
Dall’ impresa di Maracaibo tornò con un enorme bottino ed Henry Morgan fu accolto da trionfatore dal governatore giamaicano Modyford ed ebbe l’appoggio per la sua impresa più temeraria, così l’ anno dopo partì con trentacinque vascelli per attaccare l’ imprendibile Panama, attraversò l’ istmo in nove giorni, sbaragliò la potente guarnigione del governatore Guzman dilagando nella città che saccheggiò per tre settimane distruggendola. Ne trasse un immenso bottino la cui spartizione provocò un contrasto con i suoi uomini che Morgan abbandonò tornando con pochi fidi in Jamaica ormai considerato un eroe. Nel frattempo il sovrano britannico Carlo II aveva firmato un trattato di pace con la Spagna che la vittoriosa impresa con il saccheggio di Panama rischiava di compromettere, così Morgan e il governatore Modyford vennero imprigionati e portati in Inghilterra per essere processati, ma a Londra furono accolti e festeggiati come eroi e il processo fu una formalità per attenuare le proteste diplomatiche spagnole, mentre il corsaro fu ricevuto a corte e nominato baronetto. Così l’ acclamato Sir Morgan tornò a Port Royal come vice governatore e magistrato giamaicano, tra i più spietati e famosi pirati divenne un rappresentante della corona britannica nei Caraibi e prese a combattere i suoi vecchi Fratelli della Costa, divenuto governatore citò per danni il suo medico di bordo Exquemelin che aveva raccontato delle sue gesta nefande in Piratas de America e fu onorato con solenni cerimonie alla sua morte nel 1688.
Gli ultimi filibustieri
Sembra abbia ispirato il truce pirata John Silver del romanzo L’isola del tesoro scritto da Stevenson il gallese Bartholomew Roberts, da adolescente imbarcato nelle Barbados e poi ufficiale sulla nave Princess impegnata nella tratta atlantica negriera sulle coste occidentali africane a caricare la merce che vi arrivava dalle vie degli schiavi, ispirato dall’altro pirata britannico Bartholomew Sharp che si dedicò poi a depredare vascelli e divenne il temibile Black Bart che finì le sue gesta centrato da una cannonata sul suo vascello Royal Fortune al largo di Cape Coast ove imbarcavano gli schiavi.
All’inizio del settecento Woodes Rogers divenne governatore di New Providence nella colonia delle Bahamas, dopo essere stato corsaro con timoniere il futuro esploratore William Dampier, in uno dei loro viaggi raggiunsero la sperduta isola Juan Fernàndez nel 1703 dove naufragò la nave Cinque Ports che aveva a bordo Alexander Selkirk , sospettato di diserzione venne abbandonato e le sue vicende sembra che ispirarono The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe pubblicato nel 1719 Daniel Defoe. Al suo servizio si mise Charles Vane che cominciò ad imperversare nei Caraibi abbordando galeoni spagnoli poi s’unì brevemente al pirata flagello dei mari Barbanera nel depredare anche vascelli delle colonie britanniche e Vane terminò la carriera impiccato nella giamaicana Port Royal . Alle sue imprese aveva partecipato quel Rackham noto come Calico Jack assieme alle piratesse più famose Mary Read e la compagna Anne Bonny che sfuggirono alla forca .
Miglior sorte ebbe Christopher Condent, corsaro per i connazionali britannici contro gli spagnoli nella di loro guerra di successione e poi si dette alla pirateria anche sui vascelli della madrepatria nelle Indie Occidentali, lungo le coste africane e per le rotte asiatiche, così che s’assicurò la benevolenza dell’ impero coloniale francese in conflitto con quello britannico e ne fu ricompensato finendo tranquillo funzionario per la marina francese.
L’ ultimo grande tra i pirati e corsari fu il nobile francese Michel de Grammont , dopo essere stato capitano nella marina militare, si trasferì a Santo Domingo come corsaro francese, poi dalla Tortuga iniziò la sua carriera depredando i galeoni spagnoli, si unì brevemente alla flotta dell’ ammiraglio d’Estrèes sconfitta dagli olandesi tra le isole venezuelane di Las Aves, con sei vascelli sopravvissuti prese la venezuelana Gibraltar e la potente Maracaibo da dove avanzò conquistando Trujillo e la costiera Guaira. Si unì a corsaro americano Thomas Paine per razziare Cumanà e la costa della Guyana venezuelana, infine strinse alleanza con i filibustieri olandesi Nicholas van Hoorn e il Flagello d’Occidente Gesel van de West Laurens de Graaf , nel 1683 presero la potente base messicana di Veracruz ove incrociavano le ricche rotte della Flota de Indias con un’impresa temeraria mai osata prima dalla pirateria. Al ritorno i due compagni olandesi ebbero un diverbio che, naturalmente, risolsero in un duello e van Hoorn rimase ucciso, poi un tifone fece naufragare tre vascelli e perdere buona parte del ricco bottino, ma le fortune del francese de Grammont ripresero un paio di anni dopo con la conquista di Campeche e il saccheggio del più importante centro dello Yucatàn che fu l’ultima grande impresa pirateria caraibica e della filibusta.
Al fine del XVII secolo pirati e corsari furono sempre meno appoggiati dai governatori delle colonie sia britanniche che francesi contro la Spagna e molti trasferirono le loro azioni sulla costa del Pacifico come l’altro nobile francese Raveneau de Lussan che aveva partecipato alle imprese del compatriota Grammont e dell’olandese de Graaf, nel 1684 saccheggiò le coste del Vicereame spagnolo dall’ Ecuador lungo il Perù, le avventure di de Lussan durarono tre anni fino al ritorno ad Haiti nel 1688, che nove anni dopo divenne la colonia St.Domingue francese. Poi entrarono in conflitto la Compagnie française des Indes occidentalese con le British Wes Indies , come tutte le altre colonie francesi e i possedimenti britannici nordamericani, dopo decenni di alleanza contro l’ impero spagnolo, così quei pirati e corsari furono assoldati dai governatori delle due colonie caraibiche e i Fratelli della Costa si combatterono tra loro, la confraternita di manigoldi fu dispersa all’ inizio del nuovo secolo, ma i pirati continuarono ad imperversare con solitari vascelli predatori sventolando la loro sinistra bandiera del Jolly Roger sulle antiche rotte dei leggendari Caraibi .
Tutto è racchiuso in ciò che ci dice Stevenson nel raccontare l’ Isola del tesoro
“Storie marine in marinesco tono E tempeste e avventure e caldi e geli E bastimenti e isole e crudeli Piraterie, e interrato oro, E ogni vecchia favola ridetta Nei precisi antichi modi. “
© Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. America:Caraibi.
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