Medio OrienteReportages

Perduta Siria

Culla di antiche civiltà, ellenistica e romana, centro del cristianesimo, bizantina e cuore della cultura araba, una lunga storia violata e devastata dall’ orrore islamista e ne rimane la memoria di una perduta Siria

Millenaria e perduta Siria

Il territorio siriano fu culla di civiltà, a nord dell’ Arabia tra la settentrionale Anatolia e la meridionale Giordania, crocevia di antichi commerci delle Vie dellaseta da oriente e la leggendaria Via dell’ incenso da sud verso le civiltà del Mediterraneo ove affaccia. Popolato fin dal Paleolitico, dal XII millennio i villaggi agricoli si diffusero fino all’ VIII con culture neolitiche preceramiche, risale a questo periodo il sito di Mureybet dove scorre l’ Eufrate, nel millennio successivo sorsero altri siti neolitici a Tell Ramad a sud ovest di Damasco, a Bouqras nella regione orientale vicino Deir el-Zor e sulla costa mediterranea a Ras Shamra nel periodo della potente Ugarit, Nei pressi si trova il sito di Ras Ibn Hani che divenne poi base dei Fenici. Nella regione mesopotamica siriana nord orientale al-Jazira già nel V millennio fioriva Hamoukar come grande centro produttore di ossidiana e qui gli scavi archeologici hanno rivelato che vi fu la più antica battaglia della storia documentata. La comparsa della ceramica si deve all’ influenza mesopotamica consolidata nel periodo detto di Halaf che ha lasciato i resti più imponenti a Tell Halaf e nello stesso territorio si trovano quelli di Tell_Leilan nella regione nord orientale di al-Hasaka lungo in confine con la Turchia. Mentre fioriva la mesopotamica al-’Ubaid iniziarono gli scambi con le popolazioni siriache come testimoniano i resti nel sito di Tell_Brak vicino al confine con l’ Iraq che segnano l’ inizio dell’ edificazione di vere città dovuta alla colonizzazione dei Sumeri.Nel III millennio si affermò una cultura siriaca nel territorio mesopotamico settentrionale della Giazira che comprendeva le regioni del Diyār Bakr che ha lasciato i suoi resti nel sito di Tell Khuwēra a Tell Qaramel già dall’ epoca popolata dagli Hurriti e poco a nord a Tell Mardikh dove sorse la potente Ebla sorta nel III millennio nel periodo di Uruk. Oltre ai resti dell’ antica città nel sito di Ebla sono state rinvenute migliaia di tavolette in argilla incise con la scrittura detta cuneiforme che contengono i preziosi Archivi di Ebla scoperti e studiati dall’ archeologo italiano Matthiae. Dal 2400 a.C. Ebla fu in centro di un potente regno che prese e fece fiorire la città di Emar e contrastò l’espansione dell’ impero mesopotamico di Akkad e finì distrutta nel 2250 a.C., risorgendo due secoli più tardi. Con la guerra siriana e gli orrori dell’ isis che hanno devastato il paese, del magnifico patrimonio culturale e archeologico di Ebla rimane ciò che è sfuggito alla distruzione e il saccheggio. Con l’ arrivo dei Cananei provenienti dalla vicina Canaan nel territorio siriano settentrionale sorsero nuove città come Karkemiš chiamata anche Carchemish nel territorio meridionale dell’ Anatolia, la fondazione del primo nucleo di Aleppo e quello di Biblo sulla costa mediterranea che poi divenne una delle più fiorenti città dei Fenici. A metà del II millennio dal nord iniziò l’ espansione degli Hurriti, che già vi avevano fondato Urkesh , poi giunsero i potenti Ittiti che si scontrarono con l’ Egitto, dopo l’ epica battaglia combattuta a Qadeš nel 1296, tra il faraone egiziano Ramses_II e il sovrano ittita Hattušili III , venne stipulato un Trattato di pace. Quasi un secolo dopo l’ incontenibile invasione dei Popoli del mare distrusse li impero ittita e costrinse l’ Egitto a ritirarsi dai territori siriani dove si insediarono popoli Semiti giunti dal deserto e gli Aramei crearono piccoli e fiorenti stati aramaici, come l’ Aram dove poi sorse la città di Damasco, nel territorio dell’ Halab nord occidentale Arslan Tash che ha lasciato i suoi resti, come Sam’al ed altri ancora. Nel IX secolo la potente Assiria estese i suoi domini ad occidente conquistando i territori cananei e i piccoli stati aramei, il dominio assiro fu assoluto privando la regione di ogni autonomia e libertà locali, ma rimase la cultura e la lingua aramaica che ha originato quella siriaca. All’ inizio del VII A.c. secolo vi fu l’ ascesa dei Babilonesi e il loro sovrano Nabucodonosor sconfisse l’armata del faraone Necao II in quella che fu l’ epica battaglia combattuta a Karkemish, ponendo definitivamente fine ad ogni tentativo di espansione egiziana ad est. Il secolo successivo anche i Babilonesi i furono travolti dagli Achemenidi che mossero alla conquista dei territori siriani dalla Persia e ne divennero province Satrapie. Nel 332 l’incontenibile esercito di Alessandro Magno conquistò tutti i territori achmenidi e la Siria fece parte del suo Impero, dopo la prematura morte di Mégas Aléxandros e la spartizione degli immensi domini fu nel vasto Regno seleucide che anche qui diffuse la cultura dell’ Ellenismo con la sua arte e architettura che ispirò le città siriache della Tetrapoli ampliando Damasco, venne fondata Antiochia nel III secolo da Seleuco I a nord ovest, la più piccola Seleucia poco a sud, la fiorente Apamea sul corso dell’ Oronte e sulla costa mediterranea Laodicea. Il territorio siriano Seleucide cominciò a decadere e l’ impero di Antioco III si scontrò con l’ espansione romana nella guerra siriaca durata quattro anni dal 192 a.C. , conclusa con la pace stipulata ad Apamea e la cessione di parte della regione siriaca. L’ ultimo sovrano Antioco XIII venne deposto e l’ intero territorio fu definitivamente preso da Pompeo Magno e nel 64 a.C. divenne la provincia Syria, da dove le legioni muovevano per le guerre partiche ad est contro l’ Impero arsadice. La vasta e solida Sirya ne fu invasa una prima volta nel 161 d.C. e poi ripresa, ma venne travolta dalle armate persiane dei Sasanidi nel 260 che nella battaglia combattuta ad Edessa catturarono lo stesso imperatore Valeriano. Dopo il periodo della Siria bizantina nel VII secolo le armate islamiche completarono la conquista siriana e il primo califfo ibn Abi Sufyan della dinastia Omayyade portò la sua capitale a Damasco nel 661 e vi rimase per una secolo fino all’avvento degli Abbasidi che la trasferirono in Iraq a Baghdad, mentre il territorio siriano rimase base delle guerre sante contro i cristiani bizantini e nell’ XI secolo vi sorsero vari emirati indipendenti. Tutush I della dinastia turca Selgiuchide ne prese il dominio fondando il Sultanato siriano travolto alla fine del secolo dalla Prima_crociata e la formazione dei vari regni e principati cristiani a Tripoli in Libano, nella liberata Gerusalemme e la siriaca Antiochia poi contese contro le armate islamiche nella guerra crociata sconfitte fino all’ offensiva dell’atābeg Nūr al-Dīn noto come Norandino e poi dal condottiero curdo fondatore della dinastia Ayyubide Ṣalāḥ ad-Dīn conosciuto come Saladino che riconquistò l’ intero territorio. Nel XII secolo i mercenari turchi Mamalik fondarono il loro sultanato egiziano che si estese nel territori siriano per trecento anni fino alla conquista degli Ottomani. Vi restarono nei successivi cinque secoli percorsi da rivolte, conflitti tra musulmani, drusi, cristiani e maroniti, culminati nella guerra del 1860 con i massacri dei cristiani a Damasco, nella prima guerra mondiale i nazionalisti siriani si aggregarono contro i Turchi alla legione araba guidata da Faiṣal figlio del saudita al-Ḥusain e dal britannico T.Edward Lawrence, noto come Lawrence d’ Arabia, nella campagna siriana e la presa di Damasco. Dopo la sconfitta degli ottomani il territorio siriano divenne mandato francese con l’ opposizione dei nazionalisti che nel 1920 proclamarono l’ indipendente Regno di Siria del sovrano Faiṣal, sconfitto due anni dopo dalla Francia che smembrò il breve regno. Durante la seconda guerra mondiale fu dichiarato repubblica indipendente con il presidente nazionalista Shukrī al-Quwwaṭlī, con la sconfitta della coalizione araba nella Guerra israeliana del 1948 vi fu una crescente influenza dei militari nel governo siriano e nel 1958 venne costituita la RAU che doveva essere la Repubblica Araba Unita con l’ Egitto governato dal nazionalista panarabo Nasser durata solo tre anni fino all’ intervento militare che nel 1963 portò al potere il Ba’th fondato come partito di ispirazione socialista e al panarabismo. Dopo la sconfitta nella Guerra dei sei giorni contro Israele nel 1967, il territorio siriano del Golan venne occupato e tre anni dopo prese il potere il generale ba‛thista Hafiz al-Asad che cercò di riprendere i territori occupati dagli israeliani con la Guerra del Kippur del 1973 senza riuscirvi, in seguito intervenne nella guerra libanese nel 1976 stabilendo in Libano un lungo protettorato durato quasi trent’anni, appoggiò l’Iran nella lunga guerra contro l’Iraq durata fino al 1988 e poi gli Usa nella prima Guerra del Golfo del 1991, ristabilendo i rapporti con l’ Iraq di Saddam Hussein sei anni dopo. Alla sua morte nel 2000 venne proclamato presidente il figlio Bashar ostacolato dagli Usa nella loro miope politica mediorientale che aprì il vaso di Pandora del criminale islamismo con la seconda e disastrosa guerra in Iraq voluta dall’ irresponsabile idiozia del presidente Bush che pensava di favorire i petrolieri e la cricca di affaristi statunitensi. Con l’ esplosione delle al-Rabi al-Arabi, meglio note come le sedicenti Primavere arabe tanto osannate dal miope occidente, anche questo paese è stato travolto da rivolte e conflitti che sono stati occasione per i criminali del fronte islamico e i degni compari di al-Nusra di emergere dalle loro fogne medievali scatenando la catastrofe della guerra siriana, mentre l’ ignavo e complice occidente andava blaterando di democrazia armando gli insorti e sanzionando il perfido regime. Intanto da quella guerra è sorto il sedicente stato Islamico e il mondo s’ è accorto dell’isis con I suoi orrori solo quando ha iniziato da qui ad organizzare i suoi attentati all’ estero così le mostruose vicende dell’ isis e le terrificanti notizie siriane ne hanno finalmente provocato l’ intervento militare. Ormai quello che era un paese pacifico ed accogliente lo si può vedere solo con gli occhi della guerra che l’ ha disseminato di vittime, massacri, esecuzioni, violenze in nome della guerra santa del jihhd e la coranica legge shari’a, mentre nell’ignoranza del politicamente corretto si continua in ridicoli dibattiti tra islamismo moderato e radicale. Quel barbaro e violento odio si è scatenato anche sulla storia e la cultura, chi vi è stato prima di tutto ciò ricorda questo paese ricco di monumenti unici al mondo, siti archeologici, splendide architetture che hanno percorso la sua storia, un patrimonio culturale devastato e distrutto dalla guerra, i suggestivi monumenti siriani scomparsi che vanno ricordati con un viaggio nella memoria della perduta Siria.

