Georgia
La Georgia è da sempre incontro tra l’ occidente europeo e il vicino oriente, verso la Russia si stende il suo territorio nord occidentale, quello sud orientale con l’ Azerbaijan e la contesa regione del Nagorno karabakh, continuando per il confine meridionale con l’ Armenia, mentre la regione occidentale era la leggendaria Colchide affacciata sulla costa del Mar Nero a nord di quella anatolica ove sorsero le civiltà dell’ antica Turchia.
Preistoria georgiana
il primo popolamento preistorico della Georgia risale a quasi due milioni di anni con l’ insediamento nel Pleistocene inferiore dell’ Homo erectus georgicus o ominide di Dmanisi rinvenuto nella valle del fiume Mashavera poco distante dal centro di Dmanisi e ove confluisce con il Pinezauri si trova l’ omonimo sito storico ed archeologico di Dmanisis ove sorgeva la cittadina medioevale che ha lasciato i suoi resti di fortificazioni, chiese, edifici e cimiteri cristiani ed islamici attorno alla cattedrale di Sioni edificata nel XIII secolo. Resti del successivo popolamento preistorico georgiano si trovano nelle grotte di Satsurblia abitate da tribù di cacciatori dal XXV millennio a.C., nel tardo neolitico dalla metà del VI millennio come nelle regioni limitrofe si diffuse la cultura di Shulaveri-Shomu con insediamenti agricoli e la nascita dei primi villaggi seguita dal IV millennio dalla più avanzata cultura di Kura-Araxes fiorita per duemila anni nella regione fino all’ inizio dell’ età del bronzo caucasica con l’era Kirovakan nota come la cultura di Trialeti nelle omonime regioni georgiane. Alla fine del II millennio cominciò l’ età del ferro con tribù anatoliche e dei Kartveleb antenati del popolo georgiano che si riunirono nel XII secolo a.C. fondando il primo protostorico regno di Diauehi , mentre sulla costa del Mar Nero, ove si stende il territorio che i greci chiamarono Colchide e poi Lazica dai romani, le tribù Kartveleb si riunirono nel regno di Egrisi che fu il primo interamente georgiano assieme a quello di Karti poi noto come Iberia nel territorio orientale.
Antica Colchide
La regione occidentale georgiana che era nota ai greci come Kolhis ove si diceva vi fosse un ricco regno fondato dal mitico sovrano Eete, fu la terra raccontata dal mito Argonâutai dei cinquanta intrepidi Argonauti nella loro leggendaria spedizione attraverso il Mar Nero guidata dal principe Giasone consorte della maga Medea, per cercare e riportare in Grecia il magico Chrysomallos noto come il Vello d’ Oro. Oltre il mito quel territorio era popolato dalla tribù degli Svans di stirpe Kartveliana georgiana assieme ad altre di simili storia, tradizioni e lingua Zan che fin dal III millennio erano riunite nella neolitica cultura della Colchia quando dal X secolo a.C. cominciarono a giungervi le prime rotte greche. Dalla fiorente città di Mileto affacciata sull’ Egeo nell’ ovest anatolico i mercanti greci fondarono il centro di Trapezunta divenuta poi la città turca di Trebisonda sulla costa meridionale del Mar Nero assieme a quello di Sinopi esteso nell’ altra città di Sinop. Dall’ epoca fino al 550 a.C. nella Colchide fondarono altri vari centri come Phasis divenuta la città portuale di Poti , sempre sulla costa Dioscurias da dove si è estesa la città di Sukhumi e Apsyrtos alla foce del fiume Çoruh divenuta l’ Apsarus dei romani ove edificarono la fortezza di Gonio. Sul resto del territorio continuò a dominare il regno Egrisi della Colchide che dalla metà del VII secolo a.C. venne invaso dalle tribù iraniane dei Cimmeri di origine indoeuropea come quelle che vi giunsero e dalle steppe dell’ Asia Centrale riunte nel potente popolo degli Sciti , mentre l’antico regno si divise in territori governati da antiche tribù della Colchide che dalla metà del V secolo entrarono nella XIX satrapia del vasto impero persiano Achemenide. Il resto del territorio rimase indipendente anche quando le satrapie persiane vennero conquistate da Alessandro il Grande alla fine del IV secolo a.C. e, sebbene non entrò nei successivi domini ellenistici, l’ intera Colchide rimase legata alla cultura greca. Entrò poi nei domini dell’ ellenistico regno del Ponto nel II secolo a.C. conquistato dal sovrano Mithradate VI noto come il grande Eurpator che arrestò l’ avanzata romana nella regione per venticinque anni dall’ 88 a.C. nelle tre guerre Mitridatiche fino al 66 a.C. quando il regno fu costretto a divenire vassallo di Roma dopo le vittoriose campagne di Pompeo contro gli Albani e gli Iberi, successivamente la Colchide e l’ Iberia caucasica divennero la provincia della Georgia romana.
Georgia romana e cristiana
Secondo la tradizione il Cristianesimo iniziò a diffondersi nella regine con l’ apostolo Simone tra i primi seguaci di Gesù noto nei Vangeli come lo Zelota e il Cananeo, Mattia e Protocletos , come è chiamato nella tradizione ortodossa l’ altro apostolo Andrea, l’ intera popolazione si convertì poi nel III secolo con le predicazioni della nobile Nuna di Cappadocia venerata come Santa Nina e dal 327 divenne religione ufficiale dell’ intera regione con la conversione del beatificato sovrano Mirian III dei Mihranidi di origine iraniana che fondarono la dinastia Chosroide regnante nei secoli successivi, Dall’ epoca della cristianizzazione il regno Kartlia d’ Iberia entrò nel dominio persiano fino alla fine del V secolo quando il principe della dinastia Chosroide Vakhtang I guidò una rivolta rifondando il regno che rimase indipendente fino al IX secolo. Fin dall’ espansione romana nella regione caucasica iniziarono i lunghi conflitti tra Roma e gli imperi iranici continuate dall’ impero bizantino dal 363 con le lunghe guerre romano-sasanidi fino al VII secolo, nella regione caucasica, dopo la prima guerra Anastasiana del 502 combattuta per quattro anni, in Georgia dal 526 per altri sei anni gli imperi si affrontarono ancora nella guerra Iberica . Dal 541 nel territorio della Colchide seguì quella che nella tradizione georgiana è ricordata la Grande Guerra di Egrisi o Lazica che si trascinò per venti anni fino al 562 quando venne stabilito un tributo annuale ai persiani per terminare il conflitto- Il decennio successivo con le rivolte della popolazione bizantina nei domini persiano caucasici per quasi un ventennio venne combattuta una nuova lunga guerra Bizantina Sasanide dal 572 che riportò il controllo bizantino su parte del Caucaso. Il secolare confronto tra i due imperi ebbe il suo capitolo finale nell’ ultima guerra tra Bizantini e Sasanidi tra il 602 trascinata in varie battaglie per venticinque anni che dopo la vittoriosa campagna di Eraclio terminò nel 628 con la supremazia bizantina mentre iniziava il declino e la caduta dell’ impero Sasanide completata nel 651 con l’inarrestabile avanzata araba la conquista islamica della Persia.
