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Via Baltica

Viaggiando per l’ Europa, s’attraversano paesi ove i secoli hanno lasciato tanta ricchezza di storia e cultura che ci si perde a descriverne interamente territori e città, così se ne cercano i percorsi che ben legano quelle vie tra loro come lungo ed affascinante racconto scandito dai tanti capitoli della nostra storia. Le antiche Vie dello Stagno incrociavano le Vie dell’Ambra nella regione del Danubio ove i romani posero il loro limes danubiano da sempre collegato attraverso le vie delle Alpi con la pianura Padana interamente percorsa dalla Postumia collegata all’ Aurelia e tutte le altre tra Roma con il resto dell’Impero. Il formidabile sistema delle strade consolari di Roma, dagli antichi commerci fu poi protagonista dell’intera storia medioevale e dei secoli a venire. Dalle strade romane vennero gran parte delle Vie della Storia in occidente e così si percorrono ad incrociare le medievali rotte dei Vikinghi e le vie slaviche fino all’estremo est d’Europa continuando con quelle della Russia, sugli antichi percorsi dell’Ambra dalla Slovacchia attraverso la Polonia si giunge in Lituania proseguendo in Lettonia e l’ Estonia su quelle definite vie baltiche.

Lituania

Venendo dalla Slovacchia attraverso la Polonia, da Danzica s’allunga la costa baltica per l’ enclave russo di Kaliningrad , ad est si stende la Lituania traversata dal fiume Neman che dirama per i suoi affluenti nella pianura che s’ alza di poco ad occidente per i monti moraines e ad est sui radi altipiani del colle Aukštojas, il Vištytis è il più grande tra i laghi che si inseguono sulle pianure coperte di boschi e tutto s’ammanta di gelo nei rigidi inverni baltici, risvegliando a primavera verso l’ estate che riscalda l’antico territorio dei Balti e di quelle sorse il popolo dei lituani. Fu poi la terra di Livonia ove il monaco Bruno di Querfurt nel mille andò a portare invano il cristianesimo, rimaneva qui l’ ultima Europa pagana stretta tra la chiesa dell’ovest cattolico e il cristianesimo dell’ ortodossia. All’inizio del duecento il vescovo Alberto di Riga fondò l’ ordine dei cavalieri Portaspada, per sottomettere i pagani di Livonia, poi fermati nell’epica battaglia del lago Ciudi ghiacciato sul confine estone da Aleksandr Nevskij, mentre nei territori si imposero rigidamente con la conversione forzata e lo sterminio dei popoli baltici. I temibili Portaspada e Cavalieri Teutonici furono protagonisti delle Crociate di Livonia, il granduca kunigaikštis Mindagaus si convertì divenendo karalius e iniziò il Granducato di Lituania ove regnò un decennio finchè venne ucciso dal nipote Daumantas che riportò il popolo al paganesimo. Convertito alla chiesa ortodossa sconfisse i lituani sul fiume Dvina e con il principe Jaroslav di Novogorod sconfisse i Teutonici e i temuti Portaspada presso Rakovor. Nel quattrocento Casimiro il Grande si scontrò nei domini dell’ Ordine teutonico fino al trattato di Torun riconquistando la Pomerania estesa ai territori di Elblag, la fiorente Danzica della Lega Anseatica, il castello Malbork e l’intera Lituania. Alla fine del cinquecento con l’ Unione di Lublino si stabilì una Rzeczpospolita tra Il Granducato e il vicino Regno di Polonia per la Confederazione polacco lituana governata dalla nobiltà Szlachta, terminata con la spartizione della Polonia nel settecento tra la Prussia, l’ impero asburgico e quello Russo. Dopo la disgregazione degli imperi sorse la Repubblica in conflitto nella guerra polacco lituana , poi i territori vennero occupati brevemente dall’ Armata Rossa dopo il patto Molotov Ribentrop prima dell’ occupazione nazista che ne fece dominio Reichskommissariat celebrando anche qui gli orrori dell’ olocausto. Divenuta Repubblica sovietica ha seguito la storia successiva fino alla sua dissoluzione e i Lituani hanno avuto indipendenza con il loro stato così come lo si trova attraversandolo . Alla confluenza dei fiumi Nemunas e Neris nel trecento sorse il Kauno Pilis che a lungo fu castello più