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Paesi Vudù

Grande Toxosu che spezzi le barche sull’acqua. / La madre non riesce a portarti. / Un piede non basta per sostenerti. / Possessore di ricchezza. / Grande fanciullo che non si può portare sulla schiena. / I suoi genitori l’avevano rifiutato, ma sono stati costretti adaccoglierlo. / Ascolta re, possessore di ricchezza. Una capra ha messo almondo un montone. / Una liana contorta non mette ai mondo un ferro./Luce che spazza il terreno. / Il bambino ha rotto le zucche e la madre non ha potutovenderle. / Tu porti i bagagli, ma la schiena non ti duole. / Anche se è notte il mondo non va a dormire. / Possessore di ogni ricchezza! / La freccia che cade nell’acqua non uccide il coccodrillo. / Rabbia maschile nel mare. / Grande scopa che pulisce la superficie del fiume. / Egli appare e tutti lo vedono. / Padre della ricchezza. Re che possiede e che vede. / Le tue braccia sono piccole, ma tu ricevi doni dai ricchi. / Il coccodrillo non ha vestito, ma la sua pelle è un vestitomolto caro. / Antenati che celebrate il vodù, noi vi rendiamo omaggio! / Che l’antenato coccodrillo sia loda to. / Re misterioso io ti rendo omaggio.

(Preghiera a Toxosu)

Così recita il poetico canto intonato al potente spirito di Toxosu dalle popolazioni tribali del Togo e del Benin prima dei più importanti riti Vudù, l’ arcaica e complessa religione animista della regione, le cui manifestazioni esoteriche hanno varcato l ‘ Atlantico con gli schiavi e si sono radicate tra le comunità afroamericane del Nord America, i Caraibi e il Brasile. Nell’ antica lingua degli antenati significa Segno del Profondo, chiamato anche Yevhè o Potenza astuta della Buca, perché il Vudù è occulto, nascosto nella Terra e nell’ Universo di cui è l’ essenza, misterioso e potente e si manifesta solo con i suoi effetti agli uomini durante i riti.

Esso è la forza segreta dell’ Universo ed ha duplice essenza materiale e spirituale, sembra che si lasci dominare da coloro che hanno il potere di evocarlo durante i riti, ma poi sfugge e si riafferma come il misterioso Ordine dell’ Universo che governa tutte le sue forze, inviato nella notte dei tempi dall’ Essere Supremo Mawu che si isolò dagli uomini perché sciocchi e malvagi .

Egli inviò il Vudù per governare l’ Universo e la terra, per aiutare l’ umanità a non distruggersi con il suo comportamento e riaffermare l’ ordine immutabile delle cose e degli spiriti.Per entrare nella comunità del Vudù si seguono lunghe e complesse regole iniziatiche, la prima è il tudede che si tiene dopo tre anni durante cui l’ iniziando viene sottoposto ad un esame severo dagli anziani, anche se l’ iniziando fosse defunto per sventura .

Il giovane viene sottoposto ad un rito di purificazione lavato con acqua mescolata a particolari erbe magiche, poi asperso dal sangue di un volatile sacrificato che è un gallo o un montone nel più potente rito del Vudù Toxosu, un pulcino in quello del Vudù HeviessoIn quest’ ultimo la cerimonia avviene di notte in un luogo sacro dove incrociano due sentieri fuori dal villaggio, nel più potente Toxosu si celebra in un zona di foresta vicino ad un ruscello o un fiume al mattino.

Dopo il rito e il sacrificio agli iniziati vengono affidati le vesti, dei campanelli, conchiglie e una striscia di stoffa che cinge la testa, siboli del Vudù, quindi deve trascorrere la prima notte di adepto al culto.Il giorno dopo viene esaminato su ciò che ha appreso durante i tre anni trascorsi come novizio nel recinto sacro e sull’ antica lingua del Vudù, copletamente isolato dalla famiglia e da tutti coloro che non appartengono alla comunità Vudù con i quali non può avere relazioni, rinunciando ad adoperare qualsiasi oggetto e cosa che non sia parte della tradizione e provenga dal mondo moderno e dai bianchi.

Dopo le prime cerimonie egli è pronto a farsi incidere e tatuare sulla schiena, le braccia e la fronte i simboli esoterici del Vudù di appartenenza, una delle varie categorie nelle quali è suddiviso il culto, oltre alle distinzioni universali tra quelli del Cielo, della Terra, del Mare e dei Fiumi.

