Mesopotamia

Babilonesi

I Babilonesi furono all’apogeo delle grandi civiltà mesopotamiche, dalla raffinata cultura che ha lasciato i suoi magnifici resti ammirati nei secoli e devastati dal fanatismo criminale del sedicente stato islamico

Dai territori mesopotamici il domino sumero si era esteso fino all’Anatolia a nord, la vicina Siria ad ovest e parte dell’Iran occidentale ad est. Alla fine del II millennio con il sovrano Ibbi-Sin ebbe fine l’ultima dinastia di Ur con l’invasione degli elamiti che ne distrussero la capitale, seguirono i domini delle città stato di Isin in conflitto con Larsa per oltre due secoli.

Intanto già dal millennio precedente la popolazione semitica degli Amorrei si era stabilita tra il Tigri e l’Eufrate dove rifondarono Babilonia e da essa presero nome di Babilonesi gli abitanti della regione di stirpe amorrita.

La potenza babilonese dell’epoca raggiunse l’apogeo con il sovrano Hammurabi che a meridione prese l’antica Uruk sumera, la vicina Larsa e l’amorrita Isin conquistandone i territori, poi Eshnunna e infine Mari nel 1790 a.C. fondando il potente impero governato con le leggi del suo celebre Codice che fu il primo ad essere scritto nella storia.

In quel periodo anche il popolo degli Asssiri di medesima stirpe semita amorrita invasero la Mesopotamia settentrionale con il sovrano Shamshi-Adad e ricacciati nel loro territorio, poi il territorio subì una devastante incursione degli Ittiti. Al primo periodo babilonese iniziato con Hammurabi la prima dinastia venne fondata dal successore Abi-esukh e l’impero fiorì per oltre tre secoli fino a quando la regione fu conquistata dai Cassiti nel XVI secolo a.C. che la dominarono fino al 1155 a.C., quando anche il loro regno venne travolto da quello dei vicini persiani Elamiti.

Seguì un lungo periodo indipendente continuato fino al 732 a.C. e l’antico regno fu conquistato dalla dinastia del periodo Neo assiro, il sovrano Tiglatpileser III rifondò l’impero che per un secolo visse le rivolte dei babilonesi, poi Babilonia fu assediata e conquistata da Sennacherib rimanendo in perenne rivolta, ripresa dal fratello Assurbanipal fino ad essere distrutta.

La cultura babilonese

Religione babilonese

La religione babilonese era fondamento della società con una varia genealogia di divinità, dal mare primordiale del Caos sorse Apsû che, con la dea Tiāmat Madre del cosmo generarono gli dèi, unitasi poi con il primogenito Kingu che si ribellò finendo ucciso e dal suo sangue misto ad argilla fu creato l’uomo. Dalla prima unione divina venne Lahmu Signore delle costellazioni, figli ne furono Anšar Dio del cielo che si unì alla sorella Kišar, generandola dea Antu sposa di An Creatore del mondo e Enki che vi infuse la vita e generò Marduk, Re degli dèi e protettore di Babilonia assieme a Ninhursag Signore della terra.

Nel poema Atrahasis si racconta la creazione dell’umanità con il sangue della divinità immolata impastato all’argilla e della sua missione sulla terra a proseguire l’opera degli dèi minori, narra delle vicende umane, conflitti, carestie ed epidemie, fino al mito del Diluvio Universale che fu tra i vari della ricca Mitologia babilonese.

Lingua e scrittura babilonese

Parlavano un dialetto della più antica lingua accadica che scrivevano anch’essi in alfabeto cuneiforme producendo una vasta letteratura, in parte ripresa dalla tradizione sumerica, oltre ai trattati scientifici e di diritto redatti tra il XVII e il XVI a.C., tra i vari testi quelli mitologici come il poema cosmogonico Enûma Elish scritto in accadico e il mito di Utanapištim ripreso dal più antico di Ziusudra raccontato anche nel Gilgameš che fu riscritto dal mistico babilonese Sin-liqe-unninni, fino alle cronache dell’ultimo sovrano Nabonedo del V secolo a.C. al tramonto della cultura babilonese.