volte attaccato poi nella battaglia di Tannenberg i potenti cavalieri Teutonici furono sconfitti e a Kaunas vennero concessi i diritti di Magdeburgo come città fiorendo di commerci con la Lega Anseatica e gran centro della Confederazione polacco lituana fino all’ annessione nell’ impero russo. Fu presa dalla Polonia divenendone capitale temporanea della provincia Laikinoji per venti anni poi per breve presidio’sovietico e quindi occupata dai nazisti che operarono i loro orrori con il ghetto Kovno e la deportazione di cui rimane memoria, poi Repubblica sovietica fino all ’indipendenza. Dalla sua posizione strategica nella regione aukstaitija sorse il castello a difesa delle incursioni durante le crociate di Livonia e da secoli di devastazioni il castello di Kaunas è risorto come lo si vede, a proteggere i confini dell’ impero russo sorsero le fortificazioni Tvirtrovè, tra essi si stende Kaunas dall’antico centro del sanamiestis. Il suo patrimonio storico si trova nella Rotuses aikste, il cinquecentesco Municipio con l’alta torre che si staglia candida come cigno sulla piazza. Verso il fiume sulla Aleksoto gatvè si trova la quattrocentesca chiesa Vytautas d’elegante tardo gotico in mattoni rossi come la contemporanea S.Giorgio e la bažnyčia consacrata a S.Gertrude. Più oltre l’ottocentesca di S.Michele cattolica ma bizantineggiante e riccamente decorata, di quell’epoca è la Sinagoga rimasta della vecchia comunità ebraica costretta nel ghetto e poi sterminata. Il novecento di Kaunas si incontra nella chiesa della Resurrezione, il museo nazionale ,quello delle marionette e l’inquietante museo del diavolo. Procedendo nella Curlandia occidentale si giunge al lago Galve ove Trakai fu l’ antica capitale del granducato di Lituania protetta dal poderoso castello che sembra emergere dal lago in una magnifica suggestione. Dopo la vittoria contro i Teutonici nella battaglia di Grunwald, la fortezza nell’ isola divenne residenza dei granduchi per un secolo poi abbandonata, è tornata al suo magnifico aspetto con il museo e l’ incanto di un affascinante percorso nel suo parco. Poco distante v’era un antico centro di tribù baltiche ove nel medioevo giunsero gli Slavi e poi comunità ebraiche, su un colle alla fine del duecento Gediminas fece edificare un forte a presidio del primo Granducato e ben presto artigiani e mercanti fecero fiorire quel centro a cui LadislaoII di Polonia concesse il rango della città Vilnius. Dopo la cristianizzazione dal medioevo al settecento sorsero le magnifiche chiese che s’ammirano nel centro della città vecchia nel cinquecento fu circondata da mura, poderosi bastioni e delle nove porte sulla Ausros Vartu ne rimane la suggestiva porta dell’ Aurora. Questa affascinante Vilnius ebbe il suo apogeo con SigismondoII , al successore Stefan si deve l’Università e da quell’ epoca allora sono sorti monumenti che per l’antica capitale s’irradiano dalla Senamiestis ove si stende magnifica la citta vecchia. Salendo per l’ Arsenalo o attraverso il parco Sereikiškes sul coll Gedimino s’arriva al Gedimino Pilies trovando il trecentesco castello Gediminas, poderosa fortificazione che per un secolo nel medioevo ha protetto Vilnius dalle Crociate del Nord. Poi devastato durante le guerre con la Russia, fu a lungo abbandonato e infine in parte restaurato nel Vilniaus pylis di Gediminas come lo si vede con la Torre che domina l’antica città. Della suggestiva vecchia Vilnius lo splendido panorama s’ammira anche dal colle Uzupis sull’ altra riva del Vilnia, il colle delle Tre Croci ricorda il martirio di tre francescani. Scendendo dalla via Pilies si percorre la strada per il centro ove la storia , il suo patrimonio e la cultura si vive percorrendo le sue vie dall’ Uzupis all’antica Senamiestis, tra via Stikliu e la Gaono v’era il medievale quartiere ebraico e in Zidu gatve si trova la grande Sinagoga sopravvissuta al ghetto e gli orrori che ne seguirono con le memorie nel museo Gaon. Dal ponte Zverynas alla Sventaragio gatve s’attraversa la Vilnius più recente per la