Sindh Pakistan

Ad est del Beluchistan la storica regione Sindh si stende fino al territorio indiano del Rajasthan e a nord verso l’ estremità meridionale del Punjab condividendo con esso parte della sua storia e cultura fin dal IV millennio a.C. come culla della grande civiltà dell’ Indo .con la sua decadenza fu uno dei territori ove giunsero le grandi migrazioni delle popolazioni Indoariane che dal XVII sec. a.C., sintetizzata con le più antiche locali , originarono la prima cultura induista Vedica, mentre di medesima stirpe e dalla vicina Battriana afghana arrivarono le comunità del popolo al Bahlika. Dal XIII secolo a.C. per i successivi vi si impose il regno del Sindhu esteso dal limitrofo Punjab meridionale ove nella bassa valle dell’ Indo allo stesso periodo risale la fondazione dell’ altro regno di Sauvira fiorito anch’ esso sulle vie commerciali nella regione con la sua capitale Roruka che ha lasciato i suoi resti nel sito di Aror. Dal 516 a.C. il potente impero persiano vi estese i suoi domini con la conquista achmenide nella valle dell’ Indo e vi rimase come satrapia orientale per due secoli fino a quando anche quell’ impero fu travolto all’ incontenibile avanzata del grande Alessandro in Asia che nel 325 a.C. conquistò la regione fino alla foce del fiume Indo nel territorio che i greci chiamarono Patalis ove sorgeva il regno con la scomparsa città di Patala e ne nominò come satrapo governatore il suo fido generale Peithon. La tradizione religiosa venne sintetizzata tra la popolazione nel buddismo della Bactria diffuso nei secoli successivi con regni indo ellenistici che fiorirono con la spartizione del vasto impero di Alessandro il Grande quando venne fondato il vasto impero Seleucide esteso in Asia Centrale. Dall’ epoca la tradizione buddista continuò con il dominio vasto impero indiano Maurya che nel II secolo d.C. ebbe come celebrato diffusore il sovrano Ashoka , sintetizzata con quella greca dando origine all’ era ellenistica che originò la grande civiltà del Gandahara lasciando i suoi resti nella regione. Con la decadenza dell’ impero Maurya nel 180 a.C il Sindh entrò nei domini del grande regno indo greco ellenistico di Yavana che continuò la tradizione buddista, proseguita come nel limitrofo Punjab durante le epoche degli imperi Kushan e Gupta. Dal 489 d.C. fu nei domini del vasto regno fondato dalla dinastia Rai fino al 632 quando si impose l’ altro regno fondato dalla potente dinastia induista Brahman che edificò i suoi centri e templi governando fino al 724, travolta anch’ essa dalla prima invasione araba islamica del califfato Omayyade in India. Dalla metà del secolo successivo divenne l’ emirato del Sindh governato dalla dinastia araba Habbari rimasto indipendente fino al 1024 mentre oltre a devastarne alcuni templi era ormai scomparsa l’ antica tradizione buddista assieme alla successiva e induista. Dopo la definitiva conquista islamica delle regioni indiane venne fondato un nuovo regno musulmano nel Sindh dalla dinastia Soomra indipendente dall’inizio dell’XI secolo alla fine del XIII e in parte legata a quella del Pakistan e Punjab dall’ epoca attraverso i secoli successivi è continuata la lunga storia del Sindh tra i domini del sultanato di Delhi, il grande impero Moghul, l’ epoca Sikh, la colonia britannica fino all’ indipendenza nel 1947 e la città di Karachi divenne capitale nella nuova repubblica del Pakistan.
