Europa Sud Occidentale

Barcelona

Adagiata con il capo sul colle di Montjuïc e il corpo allungato sul mare, Barcelona è come una bella signora di buona famiglia che sa essere trasgressiva, raffinata e scostumata, dolce e intrigante, non è luogo da visitare, ma da vivere intensamente, abbandonandosi ai suoi ritmi e antichi giochi di seduzione urbana.I quartieri sono come tanti cuori pulsanti che fanno circolare la linfa della città, tutti si conoscono e sanno vivere ritmi di paese tra negozietti, mercatini rionali e “bodegas” che servono bevande, tapas e chiacchiere, poi come ruscelli le vie immettono nei grandi viali che scorrono rettilinei nella città ritmata da metropoli, ma meno caotica di altre, accogliente, elegante e cosmopolita.Il “barrio” che mi accoglieva è “paesano” e piacevole come gli altri, pende sotto Montijuic e immette all’ Avinguda Paralel, che taglia questa parte della città da Placa Espanya alla statua di Colombo che guarda il mare, poi la Ronda Litoral corre affacciata sui moli del Port Vell e ripiega sulla marina piena di barche, continuando alle spiagge di San Miguel e Barceloneta fino al Port Olimpico.Sul colle di Montjuïc c’ era un centro iberico prima che vi giungessero i romani costruendoci un tempio consacrato a Giove, si dice che il nome derivi proprio da Mons Jovis, altri affermano che sarebbe dovuto all’ esistenza di un cimitero ebraico, ma il remoto passato della collina che sovrasta il mio barrio è ancora confuso. Poco abitato per secoli a causa della scarsità di acqua, nel 1640 venne edificato il castello che ancora svetta sulla sommità di Montjuïc e si cominciò a costruire fino al 1929, quando accolse l’ Esposizione Internazionale di Barcelona.Dall’ epoca si sono moltiplicati edifici e strade sul versante nord verso l’ Avinguda de la Reina Marìa Cristina sulla quale affacciano i padiglioni delle esposizioni, fino alla sontuosa Plaça d’Espanya, la zona è ricca di palazzi tra i quali svetta il Palau National con il suo ricco museo di Arte Romanica, il Poble Espanyol dedicato all’ architettura iberica e l’ Arte Moderna nella Fundaciò Joan Mirò, dedicata al grande pittore catalano.

Barrio Gotico

A lato delle Ramblas si stende la Barcelona medioevale che qui tutti chimano da sempre Barri Gòtic, monumenti, cie, chiese, palazzi sono tutti un inno allo stile gotico catalano, edificato su un insediamento romano fiorente dal 20 a.C. sotto l’ imperatore Augusto. Vicino fu edificato il quartiere de La Ribera nel XIV secolo, tra i vari edifici uno accoglie il Museu Picasso, che aprì nel 1963 con le opere donate dal suo amico Jaime Sabartes che morì cinque anni più tardi. Per onorarlo Picasso donò altre opere, particolarmente interessanti i suoi primi lavori che erano custoditi dalla sorella e che permettono un percorso completo della sua elaborazione artistica fin dagli inizi. Si va dai primi dipinti realizzati nel 1896 a sedici anni, attraverso alcune opere dei periodi Blu e Rosa e la straordinaria serie ispirata al celebre Las Meninas” di Velàzquez..Sull’ antico foro romano in Plaça de Sant Jaume venne edificato il possente Palau dela Generalidad che ospita il Parlamento Catalano, il Generalitat è simbolo della fiera indipendenza della popolazione fin dal 1403, quando vi fu insediato il primo governo della Catalogna il cui patrono Saint Jordi è raffigurato dalla statua che si erge sulla facciata rifatta nel rinascimento. L’ inerno è un alto esempio di stile tardo gotico catalano con la corte progettata da Marc Safont, come la cappella dedicata al patrono San Giorgio. La Casa de la Ciutat accoglie il municipio di Barcelona, l’ ayuntamento la cui libertà è simboleggiata dalla statua di Jaume I che concesse la facoltà di nominare consiglieri nel 1249 e da quella di Joan Fiveller che nel 1500 stabilì l’ obbligo di pagare imposte ai cortigiani prima esenti. La Camera del Consiglio è del XIV secolo, mentre il salone de Cròniques venne ristrutturato sul primo piano nel 1929 per l’ Esposizione di Barcelona e affrescato da Josep-Marià Sert con raffigurazioni della storia catalana.

La Cattedrale gotica è del XIII secolo, consacrata alla patrona di Barcelona Santa Eulalia ma continue ristrutturazioni e rifacimenti hanno portato il completamento della facciata al 1889 e della guglia centrale al 1913, l’ interno si articola in tre navate, cappelle laterali e il coro rinascimentale. Un cripta contiene il sarcofago di alabastro che racchiude i resti di Santa Eulalia dal 1327, all’ interno la Capella de Santa Llùcia in stile romanico la cui costruzione su un antico tempio romano e una successiva moschea araba, risale al governo di Jaume II nel 1298. Sembra che qui nel 1493 furono battezzati i primi indiani americani che Colombo portò dal suo primo viaggio nel Nuovo Mondo, come ricorda una targa accanto alla fonte battesimale.Il Barrio Gotico di Barcelona possiede altre grandi testimonianze dell’ impresa di Colombo, nel Salò del Tinell del Palazzo Reale fu ricevuto al suo ritorno dal primo viaggio da Isabella di Castiglia e il consorte Ferdinando, un luogo che inaugurò un’ epoca che cambiò la storia.Il sontuoso Palazzo Reale fu altro simbolo dell’ indipendenza della città, residenza dei Conti sovrani di Barcelona da quando fu edificato nel XIII secolo, il salone che vide il ricevimento di Colombo nel 1493 dai sovrani di Spagna è del XIV secolo. Uno spazio vastissimo dalla volta sostenuta da grandi archi, poi tristemente noto quale tribunale dell’ Inquisizione e negli interrogatori dei malcapitati si riteneva che alle menzogne più gravi le pareti si dovevano muovere. Rimangono delle mura romane al cui interno nel XV secolo fu costruita la Capella de Santa Agata dallo splendido soffitto in legno dipinto e una pala d’altare del 1466 realizzata da Jaume Huguet. Da una delle torri di guardia romane è stato ricavato il campanile, mentre un scalinata seminascosta a destra dell’ altare porta ad una torre realizzata nel XVI secolo dall’ ultimo conte sovrano di Barcelona Martì l’Umano, con lil quale terminavano cinque secoli di indipendenza.

