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Conquistadores in nord America

Dopo la conquista dell’ incaico Peru ad opera di Pizarro raccontata da Barolomè de las Casas nella monumentale Historia de las Indias e l’ accurata descrizione del genocidio nella sua Relazione, anche la conquista dell’ antico Messico precolombiano era stata completata da dell’ hidalgo Cortès che aveva travolto l’ impero azteco e il vicino Guatemala ad opera del suo compagno Alvarado, narrata poco dopo nell’ Historia verdadera de la conquista de la Nueva España di Bernal Díaz del Castillo e nella vasta Historia general de las Indias di Francisco Lopez de Gòmara. Nel frattempo le esplorazioni del continente proseguivano, Gonzàlez_Dàvila aveva completata la conquista di Panama e nel 1522 il vicino Nicaragua assieme a Francisco Hernandez de Cordoba, prendendo poi l’ Honduras che con El Salvador, nel 1539 entrarono nella Capitania General basata in Guatemala.

De Soto e l’ incontro con gli indiani

Con Dàvila alla conquista di Panama aveva partecipato Hernando de Soto che nel 1531 dal fu inviato da Pizarro in una spedizione in Colombia e l’ anno dopo era con lui nella conquista dell’ incaico Perù arricchendosi come gli altri capitani dell’ impresa e partecipò alla fondazione di Lima nel 1535. Tornato in patria tre anni dopo fu incaricato a alla conquista della Florida, esplorata da Ponce_de_Leòn e tentata dalla spedizione fallita di Narvàez, salpando con dieci vascelli e settecento uomini. Giunse nella baia di Tampa a maggio del 1539, dopo un’ esplorazione del territorio e aver sostato nel villaggio di Anhaica tra gli indiani Acuera, organizzò un spedizione a settentrione nel territorio dei Timucua attraverso la Georgia procedendo con l’ esplorazione del nord Carolina trovando le comunità Joara e degli indiani Cherokee. Continuò con la guida di indigeni catturati nei territori dei Creek che aveva attraversato verso il Tennessee Incontrando i villaggi dei Chiska e poi nella meridionale Alabama verso la baia di Mobile per cercare le navi alla fonda, dove trovarono gli indiani Choctaw e si scontrarono duramente con gli Albaamaha nel 1540.

De Soto ritentò un itinerario a nord nei territori degli Chickasaw e del popolo Natchez raggiungendo il Mississippi e con i suoi uomini fu tra i primi europei a vedere il maestoso fiume, trovò i resti della precolombiana Cultura_Mississippi continuando poi l’ esplorazione tra le tribù Casqui, i villaggi Tunica Biloxi e dei Quapaw nel territorio dell’ Arkansas per raggiungere la Louisiana che il secolo successivo divenne colonia francese. Durante il ritorno nel territorio dei Caddo ammalato di malaria De Soto e morì nel maggio del 1542 e venne tumulato nel Mississippi, risalito poi dal resto della spedizione guidata dal suo successore Luis de Moscoso , fu tra i primi a visitare gli ignoti territori nordamericani e ad incontrare quegli indiani destinati al futuro genocidio nei tre secoli a venire .

