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Vie dell’Africa

Fin dall’antichità l’Africa fu tema di storie, leggende e racconti di viaggiatori seppur fantastici, la geografia antica aveva delimitato immaginari confini ad est ed ovest del continente e i fiumi che l’ attraversavano.Gli immensi territori australi rimasero sempre fuori da ogni geografia o leggenda, essi erano oltre i confini di tutto, anche di ciò che era tenebrosamente indicato con hic sunt leones. Mentre i portoghesi avanzavano sulla costa atlantica, gli arabi da tempo avevano fondato i loro porti su quella orientale e il più meridionale era Sofala, vi arrivava avorio e oro in gran quantità che un popolo evoluto sapeva estrarre e lavorare, dove regnava il “Signore delle Miniere” Monomotapa. Si trovava negli sconosciuti territori tra i fiumi Limpopo e Zambezi che si gettavano nell’ Oceano Indiano, dal il corso e l’origine ignoti ,le tradizioni locali parlavano di grandi città di pietra cinte da possenti mura nelle terre di Zimbabwe e miniere ricchissime di rame, stagno ed oro, vi regnavano potenti sovrani, circondati da grandi corti e complicati cerimoniali.

All’inizio del XVI secolo i portoghesi superarono il Capo delle Tempeste cercando le rotte per l’ oriente e dall’ Atlantico entrarono nell’Oceano Indiano risalendo le coste meridionali dell’ Africa fino a Sofala, dove nel 1506 Dom Diego de Alcacova seppe del leggendario regno di Monomotapa e ne descrisse le ricchezze di cui aveva sentito parlare.

Poco più tardi la corte del Signore delle Miniere era frequentata da mercanti portoghesi, dopo altene vicissitudini e qualche scontro armato, una diecina di anni dopo il secolare regno di Monomotapa era conquistato.I portoghesi erano più interessati al protettorato e i suoi vantaggi commerciali che non all’esplorazione dei territori limitrofi e l’Africa australe rimase ignota per tutto il successivo periodo dell’impero Monomotapa fino all’inizio del XIX secolo.Nel frattempo gli olandesi avevano cominciato ad interessarsi a quei territori incogniti dell’ Africa meridionale e nel 1621 fondarono la Compagnia delle Indie Occidentali per contendere il dominio portoghese nell’Atlantico e le coste africane, si impossessarono delle loro basi in Africa occidentale per le vie degli schiavi e fondarono nuovi centri in Angola, procedendo sulle coste dell’ Oceano indiano in Mozambico per aprire la rotta del Capo sfruttando i monsoni verso l’ antica Via delle Spezie in oriente.

Nel 1652 furono inviati tre vascelli di coloni in Sud Africa che fondarono la Città del Capo, ne giunsero altri che si spinsero nei territori sconosciuti dell’ interno contendendoli ai popoli Bantu e Zulu che erano migrati negli antichi territori tribali degli Ottentotti e dei nomadi Boscimani, iniziò l’epopea della “transumanza” che i boeri definirono il Grande Trek. Per oltre un secolo i coloni avanzarono con il bestiame spingendosi oltre il fiume Kei nella regione Fish River occupando i pascoli delle tribù Xosa e dilagando ad oriente nel territorio degli Herero, con i quali iniziarono un lunghissimo e sanguinoso conflitto che decimò le tribù fino al 1880, quando si sottomisero al protettorato tedesco per sfuggire alle persecuzioni dei “contadini” boeri.

Sulle antiche rotte delle grandi migrazioni Bantu e Zulu, delle vie commerciali dei grandi Regni Neri del Congo e di Monomotapa e le più recenti vie della penetrazione Boera, i primi esploratori cercarono di raggiungere le zone ignote dell’ Africa Australe dal bacino del Congo alle savane di Zambia e Zimbabwe , dal deserto di Kalahari e il Delta Okavango in Botswana alla costa desertica di Namibia fino alle regioni più remote del Sud Africa .

Grandiosi ambienti naturali, fiumi maestosi, laghi, foreste, savane, deserti, una straordinaria varietà di fauna e flora,

popolazioni dalle tradizioni e costumi uniche, l’ immenso teatro delle vie delle esplorazioni cercando un’altra Africa.

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