Gediminos trovando il palazzo Seimas del Parlamento, il vicino palazzo Presidenziale e l’antica Biblioteca , poi il Teatro Lietuvos rusu Dramos ed altri palazzi fino alla piazza ove si slancia l’alto campanile candido come la sua splendida Cattedrale neoclassica consacrata ai santi Stanislaus e Laidislaus dai grandiosi interni e il Mausoleo sotto la cappella S.Casimiro, dietro la cattedrale il cinquecentesco palazzo dei Granduchi con il suo muziejai che ne conserva la storia. Si prosegue cercandone le chiese, tra le più suggestive la gotica S.Anna, per l’ Antakalnio s’arriva allo splendore barocco della seicentesca Basilica di Pietro e Paolo, dai suggestivi interni fittamente decorati, percorrendo la Didzioji si trova S.Casimiro. La via Vokieciu attraversa l’antico quartiere dei mercanti germanici luterani, nell’Ausros Vartu la seicentesca chiesa S.Teresa di sontuoso barocco con le sue cappelle e il cesellato pulpito sotto la cupola e le pareti affrescate da Motiejus Sluščianskis. Vicino l’incanto della suggestiva Porta dell’ ’Aurora ove è sorto il Santuario consacrato al culto mariano della Nostra Signora che conserva la splendida icona mistica Nigra Sum nella tradizione della Madonna Nera oggetto di pellegrinaggi. Entrando nella regione dell’Aukstaitija tra suggestivi colli s’attraversa il territorio dagli splendidi parchi naturali per il distretto Utenos con il capoluogo Utena, devastata dalle Crociate del Nord nel tardo medioevo baltico, risorta nell’ ottocento all’epoca risalgono gli edifici, dai dintorni di Utena si può deviare per lacittadina di Panevezys e il centro di Kedainiai, la medievale Molètai, altri centri e l’incanto dei laghi Labanoras. Tornando sulla costa ove sfocia il Nemunas, in questa zona i potenti cavalieri dell ordine Teutonico fondarono la città di Memelburg divenuta Klaipèda e associata alla lega Anseatica divenendo poi la provincia Sambia della Prussia orientale. Nel cinquecento aderì al Luteranesimo con il sovrano AlbertoI fiorendo di commerci sulle rotte anseatiche, poi entrata nella Confederazione polacco lituana e devastata dalla Svezia durante la guerra dei Trent’anni. Tornata alla Prussia vi rimase fino alla sconfitta dell’ impero tedesco divenendo Memel francese poi ripresa dalla Lituania e infine travolta dall’ occupazione nazista subendone gli orrori. Liberata dall’armata rossa fu sovietica seguendone la storia fino alla sua dissoluzione e di tutto Klaipèda conserva ancora alcuni luoghi che si cercano nella città vecchia seguendo gli itinerari attraverso la zona portuale. Dalla via Manto alla Taikos per la per la Tiltu fino al centro passando per Kurpiu e la settecentesca piazza Teatro. Seguendo nella Pilies gatve si trovano i resti dell’antico castello e sulla Sukileliu affacciano i palazzi Fachwerk, il museo della storia Lituana e del mare. Lasciando Klaipèda si va per le suggestioni di Curlandia nell’affascinante istmo tra le dune di sabbia che separa la penisola con la splendida laguna di Curonia e Neringa dal mar Baltico.

Foto Lituania

Lettonia

Dalla Lituania attraverso la laguna Curi, si va nella regione del Kurzeme dove il acpo Kolka separa il Baltico lettone dal golfo di Riga tra il suggestivo ambiente della penisola curlandese. Il territorio era popolato da tribù nomadi che parlavano livone, simile al finlandese, giunsero poi i Balti e le tribù Lettoni dalla lingua d’ origini indoeuropee, mantenendo i miti e l’antica religione della tradizione pagana e nel medioevo entrarono in conflitto con i Teutonici che ne fecero Crociata. Mentre si scatenavano queste guerre in Livonia proseguiva la conversione ad opera di Alberto Buxhövden che nel duecento fondò la sede vescovile e la città di Riga, poi dominio Teutonico e quindi dell’ Impero germanico rimanendovi fino al cinquecento. Entrata nella Confederazione Polacco Lituana venne divisa nel Ducato di Curlandia e a settentrione del fiume Daugava nelle provincie di Livonia e Latgallia, poi nel seicento Il potente regno svedese prese la Livonia facendone provincia. Tale