Ponce de Leòn e la Florida

Ponce de Leòn, dopo essere stato a Santo Domingo si trasferì nel vicino Portorico nel 1508 ove strinse buoni rapporti con Agueybanà cacique dei Taino fondando l’ insediamento di Caparra e ben presto divenne governatore della coloniale dell’ isola , ma alla morte di Colombo nel 1506, dopo un primo rifiuto al figlio Diego furono affidati i privilegi di governatore delle terre scoperte e così Ponce de Leon deluso ottenne l’ incarico di esplorare il vicino continente. Inseguiva il mito della leggendaria Fonte_della_giovinezza fin da quando era nelle Bahamas, cercandola in un’ isola nota come Bimini come racconta Fernàndez_de_Oviedo nella sua Historia Historia General y Natural de las Indias del 1535, poi Hernando de Escalante Fontaneda naufragato e rimasto diciassette anni con gli indiani Seminole nel suo libro scritto del 1575 intitolato Memoir è certo che cercò la Fonte in quella che poi divenne la Florida spagnola, confermato nel 1615 dallo scrittore spagnolo Antonio_de_Herrera conte Tordesillas nell’ Historia general de los hechos de los Castellanos. Nel 1513 Ponce de Leon partì con tre vascelli sbarcando il due aprile su una litorale lussureggiante che chiamò La Florida ne discese la costa meridionale Incrociando l’arcipelago dei Cayos per risalirla ad ovest dall’ isola Marco, ma non vi sono note se raggiunse la più settentrionale costa Esmeralda, si diresse nella cubana Avana che stava edificando Velàzquez_de_Cuèllar e ripartì per la penisola giungendo alla baia di Biscayne per poi tornare a Portorico. Nel 1521 ripartì per colonizzare le terre esplorate con due vascelli imbarcando duecento uomini tra armati e coloni, cavalli e animali, sbarcando sulla costa meridionale tra il fiume Caloosahatchee e l’estuario del Charlotte di dove si stendono le paludi Everglades, nel territorio popolato da indigeni gli spagnoli furono attaccati dai Calusa e negli scontri Ponce de Leon fu preso in una spalla da una freccia avvelenata e con la sua nave anddò a Cuba dove morì per la ferita. L’ altro vascello andò nella messicana Veracruz dove l’ equipaggio trovò Cortès e la sua armata unendosi per c la conquista del precolombiano Messico.

Le esplorazioni della Nuova Spagna

Dopo l’ impresa di Ponce de Leòn nella scoperte della Florida che ben presto divenne colonia spagnola, nel 1513 Balboa attraversò l’ istmo panamense nella selvaggia foresta dell’ ignoto Darièn scoprendo l’ oceano Pacifico, oltre il quale si cercarono le rotte ad ovest per l’ Asia orientale, confermando l’ intuizione di Colombo. Nel 1518 da Cuba il governatore Velàzquez de Cuèllar inviò una flotta guidata da Juan de Grijalva ad esplorare il vicino Messico, ma il capitano Hernàn Cortès si ribellò all’ autorità organizzando in proprio una spedizione armata con seicento uomini per la conquista dell’ impero azteco facendone scempio. Allo sbarco di Cortès la popolazione contava undici milioni di abitanti, in meno di settanta anni nel Vicereame spagnolo sorto in quei territori erano ridotti a due milioni sterminati dai conquistadores con le armi e le malattie che portarono con loro, gran parte sottomessi e ridotti in miseria, destino degli indigeni dei territori scoperti, gli indios andini e il resto dei nativi americani.

Il sovrano Carlo V nel 1526 inviò Pànfilo de Narvàez con soldati e coloni in una spedizione per prendere i territori nordamericani affacciati sul Golfo messicano, giunti a Santo Domingo vi furono diverse diserzioni per le notizie su una analoga spedizione condotta Vàzquez de Ayllòn in quelle zone ove perirono la maggiorparte dei seicento partecipanti, ripartiti furonono travolti da una tempesta verso la Florida spagnola e sbarcarono nella baia di Tampa ove entrarono ben presto in conflitto con gli indigeni forse del popolo Creek o gli antenati dei Seminole . Un contingente aiutato dai nativi Timucua si spinse nel territorio degli indiani che chiamarono Apalachee conquistandone un villaggio scatenando i conflitti con ripetuti attacchi che decimarono la guarnigione, riuscirono a riprendere il mare e quel che ne restava venne travolto dagli uragani, sopravvissero solo Alonso Maldonado , il berbero liberto Estebanico, l’ ufficiale Andrè de_Carranza, il disperso Juan Ortiz ritrovato dodici anni dopo e il capitano Alvar Núñez Cabeza de Vaca che raccontò la sfortunata spedizione nella sua Relazione pubblicata nel 1542 come Naufragios y relación de la jornada que hizo a la Florida.

