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Sudan Nubia

Attraverso il deserto nubiano alla ricerca dell’ antico regno di Kush

Prima del viaggio in Nubia tra i suggestivi siti archeologici nel deserto, ho studiato testi e fonti sulla lunga storia dell’ antico Sudan settentrionale che gli egizi chiamavano Medjay a nord della mitica Terra di Punt. Inizia dalla preistoria seguita da un periodo pre dinastico e la prima formazione di uno stato con una propria scrittura kushita che ci racconta di una prospera vita quotidiana e fiorenti commerci, elevati livelli artistici e raffinata architetettura, ereditando e mantenendo divinità della tradizione egizia nei templi. Le prime piramidi nubiane edificate si trovano nel sito ove sorge la necropoli voluta dal sovrano Alara nel VII sec.a.C. ad el-Kurru con le reali e decorate tombe dipinte e i sepolcri di Kashta primo dei faraoni neri il figlio Pianki, il fratello Shabaka e il di lui primogenito Tanutamun seguiti da altri sovrani, regine e principesse, poi Taharqa nel VI secolo fece edificare il nuovo sito con la sua piramide a Nuri. Il colle del Jebel Barkal fu centro dei commerci tra l’ Egitto e il vicino oriente e nel 1450 a.C. il faraone Thutmose III vi estese il confine meridionale del regno fondando Napata che tre secoli più tardi divenne capitale del nubiano Regno di Kush. La tradizione religiosa nubiana ispirò la grande arte napatea e con il sovrano Menkhepera Piye fu ampliato il tempio consacrato al dio Amon che s’erge nel vasto sito archeologico ove iniziarono gli scavi dell’americano George Reisner, continuati dall’ italiano Sergio Donadoni mezzo secolo più tardi.

Seguendo l’ antica Via Hadriana che scendeva nell’ Egitto romano orientale dalla nilotca Antinopoli fino al meridionale porto di Berenice, si prosegue a sud per la terra di nessuno Bir Tawil e il conteso territorio Hala’ib con al largo le Isole Siyal e lungo la costa la nubiana regione di Al Bahr Al Ahmar affacciata sul Mar Rosso. Popolata dalla tribù al-Bayja, capoluogo ne è la città costiera Bōr Sudan, ne ricordo l’ imbarco su un peschereccio da questo Port Sudan incrociando il faro di Sanganeb e navigando su fondali tra i più suggestivi al mondo fino a Suakin e la sua città di corallo. Antico porto arabo dalla raffinata architettura, ne era già in rovina il centro e come fantasma d’ un glorioso passato Suakin è un altro luogo che rischia Il completo abbandono. Di li una via scende nell’ interno fino a Kassala verso il confine con l’ Eritrea o più a sud per entrare in Etiopia seguendo il corso dell’ azzurro un-Nil al-Azraq fino alle sorgenti del lago Tana, un’ altra ad ovest attraverso il deserto Sahra ‘un Nūbyah porta alle cateratte nilotiche che racchiudono l’ antica Nubia. La via più impegnativa è dal grande deserto occidentale e l’ altopiano del vasto Gilf Kebir per il jebel El-Uweinat seguendo le carovaniere nella traversata tra le oasi sperdute nella regione. Dalla grande oasi nel sud egiziano di El-Kharga partiva la Darb El Arba che scendeva in Nubia attraverso il Wadi Howar sudanese per Kobbei e l’ antica Kerma nel ricco regno di Kush. Nella nubiana arida regione sudanese altra via era l’ egizia Wawat passando da Abu Simbel che si può seguire attraverso il Lago Nasser Buḥayra al-Nāṣir per Wadi Halfa. Nella regione Wawat dopo la seconda cateratta dalla fortezza egizia di Buhen si devia nel deserto orientale As-sahra’ Ash-sharqiyah verso il Wadi Hammamat per trovare il sito rinvenuto dell’ antica Berenìke Pánchrysos, una delle tre Bernice sulla via delle miniere e centri carovanieri per il Mar Rosso. Tornando ad ovest dai i resti di Uronarti nell’ isola nilotica fortificata, si va a Semna che presidiava con la sua fortezza i confini con la Nubia dove si stendeva il territorio del popolo nero di Kush fondatore dell’ antica e potente civiltà nubiana. Poco oltre Sedeinga sulla sponda occidentale che ha lasciato una necropoli con trentacinque piccole piramidi, procedendo sulla riva sinistra a Soleb s’ergeva Il tempio del faraone Amāna-Ḥātpa Amenofi III opera dell’ architetto di Luxor, ma utilizzando materiali friabili presto sgretolato con decorazioni e statue riutilizzati in altri siti. Dalle cave e i resti del centro di Tombos verso la quinta cateratta a Karmah al-Nuzu si trova il sito archeologico ove fiorì la la cultura di Kerma nella seconda metà del terzo millennio che divenne il primo dei potenti regni Kushiti, durante la XII dinastia del Medio Regno vi fu l’ espansione a sud fino la terza cateratta ai confini di Kerma stabilendo secolari e floridi commerci fino al XVIII secolo a.C. quando terminarono i contatti, ma il regno nubiano con la capitale Dukki Gel continuò a prosperare anche durante la XVIII dinastia quando Thutmose III giunse alla quarta cateratta edificando fortezze di presidio. Procedendo sulla riva sinistra si trova Dongola ove nel VII secolo sorse la capitale del regno kushita cristiano di Makuria in stretto contatto con quello di Axum etiopico che rimase indipendente fino al XIV secolo quando fu conquistato dai mamluk egiziani ed islamizzato. Divenne vassallo del Sultanato del Sennar dal XVI secolo nel ‘700 iniziò il declino spopolandosi, fu presa nella jiahd islamica della guerra mahdista e infine parte del Sudan anglo egiziano. Della sua storia rimangono i resti nel sito Dunqulah al-ʿAjūz dell’ antica Tungul Dongola e al-Maris Nobazia mentre l’odierna città Dunqulā si trova più a sud seguendo il corso del fiume. Nei pressi di Karima verso il colle Jebel Barkal sorgeva l’ antica città egizia Np.t di Napata fondata da Thutmose III a metà del secondo millennio che divenne capitale del secondo regno di Kush nel 750, centro del culto di Amon e sotto il sacro monte del Barkal si erge il Grande Tempio monolitico consacrato al dio Amon. Attorno per decine di chilometri si trovano i resti di piramidi a Nuri ove emerge quella di Taharqa faraone della XXV dinastia e la necropoli nel deserto di el Kurru ove è sepolto suo padre Pianki Menkhepera Piye e diversi sovrani con le loro piramidi, da Alara precursore di quella XXV dinastia dei faraoni neri ai successori Kashta e il figlio Shabaka, dal di lui primogenito Tanutamani a Shabataka Shebitku con le rispettive regine.

