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La Rivoluzione Messicana

Nel frattempo si era acceso un movimento rivoluzionario sempre più attivo contro la trentennale dittatura di Diàz che nel 1910 esplose guidato dal progressista liberale Francisco Madero dilagando in breve in tutto il territorio del paese come l’ incontenibile Rivoluzione messicana che unì le forze liberali delle città assieme a quelle proletarie dei lavoratori e schiere di poveri contadini peones guidate da intrepidi Jefes come Pascual Orozco e nello stato di Coahuila ove divenne governatore Venustiano Carranza, oltre ad altri che come loro tradirono gli ideali cercando il potere. Rimangono veri miti rivoluzionari Francisco Villa, noto come il leggendario Pancho Villa con le sue gesta nel settentrionale territorio del Chihuahua mentre in quello meridionale del Morelos combatteva Emiliano Zapata. Travolto dagli eventi Díaz nel 1911 lasciò il potere ed iniziarono lunghi conflitti tra le forze della coalizione rivoluzionaria, il nuovo presidente Madero non fu sostenuto dagli alleati e nel 1913 venne assassinato in un complotto ordito dal generale Victoriano Huerta che aveva comandato l’ esercito di Díaz, prese il potere cercando di soffocare le forze rivoluzionarie sostenuto e finanziato dalla sempre presente e nefasta ingerenza statunitense, ma fu costretto poi all’ esilio, mentre continuava la caccia ai due temuti grandi condottieri. Su Pancho Villa il presidente Wilson mise una taglia di cinquemila dollari inviando un’ armata diecimila soldati con blindati, camion e aerei al comando del generale Pershing a cercarlo tra le montagne di Chihuahua dove vennero umiliati. Le sue gesta leggendarie proseguirono con incursioni tra gli avamposti statunitensi, continuate durante la rivolta reazionaria di Pascual Orozco e la successiva culminata con l’ assassinio di Madero guidata da Félix Díaz condotta assieme al generale e poi dittatore Victoriano Huerta che nel 1914 venne sconfitto dal governatore di Coahuila Carranza . Quando anche quest’ ultimo venne assassinato e salì al potere Avaro Obregòn , dopo altri conflitti con la nuova presidenza Pancho Villa nel 1920 decise di lasciare la lotta armata ritirandosi in una fattoria a Canutillo nel Chihuahua sempre inseguito dall’ odio statunitense e dei reazionari messicani che aveva sempre combattuto, finendo crivellato nella sua auto dai colpi di sicari a Parral Villa nel 1925. Emiliano Zapata aveva sostenuto una vera rivoluzione socialista con la distribuzione delle terre e la lotta alle potenti classi agrarie e capitaliste nel suo Plan de Ayala, creando il primo sistema di governo popolare di contadini nella Comune fondata a Morelos. Non poteva essere sopportato dalle forze reazionarie alimentate dagli Stati Uniti che ne decretarono la condanna in una vile imboscata ordita dal colonnello Guajardo nell’ aprile 1919 per assassinarlo assieme ai suoi uomini e con l’ assasinio di Zapata finiva il sogno popolare rivoluzionario messicano dell’ epoca, ma nasceva il mito di quel zapatismo che ha ispirato generazioni di rivoluzionari messicani come quelli che ho trovato in Chiapas.

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