Sulle vie della Siria romana

Legata alla Via_Maris, tra i vari centri dall’ Egitto ad occidente alla Giordania fino alla provincia di Sirya, venne costruita la lunga strata Diocletiana che correva sui confini romani lungo l’ orientale Limes arabicus per proteggere e favorire i commerci della provincia_siriana ove sorsero diverse città romane che hanno lasciato i loro resti, alcune sorte su più antichi centri ellenistici seleucidi. Ad oriente seguendo il corso del Khabur alla sua confluenza con l’ Eufrate, sull’ antiica città assira di Sirhi nel terrtitorio dell’ Osroene, i romani edificarono Circesium che divenne sede della Legio IIII contro i Parti e poi avamposto contro i Sasanidi, qui venne innalzato il cenotafio dove morì nel 244 l’ imperatore Gordianus . Dove sorge la città di Homs era la romana di Emesa che divenne centro cristiano dei Ghassanidi seguaci della dottrina Monofisista, poi la conquista musulmana ricordata dal mausoleo del condottiero Khalid ibn al-Walid compagno del Profeta e venerato come la Spada dell’Islam” Sayf al-Islām. Nella regione nord occidentale Barbalisso venne edificata come base legionaria della provincia siriana Euphratensis compresa in quella della Mesopotamia, devastata nel 253 quando l’esercito romano venne sconfitto dai Sasanidi in una battaglia proprio nei pressi di Barbalisso e ricostruita nel VI secolo dai bizantini come Laodicea. Sulla costa settentrionale su una centro fenicio più antico sorse Arab al-Mulk che fu ellenista seleucide e fiorì nelle successive epoche romana e bizantina, dopo l’ invasione islamica fu contesa con il crociati ed infine ottomana. Tra il biblico territorio di Bashan e la regione di Hawran verso gli antichi siti del Golan si trova la città di Qanawat che fu l’ ellenistica e poi romana Canatha, più tardi fiorente centro bizantino, ne rimangono i resti di un ponte romano, l’ acquedotto e l’ annessa cisterna, un teatro scavato nella roccia e tre templi, di uno rimangono colonne e portico, di un altro la base e le colonne, su quello di Es-Serai venne edificata una basilica paleocristiana nel IV secolo. Scendendo a sud sulla città romana di Phaena è sorta Al-Masmiyah e sulla vicina Aere Al-Sanamayn che conservano alcuni resti dell’ epoca e di edifici bizantini, oltre che risalenti alla conquista islamica, memorie di quando fu base dei crociati e il resto del periodo ottomano. Poco all’ interno Shahba, ove nacque nel 204 all’ imperatore Filippo noto come Philippus Arabicus, divenne la romana Philippopolis ricostruita nel 244 e dell’ epoca rimangono alcuni templi, le terme ed un anfiteatro, nei pressi una ponte romano a Nimreh. Continuando poco distante ad est Shaqqa era la città romana di Maximianopolis e poi sede vescovile bizantina, ne rimangono i resti di numerosi edifici, molti decorati nel basalto, tra i vari il Kaisariye dalla facciata elaborata che affaccia su una piazza all’ interno tre sale con enormi archi di sostegno. Davanti i resti di una facciata ornata di nicchie destinate a contenere statue associate al culto imperiale, al margine settentrionale della città i resti di un monastero paleocristiano e poi bizantino. All’ estremità meridionale Bosra era fiorente fin dalla metà del II millennio, transito tra l’ Egitto e gli antichi domini più orientali degli Amorrei attraverso il territorio della limitrofa Giordania e divenne la capitale settentrionale del regno nabateo che aveva il suo centro a Petra fino al I secolo d.C. quando fu nei domini romani della Syria e successivamente in quelli bizantini. Lungo il corso del fiume Oronte sorgeva Apamea fondata dai Seleucidi del sovrano Nicatore nel III secolo a.C. fiorendo in quelli successivi, in epoca romana e bizantina divenendo uno dei primi centri cristiani e del monofisismo, nel vasto sito di Apamea si trovano i resti di quelle epoche, le mura con l’ imponente Porta di Antiochia, lo splendido colonnato che si allunga per due chilometri, il Teatro romano, le Terme e una Colonna Monumentale. Il Decumanus Maximus ove affacciano le rovine di una grande villa romana detta Casa delle mensole, nei pressi una cattedrale con pianta a martyrion del V secolo che conservava una reliquia della Santa Croce e una cappella, il grande Il caravanserraglio ottomano del XVI che ospitava il museo con statue e preziosi mosaici, su tutto dominava e la cittadella araba di Qalaat al-Madiq del IX secolo. Anche i resti che sorgevano magnificamente ad Apamea sono stati devastati e saccheggiati dall’ islamica barbarie dell’ isis come gran parte dei monumenti siriani. Lungo la pianura turca di Amuq a settentrione sul Jebel Barisha si trovano resti di epoca romana e bizantina a Baqirha, del tempio consacrato a Giove rimane il portico con una delle quattro colonne corinzie, un portale monumentale che accede al sacrario, scendendo dal colle i resti romani di Baqirha si confondono con quelli più tardi di edifici bizantini con una chiesa e una basilica del Vi secolo dalla facciata e gli interni decorati. Nello sperduto villaggio di Athriya sorgeva il centro romano di Seriana su un’ antica carovaniera per i deserto che ha lasciato i resti di un tempio edificato nel terzo secolo dal portale decorato ed eleganti colonne corinzie, nel periodo bizantino fu circondato da mura con una torre, in quello islamico fu utilizzato come centro sulla via tra Damasco e Jezira. Seguendo la via delle fortificazioni medioevali degli Ayuubidi, oltre la cittadella di Mayadin si trova la poderosa fortezza di Al-Rahba nota come Qalaat al-Rahbeh e nell’ antico centro di Shmemis della regione di Hama il Qalaat al-Shamamis del XII secolo, come Qalaat Shirkuh che si erge in un ambiente suggestivo conosciuto anche come Fakhr al-Din in epoca ottomana. Ad est la possente fortezza di Halabiya che sorse durante il Regno di Palmira della leggendaria regina Zenobia, ne rimangono i resti della cittadella su un colle roccioso ad est le mura con torri laterali un massiccio edificio rettangolare che continua con un complesso simile ad un praetorium verso il basso ove oltre alle costruzioni romane si sono aggiunte quelle bizantine e arabe.

