Himalaya

Nepal

Antico Nepal

L’antica civiltà dell’  Indo  dalla fine del III millennio a.C. dominò a lungo la vasta regione  distesa dalle fertili vallate  del Pakistan fino ai territori indiani nord occidentali, dopo la sua dissoluzione dalla metà del I millennio le popolazioni indoariane vi diffusero la cultura  Vedica originando la grande civiltà indiana fondata sull’ Induismo. Le  popolazioni hindù delle basse valli himalayane fondarono regni fioriti per i commerci tra le regioni settentrionali dell’ India, verso nord con gli imperi che nei secoli hanno dominato la lunga storia della Cina e ove incrociavano  le carovaniere tra le alte valli con i percorsi sulle  le vie dell’Himalaya. Parte della regione nepalese orientale fin dall’ VIII secolo a.C. era territorio del popolo  Kirat di stirpe sino tibetana che dal V secolo a.C. fondarono il regno di Kirata e dall’ epoca, dopo il più antico popolamento iniziò la lunga storia del Nepal. Nel territorio attraversato dalla maestosa catena himalayana giunsero poi popolazioni di stirpe Tibetana e tra le altre indoariane nel tardo periodo Vedico all’inizio del VI secolo a.C. le tribù riunite nel potente clan Shakya fondarono il loro regno Śākya Gaṇarājya esteso dal suo più meridionale territorio del  Tilaurakot ove sorgeva la capitale nell’ antica  e perduta città di Kapilavastu. Poco distante dalla stirpe Shakya nell’ altra antica città nepalese di Lumbini, nel  566 a.C. nacque il principe Siddhārtha divenuto in vita il venerato  asceta Gautama,  prima incarnazione del  Buddha Shakyamuni, fondatore della nuova e grande dottrina del  Buddismo che tra il VI e il VII secolo convertì le tribù tibetane e nel IX fu fondato un regno nel territorio del  Ladakh. Mentre nella regione nepalese tornò ad essere predominante l’ induismo alla fine del IV secolo d.C. vi sorse il nuovo regno di  Licchavi che fiorì con i commerci divenuto poi vassallo del grande impero indiano Gupta e dall’ VIII secolo si completò la  prima invasione araba  islamica del califfato Omayyade in India travolgendo poi le antiche culture. Nello stesso periodo la valle di Kathmandu divenne territorio  dominato del popolo  Newar  ove assieme all’ induismo si diffuse un sincretismo religioso nella  propria forma del  buddismo  Newar edificando centri e templi sacri ad entrambe le religioni nella tradizionale arte  Newa nepalese. Vi fondarono il loro regno con la capitale nella città di Katmandu fiorendo di commerci per i percorsi attraverso i valichi himalayani con il Tibet aprendo un’ altra via carovaniera per la Cina con l’ impero della dinastia Tang continuato nelle successive in una florida autonomia dall’influenza indiana ed accogliendo il  Buddismo di tradizione tibetana. Il regno riuscì a resistere alle pressioni islamiche, con le carovaniere tibetane che  vi giungevano e da qui alla Valle del Gange, su esse andarono le vie dei pellegrini con i centri induisti buddisti  nepalesi sorti attorno ai templi nella valle di Kathmandu.

