Balcani

Croazia

Tra i colli e le pianure della Slavonia e la costa della Dalmazia fu l’antico territorio degli Illiri e tra le colonie dei Greci, ne sorse il regno di Teuta tra Rhizon ed Epidamno sull’ Adriatico infestandolo di pirati che danneggiavano i traffici marittimi dei vicini romani sctendando e la prima delle guerre illiriche contro la regina corsara e divenne la romana provincia Illyricum. Quando l’impero si divise tra Occidente ed Oriente, la secolare Illyricum fu bizantina e vi avanzarono gli Slavi, poi le incursioni degli Avari, così da Bisanzio l’imperatore Eraclio sollecitò aiuto ai serbi Bojka di Lusazia e la Dalmazia divenne slava. Dal secolo decimo fu regno dei Croati in conflitto con il Ducatus Venetiae, il Parva balgarska dei bulgari e i Magyar del cui regno Ungaro divenne parte, poi la terrificante avanzata dei Mongoli ed infine dei turchi con l’ espansione dell’impero ottomano. Nel frattempo la Republica Veneta estendeva lo Stato da Mar nell’ Istria e la Dalmazia della sua Albania Veneta, con la sconfitta di Mohàcs nel 1526 il Regno d’Ungheria perse la Slavonia che fu dell’ impero ottomano per un secolo e mezzo fino alla guerra turca della Lega Santa che arrestò l’espansione degli ottomani e la Linea Grimani nella Pace di Carlowitz assegnò la Dalmazia e il resto della Croazia al dominio asburgico. Nell’impero divenuto austro ungarico dal 1868 venne il regno Horvat Szlavonorszàg di Croazia e Slavonia e dopo la prima guerra fu sancito il regno Kraljevina Srba,Hrvata i Slovenaca che divenne l’unito Kraljevina Jugoslavija. Quando anche nei Balcani giunse la seconda guerra con l’ invasione della Jugoslavia delle orde naziste assieme all’occupazione delle italiche armate fasciste dai loschi ufficiali, anche qui boia senza onore per atrocità e deportazioni tra Slovenia, Croazia, l’intera Jugoslavia e nel resto dei Balcani. Ne sorse lo stato indipendente asservito Nezavisna Drazava Hrvatska dominato dalla feccia ustascia del sanguinario Ante Pavelic, benedetto dalla locale chiesa_cattolica e il degno arcivescovo Stepinac che partecipò attivamente ai loro crimini in un sinistro sodalizio tra ustascia e chiesa per il genocidio di ebrei, comunità di ortodossi e Serbi d’ogni fede, gli orrendi lager nell’ isola di Rab e il campo di sterminio di Jasenovac. A tanto orrore s’oppose la Resistenza e la nascita dell’Esercito di liberazione guidato da Josip Tito ove furono diversi partigiani italiani a combattere all’opposto dei disonorati connazionali. La vittoria portò anche la Croazia a divenire Socijalisticka Republika Hrvatska federata alla Repubblica di Jugoslavia che fu speranza di rinascita per quei popoli uniti con Tito che ne trovò la sua via tra i paesi non allineati lontano dal Patto di Varsavia e la guerra fredda con tutto ciò che derivava in altri paesi del blocco orientale senza cortina di ferro e quanto andò dividendo il mondo per quarant’anni. Se ne stava tranquilla ed in armonia quella Jugoslavia, come chi c’è stato a quel tempo se lo ricorda, e a tornarci se ne trovano tanti che la rimpiangono. Fatto sta che con quell’ autunno delle nazioni in Europa orientale con la dissoluzione dell’ Unione Sovietica e il crollo del muro di Berlino, anche qui sono esplose le cause della disgregazione, che erano state ben provocate dall’ Europa_occidentale con i lontani Stati Uniti dell’arcigno primo Bush e il cicciobello Clinton, a celebrarne l’ impeto liberatorio. Invece hanno portato alla sanguinosa sequenza delle devastanti guerre_jugoslave, iniziando dall’ indipendenza_croata guidata da Franjo Tudman fondatore dell’ Hrvatska Demokratska Zajednica che ancora padroneggia la politica di questo Paese e anche lui come altri sinistri ducetti delle guerre_jugoslave criminale dichiarato dal Tribunale internazionale. Contrastata dalla Republika Srpskea Krajina dei serbi croati proclamata da Milan Babic dalla sua capitale Tenin , s’infiammò nella guerra rat u Hrvatskoj tra i militi croati e i serbi della Jugoslovenska narodna armija inaugurando orrori ed eccidi nella disgregata Jugoslavia che ne rimane memoria dell’assedio e la d battaglia a Vukovar. Anche per la guerra croata il tribunale Icty che giudica i crimini nell’ ex Jugoslavia ha processato un po’di criminali dall’ oppositore serbo Milan Martić in sodalizio con Slobodan Milošević, al caudillo croato Tudman con i suoi generali Ante Gotovina e Mladen Markac, scandalosamente assolti per la sanguinaria operazione detta Tempesta contro i Serbi e il massacro di Oluja rimasto senza colpevoli, così come i macellai di Medak. Fu presidente dell’enclave serba di Krajina l’altro assassino Goran Hadzic tra i protagonisti di Vukovar, mentre era croato il boia Ratko Mladic che guidava i militi della Vojska Republike Srpske nel massacro di Srebrenica assieme ai paramilitari del serbo Željko Ražnatovi e lo era anche Branimir Glavas che è stato liberato per darsi alla politica. La lista dei crimini e i loro sinistri protagonisti delle guerre_jugoslave è lunga anche per la sola croata, mentre il mondo stava a guardare di oscena incapacità a porne fine. A simbolo i devastanti bombardamenti di Dubrovnik assediata dalla soldataglia serba del rozzo criminale Vucurevic dimenticati dall’ignavo turismo senza memoria che sciama nell’antica Ragusa. Gli orrori terminarono con l’ accordo di Dayton tra il bosniaco Alija Izetbegović , il croato Franjo Tuđman e il serbo Slobodan Milošević, entrambe poi riconosciuti criminali con il degno compare Karadžić, così quei territori dilaniati si spartirono tra la Serbia, la Bosnia Erzegovina e questa Croazia. Ne rimase presidente Tudman artefice della guerra croata e riconosciuto criminale dal Tribunale internazionale con il suo partito H.Demokratska Zajednica Hdz fino alla morte nel ’99, dopo tre anni del governo progressista di Ivica Račan, tornò al potere la destra dell’ Hdz con Ivo Sanader, poi dimesso sei anni dopo per la crisi economica, corruzione e scandali che travolgevano govermo e notabili. Gli successe Jadranka Kosor per un anno poi le elezioni premiarono il Socijaldemokra Partija Sdp con Ivo_Josipovic che ha cercato di risollevare il paese assieme a Stjepan Mesic che fu ultimo presidente della Jugoslavia unita, poi ministro con Tudman e dissidente fondatore del Partito Popolare centrista H.N.S.Liberalni demokrati , colui che aveva denunciato il progetto di Tuđman e Slobodan Milošević per la spartizione che contribuì alla feroce guerra in Bosnia. I dossier di Amnesty International sono colmi di denunce come quella contro il losco personaggio politico Vladimir Seks e il degno compare Branimir Glavas liberato in Bosnia e qui anche assolto, protestando alle condanne imposte dal Tribunale internazionale ai boia Gotovina e Markac per i crimini di Oluja. Del resto qui si onorano anche i criminali di guerra fascisti e ustascia con qualche esaltazione del nazismo da giovani croati. Le imprese dell’Hdz si sono svelate un pantano di corruzione dopo l’ arresto del compare Polančec, l’ex presidente Sanader condannato, gran parte del suo governo in galera e l’eredita di Sanader continua con gli arresti per corruzione del sindaco di Zagabria Milan Bandic. Con la corruzione dilagante l’informazione è ostaggio di politica e affari, così s’è favorita la mafia croata in florida cooperazione con quella serba nota Nasa Stvar e anche questa Croazia entra in quell’Eldorado criminale di mafiosi e boia di guerra per sfuggire alla giustizia. Sorta di piccolo Putin croato e già in odor di mafia è stato nominato Tomislav Karamarko alla guida del Demokratska Zajednica dell’ex presidente Ivo Josipovic e l’eletta Kolinda Kitarovic, a prima presidentessa dopo il fallimentare governo di Zoran Milanovic. Ridotta come stella già cadente il paese entra nell’ Europea comunità ma a pezzi, ed è la Croazia che sta per la prima volta nell’Europarlamento con un manipolo di delegati, qualcuno scettico e xenofobo come la tosta Ruza Tomasic e così abbiamo questo nuovo membro euro indifferente. Anche qui una stolta idea di progresso va tra inquietanti progetti per impianti di rigassificazione e mega centrali a carbone sulla costa, pensando la Croazia come la Norvegia s’annunciano trivellazioni nell’Adriatico in un’ aberrante ricerca di supposto oro nero e per fortuna è nato un movimento anti petrolio, ma avanza il flagello della speculazione edilizia e nella cannibalizzata antica Ragusa per ora s’è respinto un progetto per golf e cemento a Dubrovnik.

Slavonia

Per l’ antica via slavica dalla Slovenia all’Ungheria si va per quella pianura di Pannonia lungo i fiumi Mura e Sava per confluire nel Danubio in quella che divenne la Slavonija . A lungo provincia romana tra la Venetia et Histria e il limes danubiano, nel settimo secolo vi giunsero gli gli slavi e nel decimo entrò nel regno di Croazia fondato da Tomislao I fino alla sua presa dal regno d’Ungheria, dopo la vittoria di di Mohàcs nel 1526 i turchi lo invasero e anche la Slavonia fu nei domini ottomani. Con la guerra austro turca al fine del seicento il trattato di Carlowitz conferì la regione agli Asburgo che poi ne fecero l’ imperiale reame Harvàt Szlavònorszag e dopo la prima guerra divenne parte del regno Kraljevina Srba Hrvata i Slovenacai. Con l’espansione nazista fu parte del Nezavisna Drzava Hrvatska , protettorato dell’Italia fascista dominato dai sanguinari ustascia , dopo la liberazione fu della socialista Jugoslavia e poi Croazia della quale Zagabria è capitale. Questa città di Zagreb si scopre dal distretto donji grad nella citta bassa che ne svela la storia con il museo archeologico e il museo Mimara, passando per il lussureggiante giardino botanico fino al padiglione artistico liberty. Dall’antica Università e i musei come la Strossmayerova galerija , salendo per la la città alta di Medveshak si trova il muzej grada nel seicentesco Convento delle Clarisse e la galerija klovicevi ospitata nell’antico monastero dei Gesuiti, l’ elegante palazzo Banski dvori e il piccolo museo d’arte naif. Passando per la Torre Lotrscak si va per la chiesa di Santa Caterina e l’altra consacrata a San Marco, nell’elegante piazza Petar Preradovic l’imponente ottocentesca Katedrala Preobrazenja Gaspodnjeg consacrata alla Trasfigurazione del Signore di culto serbo ortodosso. Il vecchio ed animato mercato dolac poco distante l’asburgica piazza Jelacic con il pomposo cambio della guardia quotidiano, nel centrale quartiere Kaptol s’ergono di neogotico croato le guglie della medievale Zagrebacka katedrala cattolica. Lungo l’Aleja Hermanna Bollea si trova il monumentale cimietero di Mirogoj e di qui a salire per i resti imponenti del castello e fortezza della medievale Medvedgrad che domina la città. Sul confine serbo della Slavonia la