rimase per un secolo fino alla sconfitta nel conflitto svedese, entrando nei domini dell ’impero russo parte dei governatorati baltici, operando la sua russificazione per tutto il settecento. A fine secolo con la spartizione della Polonia, la Russia imperiale di Caterina II ne prese il territorio fino alla prima guerra mondiale occupato dall’ impero tedesco facendone OberOst. Al termine del conflitto conquistò l’ indipendenza, poi il ministro Ulmanis ispirato dal fascismo sciolse il parlamento Saeima facendone un’altra dittatura europea. Dopo il patto Molotov Ribentropp come gli altri stati baltici divenne Repubblica sovietica , ma l’anno dopo con l’ occupazione nazista fu parte dell’Reichskommissariat Ostland che anche qui ha celebrato l’olocausto con l’asservimento delle SS lettoni negli orrori dal ghetto di Riga ai campi di sterminio di Salaspils e di Kaiserwald, da Liepaja e Jungfernhof alla foresta Bikernieki, dal massacro di Rumbula ai lager di Skede e gli altri luoghi. Tragedia che ha recentemente visto una disgustosa riabilitazione della Waffen legione SS lettone asservita all’occupazione da parte del presidente in un osceno orgoglio nazista. Dopo la liberazione tornò a lungo Repubblica sovietica fino alla sua dissoluzione come gli altri stati Baltici divenendo indipendente. Dalla penisola curlandese la costa si stende per la Vidzemes e la lunga spiaggia ove è sorta la cittadina russa per le dacie dei burocrati sovietici e poi i nuovi ricchi del libero mercato che a volte sono gli stessi a sciamare d’estate per le vie e locali di Jurmala proseguendo sul litorale Kurzeme per Il golfo di Riga disteso verso le estoni Kuressaare e Parnu fino all’isola Saaremaa. Questa costa è popolata da gente che discende dagli antichi Latvji della vecchia Semigallia e di qui nel seicento cominciarono a partire per la colonizzazione delle Americhe . All’epoca v’era un villaggio sul fiume Venta ove nel medioevo i germanici dell’ordine Livoniano edificarono un poderoso castello attorno cui sorse Ventspils che fiorì assieme a Daugavpils e alla città di Riga come porto della potente lega Anseatica, poi entrò nel Ducato di Curlandia. Devastata durante la guerra del nord, nel settecento passò all’ impero russo seguendone la storia, nella Repubblica sovietica fu a lungo inaccessibile base navale Karaosta e ne conserva l’animatissimo porto. Dal quartiere Karosta si va per le spiagge bianche del litorale, sul lungomare che s’allunga con Liepaja si passa per i resti del forte Tuvejie e Ziemelu, poi le vie ove affacciano palazzi liberty che contrastano con il grigiore degli altri sovietici. Si staglia l’alto campanile della Cattedrale Trinità ove sta il più grande organo d’Europa, più oltre la chiesa San’Anna risplende in mattoni rossi mentre quella di San Giuseppe tra le piccole torri si tinge di giallo, non rimane molto del vecchio Ducato e la sua avventura coloniale, molto dell’epoca sovietica nella nuova città sul mare. Anche in questa dinamica città, s’è celebrato olocausto nella tragedia dei massacri nazisti di Liepaja. La storia di Riga con la sua cultura i vari luoghi e le attrazioni si percorre negli itinerari partendo dalla sua culla sul fiume Daugava ove a roccaforte di Livonia nel trecento sorse il Rīgas pils dei Portaspada e ne rimane il poderoso Castello residenza del Presidente , sulla Maza pils le tre facciate dei palazzi Tris Brali ricordano il glorioso passato della città che fiorì di commerci nella Lega Anseatica. Di li si va per la Pils Iela trovando l’ottocentesca Anglikāņu baznīca luterana edificata per mercanti britannici e poco distante l’alto campanile S.Giacomo che sorse nel duecento, tre secoli dopo per la riforma protestante fu convertita in Luterana. Riconquistata la città dal polacco Stefano I fu affidata brevemente ai Gesuiti e di nuovo Luterana con la presa svedese di Gustavo II e tale rimase fino agli anni venti del novecento quando tornò cattolica come la vicina Marijas Marijas Magdalenas . Procedendo sulla Torna iela si trovano le antiche medioevali