Il Regno del Nepal

Alla fine dell’XI secolo si impose la dinastia di Karnat che con il suo regno dominò un vasto territorio  nella regione del  Mithila ove lungo il confine indiano fondò la sua capitale nella città di Simraungadh, con la sua decadenza dal XIII secolo per i cinque successivi gran parte del Nepal fu governato dalla potente dinastia dei Malla  che oltre ad estendere i domini edificò altri santuari  e templi. Un’espansione continuata durante  successiva dinastia  Shah nel XVIII secolo che vi fondò il nuovo regno nepalese di Gorkha e nel 1768 come  ultimo sovrano salì al trono  il re Narayan celebrato come il  fondatore del regno unificato in  Nepal. Dopo di lui iniziò una rapida espansione nella regione settentrionale indiana  invadendo poi il Tibet, alla fine del XVIII secolo prese il potere la successiva dinastia Thapa, all’ inizio del successivo cercò di limitare l’espansione della compagnia britannica East India che nel  1814 portò ad al conflitto anglo-nepalese nella guerra del Gorkha conclusa nel 1816 con la vittoria britannica, costringendo  il regno nepalese al trattato di Sugauli  per la cessione del territorio occidentale con le pianure del Terai e gran parte del Sikkim divenendone un protettorato pur mantenendo l’ indipendenza. Dopo il massacro di Kot nella corte  Thapa a Kathmandu, prese il potere Jung Bahadur dal regno autocratico governato con il regime della sua dinastia Rana isolando il Nepal mantenendone l’ indipendenza contro ogni modernizzazione. Il regno rimase legato alla colonia britannica riconfermando nel 1923 l’ alleanza con il trattato Nepal-Britain che tra gli altri accordi prevedeva l’ invio di truppe nepalesi nei conflitti adoperati nelle due guerre mondiali, il trattato venne stipulato primo ministro Shumsher che pur mantenendo l’autocrazia emanò diverse riforme come l’ abolizione della schiavitù nel 1924.  Con il trattato della Friendship nel 1950 venne riconfermata l’alleanza britannica, ma il regno autocratico entrò in conflitto con il movimento democratico del Nepal che assieme ad altri libertari promosse la rivoluzione del Sat salko kranti con l’ abolizione del sistema dinastico e l’ introduzione della democrazia istituzionale, inizialmente sostenuto dal nuovo  Partito comunista del Nepal. Dopo la rivoluzione con un colpo di stato venne spodestato ed esiliato il sovrano  Tribhuvan e al regno della dinastia Rana salì al trono il figlio Mahendra nel 1955 che governò con il suo nuovo regime riformatore Panchayat  mantenendo l’assolutismo, nel 1972 ne fu successore il figlio maggiore Birendra che rimase legato all’autocrazia dinastica.  Dal 1990 le fazioni comuniste si unirono nel Fronte unito del Nepal che si opponeva al regime assieme al partito socialdemocratico del congresso  Nepali, organizzando la seconda rivoluzione Jana Andolan che instaurò una nuova monarchia costituzionale. Ispirato dalla rivoluzione  maoista cinese dal 1994 iniziò la guerriglia del partito Comunista unificato continuata per oltre un decennio con la guerra civile in Nepal , mentre il regno di Birendra terminò nel  2001 quando assieme alla famiglia venne ucciso nel  royal massacre nepalese ordito dal figlio e principe ereditario Dipendra che regnò solo tre giorni per poi suicidarsi. Sfuggito al massacro salì al trono  il fratello  Gyanendra ostacolato dai movimenti popolari  e con la nomina a primo ministro di Koirala fu costituito un nuovo Parlamento con l’ adesione maoista che aveva abbandonato la lotta armata, nel 2008 venne dichiarata la Repubblica democratica federale del Nepal come moderno  stato laico governato  con le successive elezioni dei suoi  due presidenti Ràstrapati .

Himalaya nepalese

Il suggestivo  territorio del  Nepal  si stende lungo le maestose montagne dell’ Himalaya   che scendono  verso le pianure fino  alle  valli del Terai, tra suggestivi scenari naturali attraversati dai vari  fiumi  che dalle alte valli alimentano  i suoi splendidi  laghi . Grandiosi e variegati ambienti in parte protetti da varie riserve e parchi nazionali del Nepal dalle montagne alle pianure meridionali popolati da una ricca fauna  endemica con varie rare specie. Lungo il confine occidentale con l’ India scorre il fiume Sharda  per la vasta regione  himalayana  attraversata dal corso del Gandaki e tra i due bacini fluviali  il territorio è dominato dai massicci  con le alte vette, all’ estremità occidentale tra le montagne del Guran , tra picchi e ghiacciai verso il confine tibetano per oltre settemila metri si erge il monte Api.  Poco ad est la più isolata zona himalayana del Kanjiroba che prende dalla più alta vetta  Kanjiroba  di  6.883 metri, il monte Kubi Gangri dall’ altezza  di poco inferiore con i versanti tra  il Nepal e il Tibet come  il  Changla, le altre montagne continuano nel distretto di  Darchula  ove verso  est si erge maestoso il massiccio del Dhaulagiri con la sua più alta vetta che supera gli ottomila ed oltre la suggestiva gola del Kali Gaṇḍakī, si eleva magnificamente l’ altro grande massiccio  del monte Annapurna dai tredici picchi con il più alto che raggiunge gli ottomila. Dalla valle di Kaligaṇḍakī verso l’ estremità orientale ove scorre il fiume  Arun continua la suggestione del  territorio himalayano , dell’ omonimo massiccio è parte l’ Annapurna II con la vetta di poco sotto gli ottomila e  verso est  le montagne  del Mahalangur . Sul confine tibetano si eleva per  8.848 metri il più alto picco al mondo del maestoso monte  Everest sacro ai tibetani, sempre sul confine poco a sud il Makalu  con il suo più alto picco di  8.485 metri in un grandioso scenario che continua poco distante con l’ancor più maestoso Manaslu anch’esso tra gli ottomila nepalesi. Dal versante nord orientale oltre il massiccio si trova il monte Pangpoche con la  sua più alta vetta di  6.620 metri,  poco a nord ovest il Nemjung con il picco  oltre i settemila , continuando ad est il vicino  monte Chamar e scendendo a sud tra altre due di poco inferiori si staglia con i suoi ottomila la vetta dell’ Himalchuli. Sempre lungo il confine tibetano  nel territorio centro settentrionale del  Ganesh tra le valli di Budhi Gandaki e Trisuli Gandaki si trova il monte  Yangra e dal versante nord orientale dell’ Everest dominata dal suo ghiacciaio il territorio del  Khumbu con i villaggi nella valle dominata all’estremità occidentale dal massiccio del Cho Oyu oltre gli ottomila. Il territorio  centro orientale si stende dalla valle di Rolwaling  con vari villaggi del popolo Sherpa dominati dalle montagne, sacro all’ induismo il monte Gaurishankar oltre i settemila, mentre in territorio tibetano si trova l’ altrettanto maestoso  Melungtse. Salendo per la provincia di Bagmati  si attraversa il territorio  del Langtang tra le montagne e vallate in un suggestivo ambiente protetto  dal parco nazionale di Langtang popolato da una ricca fauna endemica,  poco ad ovest della valle  Trisuli Gandaki si trova il monte Lirung , continuando per l’ estremità orientale sul confine con il Sikkim ove è considerato sacro,  si staglia imponente il Kangchenjunga dalla terza vetta più alta al mondo con 8.586 metri.

