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Le rotte dei Vikinghi

Predatori e mercanti

Al finire dell’ VIII secolo, l’ isola di Lindisfarne al largo della costa britannica di Northumbria ospitava l’Abbazia era uno dei centri monastici più importanti del cristianesimo celtico diffuso dai monaci irlandesi

e nello Scriptorium si i copiavano antichi testi illustrati con ricche miniature come il suo Evangeliario.

Le cronache raccontano che nel giugno del 793 in quei mari apparvero le vele di vascelli drakkar dalla prua con minacciose teste di drago e per la prima volta una terra a ovest della sconosciuta Scandinava subì l’ attacco dei razziatori Vikinghi che in breve seminarono il terrore nell’ incontenibile espansione dalle vie del nord europeo alla Normandia, i territori francesi dei Burgundi e dei potenti Franchi, dominando la via Baltica per spingersi lungo il fiume Dnepr ucraino e il Volga nelle pianure della Russia.

In quel primo attacco niente fu risparmiato, contadini, monaci e animali furono massacrati prima che i predoni tornassero ai vascelli drakkar, un incubo ripetuto a lungo nella vastissima area incrociata dalle loro rotte. Significava “predatori e mercanti” Vikingr Vikinghi e quel nome che echeggiò sulle coste dell’ Europa settentrionale , per tutto il medioevo essi furono semplicemente gli Uomini del Nord, popolo che abitava le selvagge coste della Scandinavia dal quale discendevano i Normanni, abilissimi navigatori e imbattibili guerrieri dediti al commercio e alla pirateria, la cui divinità più potente era il dio della guerra Odino Óðinn.

In quell’ ottavo secolo s’erano spinti nel Mare del Nord alla ricerca di terre da razziare tra la Britannia e la vicina Irlanda, divennero dominatori incontrastati di quei mari con le loro flotte dalle agili navi. Cominciarono poi a dilagare nel Mediterraneo entrando dall’ Atlantico sulle coste iberiche per incursioni nel Regno delle Asturie passando a quelle francesi del Regnum Teutonicorum e penetrando il regno dei Franchi con le imprese di Ragnar Loðbrók per razziare i villaggi sulla Senna e giungere ad assediare Parigi.

I cronisti franchi scrissero che essi erano come diavoli biondi che divoravano le vittime , ma in verità a volte infilavano allo spiedo qualche prigioniero per terrorizzare ancor più la popolazione. Il figlio Ívarr Ragnarsson detto Senz’ossa Inn beinlausi conquistò l’ Anglia orientale e il regno di Northumbria, raccontate poi nel XII secolo dalle Gesta Danorum del danese Saxo Grammaticus.

La Mitologia Vikinga

In un paio di secoli con la loro espansione accumularono enormi ricchezze e l’ opulenza regnava nei villaggi sulle aride coste scandinave dove l’esistenza era scandita dalla religione , il variegato pantheon e la complessa mitologia mantenuta dalla tradizione orale in lingua norrena. Protagonisti ne sono per l’ equilibrio del mondo Freyr dio della bellezza e fecondità, il grande Thor dominatore delle tempeste, i venti, i tuoni e i fulmini che brandisce il suo martello Mjöllnir in perenne conflitto con i giganti Jötunn.

Su tutti regna Odino supremo condottiero delle divinità Asi che le guiderà contro le oscure entità del caos assieme agli altri dei e gli uomini nell’ultima battaglia quando si scatenerà il lupo Fenrir alla fine del mondo Ragnarök. Tutto era intimamente legato a questa mitologia nordica e spiega l’ascesa incontenibile nella storia dei Vikinghi che cercavano la gloria nella guerra con i valorosi guerrieri einherjar morti in battaglia scortati dalle Valkirie nel regno ultraterreno del Valhalla che era una delle residenze del mondo celeste Ásgarðr ove venivano accolti da Odino.

Le Saghe

La storia di sovrani e condottieri venne raccontata nelle Saghe a cominciare dalla lunga Ynglingatal con la prima parte dedicata ai leggendari re scandinavi della dinastia Ynglingar sovrani dei Sueoni. Il più antico del VI secolo fu Ongenpeow padre del guerriero temuto Ōhtaharjaz Ohthere, il fratello Onela e il di lui figlio Adils Eadgils narrato anche nella Skáldskaparmál islandese. Il prode Eysteinn padre dell’ estone Ingvarr e Braut-Önundr Anund lo spiana terra, le vicende di Fróði Halfdan, padre di Halga e di suo fratello Hroðgar , nipote fu Hrōþiwulfaz Hrólfr Kraki Lupo famoso.

