Scendendo dal nord est brasiliano, dopo la splendida costa e il fascino coloniale delle città del Pernambuco, si stende l’ altrettanto affascinante territorio dello stato di Bahia, dove sbarcò per la prima volta nel 1500 Alvarès Cabral sulla sua costa meridionale a Santa Cruz de Cabrália poco a nord di Porto Seguro, ove si apriva una vasta baia incrociata poco dopo nel giorno di Ognissanti da Amerigo Vespucci che la ribattezzò San Salvatore di Ognissanti come l’ omonima chiesa fiorentina e divenne la Baía de Todos os Santos per i navigatori e conquistatori lusitani e da essa in seguito prese nome la Capitania come una delle prime province indipendenti portoghesi nel Nuovo Mondo fino al 1549, quando tornò ben presto nel 1549 tra i vasti possedimenti oltremare portoghesi della colonia Brasil. Dopo aver conquistato il Pernambuco, gli olandesi riuscirono a prendere per solo un anno nel 1624 parte del territorio, tentando poi invano la conquista della regione nella loro colonia brasiliana Nieuw Holland, quando furono sconfitti ed espulsi, Bahia prosperò con le grandi piantagioni di canna da zucchero che sie erano estese dal XVI secolo, inaugurando il lungo e nefasto periodo della schiavitù brasiliana con l’ importazione di neri africani. Un tentativo di riscossa di quella gente vi fu nel 1835 con la grande rivolta dei Malê , come erano chiamati gli schiavi e liberti africani di stirpe Yourba e Haussa, che coinvolse la popolazione nera di Bahia nella più grande insurrezione di schiavi americana, dopo quella haitiana contro il dominio dei proprietari francesi, iniziata nel 1791 fino al 1804 con l’indipendenza dalla colonia dell’ isola di Haiti, che la ispirò. Con l’ indipendenza dalla madrepatria nel 1822 e la proclamazione dell’ Impero_brasiliano i proprietari delle piantagioni di canna da zucchero si unirono a quelli del tabacco e caffè rafforzandone la potente aristocrazia, ma nel 1844 la scoperta di giacimenti diamanti ed oro attirò una moltitudine di cercatori nella corrida do ouro chiamati garimperos e avventurieri di pochi scrupoli che erano parte dei coloni conquistatori noti come bandeirantes dilaganti in tutti i territori brasiliani ove si scoprivano giacimenti. Intanto si estendevano gli allevamenti di bestiame abbattendo le foreste che fecero prosperare la regione e il grande mercato di Santana prospero nel XIX secolo fino alle devastanti siccità che la impoverirono. Tra le varie città che sorsero dal XVI al XIX secolo, all’ estremità settentrionale si trova Juazeiro nata nel 1833, nel XVIII secolo sorsero grandi città come Vitória sull’ altopiano interno al centro delle piantagioni di caffè assieme alle cittadine di Poções, Barra do Choçae Planalto, più ad ovest scacciando gli indigeni che la popolavano venne abbattuta parte delle foresta per i grandi allevamenti che fecero fiorire Barreiras. Sulla costa centrale del Dendê da un centro di pescatori del XVI secolo è sorta Valença con il suo porto ove affacciano edifici coloniali dell’ epoca, da un villaggio cinquecentesco fondato sulla costa settentrionale dai gesuiti, João Gonçalves e Antônio Rodrigues sorse la città di Camaçari. Nella regione meridionale al 1534 risale la fondazione di Vila de São Jorge dos Ilhéus e divenuta la grande città di Ilhéus che fu centro dell’ omonimo vecchio capitanato portoghese, poco distante nel XIX secolo sorse Itabuna, ancora più a sud fiorita con le piantagioni di eucalipto la più recente Teixeira.
