Pakistan

Storia del Pakistan

Dall’Asia Centrale nella sua regione più orientale si stende il territorio del Pakistan che a sud ovest si allunga sul confine con Iran fino alla costa sul mare Arabico, ad est con le pianure dell’India nord occidentale, salendo verso nord fino al conteso territorio del Kashmir e lungo l’estensione della catena himalayana il limitrofo Ladakh, ad ovest da dove si innalzano le maestose montagne dell’Hindu Kush con l’Afghanistan, nella sua estremità settentrionale oltre la catena del Karakorum verso il Xinjiang cinese

La civiltà dell’Indo

La lunga storia del Pakistan dopo il suo più antico popolamento preistorico inizia dal VII millennio a.C. con la neolitica cultura di Mehrgarh diffusa nella regione che prende nome dal suo più vasto sito rinvenuto nel territorio del Beluchistan. Successivamente sono iniziati i vari periodi nel fiorire della grande civiltà nella valle dell’Indo dal IV millennio a.C. con l’agricoltura attorno ai primi centri e la produzione di ceramiche, esteso nella regione indiana del ove ha lasciato vari siti così come poco a nord ovest nel limitrofo territorio dell’Haryana, mentre dall’inizio del III millennio si diffondevano le altre culture dell’età del bronzo in India. Gli archeologi inglesi nel 1853 cominciarono a rinvenire i resti di due antichissime città nel Punjab occidentale e, mentre Kipling raccontava il fascino di quel mondo, gli scavi continuarono fino al 1921, quando le scoperte svelarono la culla di quella che fu la grande Civiltà dell’Indo estesa in una vasta regione che ha lasciato una gran quantità di siti nel vasto territorio valle dell’Indo con centinaia nel territorio pakistano, ove nel Punjab occidentale edificò la più antica città di Harappa e nel limitrofo Sind sulla riva destra dello storico fiume l’altra estesa città di Mohenjo-daro fiorita dalla seconda metà del II millennio a.C. Come grandi ed avanzati centri urbani nell’antica e grande architettura Harappana con estesi quartieri, edifici pubblici, palazzi, residenze e templi paragonabile a quella dell’antico Egitto nello stesso periodo e delle grandi civiltà sorte nella regione mediorientale della Mesopotamia. L’agricoltura era fiorita con l’irrigazione in un’avanzata ingegneria idraulica con serbatoi ed edifici, mentre venne intensificato l’allevamento, invenzioni e scoperte di quella civiltà rimasta tra le più evolute dell’epoca, oltre che una grande produzione artistica e artigianale, assieme ai prodotti agricoli e spezie per i commerci. La cultura era fondata su tradizioni religiose che in parte anticipavano la successiva diffusione dell’Induismo portato poi dalla sua più antica tradizione vedica dalla migrazione delle popolazioni di stirpe Indoariane dopo che assieme ai suoi centri la più antica città di Harappa iniziò a decadere nel dal XVII sec. a.C. per catastrofiche alluvioni come poi Moenjo-daro, seguite da altre calamità, abbandonando le città e mentre la grande migrazione Indoariana si estendeva e nella vasta regione si dissolse la grande e millenaria civiltà dell’Indo a lungo dimenticata fino alla sua riscoperta.

