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Indiani Sioux: la grande nazione

Le tribù della grande nazione Sioux protagoniste della storia nelle grandi pianure fino all’ eroica resistenza nell’ epica delle guerre indiane

Tra gli indiani del nord alcune tribù consideravano molto diverse o nemiche le popolazioni che vivevano nelle grandi pianure centrali come la lega tribale dei Niitsap o Piedi Neri, i Crow e gli Araphao, il Popolo Serpentedegli Shoshoni, gli Arikara, Mandan e Hidatsa che formavano la nazione delle Tre Tribù e i più meridionali e bellicosi Signori delle Praterie Comanche. Gli Algonchini definivano spregiativamente meno che serpenti con il termine Sioux la grande alleanza di popoli dalla stessa stirpe dalle simili tradizioni e idiomi di lingua Dakotan che si definivano genericamente amici o alleati Dakota e Lakota. Originariamente erano sette grandi comunità tribali tȟuŋwaŋn riunite periodicamente nell’ Očhéthi Šakówiŋ che significava i Sette Fuochi del Consiglio ove si trovavano i capi della Mdewákhathuŋwa che era il Villaggio del Lago dello Spirito o la tribù più antica della stirpe, l’altra Sisíthuŋwaŋ era la comunità del Villaggio dei territori di pesca, le due dei Villaggi alla Fine chiamate Iháŋktȟuŋwaŋ e Iháŋktȟuŋwaŋna, quella dei Thítȟuŋwaŋ che erano i Vaganti nella prateria, la comunità Waȟpéthuŋwaŋ riuniva il Villaggio delle foglie e la settima dei Waȟpékhute definiti Arcieri delle foglie.

L’ alleanza è continuata nella grande Nazione Sioux con le sue varie popolazioni di medesima stirpe, tra i Dakota la tribù più potente e numerosa era quella degli Spiriti del Lago Bdewékhaŋthuŋwaŋ noti anche come Mdewakantonwan simili ai vicini occidentali Háŋkthuŋwaŋ e iháŋkthuŋwaŋna. I Thítȟuŋwaŋ o Teton chiamati poi Lakota erano divisi nelle varie comunità tribali dei numeroso Oglála o Coloro che spargono, gli Húŋkpapȟa o popolo Capo del Cerchio noti come Hunkpapa, quella che gli inglesi chiamarono Sioux dei piedi neri erano i Sihasapa confondendoli con l’ altra tribù omonima, Mnikȟówožu definiva la tribù di Coloro che piantano per acqua chiamati anche Miniconjou, gli Sičháŋǧu Oyáteche che i francesi chiamarono bruciati Brulé, così come ribattezzarono gli Itázipčho Sans Arc e dai primi coloni britannici la tribù degli Oòhenupa venne chiamata Two Kettles, tra le altre grandi comunità tribali i Nakota venivano definiti anche come Sioux di pietra Assiniboin.

La cultura Sioux

Come tutte le altre popolazioni dall’ indigene nordamericane la loro esistenza era intimamente legata alla natura con una concezione animista del mondo ove ogni cosa era regolata dall’ energia vitale emanata in origine dallo spirito del Grande mistero Wakan Tanka simile all’ entità suprema degli indiani del nord come creatore dell’ universo o Grande Spirito Aasha Monetoo chiamato anche Manitou. Nella creazione ha emanato gli altri grandi spiriti per l’ equilibrio dell’ universo, lo Spirito del Cielo Skan che è il gran giudice di tutto assistito dalla figlia celeste Anog Itè e ad esso era associato lo Spirito del Vento Tate, lo spirito del Sole Wi che genera il coraggio era associato alla Luna Hanwiyanpa, quello della Terra Makaper della la vita e fertilità con la figlia del Sole e della Luna Wohpe protettrice della pace e amore. Lo Spirito della Pietra Inyan che protegge l’ autorità tribale e il lavoro degli umani associato allo spirito del Tuono Wakinyan, manifestazione delle forze naturalI, mentre degli animali lo erano gli spiriti del Bisonte e dell’ Orso.

