In AfricaOceani

Vasco da Gama

Canto l’arme e i famosi cavalieri Che sciolsero dal Tago armati legni, E soldati magnanimi e nocchieri Solcaro novi mar, fondaro regni, E sott’astri d’incogniti emisferi, Ciò che non era ardir d’umani ingegni, Vinser nembi e procelle, e vider lieti Correre l’aureo Gange in seno a Teti. Nè gli alti regi inonorati andranno. Che per la fè di Cristo in campo usciti, Dove regnava l’african tiranno Casti costumi richiamaro e riti; E quanti il patrio suolo ornato avranno, O saggi in pace, o nelle imprese arditi, Fian di robusti carmi altero segno. “

Così inizia l’ epico poema I Lusiadi di Luís Vaz de Camões che celebra come tra i più alti capitoli della storia portoghese e l’ epoca delle scoperte geografiche il viaggio del compatriota O facundo capitão Vasco da Gama.

La rotta atlantica

Nato da una nobile famiglia a Sines in incerta data negli anni sessanta del quindicesimo secolo e poco si sa anche della sua giovinezza, suo padre fu incaricato dal sovrano portoghese Giovanni II di una spedizione che avrebbe dovuto circumnavigare l’Africa raggiungere l’ India, ma sia il padre di che il re morirono prima di poter realizzare il progetto.

Il Portogallo aveva cercato la rotta sulla via delle spezie per commerciare direttamente con l’ India e il resto dell’ Asia orientale e per oltre un secolo i suoi vascelli incrociarono le rotte atlantiche africane spingendosi sempre più a sud fino a quando Bartolomeu Dias ne raggiunse l’estremità meridionale nel 1488, ma doppiato il tempestoso Cabo Boa Esperança era stato costretto a tornare indìetro dall’equípaggio impaurito. Il nuovo sovrano Manuele I O Venturoso sostituì l’espertissimo Dias con Vasco da Gama per guidare la nuova spedizione che doveva doppiare quel capo, rìsalire lungo la costa orientale e quindi affrontare l’ Oceano Indiano per giungere ai ricchi approdi asiatici.

In un tripudio di folla Vasco da Gama partì da Belèm di Lisbona con quattro vascelli l’ 8 luglío 1497, il Sáo Raphael al comando del fratello Paulo, Il Sáo Gabriel di Gonzalo Alvarez, il terzo era comandato da Nicolau Coelho, e il quarto vascello era per le provviste di riserva. Seguendo la rotta portoghese la spedizione incrociò le isole delle Canarie e di Capo Verde scendendo lungo le coste della Mauritania per passare al largo del Senegal, ma all’altezza del Golfo di Guinea lasciò la navigazione costiera per il mare aperto, ch’era ancora quel temuto Mare Oceano Tenebroso, sfruttando i venti favorevoli.

Il largo arco a sud ovest lo portò a quelle centinaia di miglia al largo dell’ ignoto Brasile, ove giunse casualmente Pedro Alvares Cabral in seguito prendendo la stessa rotta, tornando poi a sud est. Tra agosto e ottobre navigarono senza avvistare terra con l’equipaggio impaurito, finchè non furono visti volare uccelli prima e nuotare balene e foche poi, finalmente il quattro novembre apparve la costa africana meridionale. L’ otto del mese i portoghesi erano nella Bahia Santa Helena, un centinaio di miglia a nord del temuto Cabo da Boa Esperança. Secondo il diario annotato da Alvaro Velho, alcuni marinai sbarcarono catturando un indigeno per portarlo a bordo del Sáo Gabriel, dove “messo a tavola, mangiò tutto quello che mangiamo noi.. II giorno seguente il comandante in capo lo fece vestire di tutto punto e lo rimandò a terra“.

Erano sulla costa del Sudafrica e vi sbarcarono, ma dopo aver fraternizzato con gli indigeni a terra scambiando doni, pare che per una qualche offesa si scontrarono violentemente con diversi feriti compreso Vasco da Gama. Ripresa la navigazione doppiarono il Capo di Buona Speranza che Barolomeu Dias aveva scoperto nel suo primo viaggio un decennio prima, raggiungendo il Capo più meridionale del continente che chiamarono Agulhas.