Nel frattempo iniziarono le incursioni nel Caucaso fino alla completa conquista araba dell’ Armenia nello stesso periodo estesa con il dominio in Georgia noto come Araboba che assieme alla limitrofa regione armena entrò nell’ emirato di Arminiya, continuando a mantenere una cera autonomia come era stato precedentemente nei protettorati bizantino e sasanide fino al 736 quando nella regione orientale gli arabi fondarono l’ emirato di Tbilisi, ma in entrambe gli emirati caucasici non riuscirono a convertire la popolazione che in gran parte rimase legata al cristianesimo.
Il regno di Georgia
Nel territorio nord occidentale lungo la costa del Mar Nero da un principato bizantino nel 780 venne fondato il regno di Abkhazia che riuscì a contenere l’ espansione islamica divenendo indipendente per due secoli fino al 980 quando si unì al regno di Iberia nella regione sud occidentale fondato dalla dinastia georgiana dei Bagration , poco dopo l’ unione tra i due reami nel 1008 con il suo sovrano Bagrat III venne fondato il Sak’art’velos Samep’o come nuovo regno di Georgia unificando l’ intera regione con i principati sud occidentali riuniti nel territorio del Tao-Klarjeti e poi fioritonel periodo dello sakartvelos okros khana ricordato come l’ età d’ oro della Georgia dalla fine dell’XI secolo al XIII che estese il territorio e vide la sua grande espansione culturale con e l’ apogeo dell’ architettura ed arte della Georgia medievale continuata fino alla seconda metà del XV secolo con tutti i sovrani regnanti della potente dinastia Bagration. Mentre dall’ XI secolo per i due successivi con i bizantini vennero combattute le lunghe guerre Georgiane , si estendevano dal Medio oriente al Caucaso le grandi invasioni turche qui note come Didi turkoba iniziate nel 1080 quando salì al trono della Georgia Davide IV. Estese il regno dal 1101 conquistando la storica regione dell’ Erezia e il limitrofo territorio orientale precedentemente dominato dall’ antico regno del Kakheti e poi nel 1121 scacciò i turchi selgiuchidi dal territorio georgiano sconfiggendoli nella battaglia di Didgori. Due anni dopo conquistò l’ultimo centro arabo islamico georgiano nella città di Dmanisi, continuando l’ espansione nella regione caucasica persiana dello Shirvan e poco dopo nel Caucaso meridionale i territori anch’essi presi dai turchi selgiuchidi nella vasta regione Transcaucasia che liberò dal dominio islamico estendendo i confini del regno georgiano in Armenia, ove venne considerato liberatore dalla popolazione cristiana, fino a parte del Nagorno Karabakh anch’esso cristiano nell’ Azerbaijan occidentale. Fu difensore e diffusore della chiesa apostolica autocefala ortodossa di Georgia fondata nel IV secolo come tra le più antiche del cristianesimo e il periodo aureo del regno continuò con la regina Tamar salita al trono nel 1184 che ha governato per un trentennio con l’evoluzione del sistema feudale georgiano del Patronqmoba, mentre estendeva i confini del regno con incursioni ed espansione nella vicina regione islamizzata dell’ Azerbaijan con il territorio dell’ Atabakan-e Azarbayjan fondato dalla dinastia turca degli Eldiguzids, i limitrofi dominiati dai persiani musulmani con il governo degli Shirvanshah e il territorio anatolico degli Anadolu beylikler governato dai turcomanni Ahlatshahs. Fu tra le sostenitrici per la fondazione del regno di Trebisonda nel 1204 lungo le coste del Mar nero tra l’ Anatolia nord orientale e la Crimea meridionale approfittando della IV crociata contro Costantinopoli per creare un’ alleato nel territorio sudoccidentale della Georgia sostituendo il suo regno al decadente impero bizantino come protettore del cristianesimo orientale, beatificata dopo la sua scomparsa, nel 1223 il trono passò alla figlia Rusudan che cercò di continuarne l’ opera mentre si perfezionava la cultura Georgiana medioevale diffondendosi attraverso l’ antica lingua Kartuli ena con l’evoluzione del suo alfabeto creato nel III secolo e i tre diversi sistemi di scrittura georgiana fonte di testi religiosi e letteratura oltre le miniature, mentre si diffondeva l’ arte e l’ architettura con gran parte delle chiese che vennero edificate da quel periodo e i successivi così come alcuni monasteri. L’ epoca d’ oro fu interrotta dalle incursioni ed invasioni nella conquista mongola della Georgia e gran parte del Caucaso iniziata nel 1236 e durata per un secolo fino al 1330 nel dominio mongolo con l’ ilkhanato d’ Armenia, seguito dal 1386 all’ inizio del secolo successivo da altri domini turco mongoli fino all’ invasione Timuride della Georgia e dopo la scomparsa di Tamerlano dalle devastanti incursioni dei Turkmeni. Dopo le invasioni ed incursioni nella seconda metà del XV secolo l’ ormai decaduto regno Sak’art’velos della Georgia disperse i suoi domini e nel 1465 venne diviso tra il regno di Kartli nella regione centro orientale nota come Cartalinia e nella limitrofa della Cachezia l’ altro regno di Kaxet’i, rimanendo a lungo indipendenti fino alla loro riunificazione nel 1762 quando assieme divennero il nuovo regno di Kartli Kakheti.