Siria cristiana e bizantina

In Siria il cristianesimo si era diffuso dal suo centro patriarcale ad Antiochia da dove nel V secolo sorse la chiesa siriaca che seguiva il rito antiocheno fondamento della dottrina siro ortodossa estesa fino in Persia ove poi si diffuse il Monofisismo e la corrente del Nestorianesimo. Nel VI secolo ad Antiochia sorsero due diversi patriarcati, uno Melchita e l’ altro che conservava il monofisismo dei seguaci noti come Giacobiti. Con lo sgretolamento dell’ impero romano la provincia siriana divenne dominio della Siria bizantina amministrata dagli arabi cristiani Ghassanidi e soggetta alle incursioni dei Lakhmidi alleati dei Sasanidi che, dopo quelle che furono chiamate guerre persiane tra il VI e il VII secolo, con Cosroe II ne invasero i territori nel 603 poi ripresi dai bizantini di Eraclio I dieci anni dopo, sopravvivendo fino all’ incontenibile espansione islamica degli Omayyadi. Dal periodo paleocristiano e bizantino per e i secoli successivi sono sorte le splendide chiese siriane, divenute un patrimonio artistico e culturale sempre rispettato e protetto con recuperi e restauri durante il cosiddetto regime Alawita, tutte devastate e molte completamente distrutte dall’isis nel suo macabro progetto di annientare secoli di storia e cultura anche del perseguitando e massacrando i seguaci dell’antico cristianesimo siriano.

Aleppo

L’ antica città di Aleppo è sorta su un sito popolato fin dal V millennio e nel terzo era capitale del regno Arman influenzato da Ebla, divenne poi capitale del regno Yamḥad fondato dai nomadi semiti Amorrei travolto dall’ espansione ittita a metà del secondo millennio, conquistata dai Mitanni e tornata nel dominio degli Ittiti fino al XII secolo a.C. quando entrò nei domini degli Aramei e tre secoli dopo degli Assiri, alla fine del VII secolo fu dei persiani Achmenidi e come il resto della Siria nel IV secolo venne conquistata da Alessandro Magno. Dopo la spartizione del suo impero e la nascita del regno seleucide, nel 333 a.C. fu conquistata da Seleuco I che ne fece il centro ellenistico di Beroia fiorito per tre secoli fino al 64 a.C. quando venne conquistata dai romani nella arricchendosi di nuovi quartieri e monumenti. All’ inizio del VII secolo fu presa venne dai persiani Sasanidi e poco dopo dalle armate islamiche di al-Walid divenendo l’ emirato della Halab araba medievale che con gli Hamdanidi fiorì dal X secolo governato da Sayf al-Dawla. Chi vi è stato prima della devastante guerra che ha travolto in breve millenni di storia e cultura ricorda gli affascinanti luoghi di quella che era la suggestiva Aleppo ormai ridotta a cumuli di macerie, il centro e la città vecchia di Aleppo era dominato dall’ Al-Qal’a universalmente nota come la poderosa Cittadella di Aleppo sorta su un sito preistorico, poi ellenistica e romana con vari templi andati perduti, dal XII secolo venne fortificato con mura e torri contro i crociati, ampliate fino al XIV secolo contro le successive invasioni dei Mongoli, in seguito residenza dei governatori Mamelucchi e poi Ottomani. Dal grande ponte sul fossato che la circondava si accede dal monumentale portale al susseguirsi di saloni collegati da corridoi e scalinate fino alla sala regale dal soffitto finemente intagliato nel legno. A fianco l’ austera moschea di Abramo e la Grande Moschea della Cittadella, attorno resti di vari edfici e le fondamenta del grande palazzo che era reggia degli Ayyubidi distrutti dai Mongoli oltre un recente anfiteatro. Poco fuori dalla’ Al-Qal’a si trovano la moschea Utrush edificata nel XIV secolo e la più antica moschea sciita Al-Nuqtah del XII secolo, ad ovest sul colle Jebel Joushan il venerato santuario sciita Mashhad al-Saqat dello stesso periodo. Scendendo nell’ antica Aleppo se ne trovano le vecchie case e palazzi ch e affacciano sulle strette vie tra quelli che erano gli animati mercati e suq, vi si apriva il quartiere ebraico e poi cristiano di Al-Jdayde dai vicoli stretti e tortuosi, palazzi e chiese riccamente decorati fino alla porta Bab_al-Nasr, che ora appare in gran parte devastato per i furibondi combattimenti. Dominava il centro la magnifica Moschea di Aleppo al-Jāmiʿ al-Umawiyyī bi-Ḥalab nota come Moschea Omayyade, la più antica e grande della città edificata nel califfato di al-Walid Bin Abd al-Malik all’inizio dell’ VIII secolo sul cimitero e il giardino della cattedrale bizantina di Sant’Elena divenuta la madrasa al-Halawiyeh, in epoca Selgiudiche fu aggiunto il minareto e completata nel XIII secolo nel periodo Mamelucco. Un capolavoro che ha ammirato generazioni di visitatori fino alla distruzione della splendida moschea Omayyade, una delle grandi perdite del patrimonio culturale siriano. Vicino il raffinato e decorato palazzo al-Arghuni di epoca mamelucca che ospitava un ospedale dal XIV secolo, secoli di storia e arte andati perduti tra ciò che rimane del sontuoso palazzo Belt Ghazaleh di epoca ottomana, il settecentesco Beit Achiqbash residenza di ricchi mercanti cristiani, a nord nelle mura i resti della porta Bab_al-Faraj con la Torre dell’ orologio, la moschea al-Bahramiyeh di epoca ottomana e la chiesa di Al-Shibani del XII secolo che ospitava una scuola religiosa. Ad al-Bandarah nel quartiere di al-Farafira si trova il cinquecentesco palazzo Beit Junblatt e il mistico monastero Sufi Khanqah al-Farafira del XIII secolo. Proseguendo a nord della città vecchia nel quartiere di al-Farafareh la più recente moschea al-Othamaniyeh di stile ottomano nello storico quartiere di Jdeide oltre il sontuoso palazzo settecentesco beit-Ajqabash e la moschea Al-Safahiyeh costruita nel 1425, nei pressi della porta Bab Antakya che si apre ad ovest la moschea di al-Qiqan del XII secolo e poco a nord della Bab Qinnasrin la trecentesca di al-Rumi con l’alto minareto andato distrutto e di qui si andava al villaggio di al-Aisia per il sito ellenistico di Qinnasrin ad una ventina di chilometri dalle mura. Tra le tante chiese di Aleppo la cattolica siriana al-Hakim del XVI secolo nota come Mar Assia che fu sede del Patriarcato cattolico siriano. Nell’ interno decorato numerose preziose icone e del complesso fanno parte la chiesa Santa Madre di Dio e una scuola armena edificate precedentemente, ospitando il museo Tesoro Zarehian. Molte si trovano nel quartiere Al-Jdayde e limitrofi, la cattedrale caldea consacrata a San Giuseppe, la chiesa greco cattolica dedicata a Nostra Signora del XIX secolo in epoca ottomana, l’ ottocentesca cattedrale cattolica maronita consacrata a Sant’Elia. La comunità degli armeni siriani pregava nella chiesa ortodossa detta dei Quaranta Martiri sorta su una precedente alla fine del XV secolo, la più moderna Surp Hagop sulla via al-Iman, dello stesso periodo la Yerrortutyun della Santa Trinità nel quartiere di Midan, in quello di Ouroubeh la Khach consacrata alla Santa Croce, nel distretto Sulaimaniyeh l’ ottocentesca Nahadagatz è la chiesa dei Martiri evangelici Armeni, nei pressi quella consacrata alla Santa Madre. Dal 2012 per quattro anni è infuriata la devastante battaglia di Aleppo tra l’ esercito governativo e sedicenti insorti, i vari gruppi armati della guerra siriana in gran parte riuniti nelle sanguinarie con milizie e bande armate islamiche. Oltre le stragi della popolazione inerme secondo l’ Unesco su quel che resta di Aleppo, il trenta per cento completamente distrutto e il resto devastato, oltre la metà della città vecchia è stato danneggiato gravemente dalla Cittadella alla Grande moschea degli Omayyadi gravi danni al suq, il Khan caravanserraglio, gli hamman, le chiese, le moschee e madrase, edifici storici e musei.