Karachi
Dopo il suo popolamento nel neolitico nel tratto di costa affacciata sul mare Arabico è iniziata la storia di Karachi da sempre porto naturale ove fin dal più antico periodo di Harappa sorsero centri fondati dalla civiltà dell’ Indo sulla costa del Sindh che hanno lasciato i loro resti nel sito di llahdino ad est della città e sulla foce del fiume Hub in quello di Pir Shah Jurio, dopo la civiltà dell’Indo rimase a lungo un porto sulle antiche rotte marittime, quando vi giunse l’armata macedone durante la grande spedizione di Alessandro venne chiamato Krokola e nel successivo regno ellenistico della Bactriana era noto come Barbarikon. Sempre in epoca ellenista nel I secolo d.C. vi venne fondato il centro con il porto di Debal che fiorì a lungo di commerci sulle rotte marittime assieme al contemporaneo e vicino porto nella città di Banbhore che ha lasciato i suoi resti ad est di Karachi. Dopo la conquista araba e il dominio dell’ impero islamico indiano Moghul sulla costa, il più antico centro di Karachi sorse dal porto di Kolachi fondato da una comunità di pescatori Beluchi , dall’ epoca il centro si estese durante le dinastie che si sono susseguite nel Sindh con l’ ultima Talpur alla fine del XVIII secolo e nel 1843 divenne dominio della colonia britannica rimanendovi fino all’ indipendenza del 1947. Protagonista nella più recente storia del Pakistan ne è divenuta capitale, dall’ epoca estesa con nuovi ed ampi distretti nella grande città di Karachi come caotica metropoli tra i suoi vari quartieri che diramano dal più vecchio centro coloniale, esteso nel distretto di Jamshed sorto dal vecchio omonimo quartiere, tra tutti gli edifici si staglia candido il mausoleo Mazar-e-Quaid completato nel 1971 in stile moderno ispirato a quello islamico classico timuride, dedicato la venerato fondatore del moderno Pakistan indipendente Ali Jinnah e che ospita altri vari sepolcri di eminenti politici , divenuto uno dei simboli di Karachi. A lui è anche intitolato il lungo viale Jinnah che attraversa il centro dal suo mausoleo fino all’ omonimo ponte che collega la città al grande e trafficato porto di Karachi. Tra i vari storici edifici che vi affacciano in stile vittoriano dal 1892 si erge l’alta torre dell’ orologio di Merewether che segnava i confini del centro con in nuovi quartieri coloniali verso il porto, al 1886 risale il palazzo Denso che ospita la prima biblioteca della città. Oltre
il Jodia Bazaar il quartiere giudiziario coloniale di Nanak Wara con i grandi palazzi dell’ ospedale Lady Dufferin, la Metropolitan Corporation e la scuola secondaria governativa, dal palazzo del Khaliq Dina edificato in stile neoclassico nel 1904 per ospitare la biblioteca. proseguendo si trova il grande tempio induista di Swaminarayan fondato alla fine del XVIII secolo in stile tradizionale indiano e alla fine del viale Jinnah dal 1916 si erge il grande palazzo vittoriano del Port Trust che dall’ epoca amministra il grande porto di Karachi ove a difesa del vecchio scalo marittimo venne edificato il forte di Manora nel 1797. Continuando per il ricco quartiere residenziale di Clifton sull’antico sepolcro del venerato maestro islamico Sufi e Abdullah Shah Ghazi nel secolo scorso venne edificato grande mausoleo di Shah_Ghazi e sull’ esteso lungomare del quartiere con l’ omonima ed animata spiaggia , tra i vari edifici che vi affacciano nel 1919 furono completati quelli del Jehangir Kothari con i padiglioni Promenade e Lady Lloyd. Al 1927 risale Il grande e sontuoso palazzo Mohatta In stile tradizionale indiano del Rajasthan, per sei livelli sotterranei si trova il tempio induista di Ratneshwar consacrato a Shiva animato dai pellegrini durante l’ annuale celebrazione del Mahāśivarātri. Oltre i moderni ed alti edifici del Dolmen tra le quattro torri sul lungomare tra i centri commerciali si ergono i grattacieli di Bahria e lasciato il litorale nel 1969 dalla bassa ed ampia cupola è stata completata la grande moschea di Tooba . i quartieri nel centro coloniale dal 2001 sono riuniti nella città di Saddar che prende nome dal distretto residenziale e commerciale per gli europei fondato nel 1839 dai britannici come il grande distretto di Saddar , nel quartiere di Civil Lines si trovano altri edifici dell’epoca che ospitano consolati nel 1865 venne completato il palazzo del Frere Hall come municipio di Karachi divenuto spazio espositivo. Al 1887 risale il palazzo del museo Victoria divenuto il Registro della Corte Suprema e dal 1970 nel vicino Burns Garden il più moderno edificio ospita il grande Museo nazionale del Pakistan con le sue vaste collezioni archeologiche, storiche ed artistiche. Altri edifici e palazzi sorti durante il dominio coloniale, in parte affacciano sul viale Zaibunnisa che da Garden Square attraversa il quartiere, come il palazzo Ilaco , il vecchio hotel Khyber , la chiesa scozzese presbiteriana di St.Andrew completata nel 1868 in stile neogotico, sulla laterale via Somerset il palazzo Farid, oltre palazzo che ospitava dispensario Edulji Dinshaw aperto nel 1882 in stile neorinascimentale, la comunità hindu nel XVIII secolo edificò il Tempio di Darya Lal più volte devastato e recentemente restaurato. Nei pressi del parco Jahangir il grande edificio che ospitava il mercato dell’ Imperatrice aperto nel 1889 dedicato alla regina Vittoria, poco distante la cattolica cattedrale di St. Patrick completata nel 1881 anch’ essa in stile neogotico con il suo parco ove nel 1926 venne edificato in marmo bianco il monumento consacrato a Cristo Re sulla via Shahrah-e-Iraq, mentre con l’ indipendenza nel 1947 in stile islamico tradizionale venne edificata il la grande moschea di Memon con il suo memoriale.