Come per tutte le altre popolazioni indiane la vita spirituale non era una religione, ma un mezzo per essere in armonia con l’ Universo Mitakuye oyasin che racchiude tutto e pertanto non vi poteva essere una casta sacerdotale, ma solo persone che riuscivano ad interpretare i momenti dell’ armonia universale attraverso sogni o visioni come doni del Grande Spirito Wakan Tanka. Esso ha emanato la forza posseduta da tutte le cose, il cielo e la terra da invocare per la pioggia, la caccia, la guerra ed ogni evento nelle cerimonie con le danze appropiate come la Danza del bisonte nelle cerimonie propiziatrici alla caccia e la più solenne e suggestiva Wiwanyag Wachipi all’ inizio dell’ anno celebrata con la Danza del Sole comune ad altri popoli delle pianure come la preghiera all’ Universo del Mitakuye Oyasin ove Tutto è connesso.

Dal mito della creazione nella vasta Mitologia Lakota dal mito della creazione discendono le divinità supreme, gli spiriti della natura e del vento, oltre a vari esseri mitici come il il potente spirito solare Wi che dall’ unione con la Luna Haŋhépi ha generato la figlia Wohpe divenuta spirito della pace, lo spirito dai Due Volti Anpao rappresentato nell’ alba, mentre quello del vento era Tate e Ptesáŋwiŋ l’ entità feminile identificata nel Bufalo bianco che ha portato al popolo i Sette Riti Sacri con la cerimoniale pipa Chanunpa. Simbolo della forza umana era il mitico eroe ya Hokshi identificato con il luogo dagli alberi che fermarono le tempeste del nord ed era il protettore degli accampamenti Sica . Vi erano poi spiriti detti imbroglioni che ingannano gli umani come Mica il Coyote, ma spesso benefici, simili ai mutaforma che si trasformano in animali ad insidiare gli uomini, ma a volte dalle influenze benefiche come l’ ambiguo Iktomi raffigurato nel ragno, figlio della divinità della roccia Inyan e fratello del potente spirito distruttore Iya, mentre nei rituali dell’ Uomo Medicina e nelle cerimonie delle visioni si manifestavano i benefici spiriti Heyoka. Dall’ aspetto di serpente il temuto Uŋkčéǧila o Unhcegila era responsabile della scomparsa e la morte inspiegabile di molti umani, simile all’ essere Unc-Check-Yula di alcune tribù Lakota e allo spirito acquatico Untunktahe.

Sono ancora ricordati tra i sopravvissuti della grande Nazione Sioux gli antichi riti Lakota che legavano l’ esistenza delle varie tribù e comunità in un’ unica grande cultura, tra essi le Sette Cerimonie con il gioco rituale della palla Tap wanka yap che simboleggiava il corso della vita, la celebrazione della leggenda mitologica che raccontava la discesa mito della sacra pipa tra gli uomini, la cerimonia del Wanagi yuhapi per purificare gli spiriti dei defunti e assicurare la custodia dell’anima dei viventi nell’ amore per il prossimo. L’ iniziatica Ishnata Awichalowan celebrava i riti puberali femminili che preparavano le fanciulle ai doveri della donna, il grande cerimoniale di affratellamento Hunkaspi dalla ritualità celebrativa dei vincoli di sangue e della parentela tribale e clanica. Iniziatiche erano anche la cerimonia del Nipi che si teneva nella capanna dove gli iniziati celebravano il rito della purificazione avvolti nel vapore e quella dell’Hanblecheyapi invocativa per il viaggio spirituale nella ricerca di visione. Infine la più solenne ritualità collettiva del grande Wiwanyang wachipi cerimoniale che culminava nella sacra e suggestiva Danza del sole.