Popoli e paesi Vudu

Il Togbi Vudù è quello più antico e potente inviato dall’ Essere Supremo, mentre il Bo Vudù è quello magico e degli amuleti creato dagli uomini per contrastare la magia nera e la stregoneria praticata dai malvagi che sono riusciti ad impssessarsi di alcuni segreti del rito.Nel Togbi Vudù sono copresi il potente “Vudù del Fulmine” Heviesso , quello femminile Agbui che modera la violenza maschile dell’ Heviesso durante le cerimonie, spesso irridendolo, il collerico e autoritario “ Vudù del Vaiolo” Sakpate, quindi i “Vudù della Comunicazione” Da, il cui simbolo è il serpente ed è necessario a far manifestare tutti gli altri Vudù rendendoli visibili al resto della collettività.

Gli appartenenti al Toxosu sono riconoscibili dalle vesti scarlatte simbolo regale perché as esso appartenne la dinastia del regno di Abomey , curiosamente possiedono un copricapo di tipo europeo, derivante dai contatti che aveva il potente e sanguinario regno con i trafficanti bianchi con i quali commerciava schiavi.Il vasto ed intrigato mondo del Vudù comprende poi il Vudù delle Nascite che regola la procreazione e si celebra su altari sacrificali con vari riti tra i quali quello dei “Bambini Podalici” Ago e quello dei “Gemelli” Venavi, il potente Vudù dello “Spirito della Foresta” Age, che favorisce le scoperte, le invenzioni e le medicine.

Ogni Vudù possiede un suo significato e un compito specifico assegnato dall’ Essere Supremo per governare l’ ordine e l’ equilibrio dell’ Universo e interviene in favore di coloro che lo invocano con i riti, chiunque rienga di essere oggetto di magia nera ricorre al Vudù del Fulmine per protezione, esso opera anche contro le forze malefiche che impediscono la pioggia o danneggiano l’ agricoltura, dai ladri e malfattori vari, mentre qualsiasi Vudù è adatto alla cura e la guarigione di malattie e infermità con i riti appropriati.

E’ sufficiente l’ invocazione per ottenere l’ intervento del Vudù, ma essa deve sempre avvenire secondo i riti e cerimonie della tradizione che vengono trasmessi attraverso l’ inziazione ad esso che è una libera scelta dell’ individuo, salvo quando non sia il Vodù stesso a scegliere qualcuno indipendentemente dalla sua volontà.L’ iniziazione può essere anche ereditaria quando un individuo la desidera per proteggere tutta la famiglia e quando muore un membro della stessa eredita tale ruolo e si sottopone a tutte le pratiche iniziatiche attraverso la “Corda del Sangue” huka per sostituire il defunto.

Per le donne sono previste cerimonie iniziatiche diverse, tra le quali la “ Riunione delle Stuoie” azakplìkpli, la ragazza si stende su una stuoia incrociando la gamba destra con quella sinistra di un bambino e diventa “ Sposata al Vudù” vodussiè, tuttavia libera di tornare alla famiglia e sposarsi rinunciando al Vudù.

Popoli del Vudù

Vudu religione animista

Gli Ewe vivono nella la zona costiera del Ghana e del Toga praticando la pesca e l’ agri­coltura, si sono in gran parte inurbati ed hanno adottato sistemi di vita europei, ma hanno conservato vivi e forti i sentimenti religiosi tradizionali resistendo agli sforzi di conversione delle pur numerose missioni installate sulla costa.

La loro religione della natura animista possiede un dio creatore e le divinità minori, demoni e geni, sono in rap­porto con gli uomini attraverso gli antenati, i soli capaci di stabilire una relazione tra il mondo degli spiriti ed il mondo dei vivi. La particolare funzione degli antenati spiega l’importante ruolo che gli anziani coprono nella società africana in generale e fra gli Ewe con un profondo rispetto per gli ed un forte senso della famiglia, tanto da riconoscere al clan il potere di decidere del destino dell’indivi­duo.

Il dio creatore Mawou è al vertice del mondo spirituale degli Ewe e le divinità minori Trowo, ricevono da esso il potere ed i fedeli consa­crano loro dei feticci per ottenerne la benevolenza, posti in capanne nei pressi delle abitazioni assieme a bamboline di legno che rappresentano i defunti curate, lavate e nutrite.