Cultura e tradizioni

Le sette grandi province del Nepal Istituite dal 2014  ne dividono il territorio, all’ estremità occidentale si stende la provincia di Sudurpashchim, ad est in parte attraversata dall’omonimo fiume con la sua valle quella limitrofa di Karnali verso sud lungo il confine indiano prende nome dalla città che dette i natali al Buddah la provincia di  Lumbini, salendo per il territorio  centro settentrionale verso il confine tibetano la provincia di Gandaki. Continuando tra le maestose montagne ad est la più popolata provincia di  Bagmati e scendendo nella regione sud orientale con la costituzione nepalese del  2015 è stata istituita  la  Province2 verso le pianure attraversate dal Il fiume Koshi che la divide da quella all’ estremità più orientale istituita nello steso periodo come Province1. A loro volta le province comprendono le varie divisioni amministrative Nèpàlakò con decine di distretti che governano i vari comuni rurali Gaunpalika dalle comunità in villaggi che mantengono antiche tradizioni, tra storici centri e le città del Nepal. Le varie regioni sono popolate dalle diverse e variegate  etnie Nepali dalle più numerose alle comunità tribali nei villaggi di origine indo ariana e sino tibetana che ne hanno percorso la storia, oltre che alla varietà della cultura in Nepal tra le tradizioni induiste e buddiste sono legate tra loro da oltre un centinaio di lingue  Nepali  dai diversi idiomi e dialetti, come lingua ufficiale è adottato il  Gorkhali  o Khas kura derivata dal sanscrito, così come la scrittura dall’ antica forma indiana del Nagari, adoperata  dall’ inizio del XIX secolo nella redazione della letteratura Nepali. Tra le più antiche etnie protagoniste della storia nepalese con la confederazione Mandala  nella valle di Kathmandu e le regioni limitrofe,  il grande popolo dei Newar ha dominato gran parte della cultura nepalese e assieme a quella  ufficiale è molto diffusa la  loro lingua Newari di origine sino tibetana dalla scrittura simile al Nagari che è stata adoperata nella letteratura Newar. Alla cultura delle varie popolazioni è anche legata la musica del Nepal con stili sacri, profani e popolari sempre accompagnata dai tradizionali strumenti musicali  Nepali,  dalla  più antica e classica di origine indiana Maithili alle moderne influenze, ma la tradizionale si esegue nelle feste oltre le grandi cerimonie religiose Hindu e buddiste.