cittadina di Vukovar se ne stava nella pacifica Jugoslavia, che quando si dissolse si scatenarono le guerre e ne fu travolta da quella dell’ indipendenza croata, assalita dalla narodna armija, è passata alla storia come la sanguinosa battaglia di Vukovar che ha avuto il suo boia nel sinistro Goran Hadzic. Poco su si stende la regione Osijecko Baranjska attraverso l’ incantevole Baranja ove il Drava confluisce nel Danubio passando la cittadina di Bilje per il Kopacki Rit e il suo magnifico parco naturale . Da Kopacevo la storia si ritrova con la città di Osijek dall’antico patrimonio storico fiorita nel medioevo sulle sponde del Drava ove s’erge la cittadella Tvrda e la sua fortezza divenuta patrimonio unesco. Ne diramano gli antichi quartieri e si lascia scoprire dalla statua votiva Prevestog Trojstva per la Crkva Sv.Mihovila consacrata all’arcangelo Michele e su tutto dominano le guglie della medievale Konkatedrala Sv.Petra i Pavla.

Parchi

Ci si affascina tra i parchi e riserve nella magnifica natura croata, per fortuna salvaguardata in epoca Jugoslava, dai più settentrionali parco Zumberak , la grande riserva al Kopacki rit e il Velika di Papuk, all’alta valle del Sava nella slavonica Kranjska Gora tra i quali parco delle cicogne di Lonjsko polje. Dall’ istirano parco del Risnjak nell’omonimo massiccio e al largo di Fazana la riserva naturale di Brijuni delle Isole Brioni , dal monte Velebit settentrionale con il suo parco nazionale alla riserva naturale di Paklenica. Più a sud il Medvednica e il montuoso Biokovo che affacia sulla riviera Makarska, dalla città di Sibenik le splendide cascate di Krka e la suggestiva zona del Bukovica Talijanski con il parco Vransko Jezero del lago Vrana e il vicino castello dei templari. Poco al largo nell’arcipelago detto Zaratino il magnifico parco nelle isole Kornati, all’estremità meridionale della Dalmazia Il parco naturale nell’isola Mljet difronte Dubrovnik. Tra tutti il patrimonio del magnifico parco dei laghi nel Plitvicka jezera a Plitvice che incanta di immagini suggestive dall’alto della foresta Corkova ricca di flora e fauna.Indimenticabile il percorso tra laghi e cascate dai magnifici laghi superiori Gornja jezera lungo il ruscello plitvica che ha modellato il tufo così come il fiume Korana sotto la cascata dagli incredibili cromatismi che splendono nella grotta Supljara e la roccia calcarea del rilievo Karlovci a scendere per i riflessi blu e smeraldo dei laghi inferiori Donja jezera.

Istria

Nella sua Gheographkà ci dice Strabone che prese nome Istria dalle genti che abitavano la penisola protesa nell’Adriatico dalla laguna veneta e il golfo di Trieste all’antico territorio dei Liburni divenuto il Quarnaro con le sue Isole. Gli Histri erano popolo di illiri confusi con le tribù degli italici antichi venedi e poi s’unirono ai liburni e i Iapodi a creare la Cultura detta Castellare che ebbe centro nell’ antica città di Nesactium legata alla storia della vicina Pola. Divennero temibili pirati e così infuriarono le guerre illiriche e tutto fu possesso del romano impero come Regio x della Venetia et Histria che non poco ha lasciato nell’Istria del tempo così come il suo alto medioevo, l’ era bizantina e del germanico romano impero, il successivo dominio di Venezia e al fine del settecento dominio Markgrafchaft istrien dell’ impero austriaco, vide i moti dell’irredentismo italiano, dopo la prima guerra tornò in mani italiche come provincia del Carnaro dalla brutale italianizzazione fascista. Nella seconda guerra subì l’ invasione nazifascista con i relativi crimini di guerra e lager e sconvolta dalle operazioni del litorale, al fine riscossa e liberata dall’ esercito popolare con la successiva occupazione jugoslava che vide l’esodo degli italiani e le sue vicende hanno seguito quelle della Jugoslavia e della Croazia. Tra storia e natura in questa affascinate regione, si cercano gli itinerari venendo da Trieste e Muggia per traversare un lembo di Slovenia passando per Portorose e Il golfo di Strugnano con il vicino santuario Santa Maria della Visione, la stravolta di speculazione Lucija e la vecchia Pirano. Ricca di storia le medievali mura della città ampliate in epoca le si ammirano per accedere alla piazza primo maggio, poi piazza Tartini intitolata al grande musicista che vi nacque e gli antichi palazzi, alcuni dei quali ospitano i musei, le gallerie e il prezioso archivio. Di qui al trecentesco duomo San Giorgio, le chiese della beata Vergine, la Madonna della neve e le consacrate ai santi Clemente, Stefano, Rocco e Pietro fino al monastero san Francesco. Non è distante Umago anch’essa ricca di storia fin dall’ antica Sipar romana, dominio della Serenissima e tutto lo ricorda tra le antiche mura della città dal duomo medievale al suggestivo faro di Salvore di dove s’allungano le splendide spiagge a continuare per Novigrad che fu l’antica Cittanova. Magnificamente sorta su un isolotto la città raconta la sua storia a cominciare dal lapidarium romano, anch’essa cinta da mura veneziane e dominata dall’ elegante campanile vicino la medievale zupna crkva dei santi Pelagio e Massimo, consacrata al culto di Pelagio d’Emona con la sua cripta, la cinquecentesca loggia veneta del belvedere sul mare e il vecchio porto di mandracchio dalle variopinte barche dei pescatori. Da qui si va a Porec , l’antica Parenzo che con