Le città morte e i monasteri dell’Halab

Nel nord occidentale Halab ove si stende la regione di Aleppo sorsero quelle che sono divenute le Città morte, una quarantina di villaggi che documentano la vita rurale tra la tarda antichità romana e il periodo bizantino tra il I e ​​il VII secolo poi abbandonati. Si presentano con resti ben conservati di abitazioni, terme, templi pagani, chiese paleocristiane, monasteri e basiliche. Nella città romana di Barad rimangono i resti di sette chiese, due monasteri e la cattedrale Julianos edificati tra il V e il VI secolo, nel villaggio di Burj Suleiman l’ imponente palazzo bizantino fortificato di Barjaka, altri resti di edifici della stessa epoca a Kafr Shams e proseguendo nel sito di Basufan tra gli altri si trovano i resti della chiesa di Phokas che era considerata tra le più belle della regione, poco distante a Burj Haidar sorgeva la città bizabtina di Kapropera e tra i resti di Heidar si trovano quelli di una basilica del IV secolo e un’altra nel vicino villaggio curdo di Fafertin. Continuando per gli altri villaggi a Kharab Shams rimangono tre chiese ben conservate, una del IV secolo con le arcate a colonne della navata, di quella più in alto ne rimangono le absidi, una piccola cappella a nord del villaggio e abitazioni, nei pressi quelli della grande basilica di al-Mushabak. Proseguendo si trova Qalaat Samaan ove visse per quasi quarant’ anni l’ asceta Simeone Stilita su una colonna meditando e predicando ai fedeli, alla fine del V secolo vi sorse un Martyrion a lui consacrato meta di pellegrinaggi che divenne il venerato monastero consacrato a San Simeone. Dalla pianta a croce con tre chiese a tre navate, davanti la prima ove rimangono mosaici si trovano i resti del battistero e delle residenze dei monaci, davanti ad una delle tombe all’ ingresso tracce di un Theotòkos dedicato alla Madonna, la sontuosa chiesa centrale consacrata alla Trinità con colonne decorate, nella terza chiesa più semplice consacrata alla madre Santa Marta ove era il suo sepolcro assieme a quello del santo. Il complesso monastico di San Simeone era circondato da mura, vari edifici, sotterranei e cisterne, noto come Qalat Siman sopravvisse con la sua venerata Basilica dello Stilita come centro di pellegrinaggi per gran parte del medioevo fino alla metà del XIII secolo quando gli ultimi crociati lasciarono il territorio siriano.