Porto Seguro
Nella baia che vide il primo arrivo dei portoghesi in terra brasiliana sorse Porto Seguro che conserva la sua storia nel centro della di Cidade Alta con i suoi edifici coloniali, palazzi e chiese, sul colle di Glória i resti della prima chiesa chiesa di São Francisco edificata all’inizio del XVI secolo dai portoghesi ove si racconta sia stata sepolta l’ indigena Ynai che s’ unì con un marinaio della flotta di Gonçalo Coelho, ma quel che resta è di una più tarda chiesa del XVIII secolo. La barocca chiesa di Nossa Senhora da Misericórdia è tra le più antiche brasiliane, in Rua Antonio Ricaldi di trova l’ Igreja di São Benedito costruita a a metà del XVI secolo dai Gesuiti con i resti della prima scuola gesuita brasiliana, la Chiesa della Madonna della Misericordia sorta nel 1526, conserva la rara immagine di Nostro Signore dei Passi, con occhi di vetro, denti d’avorio e gocce di sangue in rubini. Proseguendo sulla piazza Tourinho dalla fine del XVIII secolo affaccia la Igreja Matriz consacrata a Nossa Senhora da Penha, tra gli altri edifici coloniali la Casa da cadeia che ospita il Museo di Porto Seguro e ne racconta la storia, l’ edificio vicino al fiume Buranhém con l’antico magazzino delle merci che venivano imbarcate. Fuori dal centro il parco Pascoal attorno l’ omonimo colle ove sbarcarono per la prima volta i portoghesi tra paludi e saline come riserva di quel che resta della foresta atlantica con la vegetazione endemica e varie specie di animali in estinzione come l’ orso bruno brasiliano e il bradipo dal colletto. Poco distante dal simile ambiente la Riserva Jaqueira che ospita comunità degli ultimi indigeni Pataxò che ne sono protetti mantenendo gli antichi costumi e tradizioni, Da dove affaccia il suggestivo Recife de Fora, con la spendida barriera corallina ricca di vita sottomarina che emerge nella bassa marea, lungo le magnifiche spiagge di Porto Seguro che si stendono a nord e sud dalla città, proseguendo sul litorale si trova Cabrália e continuando per la costa dove sorsero i primi insediamenti portoghesi nel XVI secolo nelle spiagge di Coroa Vermelha.
La baia Todos os Santos
Sulla lunga baia di Todos os Santos, dalla costa verso l’ interno si stende la vasta e fertile regione di Recôncavo con vari vecchi centri coloniali tra le piantagioni di canna da zucchero e tabacco un tempo lavorate dagli schiavi africani che hanno lasciato la loro discendenza nella popolazione. Dell’ epoca rimangono le grandi fazendas e cittadine coloniali come la città S.Antônio de Jesus sorta da un centro fondato nel XVII secolo che ne è divenuta capoluogo Cachoeira che è divenuta uno dei centri ove si praticano le cerimonie e i culti del Candomblè originato dai riti africani portati dagli schiavi diffusa in tutta la regione. Nel territorio un tempo popolato dalle comunità indigene dei Tupinambas a metà del XVI secolo venne fondata quella che divenne la città di São Amaro da Purificação nota come Amaro, poco a sud dal vecchi villaggio di Barra do Paraguaçu si sono stesi i quartieri Conceição de Salinas, Porto da Telha ed Encarnação che si trovano a Salinas meglio nota come la città di Salinas da Margarid, non distante anch’ essa sorta da un primo centro portoghese del XVI secolo Nazaré . Dal Fiume dei Giaguari o îagûarype nella lingua degli indigeni Tupì che popolavano la regione ha preso nome Jaguaripe che fu anch’ esso antico centro coloniale della baia. Sulla sponda destra del fiume Paraguaçu, sempre agli inizi dell’ epoca coloniale sorse il centro che è divenuta la cittadina di São Félix, più tardi nel XVIII secolo da João Evangelista de Castro Tanajura vennero fu fondata quella che divenne Castro Alves per accogliere i coloni nelle piantagioni che la circondano. Sulla baia affaccia l’ insenatura di Aratu con il suo porto e poco al largo davanti la baia l’ isola di Maré. Affacciato sull’ omonima baia il centro di Camamu assieme ad altre vecchi cittadine fondate in epoca coloniale come Maraú e Barra Grande, estesa verso il territorio di Rio ove si apre l’ altra grande baia di Guanabara, alla confluenza dei fiumi Santanam, Fundão e Cachoeira la baia di Pontal. Fondata dai gesuiti nel 1561, la città coloniale di Santiago do Iguape conserva edifici e chiese del suo passato adagiata sull’ omonima baia di Iguape come l’ antico territorio degli indigeni Maragós ove è sorta la città di Maragogipe e quello popolato dai Tupì sul fiume Paraguaçu che sfocia nella baia, divenuto villaggio di pescatori e poi la coloniale São Francisco .