Georgia russa
All’ inizio del secolo successivo con l’ ascesa dei Romanov nell’ impero russo e la sua espansione ad est, lo zar Alessandro I appena salito al trono nel 1801 estese i confini imperiali nel Caucaso, assieme all’ intero territorio dell’ Armenia che ne era protettorato nel 1804 completò l’ annessione della Georgia e ad est gran parte dell’altra storica regione che per la sua popolazione venne chiamata Azerbaijan ove rimase l’ enclave cristiano armeno nel Nagorno Karabakh. Dall’ epoca la Georgia nell’ impero russo rimase come provincia caucasica fino alla sua caduta nel 1917 e il trionfo del bolscevismo nella grande Rivoluzione di ottobre, con la fine del centenario dominio zarista Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin fu la guida del movimento rivoluzionario nella regione, mentre l’ ala menscevica con il partito Socialdemocratico georgiano nel 1918 fondà la nuova Repubblica Democratica della Georgia sopravvissuta per solo quattro anni dopo il conflitto territoriale nella breve guerra con l’ Armenia finita con un accordo per un’ amministrazione comune dei confini contesi fino alla completa conquista bolscevica nel 1920 e la fondazione della nuova Georgia Ssr che come Repubblica Sovietica della Georgia Socialista entrò tra quelle della vasta Unione Sovietica. Durante l’ invasione nazista nella seconda guerra mondiale i georgiani anticomunisti e filonazisti all’estero furono in inquadrati nella legione Georgische dalle famigerate imprese, mentre in patria settecentomila georgiani combatterono nell’Armata Rossa contro i nazisti con la metà caduti in battaglia e nel dopoguerra la popolazione si unì alla destalinizzazione dell’ Unione Sovietica perseguita dopo la morte di Stalin dalla politica del nuovo segretario del Pcus Nikita Chruščëv negli anni cinquanta. Nel decennio successivo divenne ministro dell’interno il georgiano Eduard_Shevardnadze riformatore ed impegnato contro la corruzione degli apparati burocratici nella regione fino a far rimuovere il primo segretario del Pcus georgiano Vasily Mzhavanadze e dopo averne preso il posto seguì una politica di riforme sociali ed economiche, nel 1985 fu nominato ministro degli affari esteri e alla guida della Georgia venne sostituito dal conservatore Jumber Patiashvili che non riuscì a continuarne la politica rimanendo estraneo alla nuova epoca riformatrice della perestrojka .
La repubblica georgiana
Nel 1990 le prime elezioni del Soviet georgiano furono vinte da formazioni nazionalistiche che l’ anno successivo portarono all’ indipendenza con la nuova repubblica Sakartvelo della Georgia e le elezioni che portarono come primo presidente Zviad_Gamsakhurdia, ma nello steso anno esplosero i disordini nazionalisti che portarono al colpo di stato a Tiblisi nel 1991 durato un anno in violenti scontri, fomentato Tengiz Sigua decaduto da presidente del Consiglio dei ministri assieme all’ ex ministro della difesa espulso per corruzione Tengiz Kitovani, mentre braccio armato ne erano milizie paramilitari come quelle del famigerato Jaba Ioseliani a capo delle bande dedite al crimine organizzato nella formazione Mkhedrioni convertite nel partito dell’ estrema destra Unione dei patrioti. Nel frattempo si scatenarono in conflitti etnici e territoriali che portarono alla guerra civile Georgia iniziati dal 1988 nella regione proclamatasi indipendente del Tskhinvali come Ossezia del Sud esplosi dal 1991 per un anno infuriava la prima guerra in Ossezia del Sud terminata con l’ intervento russo e una pace armata sorvegliata da contingenti russi, georgiani e osseti. Subito seguiti da quelli nell’altra indipendentista regione dell’ Abkhazia fino al 1993 e dopo una tregua armata ripresi cinque anni dopo nella seconda guerra dei sei giorni in Abkhazia con i miliziani che riuscirono a respingere e scacciare i resistenti georgiani. Dopo l’ elezione a nuovo presidente di Eduard_Shevardnadze , succeduto a Gamsakhurdia nel 1992 ristabilendo un’amministrazione riformista, l’ ufficiale Akaki Eliava che aveva combattuto nella guerra civile guidò un tentativo di rivolta in Georgia occidentale contro il governo di Shevardnadze e nel decennio successivo mentre continuavano i mai sedati conflitti etnici, per allontanarsi dall’ influenza russa il paese visse la sua rivoluzione delle Rose nel 2004 deponendo Shevardnadze sostituito nella carica presidenziale da Mikheil Saakašvili. Il suo primo intervento fu riprendere la storica regione sud occidentale dell’ Ach’ara, che fu territorio dell’ Acara nell’ antica Cochide seguendo poi la storia della Georgia come l’ indipendente Agiaria , minacciando l’ occupazione militare con l’ opposizione del suo presidente separatista Aslan Abashidze che venne costretto a ritirare le sue milizie rifugiandosi all’ estero. Nel frattempo la precaria pacificazione dopo il genocidio dei georgiani in Abkhazia seguito alla prima guerra nella regione sorvegliata dalle forze dell’ Onu e la Russia, continuava ad essere minacciata dai conflitti etnici e nell’ agosto del 2008 lo scontro riprese cona la seconda guerra nell’ Ossezia del_Sud conclusa il mese successivo con l’ intervento internazionale e la Russia che ottenne il ritiro georgiano con il controllo degli osservatoti europei e dell’ Ocse , riconoscendo l’indipendenza dell’ Abkhazia e l’ Ossezia del Sud in cambio di basi militari russe nella regione. Dopo la controversa ed autoritaria presidenza di Saakašvili nel 2013 venne eletto Giorgi Margvelashvili in carica per cinque anni con una politica riformatrice più aperta alle minoranze, seguito nel 2018 dall’ intellettuale progressista Salome Zourabichvili che ha adottato una nuova costituzione trasformando la Georgia in una repubblica parlamentare e oltre a varie riforme ha introdotto una politica aperta e libertaria tra le più avanzate nella regione caucasica che continua ad ispirare la presidenza della Zourabichvili.