Le anime dei defunti si riunivano agli antenati e gli spiriti nell’ aldilà della Grande Prateria e i viventi onoravano le divinità e spiriti con le cerimonie rituali, Il luogo più sacro erano le Se Sàpa nelle Black Hills tra il South Dakota e il Wyoming , lo erano anche ai Cheyenne che le chiamavano Mo’ȯhta-vo’honáaeva. Divenute il centro della loro cultura, nel 1868 il governo statunitense imponendo il trattato stipulato a Fort Laramie concesse alle tribù quel territorio compreso nella grande Riserva Sioux ad ovest del fiume Missouri, ben presto violato dalla scoperta di giacimenti auriferinle 1874 con l’ invasione dei cercatori d’ oro protetti dall’ esercito che fu una delle cause della guerra Black Hills entrata nell’ epica di quelle fiere popolazioni così come lo furono i condottieri che la guidarono. Il capo dei Lakota Hunkpapa Tatanka Iyotake chiamato Sitting Bull Toro Seduto è stato consegnato alla storia come il più grande della Nazione Sioux assieme a Tȟašúŋke Witkó ribattezzato Cavallo Pazzo, il grande condottiero dei Lakota Oglala che combattè valorosamente con suo cugino Matȟó Wanáȟtaka chiamato Kicking Bear dei Lakota Miniconjou e di stirpe Hunkpapa era anche il nobile Pioggia in Faccia così chiamato per il suo valore in battaglia durante un temporale.

Capo degli Oglala Teton era Maḣpíya Lùta o Red Cluod Nuvola Rossa e delle sue gesta seguace ne fu Il condottiero degli Hunkpapa Piji chiamato Fiele o capo Gall, valoroso combattente nella guerra del 1876 come Siŋté Glešká Spotted Tail Coda Chiazzata capo degli Sičháŋǧu Oyáte noti come la tribù dei Brulè. Lo furono anche Hewáŋžiča, Corno solitario Lone Horn capo della banda Wakpokinyan dei Miniconjou, Il figlio Maȟpíya Ičáȟtagya che divenne il valoroso Tocca le nuvole come suo fratello Uŋpȟáŋ Glešká Alce macchiato soprannominato Sitȟáŋka o Big Foot. Heȟáka Sápa AlceNero , dopo aver partecipato giovanissimo alla vittoriosa battaglia di Little Bighorn divenne un saggio Umo Medicina wicʿaša wakan e guida spirituale degli Oglala per poi convertirsi al cristianesimo, mentre dei Lakota Oglala venne a ragione considerato traditore Wašíčuŋ Tȟašúŋke Cavallo Americano che fu l’ unico capo ad opporsi alla guerra contro l’ esercito statunitense nel 1876 divenendo guida indiana e poi rappresentante dei Lakota a Washington come lo scaltro ed astuto American Horse nel 1890 dopo che il suo popolo era stato decimato e sottomesso.

La guerra di Piccolo Corvo

Come per tutti i popoli e le tribù delle pianure l’ esistenza di quelle Sioux era scandita anche dalle stagioni di caccia al bisonte che era una delle fonti di vita oltre che animale sacro per tutti gli indiani delle pianure centrali , gli Arikara, e Hidatsa e Mandan delle Tre Tribù e altri che celebravano Il mito della leggendaria donna bisonte, i Sioux lo chiamavano Tatanka e quando ne trovavano un esemplare bianco lo consideravano manifestazione del creatore WankaTanka che aveva ascoltato le loro invocazioni ed iniziava un periodo di abbondanza. Quando giunsero i primi europei nel continente ve ne erano almeno cinquanta milioni e gli indiani li cacciavano solo per sopravvivere abbattendone un numero limitato con grande rispetto ed ucciderli per altri motivi era considerato sacrilegio. Nella seconda metà del XIX secolo con l’ avanzata dei coloni nelle Grandi Pianure iniziò la caccia spietata dei bianchi all’ animale sacro non solo per cibarsene, ma anche per le pelli o per divertimento e vi fu la grande strage di bisonti.