La cultura Gandhara

Con le popolazioni indoariane dalla metà del I millennio a.C. vi si estese la confederazione tribale riunita nel regno di Kuru, successivamente portarono la cultura e le tradizioni religiose ispirate dalla civiltà dell’Oxus sintetizzate con le più antiche locali che nella regione originarono la prima cultura induista Vedica. Dalla vicina Battriana fino al Punjab si estese il regno Bahlika, mentre nell’omonima regione settentrionale dal XIV secolo a.C. si impose la cultura dello che ha lasciato i suoi resti così come la confederazione tribale indoariana dei Kamboja che nel territorio occidentale dal VI secolo a.C. furono tra i fondatori di uno sedici regni del potente stato indiano nord occidentale Mahajanapada, tra l’Afghanistan e la valle dello Swat venne fondato il primo del Gandahara centro della cultura vedica nella regione, tra gli altri ne rimangono i resti dell’antica città di Taxila ove assieme all’induismo si diffuse poi il buddismo. Dal VI secolo a.C. si estese il potente impero persiano con la conquista Achemenide che dominò per i tre successivi la vasta regione dall’antica Persia all’Afghanistan e Pakistan che ne divenne la provincia satrapia orientale della Bactria, fino a quando l’impero fu travolto dalla leggendaria spedizione di Alessandro in Asia nel 327 a.C. La tradizione buddista venne sintetizzata tra la popolazione nel buddismo della Bactria diffuso nei secoli successivi dal monachesimo buddista Greco che ne prese nome, in gran parte i monaci vennero inviati nel II secolo d.C. dal sovrano Ashoka celebrato come il grande diffusore del buddismo durante il dominio del suo vasto impero indiano Maurya. Tra gli altri il più famoso studioso missionario e redattore di sacri testi venerato come Dharmaraksita, seguirono i monaci inviati poi dal regno indo ellenista della Bactriana con il sovrano Menandro a metà del I secolo a.C. portatori del Dharma come il venerabile Mahadharmaraksita. Nella sintesi con la cultura ellenistica creò anche modelli stilistici per i templi e monasteri in una notevole influenza dell’arte in India dall’epoca, oltre le rappresentazioni del Buddah e i Bodhisattva nello stile classico greco come la grande arte Gandahara. Dopo la spartizione degli immensi territori conquistati da Alessandro il Grande sorse il vasto impero Seleucide ove in Asia Centrale nel 256 a.C. venne fondato il regno ellenistico della Battriana che aveva la sua capitale in Afghanistan nella fiorente città di Balkh c, nel V secolo a.C. aveva dato i natali ai primi due discepoli del Buddah storico e primi diffusori della dottrina Trapusa e Bahalika divenendone un grande centro nella regione. Da qui poi in epoca ellenistica iniziò la successiva diffusione del Buddismo con le rappresentazioni artistiche fondate sulle tradizioni greche con quelle indiane esteso nella regione del Gandahara ove sorsero templi e monasteri come i due grandi Nava Vihara vicino a Balkh decaduti poi dopo la conquista islamica, rimasero nei secoli i colossali Buddah di Bamiyan magnificamente scolpiti nella roccia per finire distrutti dal criminale fanatismo musulmano dei Talebani che ancora infestano l’Afghanistan, mentre anche se minacciati rimangono i resti dell’antico centro buddista a Taxila nel Punjab settentrionale con il suo sito archeologico dichiarato patrimonio culturale Unesco. Per i suoi collegamenti tra l’Asia Centrale e la Cina la regione divenne uno dei centri della diffusione del buddismo sulla Via della Seta, dall’inizio del I secolo a.C. entrò nei domini orientali del regno indo partico di che mantenne la cultura buddista edificando altri templi e scuole monastiche rinvenuti nel sito di Taxila ed altri nella valle settentrionale di Peshawar ove sorse la città di Mardan, nei pressi a metà del I secolo d.C. venne fondato il grande monastero di Takht-i-Bahi che ha lasciato i suoi resti nel sito dichiarato anch’esso patrimonio culturale Unesco. Poco dopo dal I secolo fino al III vi si estese a nord ovest il grande impero indiano Kushan dall’India settentrionale e il suo sovrano Kanishka fu artefice del sincretismo religioso tra l’antica tradizione iranica dello Zoroastrismo, quelle greche, induiste e le buddiste, convocando il quarto concilio buddista in Kashmir per redigere il canone della scuola Sarvastivada, per tutto il periodo imperiale fino al III secolo alla sintesi religiosa seguì quella stilistica con l’arte Kushan tra la tradizione ellenistica del Gandhara con l’arte indiana del Mathura lasciando i suoi resti con i siti archeologici nella regione. Poco fuori da Peshawar a metà del II secolo d.C. venne eretto il tempio buddista con lo stupa di Kanishka ricostruito nel IV come tra i più monumentali dell’epoca, poi abbandonato per essere riscoperto dagli scavi nel sito di Shaji-ki-Dheri ove tra resti di edifici, statue e rilievi è stato rinvenuto il prezioso cofanetto decorato noto come il reliquiario di Kanishka, conservato assieme ad altri reperti e vaste collezioni di arte buddista Gandhara nel vicino museo di Peshawar.