l’augusto Ottaviano fu Colonia Iulia Patentium, raffinata città romana e bizantina come lo ricorda il patrimonio nei resti dei templi da Piazza Marafor e del vicino Foro che sorgeva al fine del decumanus. Ne’ pressi si ritrova Il medioevo di Parenzo e la sua arte nella duecentesca casa romanica, la trecentesca casa dei due santi e la successiva torre pentagonale, la magnifica facciata della casa gotica e la sala del Consiglio Itra il parco Jurja Dobrile e la riviera di matka laginje. Su Narodni Trg Pjaca s’erge la quattrocentesca torre rotonda e in piazza Gubec tra le antiche facciate l’elegante palazzo Zucchato .Tra i luoghi e monumenti di questa Porec storica emerge il patrimonio dell’ Eufrazijeva bazilika paleocristiana Basilica Eufrasiana, splendido complesso sacro che dal sesto secolo è andato arricchendosi così come lo si ammira. La vicina Vrsar fu uno dei centri di quella Cultura dei Castellieri e poi anch’essa nella romana Venetia et Histria, nel medioevo unita alla vicina Parenzo con essa entrò nello Stato da Mar di Venezia fiorendo con le cave di pietra d’Istria. Come altrove gli eventi di quest’Istria hanno lasciato memorie nell’antica Orsera con i suoi luoghi e monumenti ripercorrendone la storia dal suo colle di magnifiche viste, attorno la suggestiva penisola di Montraker, più oltre il Parco delle sculture di Dusan Dzamonja. Scendendo per il centro e il lungomare tra le antiche vie e piazze ove affacciano palazzi e chiese, s’entrava dalla porta orientale delle mura medioevali adiacente alla seicentesca chiesa Santa Fosca, risalendo alla più antica cristianità nei resti della basilica paleocristiana , poi la romanica di Santa Maria del Mare, sugli isolotti difronte quel che rimane delle antiche cave. Dalla medievale porta romanica e la vicina seicentesca chiesetta di Sant’Antonio per la più recente San Martino e quel che resta del trecentesco castello dei Vescovi. Sfiorando i resti di magazzini e necropoli romani dal vechio porto si stende l’ animata marina orsera di dove si va per il canale di Lemme e la sua baia dallo splendido arcipelago di diciotto isole deserte, poi lungo magnifiche spiaggie a proseguire nel fascino dell’Istra. Lungo la costa si trova Barbariga dalle fortificazioni asburgiche con i resti romani di Dragonera ove fu rinvenuto il tesoro di Seuso, a proseguire quel che resta adell’antico insediamento di Gurano con la basilica carolingia e i siti paleocristiani di San Simone e Santa Cecilia. Un percorso per la sperduta architettura di fede della provincia istriana per Gallesano con la venerata chiesa di Sant’Antonio, le medievali Concetta e San Giusto, la quattrocentesca San Giuseppe e la barocca San Rocco. Passando per Batvaci la basilica preromanica di Santa Fosca poco distante i resti paleocristiani di San Michele Bagnole, quindi Peroi e l’ortodossa San Spiridone con il vecchio cimitero, poco fuori l’antica Santo Stefano e continuando sulla costa dalle magnifiche spiagge si va per Vodnjan. L’antica città di Dignano dall’affascinate centro e dintorni, sorta da sette grandi ville divenne la romana Attinianum ove passava la via Flavia e fiorì nella Venetia et Histria fino alla sua caduta, fu possesso dell’ italico bisanzio e devastata dai longobardi, poi dominio della diocesi di Parenzo e nel duecento di Venezia seguendo anch’essa la storia della Croazia. Forse furono degli antenati dei Bumbari le casite rurali nelle campagne circostanti, singolare gente di questa Vodnjan che si dicono discendenti da antiche leggende e conservano una propria lingua e tradizioni narrate nei canti popolari . La vecchia città si lascia visitare dall’ elegante via merceria alla centrale piazza del Popolo con le suggestive immagnini di antichi edifici e variopinte facciate tra il trecentesco palazzo Bettica e il rinascimentale Bradamante, su progetto di Palladio è sorto il duomo di San Biagio dai ricchi e sontuosi interni che cela la cripta con le mummie dei tre corpi santi incorrotti. Tra le antiche vie per la Madonna del Carmine e le altre chiese dalle medievali Santa Caterina e Sant’Antonio abate alla trecentesca San Giacomo, a continuare la Madonna della traversa e poco fuori dal centro Santa domenica con la vicina Santa croce. Leggenda vuole che su questa questa costa approdò Giasone con i suoi Argonauti cercando il mitico territorio della Colchide e in verità ove sorse la città di Pola era luogo ben noto alle rotte e la colonizzazione greca. Anch’ essa fu poi romana e qui più che altrove il dominio di Roma ha lasciato le sue testimonianze così come il successivo alto medioevo istriano, passando sotto il Patriarcato di Aquileia, poi potente diocesi di Parenzo e Pola. Seguì l’ epoca veneziana , per poco nel napoleonico Regno d’Italia e a lungo nell’Iimpero austriaco, seguendo poi la storia della Croazia. Il percorso nel patrimonio culturale inizia con la memoria archeologica nell’ Archeoloski muzej Istre, dietro il piccolo teatro romano e ne’ pressi dalla porta gemina del secondo secolo, sulla centrale Kapitolinski trg si trova il restaurato tempio di Augusto dea Roma, proseguendo i resti imponenti del foro romano di Pola. Le suggestive immagini della Pollenia Herculanea che fu la Pola romana continuano con la porta aurea nell’Arco dei Sergi, fino al grandioso anfiteatro dell’ Arena che incanta tra i suoi miti e leggende, sorta alla morte dell’ augusto imperatore Ottaviano, la candida ed imponente arena di Pola domina ed è simbolo della città. Il medioevo si trova dalla chiesa di Santa Maria Formosa del sesto secolo al duecentesco palazzo municipale, poco distante la chiesa e il convento francescano tardo romanico a seguire l’ortodossa chiesa di San Nicola e la magnifica cattedrale consacrata all’ Assunzione della Vergine Maria, poi i palazzi e la poderosa fortezza veneziana ne ricorda la fiorente epoca della Serenissima. Il resto è memoria asburgica quale porto militare dell’impero austro ungarico, tra scampoli d’ architettura austriaca e i monumenti all’ ammiraglio Tegetthoff, l’arciduca Massimiliano e l’Imperatrice Elisabetta. Lasciata la città e la storia di Pola con le sue attrazioni si va per le spiagge dei dintorni alla vicina Fazana e il vecchio villaggio di Sisan , poi da Banjole all’estremità della costa istriana a Premantura e la splendida penisola Kamenjak con il suggestivo parco naturale, ne’pressi Medulin dalle magnifiche spiagge. Risalendo la riviera del Medulino tra i suoi paesi si giunge nella zona di Rabac, a ragione la perla del Quarnero racchiusa nella baia coronata dalle spiagge e dominata dal colle ove s’ erge la cittadina di Labin che era l’antica Albona. La si visita salendo per il borgo della città vecchia e si percepisce profumo di storia che avvolge Albona dalla medievale chiesa della Natività alle porte del bastione veneto che accede al centro con il Palazzo Comunale e la Loggia veneziana da San Marco sull’ Ulica 1Maja e la via Martinuzzi affacciano i barocchi palazzi delle nobili famiglie istriane.Proseguendo sul colle si arriva alla fortezza dalla suggestiva vista sul monte monte Ucka con il suo parco naturale e i panorami sul golfo del Quarnero annunciandone i luoghi . Sulla costa rijeka opatija popolata dai Liburni sorse la romana Veprinacium e poi in magnifica posizione sulla riviera del Volosko la l’antica Abbazia divenuta la città di Opatija, ricca di attrazioni tra palazzi e chiese, dalla rinascimentale chiesa di San Giacomo nel parco omonimo alla Madonna dell’ Annunciatiata .Questa Opatija ha centenaria vocazione turistica di raffinata dama asburgica ricordata dalla villa detta Angiolina e il suo parco con il teatro all’aperto, il sontuoso hotel Kvarner e il padiglione Juraj Sporer, il suggestive sentiero carmen sylva e la casa svizzera che affaccia sull’elegante lungomare fino al porticciolo. Di qui si va per i dintorni e da Icici e Ika, lasciando Opatija sulla riviera Medveja con le sue spiaggie da Veprinac al villaggio di Volosko e la vecchia Lovran. Ove sorse la città di Fiume era il territorio di Tarsatica dominata dai liburni prima dell’ epoca romana, fu poi la medievale Flumen Sancti Viti e anch’essa dominio della Serenissima fino al possesso dell’ impero austriaco nella Markgrafchaft istrien. Dopo la prima guerra vide l’impresa di Fiume del milite vate D’Annunzio e reggenza italiana del Carnaro, sopravvisse per quattro anni lo Stato libero di Fiume e poi ha seguito la storia della socialista Jugoslavia prima d’essere Croazia. Anche in questa Rijeka la storia della citta scorre per i suoi monumenti a partire dalla Porta Vecchia e l’ arco romano per l’altra porta Principia Tarsatica vicino la chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano accedendo alla città vecchia con la Torre civica vicino Piazza Kobler e dall’animato mercato cittadino ne’ pressi della pittoresca casa turca ci si immerge a muoversi come sfogliando la città. Tra le chiese dalla rinascimentale San Girolamo e monastero domenicano alla settecentesca Assunzione con la Torre Pendente, dal neogotico di Santa Maria e convento dei Cappuccini alla barocca Cattedrale di San Vito, all’inizio dello scorso secolo risale la sinagoga , più recente è la grande la moschea. Per l’architettura della vecchia Rijeka si incontrano gli asburgici palazzi Modello e Adria , dal liberty del Palazzo Ploech alle singolari casa veneziana e via Dolac, a Piazza Kobler si trova il vecchio municipio , il palazzo del Governatore e l’austero palazzo di Giustizia. Continuando tra i suoi luoghi e i monumenti si trovano musei e collezioni, piacevoli parchi e passeggiate, dai monumentali cimiteri di Rijeka si sale al settecentesco archivio di stato e poi alle suggestioni di Trsat. Su questo colle di Trsat s’erge il castello di Tersatto che domina la città con il vicino parco e il santuario consacrato alla Madonna nel trecento legato alla alla leggenda che narra la miracolosa traslazione della Santa casa di Nazareth per Loreto. Lasciata la città di Fiume dal quartiere Sussak si va per le sue spiagge e il porto di Kostrena di dove s’allungano sulla splendida costa Crikvenica con incantevoli villaggi tra I borghi marini di Klenovica e Jadranovo verso l’affascinante Quarnaro dal magnifico golfo Kvarner dominato dal monte di Ucka tra costa istriana e le isole di Cherso e Lussino. Nella baia Bakar si trova l’antica Buccari teatro della bellica bellica beffa e dal vicino Kraljevica si va a a Krk, la vecchia Veglia della splendida isola di Cres. Continuando lungo la costa per la baia e il centro di Moscenicka Draga, poi la cittadina fortificata di Kastav e l’antica Novi Vinodolski, sulla via di Zara lungo il canale della Morlacca un tempo dominata dai temibili Uscocchi si trova la città di Senj di dove inizia la Dalmazia.