Alvar Núñez Cabeza de Vaca

Alvar Núñez Cabeza_de_Vaca discendeva dal condottiero Pedro de Vera tra i conquistatori della Spagna moresca e ne prese il singolare nome dal suo uso di segnare i suoi passaggi in quella guerra adoperando un teschio di vacca, l’ illustre antenato fu poi protagonista nella conquista della colonia portoghese nelle isole

Canarie sottomettendone l’ antica popolazione dei Guanci. Da tali tradizioni militari Cabeza de Vaca fu tra i conquistadores che parteciparono nel 1526 alla spedizione di Pànfilo_de_Narvàez per colonizzare la Florida, esplorata qualche anno prima da Ponce_de_Leòn, finita disastrosamente come racconta nel suo Naufragios e assieme ad Andrès Dorantes de Carranza, Alonso del Castillo Maldonado e il liberto berbero Estebanico.Riuscirono a raggiungere il Texas nel territorio dei Karankawa noti come indiani Comanche , inizialmente ben accolti e poi tenuti prigionieri, una volta liberati impiegarono otto anni per raggiungere l’ antica Tenochtitlàn azteca rifondata città capitale del Messico conquistato. Tornato in patria fu inviato in una spedizione nel Paraguay nel 1537 esplorato da Juan_de_Salazar e cominciato ad esser colonizzato da Pedro de Mendoza sottomettendo duramente gli indios Guaranì , per la sua avversione a tale sfruttamento fu richiamato in patria ed esiliato in Algeria per otto anni per poi morire in patria nel 1545.

Vàzquez de Coronado e le mitiche città di Cibola

Intanto a nord dell’ antico Messico precolombiano conquistato da Cortès i territori furono esplorati da Beltràn_de_Guzmàn e vi era sorto il Nuevo Reino de Galicia, nel 1539 ne era governatore Francisco Vàzquez de Coronado che si appassionò al Il mito delle leggendarie sette città d’ oro di Cibola . Era stato preso per buono dal francescano Italiano Marco da Nizza convinse il vicerè della Nuova Spagna Antonio de Mendoza ad inviarlo con Estebanico a cercarle e s’ avventurarono negli ignoti Nuovo Messico e l’ Arizona nei territori degli indigeni Zuni e degli Hopi. Avendo fallito l’ impresa il vicerè, che aveva notizie delle esplorazioni di Cabeza de Vaca, inviò una più consistente spedizione al comando di Francisco Vázquez de Coronado negli ignoti territori tra il Nuovo Messico e l’ Arizona che dal VII secolo fino a qualche decenni prima l’ arrivo degli spagnoli erano dominati dal popolo Anasazi assieme ai Mogollon, antenati dei Pueblo e dei Navajo agricoltori, gli Hopi e i bellicosi Apache .Dette incarico ai suoi capitani di esplorare quei territori, Melchor Dìaz giunse per primo europeo sul fiume Colorado chiamandolo rio Tizon, ne esplorò l’ Imperial Valley e raggiunse il Golfo di California, Pedro de Tovar nel territorio degli Hopi Tusayan scoprendo il fiume Colorado, seguito da García López de Càrdenas nell’ ignota Arizona settentrionale dove seguendo quel fiume scoprì la meraviglia del Grand Canyon.

Vi fu una spedizione di Hernando, fratello minore di Pedro de Alvarado governatore del Guatemala, che avanzò lungo il Rio Grande nei territori degli indigeni Tiwa e altre tribù del popolo definito dagli spagnoli Pueblo, nel 1540 si scontrò con essi iniziando una rivolta che scatenò la violenta guerra del Tiguex, la prima tra europei e indiani nordamericani di una lunghissima serie. Dagli indigeni seppe dell’ esistenza di una mitica Terra di Quivira che s’ estendeva verso il più settentrionale Kansas, dai cui abitanti si pensa discendono gli Arikara, il popolo Wichita e le tribù Pawnee che ne conservano qualche remota storia. Attraversò le pianure del Llano Estacado nel territorio del Texas senza trovare traccia.

La spedizione di Chamuscado e Rodrìguez

Tra i protagonisti della conquista del Messico e divenuto rivale di Cortès , nel 1530 Nuño Beltràn de Guzmàn lasciò la capitale con esercito di trecento spagnoli e diecimila indigeni armati tra Otomi Hñähñu e Tlaxcalteca alla ricerca del leggendario regno delle Amazzoni che la tradizione voleva fosse a nord-ovest oltre il Sinaloa, in un anno con la sua armata Beltrán de Guzmán aveva esplorato e conquistato il territorio tra il Nayarit ad ovest e il centrale Zacatecas ove sorse la colonia di Nueva Galicia.