Cerimonie nepalesi

Gran parte delle tradizioni culturali si fondano su quellereligiose, dalla più antica sciamanica del Gurung ancora praticata in diversi centri e i  villaggi  anche dopo la grande diffusione dell’ Induismo che ne è stata per secoli  la religione ufficiale  edificando le centinaia di santuari e templi Hindu, dal V secolo d.C. con il lungo regno della dinastia Licchavi  assieme all’ induismo fiorì il Buddismo e successivamente con l’ opera di monaci missionari si diffuse la sua dottrina Tibetana. Vennero edificati templi e santuari con i grandi Stupa dalla tipica suggestiva architettura ricca di decorazioni, così come i vari monasteri Gompa da dove si diffondeva la fede oltre ai grandi e venerati centri di pellegrinaggio buddista in Nepal. La tradizione hindu e buddista nella sintesi tra stili indiani e tibetani è fondamento dell’architettura magnificamente espressa a Kathmandu e la sua valle con palazzi, templi, santuari e monasteri, ma si traduce anche nelle cerimonie popolari e sacre delle manifestazioni religiose  con le grandi feste del Nepal . Tra le molte diffuse in tutto il paese  a Khatmandu  si celebra la grande festa del Pahan Charhe tenuta anche negli altri centri della valle, per due settimane le grandi celebrazioni induiste del Dashain con il sacrificio di animali alle divinità tra le altre cerimonie accompagnate dalla musica devozionale del Malshree. Tra i Newar nella valle di Kathmandu consacrata a Durga è celebrata come  Mohani, mentre per ricordane la mitica vittoria sul demone Mahishasur si celebra la Durga Puja, seguita  a breve distanza con le processioni lungo i fiumi accompagnate da musica e canti nella cerimonia Vijayadashami recando le immagini di  Durga e altre divinità per poi immergerle nelle acque. In tutto il paese viene celebrato l’ inizio dell’ anno Sambat seguendo il calendario lunare  comune ad hindu e buddisti, tra i Newar praticato con cinque giorni nella celebrazione dello Swanti con la Lakshmi Pujā per la purificazione  e culmina nella  Mha Puja, diffuso fino al vicino Sikkim e anche noto come  Deepawali con le cerimonie del Tihar  simile alle grandi celebrazioni indiane nella festa delle luci del Diwali. Sempre il nuovo anno nella regione di Bhaktapur  viene anche celebrato con il  Bisket Jatra e ancora le comunità Newar  alla fine di agosto con le cerimonie  nella festa del  Gai Jatra  celebrano il raccolto ringraziando le divinità. A Kathmandu si tiene il  Baha Dyah celebrato da buddisti ed induisti In onore del venerato  Janabaha Dyo incarnazione di Avalokiteśvara  con la  sua statua su un carro decorato  portata in processione dal tempio di Jana bahal, simile alle cerimonie di Patan che celebrano il Bunga Dyah anch’ esse consacrate ad Avalokiteśara dall’induismo considerato incarnazione di Shiva  che culmina con la processione dei carri recanti le immagini delle divinità e il più sontuoso in onore del maestro Matsyendra. Nel meridionale  territorio del Terai alla divinità solare  Surya sono consacrate le cerimonie del  Chhath,  alla fine del solstizio d’inverno il popolo dei Tharu celebra il nuovo anno e la festa dei raccolti in onore di Surya, a metà  gennaio  il Maghe Sankranti preceduto da bagni rituali nei fiumi. Nella regione più orientale il  popolo dei Rai  legati alle antiche tradizioni sciamaniche  tra le altre feste due volte all’ anno celebra il  Sakela  nei costumi tradizionali con le danze rituali in onore della natura e gli spiriti.