Oltre il Capo

Lasciata la baia poco dopo venne avvistata la penisola del Capo il 18 novembre impiegando poi quattro giorni nel mare tempestoso per doppiarlo e il 25 i portoghesi erano poco ad est nella baia di Mossel popolata dai Khoisan nomadi e scoperta precedentemente da Bartolomeu Dias che l’ aveva battezzata Aguada de Sào Bras, vi eressero un padrão che qualche giorno dopo fu demolito dagli indigeni mentre i portoghesi ripartivano. La navigazione proseguí ad est lungo l’ estremità meridionale del Sudafrica e il 16 dicembre le navi passarono davanti all’ultimo padráo innalzato da Dias nel 1488 a Cabo Patron, giungendo poco dopo nell’ ultima punto che aveva raggiunto prima di ritornare da Great Fish river.

Da quel punto la costa descriveva un’ampia curva verso nord est e proseguí la navigazione ove le navi europee non si erano ancora mai avventurate lungo la costa sudafricana orientale del Natal che così fu chiamata il giorno di Natale quando il cronista della spedizione annotò con soddisfazione che “avevamo già scoperto 70 leghe di costa che il comandante chiamò Natal in onore della nascita di Cristo.” All’ inízío di gennaio i vascelli giunsero nella Baia de Delagoa, ove tre secoli dopo sorse Maputo all’estremità meridionale del Mozambico, sostando cinque giorni.

Una volta tanto, le relazioni tra Portoghesi e ìndigeni rimasero cordiali per tutto il periodo della sosta e Vasco da Gama rimase così colpìto dalla cortesia dei suoì ospiti, che chiamò la regione Terra della Brava Gente. Proseguendo la spedizione sostò un mese sulla costa mozambicana di Quelimane, nel porto v’erano molti grandi vascelli dhow arabi e il cronista rimase colpito dall’abilità deì marinai nell’uso della bussola, del quadrante e delle carte nautiche.

Quei vascelli erano inoltre carichi di “oro, argento, chiodi di garofaiio, pepe, zenzero, anelli d’argento e anche di perle, rubini e pietre preziose” e dai marinai seppero provenire dall’ India.Vasco da Gama ebbe l’irnpressìone di aver raggiunto ì margini del dominio commerciale arabo giacchè “alcuni indigeni non andavano nudi o coperti dì pelli di animali ma portavano addosso pezzi di tessuto di cotone” e fu avvicinato da negri palesemente musulmani “uno di essi aveva un berretto con un bordo ricamato in seta e l’altro un berretto di raso verde” e uno “affermava di provenire da un paese molto distante e di aver già visto navi grandi come le nostre“.

Il 24 febbraio i portoghesi ripresero il la navigazione e in sei giorni si trovarono sulla costa orientale africana di Nampula, incrociando l’ isola di Mozambico menzionata Ilha de Moçambique nel mare dominato degli arabi, ove si parlava swahili descritta come “una fiorente città con ricchi mercanti i negri, che parlavano arabo e indossavano vesti di leggero cotone o lino a rìghe di vivaci colori e berrettì di seta ricamati in oro. Nonostante la scarsa disponibilità del sultano lo convinse a fornirgli due piloti arabi per proseguire il viaggio ripartendo l’ 11 marzo s verso nord, ma le forti correnti lo costrinsero al largo per altre due settimane in attesa dei ventí favorevoli, durante la sosta si ebbero incidenti con i musulmani e i portoghesi bombardarono la città prima di partire il 29 marzo.

Lungo le coste africane orientali dal periodo shirazi erano sorti fiorenti città arabe, centri di commerci e per la tratta di schiavi, nel sultanato di Kilwa sulla costa tanzaniana e lungo quella del Kenya con insediamenti a Lamu nell’omonima isola, Gedi, la città di Malindi e la vicina Mombasa dove i portoghesi giunsero il 7 aprile. Nella notte un centinaio di armati cercarono di salire a bordo ma furono respinti, alcuni presi prigionieri e torturati confessarono che il sultano locale voleva vendicare il bombardamento di Isola Mozambico.