Dopo la spedizione di Coronado del 1540 proseguirono le esplorazioni a nord, a partire dal 1554 per otto anni Francisco de Ibarra nella messicana Sierra Madre occidentale tra il territorio di Durango e quello di Chihuahua colonizzati come Nueva Vizcaya nel 1567 venne fondato il centro più settentrionale della Nuova Spagna coloniale con la città di Santa Barbara Chihuahua , che divenne avamposto di militari e missionari, il francescano Agustín Rodrìguez dai resoconti delle spedizioni di Cabeza de Vaca ebbe notizia degli indigeni Pueblo che abitavano quei territori e chiese al vicerè de Mendoza di poter organizzare una spedizione missionaria con i confratelli Juan de Santa Maria e Francisco López scortati dai militari Herman Gallegos che doveva redarre la cronaca, Sanchez de Chavez, Pedro de Heviera, Hernando Barrado, Pedro de Bustamante, Pedro e Juan Sanchez de Fuensalida, guidati da Francisco Sànchez detto Chamuscado, portando diciannove servi indigeni con due donne, seicento animali domestici e novanta cavalli. Partiti all’ inizio di giugno 1581 giunsero sul rio Conchos dove incontrarono i primi indiani che chiamarono Concho cacciatori nomadi, poi gli Jumano risalendo il fiume a nord fino al Rio Grande nel territorio tribale di La Junta dove dagli indiani furono informati sui grandi villaggi settentrionali dei Pueblos discendenti dagli antichi Anasazi. Gli indigeni incontrati raccontarono che risalendo il fiume si trovavano altre tribù probabilmente i Sumas, traversarono con difficoltà vaste paludi e nell’ agosto 1581 trovarono i villaggi dei Piro e ne attraversarono il territorio a nord per giungere in quello dei Tewa nel Nuovo Messico con i maggiori villaggi Pueblo a Nambe, più oltre Tesuque , il vicino Pojoaque e l’ altro noto come Santa Clara . Dalle cronache si sa che sostarono ad Isleta e Puaray Sandia nella zona dove poi sorse Bernalillo, procedendo a nord nel territorio dei Tsàchila per giungere tra i pueblo degli indiani Keres con i villaggi come Santa Ana, Campos Santo Domingo , il vicino San Felipe e più a nord Cochiti oltre il Rio Grande che lasciarono per risalire il fiume nella regione di Santa Fe colonizzata poi da Juan de Oñate nel 1598.

Tra i Pueblo indiani sconosciuti

Scesero a sud zona di Galisteo da dove il missionario Juan de Santa Maria decise di tornare per relazionare sulle terre esplorate su un itinerario meno lungo attraverso le montagne del Manzano, ma venne ucciso dagli indiani poco dopo la partenza, mentre la spedizione tornò tra i Tewa trovando il pueblo ribattezzato San Ildefonso e più oltre Ohkay Owingeh poi chiamato San Juan , procedendo sull’ alta via che attraversa i monti Sangre de Cristo trovarono altri villaggi fino al pueblo Picuris. Spingendosi a settentrione raggiunsero il grande Pueblo secolare di Taos, poi tornarono a San Juan per esplorare la regione del Rio Chama dove trovarono il pueblo Yungue Ouinge ribattezzato San Gabriel nel 1598 dallaspedizione di Juan de Oñate che ne fece capitale coloniale del Nuevo Mexico. Rggiunsero il bacino del Galisteo sede di antiche culture indigene trovandone vari pueblos precolombiani come quello di Galisteo da cui prende nome e San Marcos, la spedizione continuò ad est fino al fiume Pecos nella regione di Guadalupe che discesero nel territoriodei nomadi Querecho, chiamati dagli altri nemici con il termine Apache, da essi ebbero notizia di grandi mandrie ad est e per la prima volta europei incontrarono i bisonti facendone la prima di una lunga strage nei due secoli a venire. Così riforniti di provviste tornarono sul Rio Grande che discesero a sud fino alla confluenza con il fiume Jemez che risalirono trovando l’ omonimo Pueblo oltre a quello di Puertofrio Santa Ana e e il grande pueblo chiamato Tsi’ya degli indiani Zia.