Il codice di Hammurabi

codice di hammurabi
Enki e Hammurabi

Nel diritto le leggi tradizionali tramandate oralmente vennero elaborate nel Codice Hammurabi incise su lastre di pietra affisse in tutte le città, è stato il primo nella storia ad elaborare leggi stabilendo che rimanevano sempre uguali anche se cambiavano sovrani e giudici, essendo scritte tutti potevano conoscerle e rispettarle e tutti sottostavano ad esse senza distinzione.

Matematica e astronomia

Se la letteratura e parte del diritto erano ispirati alla religione, la cultura fu tra le prime ad estendesi in vari campi del sapere, la matematica babilonese elaborò un avanzato sistema numerico e la prima forma di algebra basata sul calcolo di equazioni. Con i loro osservatori e calcoli nello studio astronomico crearono una mappa delle costellazioni con un proprio zodiaco e attente osservazioni che resero l’astronomia babilonese la prima e più elaborata della storia antica, individuando una notevole quantità di corpi celesti, nel testo del Mulapin appaiono quelle che sono probabilmente alcune stelle del Triangolum e la costellazione Gamma Andromedae, nella tavola di Ammi Saduqa le congiunzioni di Venere con il sole, crearono inoltre un calendario perfezionato e si servirono di strumenti ottici come la lente Nimrud.

Arte babilonese

Come nella scienza e letteratura, l’Arte babilonese ha raggiunto elevati livelli nella cultura di quella civiltà, mantenendo i canoni di quella sumera e accadica con raffigurazioni convenzionali nella rigidità dei personaggi e della natura, ma con maggiore naturalismo e cromatismi nei dipinti e le decorazioni di bassorilievi che si sono tradotti in un nuovo stile che interpretava lo spirito del popolo semita rispetto a quello sumero.

Al suo apogeo iniziato con Hammurabi la scultura e le composizioni dei bassorilievi furono più realistiche influenzati dall’arte amorrea e successiva che si era realizzata ad Ebla, Aleppo e i grandi centri della Siria. Vi furono originali creazioni nella raffinata glittica, la pittura, ceramica ed oreficeria, oltre le varie forme di rappresentazioni espressionistiche elaborate dal periodo cassita a quello dei conflitto con gli assiri, mentre in epoca neobabilonese vi fu una nuova interpretazione dell’antica tradizione sumera.

Con le innovative capacità matematiche e di calcolo i babilonesi furono eccelsi architetti. Negli edifici religiosi era mantenuta l’imponente Ziggurat a terrazze degradanti verso l’alto con scalinate verso il tempio, rappresentazione della terra che ascende per l’incontro tra l’umanità e il divino.I palazzi avevano grandi portali decorati da statue di leoni alati dalla testa umana o scene di battaglia o di caccia con più cortili ove affacciavano saloni e stanze, le mura decorate da bassorilievi come gli interni ove erano aggiunti alabastri ed affreschi.

 

Tra le città babilonesi

Babilonia

Molte delle città babilonesi furono edificate sulle più antiche sumere o sorte precedentemente, vi restaurarono antichi edifici e costruirono nuovi quartieri, palazzi e templi, arricchiti e decorati da statue, bassorilievi, affreschi e quanto creato dalla loro arte. Tra tutte la capitale Babilonia, ove la Genesi biblica racconta che vi sorgeva la leggendaria Torre di Babele, identificata nell’imponente Ziggurat Fondamento del Cielo e della Terra Etemenanki sorta nel II millennio e ampliata nel periodo babilonese assieme alla costruzione di quartieri, palazzi e templi come il santuario di Esagila consacrato alla divinità Marduk e rivestito d’oro, la decorata Porta Ishtar trasportata e conservata al Pergamonmuseum di Berlino, l’ardita e leggendaria Galleria Eufrate che la tradizione vuole fatta costruire dalla regina Semiramide, mentre meraviglia dell’antichità erano le poderose Mura di Babilonia come i favolosi Giardini pensili sorti alla fine del VI secolo a.C. con Nabucodonosor che li dedicò alla consorte. Fu per secoli centro della cultura e dell’arte babilonese, anch’essa travolta dalla storia e che ha lasciato i suoi resti scavati e portati alla luce nel sito di sito di Babilonia.