L’altra saga Agrip af Nóregskonungasögum racconta la storia dall’ inizio IX secolo con Hàlfdan svarti il Nero fino ad Inge krókhryggr che divenne il re norvegese Inge I nel XII secolo, poi le gesta dei Re del mare Sækonungr navigatori e razziatori e i guerrieri Berserkr che guidarono la Grande armata danese. In parte narrate dal poema epico anglosassone Beowulf, mentre altre saghe furono riprese nella Historia Norvegiæ redatta da un monaco nel XII secolo e la raccolta Heimskringla nel XIII secolo dal cronista islandese Snorri Sturluson.

V’ erano altre Saghe sögur che cantavano le gesta dei più valorosi e abili condottieri di quelle razzie, ma soprattutto gli intrepidi navigatori delle Saghe islandesi ad ispirare gli emuli che prendevano il mare cercando gloria e avventure. Tra le più popolari la Grœnlendinga che racconta di Eiríkr Rauði noto come Erik il Rosso Ascia Sanguinante, bandito dall’ Islanda per omicidio colonizzò la Groenlandia.

A seguire altre e la la Thorfinn ove si narra di Leif Erikson Spada Grondante che con la sorella Freydís Eiriksdòttir e Eorfinnr Karlsefni raggiunse la terra di Vinland nell’ americana Terranova e di quel tentativo di colonizzazione vikinga rimangono i resti nell’ Anse aux Meadows.

La Saga di Hervör narra della guerra tra Goti germanici e gli asiatici Unni nel IV secolo, continuando con le vicende scandinave che costituiscono una fonte primaria per la storia della Svezia, così come fonte per la storia dei Vikinghi è la Saga di Bòsi e Herrauðr nel raccontare le gesta di Sigurðr Hringr che sconfisse lo zio Harald Hildetand nell’ epica battaglia di Brávellir riunificando i regni svedese e danese, quindi del figlio Ragnarr Loðbrók che promosse le prime incursioni all’ ovest, padre di Björn Fianco di Ferro fondatore della dinastia di Munsö. Gran parte pervenute assieme ad altre fonti nel Gesta Danorum redatta in latino dello storico danese Saxo Grammaticus del XII secolo.

Alla scoperta di nuove terre

Dal nono secolo i feroci predatori scandinavi cominciarono ad insediarsi nelle terre che dominavano dal mare e si convertirono in coloni integrandosi agli abitanti locali e dando inizio alla loro seconda epopea con le conquiste europee e la grande espansione. Le comunità e normanne si moltiplicarono dal Danelaw sulle coste britanniche all’ Irlanda fino alla francese Normandia che ne prese nome.

Dalle fonti si sa che le tribù Rus scandinave dominarono la via Baltica e scendendo per il fiume Dnepr penetrarono nel territorio ucraino colonizzando come Variaghi quella che poi divenne dall’ XI secolo la Rus’ di Kiev continuando sul Volga nelle vaste pianure della Russia. Ricordate nelle antiche storie tradizionali le vicende che li videro protagonisti, essi non lasciarono città o monumenti, ma molti villaggi e centri sono sorti in quelle colonie , castelli e fortezze furono edificati per contrastarne gli attacchi e molti furono espugnati, i vari siti archeologici è ciò che è rimasto degli abili navigatori scandinavi.

In quel nono secolo perfezionarono le rotte tra il Baltico e i territori del nord fino al settentrione dell’ Atlantico con commerci ed esplorazioni verso zone all’ epoca isolate, poi i Vikinghi cominciarono a volgere i drakkar ad occidente, verso quell’ oceano ignoto che mai nessuno aveva osato sfidare.

Terra dei Ghiacci Island

Il corposo Íslendingabók scritto nell’ XI secolo dal cronista Ari Þorgilsson narra le vicende della scoperta , a metà del IX secolo un drakar che seguiva la nuova rotta molto al largo dei fiordi norvegesi si perse in una tempesta e avvistò terra a una settimana di navigazione verso occidente laddove si credeva fosse il nulla e l’ ignoto.