Dalmazia

La storia della Dalmazia affonda nel neolitico quando vi sorse la cultura Vucedol secoli dopo Genzio sovrano d’Illiria vi stabilì la sua capitale Delminium e poi fu nella provincia romana d’Illyricum, alla sua caduta venne invasa dagli Avari e vi giunsero gli Slavi. Le antiche città di Zara, la vicina Spalato e Ragusa rimasero indipendenti, dopo breve possesso del germanico Sacro Romano impero, fu nel dominio bizantino a lungo martoriata da incursioni dei Saraceni, divenne parte dell’indipendente regno di Croazia mentre a sud sorsero il ducati degli slavi Narentani e il principato di Doclea. Dagli inizi del quattrocento al fine del settecento fu della Repubblica di Venezia, poi seguì la storia della Croazia fino ad essere la Dalmazia d’oggi. Dal Quarnaro si scende nella regione Zadar lungo la magnifica riviera che più a sud affaccia sulle meraviglie dell’arcipelago zaratino. La nobile Zara fu florida città della Serenissima dalla fine del secolo dodicesimo bellicamente contesa per vent’anni tra Venezia e il regno d’Ungheria, fu assediata e invasa nella via della quarta crociata, poi ne venne il trattato ove il ducatus Venetus rinunciò a parte dei suoi possedimenti in Dalmazia. Agli inizi del quattrocento tornò a Venezia fino alla sua caduta alla fine del settecento e divenne dominio austro ungarico. Dopo la prima guerra fu l’ italica provincia di Zara e venne devastata da bombardamenti nella seconda, poi anch’essa Jugoslavia e infine Croata. Questa Zadar dalla magnifica veduta che si lascia scoprire nelle mura e porte che ne racchiudono la cultura tra storia e leggende, antica città romana ne conserva i resti del del foro e nel museo archeologico, scrigno prezioso d’ arte medievale tra le chiese di Zara. Dalla preromaniche Stomorica e la Madonna della salute al romanico nelle immagini di Santa Maria con il suo tesoro, dalla chiesa dei santi Andrea e Pietro vecchio alla duecentesca San Domenico e l’elegante San Michele per l’ ortodossa Sant’ Elia. Il gotico monastero San Francesco e l’antica San Crisogono a Sveti Donat sorta in magnifico romanico bizantino come chiesa di San Donato, la magnifica Katedrala sv.Stosije di Santa Anastasia la vicina Sv.Sime consacrata al patrono di Zadar San Simeone con il prezioso reliquiario che contiene il petto del santo e la sua leggenda. A continuare nell’ antico centro che dirama tra le piazze del popolo e dei cinque pozzi, per la veneta calle larga e l’animato vecchio mercato, il medievale palazzo Ducale e quattrocentesco palazzo Grisogono, gli asburgici parco della regina Jelena e il palazzo del tribunale. Dal forte ne’ pressi della cinqucentesca porta terraferma e il vecchio arsenale a procedere lungo la riva fino al singolare organo marino nel nuovo porto di dove si lascia Zara sulla penisola Puntamika passanodo per Diklo e da Petrcane per lo splendido arcipelago Zaratino. Di fronte l’isola di Ugljan antica Ugliano da scoprire tra kukljica, l’incantevole Susica e il vecchio Muline, poco a ovest l’isola Molat con l’omonimo paese e il villaggio Brgulje. A sud la piccola Rava oltre la quale si stende la grande Dugi Otok con la magnifica baia di Saharun, quest’isola Dugiotok ricca di storia da ripercorrere per i suoi luoghi dall’ antico centro di Sali, il paese di Bozava e il vecchio il faro Veli rat e poi tra magnifiche spiagge insenature nello splendido parco marino Telascica tra gli isolotti. Davanti la suggestiva natura delle Kornati con il parco che si stende magnificamente su queste isole in un dedalo di insenature tra il verde intenso e i riflessi tra blu e cobalto di quest’angolo adriatico. Vicino l’isola Murter di antica storia con il suo vecchio centro di Tisno che fronteggia la costa di candida roccia nel blu del mare cristallino dell ’insenatura di Sibenik ove sorse l’antica città di Sebenico nel nono secolo sulle rotte dell’Adriatico, breve dominio d’Ungheria nel duecento divenne autonoma diocesi, fu dominio della Serenissima che ne edificò la fortezza di Tvrdava Sv Nikole sul porto. A ripercorrere la storia della gloriosa Sebenico si parte dalla gradvska vrata con la quattrocentesca Katedrala Sv.Jakova gotica cattedrale consacrata a San Giacomo, capolavoro del Rinascimento adriatico progettata da Giorgio di Matteo, a lato la cinquecentesca Loggia grande veneziana e per l’ ulica pod tardavo si sale alla tvrdava Sv Mihovila ove s’erge poderosa la fortezza San Michele che domina la città e la splendida baia . Proseguendo per l’isola di Ciovo si trova la città di Trogir, l’antica Trau fondata da mercanti della sicula Syrakousai che fu tra le colonie greche d’ Illiria e poi centro romano della provincia Illyricum, sopita nel medioevo fiorì per oltre tre secoli dall’inizio del quattrocento come dominio di Venezia e di quell’epoca conserva