I regni hindu

Con la decadenza dell’impero Kushan la regione della Battriana dal 230 entrò nei domini del regno sasanide unito di Kushanshah che mantenne le antiche tradizioni buddiste della cività Gandahara continuate anche con l’estensione della confederazione tribale dei Kidariti, dopo le vittorie in Asia Centrale sull’impero Sasanide nel 450 vennero travolti anch’essi dall’avanzata delle potenti tribù degli Unni bianchi che mantennero il buddismo nella regione assieme alla tradizione religiosa del Manicheismo persiano con anche molte influenze dell’induismo. Dal V secolo anche nella regione si estese il dominio del grande impero indiano Gupta legato all’induismo ortodosso, ma che consentì alle comunità buddiste di seguire la fede favorendo anche la costruzione di templi oltre quelli hindu dalla raffinata architettura, decorazioni e statue dell’arte Gupta che nel Sind edificò il grande stupa buddista di Kahu-Jo-Darro dalle statue e decorazioni in sintesi con la grande l’arte del Gandahara che ha lasciato i suoi resti come li si trovano nel sito ove sorse la grande città di Mirpur Khas. L’influenza induista dell’impero Gupta nel 632 ispirò il bramino Chach di Aror a fondare e divenirne primo sovrano della dinastia del Sindh che ha governato fino al 712 quando inizio la rapida espansione islamica del califfato arabo Omayyade in India ma venne fermata da varie sconfitte nella regione nord occidentale dalla dinastia Pushyabhuti dominante il territorio che all’epoca aveva raggiunto il suo apogeo con il sovrano Harsha. Dal VII secolo per i due successivi la regione fu nel regno dei Shahis di stirpe turca in gran parte convertiti al buddismo, poi anch’esso minacciato dall’espansione islamica respinta nell’VIII secolo dal sovrano Kabul Shahis noto come Fromo Kesaro ai bizantini, all’epoca vennero edificati templi e monasteri che hanno lasciato pregevoli resti in una raffinata arte buddista ed induista. Fu poi in parte invaso dagli arabi alla fine del IX secolo e il resto entrò nei domini della dinastia induista Shahi edificando centri e templi che tra gli altri hanno lasciato quelli hindu di Amb ove nel Punjab si stende la valle all’estremità occidentale dei monti Salt. All’epoca continuarono le conquiste musulmane in India e anche in Sindh venne invaso con la spedizione del potente esercito arabo guidato dal comandante nel 712 dilagando ad est ove ebbe inizio il lungo periodo del dominio islamico in India, mentre la regione pakistana rimase alla dinastia induista Shahi, l’ultimo sovrano Jayapala riuscì a respingere ancora l’espansione islamica della dinastia Ghaznavide fino all’inizio del XI secolo quando l’impero venne esteso dal sovrano Mahmud di Ghazni conquistando il territorio e tutti i regni induisti del Punjab da dove avanzò in India e dall’epoca l’islamismo divenne dominante travolgendo ogni altra antica cultura.