La terra dei georgiani
La geologia della Georgia ha le sue origini nel Cenozoico quando scomparve l’ antichissimo oceano continentale della Tetide e la collisione tra l’ estremità settentrionale della placca africana con quella euroasiatica formando poi nel Mesozoico i rilievi che si allungano le catene del Gran Caucaso con tra le più alte vette e le maestose montagne della Georgia ove rimangono fin da epoche remote cinque grandi vulcani tra spenti ed ancora attivi e si aprono una decina tra i più vasti ghiacciai . Dalle montagne scendono altopiani e vallate ove scorrono oltre una ventina dei più lunghi fiumi georgiani che sfociano nel Mar ed alcuni ad est oltre i confini orientali nel Mar Caspio alimentando i vari laghi qui chiamati tba, un vasto e variegato territorio che è salvaguardato dalle numerose riserve, parchi nazionali e aree protette della Georgia in gran parte sorte in epoca sovietica che ospitano una gran varietà di uccelli dalle molte specie endemiche georgiane come le ottanta diverse specie di mammiferi con alcune a rischio di estinzione. Il territorio della Georgia tra le sue montagne, vallate e pianure è diviso in dodici regioni amministrative Mkhare istituite dopo l’ indipendenza e tra esse nel 1995 vennero riconosciute la repubblica autonoma dell’ Abkhazia tra la costa orientale del Mar Nero e a sud della catena del Gran Caucaso e quella nel territorio sud occidentale dell’ Adjara che si sono poi proclamate indipendenti così come l’ amministrazione provvisoria dell’ Ossezia meridionale e dopo la guerra russo-georgiana del 2008 in parte territori georgiani occupati dalla Russia nell’ Abkhazia e l’ Ossezia in quella che era la Georgia sovietica. Tra le varie regioni e province, in gran parte sorti nel medioevo, si trovano i vari villaggi, centri e città della Georgia in questo antico territorio da sempre popolato da gente di origine Caucasica come gli altri limitrofi dell’ omonima vasta regione, nella loro lingua i georgiani si definiscono Kartvelebi e dalle lingue caucasiche Kartveliane deriva l’ antico idioma tradizionale con il suo alfabeto Kartuli ena che fonda la loro unità nazionale percorrendone la lunga storia fino al presente con la secolare cultura della Georgia legando da sempre la popolazione tra costumi, tradizioni e le sue grandi manifestazioni artistiche. Dall’ arte antica georgiana lasciando i suoi resti nei secoli fino all’ epoca cristiana quando iniziò la grande architettura ed arte medievale , lasciandone memoria nei siti più antichi, centri, chiese e monasteri dichiarati patrimoni culturali Unesco, in gran parte ispirata fina dalla sua introduzione nel I secolo dall’ ortodossia georgiana della Cristianità che qui ha avuto tra le più antiche espressioni al mondo con la Chiesa Apostolica Autocefala Ortodossa Georgiana dalla propria liturgia seguita dalla gran parte della popolazione e, diversamente dai paesi islamizzati della regione, rimane un pilastro costituzionale la libertà religiosa in Georgia. Tra le tradizioni georgiane più diffuse rimaste la musica popolare Sakarvelo in parte di origine medioevale spesso accompagnate dall’ anch’esse di antichi origini danze tradizionali kartuli tsek’va , sempre presenti nelle varie cerimonie tradizionali come nel il giorno dell’ Assunzione Mariamoba celebrato alla fine di agosto in tutto il territorio e come centro di pellegrinaggio a Kazbegi la chiesa Sameba consacrata alla Trinità ospita le cerimonie più tradizionali con feste, sfilate in costume attorno la chiesa e grandi banchetti. Tra le altre le feste del Keipi che si tiene nelle varie comunità e villaggi nei mesi primaverili simili a quelle della Supra con il suo cerimoniale fondato sulla condivisione del cibo dai banchetti guidati da un oratore Tamada quale depositario della tradizione e spesso poeta, dato il ruolo nella comunità della tipica cucina georgiana samzareulo assieme al vino. La tradizione della viticultura in Georgia è tra le più antiche al mondo risalente al VIII millennio a.C con oltre cinquecento varietà endemiche di viti e sembra che la stessa parola vino derivi dal Gwino georgiano, da millenni si coltivano nella storica regione orientale del Kakheti , tradizionalmente conservato nei grandi vasi di terracotta Churi o Kvevri simili a quelli più antichi rinvenuti nei siti neolitici, il vino è da sempre legato alla cultura e tradizioni georgiane che oltre le altre si esprimono durante la vendemmia nelle feste del Rtveli.