La fabbricazione dì fetic­ci lignei dai significati simbolici è l’ unica forma d’ arte degli Ewè, posti su alta­ri coperti di sangue e piume degli animali sacri­ficati ed ornati degli oggetti più disparati, anche semplici o moderni, che hanno il ruolo ruolo di portafortuna “grigri”, oggetto di culto per la sua nuova fun­zione, indipendente dalla loro origine.

Tra i riti più antichi ve ne sono di particolari, come le danze dei culti fallici e la prostituzione sacrale, legate ai riti della fecondità.L’ intera esistenza degli Ewè è legata al mare, ma nel loro territorio le foreste scarseggiano e i pescatori acquistano le loro canoe dalle tribù dell’ interno tra Togo, Benin e Ghana da dove vengono portate sulla costa, finite di costruire e perfezionate per affrontare l’ Oceano.

Lungo le splendide spiagge del Togo quotidianamente gruppi di uomini gettano dalla spiaggia le reti che si stendono spesso oltre tre chilometri al largo, mentre nella vastissima laguna centinaia di altri pescatori su piccole canoe attingono nelle ricchissime acque con reti e canestri, ami e lenze, nasse e sbarramenti.

La pesca non soltanto è essenziale per la vita econo­mica , è anche fondamentale nel loro sistema sociale, gli uomini pescano e le donne com­merciano acquisendo la libertà di una vita economica indipendente. In tale organizzazione le donne versano solo una par­te dei guadagni in famiglia e ciò che risparmiano rimane loro, così spesso vi sono famiglie dove il marito è un povero pescatore mentre la mo­glie è una ricca commerciante o coltivatrice.Le attività commerciali delle donne sono importanti nel sistema di scambi, le contadine coltivano lo scalogno, localmente conosciuto con il nome di sabala, mais, cassava e ortaggi e la maggior parte dei prodotti dell’interno viene portata nella zona costiera.

Nella re­gione di Dzodze, dove le precipitazioni piovose sono più abbondanti, ci sono ricchi palmeti e sono sorte in epoca recente industrie per la lavorazione dell’olio di palma e di semi. Quasi dovunque queste attività sono integrate dall’artigianato: vestiti, cesti, materassi, stuoie e stovi­glie. Tuttavia la tradizione vuole le donne almeno apparentemente sottomesse agli uomini, devono inchinarsi quando li salutano e rispettare una totale obbedienza al marito, pena punizioni se non obbedisce, se conduce vita disordinata o è infedele.

Deve chiamare il marito “fratello maggiore” efo o “padre dei bambini” wofofo; mai al marito chiamandolo per nome, non può intervenire nelle conversazioni tra uomini se non interpellata e deve sedere separata dal marito che man­gia con i figli più grandi in una stanza, mentre mo­gli, figlie e figli più piccoli mangiano in cucina.Il clan è costituito da gruppi di famiglie discendenti da un antenato comune e costituisce la base della società e le donne sposate continuano a far parte dei clan dei padre e non vengono mai assimilate da quello del marito, i più importanti sono quelli Adzovia e Bate che vivono ad Anioga, costituiscono le dinastie reali e forniscono alternativamente i re .

I membri del clan hanno grandi proprietà in comune, hanno propri culti e tabù , tra i più importanti è il culto degli antenati con divinità comuni e uno scranno sacro che simbo­leggia l’autorità del capo e l’unità dei membri del clan discendenti da un antenato comune.Lo scran­no ha una parte importante nei riti ancestrali, che sono celebrati dal capo con preghiere e offerte ai morti le cui anime stanno in un altro mondo da dove osservano quello dei vivi e lo proteggono.

Riti e iniziazioni Vudu

Sopra gli spiriti vi è l’ essere supremo Mawu crea­tore del mondo e di tutti gli uomini, Egli non ha immagini nè sacer­doti, ma invocato direttamente dagli uomini assieme agli spiriti trowo. presenti nella natura, nei corsi d’ac­qua, nelle lagune e nelle foreste, adorati in santuari e sette che unscono gli ­Ewe in una stretta comunità religiosa.