L’espansione islamica

In Afghanistan venne fondato il sultanato di Ghor dalla dinastia Ghuride e nel XII secolo, dopo la sua conversione dal buddismo alla fede islamica, il sultano di Ghor estese il regno dall’Asia Centrale alle regioni indiane settentrionali in quello che fu il vasto impero Ghaznavide, divenendo altro protagonista del lungo dominio musulmano in India. All’inizio dell’XI secolo durante il regno del sultano Mahmud di Ghazni venne conquistata la regione e nel Sindh si affermò il regno regionale fondato dalla dinastia Soomra fino a metà del XIV secolo quando venne sostituita della dinastia Samma che hanno lasciato entrambe centri ove rimangono palazzi e mausolei in stile islamico centroasiatico così come quelli della successiva dinastia turco mongola Arghun che vi ha regnato fino all’inizio del XVI secolo. L’immenso impero fondato con l’espansione dei Mongoli nel XIII secolo venne spartito nei vari grandi domini, poi riunito nel XIV secolo dal nuovo vasto impero Timuride islamizzato fondato dal condottiero turco mongolo noto in occidente come il grande conquistatore Tamerlano, esteso dall’Asia centrale al Medio Oriente e ad est fino all’India settentrionale. Fin dall’inizio del XIII secolo con la sua prima fondazione della dinastia Mamluk turco persiana, come il resto dell’India settentrionale, il Pakistan entrò nel vasto e potente sultanato di Delhi e vi rimase nella sua espansione fino al 1526 con la quinta ed ultima dinastia di Lodi, per tutto il suo lungo periodo il sultanato edifico, centri, città, moschee e mausolei nella grande architettura indo islamica in . Nel frattempo con la spartizione del vasto impero Timuride, nei territori orientali Ẓahīr al-Dīn noto come Babur, fu il capostipite della dinastia turco mongola anch’essa islamizzata dei Moghul che dall’inizio del XVI secolo estesero il loro impero in India fiorito nei decenni successivi con l’ascesa al trono del Akbar. Come il resto dell’India anche il Pakistan entrò nei domini del vasto e potente impero Moghul dalla sua più antica fondazione nel X secolo venne estesa la splendida città fortificata di Lahore cinta da mura con il suo forte, nuovi edifici, palazzi, moschee e santuari nella monumentale e raffinata architettura Moghul divenendo una delle capitali dell’impero. Conserva l’antico splendore con le sei monumentali porte della Cittadella fortificata rimaste delle tredici originali, le grandi moschee di Lahore dall’inconfondibile stile e decorazioni dell’epoca, così come i venerati santuari islamici Gurdwara. Altre vie ove affacciano palazzi e monumenti nella cittadella di Lahore, giardini, in stile tradizionale indiano Moghul e Sikh i palazzi Haveli dalle facciate decorate, oltre ad altri, baazar e monumenti dell’epoca nei i quartieri periferici storici di Lahore, a nord est dal centro tra terrazze, splendidi edifici e padiglioni i monumentali giardini Shalimar anch’essi tra i capolavori dell’arte Moghul nel XVII secolo.

Colonia britannica

Il sovrano Ahmad a metà del XVIII secolo estese il regno afghano di Sadozai ad ovest fino a parte dell’India settentrionale ad est con il suo impero Durrani, mentre nel resto dell’India si impose la confederazione di popolazioni guerriere del Deccan che fondarono il loro impero Maratha. Nel XVI secolo in Punjab si diffuse un movimento sociale e religioso iniziando la storia del Sikhismo con il regno illuminato del Sarkar-e-Khalsa fondato dalla comunità dei Khalsa alla fine del secolo successivo esteso dall’India nord occidentale fino al Pakistan come l’impero Sikh dalla cultura e società fondata su tradizioni induiste tradotte poi nella religione monoteista del Sikhismo. Cercò di reprimere l’islamismo vietandone le leggi e la limitazione delle moschee, mentre l’architettura in Pakistan dopo il periodo antico, medievale, Mughul e Rajput si arricchì di centri, palazzi e mausolei nel nuovo stile Sikh, nello steso periodo la potente compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire i suo centri commerciali ben presto estesi in gran parte del territorio ove presero poi il potere le presidenze in quella che fu l’India britannica e dal 1858 l’intero territorio indiano per quasi un secolo divenne la colonia della British_Raj. Anche parte del Pakistan fu nei domini britannici dopo la prima vittoriosa guerra contro i Sikh nel Punjab del 1846 e nei decenni successivi venne conquistato il resto del territorio nella colonia indiana rimanendovi fino all’indipendenza nel 1947. Venne fondato il movimento Taḥrīk-i-Pākistān per l’indipendenza del Pakistan islamico dal resto dell’ex colonia britannica con l’istituzione della la federazione dei vecchi stati principeschi musulmani per il Dominion in Pakistan, dopo un conflitto tra la popolazione musulmana e hindu ratificato con la spartizione dell’India del 1947 tra la nuova repubblica indipendente indiana e la separata repubblica islamica del Pakistan, all’epoca compresa nella regione occidentale e quella orientale indiana musulmana del Bengala, mentre vi fu il grande e drammatico esodo della popolazione hindu pakistana in india e quella musulmana indiana in Pakistan con violenti scontri. Nello stesso 1947 il conflitto continuò con la prima guerra del , conclusa dopo un anno, con l’emanazione della Risoluzione 47 dall’ per risolvere il conflitto, venne riconosciuto il governo in Kashmir, da quella prima guerra continuarono tre successivi tre conflitti con il Pakistan trascinati dall’epoca fino al 1999, dopo quella del 1971 vennero raggiuti accordi nel trattato di Simla che tra gli altri stabilivano i confini del Kashmir.