Tbilisi
La storia di Tbilisi inizia dalla sua fondazione nel V secolo con il regno di Vakhtang Gorgasali I noto come il sovrano Kartli d’ Iberia e ne divenne capitale al centro di un territorio strategico caucasico conteso tra gli imperi persiano e bizantino nel secolo successivo. durante la terza guerra Turco persiana tra l’ impero Sasanide e il Khaganato Onoq sostenuto da Bisanzio nel 627 venne assediata e saccheggiata dai Kazari dell’ est alleati dei bizantini. Il secolo successivo l’ espansione islamica nel Caucaso si estese nel 735 con l’ invasione araba della Georgia guidata dal califfo Marwan ibn Muhammad fondando l’ emirato di Tbilisi che governò la regione per tre secoli fino al 1080 quando entrò nei domini orientali del sultanato di Rum fondato dai turchi Selgiuchidi, dall’ epoca combattuto nelle guerre della crociata Georgiana dal regno cristiano, nel 1121 l’armata guidata dal sovrano David IV sconfisse quella selgiuchide poco a sud est di Tiblisi nella storica battaglia di Didgori e presa la città poco dopo vi trasferì la capitale del regno da Kutaisi. Si estese ne secolo successivo divenendo grande centro culturale nella regione fino al 1226 quando anche Tiblisi fu conquistata dal potente regno turco persiano del Khwrezem , ben presto travolto dall’ incontenibile espansione mongola e come le limitrofe regioni caucasiche entrò nel dominio dei Mongoli in Georgia seguito nel XIV secolo da quello turco mongolo islamizzato del vasto impero Timuride fondato da Tamerlano e dopo altre invasioni all’ inizio del XVI secolo tornò nei domini persiani divenendo capitale della provincia Velāyat-e Gorjestān nella Georgia Safavide. Rimasto centro culturale cristiano cominciò a reclamare la sua indipendenza all’ inizio del XVIII secolo con il sovrano georgiano Erekle II cercando la protezione russa dai persiani e dopo la sua annessione nel 1801 Tiblisi divenne la capitale della Georgia nell’ impero russo, con la caduta del regime zarista e dal 1921 per i successivi settanta anni capitale della Repubblica Sovietica Socialista di Georgia fino all’ indipendenza nel 1991. Tra i più antichi quartieri il Dzveli T’bilis si stende sotto il Monte Mtatsminda su entrambe le sponde del fiume Kura che scorre dal Caucaso attraversando questa parte della città dominato dall’antica fortezza di Narikala fondata nel V secolo come Shuris-Tsikhe ed estesa nella cittadella persiana nel XVI secolo lasciando i suoi resti come li si trovano. Nei pressi sul colle di Sololaki si erge il monumento con l’ alta statua di Kartlis Deda costruita nel 1958 per celebrare i quindici secoli dalla fondazione di Tiblisi e sotto la fortezza su una più antica cappella nel XVIII secolo venne edificata la chiesa armena di Betlemis consacrata alla Santa Madre di Dio di Betlemme. Scendendo lungo il fiume rimane la più antica chiesa della città consacrata a Santa Maria di Anchiskhati fondata nel VI secolo danneggiata e restaurata tra il XV e il XVII, proseguendo per il vecchio centro sulla via Sionis Kuchatra tra gli edifici storici, sorta su una più antica chiesa del V secolo emerge la grande cattedrale della Dormizione di Sioni completata nel 1112 ed ampliata dall’ inizio del XVIII secolo con le ricche decorazioni interne in quello successivo con la reliquia Jvari Vazisa come è nota la venerata Croce di Santa Nino. Nello storico quartiere di di Metekhi su un colle che domina il fiume si trova l’ omonima chiesa di Metekhi consacrata a di Maria Assunta completata nel 1284, non distante i resti della chiesa armena del Vangelo Rosso Karmir edificata nel XVIII secolo e ove si apre la piazza Avlabari allo steso periodo risale l’ altra chiesa armena di Ejmiatsin ben conservata, da qui si continua sulla sponda orientale del fiume Kura per il limitrofo quartiere di Avlabari ove tra gli altri edifici più antichi emerge la grande Cattedrale della Santissima Trinità Sameba tra le più alte chiese della cristianità ortodossa completata nel 2004 in antico stile bizantino. Passando ove si stende la città moderna cuore ne è la centrale piazza della Libertà o Erivansky un tempo dedicata a Lenin ove tra gli altri edifici affaccia il palazzo che ospita il municipio di Tbilisi edificato nel 1830, verso ovest si percorre il lungo viale Rustaveli da dove diramano le vie più frequentate della città e ove affacciano vari grandi edifici amministrativi teatri e musei come il palazzo che ospita il Parlamento della Gorgia Sakartvelos completato in epoca staliniana nel 1938 dall’ampia facciata colonnata con davanti la chiesa Kashveti , tra gli altri lungo il viale si trova il grande Teatro Nazionale Rustaveli che prende nome dal viale edificato nel 1887, il Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto di Tiblisi fondato nel 1851, l’Accademia nazionale georgiana delle scienze Gnas fondata in epoca sovietica nel 1941 e il museo storico statale Janashia con la vasta collezione di reperti archeologici, uno dei tanti tra gli altri dedicati ad archeologia, arte, storia ed etnografia dei numerosi musei di Tbilisi che ne completano la visita.
Tusheti e Khevsureti
La storica regione interna della Shida Kartli si stende nel territorio centro orientale verso il confine russo , capoluogo è la città di Gori ove nei pressi si ripercorre parte della più antica storia georgiana nella città rupestre di Uplistsikhe sorta nel I millennio a.C, si estese nella prima era cristiana georgiana per tutto il medioevo quella che fu nota come la a fortezza del signore di Uplistsikhe che ha lasciato i suoi resti come li si trovano. La regione nord orientale di Tusheti nel medioevo nota anche come Tuscezia, prende nome dall’antico popolo dei Tush e tra quelle montagne che si allungano dalla catena del Grande Caucaso si devia per un itinerario tra i tradizionali villaggi Tusheti , il più isolato raggiungibile attraverso l’alto passo di Alban è il villaggio di Omalo ove oltre gli edifici più recenti tra i più antichi settentrionali si erge la fortezza medioevale di Keselo sorta nel 1230 contro le incursioni dei mongoli che ha lasciato i resti delle mura in ardesia e sette torri. Non distante si giunge all’ altro villaggio di Dartlo dagli edifici con i tradizionali balconi di legno e l’antico tribunale all’aperto dagli scranni in pietra per i giudici, poco oltre verso il confine russo il villaggio di Shenako anch’ esso con vecchi edifici e la popolazione che mantiene antiche tradizioni come l’ adiacente Diklo con il suo santuario Khati interdetto alle donne ove nelle celebrazioni cristiane si tengono rituali legati al paganesimo. Nel suggestivo ambiente si passa per il villaggio di Parsma, anch’ esso fortificato con gli edifici tra le mura protette da torri rettangolari, per raggiungere i resti di Jvarboseli abbandonato e l’ adiacente ancora abitato villaggio di Verkhovani dal magnifico panorama sulla gola frequentata dai nomadi in estate e continuando verso nord tra le montagne il ripopolato antico villaggio di Bochorna è tra gli abitati georgiani più alti, al centro di un suggestivo territorio protetto dal parco nazionale di Tusheti popolato dalla fauna endemica caucasica. Lasciando la regione del Tusheti lungo i contrafforti del Gran Caucaso nel territorio orientale si stende quella del Khevsureti o la Terra di Valli abitata dal popolo di stirpe guerriera dei Khevsuri con gli antichi villaggi in posizione difensiva tra edifici e torri contro le incursioni da est, tra i più suggestivi Shatili che si erge tra le rupi come una fortezza medioevale, simile al non distante ed altrettanto affascinante Mutso.