e l’ottocentesco Arsenāls russo e al fondo la trecentesca torre Pulvertornis rotonda poi nella Jekaba iela l’unica porta svedese seicentesca rimasta Zviedru vārti Vecrīgā e poco oltre la torre medievale Rāmera tornis. Nella Amatu iela si trovano I due neogotici palazzi Gilda sorti nel quattrocento per la corporazione dei mercanti Lega Anseatica, per la Skarnu s’arriva alla luterana S.Giovanni iniziata nel di lunga costruzione dal medievale gotico al rinascimento fino al barocco e all’alto campanile ottocentesco. Poco oltre la gotica consacrata a S.Pietro Petera Baznica come chiesa per i mercanti fin dall’inizio del duecento, anch’essa divenuta luterana dalle splendide forme e gli interni decorati, dall’ alto campanile della chiesa la vista spazia sulle immagini dell’affascinante città. Dall’altra parte della Skamu, ove si incontravano i Portaspada è sorta la chiesa romanica San Giorgio che ospita il moderno museo di Arti decorative. Nella piazza Doma Lakumus si trova il Rigas doms, la grande Cattedrale duecentesca dell’arcivescovo Alberto dai suggestivi interni, le grandi vetrate, l’ organo e l’austero sepolcro di Meinardo, a fianco s’accede al chiostro del monastero con il museo storico. Dalla Domalaukum tra le vie ove affacciano antichi palazzi, vecchi locali alternati da moderni ritrovi rumorosi alla sera, s’arriva a Ratslaukums ove si apre la piazza omonima con il Rīgas Dome che ospita il Comune al centro la statua di Rolando simbolo della libertà anseatica, d’un lato la trecentesca Melngalvju nams suggestiva casa di mercanti blackheads della congregazione Teste Nere. Contrasta il geometrico squallore del museo dell’occupazione , il grigiore sovietico si poteva ricordare senza turbare l’armonia delle splendide immagini. Seguendo la mappa di questo patrimonio si va per l’ elegante quartiere traversato dalla Alberta iela ove affacciano i palazzi Nouveau qui tradotto nel Jugendstil realizzato da Eisenstein padre del grande regista Sergej, continuando nella Elizabetes. A proseguire sulla Strelnieku verso il resto della città si passa dal monumento alla Libertà dello scultore Zale e poi cercarne ancora gli itinerari, ripeterne i percorsi tra le sue chiese e tutti i luoghi di Riga. Fuori dal centro sul Brivias gatve si trova la chiesa ortodossa con l’ottocentesca Cattedrale della Natività, degli ebrei nella Peitavas iè sopravvissuta la sinagoga di Peitav Sul sorta in Nouveau. Le altre seguirono l’ordine delle sinagoghe incendiate con i fedeli che vi si trovavano e i restanti del ghetto andarono nel vicino campo di Kaiserwald a segnare altro capitolo dell’olocausto in Lettonia, anche ciò è da scoprire negli itinerari della storia di Riga. Verso il nord la regione di Vidzeme fu anch’ essa territorio dell’antica Livonia abitata fino al medioevo da popoli ancora pagani, con la crociata divenne la cristiana Terra Mariana dominio dell’ ordine di Livonia. Entrata nella Confederazione, nel seicento fu in parte presa dal regno svedese e il secolo successivo con la guerra del nord passò all’ impero Russo. Attraversando il Vidzeme tra la sua storia e natura ove ne rimangono i castelli medievali , verso est si giunge nella città di Sigulda sorta sul fiume Gauja nel medioevo, dell’antica città rimangono i percorsi nella storia che attraversano Sigulda. Sull’ altra riva a Turaida giardino divino centro con due castelli, le rovine del medievale fondato dai Portaspada e il nuovo che ancora s’ammira ottocentesco. Vicino la tomba della leggendaria la fanciulla immolata all’onore Rosa di Turaida, poco oltre il colle Dainu con fantastiche sculture di antiche tradizioni. Di qui si accede al parco Gauja e il suggestivo ambiente della valle scavata dal fiume Gauja tra boschi e splendidi laghi in magnifico percorso nella natura. Passando per la vecchia chiesa si esce nella medievale Cesis che conserva l’antico centro tra stradine ove affacciano vecchi palazzi e case di pietra portando alla duecentesca chiesa, ne’ pressi il castello che la proteggeva e di lì l’ultimo lembo del paese.