Il litorale di Bahia
Tra le molte e varie spiagge di Bahia che si allungano per la baia di Todos os Santos, sul litorale della città non lontana dal centro si trova Farol da Barra, tra i quartieri di Pituaçu e Boca do Rio le più frequentate spiagge che si allungano da quella di Corsário, nel periferico quartiere di Pituba le due spiagge di Amaralina poco più lontano la meno frequentata ed isolata Arembepe, lasciata la zona urbana e periferica di Salvador seguendo il litorale si raggiunge la spiaggia di Armação. Tra le isole vicine al largo della costa si trova Boipeba, tra quelle di Madre de Deus e Frades si può raggiungere in barca l’ isola di Bom Jesus, attraverso la baia di Todos os Santos nella regione di Valença il Morro con l’ isola di São Paulo che si può raggiungere anche in traghetto da Bahia e città di Itaparical ‘Ilha do Mêdo, spostandosi lungo la baia dal porto di Aratu ci si può imbarcare l’ Ilha da Maré. A nord di Bahia per la strada chiamata Linha Verde sulla Costa dos Coqueiros si raggiungono le più frequentate località della regione come Arembepe dove sorgeva un villaggio di pescatori, proseguendo tra gli altri centri si trova Mata de Sao Joao con la Praia do Forte ove nidificano le tartarughe marine e da dove si inseguono splendide spiagge con al largo la barriera corallina che continuano sulla Costa Azul e più a nord fino allla limitrofa regione del Sergipe a Mangue Seco. Al largo della costa meridionale di Bahia da Caravelas si possono raggiungere le cinque piccole isole dell’ arcipelago di Abrolhos tra banchi di sabbia e le barriere coralline ricche di vita sottomarina protette dall’ omonimo Parque Nacional Marinho di Abrolhos.
São Salvador da Bahia
Capitale del territorio di Bahia è l’antica città di de Todos os Santos che da nome allo stato e meglio nota come Bahia o São Salvador, il più florido e ricco centro coloniale brasiliano che ha lasciato la sua memoria raccontata dai quartieri, edifici, palazzi e chiese di quest’ affascinante Salvador. Tra Praça da Sé e Terreiro de Jesus, fino a Praça Municipal e Praça Tomé de Souza si stende il centro coloniale della Citade Alta che dirama magnificamente dal più antico quartiere, che prende nome dal triste luogo ove venivano puniti gli schiavi al palo della gogna, Pelourinho fondato nel XVI secolo tra i primi della colonia brasiliana portoghese.