Tra i vari siti bizantini del Jebel al-aala, sulla parte nord occidentale si trova Bashkuh con vari resti di edifici, palazzi e chiese e la vicina Bamuqa che ha lasciato una grande villa romana ed edifici del IV secolo, tra queli di casolari del VI secolo in uno è ospitato il mausoleo del santo islamico Sheikh Khalil al-Sadiq. Verso il confine turco si trovano i resti bizantini a Qalb_Lozeh con l’ omonima basilica paleocristana di Qalb-lozeh del V secolo, poco distante ad al-kfeir quelli di una chiesa e uno dei maggiori centri bizantini della regione a Behyo che domina la pianura, ma ha lasciato poche rovine di edifici e la facciata di una chiesa. In una magnifica posizione si erge sulla valle Qarqbizeh con edifici costruiti tra il III e il VI secolo, a Beshandlaya rimane una monumentale tomba romana del II secolo scavata nella roccia, attorno varie rovine bizantine di ville ed edifici rurali. Passando per l’ altro sito di Beitar si può arrivare a Banabel con resti tardo romani e poco fuori un’ imponente colonna che rimane di un grande tempio, quindi nella medievale città blu di Harem contesa tra bizantini, arabi e crociati come raccontano i resti della poderosa fortezza. Continuando a sud est si trova Barish-al-Shamali che fu centro agricolo e commerciale dell’ epoca ed ha lasciato i resti risalenti al IV e al V secolo, alcuni edifici, una villa patrizia e una chiesa. Tra i siti della regione di Idleb , devastata dalla feccia di al-nusra con l’appoggio turco, proseguendo nel nord ovest siriano si trova la città di Idlib che le ha dato nome, ma che ha lasciato pochi resti e opere conservate nel suo museo, così come ad Ariha dell’ antica città chiamata anche Riha rimane ben poco. Jisr al-Shughur ellenista seleucide, poi romana e bizantina, del suo passato il sito di Jisr-al-Shaghur conserva il ponte sul fiume Oronte di origine romana, mentre il centro è di epoca araba ed ottomana. Poco distante su una precedente fortificazione bizantina sorse la possente fortezza crociata di Qalaat-al-Shaghur che si erge su un colle roccioso in magnifica posizione poi conquistato dall’armata di Salah al-Din che vi aggiunse altri bastioni. Continuando tra il fiume Oronte e il deserto si trova Maarrat al-Nu’man, della romana come Arra e il periodo bizantino rimangono pochi resti, molti della città araba ove I crociati nel 1098 guidati dal famigerato Raymond de Saint Gilles dopo l’ assedio della città ne massacrarono gran parte degli abitanti. Al centro dell’araba Maarat-al-Naaman si erge la grande moschea di epoca Ommayyade sorta sul sul sito di un antico tempio e la vicina Madrasa Abu al-Fawarisda da dove diramano le vecchie vie ove affacciano palazzi ed edifici arabi e ottomani, il grande palazzo Khan Murad Basha che ospitava un ricco museo e poco fuori la cittadella medievale. Durante le guerre crociate simili vicende ebbe la città di Al-Bara fondata nel IV secolo, dell’ epoca rimangono due tombe piramidali magnificamente decorate che contenevano cinque sarcofaghi ellenistici, proseguendo a sud ovest nel sito di Bara si trova il monastero bizantino Deir Sobat del VI secolo e i resti di diverse chiese e la più grande al-Hosn, a nord la fortezza araba Qalaat Abu Safian. Proseguendo tra i siti bizantini si trovano Shinshirah e la vicina Serjilla con i i resti di vari edifici, palazzi e chiese, non dimenticando che in questa regione si va a ritroso nella storia incontrando Tel-Mardikh ove si stende il grande sito dell’antichissima Ebla. Così come verso la martoriata frontiera con l’ Iraq a Tel-al-Hariri si trova una delle culle delle civiltà mesopotamiche a Mari, nota per secoli come la fiorente Città del deserto le millenarie rovine del sito di Mari hanno raccontato la più antica storia siriana, con al centro su un colle il grande Tempio della divinità mesopotamica Istar e il maestoso palazzo reale di Zimri-lim sorto nel II millenio a.C. su due piani, un’ ampia corte e olte cinquecento stanze di varie dimension , templi consacrati al culto di Istar e affreschi, qui sono state rinvenute duemilacinquecento tavolette in argilla con scrittura cuniforme ed incisioni note come Archivi di Mari.

Raqqah dall’antica storia agli orrori dell’ isis

Nel deserto ad ovest di Al-Raqqah si trova il vasto sito di al-Rasafeh con i magnifici resti dell’ antica Rhesapha romana sorta nel I secolo a.C. come centro ad est, divenuto possente avamposto sul Limes orientals nel III secolo nelle lunghe guerre contro i Sasanidi sulla fortificata Strata Diocletiana che collegava Damascus, la città di Bosra e la fiorente Palmira. Divenne poi la bizantina Sergiopolis ove nel 303 venne giustiziato uno dei due militari romani convertiti al cristianesimo Sergio e Bacco con la decapitazione di Sergio. Sul suo sepolcro nel VI secolo venne edificato un santuario martyrium che divenne centro di pellegrinaggio cristiano come Sergiopolis con l’ edificazione della grande basilica consacrata a San Sergio che ha lasciato i suoi resti noti come Basilica B, dagli altri edifici e le descrizioni lasciate dallo storico bizantino Procopio nel VI secolo, si sa che la città era attraversata da grandi vie decumanus, una dalla porta orientale a quella occidentale, l’ altra passava per un grande caravanserraglio ove sostavano carovane e mercanti fino alla porta settentrionale splendidamente decorata che affacciava su una piazza per il mercato. Alla fine del regno di Giustiniano sorse quella che è chiamata Basilica A consacrata alla Vera Croce che accolse il sepolcro di di San Sergio qui portato dalla precedente Basilica B. Altri edifici furono costruiti nel VII secolo assieme alla grande cisterna. Conquistata dai Persiani nel 616, tornò bizantina e con l’ imperatore Eraclio I sorsero gli altri quartieri e una splendida cattedrale. La città prosperò anche dopo la conquista islamica nell’ VIII secolo e Il califfo omayyade Hisham vi fece costruire il grande palazzo che ha lasciato erose rovine, continuò ad essere meta di pellegrinaggi cristiani fino al XIII secolo, quando il califfo Baibars trasferì la popolazione ad Hama e la città fu abbandonata. Da allora è rimasto affascinate sito dalle suggestive rovine di mura e torri, enormi cisterne sotterranee, chiese, palazzi, che s’è fatto ammirarare dai viaggiatori fin quando anche qui non è giunta la furia rozza e criminale dello stato islamico, ma poi ciò che è rimasto di quei monumenti alla storia e la cultura sono stati finalmente liberati-dall’isis.

Tra i siti regione di al Raqqa in spettacolare posizione nel lago Assad su un’ isolotto si trova la suggestiva fortezza medievale Qalaat-Jaabar di epoca Ayyubide, passando per le rovine della cittadella di Harqaleh sorta nel periodo Abbaside, si arriva ad Al-Raqqa. Era l’ antica Kallinikos ellenistica fondata a metà del II secolo a.C., divenne l’ avamposto romano di Nicephorium , poi centro bizantino ed infine preso nel primo califfato. Alla città vecchia di al-Raqqa si accedeva dalle porte nei resti delle mura fortificate, ad oriente si apriva quella di Bab Baghdad che portava all’ antica moschea degli Abbasidi che ha lasciato il suo minareto, le vecchie vie ove affacciavano palazzi, botteghe e suq di epoca ottomana, poco fuori il sito di Tell al-Raqa’i in corso di scavi e Tuttul risalenti al II millennio a.C. La si ricorda come le altre città siriane, laica e moderna, la gente pacifica e accogliente, tradizioni e religioni convivevano e le donne erano libere, poi anche qui la guerra civile contro quel regime che assicurava comunque tutto ciò, l’ ha trasformata in un inferno. I sedicenti ribelli che altro non erano che una masnada di fanatici musulmani l’ hanno presa ed è arrivato lo stato islamico che ne ha fatta la capitale del califfato governata dalla shari’ a con i suoi orrori. Nella perduta Al-Raqqa divenuta simbolo di ogni nefandezza islamica quelle donne un tempo libere divennero fantasmi coperti dal niqab segregate e propietà assoluta degli uomini, il controllo ossessivo della polizia coranica Hisbah, punizioni per qualsiasi minima mancanza alle leggi coraniche, dalle frustate in pubblico alla morte, decapitazioni, lapidazioni e crocefissioni all’ ordine del giorno. Finalmente Raqqa è stata espugnata dai liberatori Kurdi e la milizia_Ypg sconfiggendo l’infernale capitale dell’isis.

Continuando tra i siti della regione Deir-alzur, passando per i resti della fortezza araba medievale di Qalaat-al-Rahbeh si arriva all’antica Tel-al-Salhiyeh ove si trova il magnifico sito di Dura Europos fondata dal sovrano Seleuco I nel III secolo a C., divenuta anch’ essa romana e poi bizantina, fu centro giudaico con la Grande Sinagoga fondata nel 244 d.C., decorata da magnifici affreschi portati poi nel museo di Damasco. Nello stesso periodo a Dura Europos venne edificata dai cristiani la Domus ecclesiae che rimane uno dei più antichi edifici del cristianesimo, questa chiesa di Dura Europos è magnifico esempio di arte paleocristiana asieme al suo battistero, anche questi magnifici resti sono stati seriamente danneggiati dall’ isis mentre le sue milizie criminali facevano scempio del resto con le statue distrutte che erano patrimonio dell’ epoca romana finito a martellate. Lo scempio è continuato ad Al-Qaryatayn ove si trovava l’ antico monastero di Mar Elian del V secolo che è stato anch’ esso distrutto dalle milizie islamiche mentre sottomettevano e decimavano la gente del vicino villaggio cristiano caduto nell’ oblio.