Pakistan indipendente

Nel 1955 la regione del Bengala islamico divenne la provincia orientale del Pakistan tre anni dopo il presidente Iskander Mirza dichiarò la legge marziale, deposto dal generale Ayub Khan con il colpo di stato in Pakistan inaugurando un lungo periodo di dittature militari, mentre nel 1965 si scatenò di nuovo il conflitto nella seconda guerra con l’ per il Kashmir e sei anni dopo iniziò conflitto bengalese nella guerra di liberazione del Bangladesh ove contro il movimento per l’indipendenza l’esercito pakistano con l’operazione Searchlight intervenne sostenendo le violente milizie musulmane bengalesi del Jamaat nei massacri della popolazione hindu e oppositori, persecuzioni e violenze sulle donne in quello che è ricordato come il genocidio del Bangladesh del 1971. Nello stesso anno, mentre il conflitto si estendeva nella terza guerra con l’India terminata con la resa pakistana, salì al potere come presidente il moderato nazionalista laico Ali Bhutto che fu tra i fondatori del partito socialdemocratico popolare Ppp, oltre varie riforme e il ripristino dell’attività parlamentare nel 1973 redasse la nuova Costituzione pakistana. Fu protagonista del bellico programma nucleare con la dotazione della bomba atomica in Pakistan come deterrente a futuri conflitti, oltre il consolidamento di relazioni con l’Urss, ciò che provocò l’ostilità degli oppositori interni internazionali ispirati dagli Stati Uniti fu la serie di riforme ritenute socialiste nel processo di Nazionalizzazione per una democrazia economica e il progressismo statale. Nel 1977 con il colpo di stato che fu definito l’operazione Fair Play, il governo di Bhutto venne rovesciato dai militari guidati dal generale Zia-ul-Haq che lo fece condannare a morte iniziando la sua lunga dittatura annullando tutte le leggi democratiche e le nazionalizzazioni per riconsegnare l’economia ai potentati, reprimendo e ogni opposizione.