Visto l’ insuccesso lo stesso sultano inviò doni ai portoghesi ma Vasco da Gama rifiutò di sbarcare riprendendo il viaggio il 13 aprile giungendo il giorno dopo a Malindi che fu l’ultima sosta sulla costa africana . Qui il sultano essendo nemico di quello di Mombasa accolse benevolmente i portoghesi che trovarono quattro vascelli di mercanti indiani e gente che raccontava di cristíani nell’ entroterra alimentando la speranza di trovare il leggendario regno di Prete Gianni, ma i racconti si riferivano certamente al regno cristiano copta d’ Etiopia.

Vi fu poi un curioso equivoco quando i portoghesi vedevano gli indiani pregare Krìshna che assonava con Cristo, credendoli pertanto cristiani e viceversa gli indiani pensarono essere hindu gli europei visto l’ interesse per i loro riti. L’equivoco venne festeggiato con ridondanza di cerimonie e spettacoli dagli indiani, ma Vasco da Gama era impaziente di ripartire e impose al sultano di fornirgli l’ esperto navigatore arabo Ahmad b.Majid al-Najdi, chiamato Malemo Canaqua dai portoghesi, per affrontare l’ Oceano Indiano e Il 24 aprile prese la rotta dei monsoni di sud-ovest con i venti che soffiano regolarmente sull’ oceano dalle coste africane a quelle indiane tra la primavera e l’estate.

L’India delle spezie

Con quei venti favorevoli seguendone la rotta ad est attraversò velocemente l’ oceano in meno di un mese e il 18 maggio 1498 i portoghesi giunsero a Calicut, la più florida e potente città del sulla costa indiana del Malabar. Qui i mercanti arabi acquistavano le preziose merci asiatiche per rivenderle nei mercati afrícani ed europei, v’erano magazzini, empori e negozi traboccanti di seta e broccati, oro e argento, perle, zaffirí e rubìni, ma soprattutto le agognate e preziose spezie, pepe, zenzero., chiodi di garofano, noci moscate, cannella e una gran quantità d’essenze profumate.

Vasco da Gama s’annunciò al sovrano di Calicut come ambasciatore inviato dal Re del potente Portogallo e venne accolto con gli onori dovuti, a corte anche qui cadde nell’ equivoco di trovarsi tra cristiani sebbene per idioma ed usanze parevano diversi, i templi induisti scambiati per chiese e le numerose e ridondanti immagini e statue delle divinità gli sembrarono di santi nonostante che “erano dipinti ìn maniera diversa, con denti sporgenti dalla bocca e quattro o cinque braccia“.

Scambiando una divinità femminile per la Madonna si raccolse in preghiera nella soddisfazione dei sacerdoti hindu che egli riteneva preti cristiani sebbene di usi e abbigliamento singolari. Dopo la visita a quelle “chiese” Vasco da Gama continuò nel corteo d’onore tra suoni di trombe e tamburi, gente festante e duemila armigeri e scrisse il cronìsta “Essi ci dìmostrarono il massimo rìspetto piú dì quanto non venga manifestato, ìn Spagna, a un re“.

Giunti alla grande reggia fu a corte pronunciando il suo solenne discorso sulla grandezza del regno portoghese e l’ offerta di amicizia del suo sovrano Manuel ottenendo l’assicurazione per l’ invio di ambasciatori indiani e la nascita d’ una alleanza tra i regni. Però i doni inviati dal re portoghese sembrarono inadeguati, più consoni a qualche tribù africana che ad un sovrano così ricco e potente come quello di Calicut, pezzi di stoffe, collanine, un po’ d’olio e zucchero che suscitarono risa di scherno dai cortigiani. Al saper della cosa i mercanti arabi e musulmani in città manifestarono subito ostilità suscitando i contrasti e minacciando anche di non commerciare più con Calicut se si fosse dato credito a quei cristiani il cui regno non possedeva nulla di rilevante da commerciare.