Da Largo del Pelourinho, ove si trova la colonna che gli da nome, tra gli antichi edifici colorati si va per il Largo do Cruzeiro de São Francisco ove si erge la croce davanti al complesso barocco del XVIII secolo con il convento e la chiesa di San_Francesco dalla cesellata facciata barocca in stile plateresco e gli interni riccamente decorati edificata come Igreja da Ordem Terceira de São Francisco, poco distante sull’ omonima Rua de São Francisco il seicentesco palazzo chiamato Casa dos Sete Candeeiros che ospita l’ omonimo Museu. Dove sorgeva la cinquecentesca cattedrale poi demolita si apre Praça da Sé con i suoi edifici colomiali e più recenti, nella vicina Praça Terreiro de Jesussu su una precedente chiesa gesuita nella seconda metà del XVII secolo sorse Catedral Salvador come Basílica Primacial do Transfiguração do Senhor dall’ imponente e candida facciata dai tre portali con le con statue de santi gesuiti che accedono agli interni con una navata e cappelle laterali decorate. Nella zona settentrionale del Barrio Pelourinho si trova l’ Igreja do Rosario dell’ Ordem Terceira de Nossa Senhora do Rosário dos Pretos sorta nella prima metà del XVIII secolo come la vicina Igreja do Sacramento da Rua do Passo e di altrettanto elegante barocco la Igreja da Ordem Terceira do Monte do Carmo nota anche come Igreja do Carmo. Affacciata su Terreiro de Jesus davanti la fontana la candida facciata barocca della chiesa consacrata a San Pietro nota come São Pedro dos Clérigos edificata all’ inizio del XVIII secolo, nella vicina Praça Tomé de Sousa il palazzo Rio_Branco edificato a metà del XVI secolo e ricostruito all’ inizio del XX in stile neorinascimentale. In Rua da Ajuda sul sito di un’ omonima chiesa gesuita costruita a metà del XVI secolo è sorta la novecentesca Capela de Ajuda consacrata a Nossa Senhora da Ajuda, mantenendo lo stile coloniale manuelino e dagli altari, pulpiti e ricche decorazioni settecentesche rimaste negli interni . Dalla piazza Thomé de Souza si scende nella Praça Cairu nella Cidade Baixa con il grande ascensore ottocentesco Lacerda per giungere nella Praça Cairu dove si trova l’ animatissimo mercato Modelo, nella citade baixa dalla penisola Itapagipe su un colle, in stile rococò e i decorati interni neoclassici, si erge la settecentesca Igreja Bonfim che accoglie a gennaio le cerimonie e la Festa do Senhor do Bonfim dalla lunga processione in costumi tradizionali che parte dalla distante chiesa barocca di Conceição.
L’ anima di Bahia
La storia di Bahia città è raccontata dagli edifici coloniali che affacciano sulle vecchie vie della città, come la suggestione delle antiche chiese e i conventi, quel che resta tra la citade alta e il mare di quelli che erano i vari e possenti forti a proteggerla, i più recenti quartieri della citade baixa con i vari musei che ne conservano la memoria, le vie e i viali che diramano dalle piazze e i parchi. Per conoscere veramente questa São Salvador da Bahia se ne deve comprendere lo spirito oltre tutto ciò, vicino la cattedrale da Praça da Sé verso il Largo do Pelourinho un elegante e colorato palazzo coloniale ospita la Fundação della Casa Amado intitolata al grande scrittore brasiliano che più d’ ogni altro ha cantato la sua città. Ne ho ritrovato diversi luoghi seguendo i suoi racconti come il Pelurinho in Suor, Il colle di Capa Negro in Jubiabá, Il porto e le storie di pescatori di Mar Morto, le povere vie delle bande di ragazzini Capitães da areia,i quartieri di Dona Flor e seus dois maridos, la Bahia dove giunse Teresa Batista cansada da guerra dopo il suo peregrinare, il mondo del Condomblè bahiano raccontato da O sumiso da Santa: uma história de feitiçaria ed altre indimenticabili opere di Jorge Amado. Si deve anche cercarne l’ Espíritu do povo e la sua Alma negra nelle celebrazioni che affondano nel sincretismo delle tradizioni, a giugno la Festa di São João con processioni in costume, danze di origine portoghese, ad ottobre tre giorni di festa con processioni, danze e frenetiche esibizioni di samba nel Micareta considerato il Carnevale fuori stagione noto come Micareta de Portão, seguite nello stesso periodo dalle suggestive cerimonie religiose e