Palmira

Tra tutti i siti siriani indagati dall’ archeologia e i resti romani che hanno affascinato i viaggiatori, per secoli si è fatta ammirare la splendida Palmira, l’ antica Città delle Palme Tadmor era già nota nel I millennio come affermano citazioni assire e bibliche, ma fu con il dominio dei Seleucidi dal IV secolo a.C. che inizò a divenire fiorente centro carovaniero sulle rotte asiatiche che diramavano ad occidente dalle Via della seta, dopo che il territorio siriano divenne provincia_romana all’ inizio del III secolo d.C. sotto Caracalla, le fu concesso statu di libera città con la fondazione del vassallo Regnum Palmyrae. Alla morte del marito Odenato nel 267i salì al trono la regina Zenobia come tutrice del figlio Vaballato , opponendosi all’ autorità romana con la sua armata guidata da Zabdas estese il regno nelle province limitrofe conquistando l’ Egitto ad ovest e l’ Anatolia a settentrione fino alla Bitinia. Alla rivolta e l’ espansione della fiera Zenobia rispose l’ imperatore Aureliano per riappropriarsi delle province fino all’ assedio e la conquista nel 273 con la deportazione della regina e la fine dell’ indipendente regno. Palmira si apriva con i suoi tesori attraversata dal Grande colonnato sorto tra la fine del II e l’ inizio del III secolo d.C., verso sud lungo la Via colonnata partiva dal grande Castra Diocletianus e il vicino quartiere ove s’ ergeva il Tempio Bel, passando per il magnifico Teatro romano e le grandi e Terme di Palmira sorte nel II secolo che in quello successivo divennero i Bagni Diocleziano, poco distante il monumentale Arco Trionfale, a nord est i quartieri residenziali e il tempio di Baal Shamin, da qui ad ovest davanti la fortezza medievale araba di Qalaat Shirkuh, alla fine della principale Via colonnata si trovava il Tempio funerario. Al centro dell’ Acropoli il magnifico Teatro romano sorto nella prima metà del II secolo e all’ esterno delle mura si estendeva la la grande Necropoli di Palmira con centinaia di sepolcri, monumenti funebri decorati e le molte tombe palmirene, le più antiche del I secolo d.C. sono torri con diversi piani come la Torre Elahbel, le più recenti ad ovest tra il II secolo e metà del III, poco oltre la desertica Valle delle Tombe. Gli orrori dell’ isis con massacri e rovine dappertutto anche qui hanno lasciato una devastata Palmira dal suo splendore che non si può più ritrovare tra prima e dopo l’isis nella distruzione di quei fanatici assassini islamici con le loro spregevoli esecuzioni di massa e gli omicidi di gente indifesa, come la figura eroica del direttore Khaled_al-Asaad che ha resistito alla tortura fino alla morte per mano dei fanatici assassini islamici come martire nella difesa di quella che era la meravigliosa Palmira.

Hama e il Muḥāfaẓat Ḥamā

Tornando ad ovest la città di Hama fu un antico centro ittita e dei biblici Aramei, dal VIII secolo a.C., divenne assira e poi l’ ellenistca Epiphania dal II secolo a.C., in seguito romana e bizantina fino alla conquista araba nel VII secolo, governata dagli Hamdanidi, con gli sciiti della dinastia Mirdaside lo sciismo si affermò definitivamente dall’XI secolo con gli Uqaylidi. Nel XII secolo fu nei domini Ayyubidi e caposaldo nelle guerre contro le Crociate, seguendo poi le vicende della storia siriana moderna quando divenne uno dei centri dei fanatici Fratelli musulmani che vi scatenarono una sanguinaria rivolta oculatamente repressa dal presidente Hafiz al-Asad e che ben ricordo quando si asserragliarono nella cittadella fino ad essere sgominati. All’ epoca l’ occidente indignato lo definì massacro di_Hama, ma i condottieri di quei fanatici hanno ispirato gli sceicchi del terrore che sono venuti dopo e la nascita del mostruoso isis, con buona pace dell’ ipocrisia democratica occidentale. Il centro di Hama si apre con le case e i palazzi degli antichi quartieri ove emergono i minareti delle varie moschee, tra tutte s’ ergeva la grande Jami el-Kebir del VII secolo che andò in gran parte distrutta durante la rivolta del 1983 e poi accuratamente ricostruita tornando all’ antico splendore della Grande Moschea, durante il regno di Nur al-Din Mahmoud Zenki nel 1163 fu costruita quella di al-Nuri, vicino sorge il maestoso palazzo settecentesco Qasr al-Azem residenza del governatore ottomano Bas’ha al-Azm.

La Muḥāfaẓat Ḥamā nella regione di Hama era la più popolata dalla setta sciita ismaelita dei Nizariti che hanno lasciato numerosi siti e fortezze medioevali assieme a quelle crociate e resti bizantini, a nord su un colle che domina il passaggio del fiume Oronte nel X secolo venne edificata la fortezza araba Fatimide Qalaat Sheizar su un antico sito ellenistico poi presa dai bizantini, quindi riconquistato dalla tribù araba Banu Munqidh divenendo difesa durante le guerre crociate, sulla pianura di al-Ghab si trova la fortezza bizantina di Qalaat abu-Qubeis del X secolo che fu presa nel 1133 dall’ emiro bn Amrun anch’ essa contesa con i Crociati. Nell’arido territorio ad est di si trova l’antico villaggio di Sarouj con le tradizionali case ad alveare di fango e continuando il sito bizantino di Qasr ibn-Wardan del VI secolo che conserva i resti di una chiesa e un palazzo con fortificazioni successive. Ad una ventina di chilometri l’ altro sito bizantino di Al-Andarin con una chiesa circondata da edifici e fortificazioni, proseguendo nel deserto ad est lo sperduto sito di Athriya ove sorgeva la città romana di Seriana che ha lasciato le rovine i di un tempio del III secolo. Passando per il villaggio montano di al-Marijeh si trovano le rovine della rocca ismaelita di Qalaat al-Kahf quasi nascosta sulle ripide rocce tra due suggestive gole verso la costa e, passando per Jisr al-Shaghur sul fiume Oronte, su una falesia rocciosa del Jebel Ansariyeh si trovano le rovine del castello crociato di Qalaat Mirza costruito nel XII secolo e poi conquistato da Salah al-Din. la cittadella araba ismaelita di Masyaf dominata dall’ omonima fortezza di Qaalat Masyaf sorta su antiche fortificazioni del periodo seleucide, utilizzate poi dai romani e bizantini, centro della potente setta dei Nizariti, nota come degli Assassini Hašīšiyyūn per l’uso di consumare hashish, ove nel XII secolo regnava il persiano Hasan-Ibn as-Sabbah, divenuto il leggendario Veglio della Montagna raccontato nel Milione di Marco Polo. Vicino il piccolo villaggio alawita di Deir al-Suleib con il sito bizantino di Deir al-Salib che conserva imponenti resti di due grandi chiese, a sud est la città di Salamiyah e su un’arido colle le rovine del castello Ayyubide Qalaat al-Shamamis del XIII secolo distrutto dai Mongoli. Tra i monti si trovano le rovine del castello ismaelita Qalaat al-Rasafeh del X secolo, utilizzato in epoca Ayyubide e nel periodo Mamelucco, poi abbandonato con il dominio Ottomano, dai resti del villaggio arabo fortificato di al-Qadmous, scendendo per Baniyas sulla costa mediterranea, a Margat si erge il suggestive castello di Qalaat al-Marqab