Comunque il sovrano promise di innalzare il padrão portoghese nel Malabar e scrisse una lettera al re portoghese per le relazioni di scambi e commerci. Come annota il cronista della spedizione Il 29 agosto “visto che abbiamo scoperto il paese in cerca del quale siamo venuti… sarebbe bene partire… salpandoo quindi per il Portogallo, felici della nostra buona sorte che ci ha permesso di fare un a scoperta cosí ímportante“.

Tornando sulla rotta dell’ Oceano Indiano le provviste presto scarseggiarono e non incrociarono i venti monsonici favorevoli trovando devastanti tempeste fino a giungere esausti sulle coste africane all’ inizio di gennaio 1499, mentre febbri e scorbuto avevano decimato l’ equipaggio, giungendo finalmente a Malindi. Poco dopo Vasco da Gama fece incendiare la Sào Raphael del fratello Paulopoiché era assolutamente impossibile assicurare il governo di tre navi con i pochi uomini rímasti“. Riprese la navigazione con gli altri due vascelli giungendo il 20 marzo al Cabo da Boa Esperança ove “quelli che eran arrivati fin qui, erano ìn buona salute e robusti, anche se talvolta mezzo morti per i venti gelidi incontrati“.

Ritornando per la costa atlantica il fratello giunse alle isole di Capo Verde gravemente ammalato e Vasco vi noleggiò una caravella più veloce per trasportarlo più rapidamente ma nelle Azzorre l’amato fratello lasciò questo mondo. Erano trascorsi due anni dalla partenza quando il 10 luglio 1499 il primo dei due vascelli portoghesi giunse a Lisbona e un mese dopo arrivò anche il Sáo Cabriel di Vasco da Gama accolto con tutti gli onori nel suo Portogallo.

Il sovrano di Calicut aveva inviato missiva al re Manuel nel Iuglío 1499: “Vasco da Gama, un gentiluomo del vostro seguito, è giunto nel mio paese, della qualcosa mi compiaccio. Il pase è ricco dì cannella, chiodi di garofano, zenzero, pepe e pìetre preziose. Quello che voglíamo in cambio é oro, argento, coralli e tessuto scarlatto”.

Al sovrano sembrò che il Portogallo avesse finalmente raggiunto il dominio dei commerci marittimi in competizione con la crecente potenza spagnola che finanziava le imprese di Cristoforo Colombo e se ne compiacque inviando una missiva ai Re cattolici Ferdinando e Isabella : “Altissìmi ed eccellentissimi Prinicìpe e Principessa, potentissimi Sovranì, le Vostre Altezze Reali sono già a conoscenza del fatto che diedi ordine a Vasco da Gama, un gentiluomo del mio seguito, e a suo fratello Paulo da Gama, di partìre con quattro velieri per uiia spedizìone marìttíima, e che ormai sono passati due anni dalla loro partenza… Da un messaggio che è stato portato qui da uno dei loro capitanì, abbiarno appreso la notizia che essi hanno raggiuiito e scoperto l’India e altri reami… che hanno iniziato il commercio delle spezie e delle pietre preziose…sìamo sicuri che le Vostre Altezze Reali accoglieranno con piacere e soddisfazione questa notizia..” .

Vasco da Gama tornò in India due volte e nella seconda fu nominato vicerè rimanendovi per spegnersi a Cochin nel 1524, celebrato nel poema epico Os Lusìadas, fu protagonista nell’impresa di eliminare ogni intermediario nei lucrosi commerci asiatici monopolizzati da indiani, arabi e veneziani sulle Rotte delle Spezie e sulle carovaniere Vie dell’Asia, inaugurando l’ età d’ oro portoghese di commerci, ricchezza e dominio sui mari, prima che i viaggi del grande navigatore genovese Cristoforo Colombo scoprissero il Nuovo Mondo che fu l’ America cambiando il corso della storia.

Chiarissimo io ho visto il lume vivo, che la gente di mare tiene per Santo, in tempo di tormenta e di cattivo vento e nera tempesta e triste pianto. Non meno riuscì a tutti di eccessivo prodigio e cosa che ci spaurì tanto veder le nubi con largo sifone succhiare i flutti che il mare scompone

© Paolo del Papa: Viaggi ed esplorazioni. Cap.Attraverso gli Oceani.Vasco da Gama

Photo gallery: Spice Routes | India

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