Poco a sud a Birs-Nimrud si trova la sumerica Borsippa che fu santuario per il culto di Nabu, figlio del grande dio Marduk, fiorita in epoca babilonese ne rimane la grande Ziggurat che domina il sito con i resti della città, il tempio di Nabu e il palazzo Esida, oltre la moschea su un colle la tradizione vuole che siail santuario del Profeta Abramo venerato dai musulmani come Ibrahim Al-Khalil.

I babilonesi ricostruirono la vicina Kish detta la rossa Uhaimir per il colore degli edifici e la Ziggurat, una delle dodici antiche città stato sumere e centro dell’impero akkadico fondato da Sargon, uno dei primi sovrani che vi stabilì la residenza fu Etana che estese il dominio sull’antico territorio sumerico e limitrofi. Ne rimangono i resti del periodo babilonese con la ziggurat in mattoni rossi edificata probabilmente da Nabucodonosor II nel V secolo a.C., il grande palazzo e altre due ziggurat, oltre vari edifici dell’epoca.

A nord ovest di Nasiriya sulla riva sinistra dell’Eufrate a Sankara, ampliarono l’antica e potente Larsa sumerica che divenne un regno amorreo fondato alla fine del II millennio dal sovrano Naplānum in conflitto con Isin che la conquistò, entrambe le città poi prese dai babilonesi. I resti più antichi risalgono alla cultura di el-Obeid e il periodo di Uruk, alcuni dei successivi fino al I millennio, i più rilevanti dell’epoca cassita e la prima babilonese.

Poco a sud di Baghdad Sippar fondata del periodo di Uruk nel III millennio, santuario del dio solare sumerico Utu vi sorgeva il tempio E-babbara, fiorì in quello babilonese che ne ha lasciato i resti, una ziggurat e il tempio di Šamaš ove sono state rinvenute migliaia di tavolette cuneiformi. Su un più antico centro Mashkan-shapir nel XVIII secolo a.C. fu edificata da Sin-iddinam sovrano di Larsa, cinta da mura e divisa in due parti separate da canali con due porti sul fiume, si estendeva con quartieri, palazzi, templi, vasti giardini e una necropoli che hanno lasciato i loro resti nel sito di Mashkan.

Allo stesso periodo risale la fondazione di Opis dai resti non ancora identificati e Sura che ha lasciato poche rovine, mentre ne rimangono imponenti della sumerica Sippar ampliata dai babilonesi, centro del culto della dea Annunitum, ne resta il tempio che dominava una parte della città, mentre nell’altra si trovava il tempio Shamash. Divenne un grande centro di commerci con la Siria ad ovest, a nord con l’Anatolia e ad oriente con la Persia, negli archivi del santuario di Shamash che era tenuto dalle sacerdotesse naidtu, sono state rinvenute numerose iscrizioni su tavolette cuneiformi che raccontano la storia della città, mentre nel resto del sito di Sippar rimangono le rovine di edifici attorno l’antico tempio solare sumerico E-Babara che venne chiamato Bit-Un dai semiti e babilonesi.

Anche i resti babilonesi come gli altri delle grandi civiltà mesopotamiche hanno subito distruzione e saccheggio in questo martoriato Iraq nell’islamica volontà di cancellare il passato per la rozza e sanguinaria follia criminale dell’isis.

[blockquote]I tempi primitivi sono lirici, i tempi antichi sono epici, i tempi moderni sono drammatici.[/blockquote] Photo by graye on Visualhunt / CC BY-NC

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