Ramblas

A lato della Paralel si entra in un altro barrio dall’ atmosfera “paesana” attorno alla chiesa di Sant Pau del Camp, per poi tornare all’ animazione metropolitana su una delle vie che immettono alle Ramblas si susseguono dalla sontuosa Plaça de Catalunya al vecchio porto Port vell. Come molte altre in Spagna, d “rambla” è una denominazione araba che significa letto di fiume prosciugato, dato che nel XIII secolo le mura della città seguivano un fiume che l’ attraversava dal colle Collserola fino al mare, davanti furono costruiti l’ università e monasteri fino al XVI secolo, poi il fiume fu prosciugato e gli edifici demoliti.Non c’ è momente giorno e notte che le ramblas non siano animatissime da gente che va su e giù tra bar, caffè all’ aperto, edicole, bancarelle, fiorai, gabbie di uccelli, mimi, attori e musicisti di strada, cartomanti, pittori e disegnatori più o meno improvvisati e tutta un’ umanità che sbarca il lunario e un’ altra che osserva.Termina sulla piazza dove il buon Colombo se ne sta appostato su un’ alta colonna a scrutare il mare, da dove corre Moll d’Espanya con le sue panchine, chioschi di bibite e altra gente che va e viene fino al gigantesco complesso del Mare-magnum, con i suoi negozi, cinema, ristoranti e il più grande acquario europeo. Continuando si torna al vecchio con il “molo di legno” Moll de la Fusta aggraziato da ponticelli dipinti di rosso che conduce al monumento policoromo ideato dalla pop art di Lichtenstein a El Cap De Barcelona.

Barcelona Modernista

Non vi è città europea che ha la profusione di Art Nouveau come Barcelona, del resto lo stile Modernista è nato proprio qui all’ epoca dell’ abbattimento delle antiche mura medioevali che impedivano l’ espansione urbana nel 1854.In catalano espansione si dice eixample e da qui la denominazione della nuova area cittadina che concentra le performances stilistiche di architetti e artisti “modernisti” di Barcelona, a cominciare dall’ ingegnere urbanista Ildefons Cerdà, progettista del sistema stradale geometrico, ma dagli angoli smussati per accedere dolcemente a spazi aperti e piazze. Poi intervennero altri architetti come Domènech i Montaner con la facciata del l’Hospital de la Santa Creu, da Sant Pau all’ angolo della lunga Avinguda Diagonal che scende dai quartieri Pedralbes fino al litorale, quindi Gaudì con la via omonima che dalla Diagonal porta alla sua Sagrada Famìlia.Scendendo dalla Diagonal per il passeio di Sant Joan che la incrocia, si incontra un altro esempio dell’ epoca nella piazza Tetuan, quindi l’ Arc de Trionf, progettato da Josep Vilaseca i Casanovas in stile Mudejar nel Parc de la Ciutadella quale ingresso all’Esposizione Universale del 1888, ricco di decorazioni allegoriche sul mondo moderno, arti e mestieri, sul retro un grande fregio di Josep Limona, davanti uno rappresenta Barcellona che accoglie i visitatori stranieri di di Josep Reynès.Il Parc de la Ciutadela sorge sulla vecchia cittadella militare, divenne parco pubblico nel 1873 e nel 1888 accolse l’ Esposizione Universale, accogliendo poi edifici e musei, tra i quali il Museu d’Art Modern. Natura e arte abilmente coniugati dai progetti di Jean Forestier nei giardini Plaça de Armes, l’ arco di trionfo con la fontana di Josep Fontserè che, per l’ opera era assistito da un giovane di talento certo Antoni GaudìE’ il più amato dagli abitanti e incanta i visitatori con il suo lago navigabile, aranceti, piante, alberi e palme dove svolazzano pappagalli. Verso il mare si trova quella che tutti chiamano Barceloneta, un borgo marinaro progettato nel 1753 da Juan Martìn de Cermeño per accogliere la popolazione allontanata dalla zone dove si edificò Ciutadella, poi ci vennero lavoratori e pescatori, un paesino sul mare nella città con casette basse dai graziosi balconi che affacciano sulle vie dritte che incrociate simmetricamente, l’ unica Plaça de la Barceloneta che accoglie la chiesa barocca di Sant Miquel del Port.Infine la zona più recente della città che nel 1992 Barcelona accolse le Olimpiadi e negli anni precedenti fu un immenso cantiere nella vecchia zona industriale del Poble nou che produsse un nuovo vasto quartiere di bel sessantacinquemila ettari, parchi, giardini e duemila appartamenti riservati ali ospiti olimpici e poi convertiti in residenze private. Sull’ area svettano due grattacieli di quarantaquattro piani che ora ospitano uffici, residenze, negozi e un albergo, davanti il porto di Port Olímpic con locali, bar, ristoranti che chiude un lungomare di quattro chilometri affacciato su spiagge che d’ estate sono animatissime giorno e notte.

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