Proseguendo ad ovest furono nel cuore del territorio indigeno dei Pueblo discendenti dagli Anasaziraggiungendo il grande Acoma fortificato degli indiani Keres da dove proseguirono ad ovest tra gli Zuni trovando il pueblo Hawikuh chiamato Aguicobi da Coronado nella sua precedente spedizione, il grande Shiwinna ribattezzato come Zuni ed altri come KiaKima, Kwakina, Acana e Kechipauan, furono informati che poco ad ovest stavano i Moqui noti come Hopi, ma non riuscirono a raggiungerli per il rigido inverno.Tornati indietro esplorarono Salinas e il territorio dei Tompiro dominato dal loro grande pueblo di Quarai, decidendo poi di terminare la spedizione mentre i frati López e Rodriguez vollero rimanere per iniziare la loro opera missionaria Sànchez con otto uomini ripartì a fine gennaio 1582, ma giunti dove poi sorsero le missioni nell texana El Paso, il settantenne esploratore si ammalò e trasportato su una rudimentale lettiga morì poco prima dell’ arrivo a Chihuahua dove giunsero i compagni guidati da Hernan Gallegos a quasi un anno dalla partenza il 15 aprile del 1582.Poco dopo raggiunta la capitale nel vicereame della Nuova Spagna fece relazione della spedizione al governatore de Mendoza, dai servi indiani Geronimo e Francisco rimasti con i due missionari si seppe che erano stati uccisi, ma qualcuno non ne fu convinto.

Antonio de Espejo

Antonio de Espejo giunse nel vicereame della Nuova Spagna assieme all’ arcivescovo Pedro Moya de Contreras inviato ad officiare la sinistra inquisizione spagnola nel Nuovo Mondo da Filippo II, ne fu funzionario per un poì dedicandosi poi all’ allevamneto con il fratello Pedro che, per aver ucciso un dipendente venne condannato, lui accusato di complicità fu costretto a fuggire a nord in un villaggio dove sorse Santa Bàrbara fondata da Rodrigo de Losa nel 1582 dove ne frattempo erano giunti i sopravvissuti della spedizione di Sànchez Chamuscando e Rodriguez. Per riabilitarsi Espejo organizzò un’ altra spedizione per recuperare i due missionari rimasti da quella guidata da Chamuscado partì da Santa Barbara, novembre 1582 con altri due frati, quattordici armati, vari seritori e un centinaio di cavalli con i rifornimenti, portando il cronista Diego Perez de Luxan che doveva redarre la relazione del viaggio. Seguendo l’ itinerario della precedente spedizione in tre mesi raggiunsero il Rio Grande nel territorio dei Piro ove furono informati che i due frati erano stati uccisi, ma continuarono il viaggio nella più settentrionale regione di Bernalillo e il tribale Tiguex dove quarant’anni prima si era scatenata un guerra tra gli indiani Tiwa coalizzati con altri Pueblo e gli spagnoli di Coronado, trovando i villaggi pueblo deserti. Continuando a nord per i villaggi Keres ove si fermarono mentre de Espejo con due compagni si addentrò ad est nel territorio dei Tompiro e i vicini indiani Jumano ove ebbe notizia certa della morte dei due frati e del’ altro missionario Juan De Santa Maria, tornato con i suoi continuarono ad occidente tra gli indiani Zia trovandone il pueblo Tsi’ya, procedendo per quello Walatowa ribattezzato Jemez, il più antico pueblo di Aa’ku noto come Acoma e il grande Shiwinna del popolo Zuñi.