Raccontarono di aver avvistato una lunga costa frastagliata dalle baie calme ricche di pascoli e un entroterra di monti coperti da boschi e separati da grandi vallate fertili che somigliava all’ Irlanda settentrionale, ma molto più a nord ovest. Poco dopo tre drakar comandati da Hrafna Flóki Vilgerðarson con gli esperti marinai Herjof, Thorolf e Faxi, salparono dalle coste coste norvegesi recando tre corvi che liberarono man mano che navigavano ad occidente, fino a quando il terzo anzichè tornare indietro guidò le navi verso la nuova terra.

Esplorarono la costa in un susseguirsi di insenature, baie, profondi fiordi e l’ entroterra dominato da montagne innevate, poi esplorarono un fiordo dalle sponde verdi e le acque ricche di pesce dove passarono l’ inverno. Il compagno Faxi si fermò nella baia che prese il suo nome Faxaflói dove sorse poi Reykjavík, mentre Flòki Vilgerðarson proseguì poco oltre nel Vestfirðir il clima divenne rigido per tutta la primavera, ma le esplorazioni nell’ interno scoprirono e vallate e fiordi ghiacciati e la grande isola fu battezzata Terra dei Ghiacci Islanda.

Tornati in Norvegia le loro notizie attirarono coloni nella nuova terra insediandosi sulle coste e i fiordi meridionali che affacciavano ad est spingendosi poi verso la Baia Fumosa Reykjavìk ed esplorando i rilievi della zona dove trovarono comunità cristiana con monaci irlandesi chiamati Papar forse provenienti dalle isole Fær Øer che ben presto lasciarono l’ isola I ai nuovi arrivati. Il Libro dell’ insediamento Landnámabók racconta la colonizzazione dell’Islanda, sembra che il primo a giungervi fu Ingólfr Arnason, segiuto da Naddoddr che vi rimase poco e la chiamò Terra della Neve Snæland .

Poco dopo Garðarr Svavarsson nell’ 860 vi trascorse il rigido inverno, una tempesta lo spinse sulla costa orientale che risalì a nord per stabilirsi a Húsavík ribattezzando l’ Isola con il suo nome Garðarshólmur, mentre il suo compagno Nàttfari rimase indietro nella baia di Skjálfandi.

Susseguirono le vicende della Landnámsöld, come definita l’ epoca della colonizzazione e una trentina di anni dopo la’ insediamento islandese contava ventimila abitanti dediti all’ agricoltura, ma veva attirato anche avventurieri di pochi scrupoli, come Thorvald Asvaldsson e il figlio Eiríkr Rauði detto Erik il Rosso per la capigliatura, che si stabilirono tra la Snaefellsnes e l’arida penisola di Hornstrandìir dei fiordi Vestfirðir occidentali e ascoltarono i racconti delle terre più a nord di quella Groenlandia incrociata da Gunnbjørn Ulf-Ulfsson.

Terra Verde Grònland

Pochi avevano creduto alla sua storia per la quale una tempesta l’ aveva spinto a ovest dell’ Islanda avvistando una costa senza esplorarne l’ entroterra che doveva essere vastissimo. Erik il Rosso s’affascino’ all vecchia storia di Gunnbjørn Ulfsson, per una rissa venne esiliato e salpò nell’ ignoto Atlantico occidentale alla ricerca della terra avvistata da Gunnbjørn navigando ad ovest con una trentina di persone del suo clan nella mite estate del 982.

Dopo quattro giorni di navigazione avvistò la terra trovando un’ immensa distesa arida e ghiacciata, proseguì lungo la costa meridionale doppiando Capo Farvel e finalmente trovò una terra verde sgombra di ghiacci sullo sfociare di un grande fiordo che battezzò con il suo nome Terra di Erik Raudes Land.

Per i successivi tre anni Eirìkr Thorvaldsson e la trentina del suo clan continuarono l’ esplorazione della grande isola trovando baie e fiordi bordati da praterie fiorite e dalle acque temperate ricche di pesce, oltre i quali però si stendeva un immenso territorio perennemente ghiacciato che, tuttavia, battezzò Terra Verde Grònland .