Molti furono cacciati dai loro territori e confinati in riserve a cominciare dal Popolo del Lago Mistico o Bdewékhaŋthuŋwaŋ , come si definivano i Dakota dell’ est Mdewakanton noti anche come Santee, costretti a divenire agricoltori in miserabili villaggi sedentari con i trattati di Traverse Sioux e l’ altro sempre nel 1851 nel territorio del Minnesota a Mendota che avrebbero garantito un intervento governativo quando i raccolti sarebbero stati scarsi. Una decina di anni dopo aver vissuto come poveri agricoltori sull’ orlo di una carestia fu negato l’ aiuto e gli indiani ritrovarono la loro fierezza ribellandosi per iniziare la loro guerra Dakota guidata dal capo Thaóyate Dúta chiamato Little Crow Piccolo Corvo nel 1862 contro i coloni lungo il fiume Minnesota. Dopo l’attacco a Fort Ridgely e l’ altro vittorioso scontro dei guerrieri Santee avvenuto a New Ulm seguì un’altra sconfitta delle forze statunitensi nella battaglia a Birch Coulee e il presidente Lincoln inviò lo spropositato contingente del Nordovest con venticinquemila militari statunitensi nel settembre 1862 comandato dal generale John Pope che inevitabilmente riuscì a sconfiggere poche centinaia di guerrieri scontrandosi nella battaglia a Wood Lake. La guerra di Piccolo Corvo fu vinta e rivolta fu sedata imprigionando i sopravvissuti tutti condannati a morte, per molti la pena fu commutata con il carcere a vita impiccando pubblicamente il capo Chaska con decine di di guerrieri Santee vicino il villaggio di Mankato in Minnesota.

Nuvola Rossa

I pionieri nordamericani continuarono ad invadere le altre loro terre in conflitto con i Sioux, Nuvola Rossa come era chiamato Maḣpíya Lùta capo dei Lakota Teton meridionali Oglala si mise a capo dei suoi guerrieri assieme a quelli di una tribù di Tsitsistas o Cheyenne per opporsi all’esercito statunitense nel loro territorio che avevano iniziato a tracciare le piste del Bozeman Trail dal Montana al Wyoming per collegarsi alla grande via dell’ Oregon. Per due anni dal 1866 si scatenò il conflitto del Powder River o del Bozman Trail detto guerra Nuvola Rossa, alla fine dell’ anno assieme ai guerrieri alleati di tribù Arapaho delle pianure centrali affrontarono un contingente dell’ esercito statunitense comandato da W.J.Fetterman sconfiggendolo in una battaglia che prese nome dall’ ufficiale che ne rimase ucciso Fetterman. La necessità di continuare la costruzione della prima ferrovia Transcontinental rail indusse il governo statunitense a trattare con gli indiani nonostante la sconfitta subita a Fetterman e dopo vari tentativi vennero accettate le proposte di ritirarsi dal territorio Lakota in un trattato stipulato nel 1868 a Fort Laramie in Wyoming lasciando agli indiani una vasta regione che venne chiamata Riserva Sioux tra il South Dakota e il Nebraska e la riserva di Standing Rock ad est del fiume Missouri e il South Dakota con al centro la sacra terra Pahà Sàpa nelle Black Hills. Dopo il trattato con la sua gente Nuvola rossa si ritirò in quel territorio indiano e nel 1870 per i continui sconfinamenti dei bianchi assieme al Commissario per gli Affari Indiani Ely S. Parker incontrò a WashingtonIl presidente Grant accettando la costituzione della Red Cloud Agency poi trasferita tre anni dopo in una zona nord occidentale del Nebraska che divenne la riserva di Pine Ridge. Il trattato di Fort Laramie e gli accordi con Nuvola Rossa sancivano la fine del conflitto e il perpetuo possesso delle sacre Black Hills, ma quando vi furono scoperti giacimenti auriferi il governo violò ogni promessa permettendo l’ invasione dei cercatori d’ oro protetti dall’ esercito in un vero e proprio furto delle sacre Colline Nere .Per evitare un nuovo conflitto 1875 Nuvola Rossa si recò ancora a Washington dal presidente Grant reclamando di onorare i trattati non rispettati con Hewáŋžiča chiamato Lone Horn capo dei Wakpokinyan della tribù Minneconjou che aveva partecipato ai trattati assieme a Siŋté Glešká o Coda Chiazzata capo degli Sičháŋǧu Oyáte della tribù Lakota Teton noti come Brulé. Alla delegazione fu offerta una somma ridicola di 25 mila dollari in cambio della terra invasa, i tentativi di una pacifica soluzione fallirono e il vecchio capo si ritirò lasciando la giusta rivendicazione ad altri come Tatanka Yotanka chiamato Sitting Bull Toro Seduto capo degli Hunkpapa e il valoroso Tashunka Uitko nonto come Cavallo Pazzo condottiero della tribù Oglala. Ancora una volta i bianchi avevano ingannato gli indiani con i loro falsi trattati e nel 1876 iniziò la grande guerra Sioux, ultima epopea dei valorosi popoli nelle Grandi Pianure, ma che li travolse.

