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Nel nord di Sumatra a Simalingun vi sono i resti di una antica civiltà megalitica, le antiche leggende delle tribù Batak affermano che risalgono agli antenati mitici che esercitano effetto magico benefico, alcune statue sarebbero antenati che trasgredirono le leggi del clan e pietrificati per l’eternità, altre ancora lo spirito delle acque Boru Sawang Naga. I Batak sono stati a lungo considerati tra le più inavvicinabili popolazioni dello arcipelago indonesiano, resi noti nel secolo XIX dall’ esploratore Elio Modigliani che li descrisse come un popolo bellicoso dedito all’ antropofagia, ma al contrario delle altre tribù che praticavano il cannibalismo rituale, lo inserirono nel loro ordinamento giudiziario tribale. I racconti del nostro esploratore sconvolsero il mondo occidentale e gli abitanti di Sumatra furono considerati tra i più “primitivi” abitanti dell’ Indonesia. Dai tempi di Modigliani é passato molto tempo, i Batak non mangiano più i trasgressori e con circa un milione e mezzo costituiscono il più numeroso gruppo etnico di Sumatra, suddiviso in sottogruppi in base alla loro distribuzione territoriale, quali i Pak-Pak, Simelungun, Mandaling, Karo e Toba, ognuno dei quali possiede un differente dialetto. Le grandi abitazioni “baga” in legno e bambù con tetti altissimi a spioventi possono ospitare da un minimo di quattro famiglie tra i Batak Toba, fino ad un massimo otto tra i Batak-Karo, si fronteggiano simmetricamente su due file parallele e si differenziano dalle abitazioni destinate al capo-sacerdote, al fabbro, alle ragazze nubili e ai celibi. L’ antica tradizione guerriera dei Batak e i Minangkabau, é testimoniata anche dalle alte recinzioni in terra battuta che circonda i villaggi, ricordo delle faide che contribuivano l’arricchire la “casa dei crani”. Oltre alla suddivisione in specifiche tribù e comunità, la società Batak si basa sui clan “marga” a discendenza patrilineare, mentre tra i Minangkabau è matrilineare, sotto l’autorità del capo e un tempo tutte le tribù erano amministrate dal sovrano Singa-Mangaraja, di cui é rimasta la reggia sacra. La società Batak è rigidamente patriarcale, all’opposto della vicina popolazione dei Minangakbau dove vige il matriarcato, la donna rimane “ propietà” del padre fino al matrimonio, quando il diritto passa al marito. Se la donna rimane vedova, i parenti maschi dello sposo rivendicano i loro diritti su di lei e, nel caso di un rifiuto era soggetta ad una condizione di asservimento all’intero villaggio, presso i Minangkabau i ruoli si invertono anche nelle tradizioni sociali. Il matrimonio conferisce il pieno ruolo sociale, ma gli sposi devono sempre appartenere a “marga” differenti, tuttavia prima dell’ evento maschi e femmine godono di una grande libertà sessuale, favorita anche attraverso apposite feste per permettere ai giovani di incontrarsi. Una tradizione che ha fatto “scandalizzare” i coloni olandesi, é quella di “compensare” i favori delle ragazze, le regole coniugali sono invece rigide e l’adulterio femminile é un reato tradizionalmente punito con la morte, perchè la donna é considerata l’ incarnazione della fertilità e perpetuazione della stirpe e non può trasgredire le leggi degli antenati, ma nella società matriarcale Minangkabau non vi è corrispondente rigidità nei confronti degli uomini. La fertilità é un elemento centrale nel complesso universo religioso e i suoi simboli sono presenti nelle rocce sacre di Boru Saniang Naga dei Batak e nelle decorazioni delle abitazioni dove una lucertola stilizzata rappresenta lo Spirito della Terra che rende fertile il mondo asieme al “Bagokll” che riproduce il sesso maschile. Sacerdoti e sciamani si tramandano per generazioni i segreti attraverso bastoni intagliati che contengono l’energia per invocare gli spiriti e i “pustahall”, antichi testi su corteccia che contengono le formule magiche e i testi religiosi, redatti in una scrittura comprensibile solo ai sacerdoti. L’ universo spirituale si fonda sulla concezione dell’ elemento vitale “Tondill” che permette l’esistenza del mondo e attraverso cui i sacerdoti riescono a comunicare con le divinità e gli spiriti e alla morte dedicano le cerimonie più importanti, quando il “Tondi” lascia il corpo i riti sono necessari affinché esso trovi la via verso il Regno dei Morti dove si ricongiunge con gli antenati. Un tempo tali riti erano spesso accompagnati da sacrifici umani, ora sostituiti con quelli di animali, poi la salma viene deposta in una bara decorata e ricoperta da un tumulo piramidale, mentre i personaggi importanti sono collocati sotto il tetto nel sarcofago “parholian”, che ricorda lo scafo delle imbarcazioni con le quali le divinità raggiunsero la terra per infondere il Tondi all’ umanità. Cio’ permette all’ lnima di navigare nell’ aldilà protetto dai “Singallle”, di pietra che rappresentano gli antenati. L’ esistenza delle popolazioni di Sumatra é scandita da riti e cerimonie legate al ciclo agricolo,alla nascita, la vita e la morte, tutto rientra in un immutabile l’ordine cosmico. Con la danza si esprime alla comunità il senso delle cerimonie, il lento “Huta Bolon” attorno alla rappresentazione di un essere protettore, permette di comunicare con le entità sovrannaturali e un bufalo viene condotto al sacrificio, mentre il “Tondi” dei presenti si mescola a quello delle entità protettrici.

Sumatra è unita alla Malesia da storia e cultura, , lungo le coste hanno incrociato le rotte sulla “Via delle Spezie” che hanno visto il sorgere di antichi regni hindu e buddisti, seguiti poi da sultanati islamici e più recenti insediamenti coloniali europei. Una storia che ha lasciato testimonianze artistiche e culturali, mentre l’ interno è rimasto dominio di una natura grandiosa e selvaggia con montagne, laghi, cascate, fiumi, foreste tropicali. Dallo stretto con la Malesia passarono antiche migrazioni, tribù che sopravvivono a Sumatra conservando costumi, tradizioni e cerimonie dall’ eccezionale interesse etnografico, come i gruppi Batak, Minangkabau, Nias e Mentawaii.

  Photo gallery: Indonesia

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