Al termine dell’ esilio di tre anni tornò in Islanda e non smentì la sua origine di vero vikingo uso a colossali sbornie e risse , si ritrovò condannato dalla comunità, decidendo di fondare una vera colonia nella nuova Terra Verde Groenlandia, raccontando di immensi pascoli, selvaggina e tutto ciò che poteva attirare i coloni islandesi per una nuova grande spedizione. A quattro anni dalla scoperta quattrocentocinquanta vichinghi islandesi su venticinque drakar presero la nuova rotta dell’ ovest e sbarcarono sulla costa meridionale a Brattahlid chiamando con il suo nome il grande fiordo Tunulliarfik e di lì per duecento chilometri si stese l’ insediamento sul litorale attirando altri coloni fino a raggiungere circa tremila abitanti in un decennio.

Tuttavia quella Terra verde non era quel paradiso millantato da per attrarre coloni con i suoi lunghi e freddissimi inverni e dalla Groenlandia ripresero il mare esplorando le coste della più grande isola del mondo, ma trovarono solo quelle immense distese ghiacciate che dopo un millennio rimangono magnifiche ed intatte come una delle terre più indomite e selvagge del mondo, così come l’ho trovata nei miei viaggi, dove solo le minuscole comunità del popolo esqimese degli Inuit riescono a sopravvivere.

L’America Vinland

Le saghe narrano che nel 986 il vichingo norvegese Bjarni Herjólfsson incrociava la rotta dall’ Islanda agli insediamenti in Groenlandia con il suo drakar carico di merci e i venti atlantici lo spinsero molto ad occidente fino ad avvistare una costa pianeggiante e boscosa che non poteva essere l’ arida e ghiacciata Terra di Grònland. La costeggiò per un lungo tratto rigoglioso di vegetazione e puntò a oriente tornando nella colonia groenlandese, dove il suo racconto interessò i più avventurieri, tra i quali Leif Erikson , degno figlio di Eiríkr Rauði il Rosso.

Del ventenne erede dell’ indomito esploratore, il poema epico Groenlendinga racconta che era “grande e forte, imponente, accorto, uomo modellato e gìusto sotto tuitti gli aspetti”, chiese al padre di guidare la spedizione impedì e partì con trentacinque marinai. La saga Groenledinga continua descrivendo lo sguardo del vecchio Erik accompagnare la partenza nell’ alba della Baia Fumosa mormorando che “Non era nel mio destino, di scoprire altre terre oltre a questa…”.

Partito con sua sorella Freydís Eiriksdòttir e il compagno Thorfinn Karsefni, dopo lunghi giorni di navigazione sull’ ignota rotta dell’ ovest, Leif Erikson incrociò l’Isola di Baffin che battezzò “Paese delle Rocce Piatte” Helluland; continuando fino ad una lunghissima costa, probabilmente la penisola del Labrador dall’ entroterra verde e rigoglioso che chiamò”Paese delle Foreste” Markland , era giunto su quel continente scoperto quasi cinque secoli dopo d da Cristoforo Colombo e battezzato con il nome dell’ altro italiano Amerigo Vespucci come America.

Vi trovarono indigeni ostili che chiamarono Skraeling, l’ inverno era alle porte e i trentacinque vichinghi lo affrontarono edificando il piccolo villaggio di Leìf Leìfsbudir, il primo e dimenticato insediamento europeo nel Nuovo Mondo, poi l’ esplorazione continuò e raccontano le saghe di Vinland “.Il terreno era piano, e coperto di foreste, con vasti arenili di sabbia bíanca digradantí dolcemente verso il mare. ‘Questa terra’ disse Lcif, ‘avrà un nome adatto alla sua natura e sarà chiamata il Pese delle Foreste Markland“.

L’ altra saga Groeledìnga narra di fiumi ricchi di salmoni, selvaggina, frutti della foresta e uva selvatica che nutrirono i vichinghi per tutto l’ inverno di Terranova che battezzò Paese del VinoVinland. Il ritorno fu sorprendentemente agevole spinto dai venti occidentali che soffiano a est a primavera e un anno dopo i drakar intrapresero il viaggio sbarcando ancora nel Vinland guidati dall’ abile Thorvald Eiriksson, altro erede di Erik il Rosso e fratello di Leif.

Trascorso l’ inverno nella terra scoperta dal fratello, navigò dulle coste canadesi di Terranova e Labrador e sbarcandovi incontrò gli Skraeling e, inaugurando lo stile degli europei adottato con gli indigeni cinquecento anni dopo, li sterminarono, ma un fuggitivo avvisò la tribù e il primo scontro tra europei e indiani americani ebbe luogo in quell’ angolo del Labrador dove rimase ucciso Thorvald. Alla fine del primo decennio dell’ anno mille, partì una nuova spedizione guidata da Eorfinnr Karlsefn con duecentocinquanta uomini, accompagnato dalla moglie Guðríðr Porbjarnardòttir e l’atra intrepida navigatrice Freydís sorella di Leifr , che la saga racconta si distinse in un violento scontro con gli indigeni Skraeling.