La guerra Sioux

Non fu solo la guerra Back Hills come venne anche chiamata, ma un conflitto tra due mondi che non potevano convivere per la distruttiva arroganza degli invasori assurti a paladini della loro democrazia che inseguiva solo il profitto e il disprezzo per quei popoli dalla secolare libertà. La guerra iniziò con un contingente comandato dal colonnelo Reynolds che attaccò un villaggio in Montana pensando di sterminarne gli abitanti, ma parte riuscirono a sfuggire e i soldati vennero affrontati dai guerrieri cheyenne guidati da Ishaynishus Due Lune assieme a Vecchio Orso e gli Oglala di Toro Bianco nella battaglia a Powder River costringendoli alla fuga. L’ offensiva statunitense venne fermata dai guerrieri di Cavallo Pazzo divenuto incubo per i bianchi ed eroe per i Sioux, assieme ad altri guerrieri indiani delle pianure centrali Crow e della tribù Shoshoni e quando avanzò il poderoso contingente comandato dal generale Crook si scontrarono in una battaglia sul torrente Rosebud costringendolo a ritirarsi all’accampamento di Goose Creek in Wyoming aspettando rinforzi.Il resto dell’ armata comandata da John Gibbon a capo dell’ offensiva contro i Sioux organizzata assieme all’altro generale Alfred Terry, avanzarono su due colonne e per una missione esplorativa fu inviato Il famigerato colonnello George A.Custer a capo del Settimo Cavalleria, tra gli altri episodi efferati contro gli indiani protagonista nel 1868 del massacro di Washita in un vile attacco che non risparmiò vecchi, donne e bambini nel villaggio Cheyenne del capo Motȟvatȟ detto Black Kettle. Con il suo reggimento pensava di di ripetere un’ altro massacro come quello di Washita e attaccò un accampamento indiano, dove non trovò gente inerme ma i guerrieri Sioux guidati da Cavallo Pazzo assieme agli alleati Cheyenne e Arapaho che li annientarono a Little Bighorn il 25 giugno 1876. A Gibbon e Terry non restò che contare i caduti e procedere ad est cercando invano gli indiani nemici che con la loro grande vittoria di Little Bighorn avevano dimostrato di saper affrontare con valoroso genio militare quello che sembrava l’ imbattibile e potente eserciti statunitense, segnando un glorioso capitole nelle lunghe e devastanti guerre indiane ove unendo le forze le tribù potevano reagire contenendo l’ invasione dei loro territori.