Jamshoro
Dalla capitale si può iniziare un itinerario per I vasti territori desertici, dalle foreste costiere e fluviali , i grandi laghi e le montagne popolati dalla ricca e varia fauna endemica del Sindh ove sono sorti centri e città che ne hanno percorso la storia, la catena dei monti Kirthar separa il Beluchistan dal Sindh per il sud occidentale distretto di Jamshoro . Tra le altre città e antichi centri sulla sponda occidentale dell’ Indo si trova la storica città di Sehwan da secoli uno dei centri islamici del sufismo che conserva antichi edifici e moschee, ma tra tutti splende dalle cupole dorate e le mura decorate il maestoso mausoleo con il santuario di Shahbaz Qalandar del XIV secolo ampliato magnificamente nel 1639, consacrato la venerato maestro islamico sufi tra i diffusori della fede nel Sindh Usman Marwandi che qui giunse a metà del XII secolo, lasciata la città poco ad ovest in un suggestivo ambiente splende il grande lago Manchar. Parte del territorio più suggestivo che si stende tra i monti Kirtar popolato da una ricca e rara fauna endemica è protetto dal grande parco nazionale del Kirthar ove, nota come la grande muraglia del Sindh, si allunga per oltre trenta chilometri con i suoi bastioni la grande fortezza di Ranikot edificata nel XVIII secolo in epoca Taipur, ne sono stai restaurati le mura meridionali con il suo forte e il palazzo di Meeri, la moschea, e il portale di Sann, dichiarato patrimonio culturale Unesco e come lo si trova Ranikot continua a farsi ammirare nel suo suggestivo ambiente
Thatta
Il meridionale distretto di Thatta noto come Laar è in gran parte disteso nel territorio ove sorgeva l’ antico regno di Patalis nella regione costiera alla foce del fiume Indo e sul sito della perduta capitale Patala dall’ VIII secolo si estese la città di Thatta fiorita nel medioevo come capitale del Sindh islamizzato. All’ inizio del XVI secolo durante l’ espansione marittima degli europei sulla Via delle Spezie mercanti portoghesi vi fondarono un centro commerciale con una fabbrica e un monastero cattolico dell’ ordine carmelitano, devastata alla fine del secolo da un incursione dell’ impero Moghul entrò nei suoi domini, ma il traffico marittimo fu spostato su altri porti indiani iniziando a sua decadenza fino a quando dalla metà del XVII secolo divenne un centro per la potente compagnia olandese delle Indie orientali che oltre al lucroso commercio delle spezie rifiorì con la produzione tessile della seta. Nello steso periodo la città fu governata dalla dinastia Mir Bejar fondata dal clan indiano Sisodia di stirpe Rajput, seguita all’ inizio del XVIII secolo dalla dinastia islamica di origine araba dei Kalhora, entrambe hanno lasciato i loro quartieri ed edifici in città che nel 1783, come gran parte del Sindh venne conquistata dal regno fondato dalla dinastia Talpur governando per oltre mezzo secolo, nel 1843 sconfitta dall’espansione della colonia britannica indiana rimanendovi fino all’ indipendenza pakistana. Tra i vari edifici storici si erge maestosa la moschea di Shah Jahan edificata nel XVII secolo nel raffinato stile persiano Moghul dagli interni finemente decorati, oltre ad altre affacciate sulle vecchie vie tra