Fondarono una colonia nell’ isola di Terranova canadese ad Anse aux Meadows dove la moglie Guðríðr mise al mondo il figlio Snorri Thorfinnsson che fu il primo europeo a nascere nel Vinland e il continente scoperto che fu poi l’America. Oltre ai resti dell’ insediamento ad Anse aux Meadows nell’ isola di Terranova, un altro viaggio degli abili navigatori Vikinghi sarebbe confermato dal rinvenimento di un sito nella baia di Fortune Harbour poco più a sud ed un altro sulla costa occidentale a Point Rosèe.

Gli attacchi dei bellicosi Skraeling continuarono per i tre anni di permanenza della colonia, costringendo i Vikinghi al ritorno lasciando il Vinland e rinunciando alla colonizzazione delle nuove terre scoperte che rimasero dimenticate per cinque secoli prima che altri europei guidati dal Grande Ammiraglio del Mare Oceano Colombo vi rimettessero piede.

Uomini del nord

L’ insediamento vikingo nella Groenlandia sopravvisse per altri duecento anni, poi la temperatura nell’Atlantìco settentrionale nel XIII secolo si abbassò gradatamente e l’ immensa isola fu circondata da acque ghiacciate e iceberg che la resero inaccessibile ai vascelli. La colonia rimase isolata e molti la lasciarono, i pochi rimasti affrontarono il clima rigido e l’ arrivo delle tribù del popolo esquimese Inuit provenienti dallo stretto di Bering, due secoli dopo i ViKinghi groenlandesi erano completamente estinti e con loro la stirpe dei grandi navigatori e pirati che scoprirono le rotte del nord e dell’ Atlantico settentrionale.

Nel 1586 il navigatore inglese John Davis raggiunse le coste dell’ antica Terra Verde vikinga trovandole ghiacciate, selvagge e inospitali, nessuno si è più avventurato in Groenlandia per secoli e ancora rimane dominio incontrastato di una natura selvaggia e grandiosa dove solo gli Inuit con la loro tempra e antichi miti riescono a sopravvivere su quelle coste che mille anni or sono hanno visto fiorire le colonie degli Uomini del Nord e da dove sono partiti alla ricerca di nuove rotte in quell’ Oceano Tenebroso che continuò a terrorizzare i naviganti per i successivi quattro secoli.

I Vikinghi cominciarono dalla sanguinosa razzia del monastero di Lindisfarne in quel giugno del profondo medioevo barbaro e oscuro annunciadosi al mondo, poi i terribili pirati rozzi e violenti si convertirono a coloni ed esploratori e la loro storia percorse le rotte incrociando tutte le Vie del Nord collegandone tra loro le selvagge terre. I mercanti si volsero anche ad est e dalla Via Baltica discesero i grandi fiumi che penetravano immense pianure e vi si stabilirono nei villaggi degli “uomini che remano”Rusche divennero le fiorenti città protette dai guerieri Variaghi del regno Rus’ di Kiev , culla di quella che poi fu la Russia .

Come per le Vie del Nord, gli itinerari tra la l’ Islanda e la fredda Groenlandia, anche lì ne ho seguite le vie dalla fine di quella slavica alla nordica baltica , scendendo tra il Dnepr nella storia ucraina e lungo il Volga cercando quella della Russia nei centri sorti dagli antichi villaggi ove i mercanti vikinghi si incontravano con gli slavi.

Forse senza le scoperte dei granitici scandinavi, che inseguirono l’ avventura sui mari guidati dal coraggio e la sete di scoperta, quei paesi sarebbero rimasti isolati ancora a lungo. Lasciati alle antiche Saghe, gli eroi di quell’ epoca non hanno avuto gli onori di altri nella storia dei grandi esploratori come meritavano, anch’ essi uomini che inseguirono l’ avventura e la conoscenza sfidando l’ ignoto e scrivendo la storia che altrimenti sarebbe stata diversa

Estratto da: Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. Europa: Medioevo,Vikinghi. ©

Photo gallery: Viking Routes | Le vie dei Vikinghi | Europe north

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