Mtskheta
Ripassando per Tbilisi si entra nella limitrofa provincia centro orientale del Mtskheta il territorio fu popolato fin dal tardo neolitico ove da un centro degli antichi Meskhebi fondato nel V secolo a.C. nei successivi si estese quella che divenne la storica città di Mtskheta fiorita ne medioevo che conserva edifici, chiese e monasteri dell’epoca, a ritroso nella sua storia poco a sud ovest rimangono i resti della fortezza di Armazi con l’ acropoli Armaztsikhe edificata alla fine del I secolo in posizione strategica dominante il passo sulla gola di Darial verso la Portae Caspiae come i romani chiamarono l’ antica porta di Alexander sulla via caucasica verso la Russia. Nel centro medioevale da una più antica chiesa del V secolo, sorta ove la leggenda raccontava esservi sepolta la tunica di Gesù, nel 1029 venne edificata cattedrale ortodossa di Svetitskhoveli nel tradizionale stile georgiano medioevale centro di pellegrinaggi e inclusa tra i patrimoni culturali Unesco come il vicino monastero della Croce di Jvari che si erge su un colle fondato alla fine del VI secolo. Continuando tra i quartieri nord occidentali da una prima fondazione del IV secolo nell’ XI si estese il monastero di Samtavro con l’ omonima chiesa consacrata alla Trasfigurazione e gli edifici monastici di San Nino con una delle chiese che ospitano i sepolcri del primo sovrano cristiano georgiano Mirian III di Iberia e la consorte Nana. Usciti dalla periferia settentrionale poco distante si trova la necropoli di Samtavros con le tombe più antiche risalenti al III millennio a.C. ed adoperata nei secoli fino al medioevo e proseguendo verso nord lungo la sponda destra del fiume Aragvi su un colle da una più antica medievale nel XVIII secolo venne ricostruita la fortezza di Bebris tsikhe con la sua cittadella come la si trova per proteggere Mtskheta e la vicina Tiblisi. Poco fuori da Mtskheta seguendo la sponda settentrionale del fiume Kura si apre una suggestiva gola ove nel VI secolo dai tredici padri Assureli venuti dall’ Assiria mesopotamica venne fondata una comunità monastica nella grotta di Shio ove tradizione vuole sia vissuto da eremita il beatificato Shio l’anacoreta e da quel centro scavato nella roccia nell’ XI secolo venne fondato il monastero di Shiomgvime ampliato nei due successivi con le chiese cappelle ed edifici che hanno lasciato i loro resti restaurati nella suggestione del luogo meta di pellegrinaggi. Seguendo il corso del fiume Aragvi sulla sua sponda nel XIII secolo venne edificata la fortezza con la cittadella di Ananuri dai due castelli collegati , la torre quadrata Sheupovari con le chiese della Vergine e della Dormizione dagli interni affrescati e vari edifici in un suggestivo scenario dichiarato patrimonio culturale Unesco . Continuando ad est si entra nella piccola regione storica del Khevi verso il confine russo distesa nella valle attraversata dal fiume Terek, parte della provincia nord orientale Mtskheta-Mtianeti e dominata dal massiccio vulcanico del Kazbek ove, isolata in un magnifico scenario sulla sommità di un colle, si erge la chiesa consacrata alla Trinità di Gergeti edificata nel XIV secolo, più oltre si trova la cittadina di Kazbegi ribattezzata Stepantsminda in onore del monaco ortodosso geogiano Stephan che qui si ritiro come eremita lungo l’antica via nota come strada militare della Georgia Samkhedro gza attraverso il Caucaso fino in Russia. Proseguendo tra le montagne innevate in inverno oltre il frequentato villaggio di Gudauri si trovano altri edifici medioevali come la chiesa di Garbani del IX secolo, allo steso periodo risalgono i resti della la basilica di Sioni con quelli del vicino e castello, gli edifici rimasti dal monastero di Betlemi e la fortezza di Sno.
Samtskhe Javakheti
Scendendo a sud ovest si apre la regione centro meridionale Samtskhe Javakheti nella valle percorsa dal fiume Mtkvari, tra i vari siti dell’ epoca scavata nella roccia si trova la cittadella monastica di Vardzia fondata nel XII secolo dalla regina Tamara con le prime abitazioni rupestri, edifici sotterranei e la grande chiesa della Dormizione con il suo venerato santuario, dopo aver resistito alle incursioni mongole venne completata nel secolo successivo , poi danneggiata da un terremoto e saccheggiato dai persiani nel 1551 ne rimangono gli splendidi edifici dagli interni affrescati nel suggestivo sito di Vardzia. Poco distante lungo il corso del fiume Kura sulla sponda sinistra nel IX secolo sorgeva l’ altra cittadella che ha lasciato i suoi resti nel castello e la fortezza di Tmogvi e continuando alla confluenza dei fiumi Mtkvari e Paravani vicino l’ omonimo villaggio si dell’altra cittadella fondata nel X secolo rimangono i resti nella fortezza di Khertvisi su un colle che domina i fiumi. Continuando per il Samtskhe Javakheti nell’ omonimo territorio sud occidentale ove si trova la città di Akhaltsikhe verso il confine turco, dominata dalla cittadella medioevale di Rabati fondata nel IX secolo dai georgiani come fortezza di Lomisa , ha resistito alle incursioni dei Mongoli e Tamerlano per poi essere presa nel 1590 dagli Ottomani che la ricostruirono come la si trova nella suggestiva fortezza di Rabat con il suo castello. Sempre nel distretto di Akhaltsikhe si trova il monastero di Sapara fondato nel IX secolo con gli edifici che diramano dalla più antica chiesa dell’Assunzione di Santa Maria e la Chiesa di Santa Saba aggiunta nel XIII secolo dagli interni affrescati. Passando poi per la cittadina di Adigeni lungo il fiume Kvabliani sulla sponda sinistra nel XIV secolo venne edificata la chiesa con monastero di Chulevi consacrato a San Giorgio e non distante nello stesso territorio all’VIII secolo risale la prima chiesa della Trasfigurazione tra gli edifici che all’ inizio del XIV secolo divennero il monastero di Zarzma poi abbandonato durante il dominio ottomano e restaurato conservando l’antico aspetto all’ inizio del novecento.