Lo sato islamico

La fede islamica in Pakistan fin dalla sua lontana diffusione e l’imposizione alla popolazione, è divenuta sempre più una pratica oppressiva fino alle leggi per la completa Islamizzazione dello stato durante la dittatura militare di Zia-ul-Haq negli anni ottanta sostenuta dall’istituzione del per l’ideologia musulmana più radicale applicata anche per l’islamizzazione dell’. Vennero applicate le più oscure leggi della Shariʿa come quella per il reato di Blasfemia punita con varie condanne fino alla pena di morte, la discriminazione delle Religioni non islamiche ancora presenti nel paese, oltre la conversione forzata delle ragazze in Pakistan di minoranze hindu, sikh e cristiane, le leggi contro tutte le minoranze religiose in Pakistan che giustificano impuniti attacchi in tutto il paese con continue esplosioni di quella che è definita violenza settaria, oltre contro Hindù e Sikh, anche per quelle musulmane non in linea con la dottrina sunnita come Sciiti, Ahmadi e il Sufismo con persecuzioni e attacchi integralisti e negli ultimi anni si sono accentuate le violenze contro le poche comunità pakistane dei Cristiani. Per il resto della popolazione nel 1979 vennero emanate le leggi dell’ordinanza Hudud per applicare alla lettera la Shari’a, particolarmente ciò che è considerato sesso illegale secondo lo Zina coranico, come l’adulterio delle donne punito con lapidazione, la pena di morte per i reati omosessuali, con frustate atteggiamenti considerati immorali, il carcere alle vittime di stupri, pena di morte per reati comuni più gravi, amputazione per i furti, e varie pene per consumo di alcolici e altri reati minori. L ‘espansione delle scuole religiose coraniche Madrass divennero i centri per il fanatismo religioso che ha alimentato la formazione dei combattenti Mujaheddin con l’invasione sovietica nel 1979 e il decennio di guerra in Afghanistan ove Muhammad Zia-ul-Haq ha impiegato i servizi segreti pakistani Isi che per primi hanno sostenuto le operazioni per armare gli estremisti islamici in Afghanistan estese poi nell’alleanza con l’intervento degli Stati Unito con operazione Cyclone sostenuta dalla Cia che all’epoca tra i tanti collaboratori integralisti musulmani contro l’Urss ebbe il famigerato Bin Laden. Nella loro alleanza contro il comunismo di fatto gli Usa permisero al dittatore il completamente del programma nucleare Project-706 per dotare il Pakistan della bomba atomica, mentre sempre con l’appoggio degli alleati durante la guerra dal devastato Afghanistan con l’aumento del traffico di droga e la sua diffusione alla ricerca di risorse per le armi, gran parte della resistenza anticomunista si è dedicata al traffico sostenuto dalla Cia statunitense e il Pakistan di Zia-ul-Haq. Dall’epoca l’immensa produzione di oppio in Afghanistan non è più dedicata al solo traffico del prodotto, ma alla sua conversione in eroina che in parte avviene nei centri locali per prendere le sue devastanti vie del narcotraffico, una passa sul confine con il territorio afghano detto la linea di Durand, entrando dalla frontiera settentrionale in un paese che ha una lunga storia di corruzione di ogni tipo fino a quella di funzionari coinvolti in loschi affari, favorendo una criminalità diffusa ed organizzata che in questa regione domina un crocevia delle varie rotte sulle vie-della droga attraverso l’Asia Centrale e il Caucaso fino ai Balcani, qui poi controllate dalle formazioni terroriste islamiche sostenute dal Pakistan in nome della guerra santa jihad. Dopo la morte di Zia-ul-Haq nel 1988 vennero celebrate libere elezioni che portarono come primo ministro Benazir Bhutto figlia del presidente messo a morte dal dittatore in un apparente ripristino della democrazia ben presto conclusa con la sua deposizione due anni dopo e l’elezione di Nawaz Sharif che ha ripreso e continuato l’islamizzazione mentre avviava il liberismo economico annullando tutte le nazionalizzazioni. Entrato nuovamente in conflitto con l’India nella guerra di Kargil del 1999 in Kashmir conclusa con la vittoria indiana, nello stesso anno una nuovo colpo di stato in Pakistan organizzato dalla della giunta militare guidata dal generale che ne divenne presidente Musharraf, lasciando il sistema giuridico islamico continuò la politica liberista economica e dopo gli attentati dell’11 settembre nel 2011, ratificò con una non bene definita e generica guerra al terrorismo del Pakistan. L’islamizzazione e la politica conservatrice si riconfermarono con la rielezione a primo ministro di Nawaz_Sharif, aumentando le privatizzazioni e il liberismo per favorire banche e multinazionali, mentre con l’operazione Blue fox impiegò l’esercito e i servizi segreti contro le opposizioni, nel 2007 Musharraf dichiarò lo stato di emergenza in Pakistan assumendo tutte le carice politiche e militari rinviando le elezioni e mentre si diffondevano le proteste fu assassinata Benazir Bhutto a capo dell’opposizione. Dopo le accuse per aver modificato la costituzione nel suo governo dittatoriale, rifugiato all’estero Musharraf fu condannato in contumacia per alto tradimento, mentre anche il primo ministro per accuse di corruzione si dimise nel 2008, durante la breve presidenza ad interim di Mian Soomro e nelle elezioni tenute lo stesso con la vittoria del partito popolare divenne l’undicesimo presidente Ali Zardari marito di Benazir Bhutto governando fino al 2013, ripristinò diritti costituzionali rinnovando la politica estera affrontando il terzo periodo di stagflazione del Pakistan tra inflazione e disoccupazione continuando a tollerare le centrali dell’integralismo musulmano nel paese. Dopo il suo mandato con la vittoria elettorale del partito Muslim League, fondato da Newaz dall’alleanza della destra più conservatrice ed islamisti, nel 2013 venne eletto alla presidenza Mamnoon Hussain mantenendo i fondamenti islamici dello stato, rinvigoriti dalla vittoria del movimento pakistano per la giustizia Tehreek-e-Insaf nelle elezioni del 2018 per la rifondazione di uno stato sociale islamico che ha designato come tredicesimo presidente Arif Alvi.