Foto Lettonia

Estonia

Venendo dal golfo di Riga e il suggestivo ambiente della penisola curlandese le antiche Vie dell’Ambra terminavano a settentrione nelle terre popolate fin dall’antichità da gente di lingua estone, convivendo con i Balti e altri popoli che abitavano il Baltico di tradizione pagana. I romani chiamavano quella gente a nord del loro limes danubiano Aestii e che secoli dopo quel territorio era nelle rotte dei Vikinghi e di lì scendevano nella Terra Ru’s di Kyev. Anche qui nel medioevo giunsero i germanici e con i Teutonici andarono convertendo quei pagani in cristiana Crociata così che il sud fu preso nella Livonia e il nord nell’ Hertugdømmet Estland danese che ne fece Ducato passato poi nel cinquecento al regno svedese, i territori entrarono nelle vie della potente Lega Anseatica e con esse giunse la riforma protestante di Lutero. Nel settecento con la guerra del nord fu ceduto alla Russia zarista, rimanendone dominio fino alla prima rivoluzione quando l’ Estonia andò cercando la sua indipendenza e dopo la caduta dello zarismo proclamò la sua Assemblea Maapäev, ma subito dopo l’impero tedesco l’invase facendone suo OberOst. Dopo la rivoluzione russa fu breve governo provvisorio subito abbattuto dai sovieticia originando la guerra di indipendenza che terminò con il trattato di Tartu che fondava la Repubblica. Fiorì governata dal parlamento Riigikogu e la presidenza di Päts, fino al trattato patto con la Germania che assegnò il Paese all’influenza sovietica e poco dopo tragicamente sconvolta dall’ occupazione nazista che ne fece Reichskommissariat . Qualcuno ha tentato oscenamente di riabilitare la sanguinaria formazione estone asservita ai nazisti nella DivisionSS motivandone il ruolo di combattenti contro i sovietici che andava liberando l’Europa orientale, ad aggiungersi alle digustose tesi del revisionismo che da tempo infestano una pseudo storiografia fascista. Alla sconfitta del nazismo dopo la battaglia di Narva fu ripresa l’ occupazione del Baltico e divenne sovietica seguendo la storia e con un governo in esilio fino alle conseguenze della Perestrojka divenendo uno degli stati post sovietici ed infine indipendente. Come il resto del golfo di Riga v’erano antichi insediamenti di Estoni e altri popoli del Baltico di tradizione pagana quando anche qui nel medioevo giunsero i teutonici nella loro Crociata e nel duecento fondarono Parnawa divenuta l’estone Parnu su quel tratto del Baltico che non gela d’inverno così che fu porto della Lega Anseatica e fiorente città nella germanica Livonia. Nel cinquecento con la guerra di Livonia fu svedese, poi dopo l’altra guerra del nord fu di quello Russo, seguendo poi la storia d’Estonia. La sua magnifica posizione ne ha fatta località turistica con la lunga spiaggia ove affaccia la cittadina conservando monumenti del suo passato partendo dalla zona Nikolai con il settecentesco municipio Raekoda arricchito d’ art Nouveau nel novecento, procedendo sulla Nikolai si trova la barocca chiesa rossa Eliisabets. Il seicentesco ospizio Seegi Maja nella Hospidali tn, passando per Mere puistee e la statua del musicista Valgre, sulla visa Vee risplendono le guglie smeraldo della barocca Jekaterina che ha ispirato le chiese ortodosse baltiche. Oltre un tratto di mare ad ovest si giunge al porto di Ringsu nell’isola di Ruhnu popolata dagli antichi scandinavi fu anch’essa presa dall’ ordine Teutonico, passata alla Svezia nel seicento e poi alla Russia, possedimento della Lettonia ed infine sovietica che ne fece base militare. Sul colle Haubjerre si staglia il faro progettato da Eiffel che domina i vecchi villaggi ove da secoli la popolazione luterana alleva la pregiata razza di pecore Ruhnu , ne rimane la seicentesca chiesa di legno. Vicina alla terraferma si accede all’isola di Muhu la minore delle isole , di qui si arriva al suggestivo patrimonio naturale dell’isola di Saaremaa, dai vecchi villaggi, mulini e fari tra foreste di pini e abeti rossi. Saaremaa si schiude come scrigno di natura e storia affacciata sulle splendide spiagge dominata dall’ antico castello, ultimo baluardo contro i teutonici. Sulla costa meridionale si trova Kuressaare fiorita sulle rotte della Lega Anseatica, poco a nord di Saaremaa l’altra isola Hiiumaa anch’essa dal suggestivo ambiente naturale. Tallinn si schiude con i suoi quartieri, la ricchezza dei monumenti, le atmosfere delle chiese, la storia nei musei e l’ incanto delle vedute. La lunga via Rannamae tee circonda la città vecchia che racchiude le sue attrazioni per affascinanti itinerari nella storia del centro dal magnifico profilo di questo patrimonio entrando per l’elegante Pikk tanav lungo antichi palazzi ove si staglia la duecentesca Oleviste kirk, la chiesa Dan Olav consacrata al beato sovrano Olav II , fino al seicento fu l’ edificio più alto del mondo dal cui campanile la vista spazia sulla città. Dopo le medievali facciate delle Tre Sorelle si giunge alla Raekoja plats ove si apre l’animata piazza dell’ antico municipio, il gotico Raekoda dominato dalla torre del leggendario guerriero Vana Toomas, centro del Ducato a cui Il beato sovrano danese Eric IV conferì il diritto ad amministrare quella che fu città fiorente di commerci nella Lega Anseatica. Suggestivo cuore di Tallinn coronato di antichi palazzi multicolori che sfumano magnificamente con il variare della luce quotidiana. Di qui diramano itinerari a scoprire gli affascinanti luoghi dell’ antica Tallinn uscendo per la Viru Tanav si ritrova la più moderna animazione, qualche edificio di sovietico grigiore nell’armonia degli antichi palazzi di questo patrimonio.Tornando sulla Pikk tanav si sale per la scalinata Pikk Jalg Torn fino alla Lossi plats per accedere al colle di Toompea dalle suggestive vedute ove s’erge l’antico Castello che domina la città con la torre Ermann dalla splendida vista e simbolo della storia d’Estonia. Preso con le Crociate della Livonia dopo la battaglia +Lyndanisse nel duecento da Valdemaro di Danimarca , il Castrum Danorum danese fu conquistato poi dai Portaspada vide gli echi della rivolta di San Giorgio un secolo dopo contro lo stato Teutonico.