mercati e baazar la candida moschea Bin-qasim, poco distante dalla città a sua difesa nel XIV secolo venne edificata la fortezza di Kalan kot che ha lasciato i suoi imponenti resti nel sito di Samma ove nei pressi sull’altopiano si trova la grande e suggestiva necropoli di Makli , tra le più vaste concentrazioni di sepolcri monumentali e mausolei al mondo edificati nei vari stili dal XIV al XVIII secolo dichiarata patrimonio culturale Unesco. Ad ovest del Thatta si trova il meno esteso distretto di Mirpur ove da un più antico centro durante la dinastia Taipur nel 1801 venne fondata la città di Mirpur Khas che conserva quartieri, palazzi e moschee edificati prima e dopo la sua fondazione, tra i più imponenti a nord est della città dal XVIII secolo si trova il mausoleo di Chitorri con i sontuosi sepolcri dei sovrani Taipur edificati in arenaria nel classico stile del Rjasthan. A ritroso nella storia nel V secolo d.C. vi sorse un santuario buddista che ha lasciato i suoi resti nel sito di Kahu-Jo-Darro ove si erge il grande stupa di Mirpur Khas edificato con stile artistico Gupta nella suggestiva sintesi con quello più antico della grande arte Gandahara.
Nagarparkar e Umerkot
All’estremità sudorientale del Sindh verso il confine indiano si stende il distretto del Nagarparkar di antica cultura induista ove su un colle nel villaggio di Chorrio venne edificato il venerato tempio di Durga Mata dagli interni finemente decorati, uno dei grandi centri di pellegrinaggio hindu nella regione durante le annuali celebrazioni del Maha Shivaratri. Ad est si stende il suggestivo ambiente verso le paludi salmastre di Kutch fino al limitrofo territorio indiano del Gujaràt ove si può raggiungere una delle antiche città sorte durante la civiltà dell’Indo che ha lasciato i suoi resti nel sito di Dholavira , tornando ove rimangono i resti dell’ antico porto di Parinagar sul Kutch si trovano quelli dei tre templi Viravah, I più antichi jainisti di Nagarparkar edificati dal XII al XV secolo nella classica architettura. Tra i più affascinanti nella diffusione della cultura religiosa legata al Jainismo In Pakistan, poi abbandonati e che rimangono come li si trova, dal Nagarparkar Bazaar dalle sculture, intagli e dipinti con poco distanti i resti dei tre templi di Bhodesar In pietra rossa dalle raffinate incisioni , infine il più sontuoso tempio di Gori di marmo completato nel 1376 in stile rajasthano dagli interni decorati con le più antiche raffigurazioni jainiste rimaste ed affreschi mitologici, assieme agli altri dichiarati patrimonio culturale Unesco. Nell’ omonimo distretto ad est verso il deserto sorge la città di Umerkot a lungo dominio delle dinastie Rajput indiane, un tempo nota come Amarkot , nell’XI secolo ed esteso nei successivi venne edificato l’ imponente forte di Umarkot che rimane con il portale tra le due poderose torri, dette i natali all’ imperatore Akbar terzo sovrano dell’ impero Moghul, tra gli altri edifici della sua storia ove si trova Il tempio Shiv Mandir , il più antico e venerato dagli induisti nel Sindh che raduna oltre duecentomila pellegrini nelle celebrazioni annuali del Maha Shivaratri così come nel tempio Durga Mata del Nagarparkar.