Jihad e narcotraffico

Negli ultimi decenni nella regione dal Kashmir all’India è dilagato il terrorismo sostenuto dal Pakistan, oltre alle formazioni storiche originate durante il conflitto con l’Unione Sovietica in Afghanistan dall’epoca armate e sostenute dai servizi segreti pakistani e gli Stati Uniti e, come altrove tutte le formazioni islamiche che predicano la guerra santa jihad, si finanziano con il traffico di droga. Tra le più potenti il partito integralista Sipah-e-Sahaba fondato nel 1985 durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan, con le sue milizie impone la più tetra shari’a, protagonista di attacchi ed attentati così come la sua emanazione Lashkar-e-Jhangvi, anch’esso fondato da militanti antisovietici, come esercito dei puri il Lashkar-e-Taiba, dalle simili origini legato ad al-Qaeda è attivo dall’inizio degli anni novanta il movimento Huji per Jihad islamica. Da vari gruppi uniti come i talebani pakistani è stato fondato il Tehrik-i-Taliban dalle sanguinarie formazioni, uniti poi all’altrettanto spietato esercito islamico del Lashkar-e-Islam e i degni correligionari nel territorio tribale centro occidentale del Khyber di stirpe Pashtun, i Soldati di Dio come si definiscono i feroci militanti del Jundallah che nella regione del nord ovest dal 2004 assieme ai loro alleati e la criminalità organizzata hanno scatenato la guerra del Kyber con l’insurrezione islamica del Pakhtunkhwa trascinata per un lustro di violenze contro la popolazione, continuate poi con altri sanguinari attacchi come il massacro di giovani in una scuola di Peshawar nel 2014. Dall’inizio del nuovo millennio si sono organizzate altre altrettanto feroci come il Jaish-e-Mohammed che considera il Kashmir territorio da dove far dilagare l’islamismo in India, il partito dei santi combattenti noti come i mujaheddin di Hizbul ha rivendicato numerosi attacchi anche in India sempre sostenuti dal Pakistan che nel 1998 per una migliore organizzazione militare ne ha favorito il distacco dell’altra sanguinaria formazione di Al-Badr anch’essa legata ad Al-Qaida. Dopo la fondazione del movimento Jihad islamico Harkat nel 1984 per combattere in Afghanistan, le sue formazioni sono dilagate nei territori limitrofi dagli anni novanta attive in Kashmir come Harkat-ul-Ansar sempre dalle sue centrali pakistane. Oltre Il movimento dei mujahidin Hizbul, Il terrorismo islamico è continuato con le varie formazioni dai centri in Pakistan ove è sostenuto assieme ad altre formazioni integraliste come il più recente Isis del Khorasan fondato nel 2015 da talebani afghani con militanti di vari paesi, per fondare un cupo califfato sul modello attraverso lo sterminio di democratici, intellettuali, comunità hindù e tutti gli infedeli con l’unica crudele legge della Shari’a che bandisce ogni minimo richiamo ad una società civile. Nel 2011, dopo che il famigerato Bin_Laden venne trovato ed ucciso da un commando Usa nel suo rifugio pakistano ove era protetto dai servizi segreti ad Abbottabad, in gran parte del paese si sono susseguiti gli attacchi terroristi ed intensificati più recentemente nel più violento e criminale movimento jihadista in Pakistan. Dalla regione del Khyber Pakhtunkhwa provenivano i militanti islamici durante la guerra in Afghanistan poi riuniti nella potente formazione terrorista Haqqani con la sua estesa rete dedita anche al grande traffico di droga che prende varie vie, una passa per la capitale baluchistana dominata dalle milizie talebane riunite nella Shura di Quetta, diramandosi a sud verso il porto della capitale Karachi dove i carichi di droga vengono imbarcati per proseguire sulle rotte marittime, una parte raggiungono le coste orientali e meridionali dell’Africa per congiungersi da est alle vie africane della droga altre anche per corrieri verso la vicina India e ad est in Cina. Ad ovest prosegue sulla tradizionale via iraniana dove, nonostante la lunga guerra alla droga, la criminalità locale riesce a controllare il consumo locale di e farne transitare i carichi sui percorsi che si incrociano sulle Vie della droga in Asia Centrale verso occidente.

Dalla lunga e più recentemente controversa storia questo paese è stato territorio ove dall’Asia centrale si sono incrociate vie di commerci, incontro tra popoli e culture tra le regioni dell’ con le loro civiltà che hanno percorso i secoli e quelle della Cina, si stende tra magnifici ambienti dalla costa sul mare arabico attraverso le pianure del Sind e Punjab fino alle maestose catene dell’Hindu Kush e Karakorum, anche questo è il Pakistan che conosco e da ricordare e percorrere come culla di civiltà e culture che hanno lasciato siti, centri, città e tradizioni tra le popolazioni.


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