La valle di Kathmandu

La splendida valle di Kathmandu si stende tra santuari, templi, pagode e monasteri, dichiarati patrimonio culturale Unesco , meta di secolari pellegrinaggi induisti e buddisti, nell’ aprile del 2015  è stata devastata dal tremendo terremoto sconvolgendo la regione e molte memorie della sua storia che voglio ricordare come si ergevano nella loro maestosa suggestione. La valle ha seguito la lunga storia di Kathmandu protagonista in quella dell’ intero Nepal, dal più’antico centro sorto nel II secolo a.C. ai successivi con le varie dinastie regnanti si è estesa come capitale  la grande città di  Kathmandu , tra i suoi quartieri  che diramano dal centro conserva edifici, palazzi, templi  hindu e buddisti. In quello di Maru  più antico su tre piani si erge il venerato tempio  Maru Satta con il santuario consacrato allo yogi  Gorakshanath, da dove si apre la centrale e grande piazza Durbar. Animatio di botteghe e mercati e cuore pulsante ne è Basantapur attorno al complesso induista  con edifici, e gli  antichi palazzi imperiali dell’ Hanuman Dhoka  assieme ai  venerati  templi induisti edificati  durante il regno della dinastia  Malla dal XIII al XVIII secolo e poi  della successiva dinastia  Shah. Continuando per il centro oltre ad altri si trova il tempio di Taleju consacrato al culto della venerata divinità  Durga e da dove  come un bambina dai ricchi abiti e decorazioni affaccia a volte la dea vivente Kumari alla venerazione dei fedeli hindu, sulla sponda del fiume Bisnumati il  santuario di Bhagawati anch’esso frequentato da devoti a Durga e per la sua statua consacrato alla dea Bhagavati. All’ inizio del XIX secolo con la dinastia Thapa sorse il quartiere di Thapathali tra sontuosi palazzi, edifici e giardini  esteso con la successiva dinastia Rana, tra gli altri il palazzo Kaiser  in stile occidentale neoclassico come i padiglioni che affacciano nel limitrofo  giardino dei Sogni e continuando poco ad est sulla via reale del viale  Marg  come residenza dinastica dei Rana con i suoi edifici e giardini sorse il maestoso palazzo Narayanhiti, demolito e ricostruito nel 1963 come lo si trova che ospita l’omonimo museo. Continuando per il centro si ergeva l’ alta torre di Dharahara edificata nel 1832 e dall’ epoca nel cuore di Kathmandu,  la  Dhrahara è divenuto  uno dei simboli culturali  della città patrimonio Unesco fino alla sua distruzione  nel devastante terremoto del 2015 e recentemente ricostruita. Dalla periferia nord orientale si arriva al centro sacro di Chabahil con il tempio di Chandra Binayak  consacrato a Ganesh e lo stupa buddista, seguendo il corso del  sacro fiume Bagmati sulle sponde si celebrano le grandi cerimonie funebri hindu e, meta di pellegrini, parte dei centri sacri che diramano dal grande tempio di  Pashupatinath  esteso alla fine del XVII secolo nel classico stile di pagoda a due piani  al centro di altri templi come il Vaishnava con il santuario del XIV secolo e poco ad est il più grande Guhyeshwari consacrato ad Adi Shakti,  sacro anche ai buddisti  che lo associano alla divinità tantrica  Vajrayogini . Nel vicino villaggio di Chobhar anch’ esso sacro ad hindu e buddisti si trova il tempio Adinath Lokeshwar edificato nel XV secolo e ricostruito nel XVII, non distante il Jal Binayak  con il santuario di Ganesh e proseguendo si giunge all’ altro centro sacro di Chabahil con il tempio di Chandra Binayak anch’esso  consacrato a Ganesh e lo stupa buddista di Charumati.  Continuando  si erge  il candido  e grande stupa buddista  di Boudhanath  esteso come un mandala circondato da cinquanta gompa tibetani, fondato su un più antico sito del VI secolo ed ampliato nel XV, ad ovest dalla città su un colle che domina la valle sorgono i templi buddisti  di Swayambhunath che diramano dal grande stupa fondato all’ inizio del V secolo come uno dei più antichi siti religiosi nepalesi. Per la valle  di Kathmandu poco più a sud si trova l’ antica città di  Kirtipur fondata nell’ XI secolo  divenuto un grande centro induista che ne conserva templi con il centrale  Bagh Bhairab  consacrato all’ incarnazione di Shiva  edificato in stile classico  nel XVI secolo, tra gli altri  su un colle l’ Uma Maheshwar completato nel 1655 mantenendo lo stile di pagoda su tre piani. Oltre il  più recente Nagar Mandap Shri Kirti Bihar in stile thailandese,  sull’omonimo  colle si trova il santuario di Chilancho  con il monastero vicino lo stupa. Sempre poco distante nella valle verso est nell’ omonimo distretto la storica  Bhaktapur nota come la città dei devoti  per i suoi centri sacri e templi, tra gli altri consacrato alla venerata dea  Lakshmi all’ inizio del XVIII secolo venne edificato  il grande tempio di   Nyatapola nello stile a pagoda su cinque piani e nel medesimo stile su tre piani il più antico tempio di Dattatraya del XV secolo con le venerate statue della Trimurti hindu. Nel vicino villaggio di Changunarayan su un colle si erge il tempio di Changu Narayan come il più antico e venerato santuario nepalese consacrato a Vishnu nel IV secolo, in quello successivo il re Manadeva fece innalzare il pilastro che reca l’iscrizione più antica della valle. Dalla piazza di Bhaktapur, anch’ essa  chiamata Durbar Square ,  diramano le vie del centro ove affacciano  i suoi templi, tra gli altri il  grande Dattatraya del XV secolo su tre piani con le statue della Trimurti, per l’ altra piazza   Taumadhi si erge il venerato  tempio induista  di Nyatapola consacrato alla divinità tantrica Siddhi Lakshmi all’ inizio del XVIII secolo con una pagoda su cinque piani. Oltre al tempio di Suryavinayak con il popolare santuario consacrato a Ganesh,   poco fuori sul colle di  Dolagiri  per Vishnu si erge il tempio di Changu  Narayan  del V secolo ed ampliato nei successivi nel classico stile a pagoda su due piani. Da  Bhaktapur si continua  a sud est nel distretto ove si trova il tempio Doleshwor  del Mahādeva consacrato a Shiva, sorto da uno dei più antichi siti legati  ai mitologici testi indiani del  Mahabharata, in questa regione parte  dei fedeli e pellegrini  hindu sono legati alla dottrina del Vaishnavismo che considera Vishnu suprema divinità creatrice e dominatrice nell’ universo venerata come Mahavishnu e all’estremità settentrionale della valle ha uno dei santuari con la  sua colossale statua nel tempio di  Budhanilkantha. Gran parte della  valle  è lo storico territorio del popolo Newar dalle comunità nei centri e villaggi legate tra loro dalla lingua e antiche tradizioni induiste  celebrate  con le danze mascherate  Newa nelle  cerimonie  Dyah Pyakhan e assieme all’ induismo si è diffuso un sincretismo religioso nella  propria forma del  buddismo  Newar con templi sacri ad entrambe le religioni nella tradizionale’ arte  Newa nepalese. Per il territorio nord orientale  uno dei centri è la storica nella città di Sankhu ove nel XVI secolo venne edificato il santuario buddista  consacrato alla divinità tantrica Vajrayogini venerata come bodhisattva  femminile  della Grande Passione  con i templi  che diramano dal Bajrayogini sacro anche all’induismo.