Homs e il Krak dei Cavalieri

Homs sorta sulla città romana di Emesa che ha lasciato pochi resti mentre l’ antica Homs si apriva con palazzi ed edifici che affacciavano tra vie e vicoli che diramavano dal grande suq animatissimo, tra le varie moschee nella parte settentrionale la Khalid-ibn-al-Walid costruita in epoca ottomana con il sepolcro di Khalid Ibn al-Walid conquistatore della Siria, hanno da sempre convissuto con le chiese di Homs come la bizantina Um al-Zenar sorta su una più antica paleocristiana del IV secolo ove furono rinvenuti frammenti di una cintura attribuita alla Madonna venerati come reliquie e quella consacrata a Sant’Eliana del XII secolo dai magnifici affreschi, ma nel 2012 ad Homs si scatenò una violenta offensiva e da allora tutti i combattimenti l’ hanno ridotta ad una città distrutta. Poco fuori si trova il magnifico Qalaat-al-Hosn meglio noto come il Krak dei Cavalieri e nelle cronache medievali Crac des Chevaliers, la più imponente e spettacolare tra le fortezze siriane ,costruita nell’ XI secolo dai Cavalieri Ospitalieri dell’ordine monastico guerriero di S.Giovanni Gerusalemme, come presidio sulla valle di Akkar Gap verso la costa mediterranea. In una suggestiva posizione dominante sul colle dalle mura esterne con numerose torri cilindriche separate da quelle interne attraverso un fossato fino ad un grande serbatoio d’acqua, ad ovest Il lato occidentale della cinta difeso da cinque torri semicircolari su un alto precipizio.

La Valle dei Cristiani, Maa’lula e i monasteri

L’ intero paese è ricco di edifici che ne raccontano la sua storia cristiana, chiunque vi sia stato prima che si scatenassero gli armati siriani, le nefandezze del fronte islamico e gli orrori dei degni confratelli del daesh, lo ricorda tranquillo ed ospitale con sana convivenza, come l’ antico centro di Damasco ove sono state edificate diverse chiese su precedenti siti paleocristiani ed altre costruite successivamente. Il territorio occidentale il Wadi al-Nasara era chiamato Valle dei Cristiani, tra chiese e antiche tradizioni messa a ferro e fuoco con decine di villaggi che hanno vissuto pacificamente per secoli sono stati travolti dall’ isis. Tra le brulle montagne rocciose, dove è stata combattuta una battaglia contro le milizie islamiche a Qalamun, in una lussureggiante valle si trova il villaggio cristiano di Yabroud che prese nome dal tempio di Giove Yabroudis al centro della città romana, sopravvissuto pacificamente conservando resti romani e bizantini che si trovano nel sito di Yabrud, sull’ antico tempio venne edificata una chiesa poi divenuta la cattedrale greco cattolica di Costantino ed Elena, finita devastata e barbaramente sfregiata da daesh . L’antico centro di Ma’lula con le sue antiche chiese e la popolazione che parlava aramaico, con la guerra è stato completamente devastato dalle bande assassine della jihad siriana , solo da quando l’ esercito di Assad ha liberato Maa’lula se ne piangono i tanti martiri contando cosa resta di quello che era il gioiello aramaico. Proseguendo tra i siti della regione di Damasco, si trova uno dei più antichi centri cristiani d’ oriente a Seidnaya, dopo la fondazione di Giustiniano nel 547 con il suo santuario divenne uno dei più importanti centri di pellegrinaggio assieme alla Terrasanta, consacrato alla Madonna se ne venera il ritratto che la tradizione vuole dipinto da Luca evangelista. L’ icona miracolosa è venerata da pellegrini e devoti cristiani, ma il suggestivo monastero di Seidnaya è da sempre frequentato da fedeli di altre religioni e da musulmani incantati dalle leggende di questo antico santuario che, come tutto ciò che appartiene alla storia e la cultura, è stato minacciato dal rozzo e sanguinario furore islamico. Poco distante il monastero di Deir mar-Touma consacrato a San Tommaso e l’ altro antico complesso monastico di Deir al-Shirubeim dalla cappella riccamente decorata ed affrescata sorta su un antico edificio romano, proseguendo su un monte che domina la valle si trova la grotta che leggenda vuole abbia ospitato il biblico profeta Elia ove venne edificata la venerata chiesa di Deir mar-Elias affrescata nell’ XI secolo. Nella città di Qara la comunità cristiana è sopravvissuta pper secoli come racconta la Chiesa greco-ortodossa di San Sergio e Bacco del X secolo dai magnifici affreschi, in parte trasferiti al museo nazionale della capitale, mentre la basilica bizantina consacrata a San Nicola nel XIII secolo fu trasformata in moschea. Dalla vecchia Qara ad un paio di chilometri il monastero di Deir mar-Yaqoub del V secolo edificato in epoca bizantina su edifici romani con all’ interno affreschi del XII secolo, andato in rovina fu restaurato dal regime di Asad, che la storia e la cultura la rispettava, al contrario dei sedicenti ribelli islamici che ne hanno fatto scempio dappertutto. Poco ad est di Al-Nabek tra le montagne del deserto si trova Mar Musa con lo spettacolare monastero Deir-mar-Musa edificato a metà del VI secolo, consacrato al monaco del V secolo Mosè Etiope Dayr Mār Mūsā al-Ḥabashī, andato in rovina è stato restaurato all’ epoca di Asad, come molti edifici cristiani, riportandolo ad antico splendore con i superbi affreschi bizantini dipinti da abili artisti tra l’XI e il XIII secolo che ne decorano gli interni, fu Asad a favorirne la rifondazione monastica del gesuita italiano Paolo_Dall’Oglio rapito dai tagliagole islamici che infestano questo paese. Nella regione si trovano i resti di una fortezza Ommayade a Jebel Seis nel deserto e di un tempio romano ad al-dumeir, il villaggio di Souq-wadi-Barada di biblica memoria dove sorse il centro romano di Abilia che ha lasciato resti con locali e tombe scavati nella roccia, era sulla strada consolare che collegava la libanese Baalbek alla siriana Damascus e ne rimane un suggestivo tratto intagliato nella montagna. Dal villaggio di Haran-al-Awamid con resti e colonne romane, si può raggiungere il santuario sciita di al-seida-Zeinab per giungere infine a quella che era la splendida Damasco che , tra attentati, conflitti, massacri vari è divenuta l’ invivibile capitale siriana.