processioni dedicate alla Madonna Aparecida. A fine novembre le altre sontuose cerimonie religiose sempre consacrate alla Madonna come Conceição da Praia che si celebrano la notte nella Cidade Baixa con messa all’ aperto e la processione che precede la festa del Largo nei pressi del Mercado Modelo in una sintesi tra festante animazione e devozione sacra del misticismo bahiano. A dicembre il Natale di Salvador anima il centro con i presepi tradizionali e la Messa del Gallo di mezzanotte e continua fino alla cerimonia e la festa portoghese di Lapinha nell’ Epifania con la processione dei Re Magi, nel frattempo il Capodanno è celebrato fin dal XVIII secolo sulla spiaggia di Boa Viagem con la festosa processione di Bom Jesus dos Navegantes. All’ inizio di febbraio dal quartiere Rio Vermelho si celebra la cerimonia del Lemanjá con la processione di devoti che recano le offerte alla Mãe das águas con riti e invocazioni di protezione alla Madre delle Acque in una mistica e suggestiva atmosfera tra antiche tradizioni animiste e cattolicesimo. Il Carnaval di Bahia è altrettanto suggestivo ed animato di quello più famoso che si celebra a Rio de Janeiro, prima dell’ inizio si tiene la festa che designa la Rahina do Carnaval e il Rei Momo con le prove delle sfilate nell’ ensaios de carnaval fino all’ inaugurazione. Con la cerimonia dell’ Entrega da chave viene consegnata la simbolica chiave della città al Rei Momo e si aprono le sfilate dei camion da parata Trio Elétrico con le danzatrici dagli sgargianti costumi accompagnate dalle bande musicali che chiamano la folla alla festa. Tra i vari percorsi delle parate quello tradizionale del Campo Grande o Circuito Osmar procede sulla lunga Avenida Sete de Setembro attraverso la Praça do Campo Grande e lungo le gradinate davanti Teatro Castro Alves. Il percorso del Dodô lungo la spiaggia dal quartiere di Barra a Ondina, la parata maschile di afoxé dei Filhos de Gandhi vestiti di blu e bianco celebrano la tradizione ispirata al pacifismo indiano del Mahatma Gandhi, mentre Il Batatinha ospita le danze al ritmo che rappresentano il Candomblè. Per tutta la durata di sei giorni dell’ animatissimo Carnaval i grandi gruppi di parata Blocos con le le scuole di samba dirigono la folla danzante nei ritmi afroamericani nella Samba Roda e le esibizioni dell’ antico combattimento degli schiavi neri nella lotta danzante Capoeira, l’ animazione collettiva si spande per le vie seguendo le bande musicali dei blocos de rua, mentre i grandi cortei partono dai loro concentração che alla fine del percorso si mescolano alla folla nei dispersão. Gran parte delle manifestazioni popolari e celebrazioni religiose a Bahia sono legate al sincretismo religioso afrobrasiliano, così ci si può trovare davanti la candida facciata della chiesa di Nosso Senhor di Bonfim mentre le donne lavano la piazza e le gradinate nel rituale Lavagem, danzando e cantando nell’ antica lingua africana yoruba degli antenati portati come schiavi, fedeli e pellegrini che recano offerte ed ex voto nei riti tra cattolicesimo e antiche tradizioni africane che associa il Cristo Nosso Senhor do Bonfim ad Oxalà o Obatalà, potente e venerato creatore dell’ umanità e delle divinità Orisha. Più che altrove la tradizione religiosa e cerimoniale afrobrasiliana ha la sua anima nera a Bahia ove tutto sembra essere scandito dal Càndomble con i suoi rituali esoterici della Macumba, assieme alle cerimonie della Quimbanda e l’ Umbanda, ho cercato di capire quel mondo anche accompagnato dallo spirito di Jorge Amado:
“Nel vasto territorio del Pelourinho uomini e donne insegnano e studiano. Università vasta e variata, esso si estende e ramifica fino al Tabuão, alle Porte del Carmine e in Sant’Antonio-oltre-il-Carmine, alla Baixa dos Sapateiros, sui mercati, al Maciel, alla Lapinha, alla piazza della Cattedrale, al Tororò, alla Barroquinha, alle Sette Porte e al Rio Vermelho: in ogni luogo dove uomini e donne lavorano i metalli e il legno, usano erbe e radici, mischiano ritmi, passi di danza e sangue e con la mescolanza hanno creato un altro colore e un altro suono, un’immagine nuova, originale.”
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