La fine di un popolo

Il saggio Toro Seduto cercò di favorire l’ unione dei suoi Sioux alle altre popolazioni per ottenere il riconoscimento dell’autonomia indiana, ma per vendicare la sconfitta vennero inviati poderosi contingenti con migliaia di soldati che repressero duramente le resistenze e in breve le tribù Sioux furono costrette alla resa, e confinate nella riserva del Great Sioux istituita nel 1868 tra il South Dakota e il Nebraska. Per separare ancora quel grande popolo nel 1887 con la legge del Dawes Act i Sioux vennero distribuiti in altre riserve, gli Oglala in quella che chiamano Wazí Aháŋhaŋ Oyáŋke o Pine Ridge in un territorio del South Dakota, le comunità della tribù Hunkpapa, che era una delle più antiche dei Lakota, assieme ai Titonwan o Sihasapa dei Teton e i Dakota occidentali Iháŋktȟuŋwaŋ chiamati anche Yanktonai nel territorio che definivano Íŋyaŋ Woslál Háŋ della riserva di Standing Rock In Dakota che non era parte della Grande Riserva Sioux ed estesa nell’ agenzia indiana di Fort Yates. Parte della tribù Lakota degli Sičháŋǧu Oyáte chiamati Brulé vennero confinati sul fiume Missouri nella riserva Lower Indian con la sua estensione nell’ agenzia indiana nei pressi di Fort Thompson, altri della stessa tribù furono confinati ad ovest del Missouri tra il Nebraska settentrionale e il Montana orientale nella riserva di Rosebud. Rifiutando d’ essere rinchiuso in una riserva con la sua gente il grande capo Toro Seduto gente con un lungo viaggio trovò rifugio in Canada, ma In quelle terre dove da tempo le grandi nazioni indiane del nord erano state sottomesse non vi erano più bisonti da cacciare e per salvare la sua gente affamata nel1881 Toro Seduto si arrese con la promessa di poter andare sul fiume Little Missouri vicino le sacre Colline Nere.

Venne invece rinchiuso nella riserva di Standing Rock in North Dakota dove era stato confinato parte del suo popolo, ma temendo rivolte fi imprigionato per due anni a Fort Randall per poi tornare nella riserva. Per uscire dal confinio nel 1885 accettò di partecipare agli spettacoli del Wild West nel circo organizzato dal celebre avventuriero William Frederick Cody noto come Buffalo Bill, ma vi rimase solo qualche mese trovando ridicolo ed umiliante tornando a Standing Rock per vivere con le sue tradizioni.Nel frattempo si era diffuso il Nanissàanahl o movimento pacifico del Ghost Dance fondato dal profeta dei Paiute Wovoka che avrebbe scacciato i bianchi invasori dagli antichi territori ristabilendo le tradizioni nelle invocazione dell’esoterica e solenne Danza degli Spiriti, nel dicembre 1890 poco lontano dalla riserva di Standing Rock si sarebbe tenuta una riunione della Ghost Dance e temendone la partecipazione di Toro seduto ne venne ordinato l’ arresto, difeso da pochi fedeli fu assassinato assieme al figlio Piede di Corvo. Saputo del vile assassino il capo dei Miniconjou Lakota Heȟáka Glešká o Piede Grosso con la sua gente si mise in cammino per Pine Ridge, ma sul torrente Čhaŋkpé Ópi Wakpálanoto come Wounded Knee il 29 dicembre furono fermati dai militari del famigerato Settimo Cavalleria comandati dal maggiore Samuel Whitside che radunò i centoventi uomini e duecentotrenta tra donne e bambini indiani ammazzandoli tutti in quello che è ricordato lo spregevole Massacro Wounded Knee, ultimo di quella che osava chiamarsi grande democrazia degli Stati Uniti che celebrava il finale genocidio dei Sioux e di tutti gli indiani d’ America. Un mondo spietato che rincorre solo il profitto così lontano dall’ antica libertà delle praterie rimasta travolta, ma che ne è stata profetizzata la criminale idiozie dal grande Toro seduto.

Quando avranno inquinato l’ultimo fiume…abbattuto l’ultimo albero…pescato l’ultimo pesce…preso l’ultimo bisonte…Solo allora si accorgeranno di non potere mangiare il denaro accumulato nelle banche.

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