Proseguendo sulle vecchie vie dei Beja provenienti dall’ est Hala’ib si attraversa il deserto di Bayuda frequentato dai nomadi Bishari per giungere nel territorio tra il Nil al-Ābyad e l’’ affluente Nahr’ Atbara ove si trova Meroe divenuta capitale dopo che l’egizio Psammetico II sconfisse il sovrano Aspelta. Apogeo dei faraoni neri nella fiorente Età del ferro del ricco e potente Regno Kushita di Meroe che commerciava sul Nilo con le basi dei mercanti greci del Mar Rosso. Vi sorse la raffinata arte meroitica e qui si trova nel deserto il sito considerato patrimonio che s’ammira tra i sacri luoghi per la vasta necropoli e ne rimane indelebile il ricordo delle suggestive immagini. Si continua a Musawwarat as-Sufra che divenne importante centro di culto nel IV secolo a.C., il sito sorge in un vasto recinto con raffigurazioni di elefanti accanto il tempio consacrato al dio leonino Apedemak, poco a sud si trova an-Naq’a di tarda architettura meroitica ove all’inizio del primo secolo d.C. sorsero il Tempio di Amon e quello del Leone eretti dal sovrano Natakamani e dalla regina Amanitore.

Sulla confluenza del bianco an-Nil al-Ābyad e dell’ azzurro an-Nil al-Azraq sorge al-Khartum fondata nel 1821 da Ibrahim Pasha, divenuta poco dopo capitale, si è estesa come tre città dal centro di Khartoum, la settentrionale Bahri sulla riva destra del Nilo azzurro e Omdurman sulla sinistra del Bianco. Divenuto governatorato del Khudaywiyyat d’Egitto, fu travolto dalla rivolta mahdiyya del fanatico esercito del mahadi Muhammar Ahmad contrastato dal generale britannico Gordon che venne ucciso nella difesa di Khartum. Riconquistata dopo la guerra islamica divenne capitale del Sudan Anglo egiziano seguendo poi la storia travagliata del paese. Di questa città ne ricordo vari luoghi come la lunga via Shari’a Al-Nil con gli edifici coloniali e Il palazzo presidenziale, la grande moschea Mesjid al-Kabir e il vasto al-Souq al-Arabi che si stende in varie piazze del centro. Passando ad Omdurman si trova il vasto souq che era tra i più grandi ed animati mercati africani, ai margini si trova il palazzo Khalifa e la venerata tomba del sanguinario Mahdi con il suo mausoleo. La vecchia al-Khartoum fu centro di mercanti arabi ed europei, avventurieri ed esploratori per le spedizioni lungo il gran fiume per le paludi del Bahr alGhazal e regione del Sudd fino ai Grandi Laghi che ho cercato di ripercorrere anche su itinerari che di qui partivano.

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