magnifica la memoria tra storie e leggende. L’arte e cultura di questo patrimonio si trova dalla piazza Trg IvanaPavlaII nell’isolotto del magnifico centro medievale percorrendone la storia dalla loggia e la torre dell’orologio per il convento San Nicola e il monastero San Domenico fino alle suggestive immagini della romanica Sveti Lovro , splendida cattedrale di San Lorenzo, proseguendo nella storica città di Trogir al genovese castello e la fortezza Camerlengo sul mare difronte l’ isola Bua. Si lascia la città sulla riviera di Trogir che s’allunga sulla costa centrale della Dalmazia per Spalato adagiata in magnifica posizione nella penisola di polutok Marjan davanti le isole di Brac e Hvar. Fu tra le colonie greche come Aspalathos, i romani vi fondarono la vicina Salona che ne rimangono i resti , capitale della provincia Illyricum poi sede magister militum che dette i natali a Diocleziano e qui al fine del terzo secolo edificò il suo grandioso palazzo fondando la ricca e fiorente romana Spalatum. Dopo la caduta dell’ occidentale romano impero divenne dominio bizantino e nel secolo undicesimo parte del regno di Croazia poi preso dall’Ungheria e nel quattrocento possedimento della Serenissima come gran parte della Dalmazia seguendome la storia dagli asburgo alla Jugoslavia fino alla Croazia. Della splendida Spalatum romana rimangono i grandiosi resti del maglifico palazzo di Diocleziano e nella sua rchitettura l’intera vecchia città ne è racchiusa, a questo patrimonio s’accede d’un lato dalla porta ferrea da un altro l’argentea e la porta aenea e poi dalla monumentale porta che la si nominava Aurea ove sorse la chiesa di San Martino. Dalla maestosa Porta Aurea partiva la strada lungo la costa per Salona di nobile storia che ha lasciato magnifici resti. Oltre la porta imperiale s’entra in quello che fu il grandioso palazzo con gli antichi vicoli e piazzette passando per il tempio di Giove verso il vestibul per giungere al Peristilio ove s’apre la piazza centrale. Scendendo nelle suggestive sale sotterranee si emerge dai medievali sotterranei nell’asburgica ed elegante via riva per i quartieri dellacittà nei centrali Veli varos e radunica attraverso le piazze della repubblica prokurative a quella del popolo pjaca e l’antica piazza della frutta che fu della Signoria, lungo la napoleonica via marmontova e poi tra i mercati dell’animatissimo pazar e la vecchia pescheria. Il medioevo e rinascimento si trovano nelle chiese e siti religiosi da Santa trinita dell’ ottavo secolo alla ricca Katedrala Svetog Duje consacrata a San Doimo proseguendo per Sant’Antonio e la chiesa San Francesco fino alla seicentesca San Filippo. In questa Spalato gli affascinanti percorsi nella città continuano a salire sul colle di Marjan si trovano le antiche chiesette marjanke riscendendo per i parchi, tra i bastioni veneziani lo Strossmayer, nel quartiere di Lovret il parco Vdovic, sul promontorio occidentale lo Sustipan e a sud del porto il colle Katalinic, sul lungomare Firule fino al porticciolo Matejuska per la marina Bacvice di dove s’allungano le spiagge che lasciano la città. Dal vecchio porto Tolero di Ploce si ginge all’isola Orebic e dall’antico centro di Orebić si seguono i percorsi della sua storia tra il museo dei marinai e il monastero francescano Madonna degli Angeli continuando nei dintorni e poi per gli altri centri dell’ isola da Viganj a Kučište e Stankovići, da Postup e Podobuće a Potomje, proseguendo per Oskorušno e Kuna fino a Pijavičino e Trstenik. Sulla splendia riviera di Makarska magnificamente dominate dall montagna del Biokovo con il suo parco naturale per Brela di splendida natura sul litorale che s’allunga per i gli antichi luoghi. Sempre lungo il Biokovo la costa Makarska prosegue a Baska Voda dalle splendide spiagge. Poco distante Promajna, il porto di Tucepi e l’affollata Podgora, quelli che erano i vecchi villaggi di Bratus e Drasnice, poi Zaostrog e il vicino Podaca e Tucepi. Dall’ antico centro di Igrane e il vicino Zivogosce a Drvenik ove imbarcarsi per la vicina isola isola Hvar, continuando sul litorale si trova Brist e poi Gradac dalle spiagge affollate al fine di questa magnifica riviera di Makarska. Poco al largo l’isola di Brac che fu la veneta Brazza ripercorrendone la storia e il passato da settentrione attraverso il territorio dal vecchio centro di Splitska passando per paesi, castelli e, chiese e monasteri fino all’ incantevole Pucisca e il suo porto. Ad un braccio di mare l’ isola di Hvar era l’antica Lesina e ne rimangono le memorie nella citta di Hvar che fu Lèsina, di dove si va per la vicina Jelsa citata nelle cronache della Serenissima come Gelsa, cosi’ come Vrboska era Verbosca e Sucuraj la vecchia San Giorgio e la nobile Cittavecchia divenuta patrimonio a Stari Grad.