Kakheti
Scendendo nella storica regione sud orientale del Kakheti ricca di antichi centri, villaggi chiese e monasteri, dal villaggio di Kambechovani nel 1726 venne edificato un centro fortificato esteso nella cittadina di Signagi che conserva gli edifici dell’ epoca dalle facciate multicolori su strette vie, passando per la piccola chiesa di Kvetera in stile bizantino georgiano fondata nel X secolo, si continua per la cittadella reale di Gremi fondata nel XVI secolo su un colle in un suggestivo scenario divenuta capitale del regno di Kakheti con il maestoso castello a tre piani che si erge al centro vicino la Chiesa degli Arcangeli Michele e Gabriele ed altri edifici cinta da mura con torri da dove attraverso una galleria si scende all’ Ints’obi. Da un antico del II secolo nell’ VIII venne fondato il centro che si estese nella città di Telavi divenuta la seconda capitale del regno di Kaheti dopo Gremi, fiorita dal XII secolo per tutto il successivo nell’ età d’ oro del regno di Georgia e della sua epoca medioevale conserva edifici e numerose chiese consacrate al patrono San Giorgio, poco fuori dalla città il più antico monastero tra le montagne di Shuamta fondato nel V secolo. Seguendo il corso del fiume Alazani nell’ omonima valle sulla sponda sinistra del fiume ove si stringe nella suggestive gola di Pankisi, nei pressi della cittadina di Akhmeta sulla più antica chiesa di San Giorgio del VI secolo nell’XI sorse il monastero di Alaverdi con la sua cattedrale. Continuando lungo il fiume su un colle venne fondato nel IX secolo ed esteso mutandone l’ aspetto originale nel XVII il monastero Santa Nina di Bodbe , sempre nella valle dell’Alazani tra i vigneti nei pressi dell’ omonimo villaggio si trova il centro di Tsinandali con il sontuoso palazzo del XIX secolo circondato da giardini edificato dal nobile militare e poeta Chavchavadze riformatore della lingua e letteratura georgiana. L’itinerario nel Kakheti attraversa il suggestivo territorio tra monti, foreste e cascate popolato da una ricca fauna protetto dal parco nazionale di Lagodekhi e continuando ad est verso il confine con l’Azerbaijan dal VI secolo sorge la suggestiva cittadella monastica medioevale con il monastero di David Gareja con le sue chiese, cappelle, edifici e celle monastiche magnificamente scavati sulla scogliera rocciosa del monte del monte Gareja
Kutaisi
La regione di Imereti si stende nel territorio centro occidentale e scendendo lungo il corso del fiume Rioni ad ovest si trova l’antica città di Kutaisi che fu fiorente centro della Colchide medievale, poi nel principato bizantino divenuto il regno feudale Apkhazeti-Egrisi di Abcasia o Abkhazia dal 780 fino a quando si unificò con gli altri nel 1008 nel nuovo regno di Georgia fondato dalla dinastia Bagration continuando ad esserne la capitale e dopo la sua divisione alla fine del XIV secolo lo fu a lungo fino all’ inizio del XIX nel regionale regno di Imereti. Dall’ omonima dinastia prende nome la cattedrale della Dormizione di Bagrati edificata all’ inizio dell’XI secolo dalla candida facciata in stile georgiano bizantino con la cupola che si riflette smeraldina così come il vicino campanile dagli interni con altari decorati questa cattedrale di Kutaisi rimane come capolavoro dell’architettura georgiana medievale. Gran parte dei reperti archeologici e medioevali sono conservati nel museo Berdzenishivili i storia nazionale con le sue ricche collezioni e quello che era noto come distretto reale in epoca zarista dirama dal vasto parco di Kutaisi, il cuore della città ove annualmente a maggio si celebra la grande festa della Kutaisoba tra i vari eventi di Kutaisi, come le celebrazioni del Natale Georgiano. i tradizionale Gelatoba e festival del folklore Art-Gene. Sul parco affaccia il teatro Balanchivadeze dell’ opera e danza classica, poco oltre sempre nel XIX secolo venne edificato il teatro Meskhishvili in stile neoclassico sulla centrale ed animata piazza Agmashenebeli dai vari edifici dell’ epoca con davanti la fontana della Colchide . Oltre il parco di Kutaisi sulla via Shota Rustaveli all’ incrocio con la Tsminda Ninosi apre il vecchio ed animato bazaar e continuando per la via Gaponov il fiume Rioni è attraversato dal ponte bianco di Tetri , poco sud lungo il fiume si trovano i resti del medioevale palazzo di Geguti nei pressi dell’ omonimo villaggio. Lasciata la città con i suoi altri siti ed edifici medioevali, nel territorio di Kutaisi poco a nord est sul promontorio, che domina un’ansa del fiume Tskhaltsitela si trova la cittadella monastica di Motsameta fondata nel VII secolo e da quello successivo nota come Luogo dei Martiri per rifiuto alla conversione islamica dei monaci uccisi dagli arabi, dopravvisuto per tutto il medioevo con la sua chiesa ed altri edifici nel monastero di Motsameta come lo si trova. Poco distante il grande il monastero di Gelati fondato nel 1106 divenuto un grande centro culturale filosofico e scientifico che ha lasciato la biblioteca di manoscritti, chiesa ed edifici in pietra dallo stile bizantino georgiano con le mura che riflettono luce solare, gli interni decorati da mosaici bizantini, le mura magnificamente affrescate e decorate da preziose icone, vi si trovava il venerato splendido trittico di Khakhuli tra i grandi capolavori dell’ arte bizantina trasferito nel museo d’arte di Tiblisi, tra tuti gli altri georgiani questo magnifico monastero di Gelati rimane sicuramente indimenticabile. Sempre vicino a Kutaisi si continua nello storico territorio dell’ Argveti fiorito tra i feudi medioevali in suggestivi ambienti, nel limitrofo distretto del Tsqaltubo con vari villaggi e antiche formazioni geologiche ove nell’ affascinante territorio termale è sorta la cittadina che ne prende nome come Tsqaltubo , vicino al villaggio di Kumistav si apre la grande grotta carsica di Satsurblia popolata in epoca preistorica ed utilizzata nel medioevo come rifugio dalle incursioni, continuando tra le meraviglie geologiche di questo territorio si trovano le grotte di Sataplia che, oltre a reperti archeologici, conservano le impronte fossili di dinosauri e nei pressi dell’ omonimo villaggio le altre suggestive grotte di Melouri . ma Tra tutte emergono le spettacolari sedici grotte di Prometeo tra le rocce e formazioni calcaree dense di stalattiti e stalagmiti con fiumi e laghi e sotterranei, come un magnifico monumento naturale protetto dall’ omonima ricerca riserva del Prometheus. Nei pressi del villaggio di Gordi si apre il magnifico ambiente nella profonda gola di Okatse e passando per le cascate di Kinchkha l’altro spettacolare canyon di Martvili, oltre il villaggio di Shorapani , già noto nel III secolo per la sua più antica fortezza di Sarapanis sorta a protezione della via tra la Colchide e l’ Iberia, nella stretta valle del fiume Chkhari si trova il medioevale villaggio di Skande sorto su un’antica fortezza romana che ha continuato a difendere il territorio nei secoli successivi lasciando i suoi resti. Passando per la cittadina di Chiatura, fondata nella seconda metà del XIX secolo dai russi su ricchi giacimenti di manganese che nel centro conserva edifici dell’ epoca, nell’ omonimo villaggio si trova il monastero di Katskhi sorto alla fine del X secolo con al centro la chiesa bizantina ottogonale da dove diramano i vari edifici religiosi e monastici.