Divenne difesa della città anseatica, poi dominio svedese e nel settecento russo, decaduto nel governatorato Reval, ospita il Parlamento Riigikogu e la Casa Stembok sede del Governo. Ne’ pressi i resti delle possenti mura medievali rimangono i bastioni dalle tracce in piazza Vabaduse per la torre di Neitsitorn ove venivano rinchiuse le meretrici, alla porta Suur Rannavarav con il museo marittimo e la torre Eepping dalla suggestiva vista sulle strette vie fino a Toompea. Le torri che i teutonici chiamarono kiek in de kok giacchè si poteva vedere le cucine dei palazzi più vicini nella città medievale dominata da Toompea quand’era dell’ orine Teutonico e poi a protezione della Tallinn nella Lega Anseatica. Ne rimane a quattrocentesca torre con il suo muuseum, baluardo nella guerra di Livonia reca ancora le palle del bombardamento ordinato da Ivan il Terribile, si percorre la storia del kiek nei suggestivi interni godendo la vista dalla torre sulla città. Davanti l’ottocentesca cattedrale ortodossa Alexander Nevsky dalle imponenti immagini d’ogni parte vi si arriva sorta su questo colle Toompea durante il dominio russo sul sepolcro del leggendario eroe estone Kalevipoeg, maggiore delle chiese ortodosse estoni, la cattedrale appare con suggestive immagini esterne scrigno del sontuoso interno e magnifica vista dall’alto. Poco distante dalla Raekoja plats e il municipio si trova la medievale Niguliste kirik consacrata a S.Nicola dalle tre navate con la guglia seicentesca, s’accede dal portale originale per le successive, la raffigurazione del santo protettore dei naviganti di Hermann Rode da Lubecca e l’inquietante Surmatantsu noto come Danza Macabra dipinta nel quattrocento da Bernt Notke nella cupa iconografia medievale del Trionfo della Morte che qui ha tra le sue rappresentazioni più suggestive. Nella Puhavaimu si erge la trecentesca chiesa del S.Spirito con il suo antico orologio, fuori dalla città vecchia in Vabaduse Valjak s’apre la piazza Libertà con la Colonna che celebra l’ indipendenza dopo la guerra estone. Travolta dal Reichskommissariat con la barbarie nazista prima e dall’occupazione sovietica poi, da una parte l’ottocentesca neogotica S.Giovanni,, uscendo per il viale Kaarli si trova la Kaarli Kogudas luterana di S.Carlo. Continuando nella storia e cultura si cerca il lussureggiante parco Toom, il settecentesco palazzo Kadriorg voluto da Caterina di Russia su progetto del veneziano Michetti e a completare la scoperta dei quartieri s’arriva alla vecchia stazione baltica e poi attraversando il quartiere Kesklinn si procede oltre il lago lUlemiste, lasciando Tallinn con i suoi edifici, le tante chiese e la storia nei musei conservando memoria delle suggestive vedute . Ad est si va per la regione Ida Viru lungo il Baltico, penisole e baie sul golfo di Finlandia , spiagge e scogliere, piccoli villaggi tra foreste laghi e cascate nella prorompente natura del parco Lahemaa, attraverso le riserve Koljaku e Vainupea fino alle paludi di Laukasoo. Il medievale Manoscritto Nestoriano dice che un popolo di stirpe Finnica chiamato Ciudi abitava la regione del lago e che Jaroslav I sottomise. Il vasto Peipus lo si conobbe così come lago dei Ciudi sul confine orientale con la Russia. Sul Peipus gelato d’ inverno il principe Nevskij guidò l’ armata popolare Rus’ contro i potenti teutonici nella loro ultima Crociata contro i Russi di Veliki Novgorod e fu l’epica battaglia del lago ghiacciato celebrata dal film del grande Ejzenztejn. Dalla più meridionale contea di Valgamaa o da ovest per quella di Viljandimaa s’attraversa il suggestivo territorio della sponda occidentale Polvamaa entrando nella contea di Tartumaa per Tartu. Sorta su un’antico centro fortificato degli Estoni, nel mille venne presa dai russi di Jaroslav I, poi dai cavalieri Teutonici divenendo la città del vescovato Dorpat che collegava le città anseatiche con la vicina Pskov e la potente Novgorod. Nel seicento Dorpat fu presa dagli svedesi e la città si chiamò Tartu e vi sorse l’ Università voluta da Gustavo II , il secolo successivo dopo la