I culti più importanti sono i voduwo, tra esii i più potenti il culto del tuono Yewe, e quello divinatorio Ala che permettono la comunicazione tra le divinità e gli spiriti e gli uomini attraverso impressionanti la danze rituali che producono la Trance.Tuttavia le forze soprannaturali possono provocare anche malattie, mor­te e altre disgrazie agli uomini loro fedeli così il loro influsso può essere fatto agire negativamente dalla temutissima magia nera praticata da streghe e stregoni capaci di potenti incantesimi che producono il bene o il male, indipendentemente dalla volontà degli spiriti.Altri riti Vudù vengono spesso praticati dopo i matrimoni generalmente favoriti all’in­terno del clan e tra consanguinei tra cugini dopo che l’ uomo ha offerto doni ai parenti della sposa, denaro , vestiti, o bevande alcoli­che molto consumate durante i riti Vudù, doni che devono essere accettati prima che inizi la cerimonia.

Con essa la ragazza è consegnata al marito dopo essere stata unta per l’ accoppiamento, dopo del quale , viene rinchiusa in casa per sei mesi durante i quali viene istruita sul comportamento e l’ obbedienza dovuta al marito che ha il diritto di godere dei servizi e il lavoro della moglie in cambio della protezione. Quando l’ uomo ha più mogli viene servito da ciascuna solo per quattro giorni al­la settimana e spesso le mogli sono lasciate alle loro attività agricole e commer­ciali, ma deve sempre anteporre l’ attenzione i bambini, i parenti, gli amici e i vicini ai suoi interessi .Con l ‘avanzata del mondo moderno, i problemi sociali, le carestie e malattie che spesso martorizzano l’Africa, molte famiglie Ewe sono obbligate a spostarsi per sopravvivere o anche solo per cercare tratti di mare più pescosi spesso molto lontano.

A volte rimangono a lungo dove si sono spostati e inevitabilmente assimilano lingua e costumi locali che portano con loro quando ritornano integrandole alle originali, ma sempre in quell’ universo dove il mondo dei viventi comunica con quello dei defunti e degli spiriti attraverso i compessi e impressionanti rutuali del Vudù;Le tribù che vivono nelle zone meno accessibili all’ interno del Togo e del Benin dalle altre popolazioni vengono chiamate con disprezzoSomba che significa “nudo”, per l’ antichissimo abbigliamento costituito solo da un astuccio penico per gli uomini e da collane e catenelle decora­tive per le donne e bambini.

I Somba sono stati sempre considerati “primitivi” dalle altre popolazioni del Togo e Benin, per il loro modo di vita e alcuni riti come quelli d’ iniziazione che prevedono la flagellazione ai giovani per entrare nella comunità degli adulti e guerrieri, da accettare senza trasparire paura o dolore e che lascia profonde cicatrici agli iniziati. Un altro rito per il passaggio dall’ l’adolescenza alll’ età adulta obbliga gli iniziandi a strangolare i cagnolini che hanno avuto fin da piccoli per giocare e per provare la tenace insensibilità affettiva necessaria in caso di bisogno o combattimento.

Le numerose ritualità iniziatiche prevedono anche profonde scarificazioni con tagli che rappresentano disegni magici necessari ad allontanare demoni e spiriti maligni soprattutto durante le pratiche dei culti e danze rituali durante cui gli esseri soprannaturali entrano in contatto con il mondo dei vivi attraverso la trance.Tutto per i Somba può minacciare l’ individuo e la comunità, da esorcizzare con riti e e manifestazioni di forza e coraggio, anche la strordinaria architettura dei villaggi fortificati sempre in posizione difensiva che proteggono dai nemici, mentre gli spazi sacri per le frenetiche danze rituali e alta­ri degli antenati all’ interno proteggono dalle forze maligne che pervadono l’ universo.

Fuori dagli eleganti e possenti villaggi fortificati si ergono altri altari, luoghi sa­cri e cimiteri delimitati da una sorta di colonne di forma fallica circondate da offerte e resti di animali sacrificati dove, nelle notti propizie a comunicare con gli spiriti, baluginano i fuochi e si spandono i ritmi dei tamburi che accompagnano le danze frenetiche che portano alla trance che accoglie gli spiriti nei corpi sussultanti.