Mingrelia
Lasciata la regione dell’ Imereti si stende la limitrofa nord occidentale dell’ Odishi affacciata ad ovest sul Mar nero, estesa in quella della Samegrelo nota anche come Mingrelia per essere popolata fin dall’ antichità dai georgiani di lingua e stirpe Mingreliana dei Margali , dal IX al VI secolo a.C. fu parte dell’ antica Colchide e poi dei regni occidentali georgiani dell’ Egrisi fino al VI secolo d.C. quando vennero unificati con gli altri nel medioevale ragno di Georgia ed infine dal XVI secolo di nuovo indipendente con il principato governato dalla dinastia dei Dadiani fino a diventare protettorato dell’ impero russo nel 1803. Dal XVII secolo la città di Zugdidi divenne la capitale del principato ove l’ omonima dinastia nel 1840 fece edificare come residenza il sontuoso palazzo di Dadiani che ospita Il Museo di storia e architettura affacciato sul vasto parco con il giardino botanico di Zugdidi e tra i vecchi edifici a ritroso nella sua storia al VI secolo risale la prima chiesa ove venne edificata nel XIII la cattedrale di Tsaishi con il suo monastero poi abbandonata e restaurata come la si trova, poco fuori lungo il corso del fiume Chanistsqali, da una più antica del VII secolo nel XVI venne estesa la fortezza di Chakvinji nei pressi del villaggio di Jihaskari. Continuando a nord est nella regione tra le montagne popolate dagli Svani georgiani fin dall’ antichità noti anche come Mushüan, si trova la medioevale cittadina di Mestia che fu uno storico centro culturale conservando antichi edifici, chiese e fortezze dell’ epoca al centro dell’ omonimo distretto con vari villaggi fortificati ove tra gli altri, dominato dal monte Shkhara esteso dl dal massiccio Bezingi, per la sua posizione di difficile accesso si è conservato quello di Ushguli con i vari edifici medioevali, torri e chiese e su un colle tra le più antiche consacrata alla Madonna la chiesa di Lamaria del X secolo.
Batumi
Tornando a sud ovest lunga la costa del Mar nero si stende la storica regione dell’ Adjara nell’ antica Colchide chiamata dai romani Agiara che ha percorso i secoli assieme alla lunga storia di Batumi all’ estremità sud occidentale della Georgia, quando bel VII secolo a.C. lungo il corso finale del fiume Karolitskhali vi sorse l’ antica colonia greca di Bathys sulla costa della Cochide ove nel II secolo d.C. venne fondato un porto fortificato romano poi abbandonato per la nuova fortezza di Petra. Rimase un piccolo centro durante il medioevo e il regno di Georgia fino alla conquista ottomana alla fine del XV secolo e poi ripresa brevemente dai georgiani e riconquistata dai turchi dopo la battaglia di Sokhoista nel 1545 fiorendo come la città di Batoum al centro di una delle provincie ottomane note come Sanjak con il suo porto che divenne centro della tratta dei caucasici nel grande traffico ottomano degli schiavi. Mentre iniziava l’ islamizzazione della popolazione cristiana nel 1564 la città fu rivendicata dai duchi georgiani della dinastia Gurieli e presto respinta rimanendo nel dominio turco fino al XIX secolo. Contesa tra l’impero russo e quello ottomano e con il trattato di San Stefano del 1878 la città divenne porto franco, per poi entrare nel dominio della provincia russa di Georgia e il più grande porto petrolifero nel Mar Nero dal 1906 con la costruzione da Batumi del grande oleodotto per Baku, entrata poco dopo anch’ essa nella repubblica socialista georgiana dell’ Unione Sovietica dopo la rivoluzione del 1917 rimanendovi fino all’ indipendenza. Nel 1991 il movimento guidato da Aslan Abashidze lo portò alla presidenza quando nella regione dell’ Agiara venne proclamata la repubblica autonoma dell’ Ach’ara o Adzaristan conservando la carica fino al 2004 quando fu costretto a dimettersi dall’ opposizione e la rivendicazione del governo e georgiano durante la crisi dell’ Adjara rimanendo poi parte della Georgia con sua capitale l’ estesa e moderna città di Batumi trasformandola in una grande città moderna frequentata per le spiagge sul Mar Nero, alberghi e casinò come la si trova.
Qui terminano i più affascinanti itinerari in Georgia, su questa costa del Mar Nero ove affacciava l’ antica Colchide per millenni è stato passaggio dall’ Europa all’ oriente di migrazioni, conquiste e commerci per la vicina Armenia da dove attraverso il limitrofo territorio dell’ Azerbaijan partivano le vie per i paesi e le culture che hanno seguito la millenaria storia nella vasta regione dell’ Asia centrale.