Africa Occidentale

Mauritania

La Mauritania è una delle varie invenzioni coloniali in Africa, creata dal dominio francese alleatosi con l’ emirato berbero di Trarza per collegare la colonia d’ Algeria con quelle del Sudan occidentale, mantenendo la divisione precoloniale tra l’ aristocrazia arabo berbera e le popolazioni nere del sud, mentre i nomadi controllavano la regione sahariana del nord con relazioni conflittuali tra loro intensificate dopo l’ indipendenza nel 1960 e la creazione della repubblica islamica adottando la Shari’a. Da allora i Mauritani credono di avere una missione per promuovere i valori islamici in tutta l’Africa attraverso confraternite come la potente Qadiriyya e altre estese a sud con la Muridiyya senegalese. I Mauri sono quasi i tre quarti della popolazione hanno un’ antica e rigida divisione tribale e clanica tra i guerrieri di origini arabe Hasan discendenti dalle tribù dei Banu Hilal e dei Banu Sulaym provenienti da est che portarono la fede islamica, i berberi musulmani di rango Zawaya , quelli che erano i vassali Sanhaja anch’essi berberi di lingua zenaga, le caste inferiori degli artigiani ma’llamin e i liberti ‘abid, infine i neri schiavi e servi harratin. Di questi, anche se non asserviti, ma sempre considerati inferiori dalla tradizione islamica mauri, fanno parte le popolazioni bere del sud come i Fulani nomadi e i Soninke .Nella popolazione della Mauritania i bianchi bayḍān discendenti dai berberi sanhaja e dagli arabi beni hassan, detengono il potere, mentre gli harratin discendenti dei neri provenienti dal Senegal stabilitisi nel sud lungo il fiume omonimo sono ancora considerati inferiori e schiavi, parte delle proprietà familiari da ereditare. Sebbene sia stata più volte dichiarata abolita, l’ ignobile pratica in questo paese rimane anche come arma di potere e insita nella tradizione islamica ove l’ineguaglianza originale è di istituzione divina secondo il Corano (XVI:71; XXX:28) e in essa lo schiavo non è stato beneficiato degli stessi diritti degli altri. Così degli harratin se ne contano ancora quasi centomila schiavi, mentre il resto dei seicentomila sono considerati come medievale servitù della gleba, qui la schiavitù è ancora lungi da estirpare e ne ricordo un’ allucinante carovana nel sahel nella mia prima lunga traversata sahariana verso il Niger, a quanto sembra ce ne sono ancora dopo tanti anni.

Venendo dal Sahara occidentale lungo la costa si trova Nouadhibou e poi la vicina isola ove sorse Arguin trovata dal navigatore portoghese Nuno Tristão nel 1443 divenuto centro per il commercio di schiavi e base per le esplorazioni della costa africana promosse dal principe lusitano Enrico il Navigatore. Da lì il patrimonio naturale nel banco_d’Arguin ove transitano migliaia di uccelli migratori che animano quotidianamente la costa e le isole che affacciano su questo lembo d’Atlantico tra i più pescosi e suggestivi dell’ Africa occidentale. Lasciando la costa a est si stende il desertico altipiano di Adrar dove nel medioevo dal XI secolo sorsero quattro città fortificate Ksour sulle carovaniere del Sahara occidentale collegate tra loro che divennero centri della diffusione islamica nella regione, salvati da un’ opera di salvaguardia dei siti e biblioteche del deserto mauritano Ouadane venne fondata a metà del XII secolo nell’ oasi che la circonda divenendo un importante centro carovaniero dei berberi Idawalhajj che ancora lo popolano fuori dalle rovine dell’antica cittadina sahariana. Continuando si trova l’ oasi dell’ antica Chinguetti che sorse nel XIII secolo ove incrociavano varie carovaniere, divenendo la più importante città della regione così che l’ intera Mauritania la si chiamava “terra di Chinguetti” Bilad Shinqit e considerata la la settima città più santa dell’Islam dai fedeli dell’ Africa occidentale. Oltre le carovane per secoli la città ha accolto i pellegrini del Maghreb in cammino per l’Hajj nella lontana Mecca e le più importanti mederse per gli studi coranici e il diritto islamico, ma anche matematica, astronomia e medicina. Ancora incanta con gli antichi edifici ocra dalle porte di legno intagliate, molte con cortile interne e terrazze che affacciano sulle strette vie diramanti dal centro ove troneggia l’ antica moschea , passando dal vecchio fortino della Legione straniera si trova il più antico quartiere che ospita la preziosa biblioteca medievale.

Attraverso il desertico altopiano del Tagant verso sud l’antica carovaniera porta a Tichitt fondata a metà del XII secolo come centro per il commercio del sale, che conserva anch’essa la tradizionale architettura medievale, si entra dal quartiere Shurfa dagli edifici in pietra verdastra che doveva identificare la tribù berbera dalla quale prende nome, mentre la tribù Masana edificò il suo quartiere a sud utilizzando l’ ocra come suo colore, gli edifici maggiori e comuni sono bianchi ed altri in una varietà di pietre colorate che danno all’ insieme un suggestivo aspetto policromo. Come negli altri antichi Ksour, molte delle case sono sommerse dalla sabbia e ne emergono solo i piani superiori, ho poi saputo che, per ironia d’ una sorte che non s’ immagina nel deserto, nel 1999 s’ abbatterono inconcepibili piogge torrenziali che hanno travolto e distrutto gran parte della città risparmiando solo la medievale moschea e il suo minareto. Così come pare sia sopravvissuto nei pressi l’antichissimo sito neolitico di Dhar Tichitt.

Procedendo a meridione s’arriva dove gente nera di stirpe Soninke prese la regione nel regno Wagadou che vi pose capitale a Kumbi Saleh come ci raccontano le sue rovine che si trovano sulla carovaniera a sud di Oualata edificata nel XI secolo da quel regno, poi distrutta e ricostruita nel 1224 dal potente stato Songhai, divenendo avamposto carovaniero nel deserto dell’ Impero del Mali e importante centro di studi e diffusione islamica. Anche qui i deserto che avanza flagellando di venti l’ antica prosperità dell’ oasi ne sfuma il ricordo che cerca di sopravvivere tra gli edifici medievali di bianco e d’ ocra magnificamente decorati all’ uso berbero sahariano e della sua sapienza rimangono preziosi i manoscritti.

Da qui si torna ad ovest passando per Kiffa e procedendo a lungo per la costa fino alla capitale Nouakchott ove le atmosfere del deserto sono lontane, i francesi ci hanno lasciato il oro centro culturale St. Exupery e i sauditi anche qui si sono adoperati a radicalizzare ancor più l’ islamismo costruendoci la grande moschea da dove diffondere il loro wahhabismo che sta infestando il mondo. Rimane quello che ancora qualcuno qui chiama alla vecchia maniera Port de Pêche che s’ anima di barche e vele colorate al ritorno dei pescatori mentre il cielo si tinge d’ ocra nel tramonto tra il deserto e l’ Atlantico.

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