Da Lumbini al Terai

Scendendo per la regione centro meridionale  attraversata dal fiume Gandaki sacro a Krishna, sulla sponda occidentale da un antico centro si è estesa la grande città di  Bharatpur che tra le varie memorie della sua storia  dal più antico del XV secolo è stato ricostruito il  tempio Ganeshthan di Baseni  consacrato a Ganesh. Ove fiume Seti sacro a Vishnu incrocia il corso del Gandaki  si trova  la città santa di  Devghat, vi giungono i pellegrini per venerare la sacra pietra Saligram Sheela e sciamano nel fervore induista per i molti templi e santuari, mentre santoni e  saggi eremiti  perseguendo la via dell’ Ashrama attendono nei grandi Ashram Yogi. Più ad est  ove si stendeva la storica regione di Mithila nel distretto di Dhanusha  all’inizio del XVIII secolo venne fondata  la città di Janakpur con i suoi templi che celebrano il luogo ove la tradizione del Ramayana vuole sia nata Sita consorte del mitico eroe Rama, frequentata da pellegrini nella suggestiva atmosfera induista. Nel centrale distretto di Pyuthan tra gli altri centri e villaggi su un colle si trova il centro di pellegrinaggi induisti di  Swargadwari, scendendo attraverso il territorio più occidentale   del Sudurpashchim dalle montagne himalayane si stende la provincia centro meridionale di Lumbini  che prende nome dal suo capoluogo nell’ l’antica  città di Lumbini . Sorto su un antico santuario si trova il venerato  tempio buddista di  Maya Devi  edificato sul luogo che per la tradizione nel VI secolo a.C. nacque Siddhārtha celebrato come Gautama  l’Illuminato nella sua prima incarnazione fondatore del buddismo e ne è grande centro di pellegrinaggi  come la vicina Bodh Gaya indiana ove  ebbe l’ illuminazione sotto le fronde del venerato albero del  Bodhi custodito nel santuario con il tempio Mahabodhi .Dalla provincia di Lumbini  passando per il parco nazionale di  Banke che protegge la foresta popolata da fauna endemica si scende nel distretto di Banke  per la città di Nepalgunj ove tra gli altri storici edifici si trova il venerato santuario  di Bageshwori consacrato all’ omonima dea,  all’ interno  un’ tempio  per il culto di Shiva e  tra gli altri meno sontuosi uno buddista. Nel limitrofo  distretto di Dang si stende  la vasta valle antico territorio del popolo  Tharu che mantengono gran parte delle loro tradizioni nei villaggi, attraverso il distretto di  Surkhet con la sua valle,  nel  territorio sud occidentale si stende la vasta regione del Terai continuando  oltre quello indiano settentrionale   tra savane, foreste e paludi che scendono dalle  praterie del Duar per le pianure alluvionali del Dooar nel bacino formato dal corso del Brahmaputra. Un territorio che racchiude santuari di incontaminata natura tra  foreste percorse da fiumi e lagune popolate dalla più ricca e variegata fauna endemica del Nepal. Vi si  accede anche   sud ovest della provincia di Bharatpur  ove inizia il  distretto di Chitwan passando per  Il suggestivo territorio protetto  dei laghi  Bishazari Tal tra le foreste popolate da una ricca fauna endemica  che si ritrova nella vicina valle del Chitwan in un magnifico ambiente in gran parte protetto dall’ omonimo e vasto parco nazionale di Chitwan  che ospita  varie specie di uccelli, coccodrilli, cervi, antilopi, scimmie, numerosi elefanti, rinoceronti, tigri del Bengala e leopardi asiatici, dichiarato patrimonio naturale Unesco. Da qui inizia un affascinante percorso dall’estremità occidentale del Terai nepalese con il parco nazionale di Shuklaphanta, ad est nell’ omonimo distretto si trova  la riserva del parco nazionale Bardiya dalla flora endemica, quattrocento specie di uccelli, decine di rettili e anfibi, e una cinquantina di mammiferi, mandrie di antilopi , branchi di elefanti che condividono la savana con rinoceronti e magnifiche tigri del bengala, oltre il più ridotto  parco nazionale di Parsa nelle pianure interne del Terai più orientali si trova la grande riserva faunistica di Koshi Tappu .