Da loro ebbe notizia di una zona aurea ad ovest e con alcuni indiani assieme a nove suoi uomini raggiunsero

Il territorio dei Moqui chiamati anche Hopi che confermarono l’ esistenza di quelle miniere e che continuarono a cercare per una settimana trovando giacimenti nel Valle Verde della vicina Arizona, esplorata dal francescano italiano Marco da Nizza nel 1539 e poco dopo da Coronado cercando le leggendarie città di Cibola. Tornato a Zuni una parte del gruppo lasciò la spedizione e lui continuò l’ esplorazione si dice scontrandosi con i Navajo, ma dato che gli atri indiani li chiamavano Querecho nemici, doveva trattarsi di Apache Mescaleros. Tornati indietro si scontrarono ancora con altri indiani Pueblo e si mossero ad est trovando giacimenti minerari poi tra i Tewa ostili decidendo di ritornare per un altro itinerario verso il Rio Pecos ad est giungendo al pueblo di Cicuique , discesero il fiume incontrando gli indiani Jumano che indicarono la via per il Rio Grande che risalirono fino al Conchos per poi raggiungere a Santa Barbara di Chihuahua il 10 settembre 1583 a dieci mesi dalla partenza. Fece relazione della sua spedizione esagerando volutamente sulla presenza di ricche miniere per ottenere un nuovo incarico, ma morì mentre tornava in patria.

Le spedizioni nel Nuevo Mexico

Dalla relazione di Espejo e della precedente spedizione di Chamuscado e Rodriguez il sovrano spagnolo Filippo II ordinò ai vicerè de Zúñiga prima e al successore de Velasco poi di trovare condottieri esperti per conquistare quelle terre alla Nuova Spagna, vi tentò nel 1590 Castaño de Sosa senza riuscirvi e tre anni dopo per proprio conto organizzarono una spedizione Francisco Leyva_de_Bonilla e il compagno Gutierrez de Humana per raggiungere il Rio Grande attraverso il Nuevo Mexico e per circa un anno attraversarono i territori dei Pueblo tra i villaggi Hopi e le comunità degli indiani chiamati Zuni discendenti dagli Anasazi. Arrivarono al Pueblo di Pecos raggiunto da Coronado cinquan’anni prima incontrando indigeni nomadi Apache e in un paio di settimane furono alla confluenza del Canadian e il fiume Arkansas verso la zona ove si trovava Quivira creduta una delle sette città leggendarie di Cibola prima della spedizione guidata da Coronado nel 1540. Aiutati daigli indiani Wichita proseguirono nelle praterie del nord, poi come raccontò l’ unico sopravvissuto Jusepe Gutierrez in una furibonda lite de Humana uccise il capitano de Bonilla e prese il comando finendo poco dopo ucciso dagli indiani, dopo che la guida con altri cinque indigeni avevano lasciato la spedizione , anch’essi attaccati dai guerrieri Apache e sopravvisse solo Jusepe preso prigioniero.

Juan de Oñate ultimo conquistador

Nella spedizione di Bonilla e Humana, rimasero tutti uccisi salvo la guida indiana Jusepe Gutierrez che ne narrò le vicende e l’ itinerario a Juan de Oñate, parte della nuova aristocrazia coloniale per aver sposato Isabel de Tolosa nipote di Cortès il conquistatore del Messico e nel 1595 ebbe l’ incarico di colonizzare i territori esplorati dalle spedizioni di Coronado prima e dal Chamuscado poi, seguita da quella di Espejo dieci anni prima. Juan de Oñate nel 1598 partì con la sua spedizione raggiungendo il Rio Grande che passò per la Regione di Chihuahua fino al al texano El Paso dichiarandone possesso del Vicereame spagnolo e vi fondò la colonia di Santa Fe de Nuevo Mexico e il il capitano Gaspar Pèrez de Villagrà che era con lui ne cantò le gesta nel suo poema epico Historia de la Nueva México. Ne divenne severo governatore con i Pueblo della regione e accusato di efferatezze nel 1606 Juan fu richiamato e processato impedendogli di tornare nella sua colonia di Nuevo Mexico, tornato in patria vi rimase per i successivi venti anni di vita onorato come l’ ultimo conquistador.

© Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol.America:Spagnoli in Nord America

Photo gallery: America Nord | Mexico Guatemala

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