Bosra

Verso la Giordania nella regione più meridionale si trova Bosra ove incrociavano le carovaniere tra l’ Arabia e la Siria attraverso l’ antica Giordania nabatea e poi ellenistica con il centro di Petra, poi decaduta in epoca romana con il fiorire di Palmira. Il vasto sito di Bosra che con il resto della città contiene i resti nabatei e romani, chiese cristiane, moschee e madrase. Fu la prima città bizantina presa dall’ espansione araba nel 634 divenendo Busra ash-Sham, ove sorse una delle più antiche moschee rimaste di quel periodo la Masjid Al-Omari con la Madrasah Mabrak al-Naqua. La Bosra_romana si apre con la cittadella araba edificata dagli Ayyubidi nel XIII secolo che contiene il Teatro romano del II secolo d.C., poco a sud il grande ippodromo dello stesso periodo, procedendo per il decumano massimo e le vie colonnate si trovano le due terme del II secolo, il palazzo di Traiano e resti di due cattedrali paleocristiane del IV secolo con una edificata su un antico tempio nabateo, continuando per l’ antica Bosra lungo le strade lastricate affacciano vari archi romani e uno nabateo del I secolo, porte monumentali e cisterne. All’ interno delle mura diversi resti paleocristiani, l’ antica moschea di Omar, quelle di Al-Mabrak e Al-Khidr, successive torri costruite dai crociati. Tra resti cristiani la basilica sorta in onore del monaco eremita Bahira nel IV secolo, della cattedrale costruita nello stesso perido su un tempio nabateo che sostituì quella precedente lasciando le sue rovine. Sorta su un eremitaggio cristiano ove un monaco alla fine del VI secolo avrebbe conosciuto il giovane Maometto che, secondo la tradizione, ebbe qui la divina chiamata a fondare l’ Islam e divenne centro per il pellegrinaggio Hajj verso La Mecca nel territorio saudita. Ne rimangono i resti islamici tra i più antichi in Siria, come la moschea di Omar del VII secolo e la successiva madrassa Jami’Mabrak an-Naqua, la moschea del Matrimonio sorta dove secondo la tradizione il Profeta sposò la prima moglie Khadija bint Khuwaylid e la moschea di Fatima, costruita più tardi dai Mamelucchi. All’ epoca delle Crociate il Teatro Romano fu fortificato e con laCittadella divenne baluardo musulmano per tutto il medioevo, poi dell’antica Bosra spopolata rimasero i resti fino ad essere anch’essi parte del devastato e distrutto patrimonio siriano, magnifici monumenti in gran parte abbattuti dal criminale bombardamento dell’ isis, come l’antico villaggio vicino di Jamrein e la cittadella medievale Ayyubide di Salkhad sorta su un sito più antico.

Damasco

Come non ricordare quel centro di Damasco che s’ apriva nella città più antica tra porte e torri per i più suggestivi luoghi della vecchia Dimashq quando questo paese era pacifico ed ospitale con la gente che animava il centro e i mercati dei vecchi Suq, tra essi si innalza la la moschea Nur-al-din-al-shahid del XII secolo con il mausoleo di Nur al-Din Mahmoud Zenk protagonista delle guerre sante contro i crociati. Rimane la memoria della sua storia cristiana nella magnifica chiesa San Paolo edificata austera sulla porta muraria di Bab Kisan che dette rifugio al santo dopo la sua conversione e divenne la venerata Cappella San Paolo, oltre la porta orientale Bab Sharqui la cappella paleocristiana di Hananiya consacrata a San_Anania, sulla Straight Street vicino l’arco romano da un sito paleocristiano venne edificata la cattedrale al-Mariyamiyeh ortodossa nota come Mariamite, tra le varie chiese l’ ortodossa consacrata a San Giovanni, le più recenti chiesa dei_Melchiti e quella della Dormizione. Nella parte nord occidentale si trova l’ imponente Qal’at Dimasq sorto sulle rovine di un’ antica fortificazione romana nel 1076 con il selgiuchide Atsiz bin Uvak e completata dal successore Tutush I nel 1095. Per tutto il medioevo la poderosa Cittadella di Damasco è stata protagonista della storia della città, durante il regno della dinastia Burid nel XII secolo fu attaccata più volte dai crociati. Il domino arabo venne travolto dai Mongoli di Hulaga Khan nel 1260 che distrussero parte della cittadella e, dopo la riconquista del sultano mamelucco Qutuz, il successore Baibars la ricostruì. Nel 1516 Damasco passò al dominio degli ottomani, la cittadella danneggiata da un terremoto nel XVIII secolo venne di nuovo ricostruita dal sultano Mustafa III, poi perse la sua funzione strategica e cadde in disuso. In epoca moderna è stata utilizzata come caserma militare e prigione fino al 1984, quando sono iniziati i restauri e gli scavi archeologici che l’hanno riportata come la si trovava fino a poco tempo fa con tredici grandi torri e diverse porte, mentre l’esterno delle mura meridionali è in gran parte nascosto dal souq di Hamidiyeh. La grande Moschea Omayyade sorta all’ inizio dell’ VIII secolo su un antico luogo di culto prima semita, poi tempio ellenistico consacrato a Zeus, quindi romano, infine chiesa bizantina e cattedrale di S. Giovanni Battista con vari edifici che furono demoliti salvo le tre torri utilizzate come minareti. Questa grande moschea Umayya al-Kabir fu edificata come splendido complesso di architettura e arte islamica, rivestita di marmi decorati da magnifici mosaici di stile bizantino, una parte sono andati distrutti e altri coperti da intonaco nella più recente fobia musulmana per l’ arte decorativa e solo con la laicizzazione siriana si è riportato alla luce ciò che rimaneva di quel tesoro. La moschea che si stende dal vasto cortile in magnifici edifici decorati, sale di preghiera, mausolei e la scuola coraniche è tra le più suggestive dell’antica architettura islamica, anch’ essa violata e centrata da un razzo dei sedicenti ribelli che l’ha danneggiata. Davanti si erge il Mausoleo consacrato a Saladino nella madrasa al-Aziziyeh che contiene la ricca e decorata tomba di Salah al-Din, poco distante si erge il caravanserraglio Khan ottomano di Assad-Basha edificato a metà del XVIII secolo con i magazzini e le residenze dei mercanti. Dello stesso periodo è il vicino Palazzo Azm, noto anche come Qasr-al-azem la sontuosa residenza ottomana ospitava il Museo Damasco meglio conosciuto come il ricco National museum con la sua vasta esposizione archeologica e di arte antica siriana. Ad ovest la moschea di Tankiz costruita nel XIV secolo su una chiesa cristiana consacrata a San Nicola, poco a sud la raffinata moschea ottomana al-Sinaniyeh del XVI secolo, accanto sulla destra la moschea al-Sibaiyeh dello stesso periodo come la vicina al-Darwishiyeh con il mausoleo del governatore ottomano Darwish Pasha. Proseguendo l’ austera madrasa al-Aadiliyeh con la scuola coranica sorta il XII secolo nel periodo Seljuq con il mausoleo dial-Aadil Seif al-Din Abu Bakr Bin Ayoub. Nel quartiere settentrionale di al-Salhiyeh si trova la moschea di al-Hanabaleh sorta all’ inizio del XIII secolo, dello stesso periodo il mausoleo al-Rukniyeh con la scuola coranica che fin dal medioevo si curava dell’erudizione islamica come la madrasa al-Murshadiyeh anch’ essa di epoca Ayyubide e la madrasa al-Murshadiyeh sul colle Jebel Qasioun edificata nel 1252 in onore della principessa Ayyubide Khadijeh Khatoun e nel XVI secolo accolse il mausoleo ottomano di Khadijeh Khatoun, Della stessa epoca la Mohi-al-din-bin-arabi con il venerato sepolcro del mistico sufi Ali Ibn Mohammed Ibn Arabi. Rimane tutto nella memoria giacchè anche qui si è abbatuta la catastrofe come biblica profezia “Ecco, Damasco è tolto dal numero delle città, e non sarà più che un ammasso di rovine (Isaia 17:1)”. Mentre l’ipocrita occidente dibatteva sul vento della democrazia che doveva abbattere il regime siriano riempiendo gli arsenali dei sedicenti ribelli, fin dal 2012 con la prima battaglia che ha insanguinato Damasco la città è stata assediata e devastata dall’ isis, violenti scontri, attentati, quartieri ridotti a rovine, popolazione dilaniata e terrorizzata dall’ incubo del jihadismo. Anche qui rimane solo memoria di una storia antica, di un popolo che conviveva con essa tra grandiosi resti e monumenti dello straordinario patrimonio siriano che solo la rozza e fanatica violenza poteva immolare nell’ odio di un’ oscena santa guerra, così come il resto di questa perduta Siria.

© Paolo del Papa: Perduta Siria.

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