guerra detta del Nord passò all’ impero russo trasferendo l’Universitas Tartuensis a Parnu per tornarvi all’inizio dell’ottocento. Protagonista del tentativo di indipendenza, subì l’ occupazione nazista e poi quella sovietica entrando nella repubblica Estone fino al crollo sovietico. Rimane gioiello neoclassico come la si vede attraversata dal fiume Emajogi tra il lago Võrtsjärv e il grande Peipus, percorrendo il suo profilo storico. Dalla settecentesca Raekoja plats con il Municipio di russo neoclassico che l’accomuna agli altri eleganti palazzi dell’ epoca con i vari musei e la sontuosa residenza zarista Tolly, per la strada Ülikooli tänav s’arriva all’ Università e passando sotto il ponte Inglisid, si sale sul colle Toomemagi con la medievale cattedrale edificata nel duecento dai teutonici e il moderno osservatorio astronomico che domina la città. A nord lungo lago Peipus nella contea Jogevamaa per entrare nella più settentrionale Ida Virumaa attraversata dal fiume Narva che la confina con la Russia, passando per i luoghi della regione dalle cascate di Valaste alla cittadina di Toila con Il parco Toila Oru nella valle del fiume sacro Pühajõgi. L’ottocentesco convento di Kuremä, monastero Pühtitsa Klooster delle monache ortodosse s’ erge sontuoso con cinque chiese e la cattedrale che custodisce la sacra icona della Dormizione della Vergine oggetto di pellegrinaggi. Johvi che s’ attraversa come residuato di grigiore sovietico, ma se ne trova la storia nella quattrocentesca chiesa fortificata di San Michele, parte del sistema di castelli della Virumaa. Questa regione fu popolata da tribù della cultura Kunda, poi gli Estoni e gli iatvingi assieme a baltici che ne presero tradizioni e lingua. Nel medioevo vi sorse la città sul fiume Narva ceduta dal regno danese nel trecento all’ ordine Portaspada gran centro di commerci. Nel cinquecento dopo la sconfitta nella guerra della Confederazione Lituana e l’ impero svedese contro quello russo ben presto ripresa dagli svedesi e a lungo contesa con lo Zarato dalla fortezza Ivangorod di Ivan III che da secoli fronteggia il castello di Hermanni Innus dall’altra parte del fiume. Nel settecento nella seconda guerra del nord con la battaglia di Narva l’armata dell’svedese sbaragliò quella di Pietro il Grande che però riprese poco dopo Narva entrando definivamente nell’ impero russo fino alla breve indipendenza e anche qui il dominio nazista fino alla furibonda battaglia alla quale seguì l’occupazione sovietica parte della Repubblica Estone fino alla disgregazione sovietica. E’ la città che più ha subito la russificazione che ancora la si trova nella popolazione, centro industriale con due centrali elettriche, per oltre un ventennio ha visto il flusso di manodopera e sono sorti gli squallidi edifici dalla triste uniformità, si salva un po’ il centro ove rimane qualche luogo che ricorda la vecchia città barocca. Nella Raekoja plats il seicentesco Municipio con il grande orologio che ha scandito gli ultimi secoli di storia, l’ottocentesca chiesa Aleksandri e dello stesso periodo la Cattedrale ortodossa della Resurrezione, accanto al monumento che ricorda i deportati in Siberia. La storia più suggestiva di Narva la si trova per la via di Pimeaia con i giardini sul fiume ove i stagliano le fortificazioni trecentesche con il castello e la poderosa fortezza , da secoli si fa ammirare questo patrimonio che fu dominio dei Teutonici e poi ingrandito come lo si vede con la torre che ospita il Linnamuuseum a raccontare la storia della città. Affaccia maestosa sul fiume che la divide dalla Russia magnificamente fronteggiata dalla poderosa fortezza anch’essa con i suoi percorsi e il suo museo a condividerne la storia. Oltre questo ponte si va per le vie russe, qui incorociavano le antiche vie vie dell’Ambra con le medievali rotte dei Vikinghi che discendevavo il Volga e il Dnepr per l’antica Rus, come un anello a legare le vie baltiche a quelle slaviche in uno dei più lunghi ed affascinanti itinerari sulle Vie della Storia.

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