Rito di purificazione

Poco distante da Cotonou, nella zona lagunare di Nokwe riusci a trovare rifu­gio una tribù Fon dai razziatori, la comunità si sviluppò autonomamente al riparo dei negrieri ed attualmente costituisce il maggiore villaggio lacustre su palafitte dell’intero continente con i suoi ventimila abitanti.L’intera esistenza di Gavié è legata al lago del quale gli abitanti imparano ogni segreto fin dall’infazia, non potendo abbandonare la zoana in passato per timore dei razziatori: tutti possiedono una piroga e auna rete da pesca ed in ogni momento della giornata uomini, donne, bambini ed anziani parteci­pano all’attività vitale della comunità.

Il secolare isolamento e la completa autonomia ha permesso ai Fon di Gavié la conservazione di costumi e tradizioni scomparse altrove, ma anche qui qualcosa comincia a cambiare con il traffico turistico che si è sviluppato recentemente e che i più giovani pensano sia più remunerativo della pesca, arriveranno anche a Ganvié i “ nuovi miti” dei bianchi e sostituiranno quelli degli antenati.E’ successo altrove e succederà anche tra queste palafitte, in modo irreversi­bile.

Tra l’oceano e ampie lagune bordate di palme si procede verso la frontiera con il Togo mentre i piccoli villaggi di pescatori si susseguono tra i canneti e le mangrovie fino ad Udia il centro scaro alle tribù della zona il suo tempio di serpenti sacri, all’epoca della tratta nella rada antistante ancoravano i vascelli in attesa dei carichi di schiavi provenienti dall ‘interno e dal regno di Abomey.Anche qui un confine tracciato sulla carta geografica senza tenere minimamen­te conto delle raltà etniche , culturali e linguistiche della popolazione; le formalità sono abbastanza veloci e i funzionari appaiono più preoccupanti al controllo del contrabbando minuto tra i due paesi, anche perchè è una delle poche possibilità per arrotondare lo stipendio.

Il vastissimo lago Togo, separato dall ‘oceano con una sottile lingua di terra, costituisce un magnifico ambiente naturale habitat di moltissimi uccelli acquatici che volano e si tuffano in continuazione per pescare mentre raggiungo in piroga Togoville.E’ poco più che un villaggio dove vive una grossa comunità Ewé tradizionalmente governata da una specie di sovrano che è quasi sempre assente per seguire i suoi businnes a Lomé, qui sono quasi tutti animisti e la missione locale cattolica ha molte difficoltà nell’evan­gelizzare la zona , ma l’ordine a cui appartiene ha scopi più tesi alla creazione di strutture educative e sanitarie che non a “ convertire” la popolazione.Anche alcuni settori della chiesa sono maturati molto dall’epoca in cui arrivavano per salvare anime che se poi erano preda degli schiavisti era un problema che li riguardava solo marginalmente.

Nel XVIII0 secolo, i trafficanti danesi della base di Christianburg, dove ora sorge Accra, crearono il centro di Petit-Popo sulla costa togolese per trattare gli schiavi razziati nell’entroterra , po cedettero “ l’affare” agli inglesi, ma la massima espansione vi fu quando vi si stabilì una comunità di ex forzati provenienti dal Brasile.Uno di essi, certo Francisco Felix De Souza fece una fortuna con l’importazione di tabacco e rhum brasiliani e l’esportazione di schiavi, competendo con le grandi imprese schiavistiche dell’epoca .

Da buon cattolico osservante l’ideatore di questo “ import­export “ si preoccupò anche di favorire l’insediamento missionario per evange­lizzare la regione, sicuro che in ogni caso per gli europei dell ‘epoca i neri rimanevano sempre “ merce” , pagani o cattolici che fossero secondo la logica del più remunerativo commercio del periodo.Tuttavia, nonostante i vari tentativi di cattolici e protestanti , la stragrande maggioranza della popolazione è rimasta tenacemente legata alla tradizionale cultura animista e al Vudù, se i bianchi hanno potuto operare incredibili violenze e soprusi, non sono riusciti a privarla delle antiche credenze e dei riti degli antenati, parte dei quali hanno invece esportato oltre oceano.

Nel le foreste del Togo e del Benin non lontano da realtà urbane che non apparten­gono all’Africa tradizionale earcaica, in determinate notti si ripete il mistero periodico del mondo dei vivi che si incontra con quello sovrannatu­rale nel rito esoterico del Vudù.Diretto da un grande féticheur il rito avviene davanti tutto il villaggio riunito attorno ad uno spiazzo sacro nella foresta, vengono sacrificati alcuni polli il cui sangue serve ad aspergere i potenti feticci della tribù per chiamare gli spiriti nella comunità dei vivi.