La perla dell’Adriatico

Tra le due baie Gornja Vala e Donja Vala si trova Drvenik a continuare Il villaggio di Brist e la vecchia Gradac , lasciata la Makarska per la costa nella regione narentana. Davanti lo splendido arcipelago di Korcula con Badija dall’antico monastero francescano e l’ isola Korcula antica Curzola con la sontuosa città di Korcula, la sua storia è ricordata da luoghi e monumenti che diramano dalla centrale svetog Marka cattedrale di San Marco. Di qui al villaggio di Lumbarda per attraversare l’isola fino a Vela Luka e la vicina Prigradica . Si può raggiungere l’isola Mljet che era nota come Meleda e la più meridionale Lastovo che la si conosce come Lagosta. Proseguendo sulla Dubrovacko Neretvanska nella regione ove sorge Dubrovnik, la nobile città di Ragusa e fiorente Repubblica, a ragione perla dell’Adriatico che si lascia scoprire come inestimabile patrimonio. La fondarono i romani di Epidaurum della vicina Ragusa Vecchia di Cavtat come Ragusium fu poi bizantina fino a divenire dominio di Venezia e dopo la pace di Zara tra le potenti repubbliche marinare come Repubblica di Ragusa a lungo alleata con Ancona. Cattolicissima osteggiò l’espansione della chiesa ortodossa mentre ospitò ebrei Sefarditi scacciati da Isabella di Castiglia che contribuirono alla fioritura di commerci, rimase quasi distrutta dal terremoto ricordato dalle cronache di quel devastante aprile 1667. Risorse sopravvivendo indipendente fino ad entrare nel napoleonico regno d’Italia e poi nel regno di Dalmazia dell’ impero austro ungarico alla cui caduta fu nel regno dei Serbi, Croati e Sloveni seguendo il destino della Croazia standosene anch’essa tranquilla nella Jugoslavia fino alle devastanti guerre che ne videro il bombardamento ed assedio serbo del criminale Vucurevic dimenticato dal turismo senza memoria che straripa in questa antica Ragusa. Chi v’è stato prima la ricorda splendida e solenne e ne ha tratto il piacere ormai devastato da queste orde ignave sciamanti tra tavoli sparsi nelle austere calli tra le insegne che invitano ad ingozzarsi a tutte le ore e orrendi souvenir accatastati sugli usci dei nobili palazzi. Anche qui come altrove quell’atmosfera di antica città è irrimediabilmente perduta e occorre alzare lo sguardo da tanta odiosa cialtroneria per cercare ciò che era. Dubrovnik s’apre ad oriente da porta Ploce difesa sulla destra dal forte Revelin, a sinistra l’ortodossa chiesa dell’Annunciazione e per strara Luka si scende al vecchio porto fortificato a destra il medievale monastero domenicano con la quattrocentesca chiesa San Sebastiano sorto verso il quartiere di Ploce. Sulla sinistra il cinquecentesco palazzo Sponsa opposto alla quattrocentesca torre dell’orologio, dal quartiere appaiono le immagini di placa Luza, di qui al il magnifico knezev dvor, quattrocentesco palazzo dei Rettori veneziano sopravvissuto ai bombardamenti dalle splendide decorazioni, procedendo fino alla katedrala Marijina Uznesenja medievale e poi barocca Cattedrale dell’Assunzione di Maria ragusea. A destra si va per la fortezza di Sveti Ivan sulla candida pietra della via lastricata stradun che attraversa città vecchia dell’ antica Ragusa con la sua arte e cultura fino a porta Pila, passando per la colonna d’Orlando e la fontana di Onofrio nella Poljana Paska Miličevića. Proseguendo si trova la dubrovaka medievale sinagoga di Dubrovnik e poco oltre la la chiesa barocca di San Biagio, a sinistra la chiesa serba ortodossa con il museo delle icone , piu oltre nel quartiere la piccola moschea ottomana masjid dubrovnik e la la casa di Marin Drzic. Sulla Polyana Ruder Boskovic il quartiere gesuita della Crkva sv.Ignacija ove sorge la chiesa e il collegio di sant’Ignazio, attraverso piazza gundulieva poljana intitolata ai nobili Gondola dal vecchio mercato e quella dedicata alla nfamiglia dei Bunic, si torna nel suggestivo stradun ove s’erge la samostan i crkva del trecentesco monastero francescano di Brace, ne’ pressi la cinquecentesca Crkva sv.Spasa consacrata a San Salvatore e dal quartiere dei francescani s’allunga il centro della città su questa via sino alla torre Minceta. Da qui, dominando i monumenti e le chiese dell’ antico centro, si va percorrendo le poderose mura tra la fortezza San Giovanni e la rocca Loverijenac difronte il forte Bokar . Ne rimangono le immagini che cantano la storia, le raffinate architetture, gli affascinati luoghi e le suggestioni dell’antica e nobile Repubblica di Ragusa in questa perla dell’adriatico.

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