Tra l’ Annapurna e l’ Everest

La provincia di Gandaki  centro settentrionale  si stende a nord lungo il confine tibetano e prende nome dal sacro fiume Gandaki che l’ attraversa dominata dalle montagne himalayane ove si erge il massiccio del monte Dhaulagiri con la sua più alta vetta di oltre gli ottomila  così come l’ altro maestoso dell’ Annapurna separati tra loro dal corso del Gandaki  per la  suggestiva e profonda gola  della  Kaligandaki. L’Annapurna  domina il territorio con la vasta valle di Pokhara che si stende magnificamente dal vecchio centro  di  Lekhnath noto come il  giardino dei sette laghi  e ove si estesa la città di Pokhara nella natura di un suggestivo ambiente con le alte cime che si riflettono nelle acque cristalline del lago Phewa, immerso nella foresta popolata da scimmie e nell’ isola  a sud est sorge il tempio Tal Barahi consacrato al culto di Durga. In città nel quartiere Miruwa si trova il tempio di  Bindhyabasini  consacrato alla dea  incarnazione di Kali edificato su un colle  nel 1760, allo stesso periodo risale il tempio di  Bhimsen che onora la divinità protettrice induista  del popolo Newar. Nel quartiere Lamachaur su un più antico sito è stato ricostruito   il tempio consacrato alla dea Akala Devi. Continuando per il  residenziale quartiere  Kundahar  su un colle consacrato a Kali  il tempio di Bhadrakali fondato nel 1817 e non distante il più recente monastero buddista di Matepani  dal classico stile tibetano  aperto nel 1960.  Lasciato il centro a sud est splende il lago Begnas lungo la strada Prithvi Rajmarg e  poco distante più isolato si trova l’ altro lago  Rupa , verso il territorio sud orientale della valle  nel distretto di Kaski come grande Pagoda della pace buddista nel 1973  fu completato il grande e candido stupa di Shanti  meta di pellegrinaggi buddisti ed hindu che si erge su un colle dalla magnifica vista sulla città e le montagne . Nella splendida valle affacciano i più maestosi massicci  dal sacro e spettacolare Machapuchare e attraverso la sua vallata popolata da una ricca fauna dalle specie endemiche Il vicino  Manaslu anch’ esso sacro alla locale popolazione con ’ottava vetta  più alta del mondo oltre gli ottomila, mentre quella del Dhaulagiri è la settima,  infine con la suo più alto picco oltre gli ottomila e tredici settemila l’ ancor più maestoso massiccio dell’Annapurna. Sale dall’altopiano con il bacino glaciale che ne prende nome come santuario dell’ Annapurna, considerato dimora di varie divinità hindu e buddiste e sacro nelle tradizioni mitologiche del popolo Gurung, dal territorio attorno al massiccio  si può prendere un lungo ed affascinante percorso con il circuito dell’ Annapurna  tra quelle maestose montagne attraverso le due  valli che ricordo come impegnativo e suggestivo.

Khumbu

Verso il Tibet nel nord orientale  si stende la suggestiva regione del Khumbu dal versante nepalese dell’ Everest, antico territorio del popolo Sherpa di stirpe tibetana con i villaggi arrampicati sui contrafforti himalayani che hanno mantenuto antichetradizioni, nei pressi del sacro monte Khumbila considerato  mitologica dimora della divinità che protegge il  loro territorio. Tutto è dominato dal maestoso massiccio del Makalu da una parte e dall’altra sul versante nepalese si eleva  il Tetto del Mondo dell’ Everest tra grandiosi scenari  verso Il vecchio villaggio Sherpa  di Lukla  da dove salire in quota oltre i tremila  per  raggiungere   il villaggio di Khumjung . Nella stessa valle del Kumbu il vicino villaggio di  Tengboche ove nel 1916 il Lama  tibetano Gulu fece edificare il grande monastero Thyangboche nel tradizionale stile, meta di pellegrinaggi  in autunno si tengono le suggestive cerimonie nella grande festa religiosa del Mani Rimdu che riunisce gli Sherpa e i loro lama nei costumi tradizionali  con rappresentazioni rituali , preghiere e danze mascherate,  celebrando il venerato Guru Rimpoche e la fondazione del  Buddismo tibetano. Da qui e dall’ altro villaggio  in alta quota esteso nella cittadina  di Namche Bazaar , per gli spettacolari scenari delle montagne si accede al vasto e suggestivo Parco nazionale del Sagarmatha dalla flora e fauna endemica dichiarato patrimonio naturale Unesco, tra le altre ospita oltre cento specie di uccelli, mandrie di yak selvatici, scimmie adattate all’ altitudine, cervi, lepri, volpi, lupi, orsi e panda  rossi himalayani, oltre a magnifici esemplari del raro  leopardo delle nevi. Tornando tra le montagne in un ambiente di rara suggestione si continua per Gorak Shep e salendo ancora per un altro migliaio di metri sulla sponda orientale del Lago Tsho Goky si trova lo sperduto Gokyo affacciato sul lago in un itinerario che richiede un certo impegno, ma per chi ne è in grado con la guida di abili Sherpa si può raggiungere il campo base dell’ Everest sul versante meridionale nepalese con un  impegnativo percorso attraverso la cascata gelata del ghiacciaio Khumbu che raccomando solo a coloro che anno tempo e reali capacità fisiche.