Al ritmo crescente dei tam-tam al cuni danzano sempre più freneti camente fino alla “trance”, al momento in cui le entità sovrannaturali entrano in loro e, attraverso movimenti dei loro corpi “ posseduti “ cominciano con il mondo dei vivi, mentre il grande féticheur interpreta tutti i messaggi rivolti alla comunità.La cerimonia raggiunge un’intensità incredibile con i protagonisti in trance che sono pervarsi da movimenti incontrollati, grida, crisi epilettiche e svenimenti alcuni sembrano quasi lievitare girando vorticosamente su se stessi , altri si immergono in uno stagno con i volti congestionati.

simboli esoterici del Vudu

Queste cerimonie esoteriche hanno rappresentato l’unico legame con l’ Africa per generazioni di neri in schiavitù e si sono perpetuate fino ad oggi nei riti delle comunità nere brasiliane e caraibiche dove i discendenti delle migliaia di schiavi.Da Bahia ad Haiti , da Cartagena a New York, tutti i neri americani discen­dono da coloro che furono strappati alle savane e foreste di questo continente che loro non conoscono , trasportati in catene sulla “ via degli schiavi” e con i quali si ricongiungano nel le cerimonie e nei riti entrati a far parte della loro tradizione oltre oceano, il Vudù caraibico, la Macumba e il Condomblé brasiliani , le sette cristiane messianiche statunitensi.Nessuno si chiede il significato “ razionale “ di tutto ciò perchè nella lontana terra degli antenati il confine tra reale ed irreale è stato e continua ad essere molto indefinito.

E’ l ‘ Universo del Vudù che nella notte dei tempi l’ Essere Supremo ha inviato a governare il cosmo e il mondo degli uomini, degli Esistenti Vivi e degli Esistenti Defunti e come per incantesimo ha varcato l’ oceano ed ha steso la sua essenza fino al Nuovo Mondo partendo dalle foreste del Togo e del Benin, popoli e culture ormai lontani, ma nelle cerimonie dei Neri della Luisiana, dei Caraibi e del Brasile, nelle notti propizie si invocano i Vudù e l’ antico equilibrio fra la Natura, gli Spiriti e l’ Uomo torna alle origini.

Dai poveri slum di New Orleans, i villaggi delle isole caraibiche, le favelas di Rio e di Bahia i Neri si ricongiungono all’ Africa con le danze frenetiche al rullo antico dei tamburi cercando le antiche invocazioni.”..Veramente, il tempo odierno non ha alcun valore al tuo confronto vodù del fulmine, Heviesso. Tu, o He­viesso, sei venuto sulla terra e oggi ci occupiamo del tuo culto fino al momento in cui tu partirai. Prima che tu parta, si farà ahwadhadha. Ciò che si sta per fare attraverso questo rito, lo dirà questo stesso gallo bianco. Questo gallo, che è la vita stessa di Adayrossi , la vita di tutte le cose, la vita di tutti gli iniziati e la vita di tutti i popoli.Se qualcuno è ricorso all’ indovino ed ha inteso il tuo nome, o vodù, se egli è stato da Adayrossi, per fare ciò che il vodù gli ha comandato, che costui trovi la vita. Se qualcuno è ammalato e se questa malattia concerne il vodù, poiché è il vodù che gliela ha mandata ed è lui solo che può allontanarla, se egli ha ricevuto la purificazione con le erbe chiamate amatsi, che egli guarisca: piccolo o grande che sia, che egli abbassi la testa davanti al vodù e si faccia iniziare. Se qualcuno è a casa, tentando di nuocere al suo prossimo, che il vodù lo cerchi e lo trovi… Se gli iniziati sono là, al suo funerale, lo spingeranno con il piede sinistro nella tomba. Se noi diciamo qualcosa al vodù e non lo fa, guai a luil Se il vodù è con noi ed agisce per il nostro benessere, faccia sì che quando andiamo al mercato, ciò riesca , e che quando andiamo ai campi, ciò riesca! Che il male passi al di sopra della testa di Adayrossi, che il male non lo tocchi..”

Benin / Togo Ghana / Costa d’Avorio

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