Hyderabad
Risalendo il corso del fiume Indo da un antico insediamento di tribù indoariane sorse il centro di Neroon Kot ove iniziò la storia di Hyderabad a lungo fiorito come villaggio di pescatori ove sul colle di Ganjo Takker venne fondato un centro induista poi protetto dal regno buddista del sovrano Agham Lohana nel VII secolo d.C. e travolto anch’ esso all’ inizio del successivo dall’ invasione islamica del Sindh guidata dal condottiero arabo Muhammad ibn Qasim al-Thaqafi che da qui iniziò la conquista omayyade dell’ India. Dall’ epoca la città seguì la storia della regione attraverso i domini della dinastia Ghaznavide, Il sultanato di Delhi l’Impero Moghul, con quartieri, palazzi moschee, durante il regno della dinastia Kalhora nel 1768 divenne capitale del Sindh e continuò ad estendersi così come per la successiva dinastia Talpur fino al 1843 quando la città e l’ intero Sindh divenne dominio coloniale britannico rimanendovi fino all’ indipendenza nel 1947. La grande città di Hyderabad come la si trova estesa negli ultimi decenni, nel più antico centro conserva le memorie della sua lunga storia, nel 1768 fu edificata la fortezza di Pakka Qillo sul colle di Gunjy che la domina scendendo per il baazar di Shahi ove si erge la torre dell’ orologio Navalrai. Alla dinastia Kalhora si deve il grande mausoleo in stile Moghul che ospita il sepolcro del sovrano Mian Ghulam edificato nel 1772 e nello stesso periodo i sepolcri Cubbas per i sovrani Talpur in marmo sormontate da cupole nello stile classico e riccamente decorate nel mausoleo di Talpur Mirs. Dal centro diramano le varie vie animate da baazar come il Resham Gali e oltre i vari palazzi, moschee e monumenti particolari nella città vecchia di trovano edifici di epoca coloniale hanno facciate decorate anche con affreschi e grandi finestre dalle vetrate colorate, tra tutti Il grande palazzo del Mukhi Mehal edificato nel 1920 in stile coloniale misto a tradizionale, ma particolari sono le più antiche case in stile tradizionale con aperture per le brezze fresche e in gran parte affacciate su piccoli cortili, alcune dalle mura decorate, balconi jharoka e tra le più ricche le facciate con gli haveli in stile rajasthano.
Sukkur e l’Indo
Nel distretto settentrionale del Sukkur durante l’ antico regno di Sauvīra vi venne fondata la sua capitale Roruka che nel sito di Aror ha lasciato i suoi pochi resti, mente tra i colli poco distante si trova il tempio induista di Kalka con la grotta consacrato alla dea Kali che per un’ antica leggenda è venerato anche dai musulmani, poco distante sulla sponda orientale dell’ Indo dopo l’ invasione islamica nell’VIII secolo venne fondato un centro poi esteso nella città di Rohri. In epoca coloniale britannica nel 1888 venne completato il grande ponte di Lansdowne con il suo porto sul fiume Indo che la collega alla sponda occidentale dal 1962 poi affiancato dall’ altro lungo ponte ferroviario di Ayub, sull’altra sponda dove sorgeva un villaggio divenuto centro della guarnigione britannica nel 1839, si estesa nella grande città di Sukkur divenuta una metropoli come la si trova. Del suo passato ha conservato alcuni edifici e templi, tra gli altri Il santuario islamico di Masum Shah consacrato al venerato studioso Masoom Bakhr Masum con il minareto Ali Abuzar edificato all’ inizio del XVIII secolo in stile centro asiatico. Nell’ isola di Sadh Belo i templi induisti del XIX secolo che diramano dal grande Teerath Asthan
consacrati alle diverse divinità in gran parte della mistica setta ascetica Udasi diffusa nel XVIII secolo, alla periferia della New Sukkur nel 1985 vennero rinvenuti i resti di un centro risalente all’antica civiltà dell’ Indo che i successivi scavi la rivelarono come una grande città nel suo vasto sito di Lakhan-Jo-Daro . Continuando ove si allunga la valle dell’ indo nel nord occidentale distretto di Larkana sulla sponda del canale Ghar era noto come Chandka il centro islamico sciita esteso nella grande città di Larkana dalla lunga storia come centro sulle vie commerciali della regione che conserva alcuni vecchi quartieri ed edifici tra le varie moschee e baazar, nel limitrofo distretto orientale di Khairpur oltre l’ omonima città si stende uno dei territori ove fiorì l’antica civiltà dell’ Indo . Seguendo il corso del fiume dal XVIII secolo sorge la fortezza di Ahmadabad edificata in epoca Talpur verso il deserto ove sulla sponda orientale nel sito di Kot Diji si trovano resti di uno deli più antichi centri risalenti alla fine del IV millennio all’inizio di quella civiltà che davanti sulla sponda occidentale ha lasciato i resti nel sito di Mohenjo-daro fiorita dal XXV secolo a.C. come una delle prime grandi città dell’ antichità nella civiltà dell’ Indo, da dove l’ itinerario continua a nord tra la simile storia e cultura nella limitrofa regione del Punjab.