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Fenici: culto, religione e cultura

divinità fenicia - i fenici
Divinità fenicia

Nella grande iscrizione di Karnak si racconta che correva la XX dinastia quando Il faraone Merenptah parla di minacciosi popoli provenienti dal mare che poi Ramses III fronteggiò con le sue armate, esse erano popolazioni di varia origine come i Lukka, i popolo Denyen, gli Shardana e i Šekeleš noti come Popoli del Mare, secondo tradizione sconfitti dal faraone, in realtà solo fermati sul delta del Nilo nella seconda metà dell’undicesimo secolo e tali popolazioni si fusero con quelle locali d’ Egitto.

Nel frattempo cresceva l’ impero della potente Assiria che cercava sbocchi sul mare in Libano, ad esso i locali piccoli reami davano tributi e racconta il sacerdote del tempio di Amon e ambasciatore Wenamun che si recò a Byblos il cui sovrano ZakarBaal lo fece attendere a lungo a significare che non riconosceva l’autorità faraonica, dopo un anno l’ ambasciatore fu costretto a fuggire inseguito dalla gente della città e ciò confermerebbe che la regione era ancora dominio di discendenti di quei Popoli del Mare che qui s’erano resi indipendenti come fenici che poi posero la loro capitale a Tiro.

Ben presto quei Fenici popolarono la regione costiera del Libano, centri ne furono l’ odierna Beirut e l’ antica Tiro, il grande centro d’ arte antica che fu Sidone, la fiorente città di Byblos che ha lasciato il suo patrimonio. I commerci di Tiro che ci ha lasciato il suo sito, sono testimoniati dall’ archeologia nell’ isola di Cipro ricca di rame nel centro di Palaepaphos presso Kouklia, cosi’ come a Creta e più ad ovest in Sardegna ricchissima di metalli, scambiati con oggetti aristici, lussuoso artigianato, preziosi monili e raffinati gioielli, soprattutto la ricercatissima porpora e da quei giacimenti ne venivano prodotti in metallo creando un vasto movimento scambio e contatto.

divinità fenicie
Satuetta in bronzo fenicia

Con il sovrano Hiram I s’intensificarono i traffici con Cipro che ne doveva essere dominato, stando a quanto racconta Menandro di Efeso da antiche fonti, frequentatissimo era il porto di Kommos nell’ isola di Creta, molti i rapporti con i sovrani Davide ben Yishay e Salomone del regno d’Israele con il quale si scambiava il legname dei cedri libanesi e dagli antichi trattati di sovrano si sa ch’egli vi inviò il suo più abile metallurgo omonimo Hiram e una schiera di artigiani per la costruzione del tempio di Salomone a Gerusalemme poi distrutto dai babilonesi del potente Nabucodonosor II. “…e su quelle navi Hiram fece imbarcare i suoi marinai,esperti navigatori del mare,che insieme ai servi di Salomone andarono ad Ofir….La flotta giungeva ogni tre anni e portava oro,argento,avorio,scimmie e pavoni.”(1 Re,9-10).

Così dai testi biblici si sa che re Hiram e il sovrano Salomone finanziarono una spedizione nella mitica terra di Ofir che doveva essere tra l’ignoto Paese di Punt africano e le terre d’ Arabia di dove partiva la Via dell’ incenso, alla ricerca d’altri prodotti pregiati da commerciare. Stando allo storico giudeo romano Flavio Giuseppe il re Ithobaal della potente Sidone fondò poi colonie in Libia a metà del nono secolo, prese i territori di Alessandretta e porti di Cilicia per accedere alle miniere della Turchia ed altri centri ove rifornirsi di prodotti agricoli, mentre la figlia Jethsabèl fu data in moglie ad Acab re di Samaria convincendolo ad abbracciare la divinità fenicia di Baal.

Molti sono i riferimenti biblici sulla diffusione di questo culto di Baal, associato poi al padre Dagon e al Ba’al Zebub dei Filistei divenuto per l’ Ebraismo il malefico Beelzebub nel secondo dei Libri dei Re e il Diavolo nella successiva tradizione del Cristianesimo. Dopo l’ era di Hiram il popolo di Tiro affiancò a Baal il culto di Melqart e i cittadini di Sidone quello di Eshmun.

Ne divennero i numi tutelari nella loro espansione in gran parte dell’ occidente fondando colonie in Italia nella preellenica Sicilia, dall’antica città di Drepanon a Trapani alla potente Panormos a Palermo, dalla regione ragusea fino a Sciacca e l’ isola che fu chiamata Mozia. Tra l’ XI e il VI secolo venne colonizzata la Corsica e soprattutto la vicina Sardegna ricchissima di miniere che divenne la regione fenicia tra le più importanti e vi sorsero floride città che aumentarono e prosperarono anche per il successivo periodo cartaginese dal VI al III secolo e nella romana provincia di Sardinia et Corsica.

Colonie fenicie
Colonie fenicie

Dal punico centro poi fiorente città romana ove sorse Olbia nell’antica Gallura a Nora con il suo vasto sito, da Macopsisa odierna Macomer nel nuorese a Sulki di Sant’Antioco davanti il suo arcipelago, poco distante la città di Neapolis. Dominante la penisola del Sinis era la potente città di Tharros vicino Cabras poi romana e infine paleocristiana Diocesis

Scrittura fenicia
Scrittura fenicia

Tharrensis ne’ pressi si trova Othoca, verso sud il sito di Bithia a Domus de Maria nel Cagliaritano come quello di Selegas.

Della fenicia punica città di Karaly rimangono le tombe e la vasta necrocpoli nel sito di Tuvixeddu, divenne poi la città romana Karales ove sorse Cagliari. Nei territori dell’antica Tartessus e in altri popolati dagli Iberi della Spagna fondarono colonie da Empúries sulla costa catalana nella regione di Màlaga, più ad ovest da Gadir ove sorse Cadice ad Ebusos nell’isolana Ibiza.

Sulla costa nordafricana susseguirono insediamenti fenici e poi punici , primo tra tutti la fondazione che il mito attribuisce alla regina Didone, di quella città destinata a divenire Cartagine sorta agli inizi dell’ottavo secolo sul colle di Byrsa di dove ancora diramano i resti di quella che fu la potente Karthago.

In quel territorio di Tunisia sorse Kerkouane e ne resta la necropoli punica, fu fenicia e poi romana Hippo Diarrhytus nell’odierna Biserta così come Hadrumetum e il centro di Utica. Nella vicina Libia ove era il territorio di un antico insediamento punico sorse la città fiorente di Leptis Magna più ad ovest in Marocco sulla costiera Larache , ove doveva essere mitico giardino delle Esperidi, i coloni Fenici fondarono la città litoranea di Lisso incrociata dai loro navigatori, che fu poi cartaginese e infine la romana Lixus.

Navi fenicie
Navi fenicie

L’intero nord africano è disseminato di colonie fenice e puniche su esse furono fondate molte città di quella che poi fu la vasta provincia africana romana e di qui mossero a cercare e fondare altre colonie sulla costa atlantica aprendo nuove rotte , diffondevano la loro civiltà punica dalla lingua e l’ efficace alfabeto alla vasta mitologia e la raffinata arte, ma soprattutto quell’indomito spirito di scoperta che li portò a sfidare l’ignoto.

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