Il leggendario Mustang

il più remoto distretto del  Mustang si stende dagli spettacolari scenari del santuario Annapurna con l’ omonimo massiccio, Il Machapuchare, l’ Hiunchuli e il Dhaulagiri per la sua estremità settentrionale lungo l’Himalaya  nella provincia Gandaki verso l’altopiano tibetano popolato fin dal tardo neolitico.  Ove il corso superiore del Kali Gandaki si incrocia con il  fiume Narshing si trova il villaggio di Chhusang tra le imponenti scogliere rosse e  multicolori  e verso l’altro villaggio di Lo Manthang rimangono  a migliaia antiche abitazioni  rupestri nelle suggestive  Grotte celesti del Mustang , dalle più antiche risalenti alla fine del II millennio a.C. che hanno lasciato i loro resti e necropoli fino alle medioevali  ove sono stati rinvenuti dipinti, sculture,  manoscritti e altri manufatti religiosi  buddisti. La regione dell’ alto Mustang  era nota come il  Regno Lo  a lungo inaccessibile e isolato come  il territorio nepalese meno conosciuto immerso in un suggestivo ambiente e la vasta valle  della  Kali Gandaki che ospita da secoli i centri e villaggi del popolo Thakali di stirpe tibetana dalle antiche tradizioni poi legate al buddismo, fino al più settentrionale territorio  con le comunità del popolo  Lhoba entrambe dai centri fioriti  commerciando con il limitrofo Tibet su una delle rotte carovaniere sulle vie dell’Himalaya. Dalla metà del XV secolo alla fine del XVIII il Mustang è stato indipendente mantenendo cultura, tradizioni e lingua tibetane fu incluso nel regno del Nepal dal 1789, ma è sempre rimasto isolato, chiuso e interdetto, salvo particolari permessi difficile da ottenere fino ad una parziale e limitata apertura. Lo ricordo quando ancora era l’ indipendente regno del  Lo Mustang e come ultimo re Bista tibetano  ne era sovrano Jigme Palbar. Più accessibile dall’ epoca, ma un itinerario richiede ancora un certo impegno attraverso la valle del Kali Gandaki,  ove sulla lunga e tortuosa via da Pokhara si trova il villaggio di Tukuche  dagli antichi edifici in stile tibetano i gompa Qpar,  Rani e il monastero di Sambha. Per evitare il lungo percorso tra le montagne  da Pokhara  si può prendere un piccolo aereo per giungere a  Jomsom  su entrambe le rive del fiume Gandaki dove si trovano rocce  con le venerate pietre nere Shaligram sacre agli hindu e poco più a nord uno dei più antichi villaggi di tradizioni buddiste tibetane a Kagbeni con il vecchio e nuovo tempio di Kag chode che conserva il fascino di antico centro su una delle vie dal Tibet. Altro punto di partenza più a sud è il villaggio di Marpha che è anche una sosta sul lungo itinerario a piedi nel circuito dell’ Annapurna, dominato dal  venerato monastero  con il  gompa  Chhairo  di Tsèrok dalla una magnifica vista sul villaggio e la valle del Gandaki, a nord dell’ Annapurna  nella valle del fiume Marshyangdi si trova il centro  di Manang  nell’omonimo distretto ove  poco fuori si apre la venerata grotta di Milarepa  dalla sacra sorgente e un gompa ove tradizione vuole che nel XI secolo sia stata dimora per le meditazioni del grande maestro buddista tibetano Milarepa. Continuando tra magnifici scenari si sale  oltre l’ alto passo di Thorong La  per discendere nella valle ove sacro agli hindu e buddisti e tra i più alti al modo si trova  il venerato tempio di Muktinath in stile tibetano  simbolo della simbiosi religiosa, tradizione vuole che vi sia asceso Vishnu e considerato il luogo di liberazione Mukti Kshetra per il buddismo, grande centro di pellegrinaggi  per le due religioni  che si completano nell’adiacente monastero buddista di Narsingh . Oltre l’alto passo di Sangboche con la grotta sacra di Ranchung, si trova il villaggio di  Lo-Ghekar con il gompa tibetano di  Ghiling e il monastero  dell’ VIII secolo sorto  dove Rinpoche sconfisse un potente demone e le suggestive rocce rosse circostanti sono del suo sangue. Tornando sulla via per i villaggi del Dhami, tra i campi terrazzati e  chorten, le case e templi scavati nella roccia a Dhakmar, si giunge al villaggio di Charang attorno all’ antica fortezza dzong con vari stupa e tempietti chorten fino al monastero dai diversi edifici , le pareti del gompa centrale dipinte con mandala, e raffigurazioni del Buddah. All’estremità settentrionale dell’ Alto Mustang l’ antica Lo Manthang splende candida dal desertico paesaggio montuoso, cinta da mura conserva il suo fascino medioevale, con gli stretti vicoli ove affacciano antichi edifici che diramano dal palazzo reale e il monastero di Jampa Lhakang venerato come il  tempio Maitreya, tra  chorten e tempietti nascosti, lunghe pareti decorate e ruote di preghiera per gente dagli antichi costumi e tradizioni.  Tutto traspare di mistica suggestione tra le montagne che dominano le strette valli, silenti monasteri e sperduti villaggi nell’ incanto millenario su antichi sentieri di questo paese e poco oltre la frontiera si stende  il Tibet ove continuare un affascinante itinerario sulle vie dell’ Himalaya .


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